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Il Risorgimento Italiano

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Presentazione sul tema: "Il Risorgimento Italiano"— Transcript della presentazione:

1 Il Risorgimento Italiano
1854 – 61

2 Il Risorgimento Italiano

3 La parola “Risorgimento”
“risorgere” = “sollevarsi”, “rinascere” , “rianimare”, “risvegliare”. Vittorio Alfieri, Risorgimento = “rinascimento nazionale” = liberazione del suolo italiano dalla presenza straniera. “Risorgimento” è il nome di un giornale diretto a Torino da Cavour e Cesare Balbo ed uscito la prima volta nel I due direttori intendono riferirsi con questo titolo sia alla rivolta degli Stati Italiani contro la dominazione straniera sia allo sviluppo economico e sociale nella direzione del progresso.

4 L’età del Risorgimento
Dalla Restaurazione (1815) alla proclamazione del Regno d’Italia (1861). Dal 1848 (I Guerra d’Indipendenza) fino al 1870 (presa di Roma). Età che racchiude gli eventi (bellici e politici) che hanno portato all’Unità. Chi fa partire il movimento risorgimentale all’età rivoluzionaria (1796 circa per l’Italia) e lo fa terminare alla fine della I Guerra Mondiale (1918) con la conquista delle terre “irredente”. Si parla in questo caso di “Lungo Risorgimento”.

5 Cronologia degli eventi
: Moti, Repubbliche, Prima guerra di indipendenza. 1855: Guerra di Crimea. 1856: Congresso di Parigi. 1858: Accordi di Plombiers. 1859: Seconda guerra di indipendenza. 1860: Spedizione dei mille. 1861: Dichiarazione del Regno d’Italia. 1862: I fatti dell’Aspromonte: Garibaldi tenta di conquistare Roma.Viene fermato dall’esercito italiano. 1866: Guerra austro-prussiana, presa del Veneto. 1867: Secondo tentativo di Garibaldi di conquistare Roma. Viene fermato dai francesi. 1870: Guerra franco-prussiana, Garibaldi sconfigge i prussiani a Digione, Presa di Roma (20 settembre). 1918: Annessione di Trento, Trieste e dell’Alto Adige a seguito della vittoria nella Prima Guerra Mondiale.

6 l’economia italiana

7 Cause del ritardo al processo di unificazione
Condizioni economiche: debolezza del settore industriale per l’assenza di: settore trainante mercato interno ristretto comunicazioni scarse Stati e banche non dinamici agricoltura moderna limitata alla pianura padana; colture specializzate e latifondo al sud Condizioni politiche: divisione territoriale in stati regionali deboli dipendenza dagli stati egemoni Austria Francia debolezza e marginalità dei progetti insurrezionali

8 Le forze politiche I liberali moderati: Gioberti, D’Azeglio, Balbo, Cavour. I democratici repubblicani: Mazzini, Ferrari, Garibaldi, Pisacane, Cattaneo. Differenza: nei mezzi (diplomazia – insurrezioni) nei fini (monarchia costituzionale – repubblica) nei protagonisti (i principi e i sovrani – il coinvolgimento del popolo).

9 Le proposte politiche Liberalismo moderato
Vincenzo Gioberti: Vista l’eterogeneità degli stati italiani l’unità sarebbe non perseguibile ma il federalismo sì; 1843 Del primato morale e civile degli italiani; confederazione sotto la guida del Papa (Gregorio XVI ?) - neoguelfismo; dell’Austria si tace. Cesare Balbo: 1844 Delle speranze d’Italia; allontanare gli austriaci (espansione nei balcani) per realizzare una confederazione sotto la guida dei Savoia.

10 cioè libera dal dominio austriaco.
Le proposte politiche Repubblicanesimo soluzione democratica e repubblicana; educare il popolo e far crescere la sua coscienza nazionale; armare il popolo perché con insurrezioni cacci l’austriaco: Giuseppe Mazzini Obiettivi: L’ Italia una… Il popolo italiano deve essere unito in uno solo stato (no al federalismo – no alla lotta di classe – sì alla proprietà privata). …libera e indipendente… cioè libera dal dominio austriaco. …repubblicana la monarchia non assicura una vera democrazia (per Mazzini però il popolo ha bisogno di una “guida illuminata”)

11 Le proposte politiche Federalismo democratico
Cattaneo: avverso sia ai filomonarchici sia al rivoluzionarismo dei mazziniani pur condividendo l’impostazione democratica-repubblicana. No ad un processo di unificazione guidato dai sovrani. Non concepisce il Risorgimento come una missione morale e religiosa (romanticismo) ma come un progressivo avanzamento economico e civile (illuminismo). L’Italia futura sarebbe stata una federazione di stati come la svizzera o gli Stati Uniti.

12 Anni 30 e 40 Dagli anni 30 agli anni 40, in seguito al fallimento dei moti precedenti che si erano appellati alla fiducia nei re, prevalse la tendenza democratica: i moti mazziniani. 1833 in Piemonte – 1834 nella Savoia e a Genova: sono un fallimento. Mazzini costretto all’esilio in Svizzera dove fonda la Giovine Europa (1834), poi a Londra rinasce la Giovine Italia. I democratici si separano da Mazzini e tentano autonomamente l’insurrezione: i fratelli bandiera in Calabria 1844.; è comunque un fallimento.

13 Anni 40 Dopo gli anni 40, in seguito al fallimento dei moti democratici, prevalse la linea moderata espressione di interessi borghesi come: un mercato interno con libera circolazione delle merci; una lega doganale; l’unificazione dei pesi e delle misure; la creazione di un sistema ferroviario integrato tra i vari stati; il miglioramento dell’istruzione. Le riviste sono l’espressione di questa ideologia: “L’Antologia” , “Annali” caso a aprte “Il Politecnico” di Carlo Cattaneo. Si tratta di costruire una opinione pubblica liberale e nazionale.

14 Gli schieramenti internazionali durante il Risorgimento.
Francia: alleata con il Papa dal 1852 al 1870, alleata con il Piemonte, non molto favorevole all’unificazione italiana. Austria: contro l’espansione piemontese dal 1848 al 1861, dal 1861 al 1866 contro il Regno d’Italia per la questione veneta, 1866 contro la Prussia di Bismarck, contro l’Italia nella Prima Guerra Mondiale. Italia: alleata della Francia dal 1858 al 1859, alleata della Prussia nel 1866, contro lo stato pontifico dal 1861 fino al 1870. Inghilterra: favorevole all’unificazione italiana.

15 Il 1848 (I) La fase liberal-moderata:
Carlo Alberto concede lo Statuto albertino, anche Leopoldo di Toscana e Pio IX concedono le costituzioni. Con l’eccezione di Parma, Modena e il Lombardo-Veneto tutti gli stati italiani hanno una costituzione. Ma queste carte non davano soddisfazione ne ai liberali ne ai democratici. I fatti francesi accendono la miccia a Venezia e a Milano.

16 Il 1848 (II) La fase popolare e la guerra all’Austria:
Le insurrezioni in Europa determinano ulteriori rivolte in Italia. 17 marzo – Venezia: furono cacciati gli austriaci e nacque la repubblica di San Marco sotto la guida di Daniele Manin. 18 marzo –Milano: le cinque giornate - Carlo Cattaneo e il governo provvisorio di Gabrio Casati (vedi filmato). Il timore che la forza popolare potesse avere il sopravvento spinge il governo provvisorio a chiedere aiuto alla monarchia sabauda favorevole all’annessione della Lombardia al regno di Sardegna.

17 Il 1848 (II) 23 marzo il sovrano Carlo Alberto dichiarò guerra all’Austria. Volontari accorsero da tutta Italia Pio IX, Leopoldo II e Ferdinando secondo inviarono le proprie truppe. 26 marzo Carlo Alberto entrava a Milano e nel giugno 1848 accantonate le pregiudiziali repubblicane un plebiscito unì la Lombardia al Regno di Sardegna. L’esempio fu seguito dai governi provvisori delle province venete, di Venezia e dei Ducati. L’espansionismo piemontese impaurisce Pio IX che teme uno scisma da parte dell’Austria cattolica e ritira gli eserciti; l’esercito piemontese avanza molto lentamente e permette agli austriaci di riorganizzarsi. La situazione precipita anche nel regno delle due sicilie mentre a luglio i piemontesi sono sconfitti a Custoza. 5 agosto Carlo Alberto si ritira dalla capitale e il generale Salasco il 9 agosto firma l’armistizio con gli austriaci. La linea moderata era fallita e dei sovrani non ci si poteva fidare.

18 Il 1848 (III) Le ultime resistenze popolari:
Rimangono a lottare le forze democratiche: “la guerra regia è finita, inizia la guerra del paese” proclamò Mazzini. Pio IX investito dal dissenso popolare è costretto alla fuga a Gaeta mentre il suo delegato Pellegrino Rossi veniva assassinato il 15 novembre 1848. Si formò a Roma per volontà di un’Assemblea cstituente eletta a suffragio universale, il triumvirato: Saffi –Armellini – Mazzini che diede origine alla repubblica romana – 9 febbraio Il comando delle truppe fu affidato a Giuseppe Garibaldi. Anche in Toscana Leopoldo II aveva dovuto trovare rifugio a Gaeta mentre il potere fu assunto da un triumvirato democratico. Guerrazzi – Montanelli – Mazzoni. 12 marzo 1849 Carlo Alberto ritorna in guerra contro l’Austria per riprendere il controllo del movimento nazionale e recuperare prestigio.

19 Il 1848 (IV) Carlo Alberto venne sconfitto a NOVARA 23 marzo 1849 e dovette abdicare in favore del figlio Vittorio Emanuele II (poi re d’Italia nel 1861). L’italia liberata fu riconquistata dagli austriaci. Roma riconquistata dal Papa grazie all’intervento francese di Luigi Napoleone (lo sbarco a Civitavecchia il 24 aprile 1849) e l’inutile resistenza di Garibaldi. Roma sarà conquistata a luglio del 1849. Resistenza eroica di Venezia che dovette cedere per la fame e le malattie – 23 agosto 1849.

20 Un raffronto tra due costituzioni del 1848: la frattura tra liberali e rivoluzionari.
Lo Statuto albertino: <<La religione cattolica, apostolica e romana è la sola religione dello Stato. Gli altri culti ora esistenti sono tollerati conformemente alle leggi. Lo stato è retto da un governo monarchico rappresentativo. La libertà individuale è guarentita. Niuno può essere arrestato, o tradotto in giudizio, se non nei casi previsti dalla legge, e nelle forme che essa prescrive Al Re solo appartiene il potere esecutivo. Egli è il capo supremo dello stato: comanda tutte le forze di terra e di mare; dichiara la guerra; fa i trattati di pace. La stampa sarà libera, ma una legge ne reprime gli abusi>>. La Repubblica romana: <<La sovranità è per diritto eterno nel popolo. Il popolo dello stato romano è costituito in Repubblica democratica Dalla credenza religiosa non dipende l’esercizio dei diritti civili e politici Le persone e le proprietà sono inviolabili Nessuno può essere arrestato che in flagrante delitto, o per mandato del giudice. La pena di morte e di confisca sono proscritte. La manifestazione del pensiero è libera: la legge punisce l’abuso senza alcuna censura preventiva. L’Assemblea ha il potere legislativo. Decide della pace, della guerra e dei trattati>>.

21 Perché il ’48 non ha fatto l’unità?
Frattura all’interno del movimento indipendentista: I liberali vogliono una riforma istituzionale che non tocchi la proprietà privata I democratici vogliono delle riforme di tipo repubblicano. Le masse popolari sarebbero interessate a riforme di tipo sociale. Sia i democratici che i liberali moderati pensano alla rivoluzione nazionale e istituzionale, ma non vogliono un cambiamento radicale nei rapporti sociali.

22 Secondo Karl Marx e Carlo Pisacane per vincere:
Marx: <<se il Piemonte fosse una repubblica, se il governo di Torino fosse rivoluzionario e avesse il coraggio di usare i mezzi rivoluzionari, nulla sarebbe perduto (…). Sollevazione in massa, guerra rivoluzionaria, guerriglia dappertutto, ecco l’unico mezzo con cui un piccolo popolo può vincere uno grande, e un esercito meno forte resistere contro un esercito più forte e meglio organizzato>> (01/04/1949, Neue Rheinische Zeitung). Pisacane: <<L’uguaglianza politica è derisione, allorché i rapporti sociali dividono i cittadini in due classi distintissime, l’una condannata a perpetuo lavoro per miseramente vivere, l’altra destinata a godersi il frutto dei sudori di quelli(…). In una società ove la sola fame costringe il maggior numero al lavoro, la libertà non esiste, la virtù è impossibile, il misfatto è inevitabile: la fame e l’ignoranza, sua conseguenza immediata, rendono la plebe sostegno di quelle medesime istituzioni, di que’ pregiudizi da cui emerge la loro miseria; rivolgono la spada del cittadino contro i cittadini medesimi a difesa d’una tirannide che opprime tutti.>> (La Rivoluzione, pp.87-88).


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