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Preparazione, concimazione irrigazione

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Presentazione sul tema: "Preparazione, concimazione irrigazione"— Transcript della presentazione:

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2 Preparazione, concimazione irrigazione
Il terreno Preparazione, concimazione irrigazione Dott. Cintoni Carlo

3 L’aspetto biotico del suolo

4 La sostanza organica La costituzione della sostanza organica
Partecipano alla costituzione della sostanza organica del suolo: i residui vegetali e animali parzialmente decomposti e in via di trasformazione la biomassa degli organismi viventi caratterizzanti le comunità edafiche i materiali di neogenesi, di natura complessa e di struttura chimica ancora non ben definite, genericamente indicati con il nome di sostanze umiche. Per convenzione i residui vegetali grossolani (radici con diametro superiore a 2 cm) e i vertebrati edafici non vengono compresi nella sostanza organica del suolo.

5 La sostanza organica Composizione (% in peso della sostanza secca) della frazione organica del suolo

6 I residui vegetali e animali
La sostanza organica I residui vegetali e animali Germogli, foglie, ramoscelli, radici di alberi e arbusti, essenze erbacee, piante spontanee, residui colturali forniscono al suolo quantità elevate di sostanza organica (input primario). Amminutati e in parte decomposti dall’attività della fauna terricola, i residui vegetali diventano parte integrante del suolo per fenomeni di mescolamento e di incorporazione fisica. Le specie animali vengono considerate fonte secondaria di sostanza organica (input secondario), anche se forniscono prodotti di elaborazione metabolica e, a conclusione del ciclo vitale, lasciano nel suolo la loro massa organica. Alcune forme di vita animale, lombrichi, miriapodi, formiche, svolgono un ruolo importante nel mescolamento e nella traslocazione dei residui delle piante.

7 La sostanza organica Imput primario
Risulta elevato, nella parte superficiale del suolo esplorato dalle radici, l’apporto di residui vegetali di piante coltivate, espresso come contenuto di carbonio organico.

8 La sostanza organica La biomassa
Se i residui vegetali costituiscono input primario di sostanza organica al suolo e fonte di energia per l’attività delle entità microbiche, le strutture cellulari di queste rappresentano input secondario. E’ stato accertato che, in condizioni ambientali ottimali, il 60% del carbonio presente nel substrato organico utilizzato dai microrganismi viene convertito in carbonio organicato nelle biostrutture cellulari. In teoria, pertanto, l’input secondario di carbonio non può superare, annualmente, il 60% dell’input primario. In pratica, risulta molto inferiore. La quantità, la varietà ed il dinamismo delle entità biotiche del suolo risultano definite dalle condizioni ambientali, dalle caratteristiche pedologiche e dalle pratiche colturali.

9 La sostanza organica Composizione (% in peso della sostanza secca) della biomassa del suolo

10 L’aspetto biotico del suolo
Gli organismi vegetali ed animali presenti nell’ambiente interagiscono con i processi di decomposizione delle rocce e condizionano i caratteri della formazione del suolo. Licheni, alghe, batteri, funghi, muschi, vegetali superiori (erbacei, arbustivi, arborei) concorrono all’alterazione chimica della roccia, ed apportano sostanza organica fresca che costituisce la materia prima per la formazione dell’humus. Gli organismi animali, con il loro movimento, contribuiscono al rimescolamento della massa del suolo favorendo il contatto tra le particelle di suolo, condizionando la struttura, la porosità, l’aerazione del mezzo e lo sminuzzamento dei residui vegetali. Tra i fattori biotici rientra anche l’uomo che può considerarsi il più importante tra i fattori della pedogenesi essendo in grado di modificare, in maniera incisiva e radicale, i processi pedogenetici (opere di bonifica, disboscamenti, movimenti di suolo, ecc.).

11 L’aspetto biotico del suolo
La nascita del suolo come corpo naturale si verifica quando il substrato litologico è invaso da organismi sia vegetali che animali. Funghi Piante Lumache Lombrichi Alghe Batteri Protozoi Nematodi Larve Millepiedi Talpa Termiti Insetti Centipiedi

12 L’aspetto biotico del suolo
Azioni organismi

13 Organismi animali (pedofauna)
Azione di sminuzzamento, masticazione, digestione di residui organici in preparazione della mineralizzazione operata dalla microflora. Rimescolamento Contributo alla costruzione della struttura (circolazione liquidi e gas tellurici) e dei complessi umoargillosi.

14 Macro e Mesofauna Fanno parte di questo gruppo piccoli mammiferi (scoiattoli, roditori, ecc.), rettili, lumache, insetti (collemboli, formiche, blattoidei, varie forme larvali), ragni, acari, millepiedi, centopedi, anellidi. kg/ha Le funzioni sono quelle di polverizzare i residui vegetali e di influenzare in senso favorevole la struttura del suolo mediante canalizzazioni al suo interno che facilitano il movimento di soluzione circolante e gas tellurici. I lombrichi (anellidi) costituiscono la biomassa animale più abbondante sulla terra. “Mangiano” il suolo e si stima in anni il tempo necessario per il completo passaggio degli orizzonti superficiali nel loro stomaco. I nematodi sono assai numerosi e possono essere distinti in 4 gruppi: decompositori (vivono a spese della S.O.), utilizzatori primari (si nutrono di batteri ed alghe), predatori (attaccano protozoi ed altri nematodi), parassiti.

15 Uovo di stercorario dentro una sfera di sterco
Formica rufa Ooteca di lombrico Coleottero Termite Lombrico Larva

16 Collembolo Nematode Collembolo Millepiedi Lumaca Acaro

17 Microfauna Fanno parte di questo gruppo:
rotiferi che si nutrono di batteri protozoi, animali unicellulari( kg/ha)

18 Centipede Pseudoscorpione Verme piatto Cellule batteriche Nematode

19 Microflora Attuano processo fotosintetico, vivono
Alghe 50 /500kg/ha Attuano processo fotosintetico, vivono prossime alla superficie del suolo. Cloroficee Cianoficee (azotofissatrici nei pascoli e risaie) Funghi 300kg/ha Sono favoriti da ambiente aerato e da reazione acida. Decompongono facilmente qualunque substrato vegetale. Micorrize Sono radici fungine in simbiosi con le radici delle piante. La pianta cede carboidrati al fungo che facilita la pianta nell’assorbimento di elementi nutritivi.

20 Microflora Attinomiceti
Intermedi tra funghi e batteri, a volte unicellulari a volte con corpi fruttiferi simili a quelli fungini, ma di dimensioni minori. Conferiscono odore al suolo. Batteri 1500kg/ha Sono i più numerosi nel suolo (109/gr). Sono eterotrofi ed autotrofi (nitrificanti e solfobatteri), aerobi ed anaerobi. Prediligono pH subalcalino. Condizioni ottimali per le piante lo sono anche per i batteri, che reagiscono selezionando la popolazione all’estremizzarsi delle condizioni ambientali.

21 Considerazioni In natura la crescita dei microrganismi è limitata dalla carenza del substrato alimentare. I microrganismi sono perennemente pronti ad una proliferazione, ma si debbono adattare a lunghi periodi di vita latente. Il suolo condiziona lo sviluppo dei microrganismi. Ambiente anaerobico riduce drasticamente i microrganismi. pH acidi favoriscono i funghi; pH alcalini i batteri.

22 Influenza dei microrganismi
Gli organismi viventi condizionano le proprietà del suolo con modificazioni di tipo fisico e chimico. Fisico Avvolgimento di particelle e grumi di suolo, con modificazione delle caratteristiche di superficie, e creazione di discontinuità nel volume del suolo. Chimico I microrganismi, così come le radici delle piante, modificano la composizione ionica del suolo arricchendo l’ambiente di idrogenioni. Gran parte del metabolismo dei microrganismi avviene all’esterno della cellula mediante enzimi extracellulari. Molte sostanze secrete dai microrganismi hanno funzioni nutrizionali.

23 Influenza dei microrganismi sul suolo e sull’aria

24 LAVORAZIONI DEL TERRENO
Le lavorazioni del terreno sono operazioni che hanno la finalità di rendere lo stesso più accogliente ed adatto alla crescita dei vegetali coltivati. Come è noto, i fattori che concorrono alla fertilità del suolo sono diversi e le lavorazioni agirebbero principalmente e direttamente su quelli fisici quali lo stato strutturale, le caratteristiche idrologiche e gassose e, indirettamente, anche su quelli biologici e chimici.

25 LAVORAZIONI DEL TERRENO
Lo "stato strutturale" può essere considerato il principale e più importante fattore di fertilità dei suoli Un terreno in buone condizioni strutturali ha caratteristiche ottimali in fatto di permeabilità, capacità di ritenzione idrica e di arieggiamento; le minutissime particelle argillose (diametro < 2 micron) non sono ammassate in uno strato duro e compatto (strato astrutturale) bensì riunite in grumi tra i quali rimane spazio sufficiente (macroporosità) per la circolazione dell'aria, dell'acqua, nonché per la crescita delle radici.

26 LAVORAZIONI DEL TERRENO
Una delle funzioni principali delle lavorazioni del terreno, infatti, è proprio quella di migliorare le caratteristiche fisiche del terreno; l'obiettivo, in genere, è quello di ridurre lo stato di compattamento e di aumentare la macroporosità. Altre funzioni delle lavorazioni sono le seguenti: - sminuzzamento delle zolle per preparare il letto di semina; - controllo delle erbe infestanti e gestione della flora infestante; - interrare la massa di residui organici che spesso rimangono sul terreno alla fine dei cicli colturali - ridurre le perdite d'acqua per evaporazione; - arieggiare e asciugare gli strati più superficiali di terreno in situazioni di asfissia temporanea su culture in atto; - interrare i concimi.

27 Terreno agrario e terreno naturale
LAVORAZIONI DEL TERRENO Terreno agrario e terreno naturale

28 LAVORAZIONI DEL TERRENO
Bonciarelli classifica i lavori al terreno nel seguente modo: - di messa in coltura - preparatori - complementari - consecutivi.

29 Classificazione LAVORAZIONI DEL TERRENO Di messa a coltura
Di preparazione del “letto di semina” Consecutive (in presenza delle colture, durante il ciclo colturale) Alternative (lavori studiati negli ultimi decenni, diversi da quelli tradizionali) Principali Secondarie Disboscamento Spietramento Spianamento Vangatura Fresatura Ripuntatura o Scarificatura Estirpatura Erpicatura Rullatura Sarchiatura Rincalzatura Lavorazione a doppio strato Lavorazione a porche Lavorazione ridotta “Minimum tillage” “Sod-seeding” Aratura Scasso

30 Lo scasso LAVORAZIONI DEL TERRENO
È un’aratura molto profonda (1-1,2 m), dopo un’abbondante letamazione e la concimazione di fondo. Si effettua prima dell’impianto di un arboreto in un terreno coltivato a seminativo. Negli ultimi anni si preferisce una lavorazione a doppio strato: ripuntatura profonda (1-1,2 m) con aratura più superficiale (50-60 cm).

31 Lavori preparatori LAVORAZIONI DEL TERRENO
Si effettuano prima della semina per preparare un buon “letto di semina”. Tradizionalmente si fa un lavoro principale (di solito l’aratura) e, secondo la coltura e il terreno, uno o più secondari (per lo più estirpatura ed erpicatura).

32 L’aratura LAVORAZIONI DEL TERRENO
È la lavorazione preparatoria principale più importante, antica e praticata. Si effettua con un aratro portato o semiportato dal trattore. Consiste nel taglio e nel ribaltamento, con frantumazione più o meno accentuata, di una fetta di terreno a sezione rettangolare. La profondità dipende dalla posizione in senso verticale dell’aratro; la larghezza dalle dimensioni del vomere. L’aratro, nella sua versione base, è formato da tre organi: coltro o coltello (taglio verticale), vomere (taglio orizzontale) e versoio (ribaltamento e sgretolamento) tenuti insieme dalla bure, l’asse dell’aratro.

33 L’aratro LAVORAZIONI DEL TERRENO Meccanismo di azione taglio verticale
taglio orizzontale sollevamento e ribaltamento della fetta di terreno

34 L’aratro LAVORAZIONI DEL TERRENO
Il lavoro di aratura consiste nel tracciare solchi uno dopo l'altro, tagliando e rovesciando una fetta di terreno le cui dimensioni variano in funzione della grandezza dell'organo lavorante dell'aratro. L'aratro può essere munito di più vomeri (2 - 3 o più) così da poter tracciare più solchi contemporaneamente.

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36 LAVORAZIONI DEL TERRENO
PROBLEMATICHE DELL’ARATURA L'aratura, soprattutto quella media e profonda, è stata per decenni il lavoro preparatorio per eccellenza. Tuttavia, con il tempo ci si è resi conto di alcuni suoi inconvenienti quali: - il superiore dispendio energetico a parità di massa di terreno lavorato, rispetto ad altri sistemi come la semplice discissura; - il rimescolamento e la diluizione dei residui organici in tutta la massa di terreno lavorato ; - il forte arieggiamento del terreno e quindi l'accelerazione del processo di mineralizzazione (e perdita) della sostanza organica; - l'esposizione del suolo al fenomeno dell'erosione superficiale, in terreni declivi; - la formazione di cigli da un lato e fossi dall'altro degli appezzamenti per lo spostamento annuale del terreno, nelle aree declivi, dovuto all'aratura alla pari a rittochino; - zollosità eccessiva; - suola di lavorazione.

37 Altri lavori preparatori principali
LAVORAZIONI DEL TERRENO Altri lavori preparatori principali Vangatura Ripuntatura o scarificatura Fresatura zappatura Vangatrice con i suoi effetti positivi sulla struttura del terreno Ripuntatore o scarificatore o ripper Fresatrice o zappatrice

38 Lavori preparatori secondari
LAVORAZIONI DEL TERRENO Lavori preparatori secondari Estirpatura Erpicatura Fresatura Rullatura Estirpatore Erpice strigliatore Rullo compressore Erpice snodato

39 Lavori consecutivi LAVORAZIONI DEL TERRENO Sarchiatura Rincalzatura
Scarificatura Fresatura Rullatura Sarchiatrice a zappette multiple Rincalzatrice a 2 elementi Fresatura di un frutteto Rompicrosta al lavoro su mais

40 Lavori alternativi LAVORAZIONI DEL TERRENO Lavorazione a doppio strato
Lavorazione a porche lavorazione ridotta “Minimun tillage” “Sod-seeding” Lavorazione “a porche” Macchine combinate per la semina su terreno sodo (sod-seeding) o la lavorazione minima (minimum tillage)

41 LAVORAZIONI DEL TERRENO
Criteri generali da adottare per l'esecuzione delle lavorazioni affinché si abbiano i migliori risultati con il minimo dispendio energetico e impatto ambientale: - evitare lavorazioni profonde quando non siano rese necessarie dalla presenza di residui colturali da interrare o da altri motivi; - evitare assolutamente di lavorare il terreno argilloso quando è bagnato. Lavorare i terreni argillosi bagnati significa ottenere l'effetto contrario rispetto a ciò che la lavorazione si prefigge. Le zolle impastate, seccandosi rimangono dure e compatte e difficili da disgregare per molto tempo. Il suolo, inoltre, si compatta notevolmente anche in profondità in corrispondenza delle carreggiate della trattrice.

42 LAVORAZIONI DEL TERRENO
La lavorazione dei terreni eccessivamente umidi è l'errore più grave e più frequente che si commette nelle nostre campagne. Si potrebbe obiettare che spesso si è costretti a farlo a causa dell'andamento climatico di certe annate; in realtà, il modo giusto di operare, al fine di ridurre le probabilità che ciò avvenga, è quello di ricorrere alla "preparazione anticipata del letto di semina" o, più in generale, alle lavorazioni Anticipate.

43 LAVORAZIONE E UMIDITA’(1)
Ogni volta che è possibile lavorare il terreno con molto anticipo, anche se grossolanamente, rispetto alla data di semina e lasciare agli agenti atmosferici (pioggia, insolazione ecc.) il compito di affinare le zolle; Il terreno andrebbe lavorato quando è in tempera, cioè non secco né bagnato, ma alla condizione di umidità tale che si disgreghi il più possibile senza attaccarsi al versoio (formando il cosiddetto "scarpone"); comunque, è meno sbagliato lavorare un terreno molto secco che uno bagnato.

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45 La vangatura La vangatura è l’operazione tradizionale più importante che consiste nel tagliare il terreno in fette, che andranno poi sollevate e spostate in avanti rovesciandole. Nella fase iniziale le fette della seconda fila andranno sormontate su quelle della prima,in modo da creare uno spazio sufficiente per poi lavorare con facilità ed eventualmente distribuire i concimi su tutto lo strato lavorato di terreno.

46 La vangatura

47 La vangatura

48 Le vanghe

49 Il controllo delle erbe infestanti
La loro presenza diventa estremamente dannosa nei seminati e quando il loro sviluppo tende a essere troppo soffocante in relazione a quello delle piante coltivate. Molto importante è fare in modo che non vadano a seme, per limitarne lo sviluppo negli anni successivi. Le lavorazioni più efficaci sono la vangatura e la zappatura che rivoltano gli strati superficiali esponendo le radici al sole. In presenza di gramigna bisogna evitare assolutamente di eseguire la zappatura meccanica, che non fa altro che moltiplicare gli stoloni presenti e di conseguenza le successive reinfestazioni. L’unica lavorazione efficace è la vangatura ripetuta.

50 La zappatura

51 La zappatura Effettuando il lavoro a macchina si risparmia ovviamente tempo e fatica ma le macchine in commercio anche se apparentemente svolgono un lavoro perfetto, spesso provocano più danni che vantaggi le piccole zappe, infatti, girando molto velocemente tendono a disgregare troppo il terreno e a creare una suola compatta subito sotto lo strato lavorato le prime piogge o l’irrigazione per aspersione dall’alto tenderanno a compattare lo strato superficiale, che formerà, asciugandosi, una crosta più o meno compatta, che tenderà a fessurare, ostacolando la successiva penetrazione dell’acqua e l’eventuale emersione delle plantule nei seminati

52 La zappatura

53 La rastrellatura

54 Le sarchiature superficiali

55 La rincalzatura

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57 Concimazione La concimazione è una tecnica agricola che contempla l'apporto di fertilizzanti allo scopo di aumentare la dotazione del terreno in uno o più elementi nutritivi al fine della nutrizione minerale delle piante agrarie.

58 Le piante sono organismi autotrofi, sono, cioè, in grado di costruire sostanza organica a partire da elementi minerali. Carbonio, idrogeno e ossigeno vengono presi dall’aria e dall’acqua e non rappresentano mai un limite al loro sviluppo. Gli altri elementi sono assorbiti sotto forma di ioni (particelle cariche elettricamente) disciolti nell’acqua presente nel terreno. Tra questi i più importanti sono l’azoto, il fosforo e il potassio, che costituiscono la base della concimazione minerale. Concimazione

59 Concimazione Per la legge italiana è concime ogni sostanza,naturale o sintetica, minerale o organica, idonea a fornire alle piante l’elemento o gli elementi chimici della fertilità, necessari per lo svolgimento del loro ciclo vegetativo e produttivo. Per ammendante, invece, si intende qualsiasi sostanza capace di modificare e migliorare le proprietà fisiche, biologiche di un terreno.

60 Fertilizzazione fertilizzazione
Apporto di sostanze al terreno in grado di migliorarne la fertilità. Concimazione: apporto di elementi nutritivi direttamente utilizzabili dalla pianta Ammendamento:apporto di sostanze al terreno in grado di migliorarne le caratteristiche fisiche fertilizzazione Correzione: miglioramento dei pH

61 CLASSIFICAZIONE DEI CONCIMI

62 Concimazione

63 Concimazione SOLIDA LIQUIDA polverulenti granulari A lento rilascio
Gas liquefatti LIQUIDA soluzioni sospensioni

64 Concimazione Il titolo di un concime
Rappresenta la percentuale di elemento fertilizzante presente nel concime. Più il titolo è elevato e più il concime è concentrato. Nei concimi ad alto titolo la distribuzione nel terreno deve essere molto accurata: infatti, una distribuzione irregolare può portare a concentrazioni eccessive in alcuni punti e insufficienti in altri.

65 Concimazione

66 Concimazione

67 Concimazione Ammendante

68 Concimazione

69 Concimazione

70 Concimazione

71 Concimazione

72 Concimazione

73 Concimazione

74 Concimazione

75 Concimazione

76 Concimazione

77 Concimazione

78 Concimazione

79 Vantaggi della fertirrigazione
Permette di distribuire gradualmente i fertilizzanti, in particolare azotati, man mano che le piante ne hanno bisogno • Necessita di poco lavoro per la distribuzione • Non richiede di entrare nel campo e premette quindi: – di evitare eccessivi calpestamenti – di intervenire quando il terreno non è accessibile, ad esempio per l’altezza delle piante; • Migliora l’efficienza del concime, che ha sempre bisogno di acqua per essere assorbito dalle piante

80 Svantaggi della fertirrigazione
• Richiede un impianto irriguo che garantisca una uniforme distribuzione dell’acqua (ad esempio a pioggia o a goccia,ma non a scorrimento) • Può favorire le perdite localizzate di fertilizzanti • Non permette l’approfondimento nel terreno del potassio e, soprattutto, del fosforo • Può essere adottata solo sulle colture irrigue • Talora richiede l’effettuazione di irrigazioni solo allo scopo di distribuire il fertilizzante

81 Concimazione

82 Concimazione

83 Concimazione al terreno
• È il mezzo ordinario attraverso cui avviene la nutrizione delle piante • Ha un forte “potere tampone”: – Conserva i nutrienti – Limita gli eccessi – Neutralizza le sostanze tossiche

84 Concimazione al terreno

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86 Concimazione In un orto casalingo con piccoli appezzamenti è più conveniente utilizzare un buon concime minerale complesso a lenta cessione,considerando che le colture da foglia hanno maggiore necessità di azoto mentre quelle da frutto richiedono un buon quantitativo di fosforo e potassio. Per le leguminose, invece, la somministrazione di azoto non è necessaria. Le piante assorbono dal terreno elementi nutritivi. Il terreno, per non essere impoverito, deve poi essere reintegrato per la quota che viene effettivamente asportata e che non ritorna più al terreno con gli scarti vegetali non utilizzati. La determinazione di questa quota non è né facile né immediata. Esistono a questo proposito studi approfonditi e disciplinari di produzione molto rigorosi, ma il loro utilizzo è indicato solo per l’orticoltura professionale.

87 Concimazione Quanto concime somministrare?
Per quello che riguarda i concimi minerali bisogna far riferimento al titolo del concime che si ha a disposizione e ai quantitativi di elementi nutritivi da somministrare. I dosaggi normalmente sono riferiti a 1 ettaro, pertanto andranno anche ricondotti alla superficie effettivamente coltivata.

88 Concimazione Ad esempio: per fornire 75 kg/ettaro di elemento fertilizzante avendo a disposizione un concime con titolo 25, si dovrà somministrarne al terreno 75/25x100 = 300 kg/ettaro; sapendo che 1 ettaro corrisponde a mq, saranno necessari 3 kg ogni 100 mq.

89 Concimazione Per quello che riguarda i concimi organici si può in parte far riferimento al ragionamento sopradescritto, tenendo presente che però il valore intrinseco di un concime organico non corrisponde al quantitativo di elementi nutrizionali contenuti, ma è molto più elevato in considerazione di tutti gli effetti secondari positivi che l’apporto di sostanza organica conferisce al terreno. Se si ha a disposizione del concime confezionato, sarà necessario seguire scrupolosamente le indicazioni riportate in etichetta, mentre utilizzando ad esempio del letame bovino se ne può distribuire da 300 a 600 kg ogni 100 mq: in pratica in una aiuola di 10 mq saranno necessarie 1 o 2 carriole piene di letame, da distribuire durante la vangatura.

90 Concimazione Volendo dare i concimi in forma separata, fosforo e potassio vanno dati una volta all’anno prima della vangatura o della zappatura, in quanto hanno una mobilità molto bassa nel terreno e devono essere distribuiti nella zona esplorata dalle radici delle piante. L’azoto, al contrario, è soggetto a dilavamento e va quindi somministrato in modo graduale, a più riprese.

91 Azoto (N) L’azoto è l’elemento base dell’accrescimento, dello sviluppo e della produzione di tutte le piante. La sua mancanza comporta sempre un rallentamento dell’attività vegetativa, scarsa fioritura, scarsa allegagione dei frutti, clorosi e, in casi estremi, caduta delle foglie. L’eccesso causa il lussureggiamento della vegetazione con formazione di tessuti deboli, colatura dei frutti, ritardo nella maturazione, scarsa resistenza alle malattie, e , specialmente negli ortaggi da foglia, un suo accumulo dannoso alla salute.

92 Fosforo (P) 2 Nel terreno è spesso disponibile in quantità insufficienti per le piante coltivate benchè il suo consumo risulti inferiore a quello degli altri macroelementi. La sua carenza influenza negativamente le attività nutrizionali delle piante ed in particolare l’assorbimento dell’azoto con conseguente crescita stentata, nanismo, scarsa fioritura e in generale una produzione scadente. Nelle piante con scarsa nutrizione fosforica i semi risultano sempre poco numerosi e spesso immaturi.

93 3 Potassio (K) E’ un elemento sempre abbondante nei tessuti delle piante Contribuisce al mantenimento del turgore cellulare e alla regolazione dell’apertura degli stomi delle foglie Gli è attribuita la capacità di favorire la resistenza delle piante alla fusariosi e alla verticillosi La deficienza si manifesta con clorosi delle foglie, necrosi dei margini e dlla cima di quelle più vecchie, arresto della fotosintesi e scarsa produttività delle colture.

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101 13 Concimi fosfatici solubili
Perfosfati contengono più del 95% di fosfato monocalcico perfosfato semplice: titolo 16-22%, 90% solubile in acqua titolo in CaO 28% Dotato di microelementi residui di acido solforico, lieve acidità. Perfosfato doppio: titolo 25-36% 6-8% zolfo Perfosfato triplo:44-48% Fosfati d’ammonio fosfato monoammonico 11/48 fosfato biammonico 18/46 perfosfato ammonico 4/15 o 9/16 (molto variabile) aggiunta di ammoniaca al processo di preparazione dei perfosfati uso per la localizzazione, come starter, su colture in crisi Nitrofosfati 20/20, 22/14, 27/10 (molto variabili)

102 14 Concimi fosfatici iposolubili
Solubilità da 2 a 7 mg l-1 a pH 7 solubili in acido citrico al 2% (scorie) o in citrato ammonico azione mediamente rapida, incorporare prima possibile, tanto più il pH è alto. Scorie Thomas titolo 12-20% 2-3% MgO, 2-4%MnO, 20% Fe alcalinizzanti, correttivo per terreni acidi Fosfato bicalcico: 38-42% attacco con acido cloridrico di fosforiti o ossa e eliminazione del CaCl2. Disponibilità intermedia tra perfosfati e scorie, in particolare nei concimi complessi Fosfati termici: 15-30% calcinazione con sali alcalini di fosfati naturali per aumentare la solubilità. Uso in Germania, Paesi Bassi

103 15 Concimi fosfatici insolubili
Pressochè insolubili in acqua, solubilità variabile in acido citrico. La loro azione dipende dalla finezza di macinazione Da usarsi molto presto, insieme alla concimazione organica, eventualmente con materiale organico ancora in fermentazione utili per concimazione di fondo Fosfati naturali: titolo 26-33% finezza: 90% al setaccio da 0,063 mm applicazione preferibile in suoli leggermente acidi ben utilizzati da crucifere e leguminose foraggere prative e fruttiferi meglio in climi umidi che secchi (nord Europa, aree tropicali umide)

104 solubilità in acqua elevata
18 Concimi potassici I concimi potassici hanno in comune, poiché derivano tutti dalla silvinite (sale grezzo di K) solubilità in acqua elevata liberano ioni K+ del complesso argillo-umico il K+ è assorbito immediatamente

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109 23 Concimi composti

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112 26 Concime organico

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115 29 (Penne) (Corna ed unghie)

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118 32 Concime organo-minerale

119 33 Ammendante

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121 L'azoto è il nutriente più richiesto da tutti gli organismi viventi e diviene spesso il fattore limitante Anche per quanto riguarda la capacità di assumere azoto gli organismi viventi si possono suddividere nelle tre grandi categorie:  organismi fotosintetici (produttori) assimilano azoto solamente sotto forma di ammonio o nitrati  animali assimilano azoto organico come proteine e aminoacidi  microrganismi decompongono e mineralizzano il materiale organico, liberando CO2 e NH3

122 Immobilizzazione Mineralizzazione Immobilizzazione Ciclo dell’azoto
Esclusa l'atmosfera, l'azoto è presente quasi esclusivamente in forma ridotta e viene incorporato come ammonio nelle proteine, negli acidi nucleici e negli altri composti organici nelle cellule degli organismi viventi. Anche le riserve di azoto nel suolo sono nella forma ammoniacale:  come sostanza organica (residui vegetali e animali o fertilizzanti)  come forma minerale adsorbita sulle rocce, fillosilicati in grado di legare gli ioni ammonio. Nel suolo esiste un ciclo interno, distinto dal ciclo complessivo, che porta all'interscambio di azoto inorganico (NO3- e NH4+) con quello organico. Mineralizzazione Azoto organico NH4+ NO3- Immobilizzazione

123 Neoformazioni radicali:
Azotofissazione simbiotica L’azotofissazione (batteri) è accoppiata direttamente alla fotosintesi (piante) La più nota è la simbiosi tra Rizobi e Leguminose Circa 600 generi e specie, includono piante arboree, arbustive, erbacee ed anche acquatiche. Un buon prato di trifoglio arriva a fissare Kg di azoto per ettaro. Batteri Gram-negativi, aerobi, mobili, di forma bastoncellare, possono anche vivere come eterotrofi nel suolo: per g Neoformazioni radicali: Noduli Certe Acacie tropicali possono fissare fino a 200 Kg/ha/anno

124 Ciclo dei rizobi nel suolo
1) adesione dei rizobi ai peli radicali a seguito di segnali molecolari tra pianta e ospite: induzione geni nod Bastoncini mobili Batteroidi Cocchi immobili (1) (5) 2) incurvamento dei peli radicali 3) inizio e sviluppo del filo di infezione (8) Rhizobium Pelo radicale Formazione del tubo d’infezione Noduli Infezione del pelo radicale 4) rilascio e moltiplicazione dei batteri, avvolti dalla membrana, all'interno delle cellule corticali dell'ospite 1 5) trasformazione dei batteri in batteroidi, 10 volte più grandi, che non si dividono 2 6) sintesi della leg-emoglobina nel citoplasma della cellula vegetale 3 7) sintesi della nitrogenasi e fissazione dell'azoto 7-8 8) degenerazione del nodulo e liberazione dei rizobi nel terreno dove riprendono la forma di cocchi 4 5-6 Processo di infezione e formazione dei noduli


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