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MARIA MONTESSORI Il profilo di un grande matematico:

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Presentazione sul tema: "MARIA MONTESSORI Il profilo di un grande matematico:"— Transcript della presentazione:

1 MARIA MONTESSORI Il profilo di un grande matematico:
Chiara Luisa Bottini,a.a 2010/2011

2 Qualche accenno biografico:
Nacque il a Chiaravalle (Ancona) da una famiglia medio borghese. Trascorre l'infanzia e la giovinezza a Roma dove decide d'intraprendere studi scientifici per diventare ingegnere, un tipo di carriera che a quel tempo era decisamente preclusa alle donne. Si iscrisse alla facoltà di medicina dove si laurea nel 1896 con una tesi in psichiatria diventando la prima dottoressa d’Italia. Intorno al 1900 inizia un lavoro di ricerca presso il manicomio romano di S. Maria della Pietà dove, tra gli adulti malati di mente, si trovavano bambini con difficoltà o con turbe del comportamento di cui si prende amorevolmente cura. Nello stesso periodo inizia una burrascosa relazione con Montesano suo compagno di studi dal quale avrà un figlio. Nel 1907 apre nel quartiere popolare di Roma la prima Casa dei Bambini dove utilizzerà per insegnare ai bambini normali lo stesso metodo usto con quelli anormali. Nel 1909 pubblica "Il metodo della pedagogia scientifica" che, tradotto in numerosissime lingue, darà al metodo Montessori una risonanza mondiale. Visse in diverse parti d'Europa prima di far ritorno in Italia, dopo la caduta del fascismo e la fine della Seconda Guerra Mondiale. Muore il 6 maggio 1952 a Noordwijk, in Olanda, vicino al Mare del Nord. La sua opera continua a vivere attraverso le centinaia di scuole istituite a suo nome nelle più disparate parti del globo.

3 Domanda: Buongiorno, signora Montessori
Domanda: Buongiorno, signora Montessori! Bene,direi che possiamo iniziare la nostra intervista. Innanzitutto qual è la sua idea di bambino intono ai 3-6 anni? Risposta: Principalmente si tratta di un bambino laborioso riscoperto nella sua autenticità che, caratteristiche che purtroppo non emergono nella scuola, poiché questa ne reprime,con i propri metodi costrittivi ogni espressione di spontaneità. Per me la psicologia infantile in se stessa non può aver scoperto i caratteri naturali e le leggi psicologiche che presiedono la crescenza infantile,perché nella scuola esistono condizioni di vita così anormali da far risaltare i caratteri di stanchezza e di difesa,invece di rivelare l’espressione d energie creative che aspirano la vita. D. Dunque bisogna ricercare condizioni di vita scolastica che siano tali da consegnare all’osservazione obiettiva l’alunno autentico? R: Esatto! Bisogna sostituire l’immagine del bambino tutto gioco e immaginazione con quella di un bambino concentrato,disciplinato,calmo,severamente impegnato nel suo lavoro. D: E questo come si può raggiungere? R: Basta sottrarre il bambino dalle influenze negative dell’adulto,alle inibizioni e repressioni del suo bisogno di attività e, quindi, collocarlo in un ambiente adatto costruito in ragione delle sue possibilità d’azione, perché si rivelasse l’autentica natura dell’infanzia, quella cioè di un soggetto dotato di una straordinaria energia creativa e di insospettate potenzialità di sviluppo.

4 D: Ha definito delle fasi evolutive nello sviluppo del bambino in età prescolare? Se sì,quali e quante? R: Ho individuato due fasi principali: nella prima da 0 a 3 anni la mente del bambino si configura come mente assorbente,che assimila inconsciamente,ma in modo selettivo,i dati con i quali viene in rapporto nel suo ambiente. Questa è la fase originaria e più creativa dello sviluppo del bambino. D: Come si apprende in questa prima fase? R: L’apprendimento, in questo periodo, si identifica con il vivere stesso, è una sorta di processo vitale durante il quale il bambino realizza le sue prime forme di adattamento all’ambiente. D: E la seconda fase invece? R: La seconda fase occupa i tre anni successivi,quelli che coincidono con l’educazione pre-scolastica. Alla mente assorbente,che continua a mantenere vive le proprie energie di assimilazione,si accosta la mente cosciente che ubbidisce al bisogno del bambino di mettere ordine nell’enorme cumulo di impressioni assorbite nel periodo precedente.

5 D: Stiamo parlando della mente matematica, giusto
D: Stiamo parlando della mente matematica, giusto? E che tipo di materiali vengono usati per l’apprendimento in questa fase? R: Sì, stiamo introducendo la nozione di mente matematica e definendo i materiali didattici costituiti sulla base dell’isolamento di singole quantità sensoriali,che adempiano alla funzione di mediare i rapporti conoscitivi del bambino con il suo ambiente. Inoltre in questa fase sottolineo che l’educazione pre-scolastica assume le forme di una vera e propria scuola dell’infanzia con una serie di contenuti basati su esercizi sensoriali di sviluppo condotti per via analitica ed esercizi di vita pratica. D: Ma con quali conoscenze entra il bambino nella scuola dell’infanzia? R: Il bambino che entra nella scuola dell’infanzia è quasi sempre un soggetto deviato,cioè un bambino che per effetto delle inibizioni provocate dall’adulto e dal suo potere ha subito un arresto o una deformazione dello sviluppo spontaneo del proprio embrione spirituale, cercando forme di compensazione che ne hanno alterato l’autenticità e la creatività originale. D: Cosa vuol dire propriamente che il bambino è deviato e dunque spezzato? R: Definisco bambino spezzato quel soggetto che per reagire è dovuto scappare rifugiandosi nei capricci o nel mondo dell’immaginazione.

6 D: Quali sono le forme di deviazione?
R: Considero tali il gioco, il gusto per le favole, l’immaginazione,le tendenze al possesso e al potere,la pigrizia e tutte le espressioni patologiche del mancato soddisfacimento dei bisogni naturali del soggetto. D: Come evitare queste distrazioni? R:Attraverso un ambiente adatto e un materiale adeguato dove il bambino perviene immediatamente alla sua conversione attraverso la concentrazione sul proprio materiale e un comportamento che esclude gioco e fantasia. Dunque ci si basa sulla ripetizione dell'esercizio, la cura dell'ordine e del lavoro severo. D: La figura dell’educatrice che importanza ha nella sua scuola e quali sono i suoi compiti? R: All'educatrice viene richiesto un atteggiamento di grande umiltà e di rispetto per il progressivo dispiegarsi dello sviluppo infantile. Ad ella spetta il compito di organizzare l'ambiente e di mostrare ai bambini l'uso corretto del materiale. I suoi compiti sono di aiuto finalizzato ad uno sviluppo che deve potersi compiere secondo i ritmi della natura e nella direzione originale di ciascuna individualità.

7 D: Che importanza da alla matematica ?
R: Per me è una materia molto importante nella vita quotidiana dal momento che “ il numero è dappertutto”. D:Quanto è utile e a cosa serve la matematica nello sviluppo del bambino? R: A mio parere una mente matematica indipendente e con la capacità di risolver ei più vari problemi necessita dello sviluppo di concentrazione,ordine,coordinazione e indipendenza. D: Cosa ritiene fondamentale per un apprendimento adeguato di tale disciplina? R: Credo che lo sviluppo sensoriale è fondamentale per costruire le basi del pensiero matematico. D: Di cosa a bisogno il bambino per appassionarsi a questa materia non sempre facile alla comprensione e non così simpatica a prima vista? R: Per un apprendimento appassionata della matematica i bambini hanno bisogno di osservare, senza essere messi sotto pressione e fretta, come i numeri, diminuiscono, cambiano, si relazionano tra loro. D: Come si può permette ciò? R: Penso proprio attraverso un utilizzo dei materiali divertente e semplici poiché questi strumenti aiutano i bambini a costruire solida fondamenta per i concetti astratti.

8 D: Come si approccia il bambino al materiale fornitogli?
R: Guardando quello che accade in aula il bambino sceglie liberamente il materiale adeguato alle sue necessità interne del momento. Questa libera scelta, inoltre, aiuta l’insegnate ad osservare le necessità psichiche e le tendenze del piccolo. Mi permetto di aggiungere che il bambino durante questa forma di “gioco” è lasciato libero di ripetere l’esercizio più volte, perché questo, a mio parere, è il modo più adatto per permettergli di raffinare i suoi sensi e le sue abilità. D: Mi incuriosisce molto un fattore : c’è un metodo per spiegare ai bambini anche il numero zero? R :Per illustrare lo zero, di solito faccio il seguente scherzo che aiuti i bambini a comprendere che cos’è il nulla. Mi metto in mezzo a loro, che sono seduti sulle loro seggioline. Mi rivolgo ad uno che ha già fatto l’esercizio dei numeri e gli dico di venire da me zero volte. Il bambino quasi sempre corre da me e poi torna al suo posto e allora gli ribadisco: “Ma, figlio mio, tu sei venuto una volta e io ti avevo detto zero volte”. Comincia la meraviglia. D: anche per noi!!!!

9 R: Il bambino chiede che cosa deve fare e gli spiego che se deve venire da me zero volte non deve fare nulla e il nulla non si fa. Si sta fermi. Poi si ripete l’esercizio con delle varianti del tipo : “Tu caro, con le tue dita, mandami zero baci”: il bimbo freme, ride e sta fermo. “ Ripeto più volte l’invito ma lui è fermo. Intorno ci sono risa generali. Io faccio la voce grossa come adirandomi delle loro risa e chiamo uno severamente, minacciosamente: “Tu qui zero volte! Dico… qui subito zero volte; capisci? Dico a te: vieni qui zero volte!”. Non si muove. Le risa si fanno più clamorose, eccitate anche dal mutamento del mio contegno, prima di preghiera, poi di minaccia. “Ma insomma perché non mi baciate, perché non venite?” e tutti gridano ad alta voce mentre gli occhi brillano, quasi lacrimando di gioia e di risa: “zero è nulla! Zero è niente!” Una volta che hanno capito questo li invito a correre verso di me una volta. Essi si precipitano intorno. ZERO:

10 D: Bene,abbiamo capito cos’è lo zero e come spiegarlo,ma come presentare ai bambini i numeri più grandi di zero? R: Abbiamo detto che zero è niente, ma quando è messo vicino a uno, ci permette di contare oltre 9 cioè, 10. Se invece di prendere il pezzo da 1, prendessimo pezzi tutti lunghi come l’asta da 10, noi conterremmo 10, 20, 30, 40, 50, 60, 70, 80, 90. D: Può Spiegarsi meglio? R: Allora procediamo gradualmente: cioè di unità in unità da una decina all’altra. Per un primo esercizio, possono servire ancora le aste per le quantità,ma per dimostrare il comportarsi dei numeri rappresentati con cifre è molto adatto un materiale consistente in cornici dove sono fisse una sotto l’altra le decine: dove però si possono far scivolare dei cartellini con una cifra, ricoprire lo zero. Si procede così: quando cominciamo con la prima decina nella cornice (10), prendiamo l’asta lunga 10. Mettiamo poi la piccola asta da 1 vicino all’asta da 10 e nello stesso tempo infiliamo il numero 1, coprendo lo zero del 10. Poi togliamo l’asta da 1 e il numero 1 dalla cornice e mettiamo al posto l’asta da 2 vicino all’asta da 10 e il numero 2sullo zero nella cornice, e così via, fino a 9. Per avanzare oltre, avremmo bisogno di due aste da 10 per fare 20. D: Ma qui non è necessario un materiale più ricco? R: Sicuramente ed ecco che si penetra insensibilmente nel periodo della istruzione elementare dove un ricco materiale di perle conduce ai calcoli e alle quattro operazioni.

11 D: Dunque per le quattro operazioni fondamentali della matematica quale metodo e strumenti utilizza?
R:Per quanto riguarda l’addizione e la sottrazione lo strumento più semplice da usare per i bambini in età pre-scolare e utile per capire come funzionano queste due operazioni sono le aste numeriche. D: Come si realizzano queste aste numeriche? R: oh è molto semplice. Per prima cosa ci servono delle aste di legno. In tutto abbiamo bisogno di 5,50m ripartiti così: 10, 20, 30, 40, 50, 60, 70, 80, 90 e 100 cm per creare i nostri segmenti di legno. Una volta levigati tracciamo sui segmenti un segno ogni 10 cm. Poi con la tempera dipingiamo alternativamente ogni sezione in rosso e in blu iniziando dal rosso. Una volta asciutte le aste sono pronte per essere usate. Il primo segmento di colore rosso rappresenta il numero 1, il secondo da 20 cm colore rosso e blu il numero 2,il terzo da 30 cm di colore rosso- blu- rosso è il numero 3 e così via fino al 10.

12 R: Vi riporto un esempio molto curioso
R: Vi riporto un esempio molto curioso. L’altro giorno un bambino Leonardo mi ha chiesto:” Quando Gloria avrà 5 anni,quanti ne avrò io?”.Gli ho risposto:”Ne avrai due di più”. Una risposta troppo astratta per un bambino così piccolo così sono andata a prendere l’asta numero 5 e l’asta numero 2. Gli ho spiegato che il 5 era l’età di Gloria e il 2 erano gli anni che lui ah più di lei. Gli ho chiesto di accostarle e di contare. Ed ecco fatta la nostra prima addizione.

13 D:Ma esistono altri materiali che aiutino il bambino nella scoperta di questo nuovo mondo?
R: Sì. Benché le aste contengano il principale aiuto al bambino per iniziarlo all’aritmetica, possiamo individuare altri due oggetti che fanno parte del primo materiale dell’aritmetica. Uno di essi conduce a numerare unità separate e a iniziare la mente del bambino al concetto dei gruppi numerici e al tempo stesso a fissare innanzi ai suoi sguardi la successione dei segni: 0, 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9. D: Come si struttura questo materiale? R: Questo materiale, chiamato il casellario dei fusi, ha delle caselle segnate ciascuna da una delle dieci cifre suddette poste in successione dentro le quali il bambino accumula in gruppi corrispondenti alla cifra degli oggetti separati, cioè raggruppa le unità. Nel nostro caso questi oggetti sono rappresentati da lunghi bastoncelli a forma di fuso. D: E,invece, il secondo materiale? R:L’altro materiale consiste in un gruppo di cartellini in una scatola contenente degli oggetti (marchette colorate); i cartellini sono separati (mescolati) e su di essi sono scritte le dieci cifre da zero a nove. Il bambino deve prima disporre da sé in fila i cartelli, dimostrando con questo di avere appreso la serie numerica e di riconoscere le cifre che rappresentano i numeri. Sotto ad ogni cifra poi dispone una quantità corrispondente di marchette, ordinandole a due a due: cioè una coppia sotto l’altra; in tal modo si pone intuitivamente in rilievo la differenza tra numeri pari e dispari.

14 D: E per la sottrazione vi sono altri metodi oltre alle aste ?
R: Certamente ci sono diversi metodi e strumenti per insegnala. D: Ma non c’è uno particolare o interessante da proporci? R: Sì, la sottrazione con le perline dorate. Un po’ difficile da spiegare così a voce, ma ci provo. Allora innanzitutto serve questo materiale: un set di perline dorate che costituiscono la "banca“,schede dei grandi numeri, 3 set di numeri piccoli (schede uguali a quelle dei grandi numeri, ma di dimensioni inferiori),tre vassoi,due tappeti verde scuro. Inoltre mi preme sottolineare lo scopo dell’esercizio è quello di comprendere la sottrazione, apprendere i termini sottrazione, minuendo, sottraendo e differenza. E' un esercizio di gruppo. Prendiamo in considerazione questo esempio e questi numeri : 4326 minuendo, 2112 sottraendo, 1103 sottraendo,1111 differenza. L'insegnante davanti ai bambini compone il numero 4326 con le schede dei grandi numeri e con le perline dorate e li mette sul tappeto verde.

15 R: Poi compone le cifre dei due sottraendi con le schede piccole e le mette su due vassoi, che consegna a due bambini e li invita a togliere a turno dal numero totale prima 2112 e poi Ovviamente i bambini non hanno mai lavorato con la sottrazione e la maestra li guida nell’eseguire la sottrazione prima togliendo perline dall’unità, poi dalle decine, dalle centinaia e dalle migliaia. R: Una volta terminato l’esercizio la maestra spiegherà i termini che indicano gli elementi della sottrazione e la terminologia potrà essere rafforzata con il metodo della lezione in tre tempi. L'insegnante chiederà: "Indicami il minuendo. Qual è la differenza? Indicami un sottraendo. C'è un altro sottraendo?". Poi indicherà uno alla volta le cifre chiedendo : "Come si chiama questo?"L'insegnante userà questi termini ogni volta che si lavorerà alla sottrazione.

16 L'insegnante pensa a che moltiplicazione proporre, ad esempio
R: Mi preme far notare che con lo stesso materiale si possono spiegare anche la divisione e la moltiplicazione. D: Può fare un esempio per entrambe queste due operazioni? R: Dunque, per la moltiplicazione usiamo lo stesso materiale preso per la sottrazione. Qui lo scopo è comprendere il concetto di moltiplicazione come somma di addendi uguali e i termini dell’operazione. Si consideri quanto sto per spiegare. L'insegnante pensa a che moltiplicazione proporre, ad esempio 2322 x 3= Poi compone su tre vassoi il numero 2322 usando le schede piccole. Quindi dà i vassoi a tre bambini, chiede loro di leggere ognuno la sua cifra, e poi li manda alla banca delle perline dorate a raccogliere i quantitativi corrispondenti. I bambini raccolgono 2322 perline ognuno e tornano dall'insegnante.

17 Lei prende un vassoio alla volta e sistema le perline sul tappeto verde dicendo che ogni bambino ha portato 2322 perline e mette le cifre formate con le schede piccole in alto a destra. Successivamente afferma che ora sul tappeto verde ci sono 2322 perline tre volte e invita i bambini a sommarle per vedere quante ce ne sono in tutto. E cosi dicendo riunisce le perline dei tre vassoi per ordine di grandezza, spingendole in alto. Chiede a un bambino di contare, a partire dalle unità, e dopo che ogni ordine di grandezza è stato contato, si pone accanto ad ognuno la cifra corrispondente, usando le schede dei grandi numeri. L'insegnante soprappone le carte per formare la cifra e la mette sotto alle carte piccole dicendo che in partenza si aveva 2322 tre volte e dopo averle sommate ne risultano 6966. D: Grazie! Un esempio semplice e facile da comprendere. E per la divisione,invece?

18 R: Lo scopo di questo esercizio, svolto sempre con le perline, è quello di capire la divisione ei suoi termini. Si consideri questo esempio. Prendiamo in considerazione al seguente divisione 4862:2=2431. l’insegnate pone sul tavolo la cifra 4862 composta con le schede dei grandi numeri e la quantità di perline dorate corrispondenti dicendo di voler dividere 4862 tra due bambini facendo in modo che ciascuno di loro abbia lo stesso identico numero di perline e la stessa cifra. Così Quindi un vassoio ad ognuno dei due bambini e inizia a dividere tra i due partecipanti prima le migliaia. Ce ne sono 4 migliaia. Dunque ogni bambino avrà Poi distribuisce in parti uguali le centinaia che sono 800. Dunque ogni bambino avrà 400 centinaia. Prosegue sempre allo stesso modo dividendo le barrette delle decine e le unità in modo tale che sul tavolo non rimangono perline.

19 L'insegnante chiede ai bambini di sovrapporre le schede piccole per formare le cifre, loro lo fanno, e lei chiede ad ognuno di leggere il suo numero. Ognuno di loro dirà Allora lei prenderà le schede piccole da uno dei due vassoi, e metterà la cifra sopra al 4862 formato con le schede dei grandi numeri : questo è il quoziente, la risposta al problema posto dall'operazione, cioè quello che ognuno dei due bambini ottiene.

20 D:A proposito di moltiplicazione,visto che ne abbiamo parlato … le tabelline con che metodo vengono spiegate? Per esempio la tabellina del 2? R: Per la tabellina del 2 ci mettiamo comodamente seduti su una sedia con le mani appoggiate sulle cosce. Con la mano destra andiamo a toccare la coscia sinistra e con la sinistra la coscia destra. Una volta incrociate diciamo "Due". Proseguiamo con questo movimento incrociato, contando sottovoce e, ogni volta che la sinistra tocca la coscia destra diciamo a voce alta il numero successivo che qui sarà "Quattro", fino ad arrivare al 20. E possiamo eseguire lo stesso movimento per la tabellina del 3( in cui al 3 battiamo le mani e diciamo a voce alta il numero). D: E per la tabellina del 4 invece? R: Cominciamo come per la tabellina del 2, ma dopo aver toccato la coscia destra, andiamo a toccare con la mano destra il gomito sinistro, e con la mano sinistra il gomito destro; a questo punto diciamo a voce alta "Quattro" e ripetiamo questi movimenti fino a 40. Lo stesso procedimento lo facciamo per la tabellina del 5 solo che dopo aver toccato il gomito sinistro stringiamo con i due pollici le narici del naso e diciamo ad alta voce il numero. D: Ma sono esercizi molto divertenti e coinvolgenti. R: Esatto,tanto è vero che per la tabellina del 6 del 7 e dell’8 procediamo come per quella del 4 aggiungendo dei movimenti in più. D: E per la tabellina del nove?

21 D: E per la tabellina del nove?
R: Per la tabellina del 9 otteniamo il risultato con le dita. Mettiamo le mani sulle cosce o sul piano di un tavolo e apriamo le 10 dita. Ora pieghiamo il mignolo sinistro (9 x 1) e contiamo da sinistra a destra le dita rimaste distese. Il messaggio più efficace per il cervello sarebbe se, contando, premessimo ogni dito contro la coscia. Ora distendiamo nuovamente tutte le dita, pieghiamo l'anulare sinistro (9 x 2) e contiamo allo stesso modo di prima fino al dito piegato: sono 8. Il dito dietro al dito piegato vale 10,quindi siamo a18. Distendiamo un’altra volta le dieci dita: ora pieghiamo il medio della mano sinistra (9 x 3) e contando da destra a sinistra fino al dito piegato arriviamo a sette. Le due dita dietro il dito piegato sono 20,quindi 27. Si prosegue allo stesso modo fino a 10 x 9 = 90 9 x 1= 9 9 x 2 = 18 9 x 7 = 63

22 D: Quindi dopo questa breve introduzione al mondo delle tabelline a che conclusioni possiamo giungere? R: Credo che in tutte queste attività i bambini trovano il proprio ritmo di movimento e , grazie alle ripetizioni, acquistano sicurezza nelle tabelline, non attraverso un arido apprendimento mnemonico che impegna la parte sinistra del cervello, bensì facendo esperienze ritmiche divertenti che diventano autentico lavoro di memoria, attraverso la rielaborazione in tutti e due i lobi del cervello. D: Bene bene, ma proseguiamo alla scoperta del suo metodo……

23 D: Mi affascina sempre di più il suo metodo,signora Montessori.
Un’altra curiosità e per insegnare le frazioni invece? Utilizza anche lei il classico metodo della torta tagliata a fette? R:No ,non ho usato questo classico esempio anche se molto valido. D: E dunque quali sorprese è pronta a rivelarci? R: Posso presentarvi due esercizi forse non troppo facili ma che mettono il bambino in rapporto con tale tema fondamentale della matematica e permetto il suo sviluppo manuale e cognitivo. D: Bene, siamo tutt’orecchi! R: Il primo esercizio è costituito da una serie di quattro grandi birilli di legno, suddivisi in questo modo: un birillo è intero, uno suddiviso in 2 metà con l’interno colorato di rosso, u no suddiviso in 3 parti con l’interno colorato di arancio (giallo nella foto) e uno suddiviso in 4 parti con l’interno colorato di verde. Il set costituisce la rappresentazione sensoriale dei divisori di 1/2, 1/3 e 1/4 e viene impiegato insieme agli incastri. Il controllo dell’errore è dato dalla forma del materiale.

24 D: E il secondo, invece? R: Il secondo esercizio prevede l’uso di dieci piastrelle di metallo, ciascuna delle quali contiene dei cerchi rossi ad incastro del diametro di 10 cm. Il primo cerchio è intero, gli altri sono man mano suddivisi in parti uguali, da 2 a 10. Ogni parte è munita di pomolo di presa per essere asportata. R: Posso affermare che con questo materiale si introduce il bambino ad ogni aspetto del lavoro con le frazioni: terminologia corretta, equivalenze, funzioni aritmetiche, conversioni in decimali, misurazione degli angoli …

25 D: La ringrazio moltissimo signora Montessori
D: La ringrazio moltissimo signora Montessori. Le sue risposte alle mie domande sono tate limpide e molto comprensibile. La sua spiegazione mi ha permesso di scoprire un po’ più a fondo il suo metodo indagando anche alcuni aspetti sconosciuti e a volte non troppo simpatici o immediati come lo studio della matematica. N. B Il metodo Montessori è tutt’oggi ancora usato in numerose scuola italiane si veda l’esempio riportato nel sito E non solo. Riporto qui sotto il sito di Repubblica dove è reperibile un articolo(del 28/09/2006) molto interessate sull’utilizzo del metodo montessoriano anche all’estero:

26 Riferimenti: 1. 2. 3. 4. 5. Chiosso, L’educazione nell’Europa moderna., Mondadori Università (Mnuale di storia dell’educazione) 6. 7.


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