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Valentina Manias Milano, 5.05/

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Presentazione sul tema: "Valentina Manias Milano, 5.05/"— Transcript della presentazione:

1 Valentina Manias Milano, 5.05/13.05.2003
Il gruppo come luogo di comunicazione, pensiero e azione nei contesti organizzativi Valentina Manias Milano, 5.05/

2 Traccia di lavoro [A] Il gruppo come luogo di comunicazione, pensiero e azione nei contesti organizzativi [B] La comunicazione efficace

3 [A] Il gruppo come luogo di comunicazione, pensiero e azione nei contesti organizzativi

4 L’incontro L’incontro con un gruppo (ri-)attiva problemi di identità
Complementarietà conflittuali (tipo cane e gatto) e… …conflittualità complementari (l’altro come attore del nostro teatro interiore)

5 Personalità e ruolo I ruoli tra attribuzione e scelta
Prevedere forme di socializzazione al ruolo L’incontro col gruppo come origine della differenziazione tra persona e ruolo

6 Conflitto e gestione della
funzione di autorità Riattivazione di dinamiche genitoriali Dipendenza, controdipendenza e interdipendenza Il gruppo come sistema di cooperazione tra collaborazione e conflitto

7 Il gruppo è percepito/vissuto come:
Il gruppo come ‘area transizionale’ Il gruppo è percepito/vissuto come: un campo di esperienza intermedia in cui è possibile ‘sperimentare’ le relazioni in modo protetto, ma anche come territorio infìdo in cui ci si muove tra vincoli e possibilità

8 Il gruppo: un’opportunità
per favorire… Processi di comprensione Costruzione negoziale di significati condivisi Progettazione/messa in atto di azioni comuni

9 …avviare e sostenere processi di pensiero/di azione
Il gruppo: Un luogo in cui… …avviare e sostenere processi di pensiero/di azione individuali e di gruppo

10 tutto questo non avviene nel vuoto,
Il gruppo: Un luogo in cui… tutto questo non avviene nel vuoto, ma in un contesto socio-organizzativo ben preciso…

11 L’incertezza del contesto genera organizzazioni a ‘legame debole’
Il contesto I L’incertezza del contesto genera organizzazioni a ‘legame debole’ - ristrutturazioni e riorganizzazioni - mutamenti di tecnologie - contrazione dei tempi di comunicazione - difficoltà a gestire individualmente il lavoro - il diversificarsi delle forme di inserimento lavorativo

12 Il contesto II tutto ciò sta modificando il rapporto tra individuo e organizzazione i gruppi possono diventare un ‘punto forte’ per la ricomposizione del lavoro

13 dalla qualità delle relazioni interpersonali dipendono…
Una necessità… - integrazione - coordinamento dinamico - generazione di prodotti evoluti dalla qualità delle relazioni interpersonali dipendono… i gruppi come ‘punto forte’

14 luogo di azioni non riflesse, di spinte disaggreganti
Un’opportunità e un limite il gruppo come luogo possibile del lavoro umano per affrontare compiti complessi ma anche luogo di azioni non riflesse, di spinte disaggreganti

15 precarietà e provvisorietà dei gruppi di lavoro
Due problemi e… precarietà e provvisorietà dei gruppi di lavoro appartenenze plurime e discontinue dei soggetti ai gruppi di lavoro

16 … due linee di lavoro il gruppo come strumento per produrre risultati il gruppo come contenitore di valori da custodire e promuovere

17 attenzione però al possibile uso ideologico del gruppo
Un rischio e… attenzione però al possibile uso ideologico del gruppo negazione della realtà nei suoi aspetti problematici

18 tenere conto di quanto comporta promuovere e gestire gruppi di lavoro
… una possibilità tenere conto di quanto comporta promuovere e gestire gruppi di lavoro le criticità dei gruppi

19 i gruppi attivano nei singoli
Le criticità I i gruppi attivano nei singoli angosce e ansietà profonde = risposte primarie dell’individuo alle relazioni sociali

20 Le criticità II Soggetto Altro Contesto sociale

21 Le criticità III allagamenti emotivi che paralizzano il lavoro
riduzione del lavoro ai suoi aspetti formali ricerca di rapporti privilegiati e ‘alleanze contro’ il gioco delle ‘simpatie-antipatie’ centratura sui propri bisogni ed interessi

22 atteggiamenti difensivi condivisi che di fatto bloccano il gruppo
Le criticità IV atteggiamenti difensivi condivisi che di fatto bloccano il gruppo fallimento del gruppo di lavoro in quanto gruppo sociale

23 Le criticità V Comportamenti difensivi individualistici
isolamento emotivo riferimento a sé e al proprio mondo interno contrapposto alla realtà esterna contrazione-annullamento della fiducia nei colleghi conseguente diminuzione di stabilità del gruppo

24 se l’individuo perde fiducia nella struttura (gruppo, organizzazione)
In sintesi se l’individuo perde fiducia nella struttura (gruppo, organizzazione) allora l’unica struttura residuale in cui avere fiducia rimane l’individuo stesso

25 … il gruppo di lavoro si trasforma
In sintesi se sull’obiettivo prevalgono la tutela di sé e la fantasia di essere un gruppo fatto di ‘rapporti senza vincoli’… … il gruppo di lavoro si trasforma in un non-gruppo

26 è il gruppo che tende a scomparire
Non-gruppo sistema di difesa dall’esperienza dal ‘gruppo di lavoro’ a fronte del prevalere del singolo è il gruppo che tende a scomparire

27 dare attenzione ai bisogni soggettivi e alle relazioni
Che fare? I NO ai ‘rappezzi’ dare attenzione ai bisogni soggettivi e alle relazioni scindendo ciò dall’obiettivo e dalla funzione produttiva

28 Che fare? II Accrescere la ‘visibilità del senso’ del lavoro
Recuperare di continuo il ‘mandato’ organizzativo e gli obiettivi che ad esso conseguono Aiutare le persone a essere ‘baricentrate sul proprio sé’ Così facendo diminuisce il controllo sul sistema, ma aumentano la capacità di apprendimento e di lavoro

29 Che fare? III Agire e far agire le funzioni dei ‘ruoli integratori’
saper ascoltare per prevenire aggressioni al legame sociale e al rapporto tra gruppo di lavoro e realtà esterna sostenere la definizione dei compiti, dei criteri di decisione, dell’oggetto di lavoro tollerare di essere oggetto di proiezioni negative (coordinatore)

30 Che fare? IV Progettare un setting mentale e organizzativo in grado di prevedere fattori critici relativi a: modalità di costruzione del gruppo modalità di conduzione progettate a partire dalle caratteristiche del gruppo, dagli obiettivi, dal contesto

31 Che fare? V Progettare un setting mentale e organizzativo in grado di prevedere fattori critici relativi a: tutela del gruppo (valorizzazione risultati) tutela del compito (rappresentazione del percorso di lavoro e dei risultati) comprensione di ciò che accade nel gruppo

32 In sintesi [A] il gruppo nel contesto organizzativo
opportunità e limiti due problemi e due linee di lavoro un rischio e una possibilità le criticità ll non-gruppo che fare?

33 [B] La comunicazione efficace

34 La comunicazione efficace I
Le barriere autorità come fonte/certificazione del sapere minacce e censura razionalizzare troppo tono ‘educativo’ sarcasmo e disprezzo essere troppo analitici

35 La comunicazione efficace II
Le possibilità (I) Argomentare in modo esplicito le proprie opinioni Argomentare in modo positivo i propri concetti Orientamento verso un obiettivo comune (il ‘noi’) Il confronto delle opinioni Agire criticamente su ciò che può essere modificato

36 La comunicazione efficace III
Le possibilità (II) Pianificare ciò che si vuol dire per essere chiari Assumersi le responsabilità connesse a ciò che si dice Definire sempre il contesto di riferimento Usare il linguaggio di chi ci ascolta (capire chi si ha di fronte) Equilibrio tra precisione ed essenzialità

37 La comunicazione efficace IV
È più facile far accettare comunicazioni che… … rinforzano le opinioni dell’interlocutore … stabiliscono conclusioni … richiedono azioni … e soprattutto comportano un impegno (a parole e nei fatti) dell’interlocutore

38 Griglia di osservazione dell’interazione comunicativa I
Valutare: il contesto sociale il contesto semantico-linguistico le caratteristiche dei partecipanti all’azione comunicativa l’obiettivo/i esplicito/i l’obiettivo/i implicito/i

39 Griglia di osservazione dell’interazione comunicativa II
Considerando il/i locutore/i valutare: La motivazione a comunicare l’obiettivo/i esplicito/i l’obiettivo/i implicito/i le caratteristiche dei partecipanti all’azione comunicativa

40 Griglia di osservazione dell’interazione comunicativa III
Modalità d’uso dei linguaggi: Verbale (argomenti: modalità di esposizione; spiegazioni fornite) Non verbale (gesti, postura) Paraverbale (risate, velocità eloquio, pause) Prossemica (gestione degli spazi, posizione nello spazio Strategie di negoziazione

41 La comunicazione efficace In sintesi (I)
Comunicare non è trasferire informazioni da una testa all’altra Comunicare è costruire con gli altri rappresentazioni e impegno all’azione Ogni comunicazione se vuole raggiungere i prorpi obiettivi con efficacia deve tenere inconto il proprio contesto (piccolo gruppo di lavoro)

42 La comunicazione efficace In sintesi (II)
Per comunicare in modo efficace è opportuno: Fare un’analisi dei bisogni e della situazione Definire con precisione la situazione in cui si comunica Credere in quello che si dice (impegno nella parola) Assumersi la responsabilità di ciò che si fa (impegno nell’azione)


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