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La comunicazione pubblica della scienza

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Presentazione sul tema: "La comunicazione pubblica della scienza"— Transcript della presentazione:

1 La comunicazione pubblica della scienza
Note introduttive basate su: Pietro Greco, La comunicazione scientifica nell’era post-accademica della scienza Osservatorio permanente sulla comunicazione scientifica attraverso i media, volume I, Ilesis, Ricerca & Formazione per I Sistemi Sanitari, Italpromo Health Group (Roma 2002) 20 gennaio 2003

2 Il cambiamento di ruolo
Duplice mutamento del suo statuto ontologico nei seguenti ambiti: Sociologia della scienza: Attivita’ marginale > attivita’ professionale primaria degli scienziati Sociologia politica: Fattore principale di democrazia Qual e’ l’attuale statuto ontologico?

3 Cos’e’ la scienza La definizione dal vocabolario della lingua italiana
insieme di conoscenze ordinate e coerenti, organizzate logicamente a partire da principi fissati univocamente e ottenute con metodologie rigorose, secondo criteri propri delle diverse epoche storiche

4 Cos’e’ la scienza Gli approcci diversi:
Il filosofo guarda i proceddi logici e metodologici attraverso cui le conoscenze scientifiche si sviluppano e si organizzano Lo storico guarda la successione dei processi attraverso cui le conoscenze scientifiche si sono organizzate e sviluppate nel tempo Lo psicologo guarda i processi mentali con cui i singoli scienziati producono una nuova conoscenza scientifica Il sociologo guarda ai processi sociale con cui gli scienziati, come comunita’ producono e organizzano le loro conoscenze

5 Cos’e’ la scienza Dal punto di vista sociologico:
La scienza puo’ essere definita come un’istitutuzione sociale dedita alla costruzione di un consenso razionale d’opinione sul piu’ vasto campo possibile. (John Ziman) I due stadi del processo scientifico: l’osservazione della natura La comunicazione dei risultati dell’osservazione Il principio basilare della scienza e’ che i risultati della ricerca devono essere resi pubblici . Qualsiasi cosa gli scienziati pensino o dicano individualmente, le loro scoperte non possono essere considerate come appartenenti alla conoscenza scientifica finche’ non sono state riferite e registrate in modo permanente.

6 Non c’e’ scienza senza comunicazione della scienza
Cos’e’ la scienza Non c’e’ scienza senza comunicazione della scienza Il sistema di comunicazione e’ l’istituzione sociale fondamentale della scienza (John Ziman)

7 Quando nasce l’istituzione scientifica?
Dal dibattito dei singoli alle accademie Rivoluzione scientifica e industriale I testi cominciano ad essere in italiano, volgare, inglese, francese, anziché latino o greco. Fine autorità + diffusione = dibattito organizzato Galileo e il suo Sidereus Nuntius 1560: Accademia Secretorum Naturae, Napoli : Accademia dei Lincei 1626: fondato il Jardim des plantes : Accademia del Cimento, Ferdinando e Leopoldo de Medici Royal Society : fondazione 1665: Henry Oldenburg inizia la pubblicazione delle Philosophical Transactions (dove, ad es., compaiono le prime traduzioni delle osservazioni di Leeuwenhoeck) 1700: Federico di Prussia fonda l’Accademia di Berlino 1863: National Academy of Science, Usa

8 Quando nasce l’istituzione scientifica?
Dalle accademie ai finanziamenti statali 1666, Parigi: Colbert convince Re Sole a finanziare Academie des Sciences. Nasce il Journal des Savants 1794 nasce sotto Napoleone l’Ecole Polytechnique 1799: Royal Institution, a Londra, fra i primi laboratori di ricerca.

9 Quando nasce l’istituzione scientifica?
Dai finanziamenti al mestiere dello scienziato Nel ‘600 nasce la scienza. Ma non lo scienziato Solo nel 1800 una transizione sociale porta alla istituzionalizzazione della scienza e lo scienziato diventa un mestiere. Nei primi laboratori di ricerca gli scienziati lavorano con stipendio. Tutto ciò non succede nelle università: le università inizialmente anziché incentivare il processo lo ostacolano: “In Inghilterra le università furono lente nel vedere l’importanza della scienza” (Gregory, Miller) 1836, William Whewell alla British Association for Advanced Sciences (BAAS) conia il termine “scienziato” per definire i membri della nuova professione. La parola, inesistente prima, entra nel vocabolario. Ma ancora nel 1895 ci sono polemiche: il Daily News la rifiuta come “neologismo nordamericano”. H.G. Wells odia il vocabolo. Preferisce “uomo di scienza”.. perché? La scienza come filosofia naturale: nasce da una curiosità universale (“uomo di scienza”). Coltivare conoscenza e saggezza per amore La scienza come mestiere: specializzazione della conoscenza, creazione di linguaggi esclusivi per ogni settore del sapere

10 Cos’e’ la comunicazione della scienza?
Conferisce dinamica al processo scientifico Contribuisce all’evoluzione scientifica, in continua modifica nel tempo Preistoria della comunicazione scientifica: Erodoto ( a.C.): geologia, antropologia, ecc. Lucrezio e l’atomismo Plinio All’inizio della scienza moderna: Galileo: libri, epistolari, trasmissione orale Fine ‘700: formalizzazione della comunicazione rilevante della scienza Letteratura primaria Letteratura secondaria

11 L’archivio formale della scienza
Letteratura primaria Letteratura secondaria Articoli e saggi con risultati originali della ricerca Review, recensioni, raccolta dati, bibliografie Un’intelligenza capace di conoscere l’intero archivio della comunicazione formale della scienza, sarebbe in possesso dell’intera conoscenza scientifica prodotta dall’uomo fino a quell’istante. E nulla della scienza umana le sarebbe ignoto. (Pierre-Simon de Laplace)

12 La letteratura primaria
Ha come medium privilegiato la rivista scientifica Anche la modalita’ del libro non e’ scomparsa Pubblicazione degli articoli formalizzata da: Un preciso linguaggio scientifico: Problemi della costruzione di un lessico specifico, tecnico, gergale Problemi connessi alla costruzione di un linguaggio formale Problemi connessi all’allontanamento dal senso e dal linguaggio comune Problemi connessi alla struttura del pensare e dell’agire scientifico Problema della “babele delle lingue” scientifiche Struttura formale di un report, di un paper, di un libro scientifico Sintassi e semantica della scrittura scientifica Retorica della comunicazione della scienza (e problemi sociologici ed epistemologici connessi) Sistema di revisione e di assicurazione della validita’ scientifica degli articoli da pubblicare, detto Peer Review

13 La comunicazione della scienza
Comunicazione formale Comunicazione informale Scritta Letteratura primaria e secondaria  Lettere, quaderni di laboratorio Orale Congressi, conferenze Discussioni in laboratorio, “al bar”

14 La comunicazione della scienza
Il sistema della comunicazione scientifica si e’ evoluto con l’avvento della comunicazione via Internet: Esistenza di gruppi internazionali Scambio rapido di informazioni e dati Accesso alle riviste elettroniche -> potente fattore di democrazia dell’informazione scientifica Nuova forma di comunicazione tra scienziati diretta e senza mediazioni (Public Library)

15 La comunicazione della scienza
Comunicazione formale Comunicazione informale Scritta Letteratura primaria e secondaria  Lettere, quaderni di laboratorio Orale Congressi, conferenze Discussioni in laboratorio, “al bar” e-communication On-line journals , Internet, chat line

16 Quando nasce la comunicazione pubblica della scienza?
Comunicazione formale e informale fanno parte di una visione ideale della scienza che non ha mai avuto storicamente un riscontro reale. Gli scienziati sono cittadini del mondo. Interagiscono con il mondo. Molteplicita’ dei canali di comunicazione e influenza reciproca tra scienza e societa’. LA COMUNICAZIONE DELLA SCIENZA AL GRANDE PUBBLICO DEI NON ESPERTI E’ UN RAMO DEL SISTEMA DI COMUNICAZIONE DELL’ISTITUZIONE SCIENTIFICA FONDAMENTALE Attraverso questo tipo di comunicazione lo scienziato mira alla diffusione e al riconoscimento sociale del suo sapere. (Jean Marc Levy-Leblond) Problemi intrinseci di questo ramo di comunicazione Come tradurre il linguaggio della scienza Come contestualizzare il fatto Come descrivere il processo Come democratizzare la conoscenza Ecc.

17 Breve storia della comunicazione pubblica della scienza
Breve storia della comunicazione pubblica della scienza. La scienza come Show Le conferenze spettacolo: : Bernard Palissy fa conferenze pubbliche di scienza. E punta 4 volte il prezzo del biglietto qualora le teorie scientifiche sostenute si fossero rivelate errate Esperimenti spettacolari nei salotti e nei “gabinetti di curiosita’”: Nicolas Lemery (1670) costruisce un vulcano artificiale esplosivo, di grande successo François Rouelle fa “dimostrazioni” di chimica nei giardini reali, seguite da Diderot, Condorcet, Rousseau. Anche nelle guide turistiche sono nominati i migliori gabinetti 1738 ca: Jacques de Vaucanson e i suoi automi (il flautista, l’anatra…la scheda perforata)

18 Breve storia della comunicazione pubblica della scienza
Breve storia della comunicazione pubblica della scienza. La scienza come Show

19 Breve storia della comunicazione pubblica della scienza
Breve storia della comunicazione pubblica della scienza. La scienza in piazza 1700: popular science: nasce il pubblico, e la distinzione netta fra la categoria degli scienziati e quella della gente comune Joseph de Lalande ( , catalogo stellare) ferma i passanti sul Pont-Neuf mangiando ragni… e poi tira fuori un cannocchiale. Parigi, : le “veneri anatomiche” e i musei anatomici in cera. Georges Claude ( , aria liquida, neon) installa nel luna park di Parigi (1910) uno stand intitolato Scientia. Ispirato da Verne, pubblica “L’elettricita’ alla portata di tutti”: copie.

20 Breve storia della comunicazione pubblica della scienza
Breve storia della comunicazione pubblica della scienza. La scienza in piazza

21 Breve storia della comunicazione pubblica della scienza
Breve storia della comunicazione pubblica della scienza. La scienza a teatro I macchinari dietro le quinte all’opera e a teatro, dal ‘600 in poi (Charles Babbage) : melodrammi, teatro di strada, poesie scientifiche sui temi piu’ svariati: il paracadute, l’evoluzione darwiniana, ecc. Dal 1830: fiabe e vaudeville scientifici. Chiari di luna, fantasmi, cascate di luce, arcobaleni, ecc. Parigi, Les Invisibles: vengono proiettate su uno schermo immagini dal microscopio, con voce recitante a commento.

22 Breve storia della comunicazione pubblica della scienza
Breve storia della comunicazione pubblica della scienza. Popular Science 1799: nasce la Royal Institution, primo laboratorio di ricerca inglese. Uno dei compiti: migliorare la produttivita’ agricola per i landlords Queste istituzioni diventano subito importanti anche nel ruolo di divulgatori della scienza. (Sir Humphry Davy e Michael Faraday si esibivano alla Royal Institution, vedi dopo ) La RI fa anche divulgazione: celebri le lezioni spettacolo di Sir Humphry Davy. Alcune erano tanto affollate che la polizia fu costretta a fare il primo piano di gestione del traffico: rendere a senso unico e dimezzare la carreggiata della via antistante. Il successore di Davy nel 1826, come professore di chimica all Royal Institution è Michael Faraday. Davy aveva preso un pezzo di gesso, Faraday prende una candela.

23 Breve storia della comunicazione pubblica della scienza
Breve storia della comunicazione pubblica della scienza. Popular Science

24 Perché e come e’ nata l’esigenza di comunicare la scienza?
All’inizio solo al pubblico di classe media alta, che ci va per divertimento o per cercare di far progredire la propria attivita’ agricola o industriale. Poi anche gli operai diventano un pubblico: vedono nell’acquisizione di competenze tecnico-scientifiche una maniera di migliorare il proprio status e qualificarsi per il nuovo mercato del lavoro, specie in fabbrica o in miniera. Gli utilitaristi pensano che capire un po’ di scienza aiuti a far entrare nella testa dei lavoratori l’idea di un “ordine naturale delle cose” (e della divisione in classi) e favorire la pace sociale.

25 Perché e come e’ nata l’esigenza di comunicare la scienza?
Inoltre, l’industrializzazione crea un nuovo mercato per l’informazione in generale e per la divulgazione scientifica in particolare: compaiono decine di edizioni popolari di libri di botanica, entomologia, meteorologia, storia naturale, astronomia… Boston: le lezioni pubbliche al Lowell Institute (industriale tessile) attraggono folle oceaniche, sino alla rissa di fronte alla biglietteria. Gli oratori sono pagati profumatamente: vengono i più celebri, anche da molto lontano. (Louis Agassiz). 1829: Charles Babbage scrive le Riflessioni sul declino della scienza in Inghilterra, e alcune delle sue cause: Viene fondata la British Association for Advancement of Science anche per stimolare l’interesse del pubblico: nel 1831 gli incontri scientifici della Baas attraggono folle immense.

26 Perché e come e’ nata l’esigenza di comunicare la scienza?
: nelle conferenze di Pasteur alla Sorbona, la dimostrazione sperimentale (e polemica) si servono anche di giochi di luce e trucchi retorici. E ricevono applausi e richieste di bis, come all’opera Il pendolo di Foucault nel Pantheon di Parigi Le esibizioni misteriose di Nikola Tesla con mantello nero e bacchetta magica contro Edison

27 Perché e come e’ nata l’esigenza di comunicare la scienza?
Negli Usa proliferano le “società scientifiche”, persino nelle piccole cittadine. Quando il fisico Silvanus Thompson dà una lezione a Cardiff, i minatori organizzano treni speciali per andarlo a sentire. E nello Yorkshire arrivano lavoratori dei mulini. Nella prima metà del XIX sec., lo scopo è portare alle masse (ma le masse colte e benestanti) la gioia e i benefici morali della conoscenza, rivelare la perfezione dell’agire divino in ogni aspetto della Natura. Poi, anche alle masse povere, specie per mostrare che il mondo è un sistema perfetto, organizzato, e che ogni classe sociale deve stare al suo posto. Nella seconda metà del secolo si mostra non tanto la bellezza della Natura attraverso la luce della scienza, quanto la bellezza della scienza stessa. E diventano accessibili al pubblico anche le grandi dispute scientifiche: la guerra fra Huxley (darwinista) e il vescovo Wilberforce nei congressi Baas finisce sulle vignette dei giornali, come pure la guerra sull’età della Terra fra Lord Kelvin e Darwin.

28 Breve storia della comunicazione pubblica della scienza
Breve storia della comunicazione pubblica della scienza. Il giornalismo scientifico XIX secolo: la stampa nordamericana accelera i ritmi produttivi e amplia la sua diffusione. Converte di fatto l’informazione in una nuova, straordinaria merce. Domina l’aspetto informativo (anglosassone), l’opinativo (francese), meno vendibile, resta a margine. Presto nasce anche il germe di un giornalismo scientifico: All’inizio le storie di scienza erano scritte dagli scienziati stessi, che in alcuni casi erano anche straordinari divulgatori (Darwin, Huxley, Faraday, Eddington....) I giornalisti, in caso, erano solo tenuti a trascrivere. Per es., le conferenze scientifiche vengono spesso ripubblicate, con grande successo, in inserti speciali dei giornali, per dare “non solo informazione, ma anche un modello su come cittadini morigerati dovrebbero condurre la propria vita...” Poi, le cose cominciano a cambiare. Al crescere dell’interesse del pubblico, cominciava a diventare necessario non solo trascrivere i discorsi scientifici, ma fare dei veri reportage, raccontare, ecc.

29 Breve storia della comunicazione pubblica della scienza
Breve storia della comunicazione pubblica della scienza. Il giornalismo scientifico Negli anni ‘90 il New York Times pubblica grandi articoli sulla competizione fra Tesla, Edison e Marconi. La prima prima pagina di scienza (forse): 1896, i raggi X. E ci si divertiva anche con l’entusiasmo eccessivo con cui si propagandavano le scoperte scientifiche: nel 1835 il New York Sun pubblica una serie di articoli in prima su come John Hershel abbia scoperto unicorni e folletti alati sulla luna. La bufala si diffonde per il mondo.

30 Breve storia della comunicazione pubblica della scienza
Breve storia della comunicazione pubblica della scienza. Il giornalismo scientifico

31 Breve storia della comunicazione pubblica della scienza
Breve storia della comunicazione pubblica della scienza. Il giornalismo scientifico Si creava anche già la divisione fra quelli che pensavano che la scienza fosse lì per risolvere tutti i nostri problemi, e quelli che invece sospettavano li causasse. La Grande Guerra palesa drammaticamente questa ambivalenza, con i gas e gli aereoplani... 1919: The Times “Rivoluzione nella scienza - Nuova teoria dell’Universo - Le idee di Newton detronizzate” 1920: Scientific American mette in palio 5000 dollari per un articolo di divuglazione sulla teoria: il giornalismo scientifico è una realtà

32 Breve storia della comunicazione pubblica della scienza
Breve storia della comunicazione pubblica della scienza. Le agenzie di stampa scientifiche 1921: Edwin Scripps fonda il Science Service, prima agenzia di notizie scientifiche per giornalisti “drama lurks in every test tube” 1930: William Laurence, giornalista scientifico per il New York Times: “Autentici discendenti di Prometeo, gli scrittori di scienza dovrebbero prendere il fuoco dall’Olimpo scientifico dai laboratori e dalle università, e portarlo giù, al popolo”

33 Mappa riassuntiva della comunicazione della scienza
Comunicazione formale Comunicazione informale Scritta Letteratura primaria e secondaria  Lettere, quaderni di laboratorio Orale Congressi, conferenze Discussioni in laboratorio, “al bar” e-communication On-line journals , Internet, chat line Comunicazione pubblica Divulgazione (libri, giornali) Insegnamento, Conferenze (Radio, TV) Divulgazione in rete, , chat line

34 L’era accademica della scienza
Mondo scientifico totalmente chiuso, separato, autonomo, autoreferenziale Ricerca effettuata da singoli scienziati o da piccoli gruppi Piste di ricerca scelte dagli scieziati stessi, dagli enti e le universita’ Obiettivi di ricerca definiti in base alle aspettative dell’autore e/o della comunita’ scientifica di appartenenza Rapporti sociali degli scienziati si sviluppano all’interno della comunita’ scientifica I rapporti tra il mondo scientifico e il resto della societa’ sono molto pochi, dotati di larga autonomia, che si svilluppano attraverso canali non numerosi e comunque abbastanza chiari e riconoscibili (di cui e’ facile poter tracciare la storia) La Leggenda racconta lo scienziato puro come un «un solitario ricercatore della verità […] un amatore, nel vero senso del termine». Neutra, obiettiva, ha un METODO che si basa su strumenti concettuali precisi: ipotesi, teoria, esperimento, osservazione, inferenza, modello, sistema, formalizzazione…

35 L’era post-accademica della scienza
Nasce nel secondo dopoguerra: Ricerca effettuata da gruppi di scienziati sempre piu’ numerosi e articolati (nasce la big science) Interazioni con il mondo dell’industria Interazioni con il mondo politico Obiettivi di ricerca delineati non solo sulla base delle aspettative della comunita’ scientifica, ma sempre piu’ spesso sulla base delle aspettative dell’intera societa’ I risultati hanno ricadute immediate, notevoli e complesse sulla societa’ (nucleare, biotech) I risultati vengono discussi, rifiutati e/o accettati dalla societa’ anche dopo aspri dibattiti I rapporti tra il mondo scientifico e il resto della societa’ sono aumentati in quantita’ e si sono modificati nella qualita’; sono diventati molto piu’ ambigui, se non altro perche’ sempre piu’ “non esperti” partecipano alle decisioni rilevanti che attengono al lavoro degli “esperti”

36 Come e quando nasce l’era post-accademica della scienza?
Le ideologie politiche prendono posizione sul ruolo della comunicazione pubblica della scienza: i socialisti credono nella scienza e nella sua divulgazione: ma piuttosto che per tenere le masse “al loro posto”, pensano che la scienza possa liberarle, dare loro potere, per controllare i mezzi di produzione. In Inghilterra, grandi scienziati marxisti si occupano di fare divulgazone e socialismo insieme. J.B Haldane, J. Bernal, ecc... Haldane: “bisognerebbe diffondere le conoscenze scientifiche fra i socialisti, e la conoscenza del socialismo tra gli scienziati” 1946: scrive “How to Write a Popular Scientific Article” Per il marxismo-leninismo è “agitazione e propaganda”. (Plagunov (Pravda): “però non si basa tutto su agitazione e propaganda… l’informazione occupa un posto importantissimo”).

37 Come e quando nasce l’era post-accademica della scienza?
Fritz Haber ( ): scienza per la patria, scienza a tutti i costi Riceve il premio Nobel nel 1918 per la Chimica Ladies & Gentlemen, The Royal Swedish Academy of Sciences has decided to confer the Nobel Prize in Chemistry for 1918 upon the Director of the Kaiser Wilhelm Institute at Dahlen è […], Professor Dr. Fritz Haber, for his method of synthesizing ammonia from its elements, nitrogen and hydrogen […] You were the first […] to create an exceedingly important means of improving the standards of agriculture and the well-being of mankind. We congratulate you on this triumph in the service of your country and the whole of humanity... In no future war will the military be able to ignore poison gas. It is a higher form of killing...

38 Come e quando nasce l’era post-accademica della scienza?
Wernher von Braun e’ il padre delle missioni spaziali V2 e soprattutto SATURNO V: Per la realizzazione vengono spesi dieci miliardi di dollari Vennero impiegate persone, collaboratori Era costituito da pezzi, disegnati su tavole Era alto 14 metri

39 Come e quando nasce l’era post-accademica della scienza?
“né i v1 né i v2, né alcun’altra della grandi invenzioni tecniche degli ultimi decenni sono però legate al nome di un singolo uomo. I tempi dei geni solitari sono finiti. Ormai siffatte realizzazioni sono opera di gruppi di anonimi specialisti affiatati, disinteressati, capaci di un’impersonale collaborazione” (Dornberger)

40 Nasce la sociologia della scienza
: Robert Merton va oltre, e tenta di fondare una teoria sociologica della scienza… ma come fare? La scienza non è sapere universale? L’istituzione scientifica è una struttura sociale. Ma le leggi scientifiche no. Ovvero: per Merton la sociologia della scienza non può studiare il contenuto degli studi scientifici (le leggi di natura), i quali sono indipendenti dalle strutture sociale. Quello che si può studiare è come il substrato sociale influenzi la direzione della scienza: favorire, accelerare o frenare il progresso in un settore piuttosto che in un altro.

41 Nasce la sociologia della scienza
Le norme di Merton: Comunitarismo (o comunalismo): i risultati sono attribuiti a tutta la comunità, e restano a disposizione di chiunque voglia studiarli e, a partire da questi, creare ulteriori sviluppi. Lo scienziato non mantiene il segreto. E non è il proprietario di ciò che scopre. Universalismo: le scoperte e le leggi di natura hanno un carattere impersonale, internazionale, anonimo. Sono valide indipendentemente dal fatto che chi le trova sia una donna, un nero, ecc. Disinteresse: la ricerca non è svolta per vantaggio personale, ma solo per appassionato interesse dell’inseguimento della verità. Unico movente, la fama o l’orgoglio del riconoscimento dei propri pari. Originalita’: un risultato entra nell’archivio comune solo se fornisce un contributo originale. Scetticismo Organizzato: non credere a nessuno che non ti dia in mano lo strumento per verificare, o falsificare, le sue affermazioni. Dopo Merton: Lo status della scienza , e persino i suoi stessi risultati, dipendono da una negoziazione sociale, dagli interessi della società.

42 La comunicazione nell’era post-accademica della scienza
Merton non basta, perche’ sono entrati in gioco alcuni fattori che hanno cambiato il modo di fare scienza: Collettivizzazione della ricerca Industrializzazione Limiti alla crescita esponenziale e competizione fra ricercatori Utilitarismo nella produzione e nell’utilizzo della conoscenza Burocratizzazione e aziendalizzazione della ricerca. La scienza reale, fatta anche di impact factor (si fa carriera in base al numero di pubblicazioni e alle citazioni che ricevono), brevetti, copyright Contratti di ricerca, reti globali, centri interdisciplinari, mettono in crisi anche i modelli epistemologici della scienza accademica. “Se gli scienziati sembrano più vulnerabili agli interessi esterni alla scienza, perché dovremmo accettare la totale obiettività della loro visione del mondo?”

43 La comunicazione nell’era post-accademica della scienza
Entrano in giovo nuovi modelli per la comunicazione della scienza I giornali on-line senza peer review La polemica sugli Ipr e il copyright Nuove parole d’ordine entrano nell’uso La dinamica degli articoli sembra seguire quella della comunicazione di massa (superstringhe vs ultimo disco di Madonna) Il libro ritorna ad essere un’arma importante … e la comunicazione pubblica diventa cruciale… con quale risultato?

44 La comunicazione nell’era post-accademica della scienza
MODELLO CANONICO della DIVULGAZIONE + SCIENZIATI (attivi) Livello di cultura scientifica PUBBLICO (passivo) -

45 La comunicazione nell’era post-accademica della scienza
MODELLO del CONTINUUM COMUNICATIVO livello intraspecialistico traiettoria cognitiva livello interspecialistico livello pedagogico livello popolare

46 La comunicazione nell’era post-accademica della scienza
MODELLO della COMUNICAZIONE PUBBLICA livello intraspecialistico livello interspecialistico livello pedagogico livello popolare = percorso canonico = percorso alternativo Grado di consolidamento della conoscenza scientifica

47 La comunicazione nell’era post-accademica della scienza
Cosa fa lo scienziato? Ha il dovere professionale di comunicare al grande pubblico dei non esperti Ha il dovere di conoscere i meccanismi delle strutture di comunicazione Ha il dovere di acquisire le tecniche di comunicazione di massa Purtroppo pero’: Continua ad avere la percezione dei suoi rapporti con il pubblico dei non esperti come quella tipica dell’era accademica della scienza Forse la transizione psicologica dall’era accademica a quella post-accademica non e’ ancora avvenuta

48 La comunicazione nell’era post-accademica della scienza
Cosa fa il comunicatore scientifico? Svolge le seguenti funzioni: Informativa/educativa: trasmette conoscenza, stimola la curiosità, sensibilizza, educa alla responsabilità morale. Interprete: definisce il senso e il significato dell’impresa scientifica, dell’idea di progresso e sviluppo, contestualizza, ecc. Controllo: watchdog, per una politica della scienza al servizio della società  Purtroppo pero’ si deve scontrare con i peccati della comunicazione della scienza (secondo José Marques de Mello) : Mitologia della scienza: scienziato nell’Olimpo, sacralità dell’investigazione scientifica. Contribuisce a rafforzare le strutture di potere nella scienza Mito della neutralità della scienza: trasmette fatti e non processi, trascura che le decisioni sono politiche. Rafforza il gap fra le due culture e il preconcetto contro le scienze umane (o viceversa…)

49 La comunicazione nell’era post-accademica della scienza
Quali conclusioni? Il flusso della comunicazione tra comunita’ scientifica e societa’ e’ piu’ che mai bidirezionale La comunicazione pubblica della scienza e’ diventata bisogno sociale diffuso E’ mutato il rapporto qualitativo e quantitativo tra uomo e tecnica La tecnica e’ diventata forza ecumenica del villaggio globale La tecnica e’ diventata forza riflessiva (l’uomo modifica se stesso e non solo l’ambiente che lo circonda) La tecnica e’ diventata forza autonoma (per la propria capacita’ di innovazione, di autopropulsione) L’innovazione tecnologica e’ ormai un catalizzatore enorme della dinamica culturale e sociale del mondo contemporaneo Di conseguenza ne discende un rapporto qualitativamente nuovo tra conoscenza scientifica e cultura di massa Si crea un rapporto nuovo tra scienza e democrazia: ls comunicazione pubblica della scienza e’ un fattore decisivo di democrazia Il grande pubblico ha il dovere di acquisire il massimo di conoscenze possibili in merito ai problemi scientifici e tecnologici

50 La comunicazione nell’era post-accademica della scienza
Il grande pubblico ha il dovere di acquisire il massimo di conoscenze possibili in merito ai problemi scientifici e tecnologici I mezzi di comunicazione di massa sono la palestra principale dove si svolge questo esercizio democratico interattivo di trasmissione del sapere da parte degli uomini di scienza e di acquisizione del sapere da parte del grande pubblico dei non esperti


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