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Ambiti di applicazione psicodiagnostica

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Presentazione sul tema: "Ambiti di applicazione psicodiagnostica"— Transcript della presentazione:

1 Ambiti di applicazione psicodiagnostica
Dal primo colloquio all’indagine psicodiagnostica in ambito clinico e peritale

2 Il colloquio clinico Processo interattivo, che ha luogo tra almeno due persone, diverso dalla conversazione poiché finalizzato al conseguimenti di un obiettivo predeterminato, che nel contesto psicologico è quello di chiarire il modo caratteristico di vivere della persona in esame.

3 Richiesta di appuntamento e invio
Il paziente che si autoinvia (peculiari differenze tra chi si rivolge per la prima volta ad uno psicologo e chi vi si rivolge perché insoddisfatto della diagnosi fatta da un altro operatore o dell’andamento di un trattamento o dei risultati ottenuti). Il paziente inviato dai familiari (con vari gradi di accordo del primo con tale decisione). Il paziente inviato da un collega (psicologo clinico o medico. Nel corso del colloquio, bisogna comprendere in che modo il paziente abbia vissuto l’invio e in quale misura ne sia convinto e lo condivida. Non va trascurata la considerazione del rapporto tra inviante e nuovo operatore) . Il paziente inviato da altre agenzie o da professionisti diversi da medico e psicologo (È’ importante verificare la correttezza dell’indicazione effettuata dall’inviante. Si pone, poi, il problema della discriminazione tra il paziente che accetta volontariamente l’indicazione dell’inviante, facendola in qualche modo propria nel consultare lo psicologo, e il paziente costretto a subire una consultazione coatta. In quest’ultimo caso, si riscontrano difficoltà centrate soprattutto attorno al tema dell’alleanza. Quest’ultima, può, a volte, costituirsi proprio sul riconoscimento attivo del diritto del paziente di essere sospettoso o poco motivato).

4 L’ “equivoco” del primo colloquio: l’unico elemento veramente peculiare è la reciproca estraneità di operatore e paziente Funzione dei modelli e delle teorie: se abusati o utilizzati precocemente e aprioristicamente possono avere un effetto deleterio.

5 I colloqui con il paziente In ogni colloquio si rilevano elementi utilizzabili per la diagnosi. Conduzione del colloquio e raccolta delle informazioni. È utile differenziare : Variabili che determinano la modalità di conduzione del colloquio (gravità della situazione clinica del paziente, effetto della psicopatologia del paziente sul clinico e sulla conduzione del colloquio, livello di formazione e capacità tecniche di chi conduce il colloquio)  

6 Qualità dell’ alleanza diagnostica (rapporto emotivo che implica la capacità di trovare oggetti comuni di lavoro. Se il clinico ha specifiche capacità tecniche, il paziente è un esperto di se stesso ed ha una competenza unica rispetto al proprio star male) Quantità e qualità degli elementi informativi (diretti e inferiti: tra i primi consideriamo ciò che il paziente dice, la sua autodiagnosi, i sintomi che ha rilevato, i dati anamnestici, tra i secondi ciò che il clinico inferisce dall’aspetto, dall’abbigliamento, dall’attività motoria, dalla mimica, dal linguaggio ecc.). Nel corso del colloquio è fondamentale indagare funzionamento emotivo, mentale e modalità di interazione del paziente. Altre fonti d’informazione (uso di strumenti diagnostici diversi e ricorso ad interlocutori diversi dal paziente, quali familiari o amici).  

7 Che cos’è l’Assessment Terapeutico?
ASSESSMENT TRADIZIONALE (indiretto): modello in cui i test vengono somministrati principalmente a fini di diagnosi, pianificazione del trattamento, valutazione di un trattamento, e/o per una comprensione più approfondita del caso. ASSESSMENT TERAPEUTICO (diretto): rendere la valutazione psicologica un’esperienza positiva e suscitare cambiamenti positivi nei pazienti e in coloro che hanno un ruolo importante nelle loro vite. Non è vincolato a nessuna specifica procedura, tecnica clinica o filosofia. ASSESSMENT NON COLLABORATIVO: riflessione e cura dei clinici nel comunicare direttamente le informazzioni provenienti dall’assessment. ASSESSMENT COLLABORATIVO: sottosisetma dell’assessment terapeutico. Si pone l’obiettivo di andare oltre la prassi di dare una restituzione, attraverso lo sforzo di coinvolgere il cliente in diverse fasi del processo di assessment. ASSESSMENT COLLABORATIVO POCO STRUTTURATO (Fischer, 1994; Handler, 1995; Purves, 1997): hanno sviluppato approcci personali, cercando di rendere il processo di assessment più umano, rispettoso e comprensibile al paziente. Il loro lavoro è basato su una metodologia sistematica, ma non esplicitata chiaramente. ASSESSMENT COLLABORATIVO ALL’INTERNO DELLA CORNICE UMANISTICA (Fisher, 1994):” Non possiamo mai conoscere una verità esterna così com’è. Partecipiamo a quanto vediamo, servendoci sempre delle nostre prospettive, esperienze ed interessi per attribuire significato alle nostre osservazioni”.

8 ASSESSMENT COLLABORATIVO SEMISTRUTTURATO ( Finn et al 2007): basato sulla filosofia umanistica della Fisher, è stato elaborato da Stephen E. Finn e colleghi al Center for Therapeutic Assessment di Austin. E’ basato su una schema generale, suddiviso in step, anche se lo stesso Finn afferma:” Credo che sia più facile da insegnare e studiare e che aiuti i clinici a affrontare le opzioni complesse che emergono durante un assessment collaborativo. E’ fatto per quanti di noi non sono creativi, intuitivi e capaci di reagire velocemente come Fisher, Handler, e Purves. Seguendone la struttura per un certo periodo, poco alla volta, saprete quando è opportuno deviare da questa procedura e vi sentirete tranquilli nel farlo”. STEP 1 (Seduta/e iniziale/i): Perplessità, interrogativi e dilemmi del paziente su di sé, fungono da porte aperte per veicolare le informazioni dell’assessment nelle sedute di riepilogo dei risultati; STEP 2 (Seduta/e di raccolta dei test standardizzati): Non vi è una batteria di test predeterminata. La scelta dei test è determinata principalmente dalla domanda di assessment del cliente (e/o del professionista inviante); STEP 3 (Seduta/e-intervento): Fase della “terapia della Gestalt” nell’assessment terapeutico. STEP 4 ( Seduta/e di discussione e riepilogo): Le persone sono spinte a mantenere le “storie” o gli “schemi” che hanno di sè Teoria dell’autoverifica (Swann, 16996,16997). Restituire al cliente informazioni coerenti con la propria autopercezione e muoversi gradualmente verso informazioni più discrepanti crea la condizione ideale per incorporare nuove informazioni nel modo di pensare a se stessi e al mondo ( Informazioni di livello 1, Informazioni di livello 2, Informazioni di livello 3) STEP 5 (Invio di una lettera di riepilogo dei risultati al cliente): scrivere ai pazienti delle lettere che affrontano le loro domande e mettono in risalto il loro apporto durante le sedute di discussione e riepilogo, invitandoli a commentare o modificare le bozze di queste lettere. STEP 6 (Seduta/e di follow-up): assessment intenso seguito da consultazioni periodiche (una due volte l’anno).

9 L’Assessment Psicologico ha le potenzialita’ per essere un evento capace di cambiare la vita ai clienti e ai clinici? THE PSYCHIATRIC INTERWIEW (Sullivan, 1954): “Un buon colloquio lascia il cliente cambiato e in qualche misura con maggiore chiarezza su se stesso e sul suo vivere con gli altri”. OBIETTIVI DEI CLIENTI: L’obiettivo principale dei test psicologici è quello di aiutare la persona cui vengono somministrati, cioè il cliente ( accordo tra terapeuta e cliente sugli obiettivi personali di quest’ultimo durante l’assessment). RISPETTO DELLA PRIVACY DEL CLIENTE: Astenersi da qualsiasi domanda che non sia chiaramente collegata alle domande dei clienti per l’assessment, attraverso la costruzione di una “piattaforma di osservazione” su un’area specifica della vita del cliente, per raggiungere i suoi obiettivi di assessment. IL CLINICO COME OSSERVATORE PARTECIPANTE: “lo psichiatra ha un coinvolgimento inevitabile, inestricabile, in tutto ciò che succede durante un colloquio; e, nella misura in cui non è cosciente della propria partecipazione al colloquio, o la ignora, non sa che cosa stia succedendo” (Sullivan, 1954). ASCOLTO ATTENTO e OSSERVAZIONE: Osservazione partecipe come metodo principale di comprensione dei problemi di vita del cliente. I risultati dei test non sono “indici di verità” su chi il paziente realmente è, ma sono un punto di partenza per la discussione con lui. ETICHETTE DIAGNOSTICHE vs INDICATORI DI CONTESTO: “Fissazione materna” vs “Quand’è che il signor S. si comporta più da schizofrenico e quando meno?” SISTEMA DELL’IO ( Sullivan, 1953): Pensieri e idee che definiscono la nostra identità e salvaguardano la nostra autostima. Mantenere il nostro sistema dell’Io, ci aiuta a evitare l’ansia.

10 IPOTESI DEL COMUNE GENERE UMANO (Sullivan, 1953):
TEORIA DEL SE’ (Kout, 1977, 1984): Il cambiamento nel Sistema dell’Io del paziente avviene attraverso un’esperienza di “vicinanza” e “buona volontà” tra terapeuta e cliente. ASSESSMENT COLLABORATIVO SEMISTRUTTURATO (Finn et. al., 2007): L’assessment psicologico, seppur di breve periodo, ha il potenziale per influire direttamente sul sistema del Sé del cliente. IPOTESI DEL COMUNE GENERE UMANO (Sullivan, 1953): “Ognuno è più che altro semplicemente umano” EFFETTO COLLATERALE DELLA CRESCITA PERSONALE E SPIRITUALE (Finn, 2007): “Quanto più il comportamento dei clienti diventa inusuale, scioccante e rifiutato socialmente, tanto più noi come clinici dobbiamo lavorare per trovare le parti di noi che sono simili a quei clienti, piuttosto che diverse. Attraverso i nostri clienti, arriviamo a recuperare parti di noi stessi che altrimenti potremmo non aver mai conosciuto, accrescendo quindi la nostra profondità, compassione e vitalità come esseri umani”

11 Come l’Assessment Terapeutico è diventato umanistico
MODELLO CENTRATO SUL CLIENTE: Mostrare rispetto per i clienti, riducendo il disequilibrio di potere tra cliente e clinico e dialogando con i clienti sui risultati dei test. Aiutare i clienti a formulare delle domande o dei “rebus” su se stessi, ricollegabili ad obiettivi personali e a raccogliere le informazioni di contesto per loro rilevanti. Il clinico si muove tra gli obiettivi del cliente, i dati nomotetici dei test, le sue associazioni personali e l’interpretazione del cliente alle proprie risposte. Ne emerge (sia per il cliente che per il clinico) una comprensione più profonda del dilemma del cliente, che produce in lui un momento di maggiore autoconsapevolezza e autocompassione. I test sono visti come “amplificatori di empatia” in modo da rispondere agli obiettivi di “riconciliare” l’oggettivo e il soggettivo. FISSARE GLI OBIETTIVI IN UNA CORNICE UMANISTA: 1) dà ai clienti un senso di potere; aumenta in loro la curiosità e il coinvolgimento nel processo; riduce la loro ansia durante e dopo un assessment. ASSESSMENT DI BAMBINI E ADOLESCENTI: Raccogliere le domande dai genitori e dai bambini. Per molti giovani adulti questa, è un’opportunità per far prendere in considerazione frustrazioni, obiettivi e preoccupazioni. CONDIVIDERE LE NOSTRE REAZIONI, INCLUSO CIO’ CHE ABBIAMO IMPARATO CON I CLIENTI: TERAPEUTA: Da quello che abbiamo detto fin qui, vede qualche modo per sentirsi più a suo agio quando si contrappone agli altri;

12 CLIENTE: Penso che devo solo imparare che non morirò, se gli altri sono arrabbiati con me;
TERAPEUTA: Questo mi sembra giusto. Qualche idea su come potrebbe aiutarsi in questo? CLIENTE: Forse potrei cominciare con alcune persone che non sono così importanti per me. Questo mi farebbe meno paura. TERAPEUTA: Ottima idea! Mi ricordo di aver cominciato con i commessi dei negozi e altre persone di questo tipo, quando stavo lavorando sullo stesso problema. CLIENTE: Oh, ha avuto anche Lei le stesse difficoltà? TERAPEUTA: Si, facevo di tutto per evitare che la gente si arrabbiasse con me. Avrebbe dovuto vedermi! CLIENTE: E adesso va meglio? TERAPEUTA: Si, non sono più così spaventato dal confronto. CLIENTE: Questo mi fa sentire meglio, come se ci fosse speranza anche per me. TERAPEUTA: Anch’io ho una reazione del genere, cioè sento che stiamo entrambi migliorando su questa storia della rabbia e che le nostre vite saranno perciò molto migliori. “Vediamo gli esseri umani come persone piene di risorse, libere, ingegnose, creative, integrative, simboliche, dotate di prospettiva e flessibili nel tempo” (Barton, 1994)

13 Il primo colloquio in ambito peritale

14 CLIENTE: Mi ha consigliato di venire da lei l’avvocatessa B
CLIENTE: Mi ha consigliato di venire da lei l’avvocatessa B. che è stata una mia grandissima amica in questa situazione. TERAPEUTA: Come mai l’avvocatessa B? CLIENTE: Mi ha consigliato di venire qui perché due anni fa mi sono separata, era partita come una separazione come tante: ho scoperto un tradimento che durava da diverso tempo. Poi, sono venute fuori tantissime cose e il tradimento penso sia stato quella meno importante. Mia figlia lo sapeva da sei mesi e lui la obbligava al silenzio. E’ andata dai nonni paterni e dalla zia e loro le dissero di stare zitta sennò io avrei disfatto la famiglia. Allora ho incominciato a vivere un’altra relatà, non ero più io che ero stata tradita ma mia figlia che aveva patito. TERAPEUTA: Lei ha una sola figlia? CLIENTE: Si, per fortuna. Dico così perché lui un anno prima per rimediare le cose voleva fare un figlio. TERAPEUTA: Quanti anni ha? CLIENTE: Ora 167. Lei lo ha scoperto a 164 anni. Lui, stava dormendo sul divano e la bambina ha risposto al telefono al posto suo scoprendo questa cosa. TERAPEUTA: Per sei mesi ha dovuto far finta di non sapere?

15 CLIENTE: Ha fatto finta di non saperlo però mi ha detto:” Mamma io non ce la facevo più a guardarti in faccia, sono andata dalla nonna perché io te lo volevo dire ma non sapevo come fare a dirtelo. Loro mi hanno detto di non dirti niente. TERAPEUTA: Lei come lo ha scoperto? CLIENTE: Me lo ha detto lui, io non me lo ero immaginato perché lui era il classico depresso. TERAPEUTA: Com’è un classico depresso? CLIENTE: Lui diceva che stava male. Erano tre anni che aveva il padre infermo e la sera diceva che andava dal padre, invece andava a divertirsi. TERAPEUTA: Con questa donna? CLIENTE: Si, e si e scoperto che è una psicopatica. TERAPEUTA: Non è la sua compagna? CLIENTE: No, lui non ha compagne. Io ho trovato un compagno. TERAPEUTA: Quindi, nel momento in cui lei lo ha lasciato, lui aveva tutto lo spazio libero per stare con questa donna e invece non c’è stato. CLIENTE: Ha iniziato a divertirsi: discoteche, ecc. Della figlia non se ne è interessato. TERAPEUTA: A quanti anni vi siete sposati? CLIENTE: Io avevo 22 anni, lui 24.

16 TERAPEUTA: Ed era stato un matrimonio d’amore. CLIENTE: Si, voluto
TERAPEUTA: Ed era stato un matrimonio d’amore? CLIENTE: Si, voluto. I primi anni di matrimonio è sempre stata una persona che lavorava e stava dietro a sua figlia: una classica famiglia felice, non ci mancava niente. TERAPEUTA: Una buona intesa sessuale? CLIENTE: Si, sempre, tranne negli ultimi anni. TERAPEUTA: Perché mangiava da un’altra parte? CLIENTE: Si, anche se a me diceva che era depresso. Lui, mi diceva, se un giorno diventassi come il mio babbo… TERAPEUTA: Perché, il babbo cosa aveva? CLIENTE: Era paralizzato a causa di un’ischemia e doveva essere assistito sempre. TERAPEUTA: Che lavoro fa il suo ex marito? CLIENTE: Ora lavora come vivaista, prima avevamo una tappezzeria insieme. Questa, io, penso sia stata la cosa che ha fatto traboccare il vaso. Lui, lavorava con me ma io mandavo avanti l’azienda e la famiglia. Davanti agli altri mi ha sempre esaltato, ma quando ero sola dicevo che non sapevo fare niente. Verso il 2003 le cose non andavano più bene e decisi di chiudere la ditta. Da lì è stata “banda”. TERAPEUTA: Di che anno stiamo parlando?

17 CLIENTE: Dal 2003 fino al La ditta è stata chiusa nel dicembre 2003 TERAPEUTA: Quindi lui è dovuto andare a lavorare? CLIENTE: Lui è durato un mese. Io, non sapevo come fare. Ho iniziato a lavorare in una ditta a conduzione familiare. Poi, siccome c’era anche una ditta a livello industriale che mi voleva a lavorare, parlai con il responsabile e gli dissi che avrei accettato se avessero preso anche mio marito. Per l’ennesima volta, comunicai a mio marito che avevo trovato lavoro per entrambi. Ho lavorato lì dal 2004, fino al luglio Poi, mi è morta la nipote e lì è stato il mio crollo. TERAPEUTA: Nel 2005 è morta sua nipote. Quanti anni aveva? CLIENTE: 168, ed io sono andata in depressione. Inizialmente, lui mi è stato vicino ma poi pretendeva che dopo 160 dieci giorni tutto tornasse come prima e io non ce la facevo. Non ero più quella di prima. TERAPEUTA: La seguiva qualcuno? CLIENTE: Il dottor M. TERAPEUTA: Cosa le dava? CLIENTE: Io mi sono rifatta con il mangiare, ho preso un po’ di chili e ho preso l’efexol. I primi tempi non mi faceva nulla, ha iniziato a farmi effetto da quando mi sono separata nel 2008, dopo 3 anni. TERAPEUTA: Quindi, mi faccia capire, il lavoro l’ha perso o l’ha lasciato?

18 CLIENTE: Io nel 2005 l’ho lasciato e sono andata nella ditta che mi aveva fatto la prima offerta. Ho preso la scusa che mi era morta la nipote e sono venuta via. Dopo 3-4 mesi è venuto via anche lui perché non ci stava più bene. Adesso lavoro sempre nella ditta a conduzione familiare. TERAPEUTA: Lui, invece, è andato a fare il vivaista? CLIENTE: Si, però prima è andato in un’altra ditta e ha trovato questa signora. Lei è psicopatica: mi sta sotto casa, segue il mio compagno. TERAPEUTA: Allora, mi faccia capire, perché lei è qua se vi siete separati due anni fa? CLIENTE: Perché io ho chiesto la separazione con addebito, ho un’udienza, e lui dice che si è separato perché ero una donna che non lavorava, non facevo la moglie e non guardavo la figlia, ma la lasciavo dalle zie. TERAPEUTA: Quindi lei mi chiede una consulenza per dimostrare che lei era…. CLIENTE: Che se io ho sofferto è per colpa sua perché ci sono altre cose. Ho scoperto che lui andava a vedere dei siti pornografici in camera di mia figlia, mentre c’era mia figlia. Una sera, lei, era a dormire a casa di mia sorella ed ha avuto un incubo. Poiché urlava, mio sorella e mio cognato vanno da lei per calmarla, e lei dice di essere stanca di cancellare tutto

19 quello che il babbo va a vedere al computer
quello che il babbo va a vedere al computer. Raccontai il fatto all’avvocatessa che decise di portare il computer da un tecnico, per vedere se “c’era qualcosa”. Portato il computer, lei gli disse che quest’ultimo era stato dato in carico alla finanza poiché, suo marito, era andato a vedere dei siti pedopornografici. A quel punto mi è crollato tutto, perché io avevo in casa una persona del genere e non mi sono accorta di niente. O meglio: io, certe volte, ho dei flash e non so se sono sogni oppure no. E’ possibile? TERAPEUTA: E’ possibilissimo CLIENTE: Ad esempio, io mi sono sentita male a dicembre, e alle mie sorelle, che mi sono venute a trovare, ho confessato, che mio marito mi ha detto che io mia figlia dovevamo allontanarci da lui, perché lui è un mostro. TERPEUTA: Questa storia del computer a quando risale? CLIENTE: Inizio TERAPEUTA: Cosa ha fatto, l’ha denunciato? CLIENTE: Le indagini stanno andando avanti, ma la denuncia non parte da me, in quanto lui è entrato in due siti controllati da che di competenza. Nella mia separazione, per questa cosa, c’è dietro un magistrato e un giudice, e da consensuale e diventata giudiziale, poiché lui non dava i soldi ed inoltre, spesso, mi diceva “cose volgari”.

20 TERAPEUTA: E dal 2008 ad oggi non ha pagato il dovuto
TERAPEUTA: E dal 2008 ad oggi non ha pagato il dovuto? CLIENTE: Dei libri dell’anno scorso non ha dato niente, ha dato solo 1650 euro quest’anno perché il mio avvocato si è risentito con il suo. Tutti i mesi da alcune volte 200 euro e altre 500. Non è che non ha mai dato nulla, però lui aveva firmato una consensuale di 500 euro più le spese straordinarie. Lui, i 500 euro me li dava, ma non mi dava le spese strardinarie e si divertiva a rispondermi con messaggi volgari. Poi, ho scoperto in casa viagra, cialis, ecc e una sera mi ha confessato tutte le porcate che ha fatto. TERAPEUTA: Dopo la separazione? CLIENTE: In fase di separazione. TERAPEUTA: Perché mi sta raccontando questo, io ho bisogno di sapere tutto quello che è successo dal 2008 ad oggi. A me interessa sapere cosa dobbiamo portare alla nostra futura udienza. Lei mi ha detto che le sue 500 euro mensili le paga. CLIENTE: Ora no, ne vuole dare 200 dalla primavera perché lui dice che il giudice detto così ma non è vero. Lui ha firmato una consensuale. Ha uno stipendio più 2-3 case intestate. TERAPEUTA: L’udienza nuova per cos’è?

21 CLIENTE: L’avvocatessa ha preteso dei danni
CLIENTE: L’avvocatessa ha preteso dei danni. Lui mi vorrebbe sistemare assegnando la casa a mia figlia, ma l’avvocatessa dice che non è abbastanza. TERAPEUTA: Quindi, noi, dobbiamo evidenziare questo danno psicologico… CLIENTE: Lui dice che sono ingrassata e sono stata male perché è morta mia nipote, invece io stavo male già prima. Lui era assente, mia figlia mi chiede se il babbo la coccolava perché dai 163 anni in poi lui era assente. Mi sono ritrovata il peso tutto insieme, i soldi che sparivano di casa, da qualche parte li spendeva….. Lui, dice che ero io…. TERAPEUTA: Che documento mi ha portato? CLIENTE: Di che genere? TERAPEUTA: Denunce… CLIENTE: L’avvocatessa ha tutto. TERAPEUTA: Può passare a prenderli? CLIENTE: Si, ci devo andare anche perché lui, a causa delle persone che frequenta, anche questa psicopatica, che continua a telefonare a me e a mia figlia, è stata denunciata. TERAPEUTA: C’è lo stalking? CLIENTE: Si, ieri mattina a mia figlia è arrivato un messaggio dove

22 offende una donna che mio marito sta frequentando: questa psicopatica sarà gelosa di lui e lo so perché sta mandando messaggi al mio compagno, a mia figlia e a mia sorella. A me no, perché l’ho denunciata. TERAPEUTA: quello che mi serve è questo: quando va dall’avvocatessa si faccia delle fotocopie di tutti questi documenti. Al di là dell’ingrassamento che c’è stato e del periodo di depressione certificato, immagino, da delle ricette mediche, c’è stato un cambiamento anche nel tenore di vita, insicurezza, instabilità…..? CLIENTE: Al lavoro, poco prima della separazione (2008) ebbi uno svenimento, mi si alzò la pressione. Mi hanno tenuto sotto osservazione e hanno visto che avevo la pressione alta. Lui diceva che io stavo troppo dietro alla mia famiglia perché era morta mia nipote, che non facevo niente in casa, e invece facevo tutto. Lui è stato vigliacco, è stato sporco a usare la morte di mia nipote…. TERAPEUTA: Poi ha trovato un compagno, quando? CLIENTE: Inizio di quest’anno. TERAPEUTA: Nel Prima no? CLIENTE: Avevo riniziato ad uscire con le mie amiche. Per una coincidenza, a prendere un caffè, ho incontrato il mio attuale compagno. TERAPEUTA: Vivete già insieme? CLIENTE: Si

23 TERAPEUTA: Lui che fa? CLIENTE: Ha un’impresa edile. TERAPEUTA: Come va con tua figlia? CLIENTE: Bene, forse troppo bene. Lui è separato con un figlio ma è molto presente sia con la sua famiglia che con noi. TERAPEUTA: Quindi si è creata una situazione affettiva buona. CLIENTE: Per me ora si. TERAPEUTA: Anche per sua figlia? CLIENTE: Si.. TERAPEUTA: Questo ha reso più cattivo suo marito? CLIENTE: Certo, lui mi ha sempre detto di non farmi vedere con nessuno altrimenti ci ammazzava. Nel momento in cui ha saputo di questa persona, ha fatto questa citazione, dove dice che sono una donna che non ha mai badato alla famiglia. TERAPEUTA: E poi non ha dato più i soldi? CLIENTE: Io non mi sono messa con questa persona per ripicca. Lui, mi ha dato noia. Le faccio un esempio: lui abita di fronte casa mia e si divertiva a portare la signora in camera sua perché voleva che io vedessi. Io, andavo via, perché sapevo che mi avrebbe dato noia. TERAPEUTA: Da una separazione tranquilla come doveva essere è diventata molto brutta.

24 CLIENTE: Io ho cercato di tutto con l’avvocatessa per gli accordi, perché volevo finirla, ma a loro non è mai andato bene nulla. Allora, dato che lui non ha tutelato sua figlia……… TERAPEUTA: La figlia non la coinvolgerei per quella faccenda della pedopornografia però si lasci consigliare dall’avvocatessa. Io sarei dell’idea di fare un excursus della sua storia con il marito… CLIENTE: Infatti, l’avvocatessa non mi ha messo in mezzo in quella storia… TERAPEUTA: La prossima volta che viene farà una serie di test psicologici, poi ripercorrerà di anno in anno tutta la vostra storia ed infine si ricordi di consegnarmi il carteggio che ha l’avvocatessa per vedere dove si vanno ad inserire i periodi di crisi in maniera da verificare cosa hanno provocato.


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