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Metodologia della ricerca sociale Una introduzione

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Presentazione sul tema: "Metodologia della ricerca sociale Una introduzione"— Transcript della presentazione:

1 Metodologia della ricerca sociale Una introduzione
A cura di Caterina Lo Presti Anno Accademico

2 Che cosa è la scienza? La scienza è un’attività umana
Prende forma all’interno di specifiche condizioni storiche e sociali È un’attività linguistica (produzione di discorsi) che utilizza uno specifico vocabolario per descrivere gli eventi nel mondo (termini, concetti, asserti o proposizioni, ipotesi, teorie). La produzione di teorie (sistemi di enunciati) è lo scopo dell’attività scientifica. Di tipo cognitivo

3 Che cosa è la scienza? Tende ad una conoscenza descrittiva della realtà, non prescrittiva Di tipo empirico, argomentata mediante criteri logico-osservativi, pubblicamente concordati Si esplica intorno a tre contesti: della scoperta, della giustificazione, dell’accettabilità nel contesto più generale dell’indagine

4 Che cosa distingue il pensiero scientifico dal senso comune?
Il pensiero e l’attività scientifica: Producono spiegazioni sui fenomeni controllabili empiricamente Definisce le specifiche proprietà dell’oggetto di indagine Controlla le relazioni che intercorrono fra queste proprietà Utilizza concetti atratti Si fonda sulla coerenza logica Rispetta le condizioni di sensibilità, riproducibilità degli strumenti operativi utilizzati

5 Che cosa distingue il pensiero scientifico dal senso comune?
Il senso comune: Dà per scontata la realtà Dà per scontata la coerenza logica e la razionalità di tale realtà La realtà è considerata autoevidente Si ferma alle apparenze Non assume la metodicità e la sistematicità nelle osservazioni Le osservazioni considerano la realtà nella sua interezza

6 Che cosa è la ricerca sociale?
La ricerca sociale si occupa di raccogliere e interpretare dati allo scopo di rispondere a domande concernenti i diversi aspetti della società, permettendoci così di comprenderla (Bailey, 1995).

7 metodo scientifico Il metodo scientifico è la modalità tipica con cui la scienza procede per raggiungere una conoscenza della realtà oggettiva, affidabile, verificabile e condivisibile. Esso consiste, da una parte, nella raccolta di evidenza empirica e misurabile attraverso l'osservazione e l'esperimento; dall'altra, nella formulazione di ipotesi e teorie da sottoporre nuovamente al vaglio dell'esperimento

8 La logica della ricerca scientifica
Un posto centrale nella moderna filosofia della scienza è occupato dall'epistemologia. Essa si occupa dei fondamenti, della natura dei limiti e della validità del sapere scientifico, assumendo come oggetto di indagine i procedimenti effettivi e il linguaggio della scienza. Essa si pone il problema della validità delle procedure effettive della scienza. Come possiamo essere sicuri di possedere una conoscenza autentica? La conoscenza è legata alla credenza, ma ciò che è conosciuto deve essere vero, ciò che è creduto può essere falso. Dunque la conoscenza deve essere un credenza vera giustificata (Bechtel, 1995). Si pone quindi il problema della giustificazione delle credenze: i due approcci fondamentali sono il fondazionalismo e il coerentismo.

9 La logica della ricerca scientifica
Secondo l'approccio fondazionalista la base per la maggior parte degli asserti conoscitivi è un insieme di asserti fondativi, da cui vengono derivate altre conoscenze. I fondazionalisti vedono la scienza come un edificio che si costruisce mattone su mattone, dove ogni nuovo asserto conoscitivo poggia su quelli precedenti. Questo approccio, partito con la grande ambizione di unificare tutte le scienze, è stato ormai sostanzialmente abbandonato.

10 La logica della ricerca scientifica
L'approccio coerentista ripudia apertamente la nozione di fondamenti esterni a favore della giustificazione nella relazione tra credenze. Il requisito fondamentale diventa la coerenza tra credenze. Le credenze che sono coerenti si giustificano l'un l'altra in modo tale che, anche se nessuna di esse può essere sostenuta indipendentemente dalle altre, nel suo insieme l'intera rete risulta stabile.

11 La logica della ricerca scientifica
Una critica all'epistemologia classica proviene dalla cosiddetta epistemologia naturalizzata, che propone di mettere da parte il concetto di conoscenza per concentrarsi su ciò che giustifica la credenza; diventano così rilevanti le conoscenze empiriche relative al modo in cui gli esseri umani elaborano l'informazione e formulano giudizi.

12 Epistemologia Studio dei metodi conoscitivi impiegati nelle scienze
Il suo compito è dimostrare che l’uomo possiede una conoscenza autentica (una credenza vera giustificata)

13 Epistemologia L'epistemologia è quella branca della filosofia che si occupa delle condizioni sotto le quali si può avere conoscenza scientifica e dei metodi per raggiungere tale conoscenza etimologia del termine deriva dall'unione delle parole greche επιστήμη (episteme), scienza, conoscenza certa, e λόγος (logos), discorso. In un'accezione più ristretta l'epistemologia può essere identificata con la filosofia della scienza, la disciplina che si occupa dei fondamenti delle diverse discipline scientifiche. È bene precisare che nell'ambito della cultura anglosassone il concetto di epistemologia viene invece usato come sinonimo di gnoseologia o teoria della conoscenza, la disciplina che si occupa dello studio della conoscenza in generale.

14 Approccio fondazionalista
– NEOPOSITIVISTI (Carnap, Hempel, …..) La conoscenza è fondata sull’esperienza La logica come strumento di rappresentazione formale della struttura della scienza Teoria come struttura assiomatica (reti strutturali di asserti da cui si possono derivare leggi scientifiche) Gli enunciati scientifici devono essere verificati con l’esperienza empirica Il sapere scientifico può essere cumulativo se si fa un uso non ambiguo del linguaggio

15 Contesto della scoperta
Schema ipotetico-deduttivo per lo sviluppo di leggi scientifiche: si formula un’ipotesi a partire da un evento che richiede spiegazioni e se ne accerta la verità cercando delle prove empiriche Ipotesi: SE x ALLORA Y Fatto: y Spiegazione: x Le previsioni confermate sono il mezzo per raccogliere prove per la verità di ipotesi o leggi

16 Contesto della giustificazione
Schema nomologico-deduttivo della spiegazione scientifica: la spiegazione di un evento consiste nella derivazione di un asserto che lo descrive a partire da leggi generali e da fatti empirici noti SE x ALLORA Y fatto: x conseguenza (prevista o spiegata): y Se tale derivazione viene realizzata prima del verificarsi del fatto x si ha una previsione anzichè una spiegazione

17 Approccio fondazionalista
Falsificazionismo (Popper) Se un’ipotesi tratta da una teoria è falsa, allora la teoria è falsa (es. cigno bianco- cigno nero) Nessuna quantità di esperimenti potrà dimostrare che ho ragione; un unico esperimento potrà dimostrare che ho sbagliato. » (Albert Einstein, lettera a Max Born del 4 dicembre 1926) Contesto della scoperta – Schema di falsificazione Se esiste anche solo una condizione empirica che falsifica la teoria, questa è falsa Lo scopo delle teorizzazioni è scoprire le leggi fondamentali della natura e riorientarsi continuamente in direzione della verità

18 Approccio coerentista
Scienza come evoluzione di paradigmi (Kuhun) Paradigma: quadro di riferimento per definire i fenomeni che una disciplina assume come oggetti di studio I paradigmi nascono, evolvono, muoiono e sono in concorrenza tra di loro per diventare paradigmi dominanti Lo scopo dello scienziato è adattare le teorie alla natura; queste sono degli schemi di come la natura si comporta L’approccio è di tipo storico e rinuncia a qualsiasi tentativo di fornire una teoria normativa della scienza

19 Approccio coerentista
Anarchismo metodologico (Feyerabend) Rifiuta ogni tentativo di specificare una metodologia della scienza Necessità di considerare sempre teorie alternative al fine di scoprire i dati che potrebbero falsificare una teoria, ma anche di difendere le teorie già falsificate perché in futuro potrebbero emergere nuove informazioni tali da invalidare i dati falsificanti. Procedimento controinduttivo: chi ha infranto le regole del pensiero corrente della sua epoca ha portato progresso scientifico.

20 Approccio coerentista
1970 Scienza come sviluppo di programmi di ricerca (Lakatos) Programma di ricerca: nucleo (non sottoposto a processo di revisione) di assunti fondamentali condivisi da tutti i ricercatori, circondato da ipotesi ausiliarie (falsificabili) Un programma di ricerca è valutato dal suo carattere più o meno progressivo e può convivere con altri Progresso tecnico: estendere la portata empirica di una teoria, applicandola a nuovi domini Progresso empirico: corroborare empiricamente le nuove tesi proposte nel corso del progresso teorico

21 Approccio coerentista
1977 Scienza come sviluppo di tradizioni di ricerca (Laudan) Tradizioni di ricerca: sequenza di teorie che condividono assunti ontologici circa la natura del mondo e principi metodologici che prescrivono come modificare e sviluppare nuove teorie.

22 Approccio della complessità
Dagli anni Cinquanta ad oggi (Maturana e Varela, Bateson, Morin…….) La realtà può essere osservata attraverso il concetto di complesso. La complessità è una parola problema e non una parola soluzione (E.Morin, trad. it. 1993) La nozione di complessità non ha uno statuto epistemologico assimilabile a quello delle nozioni scientifiche in senso proprio, non appartiene ad una teoria o ad una disciplina parti­colare, ma appartiene, piuttosto, ad un discorso “a proposito della scienza" (G.Bocchi, M. Ceruti, 1985). Non si può parlare di una complessità, "ma delle complessità: non c'è una via di accesso privilegiata alla complessità, ma piuttosto molteplici vie della complessità" (ivi, 7).

23 Approccio della complessità (cont.)
Dagli anni Cinquanta ad oggi (Maturana e Varela, Bateson, Morin…….) Per Morin i fondamenti del pensiero complesso sono tre principali idee o principi: il principio dialogico: associa due termini complementari ed antagonisti ed afferma l'unidualità dell'essere: non più solo dimensione biologica o solo dimensione del pensiero, la vera essenza dell'essere diventa la complementarietà, la interconnesione fra le due nature il principio della causalità ricorsiva: non causalità lineare, né causalità retroattiva, il modello della causalità ricorsiva "si riferisce a un processo in cui gli effetti e i prodotti sono contemporaneamente cause e produttori nel proces­so stesso e in cui gli stati finali sono necessari alla genera­zione degli stati iniziali" (E.Morin, 1989) il principio dell'ologrammaticità:"L'organizzazione complessa del tutto (holos) esige l'inscrizione (engramma) del tutto (ologramma) in ciascuna delle sue parti pur singolari; così, la complessità organizzazionale delle parti, la quale esige ricorsivamente la complessità organizzazionale del tutto. Le parti hanno ciascuna la loro singolarità, ma non sono per questo dei puri elementi o frammenti del tutto; esse sono nello stesso tempo dei micro‑tutto virtuali." (E.Morin, 1989)

24 Razionalità e complessità
Cfr. E.Morin articolo

25 Il percorso della ricerca scientifica moderna
1686 Newton presenta alla Royal Society di Londra i Principia, che contengono le leggi fondamentali del moto: essi introducono un nuovo modo di fare scienza e guardare al mondo 1865 Il secondo principio della termodinamica, proposto da Clausius, introduce il concetto di entropia: disordine e irreversibilità diventano oggetti scientifici Inizi XX sec. Teoria della relatività (A. Einstein) e meccanica quantistica (…..) stabiliscono dei confini di validità per la scienza classica 1946 Alle Macy Conference, grazie ai matematici von Neumann e Wiener, nasce la cibernetica: la scienza del controllo e della comunicazione nella macchina

26 Il percorso della ricerca scientifica moderna
1950 von Bertalanffy introduce la scienza alla teoria dei sistemi 1961 Al MIT il meteorologo Lorentz scopre che una minima deviazione nelle condizioni iniziali di un sistema genera effetti inimmaginabili (effetto butterfly): nasce la teoria del caos 1977 A Ilia Prigogine viene assegnato il Nobel per la Teoria delle strutture dissipative Bateson Maturana e Varela Morin

27 Epistemologia e Sociologia
Il dibattito in sociologia – il Methodenstreit Differenze tra scienze dello spirito e scienze della natura Positivismo vs. teorie dell’azione Sistema e attore Il paradigma della complessità

28 Metodologia e tecniche della ricerca
Perché è necessario studiare il metodo? Non basta l’acquisizione di tecniche di ricerca?

29 Metodologia delle Scienze Sociali
“E’ quella parte della logica che ha per oggetto le regole, i principi di metodo, le condizioni formali che stanno alla base della ricerca scientifica e che consentono di ordinare, sistemare e accrescere le nostre conoscenze” (Corbetta, 1999, p.10)

30 Epistemologia Metodologia Tecniche di ricerca

31 Qualsiasi scienza ha l’obiettivo di costruire proposizioni riguardanti la realtà
Le proposizioni scientifiche si distinguono da quelle del discorso comune per la possibilità di controllo empirico e logico

32 La definizione del concetto:
CHE COSA E’ UN CONCETTO?

33 Il CONCETTO E’ UNA NUVOLA

34 Cosa è un concetto E’ una categoria mentale che permette di classificare in modo convenzionale e arbitrario oggetti concreti o astratti e di denominarli

35 Significato Parola Referente Ambiguità Vaghezza (denota poco e male)
(da: G. Sartori, La politica. Logica e metodo in scienze sociali )

36 Relazioni di significato
Comunità sociale Linguaggio Mondo Segni Oggetti designati Simboli Referenti Parole Regole Raffigurazioni del mondo

37 Relazioni di significato
Mondo 1 Dei referenti (Popper: degli oggetti) Mondo 2 Dei concetti Mondo 3 Dei segni (Popper: del linguaggio) Coppie concettuali rilevanti Oggetti Proprietà Stati Concetti Termini Livello 1 Utile/inutile Fatti Insiemi di fatti Serie di fatti Asserti Proposizioni Livello 2 Vero/falso Nessi fra fatti Nessi fra asserti Nessi fra sistemi di proposizioni Livello 3 Plausibile/Non Pl.

38 La scala di astrazione dei concetti
Concetto empirico ESS. VIV. RAZZA UM. SIG. M.ROSSI ESSERI VIVENTI RAZZA UMANA ESSERI VIVENTI Concetto teorico REALTA’

39 Dai concetti alle definizioni
Una definizione “è una regola sintattica o grammaticale dell’uso linguistico” (Rudner) che stipula l’equivalenza tra due simboli linguistici (parole o loro combinazioni) denominati DEFINIENS e DEFINIENDUM DEFINIENS è l’esplicazione della definizione DEFINIENDUM è l’oggetto della definizione

40 Dai concetti alle definizioni
Definizioni nominali (o stipulative) E’ “una convenzione che serve semplicemente ad introdurre una notazione alternativa …. in luogo di una espressione linguistica data” (Hempel) Es.: Indicheremo con il termine famiglia ogni raggruppamento di persone legate da vincoli coniugali, di consanguineità e/o affinità e che vivono sotto lo stesso tetto Definiendum e definiens sono logicamente dipendenti la definizione nominale può essere utile o inutile non vera o falsa

41 Dai concetti alle definizioni
Definizioni reali (o lessicali) Fissano in modo univoco le proprietà caratteristiche di determinate entità …. così che l’oggetto da definire sia l’unico a rispondere alla proprietà in questione (Enciclopedia Europea) Esempio: Ogni rappruppamento di persone legate da vincoli matrimoniali, di consanguineità e/o affinità e che vivono sotto lo stesso tetto (DEFINIENS) è, costituisce, una famiglia (DEFINIENDUM) La proposizione può essere vera o falsa. Nel caso delle definizioni reali il definiendum ha già un significato precedente a quello dichiarato nel definiens. Definiens e definiendum sono logicamente indipendenti

42 Definizioni nominali Le definizioni nominali vengono principalmente usate in sociologia per introdurre o coniare nuovi termini volti ad indicare contenuti di significato per i quali ancora non esiste una denotazione terminologica, oppure per attribuire rilevanza scientifica a termini già in uso in letteratura Quindi essi ci aiutano ad ampliare quegli schemi concettuali che non sono né veri, né falsi, ma solo utili o inutili e che vanno poi trasformate in proposizioni dotate di contenuto empirico da confrontare con l’esperienza

43 Dai concetti alle definizioni agli indicatori

44 Esempio di operazionalizzazione del concetto di Qualità

45 Esempio di ricerca di taglio neopositivista: Crime in the Making
Analisi secondaria dei dati raccolti da altri autori Ipotesi di ricerca ……. Campione analizzato: 500 cd autori di reato giovani, maschi, bianchi che nel 1939 (data di inizio della ricerca) avevano fra i 10 e i 17 anni (case di correzione del Massachusetts) 500 ragazzi “normali” non autori di reato (scuole pubbliche della stessa area

46 Esempio di ricerca di taglio neopositivista: Crime in the Making
Modello teorico sull’influenza delle variabili strutturali di base e delle variabili processuali sul comportamento deviante (Sampson e Laub, 1993) Variabili strutturali di base Affollamento abitativo Disgregazione familiare Dimensione familiare Basso status socio-economico Nascita all’estero Mobilità residenziale Occupazione della madre Devianza paterna Devianza materna Variabili processuali Padre erratico, freddo e minaccioso Madre erratica, fredda e minacciosa Mancanza di supervisione materna Rifiuto, ostilità da parte dei genitori Rifiuto dei genitori da parte del ragazzo REATO

47 La scala di astrazione dei concetti
1. concettualizzazione 2. operazionalizzazione 3. nuova concettualizzazione

48 Cosa è una teoria? Un insieme di proposizioni organicamente connesse, che si pongono ad un elevato livello di astrazione e generalizzazione rispetto alla realtà empirica, le quali sono derivate da regolarità empiriche e dalle quali possono essere derivate delle previsioni specifiche

49 Che cosa è una spiegazione?
Una deduzione logica di un enunciato (explanandum) da condizioni singolari di contesto e da proposizioni universali (explanans = leggi causali)

50 Che cosa è un’ipotesi? E’ un’affermazione provvisoria, sotto forma di relazione tra due o più concetti, derivata dalla specificazione di una teoria e che necessita di controllo empirico per poter essere confermata.

51 Il controllo logico delle proposizioni può basarsi soltanto su altre proposizioni e concetti preesistenti Importanza di postulati o assunti fondamentali

52 Il concetto di Paradigma
Una prospettiva teorica: a) condivisa e riconosciuta dalla comunità di scienziati di una data disciplina b) fondata sulle acquisizioni precedenti c) che opera indirizzando la ricerca verso: l’individuazione e la scelta dei fatti rilevanti da studiare, la formulazione di ipotesi interpretative dei fatti, l’utilizzo di tecniche di ricerca disponibili.

53 Componenti analitiche di un paradigma:
Metateorie teorie Tecniche e procedure Proposizioni e leggi

54 Problemi nell’applicazione del concetto di paradigma in Sociologia
Sociologia come scienza: Paradigmatica Pre-paradigmatica Multi-paradigmatica

55 Caratteristiche di un paradigma
Questione ontologica (natura dell’oggetto) Questione epistemologica (sua conoscibilità: rapporto tra oggetto e soggetto osservante Questione metodologica (quali procedure di ricerca)

56 Problemi nell’applicazione del concetto di paradigma in Sociologia
Sociologia come scienza: Paradigmatica Pre-paradigmatica Multi- paradigmatica

57 Il positivismo ingenuo ritiene che sia possibile osservare “oggettivamente” il mondo che ci circonda

58 Il circuito della ricerca

59 Confronto tra ricerca quantitativa e qualitativa
Nelle fasi di: Impostazione della ricerca Rilevazione delle informazioni Analisi dei dati risultati

60 Confronto tra ricerca quantitativa e qualitativa: relazione teoria - ricerca
Nella ricerca qualitativa: aperta, interattiva, prospettiva della teoria emergente Nella ricerca quantitativa: Strutturata, fasi logicamente sequenziali. Prospettiva della verifica

61 Confronto tra ricerca quantitativa e qualitativa: funzione della letteratura
Nella ricerca quantitativa: centrale per la definizione precisa delle ipotesi e delle procedure confirmatorie Nella ricerca qualitativa:secondaria perché scarsa o perché non generalizzante (carenza di teorie)

62 Confronto tra ricerca quantitativa e qualitativa Concetti
Nella ricerca quantitativa i concetti sono operativizzati mediante indicatori Nella ricerca qualitativa i concetti sono sfumati, orientativi, provvisori, in via di definizione

63 Confronto tra ricerca quantitativa e qualitativa rapporto con l’ambiente
Nella ricerca qualitativa viene adottato un approccio che sfrutta la reattività (come nell’osservazione partecipante Nella ricerca quantitativa il rapporto con l’ambiente comporta un approccio manipolativo (logica sperimentale) e il controllo della reattività

64 Confronto tra ricerca quantitativa e qualitativa interazione soggetto - oggetto
Nella ricerca quantitativa l’osservazione è distaccata e neutrale (“assenza virtuale”) Nella ricerca qualitativa l’osservatore è coinvolto personalmente e condivide le esperienze degli osservati

65 Confronto tra ricerca quantitativa e qualitativa ruolo del soggetto studiato
Nella ricerca quantitativa il soggetto studiato è passivo Nella ricerca qualitativa il soggetto studiato è attivo

66 Confronto tra ricerca quantitativa e qualitativa disegno della ricerca
Nella ricerca quantitativa è strutturato, chiuso, precede la discesa sul campo Nella ricerca qualitativa è destrutturato, aperto, definito e ridefinito durante il field

67 Confronto tra ricerca quantitativa e qualitativa generalizzabilità
Nella ricerca quantitativa si usano campioni statisticamente rappresentativi Nella ricerca qualitativa si usano serie di casi o casi singoli statisticamente non rappresentativi

68 Confronto tra ricerca quantitativa e qualitativa strumenti di rilevazione
Nella ricerca quantitativa sono uniformi per tutti i soggetti, con lo scopo di costruire una matrice dei dati Nella ricerca qualitativa variano a seconda dei soggetti o dei casi analizzati

69 Confronto tra ricerca quantitativa e qualitativa tipo di dati raccolti
Nella ricerca qualitativa si raccolgono dati soft, ricchi ed eterogenei Nella ricerca quantitativa si raccolgono dati hard, “oggettivi” e standardizzati

70 Confronto tra ricerca quantitativa e qualitativa oggetto dell’analisi
Nell’approccio quantitativo oggetto di analisi è la variabile Nell’approccio qualitativo oggetto dell’analisi è l’individuo

71 Confronto tra ricerca quantitativa e qualitativa obiettivo
Nella ricerca quantitativa obiettivo dell’indagine è spiegare la varianza Nella ricerca qualitativa obiettivo dell’indagine è comprendere i soggetti

72 Confronto tra ricerca quantitativa e qualitativa tecniche utilizzate
Nella ricerca quantitativa vengono applicate tecniche statistiche e matematiche Nella ricerca qualitativa vengono utilizzate tecniche discorsive e narrative

73 Confronto tra ricerca quantitativa e qualitativa tipo di risultati
Nella ricerca quantitativa i risultati riguardano relazioni causali e loro confronto quantitativo Nella ricerca qualitativa i risultati mirano a costruire classificazioni e tipologie

74 Confronto tra ricerca quantitativa e qualitativa portata dei risultati
Nella ricerca quantitativa i risultati sono tendenzialmente generalizzabili, in una prospettiva nomotetica Nella ricerca qualitativa i risultati sono specifici, in una prospettiva idiografica

75 Confronto tra ricerca quantitativa e qualitativa controllabilità dei risultati
Nella ricerca quantitativa si persegue la ripetibilità delle procedure standardizzate e la fedeltà allo standard Nella ricerca qualitativa si persegue la condivisione intersoggettiva tra ricercatori con impostazione simile

76 La mania di voler assolutamente trovare le “leggi” della vita sociale è semplicemente un ritorno al credo filosofico degli antichi metafisici, secondo il quale ogni conoscenza deve essere assolutamente universale e necessaria Georg Simmel

77 Le tecniche quantitative
Il questionario

78 Il questionario E’ un piano strutturato di domande che un soggetto (intervistatore) pone ad un altro soggetto (intervistato) nel corso di un’intervista. Esso è uno strumento che permette di raccogliere dati ed informazioni sui soggetti intervistati, sulle loro opinioni, sui loro bisogni, sui loro comportamenti

79 Il questionario Nella costruzione del questionario vi sono due livelli, fra di loro interconnessi: La definizione del concetto e degli indicatori (piano del contenuto), che si esprime nella definizione del c.d. Piano del questionario; La definizione delle domande (organizzazione del questionario)

80 L’organizzazione del questionario
Come si scelgono le domande di un questionario? Ogni domanda o batteria di domande costituisce la traduzione operativa degli indicatori sociologici individuati nel Piano del Questionario

81 L’organizzazione del questionario
L’indicatore è uno strumento che serve per “misurare” in qualche modo un fenomeno (concetto) o un suo particolare aspetto Es.: il titolo di studio è un indicatore del livello di istruzione di un soggetto o di una popolazione Ogni indicatore o gruppo di indicatori è perciò strettamente connesso alle ipotesi ed agli obiettivi della ricerca che si sta conducendo

82 L’organizzazione del questionario
Condizioni indispensabili per la costruzione di un buon indicatore Conoscenza delle dinamiche intrinseche al fenomeno Fantasia Creatività

83 L’organizzazione del questionario
Qualità concettuali richieste per un buon indicatore Pertinenza: Risponde alla domanda Riguarda veramente il fenomeno che voglio misurare? Specificità: Risponde alla domanda Riguarda solo il fenomeno che voglio misurare o comprende anche situazioni che nulla hanno a che vedere il fenomeno?

84 L’organizzazione del questionario
Qualità concettuali richieste per un buon indicatore Sensibilità: Risponde alla domanda Quante situazioni riconducibili al fenomeno mi sfuggono utilizzando quel tipo di indicatore? Riproducibilità: Risponde alla domanda E’ ridotta al minimo la variabilità tra osservatori?

85 L’organizzazione del questionario
Domande a risposta aperta Es.: Come trascorre il Suo tempo libero? spec. ……………………………………. Vantaggi: Lasciano spazio all’intervistato e gli consentono di rispondere secondo la sua opinione. Si utilizzano quando le modalità di risposta possibili sono molto elevate e non possono essere condensate in un ristretto numero di categorie.

86 L’organizzazione del questionario
Domande a risposta aperta Es.: Come trascorre il Suo tempo libero? spec. ……………………………………. Svantaggi: Difficoltà di codificazione Difficoltà di aggregazione delle diverse modalità di risposta; difficoltà di confronto fra le risposte

87 L’organizzazione del questionario
Domande a risposta chiusa Es.: Come trascorre il Suo tempo libero? 1. Ascolto musica 2. Mi dedico al mio hobby 3. Sto con gli amici 4. Leggo 5. Mi dedico ai lavori di casa 6. Faccio sport 7. Vado al cinema 8. Altro

88 L’organizzazione del questionario
Domande a risposta chiusa Vantaggi Le risposte sono standardizzate e facilitano il confronto Più facili da codificare Sono più chiare per l’intervistato Svantaggi Possono indurre l’intervistato che non ha una propria opinione a dare una risposta a caso La variabilità delle risposte risulta a volte annullata in seguito a scelte forzate

89 L’organizzazione del questionario
Attenzione alle Domande viziate Cosa ne pensa del grave fenomeno dell’alcoolismo? Domande doppie Cosa ne pensa della diffusione della violenza e della tossicodipendenza?

90 L’organizzazione del questionario
Attenzione alle Domande imbarazzanti o compromettenti. In genere si inseriscono alla fine e non si formulano in maniera diretta Non si chiede “Lei ha mai tradito sua moglie?” ma “A moltissime persone è capitato di essere infedeli al proprio partner: anche a lei?”

91 L’organizzazione del questionario
Le domande possono essere organizzate secondo un ordine: Logico esempio: chiedere prima il corso di studi e poi la professione Cronologico esempio: chiedere prima le esperienze lavorative del passato e poi quella attuale Con la “tecnica ad imbuto” esempio: si fanno prima le domande più generali e poi si passa man mano alle domande più specifiche

92 L’organizzazione del questionario
La formulazione delle domande può esercitare un’enorme influenza sulle risposte ricevute, quindi esse devono essere il più possibile: Chiare e semplici: cioè adatte al livello linguistico degli intervistati Abbastanza brevi per non stancare l’intervistato Non ridondanti per evitare ripetizioni Il questionario va sempre pretestato

93

94 L’attendibilità Uno strumento di misura è attendibile se, applicato allo stesso fenomeno produce sempre gli stessi risultati. Metodi di misurazione dell’Attendibilità Test-retest si intervista lo stesso soggetto più volte Quanto tempo si fa passare tra una somministrazione e un’altra? Metodo della divisione a metà Si costruisce una scala con il doppio degli items necessari e si dividono in due gruppi. Correlando i punteggi si misura l’Attend. I due gruppi di items misurano lo stesso concetto?

95 L’attendibilità Uno strumento di misura è attendibile se, applicato allo stesso fenomeno produce sempre gli stessi risultati. Metodi di misurazione dell’Attendibilità Metodo dell’attendibilità a forma multipla Si usano due strumenti diversi rispetto allo stesso concetto e si somministrano allo stesso gruppo di soggetti, nella stessa occasione

96 La validità Riguarda la capacità di ottenere differenze di punteggio che riflettono autentiche differenze tra gli individui rispetto alle caratteristiche misurate Validità interna: Verifica se la dimensione del concetto da analizzare è adeguatamente rappresentata dagli indicatori Verifica la correttezza della concettualizzazione, vale a dire: Che la definizione nominale sia corretta cioè che i predicati si riferiscano a caratteristiche osservabili empiricamente Che la definizione operativa indichi adeguatamente i referenti empirici che rendano possibile la rilevazione del concetto

97 La validità Consente di individuare tecniche di rilevazione adeguate
Validità esterna: Verifica che la definizione operativa sia in grado di definire delle relazioni significative fra concetto e referente Consente di individuare tecniche di rilevazione adeguate Riguarda gli strumenti di rilevazione vera e propria

98 Metodi di verifica della validità
Validità autoevidente (o a vista, o convalida per contenuto, o convalida logica) Riguarda la V.I. e non ricorre a prove empiriche Validità mediante criterio (o convalida pragmatica) Riguarda la V.E. e fa ricorso a prove empiriche Es.: Metodo dei gruppi noti ( per i loro opposti atteggiamenti) Validità per costruzione Riguarda la V.I. e la V.E. e fa riferimento a prove empiriche

99 Metodi di verifica della validità
Validità autoevidente Livello concettuale X1 Livello empirico X’1 Validità mediante criterio Livello concettuale X1 Livello empirico X’1 X’’1

100 Metodi di verifica della validità
Validità per costruzione Livello concettuale X X2 Livello empirico X’ X'2 oppure X’’1

101 Le Interviste Tipologie di interviste: Standardizzate
Semi-standardizzate Non standardizzate

102 Tecniche di ricerca e direttività
Intervista con Intervista Storie Questionario libera di vita ---MAX MIN---- Colloquio Focus in profondità group

103 Rapporto intervistato/intervistatore

104 Tecniche qualitative Focus Group

105 Metodi non strutturati
flessibili e vengono utilizzati principalmente per: determinare come il cittadino definisce la qualità identificare i servizi da migliorare capire le aspettative e le esigenze fondamentali del cliente di un servizio monitorare in via informale la valutazione del servizio fornito

106 metodologia rigorosamente quantitativa e si rifanno ai protocolli
Metodi strutturati metodologia rigorosamente quantitativa e si rifanno ai protocolli tradizionali della ricerca relativi alla raccolta e all’analisi dei dati il questionario

107 FOCUS GROUP E’ una tecnica di rilevazione qualitativa per la ricerca sociale, basata sulla discussione e il confronto all’interno di un piccolo gruppo di persone, alla presenza di uno o piu’ moderatori, focalizzata su un argomento specifico, proposto dal moderatore e analizzato in profondità.

108 IL FOCUS GROUP Con questa tecnica si osservano i processi di COSTRUZIONE DEL CONSENSO all’interno di un gruppo: come i soggetti esprimono la propria posizione; difendono la propria diversità; identificano le somiglianze/differenze tra le diverse posizioni; costruiscono un’opinione in merito al tema in studio.

109 Elementi peculiari del Focus Group
Discussione Confronto Focalizzazione su uno specifico argomento

110 Confronto Avviene attraverso : Domande reciproche
Richieste di chiarimenti Richieste di approfondimenti Messa in discussione delle opinioni espresse Messa in evidenza dei punti deboli delle argomentazioni

111 Unità di analisi del Focus Group
GRUPPO E NON I SOGGETTI

112 OGGETTO DELLA RILEVAZIONE
INTERAZIONE TRA I PARTECIPANTI

113 La centralità dell’interazione tra i partecipanti attraverso la
discussione è ciò che distingue il focus group da altre tecniche di gruppo

114 Intervista di gruppo, Brainstorming
Focus Group Intervista di gruppo, Brainstorming

115 poste dall’ intervistatore
Intervista di gruppo Rilevazione basata sulle risposte dei singoli partecipanti alle domande poste dall’ intervistatore A I B C

116 Brainstorming Utilizzato per lo sviluppo della creatività e la produzione di nuove idee su certi argomenti si basa sulla implementazione delle idee attraverso associazioni e collegamenti, non richiede la presenza di un moderatore e in esso viene scoraggiato la messa in discussione delle idee espresse dai partecipanti

117 E’ UNA DISCUSSIONE DI GRUPPO
IL FOCUS GROUP E’ UNA DISCUSSIONE DI GRUPPO Le persone parlano prevalentemente tra loro dei temi che via via il moderatore pone alla loro attenzione

118 LA CONDUZIONE La discussione è condotta dal moderatore
coadiuvato da un altro osservatore/i che si occupa principalmente della rilevazione dei comportamenti non verbali e dell’interazione fra i membri del gruppo chiamati a esporre e confrontare le loro opinioni sul tema proposto..

119 IL FOCUS GROUP Forme e modi del focus group Differenze sulla base
della composizione dei gruppi delle modalità di conduzione della discussione.

120 IL FOCUS GROUP a) La composizione dei gruppi
Differenti gradi di omogeneità delle persone interpellate e diversità nel tipo di relazioni sociali che lega gli uni agli altri prima della conduzione dello studio: estraneità o conoscenza reciproca.

121 IL FOCUS GROUP Forma canonica (Morgan)
Costituzione di gruppi omogenei, che hanno un’esperienza affine rispetto al tema in discussione Facilita la discussione Costituiti da persone reciprocamente estranee, guidate da un moderatore estraneo offre garanzie di anonimato, facilita l’apertura.

122 IL FOCUS GROUP b) La forma della conduzione
Ruolo ricoperto dal moderatore (analogia con la distinzione tra intervista libera e intervista strutturata) Gruppo autogestito: il moderatore si limita a porgere il tema per osservare in disparte l’andamento della discussione Gruppo condotto seguendo un percorso scandito da sollecitazioni e domande, ben definito nei tempi e nei modi.

123 IL FOCUS GROUP IL GRUPPO AUTOGESTITO
Forma appropriata quando l’intento è prevalentemente esplorativo; per lo studio di aspetti formali ( come e chi prende prende posizione…)

124 IL FOCUS GROUP IL GRUPPO CON CONDUZIONE
Forma appropriata quando la domanda di ricerca ha un sufficiente grado di specificazione e il confronto tra i soggetti è decisivo per l’analisi e l’interpretazione dei materiali raccolti.

125 IL FOCUS GROUP FORME COMBINATE
All’interno di un medesimo studio è possibile combinare le due forme di conduzione. Si può aprire il ciclo dei gruppi di discussione con la forma autogestita per decidere le priorità che orientano la discussione. E’ poi possibile programmare una serie di focus strutturate per la discussione degli aspetti del tema che sono emersi

126 IL FOCUS GROUP LA NUMEROSITA’ ( tra sei e dieci componenti) Il gruppo deve essere grande quanto basta per consentire una gamma sufficientemente ampia di opinioni da mettere a confronto e sufficientemente piccolo da consentire di esprimere la propria opinione. Gruppi troppo piccoli pregiudicano la discussione nel caso che una persona monopolizzi la conduzione o per la presenza di un soggetto per nulla o poco cooperativo.

127 IL FOCUS GROUP LA NUMEROSITA’ Gruppi troppo numerosi rendono la conduzione difficoltosa per la possibilità che il gruppo si frammenti in due o più sotto-unità e costringa il moderatore a una conduzione molto rigida.

128 IL FOCUS GROUP LA TRACCIA opzioni
Lista di domande da sottoporre in un determinato ordine. Conduzione guidata da scaletta che raccoglie i principali temi, senza prefigurare l’ordine né le modalità.

129 IL FOCUS GROUP GLI STIMOLI ALLA DISCUSSIONE
Occorre definirli con particolare cura. Il gruppo può essere sollecitato con domande ma anche mostrando una immagine, proiettando una diapositiva o un breve filmato. Contenuti nel numero: non più di una dozzina. Domande: norme di “buona tecnica”, le stesse previste per l’inchiesta campionaria: brevità – chiarezza – precisione.

130 IL FOCUS GROUP GLI STIMOLI ALLA DISCUSSIONE
Indirizzare verso le esperienze concrete e non su questioni astratte. PRESENTAZIONE del tema e del gruppo Prime domande progettate in modo tale che ognuno intervenga facilmente Temi chiave Chiusura con restituzione al gruppo di una sintesi della discussione.

131 IL FOCUS GROUP Predisporre un QUESTIONARIO per tratteggiare il profilo dei soggetti A conclusione del focus group si chiederà agli interlocutori di compilare un breve questionario (una decina di domande) indicando dati personali (età titolo di studio, professione) e domande che il tema della ricerca porta a ritenere rilevanti .

132 Il MODERATORE Livello di conoscenza del tema congruente con lo stile di conduzione prescelto: Elevato se la conduzione è libera Medio se la conduzione si basa su una lista serrata di domande.

133 Il LUOGO Il più possibile neutro Facilmente raggiungibile. Che dia garanzia di una buona registrazione Disposizione del gruppo a semicerchio o a ferro di cavallo, in modo che tutti si vedano e possano vedere il moderatore.

134 Tecniche statistiche Analisi monovariata Analisi multivariata
Cfr. Marradi – La costruzione del dato

135 Come si fa ricerca qualitativa


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