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Le Competenze nelle Indicazioni Nazionali

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Presentazione sul tema: "Le Competenze nelle Indicazioni Nazionali"— Transcript della presentazione:

1 Le Competenze nelle Indicazioni Nazionali
Macerata, 16 gennaio 2014 Patrizia Magnoler

2 Struttura dell’intervento
La competenza I dispositivi Le pratiche reali analisi consapevolezza

3 Tanti significati….. Differenti approcci e culture
Il ministero La ricerca La scuola reale COMPETENZA

4 Sapere dell’esperienza e sull’esperienza
Differenti saperi Politiche formative Costrutti e chiavi interpretative Sapere dell’esperienza e sull’esperienza QUALE SINERGIA?

5 Dalle Indicazioni Nazionali
Premessa Centralità della persona Nuovo umanesimo Un sapere unitario, utile ad interpretare il mondo Una persona in relazione con il sistema-mondo Una persona che co-elabora proposte risolutive

6 Il sistema proposto L’origine della conoscenza
Saperi formali Saperi informali L’origine della conoscenza «le attività educative offrono occasioni di crescita all’interno di un contesto educativo orientato al benessere, alle domande di senso e al graduale sviluppo di competenze riferibili alle diverse età» TEMPORALITA’ DELLA DIDATTICA Traguardi per lo sviluppo delle competenze Obiettivi di apprendimento VALUTAZIONE

7 Competenza …… (dal Profilo delle competenze al termine del primo ciclo di istruzione)
Non definizione ma declinazione con riferimenti frequenti alla Responsabilità, autonomia, impegno (dimensione personale) padronanza, interpretazione (possesso critico, attivo di conoscenze e abilità) costruzione di senso (implicazione profonda nell’elaborazione del mondo e delle situazioni) ….quindi «come dovrebbe agire/essere un soggetto competente» ….ne derivano i livelli che vedono la progressione nell’autonomia, decisione, consapevolezza, sicurezza nelle conoscenze….

8 Parlare di competenze….
Disciplinarietà vs interdisciplinarietà Contestualità vs trasferibilità Valutazione tra soggettività e standardizzazione Valutabilità vs non valutabilità Insegnabilità e non insegnabilità

9 Tra scuola ed extrascuola (un problema a monte)
La differenza sostanziale della competenza nell’adulto è l’efficacia in rapporto a risultati non precedentemente definiti, mentre la competenza a scuola ha un risultato che è noto a colui che progetta. (Rey, 2003)

10 Parlare di competenze a scuola: quali problemi?
La prescrizione dei risultati La riduzione nel linguaggio La decontestualizzazione del sapere RISCHIO: La cura dello sviluppo di obiettivi e raggiungimento di traguardi riporta verso una didattica per obiettivi nella sua logica essenziale.

11 La ricerca sulle competenze e l’evidenZA
Come apprendono meglio gli studenti Quali fattori incidono sul successo scolastico (metodi e professionalità del docente) Le strategie didattiche «perdenti» Quale didattica agisce sull’elaborazione delle rappresentazioni degli studenti Strumenti concettuali per la riflessione Principi prescrittivi

12 DEFINIZIONI Gillet 1991): La competenza è costituita da un “sistema di conoscenze, concettuali e procedurali, organizzate in schemi operatori che permettono, in una famiglia di situazioni, di identificare un problema-compito e di risolverlo attraverso un’azione efficace Fabre: La competenza sta nel saper problematizzare ossia nel saper riconoscere, porre e risolvere un insieme di problemi simili, appartenenti alla stessa “famiglia” o a un ambito problematico. Problematizzare significa saper sospendere il giudizio, né affermare né negare, ma esaminare, decostruire le dimensioni di una proposizione logica per ricostruirla cercandone il senso.

13 «Ripensare le competenze trasversali» (Rey, 2003)
Competenza come comportamento: in questo caso è importante specificare le condizioni nelle quali si manifesta, cioè in quale compito (sa fare) Competenza come funzione, cioè può essere applicata ad una famiglia di situazioni; si parla di specificità del contesto (sa fare, perché e come) Competenza come capacità generativa in grado di produrre una ‟infinità di condotte adeguate a una ‟infinità di nuove situazioni (pag. 63) (sa fare, perché, quando e come)

14 COMPETENZA COME AZIONE Damiano, 2009
La competenza si presenta come la capacità di assolvere ad un compito, ovvero di svolgere un’azione capace di modificare un’azione data e non si lascia circoscrivere in una conoscenza e non può essere descritta come un’azione semplice. “ La competenza comporta una serie eterogenea di azioni, unificate dallo scopo da perseguire e da raggiungere” (p.148). “La competenza è una disposizione a fare ” ‟…..un’azione può essere tanto intellettuale, su oggetti simbolici, quanto fisica, su oggetti materiali, ma è sempre –in quanto azione –provvista di un fine” (p. 149).

15 Competenza e riflessione
L’unico fattore che determina il riconoscimento e la mobilitazione è la consapevolezza delle conoscenze possedute. “C’è tuttavia una possibilità di trasferimento o di trasversalità: essa attiene al fatto che il soggetto prenda coscienza delle sue pratiche e delle similitudini tra le situazioni” (Rey,2003, 186). Da ciò emerge l’importanza pedagogica della presa di coscienza in quanto è il solo mezzo che si sia finora trovato per permettere il trasferimento.

16 COMPETENZA COME INTELLIGENZA DELLE SITUAZIONI
REY, 2003 Processo attraverso il quale il soggetto attiva una combinatoria di risorse personali e di contesto al fine di affrontare un problema e risolverlo. La competenza si manifesta in tre diverse azioni la definizione del problema, la definizione dello scopo, la scelta delle strategie. COMPETENZA COME INTELLIGENZA DELLE SITUAZIONI

17 Competenza: un mondo di significati
valuta abilità saperi Azione in atto, prodotto, valutazione, trasferibilità

18 La competenza risiede nella mobilitazione
“Mobilizzare non è soltanto ‘utilizzare’ o ‘applicare’, ma anche adattare, differenziare, integrare, generalizzare o specificare, combinare, orchestrare, coordinare, in breve, condurre un insieme di operazioni mentali complesse che, connettendole alle situazioni, trasformano le conoscenze piuttosto che limitarsi a spostarle e trasferirle. La metafora della mobilitazione esprime il fatto che le operazioni mentali sono sempre il prodotto di un incontro, di un’interazione, spesso complessa, tra la situazione e le strutture anteriori del soggetto. (Le Boterf, Perrenoud, Chahay)

19 Le Boterf (2008) Saper agire Voler agire Poter agire Mobilitazione
Atteggiamento intenzione Dispositivo didattico

20 Atteggiamento competente
Atteggiamento come disposizione stabile di risposta. Intenzione come atteggiamento: «le intenzioni non sono affatto conoscenze. Esse generano conoscenze senza esserlo. Sono modi di vedere il mondo che permettono di costituirlo in quanto oggetto di sapere» (Rey, 237)

21 La scuola delle competenze
“Il vero conflitto viene alla luce se ragioniamo sulla qualità dei saperi, perché sviluppare delle competenze prende del tempo: quello di assimilare i saperi e quello di allenarsi a servirsene. La mobilitazione delle risorse si apprende, come le risorse stesse. E rivendica la sua parte di tempo scolastico(Perrenoud, 2010). Apprendere diventando competenti, non apprendere per competenze (Ajello, 2010)

22 Indicatori di competenza (da una ricerca con gli insegnanti)
Conoscenza approfondita (obiettivi e traguardi) Gestire adeguatamente i tempi. Sapersi porre domande come strategia per comprendere Esplicitare il percorso effettuato durante un’attività Capacità di autovalutarsi e valutare il prodotto Rianalizzare le esperienze per trarre “regole d’azione” e riutilizzarle Capacità di risolvere problemi con sufficiente padronanza, anche quelli inediti, mobilitando le risorse personali e di contesto Selezionare e decidere quali informazioni sono necessarie per affrontare un problema. Avere una visione d’insieme e di coordinare le diverse azioni in funzione del risultato.

23 Sistema di relazioni CONCETTUALIZZAZIONE TRASFERIBILITA’ COMPITO
SITUAZIONE PERSONA CONCETTUALIZZAZIONE TRASFERIBILITA’

24 Ritornando alle indicazioni…
Le due anime nella «Certificazione delle competenze» Particolare attenzione sarà posta a come ciascuno studente mobilita e orchestra le proprie risorse – conoscenze, abilità, atteggiamenti, emozioni – per affrontare efficacemente le situazioni che la realtà quotidianamente propone, in relazione alle proprie potenzialità e attitudini.  (anima orientativa) Le certificazioni nel primo ciclo descrivono e attestano la padronanza delle competenze progressivamente acquisite, sostenendo e orientando gli studenti verso la scuola del secondo ciclo. (anima certificativa)

25 Dalle indicazioni…. Traguardi per lo sviluppo della competenza
La finalità del primo ciclo è l’acqui­sizione delle conoscenze e delle abilità fondamentali per sviluppare le competenze culturali di base nella prospettiva del pieno sviluppo della persona. Così la scuola svolge un fondamentale ruolo educativo e di orientamento, fornendo all’alunno le occasioni per acquisire consapevolezza delle sue potenzialità e risorse, per progettare la realizzazione di esperienze significative e verificare gli esiti conseguiti in relazione alle attese.

26 Essere competenti Le Boterf “non si può obbligare nessuno ad agire con competenza….ciò che può essere fatto è riunire in maniera coerente un insieme di condizioni favorevoli , al fine di massimizzare le probabilità che un soggetto agisca e riesca con competenza in una determinata situazione …un insieme di leve sulle quali è possibile agire per prendere delle decisioni al fine di massimizzare queste probabilità, e che riguardano il saper agire, il poter agire, il voler agire” (2010, 89) La competenza non si ha, si è competenti (Damiano, 2009)

27 Una riflessione sul «compito»
Il compito attiva o non attiva determinati processi nello studente Si può valutare solo ciò che il compito richiedeva allo studente di fare Il compito origina dei risultati e dei processi: i secondi vengono ipotizzati dal docente ma realizzati, e quindi conosciuti, solo dallo studente.

28 Il dispositivo È uno spazio-tempo intenzionalmente predisposto per supportare un cambiamento soggettivo e dipende dalle prospettive con cui, chi progetta, guarda a un problema. Al suo interno vi sono strumenti e attività che danno vita a una partecipazione determinata da come il soggetto in formazione interpreta il dispositivo. Le azioni che attiva provocano la creazione di nuove routine e di pratiche non tutte previste dal progettista, sempre e comunque frutto di un’interazione attiva del soggetto con la tecnologia utilizzata. Il dispositivo può essere considerato efficace quando produce nei soggetti pratiche di libertà, nel senso di auto-progettazione e definizione identitaria, provocando un mutamento nella percezione del sé in rapporto ai problemi e alla possibilità di affrontarli e risolverli (Magnoler, 2009).

29 La trasposizione didattica (Damiano, 2013)
Obiettivi e traguardi

30 Competenza cooperazione e collaborazione Situazioni problema
motivazione e devoluzione consapevolezza negoziazione autonomia Modellizzazione e modelli riflessione Attuare interventi adeguati nei riguardi delle diversità

31 Competenza Dalla fabbricazione all’educazione (Meirieu, 2007)
motivazione e devoluzione Poter scegliere Poter decidere Poter applicare e sperimentare Poter cambiare secondo una logica autonomia Realizzare attività didattiche in forma di laboratorio

32 Competenza cooperazione e collaborazione Cooperative learning
Collaborative learning ma anche….. Discussione (discutendo si impara) Progettazione e realizzazione Come gestire la partecipazione Come favorire l’argomentazione negoziazione artefatti Come organizzare la reificazione continua Incoraggiare l’apprendimento collaborativo

33 Competenza Situazioni problema
Costruire ponti fra i saperi formali e informali Apprendere significa sempre prendere delle informazioni dal proprio ambiente in funzione di un progetto personale problemi Scuola come spazio/tempo di sperimentazione dell’apprendere Situazioni problema Modellizzazione e modelli Valorizzare l’esperienza e le conoscenze degli alunni Favorire l’esplorazione e la scoperta Realizzare attività didattiche in forma di laboratorio

34 Competenza Confrontare e confrontarsi con i propri prodotti
consapevolezza Confrontarsi con i propri processi Tra narrazione, documentazione, monitoraggio e autovalutazione, valutazione riflessione Promuovere la consapevolezza del proprio modo di apprendere

35 Progettare dispositivi a partire da….
METODI DI LAVORO IN CLASSE Induttivo Apprendistato cognitivo Metacognitivo Dialogico Cooperativo ….. MODELLI DI PROGETTAZIONE Per concetti Per sfondo integratore Per progetti Per problemi …… SITUAZIONI COMPLESSE Studio di caso Simulazioni, giochi di ruolo Esperienze COMPITI AUTENTICI SITUAZIONI PROBLEMA Routine quotidiane…..

36 COMPITO AUTENTICO Apprendimento situato Contesto Obiettivo Motivazione
Artefatti culturali Reale o realistico Utile per ricontestualizzare conoscenze e abilità Mal definito Richiede prospettive multiple Strettamente connesso alla valutazione Produce artefatti significativi

37 La simulazione del docente in fase progettuale
Jonassen, 1991 I compiti autentici dovrebbero avere rilevanza nel mondo reale, e quindi una utilità, dovrebbero essere integrati nel curriculum, fornire il giusto livello di complessità e permettere agli allievi di selezionare i livelli di difficoltà adatti a loro o i livelli di partecipazione. …complessi …generativi La simulazione del docente in fase progettuale

38 Esempi «Ti presento la mia città». Realizzare un pieghevole che sia un efficace canale comunicativo per presentare la tua città ad altri alunni di una diversa città. Riqualificare un angolo di giardino. Immergere gli alunni in un contesto di scoperta, appropriazione e rispetto del proprio ambiente di vita, affinché i bambini scoprano e si approprino soprattutto di un agire solidale e amichevole verso chi li circonda e condivide con loro il tempo e lo spazio scuola, e non solo.

39 esempi A partire da un film che tratti eventi storici collocate gli eventi proposti dal film su una timeline e collegateli ai principali eventi storici del periodo. Evidenziate eventuali incongruenze e inesattezze. Data l’immagine di un muro con mattoni mancanti, a partire dall’osservazione della struttura del muro, individuare il numero di mattoni necessari a ricostruirlo. Perché le mongolfiere possono volare? Progettare una mongolfiera argomentando le vostre scelte.

40 La situazione-problema (SP)
È organizzata attorno ad UN ostacolo e si esaurisce quando questo viene superato. All’inizio gli studenti possiedono solo alcune risorse per risolverla. Richiede il dibattito e l’argomentazione. La risposta dell’adeguatezza della soluzione deriva dalla situazione stessa. Si conclude con un ritorno riflessivo, la presa di coscienza delle strategie e la modellizzazione per affrontare altri problemi.

41 Funzioni della S-P Riconoscimento del significato della conoscenza (aumento di conoscenze utili a «leggere il mondo» e ad intervenirvi) Funzione motivazionale (dall’etero-motivazione alla devoluzione del gruppo) Funzione sociale come momento collettivo di costruzione di conoscenza come rilevanza sociale della conoscenza costruita

42 Scuola Primaria: La sorgente
Porre in questione le conoscenze esistenti La domanda (che sottende l’ostacolo da superare) Creare un percorso di ricerca e di negoziazione attraverso domande continue Controllo delle ipotesi e interpretazioni Costruzione di uno schema d’azione utile e trasferibile

43 ENIGMA: CHE COS’É UNA SORGENTE?
 Visione di quattro filmati: individuazione della sorgente del fiume Livenza (caratteristiche particolari) DISSONANZA COGNITIVA  E’ una sorgente se … Comparazione tra definizione di sorgente e peculiarità di quella del fiume Livenza

44 ORIGINE DEL PERCORSO CONOSCITIVO
Le domande dell’insegnante e quelle emerse dagli studenti costituiscono il rilancio della conoscenza Nuova domanda: Perché l’acqua sgorga così copiosa?

45 I COMPITI Osservazioni di immagini: qual è una sorgente?
Confronto con documentazioni relative alla sorgente del fiume Livenza: ipotesi Ricerca in internet (metodo, parole chiave) Ascolto di fonti esperte: organizzazione delle informazioni Costruire risposte condivise. Attività cooperative: jigsaw. ACCOMPAGNANO IL PERCORSO Artefatti per la documentazione del percorso di apprendimento (Diario personale) Artefatti per tracciare la partecipazione (devoluzione, contributi di conoscenza…)

46 MODELLIZZAZIONE Individuare un problema
Effettuare un’indagine, utilizzando varie fonti Trovare le informazioni comuni e quelle diverse Ricercare spiegazioni Costruire sintesi e individuare nuovi quesiti Organizzare le nuove informazioni Elaborare una documentazione finale del progetto.

47 Monitoraggio individuale e tra pari
 Rilevazione della partecipazione dei membri del gruppo. Ho accettato l’aiuto dei compagni? Ho accettato le proposte dei compagni? Ho aiutato i compagni nel lavoro di gruppo? Ho disturbato? Ho rispettato il mio turno per intervenite? Ho espresso le mie idee? Giorno ……………  Scheda di autovalutazione sulle conoscenze Ho riconosciuto l’elemento studiato Non ho ritrovato l’ elemento studiato Ricordavo quasi tutto di quanto ricercato Ricordavo poco di quanto ricercato Sorgenti della Santissima Sorgenti del Gorgazzo Le chiuse Il mulino Il lavatoio L’acquedotto

48 valutazione Autovalutazione: scheda sulla collaborazione con i compagni e sulle «competenze» nella ricerca storico-geo=grafica Co-valutazione: scheda sui livelli di partecipazione dei membri del gruppo e condivisione con l’insegnante Riflessione in itinere: diario di bordo Valutazione dell’insegnante: tabella di raccolta dati e rubrica

49 RiflessionI del docente
Punti di forza  Per il docente  perfezionamento della gestione contemporanea di più elementi  sviluppo dell’osservazione sugli atteggiamenti e le relazioni tra alunni  uso pianificato dei criteri per sviluppare l’apprendimento - discrepanza ottimale - diversificazione dei compiti - apprendimento cooperativo  Per gli alunni  curiosità per la sfida intellettuale richiesta dalla soluzione del problema  interesse per gli elementi analizzati incentivato dalla varietà dei mediatori  entusiasmo per il lavoro di gruppo, intensificato e protratto nel tempo

50 Criticità  difficoltà nel rispettare i tempi prestabiliti
 per il docente  difficoltà di conduzione del lavoro per complessità e varietà degli elementi  difficoltà di gestione del tempo, nell’organizzare le varie attività  per gli alunni  difficoltà nel rispettare i tempi prestabiliti  difficoltà, per alcuni, nell’accettare il punto di vista dei compagni

51 Dai traguardi nelle indicazioni…
Ricava informazioni geografiche da una pluralità di fonti (cartografiche e satellitari, tecnologie digitali, fotografiche, artistico-letterarie). Riconosce e denomina i principali “oggetti” geografici fisici (fiumi, monti, pianure, coste, colline, laghi, mari, oceani, ecc.) Individua i caratteri che connotano i paesaggi (di montagna, collina, pianura, vulcanici, ecc.) con particolare attenzione a quelli italiani, e individua analogie e differenze con i principali paesaggi europei e di altri continenti. Si rende conto che lo spazio geografico è un sistema territoriale, costituito da elementi fisici e antropici legati da rapporti di connessione e/o di interdipendenza.

52 Il percorso ha sviluppato anche…
La comunicazione nella madrelingua Imparare a imparare Le competenze sociali e civiche Il senso di iniziativa e l’imprenditorialità La competenza digitale …… (Competenze chiave, 2006)

53 Registro organizzativo
Soggettività in gioco «La didattica inciampa continuamente nella questione del senso e della soggettività dell’insegnante e del discente, dunque sulle relazioni intersoggettive che si costruiscono a proposito del sapere, ma non si sviluppano solo sul registro cognitivo» (Perrenoud, 2002, 41) Registro epistemico Registro organizzativo Registro relazionale Altet, Vinatier, 2008

54 L’analisi di pratica Un diverso rapporto tra teoria e pratica
Alternativa all’ingegnerizzazione dell’insegnamento

55 Tra ricerca della stabilità e necessità di cambiamento
FILOSOFIA EDUCATIVA concezioni sulla scuola, sull’ insegnamento, sull’ apprendimento, sulla gestione della classe, valori personali e sociali ROUTINE Polanyi, 1967 Bourdieu, 1980 Perrenoud, 1996 Seldin, 2004 CONOSCENZA ORGANIZZATIVA Conoscenza tacita Curricolo implicito

56 Come penso sia meglio insegnare?
Cosa penso sappiano? Cosa gli DEVO insegnare? Come mi valuterà? A che cosa assomiglia? capirei meglio se …. Però io vorrei sapere…. Quando suona la ricreazione?

57 GESTIONE DELLA CLASSE Organizzazione Regole Tempi Spazi Regia Dispositivi didattici

58 La sfida delle indicazioni
Attivare una devoluzione degli insegnanti sulla didattica in base ai loro saperi sull’insegnamento Attivare una sinergia tra ricerca e formazione per migliorare la professionalità dei docenti Far emergere una didattica che potenzi l’atteggiamento competente degli studenti Rendere visibili la logica dell’azione e della riflessione negli studenti…ma anche nei docenti RICERCA/PROFESSIONALIZZAZIONE

59 «Aprire le porte dell’aula E DELL’UNIVERSITA’»
Costruire con i colleghi repertori di situazioni, di dispositivi da realizzare e su cui confrontarsi Selezionare «saperi» e riorganizzarli secondo propedeuticità o con un diverso ordine che consenta da un lato il riattraversamento, dall’altro l’approfondimento Progettare percorsi interdisciplinari basati su domande la cui risposta richiede saperi e metodi di diverse discipline Elaborare artefatti per tracciare «l’atteggiamento competente».

60 GRAZIE

61 Dal Parlamento Europeo (2008)
Conoscenze: indicano il risultato dell’assimilazione di informazioni attraverso l’apprendimento. Le conoscenze sono l’insieme di fatti, principi, teorie e pratiche, relative ad un settore di studio o lavoro Abilità: capacità di applicare conoscenze e di usare know how per portare a termine compiti e risolvere problemi (sono cognitive e pratiche) Le competenze: indicano la comprovata capacità di usare conoscenze, abilità e capacità personali, sociali e/o metodologiche, in situazioni di lavoro o di studio e nello sviluppo personale e/o professionale (responsabilità e autonomia)

62 Progetto DeSeCo (Definition and Selection of Competencies)
Competenze chiave per la vita Servirsi di strumenti in maniera interattiva Utilizzare la lingua, i simboli, i testi Utilizzare le conoscenze e le informazioni Utilizzare le nuove tecnologie Interagire in gruppi eterogenei Stabilire nuove relazioni con gli altri Capacità di cooperare Capacità di gestire e risolvere conflitti Agire in modo autonomo Capacità di agire in un contesto complesso Capacità di elaborare e realizzare programmi di vita e progetti personali Capacità di affermare i propri diritti, interessi, limiti e bisogni.

63 Competenza come obiettivo (Damiano, 2009)
Richiede la coerenza degli elementi costitutivi del curricolo: attività, contenuti, metodi. Diviene un orientamento “prescrittivo” nel senso che guida sia la scelta dei saperi (quelli che maggiormente consentono al soggetto di controllare e gestire la realtà e quindi saperi disciplinari che trovano una loro applicazione nel mondo reale ma anche processi di pensiero che permettono di ripensare la realtà e sé stessi in rapporto alla realtà). I saperi sono estraibili da tre grandi categorie: efficaci, ovvero capaci di abilitare il soggetto a trasformare la realtà secondo criteri di incisività e di utilità con un bilancio accettabile tra risorse impiegate, carico di lavoro e risultati acclarati(p. 138); procedurali, ovvero adatti per leggere le situazioni. È un sapere agire in situazione, il know how che si concretizza in scelte a azioni; meta cognitive, ovvero volte a costruire nel soggetto la capacità di progettazione, monitoraggio, riflessione e decisionalità conseguente. La direzione pedagogica diviene quella di far acquisire la capacità di agire strategicamente.

64 Progettazione didattica e competenza (Damiano, 2009)
“Attraverso la didattizzazione, viene costruito un sapere che non è più validato dall’efficacia, bensì dalla verità stabilita sulla base di osservazioni e sensati ragionamenti” (p. 147). Questo processo di “estraniamento” del sapere esperto comporta diversi vantaggi e svantaggi. Il “nuovo sapere” può essere trasmesso in qualsiasi posto e in qualsiasi momento, diventa standardizzato e valutabile intersoggettivamente, trasferibile e generalizzabile. I limiti sono individuabili nel “dire con il linguaggio”ciò che accade in uno spazio e in un tempo preciso. Si crea un‟ ambiente di parole‟ che vogliono raccontare e spiegare un „ambiente di cose‟. Il passaggio comporta rischi di dispersione distorsione nonché di autoreferenzialità; nella decontestualizzazione che inevitabilmente si crea con il linguaggio. Le parole hanno bisogno di una successione, di una linearità che non rappresenta l’unità della situazione contestualizzata; nell’ordine delle pratiche da svolgere. La situazione reale comporta una organizzazione delle azioni per raggiungere uno scopo, nel curricolo prevale la comprensione delle pratiche in successione, senza pensare allo scopo specifico. Nel primo caso di “deve riuscire a fare”, nel secondo caso è importante “riuscire a dire”.

65 Operazioni cognitive, Metodo e trasversalità
La competenza funzione, essendo scomposta in una serie di operazioni organizzate in vista di uno scopo, può essere scomposta in diverse operazioni elementari e alcune di queste ultime possono rientrare in molte competenze. Queste micro-expertise metodologiche mettono quindi in gioco una “specie di competenza trasversale”. Anche se ognuna sembra molto modesta perché parziale, la loro acquisizione non è affatto trascurabile, proprio perché sono trasversali e perché la loro padronanza consente una serie di attività molto diverse (Rey, 2003).

66 Competenza e conoscenza
Conoscere significa rappresentarsi il campo di possibilità di applicazione di una conoscenza, la sua potenzialità operativa, avere una rappresentazione dinamica di ciò che si può fare grazie ad essa. Conoscere un concetto significa conoscere il suo potere. Un concetto è uno strumento per risolvere un problema. (Rey, 2003, 233) Quando si opera con le situazioni-problema si tratta di far scoprire agli studenti le conoscenze come strumenti. L’operazione primaria è il porre domande per risolvere problemi e perciò si arriva a costruire nuovi strumenti concettuali. Tra conoscenza, qualora essa venga individuata come “qualcosa che si usa” e competenza il confine è impercettibile, le conoscenze divengono potere intellettuale e assumono significato per lo studente.

67 Competenza ed educabilità
Dato per scontato che non esiste alcuna disposizione interna o conoscenza, competenza che sia di per sé trasversale, l’unico elemento di trasversalità è individuabile nell’intenzione soggettiva. Ma allora il ruolo dell’educazione? Sta nel porre il soggetto in situazione di decisione, a costruire in modo consapevole un proprio progetto che gli fornisce le coordinate per operare delle scelte. Il termine progetto ha il merito di sottolineare che un soggetto individua questa o quella caratteristica del mondo, soltanto se lo vuole. Intenzione esprime l’idea di un esercizio cognitivo del volere, l’intenzione è un voler vedere e un voler concepire, definisce l’atto mediante il quale il soggetto pone come oggetto un determinato aspetto percettivo o concettuale del mondo.

68 Strategie diffuse Elaborare il curricolo
Far collegare la conoscenza esistente con quanto è necessario/si vuole apprendere, i risultati di conoscenza (Gowin, K-W-L, SQ3R) La domanda come stimolo cardine per la costruzione della conoscenza I processi di modellizzazione a partire dall’esplicitazione degli schemi fino alle logiche che guidano la loro orchestrazione Uso di rappresentazioni per modellizzare il processo (mappe, grafi…)

69 Da valorizzare…1 Elaborare il curricolo
Processi decisionali nel problem solving (compiti mal strutturati) I processi di investigazione (quando non è chiaro, vi sono lacune, contraddizioni..) I processi di indagine sperimentale (rigorosità e metodo) La logica sistemica: attenzione alla complessità del reale Il monitoraggio del proprio lavoro Abito mentale critico: precisione, chiarezza, connessione….

70 Da valorizzare…2 Osservazione tra pari
Elaborare il curricolo Da valorizzare…2 Osservazione tra pari Sinergia fra auto-valutazione, co-valutazione e etero-valutazione L’analisi del compito da parte degli studenti (situazioni) , la percezione di poterlo affrontare (stili attributivi, anticipazione) , la rappresentazione chiara delle consegne (ne consegue la rappresentazione del percorso).

71 Qualche suggerimento Dopo aver analizzato la propria pratica, individuare le tipologie di «compiti» che diamo ai nostri studenti e ripensare la progettazione degli stessi.

72 Far «diventare competenti» (suggerimenti operativi)
Agire contemporaneamente su diverse dimensioni Tipologia del compito Modalità di sostegno allo studente, alla classe Consapevolezza dello studente, della classe

73 Diversita’ nei compiti
Diversi compiti = diverse possibilità per l’azione e per la valutazione Compiti finalizzati ad acquisire procedure Compiti finalizzati a costruire modelli d’azione Compiti finalizzati a costruire una conoscenza Compiti finalizzati a mobilitare risorse per affrontare situazioni inedite

74 Compiti finalizzati ad acquisire procedure
Rigorosità delle procedure (non possono essere eseguite che rispettando alcune regole indispensabili) es. eseguire calcoli es. trovare una posizione in una carta geografica Sostenere il monitoraggio sull’esecuzione della procedura (tra pari, con particolari strumenti appositamente co-costruiti)

75 Compiti finalizzati a costruire schemi d’azione
Come ricostruire un’informazione a partire dalle fonti Come costruire un approfondimento Come risolvere un problema matematico Sostenere l’esplicitazione del processo individuale e/o di gruppo ponendo a confronto strategie e modelli emersi in rapporto all’efficacia e al prodotto

76 Compiti finalizzati a costruire una conoscenza
L’argomento: presentazione, esercitazione, riuso Individuare i quesiti ai quali trovare risposte (perché? Come accade? Che cosa potrebbe accadere? …) Es. Innumerevoli esempi in scienze e fisica, geografia Es. Visione sistemica sul pensiero di un autore Sostenere l’emergere di interrogativi, i processi di co-costruzione di risposte, la contestualizzazione nel reale


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