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L’AMORE Bibliografia: “L’amore può durare” Mitchell (2002)

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Presentazione sul tema: "L’AMORE Bibliografia: “L’amore può durare” Mitchell (2002)"— Transcript della presentazione:

1 L’AMORE Bibliografia: “L’amore può durare” Mitchell (2002)
(ingredienti dell’amore romantico) “Relazioni d’amore” Kernberg (1995) (l’amore nell’ambito della coppia:normalità e patologia) “Eros” McDougall (1995) (sesso e soma nel singolo) “Essere omosessuale” Isay (1989) (omosessualità maschile)

2 Can Love Last? The Fate of Romance Over Time
( ) Ha fondato e diretto la rivista Psychoanalytic Dialogues: A Journal of Relational Perspectives. È stato analista supervisore con funzioni di training presso lo William Alanson White Institute e docente e supervisore nell’ambito del Postdoctoral Program in Psychotherapy and Psychoanalysis della New York University. Titolo originale Can Love Last? The Fate of Romance Over Time ©2002

3 la maggiore debolezza del pensiero contemporaneo
L’amore può durare? Il destino dell’amore romantico “Mi sembra che la maggiore debolezza del pensiero contemporaneo sia la sua stravagante reverenza verso ciò che sappiamo rispetto a ciò che ancora non sappiamo”. [ANDRÉ BRETON] “Oh, quando ero giovane e ingenuo nella misericordia dei suoi mezzi, verde e morente mi trattenne il tempo benché cantassi nelle mie catene come il mare”. [DYLAN THOMAS]

4 Ci è stata concessa una sola vita.
L’amore può durare? Il destino dell’amore romantico Ci è stata concessa una sola vita. Vogliamo che sia soddisfacente, significativa e capace di generare amore e passione. L’amore romantico indica uno stato sentimentale particolare e un modo di mettersi in relazione con un’altra persona capace di generare emozioni, stimolare il gioco dell’immaginazione e nutrire il rispetto per certi ideali.

5 L’amore può durare? Il destino dell’amore romantico
Aspetti principali dell’amore romantico: Sessualità Idealizzazione incrinano la nostra Senso di colpa sicurezza e identità Autocommiserazione questa destabilizzazione rende l’amore romantico pericoloso, ma anche pieno di significato

6 L’amore può durare? Il destino dell’amore romantico
La gente cerca l’amore romantico per dare un significato alla propria vita. L’amore romantico svanisce a causa: del tempo della sessualità dell’idealizzazione della trasformazione Svanisce nel tempo, perché nulla nel tempo rimane uguale a se stesso; a causa della sessualità perché essa per sua natura è qualcosa di primitivo; per idealizzazione perché l’amore romantico è ispirato ad essa che per definizione è illusoria; si trasforma facilmente in odio.

7 L’amore può durare? Il destino dell’amore romantico
L’amore romantico ha bisogno tanto dell’amore quanto del desiderio, perché l’amore privo di desiderio può essere tenero, intimo e sicuro, ma non contiene l’avventura, la tensione e il senso del rischio che alimentano la passione romantica. La passione romantica emerge dal convergere di 2 bisogni umani fondamentali e conflittuali: Il bisogno di un radicamento nel conosciuto e nel prevedibile, un ancoraggio affidabile, una cornice di riferimento; Il desiderio di farla finita con i modelli familiari consolidati, di superare i confini, di incontrare qualcosa di imprevedibile e misterioso.

8 L’amore può durare? Il destino dell’amore romantico
Nel medioevo si parla solo di amore cortese, perché il matrimonio era un contratto politico ed economico stipulato dalle famiglie (l’amore romantico era collocato al di fuori del matrimonio, considerato qualcosa di utile e quindi da mantenere spiritualmente puro e libero dagli istinti più bassi). Nel XVII sec. con il matrimonio si raggiunge l’amore romantico. Nel XIX sec. l’amore romantico porta al matrimonio (era considerato la scintilla iniziale). Nel XX sec. amore romantico e matrimonio procedono insieme come cavallo e carrozza (da una canzone popolare)

9 SICUREZZA E AVVENTURA “Essere innamorati è come uscire di casa
L’amore può durare? Il destino dell’amore romantico SICUREZZA E AVVENTURA “Essere innamorati è come uscire di casa per vedere che giornata è” [ROBERT CREELEY]

10 L’amore può durare? Il destino dell’amore romantico
Il senso di sicurezza non è una cosa data ma una costruzione. La prevedibilità non è una realtà ma un’elaborazione fantastica. Alla base delle relazioni stabili c’è il desiderio di affermare il dominio di prevedibilità e sicurezza (es: La formula matrimoniale “finchè morte non ci separi”). La prevedibilità porta all’abitudine e l’abitudine uccide il desiderio, è mortale per le relazioni. Oggi un coinvolgimento monogamico rispettabile tende ad essere reciproco, con la conseguenza che la scelta di un unico partner amoroso accresce la nostra dipendenza da questo partner, rende più pericoloso l’amore e rende anche più vincolanti i nostri sforzi per garantire la durata di questo amore. E così facciamo finta con noi stessi di avere, in qualche modo, minimizzato i rischi e di esserci garantiti una certa sicurezza, e in questo modo miniamo le precondizioni del desiderio, che ha invece bisogno di una robusta immaginazione per respirare e crescere.

11 GLI STRANI ANELLI DELLA SESSUALITA’
L’amore può durare? Il destino dell’amore romantico GLI STRANI ANELLI DELLA SESSUALITA’ “ L’amore reciproco, per come me lo immagino, è un sistema di specchi che riflette per me, sotto i mille volti che lo sconosciuto assume ai miei occhi, l’immagine fedele della persona che amo, sempre più sorprendente nella sua capacità di intuire il mio desiderio e sempre più impreziosita dalla vita” [ANDRE’ BRETON]

12 L’amore può durare? Il destino dell’amore romantico
La sessualità è fatta per ribellarsi a simili contratti, l’eccitazione sessuale è priva di regole e imprevedibile, smaschera le illusioni di sicurezza e controllo. Avendo stabilito che lo spegnimento dei sentimenti è fondamentale per la sicurezza delle relazioni reali, cerchiamo una passione vicaria in mondi distanti e più sicuri: soap opera, romanzi d’amore, fascino per la vita delle celebrità.

13 L’atto sessuale richiede
L’amore può durare? Il destino dell’amore romantico L’atto sessuale richiede la partecipazione dei due soggetti con tutti i loro turbamenti, piaceri, fantasie, paure, desideri e speranze, cioè con la propria vita mentale. Separare il soma dalla psiche è impossibile!!

14 L’amore può durare? Il destino dell’amore romantico
Due approcci alla sessualità: la sessualità è antisociale, ma noi uomini dobbiamo sottostare al processo di socializzazione, quindi siamo creature sociali e antisociali. L’amore romantico è l’unione fra nobili ideali e istinti di base la mente umana è composta da strati (Freud); La sessualità diventa umana solo nel particolare contesto sociale e linguistico che crea i suoi significati (ritratto delle due mani di Escher: la prima mano disegna la seconda che a sua volta disegna la prima) la mente umana è composta da anelli.

15 è fondamentale per l’amore romantico. Se vogliamo riaffermare
L’amore può durare? Il destino dell’amore romantico Il senso di abbandono è fondamentale per l’amore romantico. Se vogliamo riaffermare gli stati d’amore romantico nella stessa relazione nonostante il passare del tempo, dobbiamo astenerci dai tentativi che inevitabilmente compiamo per attrarre sotto il nostro controllo le esperienze emozionanti capaci di turbarci!!!

16 IDEALIZZAZIONE,FANTASIA E ILLUSIONI
L’amore può durare? Il destino dell’amore romantico IDEALIZZAZIONE,FANTASIA E ILLUSIONI “Amore romantico da cui non possiamo fuggire,scelta di sogni da cui non possiamo fuggire,disillusione come ultima illusione,realtà come cosa vista dalla mente,non ciò che è ma ciò che è compreso”. [WALLACE STEVENS]

17 IDEALIZZAZIONE (= atto immaginativo,illusione della fantasia)
L’amore può durare? Il destino dell’amore romantico IDEALIZZAZIONE (= atto immaginativo,illusione della fantasia) È un aspetto centrale nell’amore romantico; è fonte della sua MAGIA FRAGILITA’ L’oggetto del nostro La familiarità ci desiderio è una dà una visione persona speciale, dell’altro più unica realistica

18 ORIGINE DELLE FANTASIE ROMANTICHE?
L’amore può durare? Il destino dell’amore romantico ORIGINE DELLE FANTASIE ROMANTICHE? NARCISISMO E IDEALIZZAZIONE FREUD Idealizzazione = Sopravvalutazione ( attribuzione di un valore illusorio) ORIGINE: stato infantile della mente del neonato di sopravvalutazione di sé,incapacità relazionali,il mondo è piacevole il mondo sono io ( NARCISISMO PRIMARIO ) EVOLUZIONE: attenzione rivolta all’esterno, agli altri, si sopravvaluta chi da piacere (AMORE OGGETTUALE)

19 SOPRAVVALUTAZIONE SE ’ ALTRI
L’amore può durare? Il destino dell’amore romantico SOPRAVVALUTAZIONE SE ’ ALTRI (Idealizzazione ( Idealizzazione eccessiva di sé ) eccessiva degli altri) che può portare che può portare alla follia al sucidio

20 FREUD RELAZIONI D’ AMORE
L’amore può durare? Il destino dell’amore romantico FREUD RELAZIONI D’ AMORE NO IDEALIZZAZIONE Bisogna valutare - accuratamente, - oggettivamente, - razionalmente il reale attraverso il METODO SCIENTIFICO

21 LA FAMIGLIA E L’EMERGERE DELL’UNICITA’
L’amore può durare? Il destino dell’amore romantico LA FAMIGLIA E L’EMERGERE DELL’UNICITA’ Il senso di unicità centrale per l’amore romantico ha la sua controparte nelle relazioni d’amore che si stabiliscono tra genitori e figli. Spesso infatti nel lavoro psicoterapico con un adulto, si esplora la relazione tra amore e passione nella vita adulta e il rapporto del bambino con i suoi genitori: AMORE GENITORIALE ADULTO Iperstimolazione Difficoltà nelle Ipostimolazione relazioni d’amore “Giusto” amore Amore senza problemi

22 L’amore può durare? Il destino dell’amore romantico
IDEALI E ROMANTICISMO ILLUMINISMO ROMANTICISMO Le cose sono Le cose sono combinabili in un combinabili intero armonioso secondo il nostro volere CARATTERIZZAZIONI ROMANTICHE: Sentimenti, passioni, ideali, creatività, immaginazione

23 LE COSTRUZIONI IMMAGINATIVE DEL DESIDERIO
L’amore può durare? Il destino dell’amore romantico LE COSTRUZIONI IMMAGINATIVE DEL DESIDERIO IDEALIZZAZIONE E DESIDERIO Una persona diventa oggetto di desiderio grazie ad una trasformazione immaginativa nella quale la percezione è resa migliore dalle illusioni della fantasia PERCEZIONE DEL MONDO: - PERCEZIONE REALISTICA (realtà delle cose) - IMMAGINAZIONE GUIDATA DALLA FANTASIA

24 LA CONOSCENZA DEL SÈ “CONOSCI TE STESSO”….AMORE DI SÉ’
L’amore può durare? Il destino dell’amore romantico LA CONOSCENZA DEL SÈ “CONOSCI TE STESSO”….AMORE DI SÉ’ FREUD:Eccessiva considerazione di sé è pericolosa KOHUT: “Narcisismo sano” PROTOTIPO SALUTE MENTALE: No scienziato “ Conosci te stesso” Si’ artista “Esprimi te stesso”

25 IDEALIZZAZIONE E I SUOI PERICOLI
L’amore può durare? Il destino dell’amore romantico IDEALIZZAZIONE E I SUOI PERICOLI REALTA’ FANTASIE QUOTIDIANA IDEALIZZATE -stabilità instabilità -prevedibilità non prevedibilità -desiderio di sicurezza sete di passione PRESCRIZIONI: No idealizzare troppo (no illusioni) No idealizzazione reciproca (no fantasie di armonia e sincronia perfetta)

26 FANTASIA ED EROTISMO E’ più sicuro e più attraente fantasticare su
L’amore può durare? Il destino dell’amore romantico FANTASIA ED EROTISMO E’ più sicuro e più attraente fantasticare su quello che non si ha

27 L’AGGRESSIVITA’ E IL PERICOLO DEL DESIDERIO
L’amore può durare? Il destino dell’amore romantico L’AGGRESSIVITA’ E IL PERICOLO DEL DESIDERIO “Vivere arrabbiati è dimenticare che si è sempre deboli e credere che quella che gli altri chiamano debolezza è un’apparenza, una finzione che si può mostrare o nascondere, come il sacrificio fatto per purificare una casa appestata” [MARY GORDON]

28 AMORE ROMANTICO E AGGRESSIVITA’
L’amore può durare? Il destino dell’amore romantico AMORE ROMANTICO E AGGRESSIVITA’ Espressione della Espressione della parte migliore di noi, parte peggiore di noi dei nostri sentimenti più teneri,dolci,ecc..

29 AGGRESSIVITA’ Ingrediente chiave della passione
L’amore può durare? Il destino dell’amore romantico AGGRESSIVITA’ Ingrediente chiave della passione Punto debole del desiderio Per portare avanti una relazione romantica bisogna saper tollerare la propria vulnerabilità e la propria aggressività

30 CAPACITA’ DI CONTENERE L’AGGRESSIVITA’
L’amore può durare? Il destino dell’amore romantico CAPACITA’ DI CONTENERE L’AGGRESSIVITA’ L’aggressività è una precondizione della capacità di amare, per sostenere la passione romantica è necessaria una delicata opera di equilibrio; mentre nei decenni passati una spiccata aggressività era considerata regressiva e immatura, oggi, se intervallata da altri stati emotivi intensi, è considerata parte di un repertorio emotivo che alimenta la vivacità della vita emotiva

31 FREUD DUE TEORIE SULL’AGGRESSIVITA’
L’amore può durare? Il destino dell’amore romantico FREUD DUE TEORIE SULL’AGGRESSIVITA’ FALCHI:esseri umani violenti per natura COLOMBE: esseri umani amorevoli per natura Vista dagli occhi del falco…aggressività… espressione inevitabile del desiderio di potere e dominio Vista dagli occhi della colomba… aggressività… risposta alla frustrazione e deprivazione

32 AGGRESSIVITA’ E PERICOLO
L’amore può durare? Il destino dell’amore romantico AGGRESSIVITA’ E PERICOLO Non ci deve tanto soffermare sul carattere - Innato ( cioè pulsione primaria che sorge autonomamente) - Reattivo (cioè risposta alla minaccia) dell’aggressività, ma sul suo PERICOLO, sul fatto che essa può essere evocata con frequenza

33 SENSO DI COLPA E AUTOCOMMISERAZIONE
L’amore può durare? Il destino dell’amore romantico SENSO DI COLPA E AUTOCOMMISERAZIONE “Siamo in fuga. Crediamo che la felicità sia una questione di geografia, di classe, di colore o che si nasconda in un mucchio di soldi. Quello che desideriamo è andare da qualche parte. Durante tutta la fuga, il blues ci infastidisce e ci ricorda – nascondendosi come un sasso nelle nostre scarpe da ginnastica preferite o come qualcosa che si trova sotto la nostra pelle – la lunga scheggia di riconoscimento emotivo che cerchiamo di negare. Ogni volta che fuggiamo dallo specchio, il blues non dimentica di farcelo notare”. [STANLEY CROUCH]

34 Le nostre storie sono riordinate attorno
L’amore può durare? Il destino dell’amore romantico Le nostre storie sono riordinate attorno all’asse autocommiserazione/senso di colpa Nei racconti degli amori romantici: AUTOCOMMISERAZIONE (tradimento operato dall’altro) - Tema centrale: “mi è stato fatto un torto” - Storie delle relazioni passate: amori nei quali si è sempre stati traditi e abbandonati - Storie delle relazioni presenti: sensazione di delusione e rinuncia SENSO DI COLPA (tradimento operato da se stessi) “sono stato uno stupido” mancanza di fede e di devozione hanno allontanato il vero amore sensazione di indegnità, di non meritare un amore che è a portata di mano ma non può essere goduto

35 L’amore può durare? Il destino dell’amore romantico
Il senso di colpa e l’autocommiserazione hanno spesso una relazione complessa: UN GIOCO A SOMMA ZERO in cui più l’uno è presente, meno lo è l’altro, e viceversa Nella coppia: es. i litigi; ognuno è sia vittima dell’insensibilità e della crudeltà dell’altro sia l’agente del dolore dell’altro, entrambi evidenziano la vittimizzazione e minimizzano la partecipazione attiva Nel singolo individuo: es. i bambini che crescono in nuclei familiari abusanti o caotici; essi vivono in una realtà troppo spaventosa e dolorosa da accettare, perciò organizzano i racconti della propria esperienza attorno alla presunzione della propria colpevolezza

36 SPIEGAZIONI PSICOANALITICHE DEL SENSO DI COLPA
L’amore può durare? Il destino dell’amore romantico SPIEGAZIONI PSICOANALITICHE DEL SENSO DI COLPA Melanie Klein e Sigmund Freud Caratteristiche comuni alle due teorizzazioni sull’esordio e natura del senso di colpa: 1- i crimini di cui i pazienti spinti dal senso di colpa si sentono responsabili hanno avuto luogo nel lontano passato della prima infanzia; 2- e non si sono mai verificati nella realtà. Hans Loewald Il bambino necessariamente uccide qualcosa nei genitori, non solo nella fantasia ma anche nella realtà, attraverso il bisogno di lottare per la sua libertà emancipatoria Errore considerare il senso di colpa come mero derivato delle fantasie della mente

37 le “relazioni oggettuali interne”,
L’amore può durare? Il destino dell’amore romantico La sorgente da cui scaturiscono i sensi di colpa e l’autocommiserazione sono le “relazioni oggettuali interne”, particolari relazioni multisfaccettate che abbiamo con noi stessi, relazioni nelle quali siamo tanto soggetti quanto oggetti.

38 AUTOCOMMISERAZIONE vs. PIETOSITÀ
L’amore può durare? Il destino dell’amore romantico AUTOCOMMISERAZIONE vs. PIETOSITÀ tentativo di muovere se stessi a pietà Una giusta dose di… AUTOCOMMISERAZIONE rappresenta il modo di venire a patti con la nostra relativa impotenza rispetto a molti aspetti della vita SENSO DI COLPA vs. COLPEVOLEZZA tentativo di pagare il proprio perdono SENSO DI COLPA rappresenta l’accettazione del fatto che siamo responsabili delle sofferenze che abbiamo causato alle altre persone (e a noi stessi)

39 CONTROLLO E COINVOLGIMENTO
L’amore può durare? Il destino dell’amore romantico CONTROLLO E COINVOLGIMENTO “Ma deve accadere. Non puoi farci nulla con la tua volontà. Sembra sempre che pensi di poter costringere i fiori a sbocciare. Ma le persone ci devono amare perché ci amano – non puoi farti amare”. [DAVID HERBERT LAWRENCE] “Libertà è solo una parola per dire che non hai più nulla da perdere”. [KRIS KRISTOFFERSON]

40 L’amore può durare? Il destino dell’amore romantico
CONSAPEVOLEZZA DI SÉ Siamo guidati da intenzioni complesse di tre tipi diversi: 1- caratterizzate da autoconsapevolezza deliberativa (consce); 2- prive della nostra attenzione focale ma riconoscibili come coerenti con il nostro approccio conscio alla vita (preconsce); 3- irriconoscibili e rinnegate dalla nostra coscienza (inconsce).

41 Freud “siamo spinti da forze oscure sconosciute da noi stessi” ma...
L’amore può durare? Il destino dell’amore romantico Freud “siamo spinti da forze oscure sconosciute da noi stessi” ma... se l’individuo non controlla la sua psiche chi è che lo fa? Diversi approcci al problema: Da una parte... Psicoanalisi americana Psicologia freudiana dell’Io Erik Erikson restaurazione di un centro psichico Dall’altra... Poststrutturalismo francese Pensiero postmoderno Jacques Lacan oblio di ogni centro psichico o di sé coerente

42 Psicologie esistenziali
L’amore può durare? Il destino dell’amore romantico Psicologie deterministiche esperienza e comportamento umano come prodotti di alcune forze (o motivi) che premono sulla persona; scelta, o volontà, tende a essere considerata illusoria Psicologie esistenziali forte enfasi su autenticità personale, su determinazione del proprio destino e su scelta vs. Problema di conciliare queste due prospettive Tutte le nostre attività e tutte le nostre scelte riflettono necessariamente sia i motivi (o le ragioni) sia la volontà, sia le motivazioni che sono in primo piano (consce) sia quelle che sono sullo sfondo (preconsce), o dietro le quinte (inconsce) Quale di questi luoghi è il più adatto per collocarvi la volontà?

43 L’amore può durare? Il destino dell’amore romantico
Dipende, infatti: LA VOLONTÀ esita sullo sfondo quando... si sono acquisite le competenze necessarie a una certa attività …e nello specifico quando... si condivide intimità emotive ha un ruolo in primo piano si sta imparando o iniziando una nuova attività si imparano cose sull’altro come preludio per la condivisione di intimità Molte difficoltà nel vivere sorgono da un’errata applicazione della volontà.

44 L’esperienza umana è costruita
L’amore può durare? Il destino dell’amore romantico L’esperienza umana è costruita consciamente, preconsciamente e inconsciamente usando molte dimensioni esperenziali, percezioni, ricordi, immaginazione, immagini culturali e mitologiche disponibili, sensazioni corporee e così via... Tutti questi elementi operano come materiali psichici da costruzione.

45 L’amore può durare? Il destino dell’amore romantico
Solo a condizione di riconoscere la natura paradossale della relazione appassionata infatti costruire e mantenere un coinvolgimento profondo presuppone: 1- la consapevolezza che il cambiamento, in quanto interno a un processo governato dall’incertezza, sia indipendente dal nostro controllo; 2- la consapevolezza che l’esperienza umana dell’amore romantico non si identifichi tanto nel senso di stabilità e prevedibilità, di cui peraltro ha bisogno, quanto nel senso della scoperta e del rischio.

46 UN CASTELLO DI SABBIA PER DUE
L’amore può durare? Il destino dell’amore romantico L’amore romantico è UN CASTELLO DI SABBIA PER DUE che richiede, a causa della sua natura mutevole, un’opera continua di ricostruzione Coltivare l’amore romantico non significa risolvere le tensioni presenti in una relazione, scoprendo un segreto o cercando in tutti i modi di inventare la novità ma è un’operazione che ha bisogno di due persone che sono affascinate dai modi in cui, individualmente e insieme, generano forme di vita su cui sperano di poter contare. Implica una tolleranza della fragilità di queste speranze intrecciate di realtà e fantasie, e una comprensione di come, nella ricchezza della nostra vita, le realtà divengano spesso fantasia, e le fantasie divengano spesso realtà.

47 “Relazioni d’amore” Normalità e patologia di O. Kernberg (1995)
Birri Elisa Rosini Giada Bertuola Jennifer “Relazioni d’amore” Normalità e patologia di O. Kernberg (1995) Basi biologiche e psicologiche della sessualità Fasi evolutive affettive dell’esperienza sessuale dall’infanzia all’età adulta (eccitazione sessuale, desiderio erotico, amore sessuale maturo) Aree conflittuali nella coppia Cosa tiene unita una coppia? Patologia nelle relazioni di coppia: Narcisismo, Borderline, Nevrosi, Masochismo Dinamica di gruppo e morale convenzionale La coppia e il gruppo

48 Radici biologiche del comportamento sessuale
La differenziazione avviene sempre in senso femminile, a meno che non sia presente un adeguato livello di testosterone La differenziazione sessuale cerebrale si verifica solo nel terzo trimestre e probabilmente continua nel primo trimestre dopo la nascita (determinato dalle prime interazioni sociali) I caratteri sessuali secondari che si evidenziano nella pubertà sono innescati dal sistema nervoso centrale e controllati dall’incremento di androgeni ed estrogeni Gli androgeni sembrano influenzare l’intensità del desiderio sessuale, ma nell’ambito di una chiara prevalenza di determinanti psicosociali sulla risposta sessuale L’intensità della risposta sessuale, l’attenzione agli stimoli sessuali, la reazione fisiologica di eccitazione sessuale, sono tutte influenzate dagli ormoni.

49 I fattori psicosociali/ambientali e le radici psicologiche del comportamento sessuale influenzano:
Identità sessuale nucleare (sensazione di essere maschio o femmina), determinata dal sesso attribuito al piccolo da chi si prende cura di lui durante i primi due-quattro anni di vita Identità di ruolo sessuale: identificazione dell’individuo con certi comportamenti tipici del maschio o della femmina in un dato gruppo sociale, particolare attitudine psicologica e insieme di comportamenti interpersonali caratteristici del maschio o della femmina, che differenziano i due sessi) Scelta oggettuale dominante (selezione di un oggetto sessuale): può essere eterosessuale o omosessuale, incentrata su un’ampia gamma di interazioni sessuali con l’oggetto sessuale o al contrario ristretta ad una singola parte dell’anatomia umana o ad un oggetto non umano o inanimato Intensità del desiderio sessuale, che si riflette nella predominanza delle fantasie sessuali, nell’attenzione agli stimoli sessuali, nel desiderio di comportamento sessuale e nell’eccitazione fisiologica degli organi genitali.

50 L’eccitazione sessuale
E’ un affetto che si origina nel contesto di esperienze piacevoli relative ai rapporti precoci del bambino con la madre e con la famiglia e culmina in una piena centralità delle sensazioni genitali durante la pubertà e l’adolescenza. La sensibilità diffusa della pelle coinvolta nel comportamento precoce di attaccamento, a partire dalla prima infanzia, culminano nella specifica esperienza cognitivo-affettiva dell’eccitazione sessuale. L’eccitazione sessuale esiste in relazione ad un “oggetto parziale” primitivo, che riflette a livello inconscio le esperienze fusionali della simbiosi e i desideri di rifusione delle prime fasi di separazione-individuazione. Nei primi uno o due anni di vita l’eccitazione sessuale è diffusa e collegata alla stimolazione delle zone erogene.

51 Il desiderio erotico La particolare focalizzazione, conscia o inconscia, di una scelta d’oggetto sessuale personale trasforma l’eccitazione sessuale in desiderio erotico. Il desiderio erotico include l’aspirazione a una relazione sessuale con un oggetto particolare. Il desiderio erotico è un affetto più elaborato rispetto all’eccitazione sessuale e la natura specifica della relazione oggettuale è più differenziata a livello cognitivo. Il desiderio erotico è caratterizzato dal collegamento tra eccitazione sessuale e oggetto edipico; ciò che si desidera è la fusione simbiotica con l’oggetto edipico nel contesto dell’unione sessuale.

52 Caratteristiche cliniche del desiderio erotico:
Ricerca del piacere, sempre orientata verso un’altra persona o un oggetto. Comprende desiderio d’intimità, di fusione, di unione, richiede di oltrepassare la barriera e di diventare una sola cosa con l’oggetto prescelto; Identificazione con l’eccitazione sessuale e l’orgasmo del partner, allo scopo di godere di due esperienze fusionali complementari. L’elemento principale è il piacere che nasce dal desiderio dell’altro e la sensazione di appartenere a entrambi i sessi nello stesso momento superando le barriere che dividono i due sessi, di penetrare e di essere penetrati, gratificando desideri di fusione, le fantasie omosessuali e la rivalità edipica; Senso di trasgressione che implica la violazione delle proibizioni edipiche e l’aggressività verso l’oggetto: vi è la sensazione che l’oggetto si offra e si ritragga allo stesso tempo. L’aggressività è comunque piacevole perché viene contenuta da una relazione amorosa: abbiamo così l’incorporazione dell’aggressività nell’amore e la sicurezza di essere protetti dall’inevitabile ambivalenza; Idealizzazione del corpo dell’altro o dell’oggetto come aspetto cruciale della normale integrazione tra impulsi di tenerezza e impulsi erotici nelle relazioni d’amore; Desiderio di provocare e di essere provocati come combinazione di promesse e rifiuti, di seduzione e frustrazione; Alternanza tra desiderio di segretezza, di intimità, di esclusività da un lato e il desiderio di fuggire dall’intimità verso una radicale discontinuità dall’altro.

53 In circostanze normali, l’eccitazione sessuale nell’individuo maturo si attiva nel contesto del desiderio erotico, e quindi questa distinzione tra due affetti può apparire forzata e artificiosa. In circostanze patologiche, lo smantellamento del mondo interno di relazioni oggettuali può portare all’incapacità di desiderio erotico, accompagnata da una diffusa, non selettiva o perpetuamente insoddisfatta manifestazione casuale di eccitazione sessuale, o perfino dalla mancanza di una capacità di eccitazione sessuale.

54 L’amore sessuale maturo
Amplia il desiderio erotico nella relazione con una persona specifica, in cui l’attivazione di relazioni inconsce del passato e le aspettative coscienti di una futura vita di coppia si combinano con l’attivazione di un comune ideale dell’Io. L’amore sessuale maturo è, secondo Kernberg, una disposizione emotiva complessa, che integra: L’eccitazione sessuale trasformata in desiderio erotico per un’altra persona; La tenerezza che deriva dall’integrazione delle rappresentazioni del Sé e dell’oggetto investite in senso libidico e in senso aggressivo, con una predominanza dell’amore sull’aggressività e con la tolleranza della normale ambivalenza che caratterizza ogni rapporto umano; Una identificazione con l’altro che comprende sia la reciproca identificazione genitale sia la profonda empatia con l’identità sessuale opposta; Una forma matura di idealizzazione insieme ad un profondo impegno nei confronti dell’altro e della relazione; Il carattere passionale della relazione d’amore nei suoi tre aspetti: la relazione sessuale, la relazione oggettuale e l’investimento superegoico sulla coppia.

55 Per approfondire: Balint per primo mise in risalto l’importanza della tenerezza, che suggerì derivare dalla fase pregenitale. In termini di interiorizzazione delle relazioni con le persone significative, che costituiranno il complesso mondo delle relazioni oggettuali interiorizzate, due sono le correnti principali che influenzano la capacità di sviluppare una forma matura di amore: una è la spinta regressiva verso la fusione con l’oggetto amato, alla ricerca dell’unità simbiotica nella relazione ideale con la madre; l’altra è la tendenza progressiva verso il consolidamento delle differenze tra rappresentazioni di sé e dell’oggetto, tra rappresentazioni “completamente buone” e “completamente cattive” del Sé in un concetto di Sé stabile e dell’altro significativo in immagini integrate che includono una chiara differenziazione dei ruoli sessuali. Il sentimento di tenerezza è espressione della capacità di preoccuparsi dell’oggetto amato: Bergmann, riprendendo la Mahler, suggerì che la capacità di amare presuppone un’evoluzione normale dell’esperienza simbiotica e del processo di separazione-individuazione. La capacità di sperimentare pienamente una preoccupazione affettuosa per la persona amata presuppone l’integrazione di amore e odio, cioè la tolleranza dell’ambivalenza. Nella relazione d’amore sono presenti, secondo Bergmann, la ricerca dell’oggetto edipico perduto, il desiderio di riparare al trauma edipico nella relazione con un nuovo oggetto e la ricerca di fusione, sottostante al sentimento edipico, che ripete la ricarca di fusione simbiotica. Balint ritiene che una vera relazione d’amore comprenda, oltre all’aspetto genitale, l’idealizzazione, la tenerezza e una particolare forma d’identificazione, che chiama “identificazione genitale”, all’interno della quale “gli interessi, i desideri, i sentimenti, la sensibilità, i difetti dell’altro hanno la stessa importanza dei nostri”. May sottolinea l’importanza di identificarsi pienamente senza però perdere la propria identità. Riguardo all’idealizzazione, Balint condivide l’affermazione di Freud che in molti casi l’idealizzazione non aiuta, o addirittura ostacola, lo svilupparsi di una forma soddisfacente di amore. Kernberg sottolinea invece che l’idealizzazione normale costituisce un avanzato livello di sviluppo del meccanismo in base al quale la moralità infantile si trasforma in un sentimento etico adulto. L’idealizzazione così intesa, è una funzione della relazione d’amore matura, che stabilisce una continuità tra l’amore adolescenziale “romantico” e l’amore adulto. In condizioni normali, non è l’ideale dell’Io ad essere proiettato, ma gli ideali che discendono dagli sviluppi strutturali all’interno del Super-io (ideale dell’Io compreso).

56 Per approfondire (2): L’idealizzazione che si verifica nel contesto di relazioni oggettuali integrate o totali e la corrispondente capacità di sperimentare la colpa, la preoccupazione e le tendenze riparative, faciliterà l’integrazione del desiderio erotico con una visione idealizzata dell’oggetto d’amore e l’integrazione del desiderio erotico con la tenerezza. L’idealizzazione del corpo dell’amato e più tardi l’idealizzazione della sua intera persona evolverà nell’idealizzazione dei valori etici, culturali ed estetici;evoluzione che garantirà la possibilità di un innamoramento romantico. I processi di idealizzazione culminano infine nel corso della loro evoluzione, nella capacità di riconfermare il legame tra desiderio erotico e idealizzazione romantica per la stessa persona. L’aspetto centrale della passione sessuale e il suo culmine è l’esperienza dell’orgasmo durante il rapporto, che implica un affetto primitivo di estasi, che richiede, per essere vissuto pienamente, un temporaneo abbandono dei confini del Sé. Anche se l’eccitazione sessuale costituisce un affetto di base che sta al centro dell’amore passionale, ciò non significa che la capacità di amore passionale vada “ingabbiata” solo come parte dell’esperienza orgasmica: il desiderio di fondersi con la madre e l’esperienza soggettiva di fusione con lei che caratterizzano la fase simbiotica della sviluppo infiltrano la ricerca di contatto corporeo, il desiderio di unire le superfici corporee. Nell’amore passionale vi è il superamento dei confini in una sofisticata idealizzazione con l’oggetto amato che pure consente di mantenere il senso di una propria identità separata. La passione sessuale implica quindi che ci si consegni coraggiosamente alla desiderata unione con l’altro ideale, accettando i rischi dell’abbandono totale di sé nella relazione con l’altro, nutrendo una speranza di poter ricevere e dare amore ed essere così rassicurati sulla proprio bontà, contrastando il senso di colpa per la propria aggressività verso l’oggetto amato e la paura dei pericoli a essa connessi. La natura contraddittoria dell’amore sta nel fatto che il desiderio mira a soddisfarsi tramite la distruzione dell’oggetto desiderato e l’amore scopre che quell’ oggetto è indistruttibile e non può essere sostituito. La passione sessuale, come aspetto permanente delle relazioni d’amore, ha il compito d’intensificare, consolidare e rinnovare le relazioni d’amore per tutta la vita, e di mantenere l’eccitazione sessuale legandola all’intera esperienza umana della coppia.

57 Livelli evolutivi pregenitali e …
Le osservazioni di Braunschweig e Fain sono estremamente utili per spiegare la differenza significativa tra uomini e donne nell’amore sessuale maturo. Sono qui riassunti alcuni punti salienti della loro teoria, integrati con ciò che pensa Kernberg a riguardo: Le cure prestate dalla madre e la sua espressione di piacere durante la stimolazione fisica del bambino sono essenziali per alimentare in lui l’erotismo legato alla superficie corporea e più tardi il desiderio erotico. -Maschio: la relazione erotica implicitamente “provocante” della madre col figlio maschio rimane un aspetto costante della sessualità maschile e contribuisce alla capacità continuativa di eccitazione genitale che il maschio solitamente possiede -Femmina: il sottile ed inconscio rifiuto dell’eccitazione sessuale legata alla figlia inibisce poco a poco la consapevolezza di questa circa la propria originaria genitalità vaginale Questa diverso modo di trattare maschio e femmina cementa fortemente l’identità sessuale nucleare contribuendo anche alla differenza dell’eccitazione sessuale durante l’infanzia: -continua nel maschio -inibita nella femmina

58 … conseguenze nella vita adulta
Conseguenze femminili: le donne, precocemente inibite nella consapevolezza della loro genitalità, sono più lente a integrare una piena relazione genitale nel contesto di una relazione amorosa. Conseguenze maschili: gli uomini, inconsciamente fissati all’oggetto primario, hanno maggiori difficoltà a maneggiare l’ambivalenza nei confronti delle donne e devono sviluppare la capacità di integrare bisogni genitali e bisogni di tenerezza. -Maschio: la relazione pregenitale con la madre comprende già uno specifico orientamento sessuale di questa nei suoi confronti, che stimola la sua consapevolezza sessuale e l’investimento narcisistico sul pene. -Femmina: la madre, non investe in modo particolare i genitali della bambina e anche quando investe narcisisticamente la figlia, si tratta di un narcisismo dalle caratteristiche pregenitali. (Blum sottolinea che se la madre ha svalutato se stessa come donna, svaluterà anche sua figlia, e l’autostima materna influenzerà fortemente l’autostima della figlia). La bambina si rivolge al padre non solo perché delisa dalla madre, ma anche per identificazione con lei. L’intensità dell’angoscia di castrazione nelle donne dipende da uno spostamento a tre stadi dell’aggressività pregenitale: prima proiettata sulla madre, poi rinforzata dalla competitività edipica con lei, e infine spostata sul padre.

59 Amore, edipo e coppia: livelli genitali.
Vari livelli evolutivi verso la genitalità adulta: -Maschio: l’identificazione con il padre implica l’aver superato l’invidia pregenitale per le donne, la proiezione di tale invidia sotto forma di paura primitiva delle donne e le paure di inadeguatezza rispetto ai genitali femminili. Il passo verso la normale identificazione con il padre è l’identificazione conflittuale con il maschio primitivo, controllante e sadico che rappresenta l’immaginario padre geloso e severo delle prime fasi edipiche. Il superamento finale del complesso edipico negli uomini è caratterizzato dall’identificazione con un padre “generoso” che non agisce più contro il figlio utilizzando norme repressive. Infatti, un’importante fonte di instabilità nelle relazioni d’amore degli uomini adulti è l’incompleta identificazione con la funzione paterna. -Femmina: lo sviluppo psicosessuale inibito, causato dalla mancanza di una stimolazione diretta dell’erotismo genitale nella relazione precoce con la madre e i conflitti della madre circa il valore dei propri genitali e delle funzioni femminili, viene rinforzato a livello secondario dall’invidia del pene e dalla rimozione della rivalità sessuale con la madre edipica. La via dello sviluppo sessuale femminile è più coraggiosa di quella maschile, la cui genitalità viene stimolata dai genitori: la bambina deve cambiare il proprio oggetto erotico volgendosi dalla madre al padre e deve così passare più precocemente dallo sviluppo pregenitale a quello genitale; la donna adulta possiede potenzialmente un maggior coraggio e una maggiore capacità di coinvolgimento eterosessuale dell’uomo adulto. Gli uomini hanno la tendenza a cercare sempre la madre ideale e sono più disponibili a riattivare paure e conflitti di ordine pregenitale nelle relazioni con le donne, il che li predispone ad evitare coinvolgimenti profondi. Le donne, avendo già rinunciato al loro primo oggetto, sono più capaci d’impegnarsi con un uomo che voglia stabilire con loro una piena relazione genitale e “paterna”. Blum sottolinea che un fattore importante nella capacità d’impegno che le donne hanno, potrebbe essere la loro preoccupazione per la stabilità delle cure e della protezione dei piccoli, che ha motivazioni biologiche e psicosociali, in particolare l’identificazione con le funzioni materne e i relativi valori sublimatori del Super-io.

60 Patologia che deriva dai conflitti edipici :
La patologia che più interferisce con una relazione stabile e pienamente gratificante con un membro del sesso opposto è rappresentata dal narcisismo patologico da un lato (che verrà approfondito più avanti), e dall’incapacità di risolvere i conflitti edipici in una piena identificazione genitale con la figura genitoriale dello stesso sesso dall’altro. Mentre la patologia narcisistica è relativamente simile negli uomini e nelle donne, la patologia che deriva principalmente dai conflitti edipici è diversa: -Nelle donne, i conflitti edipici non risolti si manifestano più spesso secondo schemi masochistici, come il persistente attaccamento a uomini insoddisfacenti e una incapacità di godere o di mantenere una relazione con uomini che potenzialmente sarebbero per loro pienamente soddisfacenti. Nelle donne, la condensazione dei conflitti pregenitali di aggressività mescolati ai conflitti genitali, appare tipicamente nell’esacerbarsi dei conflitti circa l’invidia del pene. -Anche gli uomini si attaccano a donne insoddisfacenti, ma culturalmente sono di solito più liberi di sciogliere questi legami insoddisfacenti. Negli uomini, la patologia dominante che deriva dai complessi edipici prende la forma di paura e insicurezza sotto forma di ostilità reattiva o proiettiva verso di esse; tutto ciò si combina in diversi modi con l’ostilità e la colpa pregenitali nei confronti della figura materna. L’invidia pregenitale per la madre rinforza l’insicurezza edipica degli uomini nei confronti delle donne idealizzate.

61 Relazioni d’amore e conflitti
Essere innamorati rappresenta anche un processo di lutto, connesso al fatto di crescere e di diventare indipendenti, lasciandosi alle spalle gli oggetti reali dell’infanzia. In questo processo di separazione c’è anche una riconferma della buona relazione con gli oggetti interiorizzati del passato. Quando si raggiunge questo stadio evolutivo, può svilupparsi la possibilità di trasformare l’innamoramento in una stabile relazione d’amore, che implica una capacità di tenerezza, di preoccupazione e di idealizzazione più sofisticata di quella che si ha ai livelli evolutivi più primitivi, nonché una capacità d’identificazione e di empatia con l’oggetto d’amore. Ora la tenerezza può espandersi in un pieno godimento sessuale, la preoccupazione approfondirsi in una piena identificazione sessuale attraverso l’empatia e l’idealizzazione diventare impegno maturo nei confronti di un ideale, costituito da ciò che la persona amata è o rappresenta, o da ciò che la coppia unita potrebbe diventare. Dicks ha costruito il quadro psicoanalitico più completo dei vari aspetti delle relazioni d’amore, tracciando un quadro di riferimento che permette di analizzare i motivi che sono alla base dei conflitti coniugali. Dicks ritiene che vi siano tre grandi aree in cui i partner di una coppia sono in relazione tra loro: le loro aspettative reciproche coscienti su ciò che una relazione coniugale può offrire, il grado in cui le aspettative reciproche hanno permesso di armonizzare le aspettative culturali di ciascuno e di integrarle nell’ambiente culturale; l’attivazione inconscia di passate relazioni oggettuali interiorizzate patogene in ciascuno dei partner e la reciproca induzione di ruoli complementari a tali relazioni passate. Kernberg, riprendendo Dicks, riformula e amplia le aree di integrazione di coppia con altre tre aree: le relazioni sessuali reali, le relazioni d’oggetto predominanti a livello conscio e inconscio e la condivisione di un unico ideale dell’Io. La capacità di amore sessuale maturo già descritto si gioca in queste tre aree.

62 Cosa tiene unita una coppia?
Desiderio di riparare relazioni patogene dominanti del passato Ripetizione in termini di aggressività e vendetta Identificazione proiettiva (indurre nell’altro le caratteristiche del passato oggetto edipico) “Follia Privata” (Green) necessaria per mantenere un equilibrio inconscio, consolidare la relazione partner complemento alla relazione patogena Discontinuità radici nella relazione madre-bambino (gratificazione/frustrazione) Protegge dalla fusione Nella relazione: Uomo rifiuto di accettare la dipendenza dalla mamma-donna difficolta’ a impegnarsi in una relazione Donna Avendo spostato il coinvolgimento affettivo dalla madre al padre difficoltà a conquistare la libertà sessuale

63 Il Tempo Vita in comune depositaria dell'amore Paura
Invecchiamento e malattia Diventare poco attraenti Diventare dipendenti Essere abbandonati Morte come trionfo del terzo escluso Negare o sfidare la realtà del tempo trascurando la salute preoccupandosi eccessivamente per il partner controllo aggressività Funzioni dell'Io e del Super Io importanti per proteggere la coppia

64 Relazioni d’amore in pazienti Narcisisti
Assenza profondo investimento sull’oggetto d’amore Incapacità relazioni intime Idealizzazione limitata al campo sessuale Indifferenza Invidia tendenza a svalutare, impossessarsi, e rovinare l’oggetto invidiato Bisogno di conquista appagamento sessuale

65 Relazioni d’amore in pazienti Borderline
Scissione oggetti buoni/oggetti cattivi Protegge la relazione idealizzata dall’aggressivita’ Ambivalenza intollerabile Idealizzazione / svalutazione Intenso “innamoramento”, attaccamento, esperienze sessuali vs intensa svalutazione, delusione, vissuto di persecuzione Relazioni fragili

66 Relazioni d’amore in pazienti Nevrotici
Costanza d’oggetto relazioni oggettuali piene, mature capacità di innamorarsi Colpa rispetto alla sessualità proibita Inibizione verso la sessualità dissociazione tra bisogni di tenerezza e desideri erotici Scelta oggetti d’amore frustranti, irraggiungibili, punitivi

67 Le Triangolazioni distruggono Scenari inconsci la coppia rinforzano
Dirette terzo ecluso col quale si viene traditi (rivale edipico) Gelosia Inverse terzo escluso col quale si tradisce (ideale edipico) Vendetta

68 Il Super Io Nel tempo viene tracciato un sistema di valori condiviso
La coppia stabilisce un proprio Super Io: Funzione di confine verso il resto del mondo Contribuisce a risolvere i conflitti ( perdono, tolleranza) Perdono come capacita’ di riconoscere l’aggressivita’ e l’ambivalenza in se’ stessi e quindi poter accettare l’ambivalenza anche nelle relazioni intime Tiene a freno l’aggressività Permette la responsabilita’ e la preoccupazione Ma porta aanche a divieti rispetto alla sessualità

69 L’amore nel setting analitico
Transfert Processo psichico per cui il paziente trasferisce sul terapeuta atteggiamenti affettivi prima rivolti verso altre persone Amore non corrisposto Nevrotici Inibizione alla manifestazione d’amore verso il terapeuta spostarlo su altri oggetti Borderline Intenso desiderio di essere amati Alternarsi di odio e amore Sforzo di controllare il terapeuta Minacce di suicidio come tentativo di strappare a forza l’amore del terapeuta Narcisisti Invidia e odio verso l’analista Seduttivita’ aggressiva e sessualizzata Resistenza alla dipendenza

70 La relazione d’amore masochistica
Masochismo: ampia serie di fenomeni, sia normali che patologici, centrati su una motivata autodistruttività e un piacere conscio e inconscio nella sofferenza. Il masochismo, nel DSM-IV, fa parte delle parafilie e disfunzioni sessuali. Questo è un campo dai confini imprecisi: da un lato troviamo una distruttività talmente grave che porta all’ autoeliminazione, dall’altro, una sana capacità di sacrificio in nome della famiglia, degli altri, di un ideale come per esempio Madre Teresa e Gandhi i quali hanno dimostrato una devozione eroica per cause ben più grandi del proprio Sé individuale. Freud (1924) coniò anche il termine “masochismo morale” per indicare atteggiamenti non necessariamente patologici come sofferenze e lamentele, autolesionismo e autosvalutazione senza uno specifico riferimento sessuale. Solitamente queste persone sembrano collezionare ingiustizie. La persona sessualmente masochistica invece trasforma il dolore in piacere erotico, e integra l’aggressività con l’amore, in questo modo aumenta il senso di vicinanza all’oggetto erotico.

71 Sofferenza fisica + amore = eccitazione erotica
Le implicazioni aggressive della sofferenza e l’ aggressione subita dall’oggetto desiderato sono così fuse con l’ amore in quanto parte indispensabile per l’eccitazione erotica (Braunschweig, Fain e Stoller). Sofferenza fisica + amore = eccitazione erotica ma anche… Sofferenza fisica + dolore ed odio = eccitazione erotica Questo avviene quando le relazioni infantili sono caratterizzate da abusi, aggressività, frustrazione o eccitazione e sofferenza fisica o psichica del bambino (Jacobson 1961). Tutto questo non può essere assorbito in una normale risposta erotica ma verrà trasformato in aggressività (Jacobson 1971).

72 Il masochismo negli uomini e nelle donne.
Come tutte le perversioni sessuali , il masochismo è più frequente negli uomini che nelle donne. Negli uomini e nelle donne comunque, ritroviamo somiglianze e differenze nelle fantasie e nelle attività sessuali masochistiche: le fantasie maschili si esprimono nel desiderio di essere dominati, provocati, eccitati e costretti a sottomettersi a una donna potente e crudele come requisito fondamentale per l’orgasmo. Le fantasie femminili consistono nell’essere umiliate dall’esibizione di se stesse ad altri ed essere violentate da un uomo potente, violento e sconosciuto. Il masochismo maschile implica di solito una sofferenza maggiore e un’enfasi sull’umiliazione , sull’infedeltà del patner, sulla partecipazione altrui e sul travestimento. Il masochismo femminile invece implica più frequentemente la sofferenza ma di minore intensità, la punizione e l’esibizione come umiliazione davanti a un pubblico non partecipante (Baumeister 1989).

73 Comprensione Psicanalitica del masochismo
A livello Edipico, il masochismo sessuale implica una intensa angoscia di castrazione, collegata agli intensi aspetti aggressivi dei conflitti edipici; tutto ciò ostacola il perverso nel raggiungimento di una sessualità adulta (Kernberg). L’ intensità maggiore dell’angoscia di castrazione degli uomini si considera correlata alla maggior frequenza di perversioni sessuali nel sesso maschile. L’esperienza forzata del dolore, la sottomissione, l’umiliazione per ottenere una gratificazione sessuale sono la punizione per le implicazioni edipiche proibite della sessualità genitale. Il Sé del masochista rappresenta infatti una persona indegna, colpevole, che merita rifiuto e punizione.

74 Per gli uomini, l’essere dominati da una donna potente ripropone le fantasie del bimbo di essere sopraffatto da una madre potente, unite alla colpa per la trasgressione edipica. Le fantasie e le attività di travestimento integrate nel masochismo maschile simbolizzano proprio il diniego dell’angoscia di castrazione. Nelle donne, la fantasia inconscia di essere l’oggetto preferito di un padre potente, distante e potenzialmente minaccioso, ma anche seduttivo, si fonde con l’espiazione della colpa che si ha nell’essere obbligata a sottomettersi e ad essere sessualmente umiliata e abbandonata. - In entrambi i sessi, gli scenari masochistici mettono in luce la qualità provocante di interazioni sessuali eccitanti e frustranti.

75 Le relazioni d’amore masochistiche…
Spesso, durante l’adolescenza, l’amore per un uomo idealizzato, irraggiungibile, frustrante e deludente diventa un’esperienza che influenza la futura vita amorosa della donna, facendo cadere la possibilità di altre relazioni potenzialmente più gratificanti. Questo può portare sia a incontri romantici in situazioni realistiche che finiscono poi in una delusione, sia a una fantasia romantica, conservata per lunghi anni, su ciò che avrebbe potuto essere; ma la maggior parte delle volte queste particolari relazioni si caratterizzano proprio per l’amore non ricambiato.Queste donne non riescono a superare gradualmente l’idealizzazione degli uomini irraggiungibili in successive relazioni che diventano più realisticamente selettive, come è caratteristico dello sviluppo normale. Una sorta di fissazione al trauma le porta a ripetere all’infinito la stessa esperienza. Sia negli uomini che nelle donne, l’amore non ricambiato accresce l’amore invece di diminuirlo, come è abituale nel lutto sano, ma il fatto che una lunga serie di amori infelici si riscontri più di frequente nelle donne che negli uomini viene spesso spiegato facendo ricorso alla pressione culturale che rinforza e induce il comportamento autolesivo nelle donne e il comportamento sadico negli uomini.

76 Echo and Narcissus, J.W. Waterhouse (1903)
NARCISISMO: da Narciso, che nella mitologia greca amò se stesso specchiandosi in un lago al punto di cadervi e di annegare: amore ossessivo per la propria immagine.

77 La relazione d’amore narcisistica
Disturbi di personalità, gruppo B (DSM I-V). Gli psicanalisti definiscono narcisistiche le personalità organizzate intorno al mantenimento della propria autostima tramite le conferme provenienti dall’esterno. Però questi termini fanno soprattutto riferimento ad un grado sproporzionato di preoccupazione per sé, e non alla normale sensibilità all’approvazione o alla critica. La relazione d’amore narcisistica Il confine tra narcisismo sano e patologico è assai labile, tuttavia per il senso comune il termine “narcisista” non ha quasi mai una connotazione positiva.

78 Un buon criterio per distinguere tra narcisismo sano e patologico, è osservare la qualità delle relazioni oggettuali del soggetto in esame. Un soggetto con DPN non è in grado di intrattenere relazioni mature, ma tende piuttosto a trattare gli altri come oggetti da asservire ai propri bisogni. Il paziente narcisista ignora i sentimenti e i bisogni dell’altro e per questo non è in grado di sostenere relazioni stabili nel tempo. Quando la personalità narcisistica si innamora, l’ idealizzazione dell’oggetto amato può incentrarsi sulla bellezza fisica, come fonte di ammirazione e di potere o sulle ricchezza e sulla fama, come attributi da ammirare e da incorporare inconsciamente come parti di Sé. Essi tendono ad idealizzare i patner potenziali quando questi sembrano irraggiungibili per poi svalutarli quando diventano raggiungibili.

79 I pazienti narcisisti mostrano una paura inconscia dell’oggetto d’amore, correlata all’ aggressività proiettata e anche una vera e propria incapacità di interessarsi alla personalità dell’altro. La loro eccitazione sessuale è dominata dall’ invidia inconscia per l’altro sesso.Per il patner narcisista, la vita va avanti nell’isolamento; la dipendenza è temuta in quanto rappresenta il riconoscimento sia dell’invidia che della gratitudine dell’invidia stessa. La dipendenza è sostituita da un atteggiamento richiedente che si ritiene pienamente giustificato, e dalla frustrazione quando le richieste non vengono soddisfatte; così si accumulano risentimenti che è difficile mettere da parte nei momenti di intimità. Molto spesso la cosa si risolve con la scissione delle esperienze, mentre nei casi peggiori si sviluppa un soffocante senso di costrizione e persecuzione da parte dell’altro. Gli aspetti non riconosciuti e intollerabili del Sé vengono proiettati sul patner, per proteggere l’ immagine di sé idealizzata. Invece l’ incorporazione simbolica delle caratteristiche ammirate dell’altro può servire da gratificazione narcisistica.

80 In ambito sessuale, improvvisamente l’invidia inconscia per l’altro trasforma l’idealizzazione del suo corpo in svalutazione; alimenta la trasformazione della gratificazione sessuale nel sentimento di essere riusciti a invadere e incorporare l’altro; elimina la ricchezza delle relazioni oggettuali primitive, attivate nella normale sessualità perversopolimorfa, e precipita nella noia. Ci si può chiedere se queste persone possano amare solo se stesse…Kernberg pensa che la questione stia nella differenza tra il tipo di Sé che viene investito: se ha la capacità di integrare l’amore e l’odio sotto il predominio dell’amore o se sia invece il Sé grandioso patologico. Van der Waals sostiene invece che “non è che il narcisista ami solo se stesso e nessun altro: egli ama male se stesso come ama male gli altri”.

81 Comprensione psicanalitica della patologia narcisistica
Nell’esame delle dinamiche principali sottostanti a queste manovre difensive è di centrale importanza l’ invidia, forma di rabbia e risentimento contro un oggetto di cui si ha bisogno, ma che viene vissuto come frustrante o rifiutante; la cosa desiderata diventa così fonte di sofferenza e per reagire a questa si sviluppa un desiderio di distruggere ciò che viene rifiutato, quindi ammirato. Questi conflitti inconsci possono essere riportati alla patologia precoce della relazione madre-bambino (madre fredda e rifiutante che sfrutta il bambino) o da una trascuratezza grave, precoce e cronica. La svalutazione avviene anche a livello sessuale, per questo, vi è una continua ricerca di patner sessuali.

82 Altro sintomo narcisistico significativo è l’assenza della capacità di gelosia, che spesso indica l’inabilità di provare un sufficiente interesse per l’altro e che rende irrilevante l’infedeltà. L’ assenza di gelosia può anche suggerire la fantasia inconscia di essere talmente superiore agli altri rivali che l’infedeltà del patner è addirittura impensabile. La gelosia può però emergere a posteriori come ferita narcisistica che il paziente narcisista sperimenta quando il patner lo abbandona per qualcun altro. Concludendo possiamo dire che la presenza di un disturbo di personalità in uno o in entrambi i patner indubbiamente dà una particolare sfumatura alla natura della loro relazione. In alcuni casi, la risoluzione di un profondo e prolungato conflitto coniugale dipenderà dalla modificazione della struttura di personalità di uno o di entrambi i patner. Più spesso però, la risoluzione di un’ interazione patologica tramite la psicoanalisi e la psicoterapia o tramite la separazione e il divorzio, rivelerà quanto di ciò che appariva una patologia narcisistica in uno o di entrambi i patner fosse in realtà l’effetto della collusione inconscia nello sfruttamento reciproco e dell’ aggressività derivante da altri conflitti.

83 Latenza, dinamiche di gruppo e morale convenzionale.
Ora invece, andremo ad esplorare la relazione tra la coppia e la circostante rete di rapporti sociali, in particolare i piccoli e i grandi gruppi all’interno dei quali le coppie si incontrano tra loro e con i quali interagiscono in modi complessi in quanto tutto questo ha un’ importante influenza sulle vicissitudini della vita amorosa di coppia. Qui non ci si riferisce solo ai gruppi reali, ma anche alle fantasie che gli individui e la coppia sviluppano su questi gruppi, specialmente per quanto riguarda le richieste, le minacce, le gratificazioni che si aspettano quando interagiscono con essi in quanto coppia. Si stabilisce infatti un delicato equilibrio tra la coppia e il gruppo/i che a sua volta influenza la psicodinamica della coppia.

84 La coppia e il gruppo Tutti i gruppi non strutturati, cioè non organizzati rispetto a un particolare compito, tendono ad alimentare un moralismo restrittivo e regressivo chiamato da Kernberg una morale convenzionale. Questo tipo di moralismo è caratteristico delle reti sociali, cioè quei piccoli gruppi all’interno dei quali le persone comunicano le une con le altre, ma non sono intime e non hanno necessariamente relazioni personali l’una con l’altra. In queste condizioni si stabiliscono valori condivisi: i membri tendono a proiettare sul gruppo le componenti del Super-Io e tentano di stabilire un consenso, inconsciamente condiviso, su alcuni valori di base; questa però è una morale molto diversa da quella in base alla quale ogni membro agisce come individuo.

85 Secondo Kernberg la morale convenzionale è molto simile alla morale dei bambini in età di latenza. Il periodo di latenza vede lo stabilirsi di un sistema morale altamente dipendente dalla necessità di adattarsi al sistema sociale scolastico e al mondo degli adulti e dal bisogno di proteggere le relazioni affettuose con i genitori dai conflitti sessuali e aggressivi dal periodo edipico; mentre i derivati di questi impulsi saranno reindirizzati verso le formazioni di gruppo che caratterizzano questa età. Le caratteristiche della morale dei gruppi in età di latenza includono sia le conoscenze sessuali sia “l’ innocenza”, nel senso che la sessualità è qualcosa di proibito e riguarda il comportamento segreto degli “altri”. L’atteggiamento verso la sessualità genitale è svalutante ma allo stesso tempo vi è una forte curiosità eccitata. La morale semplicistica dell’ età di latenza tende a eliminare l’elemento erotico dalle relazioni “legalmente riconosciute”. La morale della latenza non tollera l’ ambiguità e l’ ambivalenza che caratterizzano le relazioni emotive mature, ma è proprio questa morale che meglio si presta alla massiccia proiezione sul gruppo e che persiste per tutta l’adolescenza e persino nell’età adulta, come sistema comune di valori nei gruppi non strutturati e in condizioni di regressione di gruppo.

86 Il Super-Io della latenza sarà quindi facilmente proiettato dai membri dei gruppi non strutturati, invece il Super-Io più individualizzato e maturo resterà “al suo posto” permettendo l’integrazione della sessualità con la tenerezza e sfocerà nella capacità di un amore passionale e prolungato nell’età adulta. Possiamo affermare che la comunicazione di massa soddisfa le caratteristiche di convenzionalità che rispecchiano le esigenze del Super-Io della latenza, prima descritto. La cultura di massa, così come viene trasmessa dai mass media, è caratterizzata dalla semplicità e da una richiesta intellettuale significativamente limitata nei confronti del consumatore. Il linguaggio e l’autorità della televisione sono rivolti a una massa implicitamente passiva, standardizzata e non informata. La cultura di massa propone una regolare, stabile, severa e rigida morale convenzionale: per es.vi sono autorità parentali ben definite, che decidono ciò che è buono e ciò che è cattivo. Per quanto riguarda i temi sessuali invece, predominano sempre le stesse caratteristiche della latenza. L’amore tenero è completamente separato da qualunque elemento erotico.

87 Kernberg trova che i film illustrino molto bene il perenne conflitto tra morale privata e morale convenzionale che si origina nei processi di gruppo durante l’età di latenza e l’esplorazione tra film erotici, convenzionali e pornografici consente una migliore comprensione della motivazioni inconsce connesse all’accettazione o intolleranza dell’erotismo sotto l’ impatto della cultura di massa. • Film convenzionali: Anche se questi film di solito prevedono una trama e un certo sviluppo dei personaggi, la loro visione della vita sessuale dei protagonisti continua a rispettare la morale del Super-Io di latenza. In questi film le relazioni presentate come autenticamente d’ amore (in particolare se sono sposate) sono illustrate senza alcuna intimità. L’ intimità sessuale viene ritrovata solo tra persone non innamorate l’una dell’altra. Aspetto interessante da sottolineare è che questi tipi di film permettono di rappresentare molto più spesso l’ aggressività piuttosto che l’ erotismo. Es. Attrazione fatale di Lyne (1987).

88 • Film erotici: rappresentano l’evoluzione della relazione sessuale tra i personaggi. C’è la combinazione di amore e sessualità. L’erotismo è rappresentato come un aspetto serio e maturo dei valori umani, il simbolo di un ideale adulto che elimina le proibizioni infantili e la limitazione della sessualità. La relazione erotica diventa l’espressione di un amore passionale. In questi film vi è integrazione di tenerezza e erotismo, di fisicità sensuale e ideale romantico; inoltre la dimensione estetica presenta la bellezza del corpo umano come tema principale, che rispecchia l’idealizzazione del corpo umano in quanto asse portante dell’idealizzazione passionale, e la descrizione artistica di quella che potremo chiamare la “geografia del corpo umano”. Poiché l’erotismo è caratteristica della psicologia di massa, l’erotismo nei film sconvolge il pubblico convenzionale ed è per questo motivo che i film d’autore spesso non arrivano ad essere dei grandi successi, perché la cultura di massa risponde alle regole della psicologia di massa. Es. Ultimo tango a Parigi di Bertolucci (1974).

89 • Film pornografici: In questi film c’è un’ evidente assenza delle funzioni del Super-Io; essi meccanizzano il sesso, mettendo in risalto la facile espressione della sessualità e la vergogna viene abolita. Lo spettatore si identifica con le attività sessuali, piuttosto che con le relazioni umane. La mancanza di ambiguità, l’inconsistenza della trama, che non permette alcuna ulteriore fantasia rispetto alla vita interiore dei protagonisti, contribuisce alla meccanizzazione del sesso. Vi è dissociazione tra sesso e tenerezza esattamente come nei film convenzionali. Anche se questi film sono pensati allo scopo di facilitare l’eccitazione sessuale ai livelli più primitivi di esperienza emotiva, la pornografia diventa rapidamente noiosa e controproducente proprio come avviene quando le persone praticano il sesso di gruppo: dopo un certo periodo di tempo, arrivano ad un deterioramento della capacità di eccitazione sessuale in conseguenza del deterioramento delle loro relazioni oggettuali. Conclusioni: le relazioni tra film convenzionale, il film pornografico e l’arte erotica riflettono le dinamiche di gruppo che riguardano il gruppo, la cultura convenzionale e la coppia impegnata in una relazione passionale. La coppia è sempre a un livello profondo, asociale, segreto, privato e ribelle, una sfida all’ amore e alla sessualità convenzionale. Si potrebbe dire che solo la coppia matura e l’arte erotica sono in grado di sostenere e proteggere l’amore passionale. Il convenzionalismo e la pornografia invece sono alleati, nella loro intolleranza dell’amore passionale.

90 La sfida esterna della coppia adulta
Abbiamo visto che l’amore sessuale maturo è sempre in aperta o segreta opposizione con il circostante gruppo sociale e per questo la sua natura è ribelle. Essa libera la coppia adulta dalla partecipazione ai valori convenzionali del gruppo sociale, crea un’esperienza di intimità sessuale che è fondamentalmente privata e segreta, stabilisce un quadro in cui le ambivalenze reciproche vengono integrate nella relazione d’amore e nello stesso tempo la arricchiscono e la minacciano. Ma la coppia, in una relazione d’amore, pur essendo in opposizione al gruppo ne ha comunque bisogno per poter sopravvivere. Una coppia veramente isolata è messa in pericolo dalla liberazione di un’ intensa aggressività, che può distruggerla o danneggiare seriamente entrambi i patner. Ribellandosi al gruppo la coppia stabilisce la propria identità, la propria libertà dalle convenzioni e l’ inizio del proprio viaggio come coppia; invece una nuova dissoluzione nel gruppo rappresenta il porto finale della libertà dei sopravvissuti di una coppia che ha distrutto se stessa (per es. sesso di gruppo o triangolazioni).

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92 La sessualità umana è intrinsecamente TRAUMATICA
Amore Cannibale: quando il neonato incontra il “seno-universo” c’è un intreccio di tendenze sadiche ed erotiche. Scoperta dell’Altro: come oggetto separato da sé, provoca depressione, rabbia e frustrazione in rapporto all’oggetto primario di amore e desiderio. Scoperta della differenza fra i sessi: precede i conflitti edipici, è già di per sé fonte di angoscia e contemporaneamente ha un effetto maturativo. Crisi Edipica: costringe il bambino a venire a patti con il desiderio impossibile di incarnare entrambi i sessi e possedere entrambi i genitori.

93 .. la scoperta della differenza fra i sessi ha contribuito alla formazione di..
.. Un SENSO NUCLEARE DI GENERE (Stoller, 1968), base per la costruzione, da parte del bambino, di un’identità maschile o femminile attraverso rappresentazioni mentali che derivano, non da dati biologici, bensì dagli influssi dell’inconscio di entrambi i genitori e dai concetti trasmessi dall’ambiente socio-culturale a cui appartiene. Il S. N. di G. non è innato, pur fissandosi nell’infanzia, viene riscoperto in tutta la sua forza poco dopo la pubertà (Freud, 1905). Il nostro senso di identità personale si stabilisce su “ciò che ci somiglia” e su “ciò che è diverso da noi” (Lichtenstein, 1961), ma l’acquisizione di un senso stabile di identità, personale e sessuale, richiede una serie di processi di lutto per rinunciare a possedere “ciò che è diverso da noi”.

94 Origini del Sé sessuale
Bisessualità psichica: i desideri bisessuali sono universalmente diffusi nell’infanzia (Freud, 1905), è naturale che un bambino che ha 2 genitori si senta libidicamente attratto da entrambi, cerchi di ottenere l’amore esclusivo di ciascuno dei 2 e desideri così possedere i misteriosi organi sessuali e il potere fantasmatico sia del padre che della madre. Ecco perché la rinuncia a tali desideri costituisce una delle più profonde ferite narcisistiche dell’infanzia. La McDougall afferma quindi che la confusione cui danno luogo i desideri bisessuali nell’organizzazione precoce della struttura psicosessuale influenza diverse aree della vita adulta, la non-integrazione degli stessi è spesso causa di sintomi e inibizioni negli adulti. I desideri omosessuali nei bambini hanno sempre una doppia meta (Omosessualità Primaria): - possedere sessualmente il genitore dello stesso sesso in modo esclusivo - essere il genitore del sesso opposto per incarnare tutti i privilegi e le prerogative di cui quel genitore sembra essere investito. Queste 2 tensioni omosessuali sono contraddittorie e al contempo complementari perché coesistono in ogni bambino piccolo e persistono nell’inconscio di ogni adulto (omosessuale o eterosessuale).

95 ... Queste brame bisessuali infantili (forme fantasmatiche di possesso), poiché implicano la distruzione dell’altro, suscitano confusi sentimenti di colpa e depressione, e al contempo poiché sono destinati a rimanere inappagati provocano una offesa narcisistica a cui si accompagnano aggressione e invidia. I desideri eterosessuali suscitano risposte meno umilianti e ostacoli meno insormontabili rispetto ai precoci impulsi sessuali. L’omosessualità adulta non può essere intesa solo come fissazione ai desideri bisessuali universalmente diffusi nell’infanzia, al complesso sviluppo dell’identità e della scelta d’oggetto omosessuale ed eterosessuale concorre una serie infinita di elementi. Le tendenze bisessuali se da un lato producono sofferenze nevrotiche, dall’altro arricchiscono la personalità, se trovano diversi canali di espressione, quali le capacità creative.

96 2. Scene primarie e sessualità primitive: costituiscono l’intero repertorio di conoscenza inconscia e di mitologia personale sui rapporti sessuali, in particolare su quelli dei genitori. Questa scena può essere descritta anche in termini pregenitali: - fantasie erotico-orali e di divorazione - rapporti erotico-anali e sadico-anali - confusioni bisessuali - fantasie arcaiche di vampirizzazione - timore di perdere il proprio senso di identità - timore di perdere la capacità di rappresentarsi i propri limiti corporei. Quando queste fantasie prendono il sopravvento nella realtà psichica di un individuo, i rapporti sessuali e d’amore possono divenire l’equivalente di: castrazione, annientamento o morte. Le fantasie relative alla scena primaria influenzano gli stati borderline e le affezioni psicosomatiche. I terrori infantili sopra descritti, legati alle prime transizioni madre-lattante, non trovando la via della rappresentazione linguistica, vengono immagazzinati nella memoria del corpo. Queste angosce sono la ricapitolazione della rabbia del bambino, così dei desideri letali e vampirizzanti un tempo proiettati sulle figure parentali. Ecco allora che la Verbalizzazione di questi desideri primitivi e l’arcaico terrore che suscitano svolgono un ruolo centrale nel mutamento psichico c he si verifica nei pazienti man mano che procede l’analisi delle fantasie recuperate.

97 … Conclusione … I desideri bisessuali e le fantasie di scena primaria possono trovare vie di espressione alternative: Attività sublimatorie (creatività) Sintomatologie nevrotiche Sessualità devianti Nel libro si può osservare come nel corso dell’avventura psicoanalitica, quando le fantasie di scena primaria vengono riconosciute dietro i molteplici travestimenti e trovano così voce ed espressione, per la prima volta nella memoria del paziente gli oggetti parentali internalizzati vengono liberati dalle proiezioni pregenitali e arcaiche del bambino di un tempo; la visione infantile della scena primaria può essere così elaborata psichicamente, considerata come un’esperienza gratificante per entrambi i partner ed essere accettata sia dalla parte infantile che dalla parte adulta della personalità. La scena primaria internalizzata in questa nuova versione diviene un’acquisizione psichica che conferisce al bambino-adulto il diritto di trovare il suo posto nella costellazione familiare, di avere un suo corpo, una sua sessualità.

98 Componenti omosessuali della sessualità femminile
Verità assodata: importanza dinamica della sessualità umana nella vita infantile e adulta. Freud: la bambina prova una invidia estrema dell’organo visibile e interessante del maschietto, accompagnata dal desiderio di possedere a sua volta un pene. Non vale lo stesso per il bambino. Il passaggio dalla bambina alla donna normale è più difficile e complesso, perché comprende, rispetto ai maschietti, 2 compiti in più: - la bambina deve accettare la propria configurazione anatomica e operare uno spostamento nell’organo d’eccitazione (dalla clitoride alla vagina) - la bambina deve operare un mutamento d’oggetto (dall’attaccamento per la madre a quello per il padre)

99 Anatomia come destino? McDougall Oggi sappiamo che:
L’invidia del pene paterno spiega solo in parte le difficoltà che la bambina incontra nel suo viaggio verso la femminilità adulta. Inoltre questa invidia colpisce anche i bambini che vedono come unico sesso adeguato quello del padre. I bambini dei due sessi sono consapevoli del fatto che la Madre incarna il potere magico di attrarre il pene del Padre e di fare i bambini che entrambi i genitori desiderano.

100 Ricerche psicoanalitiche sulla sessualità femminile Horney (1926): considerando le sensazioni le sensazioni vaginali della bambina questa fin da principio deve avere un vivo senso di questa specifica caratteristica del suo ruolo sessuale. Klein (1945): la bambina vive i suoi genitali come carenti rispetto agli organi del maschio (il padre), poiché questi ultimi, al contrario dei suoi, sono visibili e quindi facilmente rappresentabili mentalmente. Per ottenere una conferma visiva della propria specifica identità sessuale ed una rassicurazione narcisistica, la piccola dovrà attendere la pubertà (seno e ciclo mestruale). Kestenberg (1968): distinzione fra configurazioni anatomiche interne ed esterne con diversi timori e fantasie che le accompagnano. La rappresentazione da parte della bambina dei propri genitali costituisce la scoperta di uno spazio interno che investe l’esperienza globale della sua femminilità e dei suoi rapporti sessuali.

101 McDuogall: il destino anatomico della bambina è ulteriormente fonte di difficoltà per il suo sviluppo psicosessuale, infatti il sesso della bambina è per essenza una porta che introduce al resto del corpo, la vagina è equiparata nell’inconscio all’ano, alla bocca, all’uretra, destinata quindi a sostenere gli investimenti e le fantasie sadico-masochistiche associate a tali zone. Anche la donna adulta vive spesso il suo corpo come un continente nero abitato da mostri orali e anali. La rappresentazione inconscia che si farà del proprio corpo e dei propri genitali rifletterà il significato libidico e narcisistico che la madre avrà dato al sé fisico e psicologico della figlia, come pure quanto le avrà trasmesso dei suoi timori inconsci relativi alle proprie funzioni fisiche e sessuali.

102 Esperienza Autoerotica: terzo aspetto del destino anatomico femminile
Esperienza Autoerotica: terzo aspetto del destino anatomico femminile. L’impossibilità di verificare visivamente i suoi genitali e quindi di darsene una rappresentazione psichica precisa, genera una profonda confusione fra le sensazioni sessuali che prova e di cui è consapevole sin dalla prima infanzia. Tale confusione a sua volta ha ripercussioni sulle fantasie femminili relative alla masturbazione. La masturbazione è un’espressione normale della sessualità femminile, ma viene di solito inibita dalle costrizioni parentali. Queste restrizioni lasciano un segno sulle fantasie inconsce, possono anche provocare problemi di natura nevrotica. Il bambino, per le sue fantasie masturbatorie, teme di essere punito con la castrazione, mentre la bambina con la morte.

103 Legame omoerotico con la madre: zona di difficoltà specifica della sessualità femminile, insieme al destino anatomico. Quando è fra le braccia della madre il neonato vive le prime impressioni psichiche dei rapporti sessuali e d’amore che lo attendono in futuro. Anche l’atteggiamento del padre è fondamentale per la trasmissione di questi precoci investimenti libidici. Se dalla prima infanzia i bambini vedono i genitori comportarsi come una coppia amorosa (l’aggressione non è pericolosa, l’amore è più forte dell’odio) allora la bambina cercherà di identificarsi con la madre, per ciò che riguarda la maternità e i rapporti sessuali e d’amore, elaborando fantasie sull’uomo (a immagine del padre) che un giorno diventerà suo amante, marito e padre dei suoi figli. il rapporto essenziale madre-bambino nei primissimi medi di vita genera la struttura psicosessuale, base primaria della futura vita amorosa della bambina.

104 Omosessualità primaria:
La bambina vorrebbe possedere la madre sessualmente, avere figli con lei ed essere amata da lei in modo esclusivo. Contemporaneamente vorrebbe essere un uomo come il padre e possedere i suoi genitali, come pure le qualità ideali che gli attribuisce. Poiché anche questi impulsi sono destinati a rimanere inappagati costituiscono un’altra profonda ferita narcisistica. Nel mondo psichico femminile ci sono più madri interne (adorata, criticata, temuta, desiderata). La bambina è costretta a strappare alla madre il diritto di essere lei identificandosi con la madre stessa nel suo mondo psichico interno; ma ha bisogno anche della madre come guida esterna fonte di conforto e aiuto per gli anni a venire.

105 Esistono 5 percorsi potenziali nell’integrazione della costellazione edipica omosessuale (e per i maschi e per le femmine): 1. stabilizzazione dell’immagine di sé 2. intensificazione del piacere erotico 3. intensificazione dei sentimenti materni 4. uso creativo delle identificazioni omosessuali 5. arricchimento delle amicizie con persone dello stesso sesso

106 1. Stabilizzazione dell’immagine di sé: la libido omosessuale femminile serve ad arricchire e stabilizzare l’immagine narcisistica di sé. La bambina rinuncia a voler avere la donna per esserla, la sua invidia del pene si trasforma in desiderio. 2. Intensificazione del piacere erotico:è nel fare l’amore che possiamo ricreare l’illusione di appartenere a entrambi i sessi e di perdere momentaneamente i limiti narcisistici che la monosessualità impone al genere umano. 3. Intensificazione dei sentimenti materni: il rapporto che le donne hanno con i loro figli è anche un tesoro ritrovato di ricchezze omosessuali. 4. Uso creativo delle identificazioni sessuali: il piacere provato nello svolgimento di attività intellettuali e artistiche sono pervase di fantasie omosessuali e narcisistiche, in questo genere di attività infatti ognuno è maschio e femmina nello stesso tempo. 5. Arricchimento delle amicizie con persone dello stesso sesso: l’investimento omosessuale, privato delle sue mete sessuali consce, aggiunge calore e ricchezza alle amicizie profondamente affettuose che le donne stabiliscono con altre donne.

107 I suddetti sono percorsi ideali dei modi in cui i desideri omosessuali e narcisistici possono essere armoniosamente investiti nella vita sessuale, familiare, nelle attività sociali e professionali. Una serie infinita di liti domestiche, problemi sessuali, difficoltà con i figli, con i colleghi, i collaboratori e gli amici, difficoltà nell’adempimento di attività creative, possono rivelarsi, nel corso del processo analitico, legati ad un conflitto omosessuale di fondo.

108 Esplorazione della dimensione dell’omosessualità inconscia nella situazione analitica
Marie-Josèe: 35 anni, soffriva di fobie paralizzanti (claustrofobica e agorafobica), non riusciva a dormire in assenza del marito, così in quei giorni andava a casa dei suoi genitori, su insistenza, dice, della madre “soffocante e iperprotettiva” che pare traesse profitto dalla fragilità fobica della figlia. Un altro sintomo, per lei insignificante, si presenta: doveva orinare parecchie volte al giorno (“semplicemente la mia vescica è più piccola di quella delle altre donne”). Questo sintomo, proprio perché minimizzato, potrebbe essere l’indizio di un conflitto psicologico centrale, un conflitto che forse la paziente aveva difficoltà ad accettare. La fobia di M-J di star sola la notte e i suoi sintomi urinari si rivelarono elementi essenziali della sua analisi e portarono a scoprire un nucleo di desideri infantili e primitive fantasie erotiche collegate al tema dell’omosessualità inconscia.

109 1° anno di analisi M-J non voleva dormire da sola perché temeva l’ingresso in camera da letto di un uomo violentatore-assassino. Lentamente accettò l’idea di essere lei l’autrice della scena da incubo e che il personaggio del violentatore assassino fosse una sua personale creazione. Questa fantasia non la spaventava più, anzi la eccitava, il terrore di rimanere sola scomparve, ma d’improvviso sentiva un’irresistibile impulso a masturbarsi, solo così riusciva a dormire serenamente. La madre appariva in alcune associazioni ancora persecutoria e soffocante. Anche la McDougall cominciò a detestare quella madre “cannibale” e “perversa”, cercando di ricordare però che quella era soltanto una versione delle rappresentazioni interne di M-J sulla madre.

110 2° anno di analisi Sogno orribile: “stavo nuotando in un mare in tempesta e avevo paura di annegare, anche se l’acqua e il paesaggio intorno a me sembravano molto belli. Avevo l’impressione di essere gia stata in quel posto. Le onde si ingrossarono ancora di più e mi dissi: devo trovare qualcosa cui aggrapparmi altrimenti annegherò, notai uno di quei pali, non ricordo il nome, che servono per attaccarci le barche. Feci per afferrarlo, era fatto di pietra. Comunque mi svegliai in preda al panico. McDougall: forse M-J nella scena onirica rovesciava la situazione, poteva avere paura che fosse la madre ad annegare lei in un fiotto vendicatore di urina. La sua unica salvezza sarebbe venuta in tal caso dal padre (il nome del palo in francese è parte del nome di suo padre), fallo di pietra con le sue potenziali capacità salvifiche.

111 3° anno di analisi Le molteplici fobie di M-J sono un modo di proiettare sulla scena del mondo esterno un dramma interiore in cui tentava continuamente di fuggire da qualsiasi situazione o rapporto che potesse rappresentare un’immagine arcaica della madre, come essere onnipotente e onnipresente in procinto di divorarla. Il violentatore-assassino era in realtà il padre con cui aspettava di avere un’incontro amoroso, nelle sue fantasie inconsce e in modo infantile. C’era forse qualche parte di M-J che desiderava essere inghiottita dal mare materno in tempesta.

112 Sogno controtranferale
Sogno manifestamente omosessuale in cui era presente un’esotica creatura che mi costrinse a rinunciare a ogni sorta di potere e subire passivamente tutto ciò che lei volesse impormi. Conclusione: ero invidiosa della madre possessiva di M-J. Era stato finora negato il legame omoerotico con la madre, il piacere provato da M-J nei confronti di una madre animata da desideri omosessuali. M-J non aveva forse provato un piacere segreto nell’assecondare le domande materne? M-J: “ecco, può darsi che sia io a chiedere più di quanti pensi”. Forse allora la masturbazione, che aveva preso il posto della fantasia del violentatore-assassino, era il suo legame omoertico nascosto con la madre. M-J: “sono di nuovo la bambina che ancora desidera essere il tesoro d’amore della madre. E forse ho anche bisogno di riuscire a identificarmi con lei come donna fornita di sesso, così la bambina in me può crescere e diventare donna.

113 Fine analisi Conclusione
M-J cominciò a viaggiare più spesso con il marito, il suo amore per lui si faceva più profondo via via che sentiva crescere il proprio valore come donna adulta, si delineò così anche il desiderio di essere madre portare un proprio bambino. Conclusione La via che porta dall’adolescenza alla femminilità adulta è tortuosa e piena di insidie. L’erotismo femminile affonda le sue radici nella prima infanzia creando potenzialmente varie confusioni di ruoli. C’è una continua lotta per integrare i conflitti che concernono i rapporti d’amore più precoci, anche quando l’orientamento eterosessuale sembra essersi pienamente affermato. I sogni, dell’analista come dell’analizzando, cercano continuamente di offrire soluzioni a problemi profondamente sepolti. Rivelando i desideri erotici inconsci dell’infanzia, i sogni ne consentono una verbalizzazione conscia e aprono la via alla loro integrazione in un sé adulto più armonioso.

114 Sessualità femminile Quando l’ambiente familiare contribuisce a facilitare l’acquisizione da parte della bambina dell’identità sessuale femminile, rendendole possibile trarne piacere, i processi di lutto che accompagnano l’integrazione dei desideri bisessuali ed edipici hanno buone probabilità di giungere a compimento. I teorici di psicoanalisi ritengono che questa integrazione rafforzi rafforzi l’investimento narcisistico e libidico sul corpo e sul sé femminile, suscitando una profonda attrazione per l’altro sesso. L’integrazione dei desideri edipici omosessuali (desiderio di incorporare i contenuti psichici della, spesso fantasticati come comprendenti il pene del padre i figli potenziali nonché i segreti della femminilità) come di quelli eterosessuali, fa sorgere il desiderio di un amante del sesso opposto e di maternità. Le varianti della sessualità femminile che non concordano con tale definizione sono Omosessualità della donna Transessualità femminile Perversioni femminili

115 1. Omosessualità della donna
Nell’analizzanda lesbica non c’è la convinzione di aver preso possesso delle prerogative femminili della madre nell’infanzia, il desiderio di possedere sessualmente la madre e/o quello di divenire il padre, non sono mai stati abbandonati. A volte l’analizzanda sembra riattualizzare quei desideri nel tentativo di dare ad un’altra donna ciò che lei stessa aveva desiderato possedere nell’infanzia, altre volte invece cerca di ricevere dalla sua amante (che può assumere il ruolo di madre o padre) la conferma narcisistica che viene riconosciuta come persona e che il suo corpo e il suo piacere erotico sono valorizzati e apprezzati: Da un punto di vista clinico non ci sono grosse differenze fra analizzande lesbiche ed eterosessuali, la donna omosessuale che entra in analisi non è in conflitto con il proprio orientamento sessuale. Entrambe chiedono aiuto per un’inibizione o crisi in ambito professionale (intellettuale o creativo).

116 Le difficoltà sessuali all’interno di un rapporto d’amore sono il secondo problema delle donne omosessuali come di quelle eterosessuali. Le prime lamentano spesso un disinteresse per il raggiungimento del piacere sessuale, anzi la fonte più importante di soddisfazione sessuale è per loro soddisfare eroticamente le proprie amanti. Le seconde invece denunciano di non riuscire a raggiungere l’orgasmo con i loro partner e che spesso la principale fonte di soddisfazione è la pratica masturbatoria. La rottura o la minaccia di rottura in una lunga relazione d’amore è una causa frequente di sofferenza psichica e può essere o non essere connessa all’inibizione sessuale. Non ci sono particolari differenze fra etero e lesbiche. I diffusi atteggiamenti di riprovazione nei confronti di individui che appartengono ad una minoranza costituiscono un’ulteriore fattore motivante della richiesta di analisi.

117 L’omossessualità Burch (1989) suddivise:
Lesbismo Primario: L. pienamente consapevoli del loro orientamento sessuale sin dall’infanzia Lesbismo elettivo o bisessuale: L. che si sono definite tali solo in età adulta dopo significative esperienze eterosessuali.

118 Se si considerano gli aspetti clinici specifici delle analisi di donne lesbiche, è importante (come con qualsiasi altro paziente) ascoltare attentamente la “teoria” che ogni analizzanda dà di sé stessa, dei suoi problemi e della sua storia passata. Non si hanno comunque differenze fra lesbiche ed eterosessuali perciò che riguarda sia i conflitti professionali e sociali, sia le sofferenze causate da sintomi o inibizioni in queste stesse aree. Alcune differenze fra i due orientamenti sessuali emergono tuttavia quando si confrontano le fonti dell’inibizione sessuale e le cause soggiacenti alle interruzioni di rapporti d’amore in coppie sino a quel momento stabili.

119 La coppia lesbica Le difficoltà qui compaiono spesso quando una partner desidera avere rapporti sessuali mentre l’altra non risponde alla richiesta con lo stesso interesse. Cosa analoga avviene per i mariti che accusano di mancare di interesse per i rapporti sessuali o di non trarne soddisfazione. In entrambi i casi troviamo un apparato di fantasie inconsce che fanno del piacere sessuale qualcosa di proibito o minaccioso. L’omosessuale spesso, più delle analizzande eterosessuali, fa esperienza di profonde paure sorte da fantasie di danneggiamento corporeo o di perdita dei confini fisici o psichici e di disintegrazione del senso dell’identità soggettiva. L’identità di genere e di ruolo sessuale, che ogni bambino va costruendosi a partire dall’infanzia, viene intaccato da: I conflitti sorti dalle paure e dai desideri inconsci del genitori Un discorso parentale denigratorio o minaccioso nei confronti della sessualità. La svalutazione della sessualità femminile all’interno della famiglia o del discorso sociale viene spesso esacerbata dalle eccessive preoccupazioni della madre per la salute della figlia, il suo sonno, la sua alimentazione o le funzioni escretorie, cosa che può essere internalizzata dalla bambina sotto forma di un’ immagine svalutata del suo sé corporeo e sessuale. Alcune analizzande avevano immagini in qualche modo distorte o perturbate dei loro corpie delle loro funzioni somatiche. Molte donne eterosessuali raccontano storie di infanzia simili, ma non traspongono questo problema materno sulle rappresentazioni psichiche del loro sesso o della loro femminilità.

120 Altre pazienti lesbiche sono convinte che tutto l’ambito del femminile appartenga unicamente alla madre. Avere la presunzione di possedere questi tesori interni vorrebbe dire distruggere la madre, come se non sia possibile la coesistenza di due donne in quella particolare famiglia o in quel rapporto madre-figlia. In alcuni casi la figlia che ha l’impressione di riuscire inaccettabile agli occhi della madre, interpreta questa percezione come un invito ad assumere gli attributi maschili per meritare il suo amore e la sua atenzione.

121 2. Transessualità Benjamin (1953), psichiatra americano, il primo a distinguerla dalle perversioni sessuali o dalle psicosi. Limentani (1989), Stoller (1975), due analisti che hanno preferito vedere nelle donne che cercano di darsi una nuova identità sessuale, una forma specifica di omosessualità femminile. La sofferenza maggiore nei T. proviene dalla convinzione che esista un’antinomia di fondo fra il genere anatomico e il genere psicologico. Questo senso diffuso di disarmonia biologica è accompagnato dall’impressione di essere sfigurati, deformi, mostruosi. Essi riconoscono pienamente il loro genere anatomico, ma lo vivono come una deformità (ecco perché non possiamo parlare di psicosi). Ovesey e Person (1973,’74) distinguono: T. Primario: è sempre stato consapevole della sua anomalia e sin dall’adolescenza ha sognato di risolverla con la chirurgia T. Secondario: pensa alla chirurgia solo più tardi, verso i quarant’anni e oltre.

122 La domanda di una diversa appartenenza sessuale solleva PROBLEMI relativi ai processi identificatori che contribuiscono all’acquisizione del senso di identità sessuale: Le influenze dell’inconscio biparentale sulla creazione di questo disturbo di genere. In particolare varie madri di transessuali manifestavano un vuoto depressivo, come se fossero prive di qualsiasi desiderio (Stoller, 1975). Nel caso dei t. maschi il destino transessuale pare segnato dall’infanzia, dal primo anno di vita. Nel caso delle t. femmine l’assunzione dell’identità maschile avviene verso il 3°/4° anno di vita. Seccarelli (1989): in un certo senso la scelta transessuale è fatta dai genitori spesso prima della nascita del figlio. Il padre assume spesso un ruolo nell’infanzia della donna che successivamente che cercherà un passaggio di sesso. Inoltre un punto nodale nella ricerca sulle origini del desiderio transessuale dovrebbe consistere nel determinare il modo in cui la madre investe i genitali del figlio sin dalla nascita.

123 Le deviazioni sessuali nella donna
Capire su cosa poggi il comportano delle madri che abusano, fisicamente o sessualmente, dei loro figli, costituisce una sfida per lo psicoanalista. Immancabilmente o quasi l’abuso si modella nel corso di tre generazioni. A volte i genitori impongono implicitamente al bambino di “pagare” perciò che loro stessi hanno sofferto, o di incarnare certi loro tratti, dei quali non possono o non vogliono assumersi la responsabilità, negativi o positivi che siano. Stoller (1976), perversione: forma erotica dell’odio. In entrambi i sessi gli oggetti d’odio originari, o certe loro parti, sono relativamente inconsci. Welldon (1989), nell’uomo l’atto perverso si volge un oggetto parziale esterno, mentre nelle donne si volge verso il proprio corpo o verso oggetti visti come creazioni proprie: i figli. In entrambi i casi, i bambini e i corpi, sono visti come oggetti parziali.

124 Nelle bambine forme devianti di comportamento o di rapporti sessuali nella vita adulta (esibizionismo, sadomasochismo) possono essere dovute a: Sentirsi indesiderate, ignorate o soffocate dalla madre Viversi come oggetto parziale appartenente alla madre, come prolungamento narcisistico della stessa. Questi scenari possono creare un odio implacabile, trasformando queste donne da vittime a carnefici, questo fa da schermo maniacale contro il terrore inconscio di perdere la madre e quindi il proprio senso di identità. L’erotizzazione può divenire una difesa contro esperienze infantili traumatiche, dietro a varie forme di pratiche sessuali coatte e devianti si riscontra un tema comune: il trauma subito nell’infanzia è stato reso sopportabile trasformandolo in gioco erotico. Si può ipotizzare che questa trasformazione sia servita a impedire un esito decisamente psicotico.

125 3. Perversioni femminili
La masturbazione deviante Attività autoerotica in cui l’uso della mano è proibito, ed essa stessa è sostituita con oggetti di vario tipo, inseriti nella vagina o nell’ano. La mano poteva essere associata al ricordo dei severi castighi subiti per le pratiche masturbatorie, oppure al fatto che esse stesse venivano legate per impedire che potessero raggiungere i genitali, costringendole a scoprire altri mezzi di stimolazione sessuale (urine o feci per raggiungere l’orgasmo). L’esplorazione analitica di questi modi pregenitali e arcaici di stimolazione sessuale è ricca di insegnamenti sulle fantasie inconsce prodotte dalle analizzande che soffrono di gravi inibizioni sessuali, ma non hanno inventato atti masturbatori devianti. Frequentemente queste pazienti denunciano difficoltà a raggiungere una soddisfazione sessuale proprio perché gli scenari erotici di questo tipo sono stati rimmossi.

126 … Coppie e devianza condivisa
Alcune analizzande erano impegnate in pratiche sessuali dominate da atti di tipo pregenitale, feticistico, sadomasochistico, su insistenza dei loro amanti o mariti. Anche se tutte si lamentavano della cosa, nalla maggior parte dei casi riuscimmo a ricostruire il passato infantile della donna e potemmo capire perché aveva scelto quel particolare partner e come ricavasse una soddisfazione segreta da quei rituali erotici.

127 Sessualità e creatività
Secondo l’autrice la creatività trae origine dal corpo erogeno: lo sviluppo è influenzato sia dal modo in cui gli impulsi del corpo erogeno vengono rappresentati all’infante sia dalla strutturazione attuata dai genitori sulle sue funzioni somatiche Per l’autrice 4 fattori fondamentali formano il contesto di pensieri o atti creativi: Relativamente all’interazione del creatore col mondo esterno: il medium espressivo: il mezzo con il quale il creatore esprime la propria creatività (pittura, marmo, parole, voce, corpo ecc.). Il creatore desidera sia compiacere il proprio medium espressivo sia attaccarlo per imporgli il suo dominio in quanto di fondo c’è sempre una fantasia di fusione o di confusione con il medium stesso

128 Relativamente al mondo interno del creatore:
il pubblico immaginato: a cui si rivolge il prodotto creativo: solo quando il creatore ha un rapporto di tregua con il proprio pubblico interno (rappresentazione di oggetti interni significativi) è in grado di mostrare la sua opera al pubblico esterno Relativamente al mondo interno del creatore: la sessualità (erotismo) pregenitale: il fondamento libidico dell’espressione creativa appare infiltrato da impulsi pregenitali (orali, e fallici ma in modo particolare anali, in quanto prima creazione in forma di oggetto fecale) e da aspetti arcaici della sessualità in cui erotismo e aggressione sono indistinguibili (piacere, rabbia e aggressività come elementi essenziali della produzione creativa) i desideri bisessuali nella prima infanzia: il bambino si identifica con i genitori di cui desidera poteri magici e privilegi simboleggiati dagli organi sessuali che lui vorrebbe avere per sé. L’integrazione delle parti maschile e femminile permette la sublimazione, in produzioni creative, del desiderio di avere entrambi i sessi e di procreare con entrambi i genitori

129 L’autrice considera questi 4 fattori come quattro versioni della scena primaria: ciascuna può divenire fonte di fertilità o sterilità In particolare nell’adulto i desideri pregenitali e bisessuali sembrano svolgere un ruolo centrale nello stimolare o inibire la creatività: La SESSUALITA’ (EROTISMO) PREGENITALE interessa i 5 sensi e tutte le funzioni corporee: alcune zone erogene e funzioni corporee (urinare, defecare ecc.) sono vissute inconsciamente come fonti proibite di piacere o come pericolose e violente

130 Il legame della creatività con la sessualità pregenitale si evidenzia:
nell’oralità: assumere dentro di sé le percezioni dall’ambiente circostante è l’ispirazione per creare e può essere gradito ma anche temuto come atto di divorare e quindi distruggere, inibendo così la creatività nell’analità: dare, donare il proprio prodotto ad un pubblico può essere temuto come atto di defecare, quindi umiliante, mentre il piacere di rendere pubblica la propria creazione può essere vissuto come esibizione del proprio corpo o masturbazione in pubblico L’autrice ipotizza che il processo creativo e il blocco creativo siano connessi all’immagine materna (accettante vs ipercritica) mentre il pubblico con l’immagine del padre (valorizzante vs ostile o malevolo).

131 Il caso del “Violino Erotizzato”:
Blocco creativo legato alle proiezioni sul pubblico della ripulsa dell’immagine di sé o del prodotto creato: Il caso del “Violino Erotizzato”: una violinista che soffre di un angoscia paralizzante prima di esibirsi. Durante l’analisi emerge il suo vivere il violino come estensione erotizzata del suo sé corporeo (vissuto come brutto e asessuato) e il pensiero angosciante che il pubblico percepisca il suo prodotto creativo come escrementi perché è così che lei lo percepisce. Dietro a questo è celato anche il desiderio distruttivo di annegare in essi il mondo intero (i propri genitori). Il caso de “La scultura erogena” Scultrice che modellava sculture troppo fragili (angoscia per il rimprovero di aver conservato le proprie feci da bambina) e incapace di mostrare in pubblico i suoi lavori (senso di colpa legato alla masturbazione punita severamente dalla madre: l’avrebbe portata alla dannazione e fatto morire la madre)

132 Trauma e creatività: le IDENTIFICAZIONI BISESSUALI non integrate a causa di vissuti traumatici nella prima infanzia possono essere fonte di conflitti interni, inibizioni intellettive e blocco creativo: Il caso di Bénédicte: Scrittrice di professione. La morte precoce del padre mai conosciuto, l’impossibilità di identificarsi con una madre vissuta come falsa (ha nascosto alla figlia la morte del padre e non ne ha elaborato il lutto), vuota e superficiale (focalizzata sull’aspetto e il farsi bella per conquistare altri uomini) la portano ad identificazioni solo parziali, ad una sessualità e femminilità vissuta attraverso il corpo di un’altra donna, alla difficoltà di parlare e di scrivere (parole come rappresentazioni di cose: “terrore delle parole come i bambini dei fantasmi” legato alle fantasie sulla fine del padre e sulla sua malattia misteriosa di cui nessuno parlava).

133 Sesso e soma SESSUALITA’ ARCAICHE E PSICOSOMA:
Lo sviluppo strutturale della psiche dipende dalle paure inconsce, dalle aspettative, dai desideri proiettati della madre e del padre, ma anche le risorse innate del bambino costituiscono una forza determinante. All’inizio della vita psichica le pulsioni libidiche e aggressive sono indistinguibili. I sentimenti, che verranno poi verbalizzati, di amore e odio sono confusi l’uno nell’altro.

134 Se il bambino viene sottoposto ad esperienze affettive travolgenti e/o se elabora forti contro-identificazioni alle domande biparentali allo scopo di mantenere un senso di identità soggettiva e sessuale, tenderà a manifestare quei disturbi psicosomatici più legati ad una fragilità ereditaria (gastrici, intestinali, respiratori, dermatologici, ecc.) per comunicare un angoscia non ancora verbalizzabile (angoscia senza nome): utilizzerà la forclusione come difesa dai conflitti psichici (interruzione del legame psiche-soma) Tutti noi somatizziamo la sofferenza mentale o l’eccitazione in eccesso MA se si protrae nell’età adulta la confusione tra i sentimenti di amore ed odio, disturbando profondamente le relazioni e la sessualità adulta, e la tendenza a forcludere i conflitti psichici derivanti, vi sarà un accrescimento della vulnerabilità psicosomatica: le esperienze affettive non accedono ad una rappresentazione psichica (desaffectéé=alessitimia) e solo il polo somatico resta visibile

135 Il caso di Louise: Asma ed erotismo primitivo
I legami erotici primitivi sono elemento vitale per l’organizzazione precoce della struttura psichica ma le malattie psicosomatiche possono sorgere anche come difesa da conflitti, fantasie e desideri sessuali arcaici: desiderio di continuare la storia d’amore con la madre che si esprime con sintomi corporei (allergie, insonnia encopresi, enuresi…) e rabbia contro il legame libidico arcaico (madre interpretata dal bambino come forza divorante tesa al controllo totale del sé fisico e psichico del bambino che si vive come estensione narcisistica della madre) Il caso di Louise: Asma ed erotismo primitivo Attacchi d’asma ed eczemi come modalità di sentire che il corpo apparteneva a lei e non alla madre, di volgere la rabbia nei confronti della madre contro il proprio corpo e sé e di esprimere un legame erotico orale e anale verso la madre in forma psicosomatica.

136 IL SE’ CHE ODORA IL SE’ PELLE:
Odori, sapori e contatto fisico sono fondamentali nella prima infanzia, sono legati alla madre-ambientale e investiti positivamente. In presenza di rapporto conflittuale con la madre possono essere percepiti come proibiti e pericolosi e venire contro-investiti provocando ad es. allergie alimentari e dermatologiche (Il caso di Georgette: I frutti proibiti). L’adulto, per varie ragioni di vulnerabilità, può non essere in grado di mentalizzare alcuni desideri, conflitti o fantasie arcaiche (utilizzando difese fobiche, isteriche, o ossessive) e forcludendo tali rappresentazioni sviluppa i sintomi psicosomatici come modalità arcaica e regressiva di espressione affettiva (isteria arcaica).

137 DAL SILENZIO DEL SOMA ALLE PAROLE DELLA PSICHE:
Sin dalla nascita ci viene trasmesso un linguaggio verbale ma anche un linguaggio-corpo una comunicazione non verbale inscritta nel corpo tramite voce, odore, calore, impressione tattile: sé olfattivo, sé pelle, sé respiratorio come fonti dei significanti preverbali In generale il bambino in mancanza di rappresentazioni di parola, quindi mentalizzabili, dispone di rappresentazioni di cosa che forclude sul corpo (memoria del corpo) dando origine ai sintomi psicosomatici più legati alla fragilità ereditaria. Le somatizzazioni si possono leggere quindi come una forma primitiva di pensiero i cui significanti sono preverbali, sono simbolizzazioni primitive (pittogrammi/immagini/elementi beta) e memorizzati nel corpo: un “protolinguaggio” e una “protocomunicazione” (tacita espressione nei sintomi psicosomatici).

138 Questo “protolinguaggio” somatico con il suo “protosimbolismo” è teso a comunicare un messaggio al mondo esterno : come una forma arcaica di comunicazione programmata nel nostro sistema nervoso. Compito del terapeuta è quindi: aiutare il paziente a comprendere i propri sintomi psicosomatici come comunicazioni; decodificare questo protolinguaggio creando assieme al paziente un glossario per tradurre questa espressione biologica in un espressione psicologica; dare in questo modo al corpo psicosomatico la possibilità di trasformarsi in corpo simbolico

139 LE SOLUZIONI NEOSESSUALI
Nella quarta e quinta parte del testo Joyce McDougall si chiede che cosa sia una perversione sessuale. Innanzitutto il termine perversione viene sempre considerato in un’accezione critica, in quanto comporta una connotazione peggiorativa, tale da implicare una degradazione, una deviazione maligna. Prima di giungere ad una definizione è necessario sondare molti aspetti oltre a questa implicazione moralistica presente nell’uso del termine tra il senso comune, anche perché le più note classificazioni psichiatriche e psicoanalitiche delle categorie cliniche sono alquanto discutibili. I sintomi psicologici, infatti, sono tentativi di auto-terapia, di evitare la sofferenza psichica, e lo stesso si può dire dei sintomi legati alle patologie sessuali. Di fronte alle difficoltà insite nell’ essere uomini, dobbiamo scoprire un modo per sopravvivere, sia come individui, sia come esseri sessuali, e le soluzioni trovate tendono a protrarsi per tutta la vita. In realtà, la maggior parte delle cosiddette sessualità perverse rappresentano complicati tentativi di mantenere una qualche forma di relazione eterosessuale. Da un punto di vista clinico gli analizzandi descrivono una molteplice varietà di scenari erotici che affiorano di tanto in tanto nelle loro pratiche erotiche, contribuendo forse ad accendere il piacere erotico in un rapporto d’amore stabile. Queste pratiche non sono fonte di conflitto, dal momento che non vengono vissute come coatte e indispensabili al raggiungimento del piacere sessuale. La maggior parte delle persone vive le proprie attività erotiche e le proprie scelte d’oggetto come ego-sintoniche, indipendentemente dal fatto che siano o non siano considerate dagli altri perverse. Le preferenze sessuali divengono un problema analizzabile solo nella misura in cui gli individui che le praticano considerano la loro normale forma di sessualità come una fonte di sofferenza e quindi la vivono come ego-distonica. Per esempio possiamo pensare a quei gay (e lesbiche) che si sentono in dovere di essere eterosessuali a causa dei pregiudizi familiari, delle norme sociali, dei vari principi religiosi, ecc. Date queste circostanze può insorgere un acuto conflitto interiore, accompagnato da sentimenti di colpa o vergogna, nonostante il fatto che gli atti o i rapporti sessuali in questione siano gli unici a dare piacere, e talvolta i soli a mantenere la promessa di un rapporto d’amore. Nella maggior parte dei casi gli omosessuali di entrambi i sessi reputano di fondamentale importanza mantenere la loro identità e il loro orientamento omosessuale. Esistono poi quelle che vengono definite “omosessualità devianti”, che possono trovare un pieno soddisfacimento sessuale solo se si accompagnano a un tratto feticistico, legato a oggetti come scarpe, fruste o altro, o se si realizzano condizioni di sofferenza o umiliazione.

140 Qualsiasi sia il loro orientamento sessuale, gli analizzandi raramente desiderano perdere le loro soluzioni erotiche. Un certo numero di pazienti grazie alla terapia analitica sviluppa rapporti erotici e intimi più ricchi. Al contrario, per alcuni l’analisi può comportare la perdita dell’unico sistema capace di consentire loro la sopravvivenza sessuale facendogli vivere l’equivalente di una castrazione. Va sottolineato che spesso questi scenari erotici, complessi e ineluttabili, non si limitano a salvare il senso di identità sessuale che accompagna il piacere sessuale stesso ma si presentano come tecniche di sopravvivenza psichica, come unico modo di salvare il sentimento di identità soggettiva. A questo punto si può capire che il termine neosessualità coniato dalla McDougall si riferisce a quelle eterosessualità e omosessualità devianti, sul modello di quelle neorealtà che vengono create dai pazienti borderline nel tentativo illusorio di trovare soluzioni a conflitti insostenibili. Nelle deviazioni omosessuali come in quelle eterosessuali il bisogno di re-inventare l’atto sessuale può essere fatto risalire ad eventi traumatici precoci o a comunicazioni fuorvianti relative all’identità sessuale, ai ruoli sessuali e ai concetti di mascolinità e femminilità. Riprendendo un concetto di Freud (1905), l’omosessualità rappresenterebbe un’ inversione, mentre il comportamento deviante dei vari feticisti, esibizionisti, sadomasochisti costituirebbe una perversione. Entrambe le forme si definirebbero poi come una deviazione dalla meta sessuale originaria. Questa distinzione freudiana tra inversione e perversione risulta pertinente se si considera che in molti casi ci sono importanti differenze di tipo strutturale e dinamico tra questi due tipi di organizzazione psicosessuale, anche se poi molti analisti hanno riscontrato analogie tra le diverse strutture edipiche. La maggior parte degli omosessuali non è attratta dalle invenzioni neosessuali e, in genere, i devianti eterosessuali hanno scarso interesse per i rapporti omosessuali. L’unica area comune ai pazienti omosessuali e a quelli neosessuali riguarda l’economia psichica su cui si regge la loro sessualità, contrassegnata spesso da un senso di urgenza e di coazione al punto che la loro vita sessuale assume il ruolo di una droga. Le differenze di struttura psicosessuale sono tanto grandi che si deve parlare di eterosessualità e omosessualità al plurale.

141 PERVERSIONE E SUBLIMAZIONE
Secondo Freud il rapporto tra perversione e sublimazione è comprensibile se si pensa che molte deviazioni sessuali sono vere e proprie creazioni, e che in qualche caso sembrano complicati drammi teatrali concepiti e realizzati nei minimi particolari con giorni o settimane di anticipo. Per questi individui le elaborate costruzioni rappresentano l’unico mezzo possibile di espressione sessuale una dimensione della loro vita quotidiana, essenziale al loro equilibrio psichico, al pari delle varie attività sublimatorie. Nell’economia psichica di tutti gli uomini, una delle principali funzioni del sogno a occhi aperti consiste nel realizzare e portare a termine con l’immaginazione atti e desideri proibiti o impossibili da compiere nella realtà; una limitata capacità di usare la fantasia quale si manifesta in molte sessualità devianti, testimoniare quindi un’importante carenza in quelle introiezioni che si collocano nell’area dei cosiddetti fenomeni transizionali. Ne consegue un’incapacità di creare liberamente illusioni nello spazio che separa un essere dall’altro, e di usarne una notevole varietà per sostenere l’assenza, la frustrazione e il rinvio.

142 COS’E’ UNA FANTASIA PERVERSA?
Per quanto riguarda la produzione di fantasie erotiche ciascuno è libero da costrizioni esterne, e gli unici fattori inibitori sono quelli imposti dalle figure parentali interne. Allora per Joyce McDougall è necessario definire che cosa sia una fantasia perversa e che cosa una fantasia erotica normale. Per PERVERSIONE l’autrice intende quegli atti in cui un individuo impone i propri desideri e le proprie condizioni a qualcuno che non desidera essere incluso nel copione sessuale perverso dell’individuo dato; oppure seduce un individuo non responsabile (un bambino o un adulto mentalmente disturbato). Dati questi due presupposti, ella ne deduce che alla fine solo i rapporti possono essere detti perversi, e l’etichetta dovrebbe essere applicata solo ai rapporti sessuali in cui l’individuo perverso è completamente indifferente ai bisogni e ai desideri dell’altro. A questo punto l’unico problema pertinente è quello di determinare in quali circostanze la devianza debba essere considerata una semplice variazione della sessualità adulta nel contesto di una significativa relazione oggettuale, e quando vada invece considerata sintomatica. Per giudicare la qualità di un rapporto dobbiamo tener conto oltre che dei segni esteriori anche di vari fattori psichici qualitativi (struttura psicosessuale dinamica ) e quantitativi (ruolo dell’attività sessuale nell’economia psichica). Infatti gli schemi sessuali dell’uomo non sono innati ma vengono creati. Perciò il carattere ego-sintonico delle scelte e delle pratiche sessuali rivela la presenza di un sistema di identificazioni forti con oggetti introiettati di grande complessità. Sono proprio le rappresentazioni d’oggetto interne e le costellazioni introiettive a produrre le differenze dal punto di vista dinamico ed economico nei rapporti sessuali e d’amore degli inventori neosessuali.

143 ESISTE UN’EZIOLOGIA DELLE NEOSESSUALITA’?
Le strutture psicosessuali sono costruite in larga misura attraverso la mediazione del linguaggio e si fondano su una sub-struttura arcaica che precede l’acquisizione del linguaggio. Quindi non possiamo fermarci solo alla fase fallico-edipica come risolutiva. Si deve prendere in considerazione che nei primi rapporti sensoriali tra madre e figlio le internalizzazioni che vengono stabilite vanno ricondotte a processi di incorporazione e introiezione. In questa fase dello sviluppo i timori e i desideri inconsci della madre assumono un ruolo predominante nello sviluppo strutturale precoce della psiche. Quando la comunicazione simbolica pian piano si sostituisce al contatto fisico tra il bambino e i genitori le identificazione e le contro-identificazioni sessuali divengono una parte costitutiva dell’apparato psichico del bambino. La madre per prima nomina le zone erogene del figlio comunicandogli in modi diversi l’investimento o il contro-investimento libidico e narcisistico che queste zone sono destinate a sostenere. Dall’osservazione clinica Joyce McDougall deduce che i bambini destinati ad assumere un comportamento sessualmente deviante da adulti avevano inizialmente allestito il loro teatrino erotico come tentativo di proteggersi e di curarsi. A volte, ancor prima che il figlio nasca, una madre può consciamente o inconsciamente vedere in lui un prolungamento libidico o narcisistico di se stessa, destinato a riparare un senso di danno personale interno. Questo tipo di investimento materno spesso fa insorgere il desiderio di escludere il padre, nel suo ruolo simbolico e reale. Se per di più il padre accetta il ruolo passivo, allora i desideri e i terrori libidici arcaici non possono essere elaborati e armoniosamente integrati nella rappresentazione sessuale del sé adulto producendo una “catastrofe simbolica “.

144 NEOBISOGNI E SESSUALITA’ DIPENDENTI
Partendo dal presupposto che gli oggetti del bisogno sono innati, mentre quelli del desiderio sono acquisiti, Freud affermava che le pulsioni sessuali derivano, sul registro anaclitico, da bisogni di auto-conservazione. Le pulsioni quindi devono staccarsi dall’oggetto esterno originale e trovare una soddisfazione autoerotica, prima di raggiungere lo stadio della scelta d’oggetto: l’atto erotico primordiale sarebbe il succhiarsi il pollice e non l’atto di succhiare il seno materno. Quando allora la sessualità funziona come attività anaclitica, i rapporti sessuali rimangono legati a un oggetto esterno separato dagli introietti essenziali, forse perché questi sono assenti, o fortemente danneggiati o troppo minacciosi nel mondo interno. Questo tipo di attaccamento “adesivo” impedisce all’uomo di identificarsi con quegli introietti, precludendo o ostacolando ogni tentativo di mantenere rapporti sessuali stabili uniti a sentimenti di amore. Quando gli introietti parentali sono “buoni abbastanza” l’individuo può elaborare soluzioni nevrotiche ai conflitti sessuali, cioè non dipendenti né tanto meno devianti. Per questi motivi Joyce McDougall sente la necessità di aggiungere il termine di NEOBISOGNI a quello di neosessualità, in riferimento a quelle situazioni in cui l’oggetto, parziale o totale, oppure l’attività sessuale, vengono incessantemente cercati come se fossero una droga. Gli individui soggetti a questi bisogni ricorrono solo a oggetti inanimati, eroticamente investiti o sono costretti a procurarsi partner che rischiano di essere trattati come oggetti inanimati e intercambiabili. LA DIPENDENZA Il termine “dipendenza” è connesso con uno stato di schiavitù, come sottolinea l’etimologia inglese, per cui schiavitù si può dire anche addiction. Gli oggetti da cui si dipende, però, hanno una connotazione positiva, pertanto vengono vissuti come buoni e a volte divengono persino la sola ragione per cui valga la pena vivere. L’economia psichica su cui si regge il comportamento dipendente ha il compito di disperdere i sentimenti di angoscia, di rabbia, di colpa, di depressione, nonché qualsiasi altro stato affettivo capace di far insorgere una tensione psichica insopportabile. Senza riferirci per forza a casi limite, possiamo pensare a tutte quelle volte in cui tendiamo a ricadere in comportamenti di dipendenza quando gli eventi travolgono le nostre usuali difese contro situazioni traumatiche, rendendoci incapaci di contenerle o di ripensarle in termini costruttivi. In questi momenti ci sentiamo portati a mangiare, fumare, o bere più del solito, a prendere psicofarmaci, a intrecciare effimere avventure e a quant’altro possa evitarci momentaneamente questa dolorosa situazione affettiva.

145 LE ORIGINI DELL’ECONOMIA DIPENDENTE
I primi rapporti madre-figlio sono importantissimi per la strutturazione di alcuni schemi di funzionamento psichico. Una madre “buona abbastanza” (Winnicott) vive un sentimento di fusione con il figlio nelle prime settimane dopo il parto. Winnicott sottolinea anche che se questa “simbiosi” si protrae oltre questo periodo, si instaura un’interazione persecutoria e patologica per il piccolo. Quando i neonati sono completamente dipendenti dalla madre tendono a conformarsi a tutto ciò che viene proiettato su di loro. In un bambino così piccolo la motricità, la vivacità emotiva, l’intelligenza,la sensualità e l’erogeneità corporea possono svilupparsi solo nella misura in cui la madre stessa investe questi aspetti in modo positivo: al pari, la madre può inibire l’investimento narcisistico di questi aspetti nella struttura somato-psichica del figlio, se quest’ultimo funge da palliativo ai bisogni inappagati nel suo mondo interno. Questo modello madre-bambino influisce sullo sviluppo dei fenomeni transizionali e fa sì che il bambino stesso non abbia il coraggio di sviluppare risorse personali psichiche per fronteggiare la tensione. Così viene danneggiata la “capacità di essere soli” (Winnicott) e il piccolo cercherà di continuo la presenza della madre di fronte ad ogni esperienza affettiva, a prescindere che provenga dal mondo psicologico interno o dall’ambiente esterno. La conseguenza è che si verificherà il rischio potenziale che il bambino non riesca a rappresentarsi una figura materna amorosa e soccorevole tale da assumere una serie di funzioni che comprendono la capacità di contenere e fronteggiare la sofferenza psicologica o stati di ipereccitazione. Una possibile soluzione alla mancanza di introietti verrà cercata nel mondo esterno, per cui droghe, alcol, cibo,tabacco divengono oggetti che possono essere usati per lenire le sofferenze di alcuni stati mentali assumendo quella funzione materna che l’individuo non è capace di svolgere per conto proprio. Questi oggetti di dipendenza prendono il posto di quegli oggetti transizionali dell’infanzia che incarnavano l’ambiente materno e allo stesso tempo liberavano il bambino dalla dipendenza totale nei confronti della presenza della madre. A differenza degli oggetti transizionali, gli oggetti da cui si dipende non possono portare alcun risultato in quanto rappresentano tentativi somatici, più che psicologici, di fronteggiare l’assenza, e costituiscono un sollievo solo momentaneo.

146 In riferimento al concetto di dipendenza, possiamo concludere che si tratta di un tentativo di autoterapia di fronte a stati psichici minacciosi. Esistono tre categorie di stati in base alla quantità di lavoro che la dipendenza deve compiere e danno alcune indicazioni sulla gravità della predisposizione a tale stato, a seconda che rappresenti: Un tentativo di difendersi dalle angosce nevrotiche; Un tentativo di combattere stati di grave angoscia o di depressione; Una fuga da angosce psicotiche. Tutte le forme acute di dipendenza cercano anche di riparare un’immagine di sé danneggiata a cui si aggiunge una resa dei conti con le figure parentali. Questa sfida assume tre forme diverse: Una sfida all’oggetto materno interno vissuto come assente o incapace di dare sollievo al bambino turbato che si nasconde nell’adulto. Una sfida al padre interno che è venuto meno alle sue funzioni paterne e come tale sconfessato. Una sfida finale alla morte stessa che assume due forme: prima un atteggiamento di onnipotenza, e poi una tendenza a cedere all’impulso di morte.

147 L’OGGETTO DELLA DIPENDENZA
La scelta di un oggetto di dipendenza è solo raramente casuale giacché ogni atto o oggetto scelto tende a corrispondere a particolari periodi di sviluppo in cui riesce impossibile introiettare oggetti benefici e rassicuranti. Inoltre l’oggetto scelto si rivela essere il frutto della ricerca dello “stato ideale” che l’individuo spera di raggiungere attraverso la sostanza, la persona o l’atto da cui dipende: pienezza, esaltazione, potenza, assenza di dolore, nirvana, ecc. Nel caso in cui gli oggetti di dipendenza sono delle persone si costituiscono molteplici tipologie di rapporti interpersonali: Esistono individui che si nutrono degli altri come di oggetti di bisogno narcisistico quando si trovano a dover affrontare esperienze affettive minacciose che non riescono a contenere e neppure a pensare da soli. un simile rapporto crea spesso una dipendenza di tipo rivendicativo e un sentimento infantile di essere senza aiuto. Alcuni ricercano di continuo rapporti aggressivi e si scontrano con l’altro, in una dimensione paranoide, come unico modo momentaneo di tenere a bada l’angoscia. Altri ancora usano i partner sessuali come strumenti per allentare la tensione, dimostrando un’indifferenza più o meno completa nei loro confronti. Lo stato di dipendenza della sessualità umana (etero/omo-sessuale e auto-erotica) può anche essere concettualizzata come il venir meno del processo di internalizzazione delle funzioni parentali, in particolare dell’ambiente materno, vissuto dal bambino indifeso come incapace di intervenire sulla sua sofferenza fisica o psicologica. In questo caso i rapporti sessuali possono rappresentare un modo drammatico e coatto di impedire la disintegrazione dell’immagine narcisistica di sé. L’atto sessuale viene usato non solo per eliminare il sovraccarico affettivo e per riparare l’immagine narcisistica danneggiata dell’identità di genere di un singolo individuo, ma anche per neutralizzare le forze della rabbia infantile, impedendole di volgersi contro il sé o contro le rappresentazioni parentali internalizzate. Così la dipendenza dalla sessualità diviene necessaria per sospendere i sentimenti di violenza e per anestetizzare un’immagine castrata del sé, la minacciosa eventualità di una perdita del limiti dell’io o sentimenti di morte interna. Allora si comprende come i partner e i copioni sessuali divengono contenitori per le parti pericolose e danneggiate dell’individuo dipendente, che vengono neutralizzate in modo illusorio, stabilendo un controllo su un partner o a livello erotico o attraverso un gioco di dominio all’interno dei parametri di uno scenario sessuale. Allo stesso tempo i partner vengono usati per riparare la fragile immagine sessuale costruita dal bambino di un tempo a partire dalle comunicazioni biparentali negative. La dipendenza come soluzione alla sofferenza psichica mostra quindi di avere un doppio scopo narcisistico: riparare un sé danneggiato e insieme mantenere l’illusione di esercitare un controllo onnipotente attraverso la dipendenza.

148 DEVIAZIONI SESSUALI E PSICOANALISI
Nell’ambito pratico la terapia psicoanalitica implica due partecipanti attivi, per cui secondo la McDougall è giusto chiedersi se dobbiamo guardare verso noi stessi o verso l’analizzando per trovare tracce di manifestazioni perverse o quasi perverse. La dichiarazione dei vari analisti di una certa struttura psichica individuale perversa ci induce a pensare al pervertito come a qualcuno che sta dall’altra parte: quindi lui/lei è anormale mentre noi siamo normali. Si potrebbe però obiettare che la perversione come la bellezza è tutta nell’occhio dello spettatore, pertanto l’occhio dell’analista osserva e crea le categorie che definiscono che cosa sia perverso nella sessualità umana e nella vita di tutti i giorni. Quando gli osservatori professionali dichiarano un comportamento, un rapporto, un atto o una fantasia perverso/a, su quali norme e giudizi di valore e su quali basi si fonda la loro convinzione? Sulle proprie, su quelle di Freud, su quelle della società oppure della comunità psicoanalitica? La risposta che Joyce McDougall tenta di darsi e darci è piuttosto complessa in quanto l’unica cosa certa è che la psicoanalisi riprende i valori fondamentali della cultura occidentale. Tuttavia il sistema di valori della psicoanalisi rimane poco frequentato dagli stessi psicoanalisti per conoscerlo veramente a fondo. Infine dobbiamo ricordare che per Freud il fondamentale valore della teoria e della pratica psicoanalitica è la ricerca della verità, valore che rappresenta la base etica di qualsiasi ricerca scientifica. Allora la psicoanalisi in quanto scienza dovrebbe sottoporsi allo stesso esame rigoroso che gli scienziati compiono negli altri campi. METE E VALORI DELL’ANALISTA Partendo dagli assunti teorici di Freud i fini specifici analitici sono: Portare alla coscienza ciò che è inconscio Far luce sulle strutture dell’Io e del Superio e sulle organizzazioni edipiche cui danno luogo Far scoprire la verità sui desideri incestuosi dell’infanzia e sulle paure connesse, sul narcisismo megalomanico e sugli impulsi distruttivi personali. Queste verità dovrebbero migliorare la capacità dell’individuo di esprimere un giudizio su se stessi, di stabilire un rapporto con altre persone significative, di assumere un ruolo definito nella società. Si comprenderà però che verità e conoscenza non sono valori perseguiti dalla sola psicoanalisi. Infatti rimane ancora aperta la questione riguardo a quali valori caratterizzino solo ed esclusivamente la psicoanalisi.

149 LA DEVIANZA SESSUALE E LA LEGGE
In conclusione, la riflessione deve coinvolgere anche la devianza. In genere, le società tendono a riconoscere come illegali tutte le attività sessuali giudicate pericolose per il benessere dei bambini o minacciose per i diritti e le libertà dei cittadini adulti. Altre deviazioni sessuali (es. le pratiche feticistiche o sadomasochistiche) tra adulti consenzienti non incorrono nelle sanzioni della legge nella maggior parte delle società occidentali. Può capitare a un qualsiasi terapeuta di scoprire che un suo paziente si dedica ad attività sessuali condannate dalla legge (pedofilia, voyeurismo). A riguardo Joyce McDougall si interroga sulla pratica psicoanalitica in questi casi e si accorge che gli psicoanalisti spesso si trovano tra due fuochi: da un lato svolgono la loro professione con neutralità per capire il significato inconscio della perversione, dall’altro tendono ad identificarsi con le misure protettive prese dalla società nei confronti di tali individui. La reazione più consona però sarebbe quella di studiare a fondo il proprio controtransfert per poter interpretare correttamente la dimensione di illegalità in cui vivono questi pazienti. È proprio l’elaborazione degli affetti controtransferali a permettere agli psicoanalisti di sopportare le difficoltà dell’analisi e allo stesso tempo essere rassicurati da una sorta di figura paterna costituita proprio dal quadro psicoanalitico. A questo punto l’analisi assume un valore duplice in quanto sia aiuta l’analizzando a ricostruire la propria storia sia costringe l’analista ad interrogarsi sui propri desideri perversi inconsci, permettendo così una progressione nella comprensione di sé stessi e degli altri, e un incremento della consapevolezza che la perversione può riguardare tutti, anche gli stessi psicoterapeuti.

150 Omosessualità maschile e sviluppo psichico
Richard A. Isay ESSERE OMOSESSUALI Omosessualità maschile e sviluppo psichico Raffaello Cortina Editore 1989

151 CHE COS’E’ L’OMOSESSUALITA’
ATTRAZIONE EROTICA E FANTASIE SESSUALI VERSO PERSONE DELLO STESSO SESSO, FIN DALL’INFANZIA OMOSESSUALITA’ ANCHE SE: NON PRATICA ATTIVITA’ SESSUALE INCAPACITA’ DI ESSERE GAY FANTASIE OMOEROTICHE INACCESSIBILI NEI GAY NON C’E’ PIU’ PSICOPATOLOGIA O PIU’ DISATTAMENTO PSICOLOGICO DEGLI ETEROSESSUALI.

152 OMOSESSUALITA’, PSICOPATOLOGIA PREGIUDIZIO CULTURALE
PER LA PSICOANALISI, L’OMOSESSUALITA’ E’ PATOLOGICA: CAUSE AMBIENTALI CAUSE COSTITUZIONALI. PER ISAY, L’OMOSESSUALITA’ E’ UNA VARIANTE NON PATOLOGICA DELLA SESSUALITA’ UMANA.

153 RICERCHE SULL’OMOSESSUALITA’ E PROBABILI CAUSE
BASE EVOLUTIVA DELL’OMOSESSUALITA’ INFLUENZA ENDOCRINA PRENATALE DEFICIT NELLA MASCOLINITA’ E ORIENTAMENTO SESSUALE LA SCELTA OMOSESSUALE O ORIENTAMENTO SESSUALE? CAUSE AMBIENTALI CAUSE COSTITUZIONALI FATTORI CULTURALI ED ESPRESSIONE DEL COMPORTAMENTO SESSUALE

154 INFANZIA E IDENTITA’ OMOSESSUALE PRECOCE
ATTRAZIONE PER GLI UOMINI IN ETA’ PRECOCE SENSAZIONE DEL “DIVERSO”

155 I PADRI E L’NFANZIA DEI FIGLI OMOSESSUALI
PRESENZA DI UN PADRE EMOTIVAMENTE DISTANTE: VISSUTO OGGETTIVO ? VISSUTO SOGGETTIVO ? BISOGNO DI ALTERARE IL RICORDO DEL PROCOCE ATTACCAMENTO EROTICO AL PADRE E L’ALLONTANAMENTO DI QUESTI DAVANTI ALL’INTENSITA’ DELL’ATTACCAMENTO TROPPO INTIMO DEL FIGLIO, SENTITO COME “DIVERSO”. LA RIMOZIONE DEL DESIDERIO EROTICO PER IL PADRE PORTA ALL’INIBIZIONE E ALLA DISTORSIONE DELL’AMORE PER GLI ALTRI UOMINI IN ETA’ ADULTA E RENDE DIFFICILE LA FORMAZIONE DI UNIONI INTIME E STRETTE.

156 I GAY E LE LORO MADRI RIVALITA’
RECIPROCITA’ E VICINANZA AL SESSO FEMMINILE

157 ATTACCAMENTO EROTICO AL PADRE DA ADULTI
L’IDENTIFICAZIONE DEL BAMBINO OMOSESSUALE CON LA MADRE PER PIACERE AL PADRE CAUSA L’ASSUNZIONE DI UN RUOLO PASSIVO E IL DESIDERIO DI ESSERE DOMINATO, ANCHE SESSUALMENTE (COME UNA DONNA). ANSIA SENSO DI COLPA INIBIZIONE DEL DESIDERIO SESSUALE E DELLA FUNZIONE SESSUALE.

158 L’ADOLESCENZA DELL’INDIVIDUO GAY
PER GLI ANALISTI CHE CONSIDERANOL’OMOSESSUALITA’ COME UNA PATOLOGIA: - E’ un percorso in cui con un adeguato supporto logico viene data una seconda chance di abbandonare l’omosessualità - Sforzo implicito ed esplicito di conformare la sessualità alle convenzioni e alle aspettative sociali PER GLI ANALISTI CHE CONSIDERANO L’OMOSSESSUALITA’ COME UNA DELLE TANTE ESPRESSIONI DELLA SESSUALITA’ UMANA: - No alla possibilità data all’adolescente di abbandonare l’omosessualità - Essa e’ un’attitudine dannosa per l’autostima dell’adolescente gay che si percepisce come individuo non desiderabile con una sessualità disgustosa

159 IL BAMBINO ENTRA NELLO STADIO ADOLESCENZIALE CON UN CARICO DI COLPA LEGATE ALLE SENSAZIONI E AGLI IMPULSI EROTICI PROIBITI, PROVATI DURANTE L’INFANZIA ADOLESCENZA PERIODO EVOLUTIVO

160 ADOLESCENZA PERIODO EVOLUTIVO
Caratterizzato dall’ansia/angoscia che scaturisce nel momento in cui un ragazzo prova a stabilire una distanza fisica/emotiva tra sé e i genitori Sviluppo dell’identità sessuale, consolidata attraverso fantasie omosessuali, masturbazioni con immagini omoerotiche, attrazioni sessuali per altri ragazzi

161 NELL’ADOLESCENTE OMOSESSUALE CONSAPEVOLE, IL CONSOLIDAMENTO DELLA SESSUALITA’ E L’INIZIO DELL’INTEGRAZIONE COME PARTE COSTITUTIVA DI UN’IMMAGINE POSITIVA DI SE’ AVVENGONO DOPO UN PERIODO DI REPRESSIONE E NEGATIZIONE DI QUESTA. OSTACOLI AL RAGGIUNGIMENTO DI UN’IDENTITA’ SESSUALE DEFINITA: -ALCUNI TIPI DI RAPPORTI PRECOCI CON LA MADRE CHE CAUSANO UN GRAVE DANNO ALL’AUTOSTIMA ED EVOCANO UNA RABBIA DIFFICILE DA CONTROLLARE, TRSFORMABILE INTERIORMENTE IN MASOCHISMO AUTODISTRUTTIVO -TEORIA SECONDO CUI LE MADRI SONO LA CAUSA PRINCIPALE DELL’ORIENTAMENTO SESSUALE DEL FIGLIO: MADRI PATOLOGICHE/SIMBIOTICHE FIGLIO OMOSESSUALE

162 SOCIALIZZAZIONE E COMING-OUT
-AVVENGONO DURANTE LA TARDA ADOLESCENZA E SI MANIFESTANO CON L’AMICIZIA TRA I GAY E VARI GRADI DI COINVOLGIMENTO IN VARI AMBITI SOCIALI OMOSESSUALI -ASPETTI NECESSARI PER L’INTEGRAZIONE DELL’ORIENTAMENTO SESSUALE, PER SCOPRIRE I MODELLI DI RUOLO POSITIVI CHE NELLA NOSTRA SOCIETA’ SONO NEGATI AL GIOVANE OMOSESSUALE -IMPUT PER OPPOSIZIONE/RESISTENZA NEI CONFRONTI DELLA STIGMATIZZAZIONE SOCIALE E DELL’ISOLAMENTO CHE PUO’ VERIFICARSI DURANTE L’INFANZIA E L’ADOLESCENZA

163 AIDS: LO SVILUPPO DEI GAY SANI L’OMOFOBIA
-SINDROME DA IMMUNODEFICIENZA ACQUISITA: AFFEZIONE VIRALE CHE LEDE IL SISTEMA IMMUNITARIO, CON CONSEGUENZE GRAVISSIME, SPESSO MORTALI -INTESA ANCHE COME DINAMICA CHE INTERFERISCE CON LA CAPACITA’ DEI GAY DI AFFRONTARE LE LORO IDENTITA’ SESSUALI -1980 INCONTRO PER R. ISAY DEI PRIMI CASI DI VITTEME DELL’EPIDEMIA. EFFETTI PSICOLOGICI ANCHE SUI GAY NON MALATI

164 -PER L’ODIO SOCIALE, ESTENSIONE DELLA FALSA CREDENZA CHE I GAY SIANO I PRINCIPALI DIFFUSORI/PORTATORI DELL’AIDS ABBASSAMENTO DELL’AUTOSTIMA PER I GAY SI SENTONO COME PORTATORI POTENZIALI DI MORTE -RUOLO EDUCATIVO “IN CASO ECCEZIONALE”, IN TALE CONTESTO DEL TERAPEUTA -IDENTIFICAZIONE DELLA POSSIBILITA’ DI CONTRARRE O DI AVERE CONTRATTO L’AIDS CON IL SENSO DI COLPA E ANSIA SUSCITATO DA IMPULSI, FANTASIE AGGRESSIVE E FANTASIE SADICHE RIMOSSE

165 OMOFOBIA: TENDENZA FOBICA A EVITARE GLI OMOSESSUALI
-TERMINE INAPPROPRIATO PERCHE’ L’ODIO PER GLI OMOSESSUALI DELLA NOSTRA SOCIETA’ SEMBRA SECONDARIO ALLA PAURA E ODIO DI CIO’ CHE VIENE PERCEPITO COME “FEMMINILE” NEGLI ALTRI UOMINI E IN SE’ STESSI E NON NELL’OMOSSESSUALITA’ IN SE’ -L’OMOSESSUALE VIENE INFATTI ASSOCIATO A TRATTI FEMMINILI -NELLA SOCIETA’ ATTUALE COSTANTE DISGUSTO ORIGINARIO NEI CONFRONTI DELLA DONNA, DELLA FEMMINILITA’ COME FONTE DI INQUINAMENTO: IRONIA CHE PORTA CON SE’ IL DRAMMA DELL’AIDS E’ CHE L’AMORE, IL CALORE, LA PREMURA, IL NUTRIMENTO, LE CURE – TUTTE CARATTERISTICHE ASSOCIATE ALLA DONNA – HANNO PERMESSO AI GAY DI SALVARE DELLE VITE

166 LE RELAZIONI TRA I GAY Gli omosessuali hanno rapporti sessuali meno frequentemente rispetto agli eterosessuali Durante la loro vita, i gay hanno un gran numero di partner sessuali differenti Per molti gay, in determinati periodi della loro vita la masturbazione solitaria è preferibile al sesso.

167 TRE CATEGORIE DI RELAZIONI OMOSESSUALI
-A LUNGO TERMINE (PIU’ DI UN ANNO) - A BREVE TERMINE (DA DUE NOTTI A UN ANNO) - L’INCONTRO SESSUALE ANOMINO (NEI BAGNI PUBBLICI, NEI CINEMA GAY, NEI PORNO SHOP, NEI PARCHI, NELLE SAUNE) A SECONDA DEGLI UOMINI E DEI PERIODI IN CUI AVVENGONO, TALI INCONTRI POSSONO AVERE DELLE DIVERSE FUNZIONI: 1-SODDISFARE IL DESIDERIO DI NOVITA’ SESSUALE, PRESERVANDO LA FEDELTA’ AFFETTIVA E LA STABILITA’ NEL RAPPORTO 2-SFOGO SESSUALE, SOPRATTUTTO PER COLORO CHE VIVONO L’OMOSESSUALITA’ IN MODO NASCOSTO 3-TREGUA TEMPORANEA DELLA STIGMATIZZAZIONE SOCIALE E DELLO STRESS DEL PREGIUDIZIO

168 L’AMBIENTE DOVE AVVENGONO GLI INCONTRI E’ CONSONO ALLA LORO SENSAZIONE DELL’OMOSESSUALITA’ DI ESSERE “FUORILEGGE SESSUALI” -DIFFICOLTA’ DELL’OMOSESSUALE NELLA STESSA ATTIVITA’ SESSUALE A CAUSA DEL SUO RICORDO E DELLA SUA ASSOCIAZIONE AL RIFIUTO E AI TRAUMI DI CUI POSSONO AVERE AVUTO EPERIENZA DURANTE L’INFANZIA

169 LA MAGGIOR PARTE DELLE RELAZIONI GAY FUNZIONANO BENE! PERCHE’?
Fedeltà emotiva non compromessa dall’apertura ad altre esperienze sessuali Complementarietà di coppia data dall’uguaglianza di coppia e dalle differenze di età, razza, status sociale Flessibilità sessuale Capacità di cambiamenti dei ruoli Maggiore flessibilità psicologica

170 ATTUALE RIORGANIZZAZIONE SOCIALE
- AGGRESSIVITA’ - COMPETITIVITA’ - DELIMITAZIONE DEI RUOLI E DELLE CARATTERISTICHE MASCHILI FEMMINILI ATTIVITA’/POTERE PASSIVITA’/SOTTOMISSIONE

171 DESIDERIO DI ESSERE DONNA
- PUO’ ESPRIMERSI ATTRAVERSO FANTASIE OMOSESSUALI - PUO’ AGIRE DA DIFESE CONTRO IL RISCHIO CHE ALCUNI UOMINI SENTONO CONNESSO ALLA LORO ASSERTIVITA’ E COMPETITIVITA’

172 GAY E MATRIMONIO ETEROSESSUALE
ESPRESSIONE DI DINIEGO DELLA PROPRIA SESSUALITA’ BISESSUALI HANNO RAPPORTI E FANTASIE PIACEVOLI E GRATIFICANTI CON PERSONE DI ENTRAMBI I SESSI

173 PSICOTERAPIA CON I GAY - RICONOSCERE IL PAZIENTE COME PERSONA
-RIMANGONO INALTERATE: LE MODIFICHE TECNICHE, L’ALLEANZA TERAPEUTICA E IL RISPETTO - NEUTRALITA’ E ASTENSIONE DAL GIUDIZIO - CAMBIARE L’ORIENTAMENTO SESSUALE SI RIVELA SEMPRE DANNOSO - OBIETTIVO DELLA PSICOTERAPIA: ACCETTARE, RIDURRE, ELIMINARE I CONFLITTI CHE INTERFERISCONO CON LA CAPACITA’ DEL PAZIENTE SIA ETEROSESSUALE CHE OMOSESSUALE DI VIVERE UNA VITA GRATIFICANTE E FELICE

174 NEL 1973 IL DSM ELIMINA L’OMOSESSUALITA’ DALLA LISTA UFFICIALE DELLE MALATTIE
PERCHE’ L’OMOSESSUALITA’ E’ UNA DELLE TANTE NATURALI POSSIBILITA’ DI ESPRESSIONE DELLA SESSUALITA’ UMANA L’OMOSESSUALITA’ HA UN’IDENTITA’ PSICHICA INTEGRATA, MATURA E SUSCETTIBILE ALLA PATOLOGIA, NE’ PIU’ NE’ MENO DI QUELLA ETEROSESSUALE

175 Hanno partecipato: n.matricola
“L’amore può durare” S. Mitchell Argenti Daniela Bumbaca Francesca Brondi Sonia “Relazioni d’amore” Kernberg Bertuola Jennifer Birri Elisa Rosini Giada

176 Hanno partecipato: n.matricola
“Eros” McDougall Arnaldi Silvia Mirone Sara Nigro Claudia “Essere omosessuale” Isay Fini Paola Cuccato Silvia Laronzana Anna


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