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Tecniche e tecnologie per la mediazione didattica

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Presentazione sul tema: "Tecniche e tecnologie per la mediazione didattica"— Transcript della presentazione:

1 Tecniche e tecnologie per la mediazione didattica
Luigi Guerra

2 ? Tecnica e tecnologia tecnica tecnologia tecnologia tecnica

3 Tecnica e tecnologia Tecnica: prima definizione
l’insieme di attività tese a creare macchine e procedimenti atti a soddisfare le esigenze della vita pratica Tecnica: seconda definizione l’insieme di comportamenti finalizzati che in virtù di prove ed esperienze socialmente convalidate è stato accreditato come adeguato per il conseguimento di un risultato preposto Tecnologia lo studio della tecnica e della sua applicazione Tecnica e tecnologia 2

4 Arte e tecnica materiali tecnica Competenza tecnologica strumenti arte
Tecnica e tecnologia 3

5 Area di significato della tecnologia
Analisi descrittiva di tecniche sia in sede pratica sia in sede teorica Comparazione di tecniche secondo criteri differenziati (efficienza, efficacia, impatto ambientale…) Identificazione e analisi di modelli di riferimento Tecnica e tecnologia 4

6 Tecnica - Tecnologia fine mezzo Tecnica e tecnologia 5

7 Tecnica - Tecnologia Il mezzo e il fine
La tecnologia studia le relazioni tra materiali, strumenti e tecniche Le tecniche non sono mai perfettamente applicabili e riproducibili Le tecniche non hanno un valore positivo oggettivo La tecnologia studia il rapporto tra tecnica e civiltà Tecnica e tecnologia 5

8 Tecnologia - Cultura La cultura genera tecnologia
La tecnologia genera cultura Tecnica e tecnologia 6

9 Tecnologie della Comunicazione Educativa
apocalittici integrati L’impiego di elaboratori nella scuola può configurarsi come uno stimolo alla riduzione di alcune caratteristiche della prestazione lavorativa che […] risultano attualmente le meno gratificanti, qualificanti e utili dal punto di vista del “prodotto” didattico offerto. (fonte ISRIL) L’insegnamento a distanza è basato sulla tecnologia. Si entra in confidenza con e collegamenti video, e con server di rete. Alla fine del semestre avrete collaborato con altri due studenti di cui non avete mai visto la faccia. (Stoll C.) Tecnologie in contesti educativi 1

10 Tecnologie in contesti educativi 2
Due passi nel futuro Il piccolo John sta per addormentarsi, mentre la piccola Mary ha ancora gli occhi spalancati; è stufa delle vecchie favole e papà è troppo tirchio per comprare un nuovo videonastro. Disgustata spegne la videogovernante e si mette a pensare a qualche gioco nuovo, o almeno a qualcosa di diverso da fare, ma la sua piccola mente è una tabula rasa. Va a frugare in una vecchia cassa di giocattoli che non tocca da tempo immemorabile e così, proprio in fondo, scopre qualcosa che le aveva regalato la nonna. Si tratta di un gadget contanovelle molto intelligente: non ha bisogno di pile, contiene dati per quasi un megabyte, non genera interferenze di sistema ed è di così scarso ingombro da poter essere portato ovunque. L’accesso è istantaneo, indipendente dal punto prescelto, quasi immediata è la possibilità del ritorno e del salto in avanti. La velocità di trasferimento dei dati è di circa 250 baud… Il solo inconveniente è che, per usarlo, bisogna essere operatori esperti. E la piccola Mary non è in possesso delle competenze necessarie. E così tutta sola nella sua cameretta d’alluminio, se ne sta seduta sul bordo del lettino… … a contemplare attonita quello che la nonna soleva chiamare…libro. Charles Platt Tecnologie in contesti educativi 2

11 Tecnologie in contesti educativi 3
Margie Margie se ne andò in classe, L’aula era proprio accanto alla sua cameretta, e l’insegnante meccanico, già in funzione, la stava aspettando… Lo schermo era illuminato e diceva: “Oggi la lezione di aritmetica è sull’addizione delle frazioni proprie. Prego inserire il compito di ieri nell’apposita fessura”. Margie obbedì con un sospiro. Stava pensando alle vecchie scuole che c’erano quando il nonno di suo nonno era bambino. Ci andavano tutti i ragazzi del vicinato, ridevano e vociavano nel cortile, sedevano insieme in classe, tornavano a casa insieme alla fine della giornata. Imparavano le stesse cose così potevano darsi una mano a fare i compiti e parlare di quello che avevano da studiare. E i maestri erano persone… Margie stava pensando ai bambini di quei tempi, e a come dovevano amare la scuola. Chissà, stava pensando, come si divertivano! Isaac Asimov Tecnologie in contesti educativi 3

12 Intossicato da Internet
Primo caso in Italia. I sintomi: stato confusionale e deliri dopo 3 giorni passati al video Intossicato da Internet A segnalare il caso uno psichiatra romano. Il paziente è stato ricoverato. Si chiama “retomania” la dipendenza dalla rete. Negli Usa il fenomeno individuato fin dal ‘95 Stato confusionale con allucinazioni e deliri che hanno richiesto un ricovero: si è manifestato così il primo caso italiano di “intossicazione acuta” da Internet. È accaduto dopo tre giorni trascorsi quasi ininterrottamente al computer, saltando freneticamente da un sito all’altro nella rete delle reti. A individuare il fenomeno è Tonino Cantelmi, lo psichiatra dell’Unversità Gregoriana di Roma che ha dato il via in Italia alla terapia per la disintos-sicazione da Internet. Per Cantelmi l’intossicazione da Internet “è un fatto nuovo legato alle caratteristiche della realtà virtuale, ma ancora tutto da esplorare”. Nessuno dei retomani ha mai accusato in precedenza disturbi psicologici. Tutti hanno in comune la giovane età (intorno ai 30 anni), una buona preparazione culturale e l’essere single. Cominciano a usare la rete per lavoro e finiscono col trascorrervi fino a 10 ore al giorno a spese di affetti, lavoro e rapporti sociali. Il caso di cyber intossicazione individuato in Italia è l’ultimo arrivato di una serie di disturbi provocati dall’uso incontrollato della navigazione in rete. Al di là delle 5-6 ore quotidiane di collegamento può nascere una vera e propria ossessione per la propria posta elettronica. Comincia ad aumentare il tempo di collegamento, si comincia a soffrire lontani dal computer, si partecipa intensamente a chat e gruppi di discussione in rete, ci si collega spesso la notte a spese del sonno. È qui che comincia la fase di “tossicomania”. La Repubblica, martedì 2 marzo 1999

13

14 Le tecnologie nella società e nei contesti educativi
Comunicazione SOCIETÀ Anni ’90 Informatizzazione TELEMATICA Anni ’80 Automazione COMPUTER COME UTENSILE COGNITIVO CONTESTI EDUCATIVI ISTRUZIONE PROGRAMMATA Tecnologie in contesti educativi 5

15 Tecnica - tecnologia - educazione
? educazione tecnica Tecnologie in contesti educativi 6

16 La deriva tecnologica Nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione Il progresso tecnico produce progresso culturale Ruolo istruttivo svolto dall’educatore Scuola come luogo di addestramento Tecnologie in contesti educativi 7

17 La deriva pedagogica Tecnologia dell’educazione Il progresso tecnico
come nuovo oggetto disciplinare ridefinisce strategie contenuti metodologie e produce nuovi scenari socio-culturali Ruolo propositivo svolto dall’educatore Scuola come ambiente di cooperazione Tecnologie in contesti educativi 4

18 Le tecnologie per la mediazione didattica
Tecnologia dell’educazione Competenze tecniche professionali Uso tecnico dentro contenuti e metodi didattici Tecnologie in contesti educativi 5

19 Considerazioni finali
Tecnologia dell’educazione e nuove tecniche della comunicazione e dell’informazione non sono la stessa cosa. La tecnologia dell’educazione deve guidare l’apprendimento delle nuove (e delle vecchie) tecniche di informazione e comunicazione. Occorre imparare i nuovi strumenti e le loro procedure d’uso anticipando i fini e non solo gli strumenti. Tecnologie in contesti educativi 6

20 Nuove tecnologie dell’educazione
promesse realizzazioni Nuove Tecnologie dell’educazione 1

21 La FAD di terza generazione
Promesse Realizzazioni Individualizzazione e personalizzazione dell’apprendimento; Potenziamento dell’interazione verticale studente – docente; Potenziamento dell’attività di costruzione individuale delle competenze; Cooperative learning Forte aumento quantitativo della dimensione informativa; Discreta qualificazione delle funzioni di assistenza degli studenti; Deludente utilizzazione delle nuove possibilità di relazione orizzontale fra partecipanti Nuove Tecnologie dell’educazione 2

22 Per un modello tecnologico problematico
Piano dell’educazione intellettuale o cognitivo Piano dell’educazione etico – sociale o della socializzazione Per un modello tecnologico problematico 1

23 Per un modello tecnologico problematico 2
Il piano cognitivo Prospettiva monocognitiva alfabetizzazione culturale Prospettiva metacognitiva costruzione-concettualizzazione Prospettiva fantacognitiva scoperta Per un modello tecnologico problematico 2

24 Il piano cognitivo: alfabetizzazione
Fornire a ognuno, in funzione dell’età, il possesso delle informazioni indispensabili a livello di organizzazione dei contenuti, di lessico, di conoscenza degli strumenti di indagine dei diversi settori che compongono il sapere Prospettiva monocognitiva Prospettiva metacognitiva Prospettiva fantacognitiva Per un modello tecnologico problematico 3

25 Il piano cognitivo: costruzione
Metodo del "pensiero scientifico": assunzione, formalizzazione e risoluzione dei problemi osservazione, ipotesi, sperimentazione, verifica. Costruzione personale del sapere Strumenti di indagine diretta (atteggiamenti, metodi, tecniche) rivolti alla generalizzazione, e alla trasferibilità dei saperi prodotti Prospettiva monocognitiva Prospettiva metacognitiva Prospettiva fantacognitiva Per un modello tecnologico problematico 4

26 Il piano cognitivo: scoperta
Prospettiva monocognitiva Costruzione di percorsi originali di comprensione/rivisitazione del sapere. Garantire la scoperta di: oggetti culturali nuovi o diversi approcci nuovi/diversi (originali) agli oggetti stessi. Valorizzazione della propria soggettività. Prospettiva metacognitiva Prospettiva fantacognitiva Per un modello tecnologico problematico 5

27 Il piano della socializzazione
Educazione all’autonomia Difendere la propria identità culturale Educazione alla partecipazione Conoscere le regole di navigazione e convivenza Educazione alla condivisione Partecipare alla costruzione sociale dei valori e del sapere Per un modello tecnologico problematico 6

28 Il piano della socializzazione: autonomia
Elementi chiave sono: l’esperienza della resistenza al gruppo la difesa delle proprie valorialità la valorizzazione delle proprie conoscenze Educazione all’autonomia Educazione alla partecipazione Educazione alla condivisione Per un modello tecnologico problematico 7

29 Il piano della socializzazione: partecipazione
Conoscenza e pratica critica delle regole della coesistenza Capacità critica di socializzare ad esempio durante: l’occupazione degli spazi l’utilizzazione dei tempi la definizione e la scelta di attività le modalità di relazione Educazione all’autonomia Educazione alla partecipazione Educazione alla condivisione Per un modello tecnologico problematico 8

30 Il piano della socializzazione: condivisione
Stimolare l’allievo all’interazione approfondita con altri (singoli e gruppi) per costruire un progetto culturale ed esistenziale Obiettivo: costruzione e scambio positivo di saperi, di progetti, di valori Educazione all’autonomia Educazione alla partecipazione Educazione alla condivisione Per un modello tecnologico problematico 9

31 DIMENSIONI FORMATIVE AUTONOMIA PARTECIPAZIONE CONDIVISIONE
SOCIALE AUTONOMIA PARTECIPAZIONE CONDIVISIONE adeguamento a regole burocratiche affermazione dell’identità padronanza delle regole sociali co-progettazione e co-costruzione consapevole individualismo eterodirezione COGNITIVA alfabetizzazione MONO-COGNITIVO riproduzione passiva acquisizione di modelli problematici META-COGNITIVO utilizzazione di modelli standard scoperta originale FANTA-COGNITIVO evasione consumistica

32 Tecnica e Pedagogia Tecnologia dell’educazione Scienze dell’educazione
Forniscono i modelli teorici e le chiavi interpretative Tecnica Fornisce gli strumenti operativi Per un modello tecnologico problematico 11

33 Per un modello tecnologico problematico 12
Alcune provocazioni Occorre evitare che l’età della tecnica segni quel punto assolutamente nuovo nella storia, e forse irreversibile, dove la domanda non è più: “Che cosa possiamo fare noi con la tecnica?’”, ma: “Che cosa la tecnica può fare di noi?” (U. Galimberti) C’è bisogno della pedagogia perché costruisce un oggetto educazione complesso, imprevedibile e avventuroso, perché, paradossalmente, non risolve i problemi, ma li complica come fa ogni vera scienza. (G. Genovesi). Per un modello tecnologico problematico 12


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