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SOCIOLOGIA URBANA E RURALE

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Presentazione sul tema: "SOCIOLOGIA URBANA E RURALE"— Transcript della presentazione:

1 SOCIOLOGIA URBANA E RURALE
Docente: dr. Alessandro Mongili, DRES. Viale S. Ignazio, 78, II piano. Materiali sul corso: ftp://spol.unica.it/didattica/mongili/urbana rurale Ricevimento: Giovedì Esami: giovedì 26 settembre, alle ore 9.30, ex-teatro dei ciechi (via Nicolodi); sabato 5 ottobre, alle ore 9.30, ex-teatro dei ciechi (via Nicolodi).

2 SOCIOLOGIA URBANA E RURALE
AVVISO RELATIVO ALL’ESAME DEL 5 OTTOBRE L’ESAME DEL II APPELLO DELLA SESSIONE AUTUNNALE, ORIGINARIAMENTE PREVISTO PER IL SABATO 5 OTTOBRE, E’ STATO RIPORTATO AL GIOVEDI’ 10 OTTOBRE, ALLE ORE 10.00, PRESSO L’AULA 10B (EX-ISTITUTO DEI CIECHI, VIA NICOLODI). SI RINGRAZIANO GLI STUDENTI PER LA COMPRENSIONE.

3 SOCIOLOGIA URBANA E RURALE Programmi dei moduli e del corso
MODULI FONDAMENTALI La possibilità di una sociologia degli ambiti territoriali, dr. A. Mongili. Testo: Ulf Hannerz, Esplorare la città. Antropologia della vita urbana, Il Mulino, Bologna 1992 (compresa l’Introduzione all’edizione italiana di A. Bagnasco, escl. il Cap. V). Metodi qualitativi e quantitativi di analisi territoriale, dr. Aide Esu. La dispensa: L’analisi del territorio nella programmazione degli interventi di sviluppo. Guida all’uso degli indicatori è disponibile on-line presso il sito oppure all’indirizzo web ftp://spol.unica.it/didattica/mongili/urbana rurale/analisi del territorio (il II capitolo della dispensa è però scaricabile unicamente dal sito Inea). MODULI SEMINARIALI O LAVORI GUIDATI Il vicinato come ambito di analisi sociologica: problemi teorici e un’analisi del quartiere di S. Elia a Cagliari, dr. Enrico Piras. Testi: M. Bulmer, Neighbours. The Work of Philip Abrams, Cambridge University Press, Cambridge 1986, pp , E.M. Piras, Sant’Elia tra appartenenza ed isolamento, CUEC, Cagliari 2001, pp , I progetti di sviluppo locale UE: una simulazione guidata, dr. Sara Ferrari. Stategie locali per l’occupazione: difficoltà e opportunità in contesti urbani e rurali, dr. M. Letizia Pruna.

4 SOCIOLOGIA URBANA E RURALE L’esame e il corso
L’esame è scritto. Esso si articola in una serie di risposte offerte a 3 quesiti scritti, che lo studente sceglierà fra 5 quesiti proposti. I quesiti riguarderanno essenzialmente il materiale esposto nel corso dei primi due moduli fondamentali. Sono da escludere quesiti riguardanti la simulazione progettuale guidata dalla dott.ssa Ferrara. Gli studenti non frequentanti - indipendentemente dalla facoltà di appartenenza - dovranno presentare all’esame i testi indicati sulla presentazione (pagina) precedente. Gli studenti che frequenteranno i moduli in cui sono previsti lavori diretti dai docenti, potranno portare all’esame un programma ridotto. Gli studenti-frequentanti vedranno riconosciuto il loro impegno nei moduli seminariali o nei lavori guidati in sede di valutazione finale. Dopo lo svolgimento della prova scritta, gli studenti devono informarsi sul giorno in cui si terrà la correzione pubblica dei compiti e la registrazione del voto sul registro degli esami. I materiali del corso sono disponibili presso la copisteria della facoltà di scienze politiche.

5 SOCIOLOGIA URBANA E RURALE
I MODULO: La possibilità di una sociologia degli ambiti territoriali. I. La nascita della sociologia urbana a Chicago. II. Concettualizzare lo spazio urbano. III. Problemi di teoria. IV. La vita quotidiana nelle città.

6 LA SCUOLA DI CHICAGO UNA GRANDE CITTA’ IN FUSIONE
1886: 1° MAGGIO, HAYMARKET SQ. 1892: PRIMO DPT. DI SOCIOLOGIA: NASCONO LE INDAGINI EMPIRICHE SISTEMATICHE.

7 LA SCUOLA DI CHICAGO: WILLIAM I. THOMAS
Il contadino polacco in Europa e in America (con F. Znaniecki), Impiego di documenti personali (lettere, autobiografie, archivi privati). Informazioni soggettive: la definizione della situazione definisce la realtà sociale.

8 LA SCUOLA DI CHICAGO: WILLIAM I. THOMAS
I valori sociali condivisi condizionano gli atteggiamenti. Le tendenze e le condizioni sono vissuti alla luce di una definizione della situazione condivisa dagli attori. Nella Chicago industriale le norme sociali tradizionali vengono meno  disorganizzazione sociale.

9 LA SCUOLA DI CHICAGO: ROBERT E. PARK
Influenza di G. Simmel  città come luogo della modernità; ruolo del denaro; fenomeno della moda; la figura dello straniero. Influenza del lavoro giornalistico: osservare le persone ordinarie durante le attività ordinarie.

10 ROBERT E. PARK: la città moderna
Quartieri come aree con caratteristiche proprie. Caratterizzazione: la divisione del lavoro contro il sistema della parentela. Relazioni impersonali e differenziazione. Contagio sociale e mondi sociali (‘regioni morali’): identità segmentali e subculture.

11 ROBERT E. PARK: l’ecologia umana
Diversità spaziale e ordine ‘biotico’, sotteso alla mediazione simbolica. L’ordine biotico si fonda sulla competizione per lo spazio, controllato o contrastato dagli obblighi morali. L’ecologia umana studia la città privilegiando dati quantitativi.

12 ROBERT E. PARK: l’ecologia umana
La competizione per lo spazio è la principale regolazione sociologica dello spazio, misurabile attraverso il prezzo dei suoli e l’analisi della dominanza, della simbiosi e della successione dei diversi gruppi sociali nel medesimo spazio.

13 ROBERT E. PARK: Gli allievi
E. Burgess e il suo diagramma idealtipico della città. Aree naturali: zone socialmente caratterizzate che si sviluppano senza progetto. Zone di transizione: aree socialmente indeterminate.

14 ROBERT E. PARK: Il ruolo dell’antropologia
Il metodo etnografico entra in sociologia: Osservazione nell’ambiente naturale Interviste informali Inchieste Documenti personali, storie di vita.

15 RICERCHE A CHICAGO: The Hobo, 1923
Nels Anderson: osservazione partecipante, grande ricchezza etnografica. Studio delle zone di transizione e degli accampamenti abusivi degli hoboes. Tipologia dei vagabondi: (lavoro e migrazione) lav. stagionali, l. migranti, girovaghi, guardiani, barboni.

16 RICERCHE A CHICAGO: The Gang, 1927
Frederic Thrasher: osservazione diretta, dati non comparabili fra di loro, psicologismo esplicativo. Gangland: territorialità e omogeneità etnica nelle zone di transizione. Banda come gruppo conflittuale: importanza del gruppo dei pari e delle strategie d’adattamento. Disorganizzazione sociale.

17 RICERCHE A CHICAGO: The Ghetto, 1928
Louis Wirth: storia sociale comparata dei quartieri ebraici in Europa e in America. Ebrei tedeschi e dell’Europa orientale: integrazione o ghetto come area naturale. Residenza come indicatore degli stili di vita.

18 RICERCHE A CHICAGO: The Gold Coast and the Slum, 1929
Harvey Zorbaugh: studio del quartiere eterogeneo di Lower East Side. Documenti soggettivi, autointerviste, ricca descrizione etnografica ma povera analiticamente. Le sei aree naturali: Gold Coast, Appartamenti in affitto, Bohemia, North Clark st., lo Slum, Little Sicily.

19 RICERCHE A CHICAGO: The Taxi Dance-Hall, 1932
Paul Cressey: la descrizione di un mondo sociale, di una carriera morale. Valori, norme e linguaggi propri, separati. Anonimato, bisogni esterni. Proprietari, ragazze a noleggio, clienti. Socializzazione delle ragazze. Carriera discendente.

20 RICERCHE A CHICAGO: I temi
Ghetti etnici, bande, occupazioni devianti: moralismo e il concetto di disorganizzazione sociale. Pregiudizio assimilazionista e moralismo etico. Concettualizzazione del mondo sociale come esito della differenziazione. Oggettivismo ecologico.

21 La società urbana: Urbanesimo come modo di vita
Louis Wirth (1938): città come insediamento ampio, denso, eterogeneo, permanente. DIMENSIONE, DENSITA’, ETEROGENEITA’: prossimità fisica, distanza sociale. Privacy e solitudine: sensibilità a segni significativi (moda).

22 La società urbana: Urbanesimo come modo di vita
Rapporti fra ruoli, non più fra persone. Rapporti impersonali: gli altri come mezzi > razionalità strumentale. Mondi sociali giustapposti, uniti solo da routines condivise. Tolleranza e accettazione dell’insicurezza e dell’incertezza.

23 La società urbana: Urbanesimo come modo di vita
L’influenza di Georg Simmel (La metropoli e la vita mentale, 1903) Intensificazione della vita nervosa come reazione agli stimoli. Sofisticazione e atteggiamento blasé. Importanza del denaro e della considerazione strumentale dei rapporti sociali. Il ruolo dello straniero.

24 La società urbana: Urbanesimo come modo di vita
Superamento dell’oggettivismo ecologico. Enfasi sulle relazioni sociali e le visioni del mondo: importanza delle relazioni faccia a faccia e della formazione delle identità personali nei contesti urbani. I mondi sociali.

25 Urbanesimo come modo di vita Le critiche principali
La città come modello chiuso. La città modella la società contemporanea. L’urbanizzazione della campagna è scarsamente considerata. Confusione fra capitalismo, industrialismo e urbanesimo: la dimensione e la densità producono divisione del lavoro e eterogeneità.

26 R. PARK E LA SCUOLA DI CHICAGO: HUMAN ECOLOGY
Obiettivo: studiare le determinazioni spaziali dei processi sociali. Storia naturale della città: equilibrio  crisi  equilibrio. Visione naturalistica che si rifà all’ecologia e al darwinismo: cooperazione competitiva, equilibri fra specie.

27 R. PARK E LA SCUOLA DI CHICAGO: HUMAN ECOLOGY
Nelle società umane l’ordine simbiotico (ecologico), campo della competizione, interagisce con l’ordine sociale (culturale), campo della comunicazione. Pensare insieme società e spazio L’adattamento all’ambiente  costitutivo delle società.

28 HUMAN ECOLOGY Ordine simbiotico o biotico
Non più attori sociali ma membri di popolazioni. I membri reagiscono a stimoli comuni (impulsi biotici): raggrupparsi fra simili, distanziarsi dagli altri (fisicamente, simbolicamente). Nell’ordine simbiotico si generano i comportamenti collettivi (panico, folla, pubblico)

29 HUMAN ECOLOGY L’adattamento all’ambiente
Città  concentrazione e distribuzione della popolazione. Maggiore densità  maggiore differenziazione funzionale. Processi di selezione e segregazione spaziale. Valore dei suoli  funzioni diverse in aree diverse.

30 HUMAN ECOLOGY Selezione/Segregazione
Aree: economia, cultura, figure sociali. Economia: divisione del lavoro, classi sociali Cultura: processi politici, governo, istituzioni preposte alla socializzazione e al controllo sociale. I membri delle popolazioni seguono impulsi biotici costanti, formali.

31 HUMAN ECOLOGY Considerazioni critiche
L’opposizione analitica fra simbiotico e sociale è indistinguibile empiricamente Non aree naturali, ma definibili secondo parametri storico-sociali. La pianificazione urbana si scontra con le sue conseguenze inattese. Ma  Alcune popolazioni hanno caratteri formali indipendenti dai dati sociali (residenti, pendolari, abitanti delle periferie, city users, met businessmen).

32 La società rurale: il modello della folk-society
Robert Redfield: la non-città  una comunità isolata, autosufficiente. Cultura orale coesa, norme e valori condivisi: culture del sacro. Relazioni parentali come cardine di ogni relazione, anche economica. Ostilità al profitto, etica della convinzione

33 Georg Simmel ( ) La metropoli e la vita mentale, e Lo spazio e gli ordinamenti spaziali della società (1903) Vita quotidiana come dato sociologico fondamentale. Studiare la città è studiare la società moderna. La vita quotidiana nelle metropoli è dominata dall’intellettualizzazione. Le relazioni sociali si formano spazialmente.

34 Georg Simmel ( ) La metropoli e la vita mentale, e Lo spazio e gli ordinamenti spaziali della società (1903) I ruoli sociali, le routines organizzative, le forme espressive tendono ad avere una vita culturale autonoma. La spazializzazione delle istituzioni sociali come forma di naturalizzazione. Proprietà formali dei confini: Il contatto fra mondi sociali può avvenire solamente in un luogo: le strutture sociali influenzano le determinazioni spaziali.

35 Georg Simmel ( ) La metropoli e la vita mentale, e Lo spazio e gli ordinamenti spaziali della società (1903) Condizioni dell’intellettualizzazione: l’economia monetaria. Ambiguità degli esiti: impersonalità, solitudine, autonomia individuale, tendenze all’individuazione. L’esperienza dell’altro come straniero: colui che arriva e rimane: lo sradicamento che produce vicinanza/lontananza, indifferenza/impegno, insomma distacco.

36 Max Weber Città come insediamento di mercato, luogo di produzione e di scambio: la città di consumatori e la città di produttori. La città di consumatori > le rendite. La città di produttori > industriale o commerciale, presenta industrie o connessioni con i mercati esterni alla città. La città regola la sua economia

37 Max Weber La città è un gruppo, una comunità che raggiunge la sua completezza nella città occidentale, nel comune, che usurpa il proprio potere al Signore. Il patto degli armati e la città come raggruppamento di difesa (coniuratio). Nessun vincolo magico-religioso familiare ma borghesia come insieme di cittadini > importanza del Cristianesimo.

38 ALTRE FORME DI URBANESIMO
Gidéon Sjoberg, La città preindustriale (1960), forme urbane feudali. Tecnologia umana/animale vs. meccanica. Centralizzazione sociale (l’élite) e spaziale (centro/palazzi/mura). Differenziazione spaziale dei gruppi sociali.

39 ALTRE FORME DI URBANESIMO: SJOBERG
Visibilità degli status (deferenza, leggi suntuarie, ecc.) Marginalità del commercio e presenza delle corporazioni. Significatività delle reti di parentela e delle divisioni per le élites. Cultura popolare carnevalesca.

40 ALTRE FORME DI URBANESIMO: PAUL WHEATLEY
The Pivot of the Four Quarters (1971). Le città antiche come forme di insediamento legate al contado. Cittadini: proprietari terrieri e guerrieri. Controllo del simbolismo e del sacro. Controllo delle eccedenze agricole.

41 MAX WEBER Die Stadt (1921) Città occidentale > antica e orientale
La città medievale come nuovo fenomeno urbano opposto al contado. Mercato, mura, statuti, corporazioni, amministrazione autonoma, unità culturale. Crogiuolo della civiltà occidentale.

42 Tipo di insediamento e relazioni sociali
Unico carattere originale dell’urbanesimo: diversità sociale e accessibilità fra gruppi diversi. Nuovi processi originati dalla coscienza della diversità: muta la vita quotidiana Diversificazione dei ruoli e incremento dei repertori e inventari di ruolo.

43 Tipo di insediamento e relazioni sociali: i ruoli
Ambiti di ruolo: parentela, economia, vicinato, ricreazione, traffico. Manca la conoscenza personale (anonimato, incertezza sui comportamenti altrui, tolleranza) Individualità come bricolage di ruoli: role set e crescita del numero di ruoli

44 Tipo di insediamento e relazioni sociali: le norme
Diminuisce la cogenza normativa. Aumentano le routine condivise. Segmentazione delle relazioni sociali (differenziazione degli ambiti e dei ruoli). Trasformazioni di relazioni di traffico in rapporti personali, valore dell’intimità Crescita delle subculture per contagio sociale.

45 Comunità o società locale?
Comunità e società come forme di relazione sociale. Forme di comunità presenti nelle relazioni societarie (parentela, amicizia, comunità di luogo - villaggio, ma anche quartiere). Le comunità locali vivono immerse in rapporti di scambio e segmentati, societari. La sociologia studia dunque società locali.

46 Studi di società locali: princìpi metodologici
Riconducibilità di condizioni e strutture spazio-temporali concrete a condizioni e strutture spazio-temporali astratte, tipiche. Dalla sociografia alla sintesi ed alla modellizzazione. Ricostruire un modello di comunità rispetto a un problema (sviluppare un punto di vista rilevante).

47 Studi di società locali: la tradizione weberiana
Studiare la città in rapporto allo sviluppo della modernità. Trovare un punto di accesso al problema (in Weber, il problema del potere, la politica). Sviluppare su questa base un modello che comprenda le relazioni economiche e culturali. Distinguere analiticamente le variabili endogene (es.: culturali) da quelle esogene (es.: economiche e politiche).

48 Concettualizzare le società locali: Anthony Giddens
Struttura e azione sociale (mutamento) Le strutture sociali come risorse per i modelli stabili di comportamento (sistemi sociali). Sistemi sociali caratterizzati dalla loro ripetibilità spazio-temporale. Necessità della compresenza e rituali dell’interazione come condizione dell’integrazione sociale.

49 Anthony Giddens: città come luogo di estensione cronotopica delle relazioni sociali
Luogo di collegamento fra integrazione sociale e dei modelli di comportamento. Località: spazi fisici per relazioni sociali tipiche. Regionalizzazione del cronotopo: zone e tempi speciali per pratiche sociali specifiche. La città e la società come intersezioni di mondi sociali diversi e luogo di confine e negoziazione di norme e routine.

50 CARATTERI ESCLUSIVI DELL’URBANESIMO
Relazioni di traffico e di approvvigionamento: accessibilità e segmentazione dei ruoli sociali, controllo e gestione delle informazioni. Quattro modi di esistenza urbana: incapsulamento (chiusura dentro 1-2 ruoli); segregazione (si vivono 2 o più ruoli senza mischiare le reti); integrazione (si creano legami fra mondi sociali); isolamento o solitudine (nessuna relazione sociale: nelle città è necessario coltivare le relaz. sociali).

51 La vita urbana nella sociologia di Erving Goffman (1922-1982)
Oggetti: comportamento in pubblico; interazione faccia a faccia (condizioni: breve periodo di tempo, minima estensione spaziale, interazioni complete), ovvero durante la compresenza e in virtù della compresenza. Oggetti: il Sé e la costruzione del significato della vita sociale.

52 La vita urbana in Goffman: il controllo delle impressioni
“Ciò che si esprime e ciò che si lascia trasparire”: un’immagine vantaggiosa per il Sé e credibile per gli altri. Il Sé come presentazione. La rappresentazione: la facciata personale (aspetto fisico, il genere, il look, la gestualità) e l’ambientazione (l’arredamento della casa, i locali che si frequentano).

53 La vita urbana in Goffman: il modello drammaturgico (1)
Minimizzare gli aspetti spiacevoli. Le tre tecniche principali: lealtà drammaturgica (non tradire); disciplina drammaturgica (“incollarsi” al ruolo) e circospezione drammaturgica (coscienza dei momenti di ribalta e di retroscena). Regioni anteriori (ribalta) e posteriori (retroscena).

54 La vita urbana in Goffman: il modello drammaturgico (2)
Il retroscena: rilassarsi, svolgere attività che sulla ribalta possono danneggiare, distrarsi. Mostrare il retroscena: gioco di sincerità, gioco di inganno. Un ruolo sociale può essere rappresentato da un attore sociale collettivo: la ‘compagnia’.

55 La vita urbana in Goffman: il modello drammaturgico (3)
Rappresentazione collettiva di un ruolo: mantenere una facciata comune. I ruoli incongruenti nei rapporti con il pubblico rilevante: delatore, compare, spettatore puro, mediatore e non-persona. Gli attori credono in ciò che fanno.

56 La vita urbana in Goffman: la sacralità del Sé e i rituali che la assicurano
DEFERENZA e CONTEGNO: i due caratteri analitici dei rituali di sacralizzazione del Sé. FACCIA: valore sociale positivo rivendicato dalle persone attraverso rituali e giochi di faccia. Può essere la nostra prigione, ma possiamo amarla. Hanno un carattere instabile, fluido, non dato.

57 La vita urbana in Goffman: la sacralità del Sé e i rituali che la assicurano
DEFERENZA: attività simbolica che esprime apprezzamento, legata alla posizione sociale. Rituali di discrezione (“non invadere”). Rituali di presentazione, prescrizioni (salutarsi, apprezzarsi, complimentarsi). CONTEGNO: condotta simbolica con cui si esprimono le qualità personali.

58 La vita urbana in Goffman: La sociologia della sincerità e dell’inganno
Sociologia della sincerità > in positivo: autocontrollo, tatto, savoir faire, cortesia, onore, orgoglio, rispetto. In negativo: imbarazzo, vergogna. Sociologia dell’inganno > i giochi di raggiro: attraverso la nostra ‘faccia’ positiva, si inducono gli altri a prenderci come misura del loro comportamento. La manipolazione e le false alternative (o così o devi scontrarti con me o con la tua ‘faccia’ positiva).

59 La vita urbana in Goffman: LE ISTITUZIONI TOTALI
Personale e inmates: disuguaglianza e distanza sociale. Le infrazioni alle regole sono tollerate per il personale, sanzionate per gli inmates (internati). Gli internati sono costretti in un solo ruolo sociale (di internato, appunto). Annullamento del retroscena, limitazione della facciata e dell’ambientazione (sotto il controllo del personale).

60 La vita urbana in Goffman: LE ISTITUZIONI TOTALI: la vita sotterranea
Gli internati tentano di sfuggire al controllo del personale. Si inventano ambientazioni, facciate e NASCONDIGLI per i beni proibiti. Alla profanazione del loro Sé gli internati rispondono con dimostrazioni simboliche di autostima. Massima distanza dal ruolo, secondo pratiche diffuse anche fuori dalle istituzioni totali (dignità e romanticismo dell’autenticità).

61 La vita urbana in Goffman: LA COMPRESENZA
Il problema dell’integrità simbolica e fisica. Sconosciuti come non-persone, sfondo. Lo spazio privato inviolabile (nicchia). Confine labile fra sicurezza e pericolo. L’intrusione: da sconosciuto ad aggressore. Violenza simbolica e violenza fisica.

62 La vita urbana in Goffman: COSTRUZIONE DEL SÉ
Goffman si occupa di presentazione e non di costruzione del Sé. Accetta però che il Sé sia interpretato come struttura sociale che nasce e si sviluppa nelle interazioni. Sostiene che i rituali dell’interazione siano essenziali per costruire anche il Sé.

63 COSTRUZIONE DEL SÉ: ALTRI MODELLI
MODELLO DI CONTRASTO (individuazione): scoperta dell’individuo nel XII secolo: l’altro come ‘altro Sé’. Nelle società pre-moderne il Sé non è importante. Empatia annullante. Ostilità alle diversità rispetto al modello culturale condiviso.

64 COSTRUZIONE DEL SÉ: ALTRI MODELLI
MODELLO DI PRIVAZIONE: le relazioni sociali non soddisfano il bisogno del Sé di essere riconosciuto. Sé ‘pubblico’ e Sé ‘privato’: retorica del Sé autentico e distanza dai ruoli specifici che si impersonano. ‘Dignità’ come valore e romanticismo dell’autenticità. Pratica dell’autenticità come prigione per gli altri significativi. Importanza dei rituali di discrezione.

65 Il Sé e i ruoli sociali come problemi per gli individui.
Opposizione fra il ‘vero’ Sé e i ruoli: la retorica dell’individualità. La città come il luogo della manipolazione della presentazione del Sé e teatro dell’ ‘autenticità’, del RIVELARE e insieme DISSIMULARE.

66 IL SÉ E I RUOLI SOCIALI Manipolazioni nella presentazione del Sé
Strategie: interrompere la rappresentazione, segregare i pubblici rilevanti di ruolo; la ‘distanza dal ruolo’. I ruoli hanno pretese contraddittorie rispetto al Sé, e si combinano bene se i valori, le norme e le credenze sono simili in ruoli diversi. La presentazione di Sé permette di sfuggire all’anonimato e alla segmentazione gestendo la propria ‘faccia’. Si cambia ruolo cambiando pubblico rilevante.

67 Breve bibliografia di Erving Goffman
La vita quotidiana come rappresentazione, Il Mulino, Bologna. Asylums. Le istituzioni totali, Einaudi, Torino. Stigma, Laterza, Roma-Bari. Il rituale dell’interazione, Il Mulino, Bologna.

68 Piano delle lezioni del II Modulo (dr. A. Esu)
Introduzione al corso: collocare il territorio, il contesto territoriale Analisi territoriale, gli indicatori socio-economici: la popolazione, il mondo della produzione, lavoro e non lavoro, benessere e qualità della vita esercitazione sulla costruzione degli indicatori e la scelta delle variabili di performance territoriale le metodologie qualitative: Ricerca -azione, studi di comunità Empowerment le reti civiche Sviluppo rurale, P Rural Appraisal (PRA) La sostenibilità urbana, il sistema degli indicatori, le azioni europee, la Carta di Ålborg, i piani di azione locale, alcune esperienze di Agenda 21

69 Sociologia urbana e rurale
Come leggere il territorio Territorio e politiche di governance Perché e come studiare il territorio Dimensione interdisciplinare del territorio geografico (ambiente/trasformazioni) sociologico (sistema sociale delle interrelazioni) antropologico (culture e valori) psicologico (approccio di empowerment) tecnico (territorialisti/urbanisti/agronomi)

70 Sociologia urbana e rurale
Come leggere il territorio Funzioni di questi diversi approcci Incrementare le conoscenze utili alle politiche di governance per: facilitare la presa delle decisioni(problem solving) formulare ricerche/azioni/interventi facilitare processi di sviluppo del territorio fornire una dimensione cognitiva dei fenomeni sociali

71 Sociologia urbana e rurale
Come leggere il territorio Collocare il territorio: il contesto ambientale Approccio geografico Approccio sociologico Tratti distintivi di ogni territorio: morfologia struttura geografica caratteristiche dei suoli/pedologia orografia e idrologia grado di sistimicità

72 Sociologia urbana e rurale
Come leggere il territorio Collocare il territorio: il contesto ambientale relazione uomo-ambiente Paesaggio: insieme dei segni che l’interazione umana lascia sul territorio Isnard :”..a differenza dell’ecosistema, che risulta, da interazioni biologiche, lo spazio nasce dall’iniziativa umana ad esprimere il progetto proprio di ciascuna società. Esso non si adatta all’ambiente naturale, malo utilizza come sostrato, lo trasforma per la migliore realizzazione degli intenti umani, al punto da renderlo spesso irriconoscibile.. Appr. Antropocentrico uomo domina la natura Appr. Ecologico S.Chicago Sostenibilità

73 Sociologia urbana e rurale
Come leggere il territorio Approccio sociologico Studiare lo spazio come un processo sociale: la produzione agricola, misura fortemente l’azione dell’uomo di “lasciare segni” sul territorio * la produzione industriale, le infrastrutturazioni* forme di insediamento* le reti di trasporto* per ciascuno di questi possiamo elaborare diversi piani di analisi ed interpretazione che pongono l’accento su una molteplicità di processi che sono frutto dell’azione umana

74 Sociologia urbana e rurale
Come leggere il territorio Approccio sociologico Alcuni esempi Vie di trasporto, unire due o più punti Distribuzione nel territorio Le condizioni Reti di trasporto L’accessibilità La differenziazione (private, pubbliche -capillarità offerta dei servizi) Percorribilità (elaborazione di tempi di percorrenza, diagrammi di flusso, bacini di traffico, bacini di pendolarità Gestione

75 Sociologia urbana e rurale
Come leggere il territorio Approccio sociologico Alcuni esempi: Le piazze Prima della piazza: il recinto sacro In Medio Oriente/Egitto le grandi città erano costruite secondo un disegno geometrico rettangolare o a forma di quadrilatero, con fitte strade che si incrociano ad angolo retto. Non esisteva un luogo per le riunioni o per le attività comuni. Le autorità vivevano in spazi chiusi e difesi (il tempio, il palazzo del re) lo schema si è mantenuto nel tempo: grandi recinti per gli edifici pubblici (moschee, bagni, scuole, caravanserragli) segnalati da alti edifici (le cupole o minareti) e da una compatta struttura di molti recinti abitativi più bassi. .

76 Sociologia urbana e rurale
Come leggere il territorio Approccio sociologico Alcuni esempi: Le piazze MOSCHEA: luogo pubblico a tutti i mussulmani, è un punto di aggregazione, è uno spazio sociale pur nel rispetto della rigida gerarchia che regolava le autorità politico-religiosa ed i fedeli AGORA’:non è ancora la piazza ma svolge la stessa funzione sociale, era uno spazio comune che dava agli abitanti la coscienza di essere “cittadini”, membri di una comunità e partecipi alle sue decisioni. Era il luogo del mercato e centro politico religioso FORO: è il corrispondente dell’agorà, in epoca repubblicana si trasforma in luogo di attività politica, economica e religiosa la piazza nasce nel medioevo (chiesa-municipio-mercato) come cuore della città, è lo spazio sociale dove ci si riuniva, si decideva, si comunicava, si operavano transazioni economiche.

77 Sociologia urbana e rurale
Come leggere il territorio Approccio sociologico Alcuni esempi: Le piazze A pianta quadrata o a cerchi concentrici, la città europea del Basso Medioevo ha al centro la piazza, il luogo dei cittadini. Secondo alcuni urbanisti le strette stradine medioevali oltre a consentire una maggiore difesa in caso di attacco, servivano a rendere ancor più stupefacente la visione della piazza. Nella piazza sorgevano i due principali edifici pubblici simbolo del potere forte del Medioevo:il palazzo del Comune e la Chiesa la piazza nasce nel medioevo (chiesa-municipio-mercato) come cuore della città, è lo spazio sociale dove ci si riuniva, si decideva, si comunicava, si operavano transazioni economiche. La pazza era anche il luogo di eventi eccezionali o quotidiani, sportivi e culturali, si tenevano le esecuzioni capitali, corse, tornei, spettacoli teatrali

78 Sociologia urbana e rurale
Come leggere il territorio Approccio sociologico Alcuni esempi: Le piazze Nel ‘400-’500 nell’Italia del Rinascimento nasce l’urbanistica, la scienza che progetta ed organizza la città. In conformità con lo spirito razionale dell’epoca ci si sforza di progettare la città perfetta nelle proporzioni, con strade larghe e diritte e con edifici monumentali. La piazza divenne uno dei modi attraverso i quali il Signore della città, il duca, il principe manifestavano la loro ricchezza, il loro potere, la loro magnificenza. La piazza cominciò a perdere il suo valore di spazio sociale, di luogo di incontro anche politico per i cittadini modelli di città ideali, le città fortezza con pianta a stella regolare

79 Sociologia urbana e rurale
Come leggere il territorio Approccio sociologico Alcuni esempi: Le piazze ‘600 le monarchie assolute, la piazza è creata per stupire, fu aperta al punto di incontro di nuovi assi viari, o realizzata aggiungendo nuovi elementi o abbellendo una piazza già esistente (le piazze reali francesi con al centro la statua del re, Roma il piano “barocco” di Sisto V, l’unione delle 7 basiliche ). Frattura: le piazze medioevali continuano ad essere spazi di aggregazione sociale ma perdono il ruolo di spazi politici in cui si esprimeva la partecipazione al governo della città: le piazze dei cittadini si separano dalle piazze del potere

80 Sociologia urbana e rurale
Come leggere il territorio La popolazione Processi di deurbanizzazione e riurbanizzazione Fino agli anni 60 le grandi aree urbanizzate del Nord del mondo avevano sviluppato modalità di crescita “centripeta”, diretto verso l’esterno, inglobando nel suo cammino centri minori che fino a quel momento avevano costituito entità autonome. Geddes (Conurbazione) si allargano all’esterno aprendo una vasta area di fasce suburbane, sobborghi residenziali o industriali, strettamente interdipendenti con il polo principale Nel complesso le conurbazioni vengono a formare le aree metropolitane, ampi agglomerati di insediamenti comprendenti: una città centrale ed un insieme più o meno ampio di comuni gravitanti

81 Sociologia urbana e rurale
Come leggere il territorio Processi di deurbanizzazione e riurbanizzazione Dalla fine degli anni 60 la tendenza si inverte, le città centrali cominciano a perdere popolazione, dando luogo al fenomeno descritto dai geografi come deurbanizzazione (specie di quelle di più antica industrializzazione) Negli anni 80 si avviano processi di riqualificazione di numerose zone della città centrale che spingono verso una attrattività residenziale

82 Sociologia urbana e rurale
Come leggere il territorio Processi di redistribuzione residenziale SUBURBANIZZAZIONE fuoriuscita dalla città centrale di popolazione che va a vivere nelle fasce esterne, compiendo movimenti pendolari giornalieri per raggiungere il posto di lavoro o di studio Gli insediamenti suburburbani sono fortemente differenziati fra loro per FUNZIONI e CARATTERISTICHE della popolazione FUNZIONI: a) insediamenti a carattere residenziale, b) insediamenti di carattere industriale c) insediamenti con un relativo bilanciamento fra le funzioni d) insediamenti con presenza di attività terziarie (attività commerciali, centri direzionali, poli residenziali suburbani

83 Sociologia urbana e rurale
Come leggere il territorio Processi di redistribuzione residenziale CARATTERI DELLA POPOLAZIONE a) zone suburbane destinate a ospitare ceti medi b) aree di status privilegiate c) aree destinate ad ospitare popolazione operaia o immigrati GENTRIFICATION (nobilitazione) tendenza dei gruppi sociali appartenenti al ceto medio-elevato a tornare a risiedere nelle parti centrali della città. Secondo Savage e Warde occorrono 4 processi perché questo avvenga: riorganizzazione della geografia sociale della città raggruppamento spaziale di soggetti con stili di vita e caratteristiche culturali simili trasformazione dell’ambiente costruito un mutamento dell’assetto fondiario

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Come leggere il territorio Gli indicatori socio-economici del territorio

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Come leggere il territorio La popolazione Le caratteristiche demografiche (quantità-distribuzione sul territorio-strutture delle dinamiche passate-tendenze attuali) sono gli elementi di base per condurre analisi sociali e economiche. Studio della DINAMICA DEMOGRAFICA Analisi della dinamica demografica, ossia della composizione della popolazione per età e per sesso e le sue variazioni nel tempo dovute al movimento naturale (nascite e morti) ed al movimento migratorio (mobilità della popolazione) Fonti : Censimento generale della popolazione e delle abitazioni, Annuario di statistiche demografiche

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Come leggere il territorio Le principali variabili che descrivono la popolazione La grandezza, relativa a un territorio di una data superficie La densità media su quel territorio (abitanti/Km²) Distribuzione (per grado altimetrico, centri urbani e centri rurali) Composizione per sesso e fasce d’età Il tasso annuo di natalità e di mortalità Il tasso annuo di accrescimento o di declino (contempla il saldo netto tra il saldo di immigrazione ed emigrazione che attraversa il territorio, l’entità il ritmo e la direzione dei flussi migratori intra ed extra territorio) Misurazioni temporali (breve-medio-lungo periodo) di queste variabili

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Come leggere il territorio Dinamica demografica I processi demografici sono causati da due forze indipendenti: Biologici: influenzano la fecondità e la mortalità Sociali: la mortalità e la sua incidenza secondo l’età ed il sesso sono condizionati anche dal tipo di organizzazione sociale, alimentazione, igiene individuale e pubblica, conoscenze ed organizzazione sanitaria, sfruttamento delle risorse naturali e qualità dell’ambiente, la natalità è condizionata da fattori culturali e religiosi, dalla diffusione dei metodi contraccettivi, dal livello economico, dal sostegno pubblico alla famiglia, dagli stili di vita e dai modelli familiari

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Come leggere il territorio Dinamica demografica Popolazione residente in ciascun comune è costituita dalle persone aventi dimora abituale nel Comune e presenti alla data del Censimento, e dalle persone abitualmente residenti ma che risultano assenti per: emigrazione, servizio di leva,studio, ricovero in centri di cura, detenzione, lavoro, turismo La popolazione presente è costituita dalle persone presenti nel Comune alla data del censimento e aventi dimora abituali, e da persone presenti nel Comune alla data del censimento ma aventi dimora abituale in altri comuni o all’estero

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Come leggere il territorio Dinamica demografica La composizione per età rappresenta uno degli aspetti fondamentali per analizzare la struttura di una popolazione Il modo più semplice per visualizzare questa struttura è quello di ricorrere ad una rappresentazione grafica della ripartizione della popolazione per classi di età (quinquennali). Questo tipo di rappresentazione prende il nome di piramide d’età e può essere costruita sulla base di dati assoluti, la popolazione maschile e femminile viene distinta per ottenere due istogrammi speculari

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Come leggere il territorio Dinamica demografica Tra gli indicatori più comunemente usati, l’età media consente di sintetizzare la composizione per età della popolazione e di definire un parametro semplice,ma efficace di comparazione tra contesti territoriali e socio-economici differenti L’interpretazione di questo indicatore richiede analisi approfondite poiché potrà assumere significati diversi: Riduzione della natalità, aumento della vita media, accentuate dinamiche insediative, trasferimento di famiglie Un altro indicatore di riferimento importante è il tasso di anzianità (pop. in età uguale o superiore ai 65 anni/pop. Totale)

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Come leggere il territorio Esempio INVECCHIAMENTO DELLA POPOLAZIONE L’invecchiamento della popolazione comporta una serie di conseguenze sul piano sociale ed economico: Aumento della domanda di servizi socio-sanitari Incremento del numero delle pensioni che gravano sulla popolazione attiva Riduzione della capacità progettuale della società (popolazione che tende ad operare per se e non per le generazioni future) Aumento delle aspettative di vita Strumenti statistico analitici per misurare questa dinamica (piramidi di età, gli indici di dipendenza)

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Come leggere il territorio La struttura familiare L’evoluzione della struttura familiare rappresenta un elemento significativo dei processi di mutamento di una società. Le variazioni delle tipologie e dell’ampiezza della famiglia nel tempo è associata alle modificazioni storiche dei sistemi sociali in relazione all’organizzazione della produzione, ai processi di urbanizzazione, ai modelli di vita e di relazioni familiari Fino agli anni 50 quasi un terzo delle famiglie italiane era composto da due o più nuclei familiari (famiglia estesa). Tra Nord e Sud persistevano delle differenze: la popolazione urbana viveva in famiglie mononucleari, dopo il matrinonio andavano a vivere in una casa diversa da quella delle rispettive famiglie (residenza neolocale)

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Come leggere il territorio La struttura familiare Nelle regioni centro-settentrionali buona parte della popolazione agricola viveva in famiglie estese, le nuove coppie andavano a vivere nella famiglia di origine del marito (residenza patrilocale). Il modello della popolazione agricola meridionale era la residenza neolocale con maggiore separazione tra luogo di residenza e luogo di lavoro, maggiore separazione tra vita domestica e vita lavorativa Nel boom economico l’urbanizzazione e l’industrializzazione favoriscono la diffusione del modello neolocale e della residenza nucleare

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Come leggere il territorio Il lavoro

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Come leggere il territorio Dinamica demografica I processi demografici sono causati da due forze indipendenti: Biologici: influenzano la fecondità e la mortalità Sociali: la mortalità e la sua incidenza secondo l’età ed il sesso sono condizionati anche dal tipo di organizzazione sociale, alimentazione, igiene individuale e pubblica, conoscenze ed organizzazione sanitaria, sfruttamento delle risorse naturali e qualità dell’ambiente, la natalità è condizionata da fattori culturali e religiosi, dalla diffusione dei metodi contraccettivi, dal livello economico, dal sostegno pubblico alla famiglia, dagli stili di vita e dai modelli familiari Inserire tav 4

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Come leggere il territorio La struttura familiare

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La sostenibilità urbana Sviluppo sostenibile: concetto chiave in questo decennio Idea centrale: le prospettive economiche ed ambientali non devono essere in contrasto possono essere ricomposte con reciproco beneficio Le città sono spesso percepite come agenti di disastro ambientale sia a livello globale che locale. QUESTIONE le politiche ambientali devono essere guidate da preoccupazioni globali o devono rispondere a considerazioni riguardanti l’ambiente locale?

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La sostenibilità urbana Qualsiasi iniziativa per migliorare le condizioni dell’ambiente urbano corrisponde ad un aumento della spesa pubblica e privata, il costo dell’inazione potrebbe rivelarsi estremamente elevato se valutato in termini di: Salute Problemi sociali Produttività e interventi di recupero

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La sostenibilità urbana Intervento a partire da un punto di vista globale Tendenza a raggiungere risultati uniformi attraverso programmi a copertura nazionale Conseguenze: Non tenta di integrare la politica ambientale con altre politiche Produce strategie difficilmente adatte alla situazione locale Genera pressioni sociali e politiche volte ad ottenere esenzioni o sussidi particolari Intervento a partire da un punto di vista locale Sfuggono alle logiche di breve periodo Avvantaggiano criteri di efficienza economica (alcune città potrebbero progredire più altre) introduzione di situazioni di competitività

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La sostenibilità urbana Tra pianificazione urbana e politica ambientale possono insorgere dei conflitti poiché la prima guarda alla questione ambientale come ad una variabile tra tante, l’altra subordina le questioni urbane e quelle ambientali I problemi relativi all’utilizzo del territorio acquisteranno importanza nei prossimi anni poiché il processo di trasformazione spaziale continua anche in quelle aree urbane che hanno smesso di crescere in termini di popolazione, ampiezza o attività economica

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La sostenibilità urbana Impronta ecologica è un metodo pratico che permette di visualizzare in termini di superficie il nostro impatto sull'ecosistema terrestre e, dunque, di capire se eccede quanto la natura può supportare sul lungo termine e individuare i punti su cui intervenire per diminuire il nostro "peso" sull'ecosistema terrestre Crescita delle città europee: 2/3 della popolazione europea vive nelle aree urbane Europa % della popolazione USA % della popolazione Giappone % della popolazione Cambiamento strutturale modifica la scala dei problemi (locale -regionale - globale) e la natura dei problemi (inquinamento atmosferico)

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La sostenibilità urbana Inquinamento atmosferico nella fase di rapida urbanizzazione produce (emissione di ossidi di azoto – inquinanti da fonti domestiche e industriali) fase attuale la questione urbana diventa globale (ossido di carbonio e di azoto) Città: assorbe quantità crescenti di risorse produce quantità crescenti di emissioni e di rifiuti

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La sostenibilità urbana Città di 1 milione di abitanti (EEA.TF 1995) CONSUMA tonnellate di cibo tonnellate di combustibile fossile tonnellate di acqua PRODUCE tonnellate di inquinanti atmosferici tonnellate di rifiuti tonnellate di scarichi idrici tonnellate di ossido di carbonio

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La sostenibilità urbana CITTA’ RISORSE ECOSISTEMA AMBIENTE CIRCOSTANTE Non è sufficiente una sostenibilità a livello locale Si possono raggiungere obiettivi di sostenibilità locale nel breve termine e continuare ad imporre la pressione insostenibile sull’ambiente globale La dimensione globale emerge quando la questione si sposta a lungo termine

115 Sociologia urbana e rurale
La sostenibilità urbana Rapporto stato ambiente e performances ambientali in 51 città (utilizzazione di 55 indicatori) struttura urbana (densità di popolazione – uso del suolo – mobilità) flussi di risorse (energia – acqua – materiali) qualità ambiente ( aria – rumore – aree verdi – sicurezza stradale – qualità abitativa) CONCLUSIONI : il degrado ambientale aumenta in relazione all’aumento della pressione ambientale

116 Sociologia urbana e rurale
La sostenibilità urbana QUALITA’ DELL’AMBIENTE URBANO Miglioramento della qualità dell’aria: riduzione degli ossidi di zolfo Sostituzione fonti energetiche (olio combustibile gas delocalizzazione delle industrie fuori dalla cintura urbana) Aumento dell’ossido di azoto e di monossido di carbonio: supera i limiti posti dall’OMS Aumento del rumore congestione

117 Sociologia urbana e rurale
La sostenibilità urbana GESTIONE RISORSE NATURALI Consumi energetici variano in rapporto a: clima, grado di urbanizzazione, struttura industriale uso domestico assorbe 1/3 del totale trasporto assorbe il 30% attività industriale e commerciale è una quota variabile rispetto alla vocazione economica della città acqua oscilla tra i 100/500 litri pro-capite

118 Sociologia urbana e rurale
La sostenibilità urbana Le politiche per la città non sono riuscite a tenere il passo con i profondi cambiamenti avvenuti nella struttura urbana La questione urbana è un sotto-insieme delle politiche nazionali, le politiche urbane hanno come oggetto i problemi non affrontati o risolti da altre politiche CARATTERE RESIDUALE politiche curative nella concezione e nei fatti Due deficit sono all’origine: insufficienza di investimenti privati/pubblici in infrastrutture sociali e fisiche (qualità della distribuzione della spesa pubblica) innovazioni (politiche economiche)

119 Sociologia urbana e rurale
La sostenibilità urbana l’organizzazione dello spazio e delle abitazioni ha un’influenza considerevole seppur indiretta su: inquinamento consumo energetico di materiali zonizzazione urbana e standard di costruzione hanno inibito l’adozione di nuovi percorsi utilizzativi tradizionalmente la città è un contenitore di edifici di epoche differenti con diverse destinazioni d’uso collocati uno vicino ad un altro

120 Sociologia urbana e rurale
La sostenibilità urbana Aree periferiche (a causa dei regolamenti, preferenze, evoluzione dei valori immobiliari) si sono sviluppate secondo un modello monoculturale (villino bifamiliare coop.) con unica destinazione d’uso e di stile simile Le aree periferiche mostrano una bassa capacità di cambiamento dell’ambiente costruito

121 Programma Introduzione Universalità del rapporto di vicinato.
Perché se ne parla poco? Il tema del seminario Vicino e vicinato: due definizioni problematiche. Il vicinato in città. I “villaggi urbani”. Il quartiere Sant’Elia.

122 Tutti, anche nelle più remote aree rurali, hanno vicini di casa
Tutti, anche nelle più remote aree rurali, hanno vicini di casa. Abrams, 1986 Chi non ha vicini di casa: senzatetto, eremiti, ricercatori, chi vive in aree isolate. Chi ha vicini ma non li può frequentare: reclusi, monache di clausura, pazienti di ospedali psichiatrici. Casi in cui il vicinato ha un significato diverso: popolazioni nomadi e “primitive”.

123 Perché la sociologia si interessa poco ai rapporti tra vicini?
Il senso comune suggerisce che il rapporto di vicinato sia meno importante che in passato, quindi trascurabile. La sociologia, dalle sue origini, ha ritenuto che i rapporti tra vicini fossero destinati ad un eclisse progressiva. Problemi a definire l’oggetto di studio.

124 Chi è il vicino, cosa è il vicinato.
Lo spazio: elemento costitutivo. Non tutte le persone che abitano vicino a noi sono “vicini”. Il vicino inteso come “buon vicino”. Definizioni operative e definizioni emiche. Rapporto tra vicino e vicinato. La necessità di dare una definizione.

125 Il vicinato in città. Fattori del declino del vicinato:
Ruolo meno centrale della casa. Aumento della mobilità (fisica, sociale, residenziale). Il ruolo dei mezzi di comunicazione. La volontà/possibilità di scegliere i partner relazionali.

126 Quando, e per chi, il rapporto di vicinato ha importanza.
Donne, casalinghe, pensionati, anziani e bambini. Il rapporto di vicinato come risposta alle costrizioni ambientali. I villaggi urbani.

127 Il quartiere Sant’Elia.
La particolare storia del quartiere. Le tre zone. Chi sono i vicini, che rapporti hanno tra loro, quanto si aiutano e in quali situazioni. Isolamento/appartenenza.

128 Perché occuparsi di vicinato.
Ambito intermedio. Buon vicinato = maggiore qualità della vita. Il vicinato come luogo da difendere (territorial pissing) - litigiosità tra vicini. Servizi forniti all’interno del vicinato. Progettazione dal basso. Unità politico/amministrativa.

129 Il condominio. Il condomino come vicino.
Il condominio: spazio soggetto a regole comuni. Il gioco tra formale informale.


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