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INTERNAZIONALI IAS IFRS Differenze con i Principi OIC

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1 INTERNAZIONALI IAS IFRS Differenze con i Principi OIC
I PRINCIPI CONTABILI INTERNAZIONALI IAS IFRS Differenze con i Principi OIC Giovedì ottobre 2014 Relatore: FRANCESCO NOTARI

2 I PRINCIPI CONTABILI INTERNAZIONALI IAS/IFRS
IFRS: Quadro normativo di riferimento e processo di transizione

3 Considerazioni introduttive
Perché gli IAS/IFRS? Evoluzione mercati finanziari Globalizzazione economia Nuovi Paesi che necessitano di regole contabili Costo dei capitali Trasparenza Scandali finanziari Crescente complessità di affari e finanza

4 Principali fonti normative
Le modifiche alla IV e VII Direttiva CEE Il regolamento CE 1606/2002 Il regolamento CE 1725/2003 La pubblicazione sulla GUCE dei principi contabili internazionali La Legge Comunitaria per il 2003 (L. n. 306/2003) ed il correlato decreto di applicazione (D.Lgs. 38/2005)

5 Modifiche alla IV e VII direttiva CEE
introduzione della possibilità di adottare il fair value nel trattamento di bilancio degli strumenti finanziari. 2. Direttiva 51/2003: estensione del criterio di valutazione al fair value ad attività diverse dagli strumenti finanziari (es. immobilizzazioni materiali ed immateriali); migliore esplicitazione nell’ambito delle Direttive Europee del principio della prevalenza della sostanza sulla forma; inclusione nei conti annuali di ulteriori documenti contabili (nuovi schemi di S.P. e di C.E., rendiconto finanziario, prospetto delle variazioni del patrimonio netto); eliminazione della clausola di esclusione dal consolidato di una impresa per l’eterogeneità dell’attività svolta rispetto al resto del gruppo.

6 Il regolamento CE 1606/2002 Approvato il 19 luglio 2002 ed entrato in vigore l’ 11 settembre 2002. Principali contenuti: Art. 4: obbligatorietà dell’utilizzo dei principi IAS a partire dal 1° gennaio 2005, per redigere i bilanci consolidati delle società quotate nella UE Art. 3 e 6: applicazione dei principi IAS subordinata ad un positivo processo di omologazione da parte della Commissione europea Art. 5: possibilità di estensione, lasciata agli Stati membri in via obbligatoria o facoltativa, della facoltà di applicazione dei principi IAS, anche ai bilanci di esercizio delle società quotate e ai bilanci consolidati e di esercizio delle altre società Art. 9: previsione della possibilità, lasciata agli Stati membri, di posticipare l’obbligo di applicazione dei principi IAS al 1° gennaio 2007 per le società emittenti titoli di debito quotati e nel caso di applicazione di principi contabili riconosciuti internazionalmente (US GAAP) prima della pubblicazione del regolamento.

7 Il regolamento CE 1725/2003 : Pubblicazione sulla GUUE del Regolamento CE 1725/2002: Omologazione di 32 dei 34 principi contabili IAS e delle relative interpretazioni SIC (acronimo di Standing Interpretation Comittee) esistenti al : Pubblicazione sulla GUCE dei principi contabili adottati in sede UE oggetto di revisione o di nuova introduzione rispetto a quelli approvati con il regolamento CE 1725/2003. Traduzione dei principi IASB adottati in tutte le lingue ufficiali della Comunità in base a quanto indicato nell’art. 3, comma 4 del regolamento CE n. 1606/2002

8 La situazione italiana
La Legge Comunitaria per il 2003 (L. n. 306/2003) ed il correlato decreto di applicazione (D.Lgs. 38/2005) hanno esteso l’ambito di applicazione del Regolamento CE 1606/2002 ai soggetti e per i documenti di bilancio indicati nella tabella di seguito. Discussione politica nell’ambito del Parlamento Europeo. Regolamento immediatamente in vigore secondo l’art. 10 della Costituzione (gerarchia delle fonti) e l’art. 156 del Trattato di Roma

9 Adozione degli IAS-IFRS

10 Soggetti esclusi – art. 2435 bis
Le società, che non abbiano emesso titoli negoziati sui mercati regolamentati, possono redigere il bilancio in forma abbreviata quando, nel primo esercizio o, successivamente, per due esercizi consecutivi, non abbiano superato due dei seguenti limiti: 1) totale dell'attivo dello stato patrimoniale: (*) euro; 2) ricavi delle vendite e delle prestazioni: (*) euro; 3) dipendenti occupati in media durante l'esercizio: 50 unita'. Le società che redigono il bilancio in forma abbreviata devono predisporlo in forma ordinaria quando per il secondo esercizio consecutivo abbiano superato due dei limiti indicati nel primo comma Discussione politica nell’ambito del Parlamento Europeo. Regolamento immediatamente in vigore secondo l’art. 10 della Costituzione (gerarchia delle fonti) e l’art. 156 del Trattato di Roma

11 I principi IAS-IFRS applicabili
Quadro sistematico (Framework) IAS 1 : Presentazione del bilancio (rivisto nel 2003) SIC 18,29 IAS 2 : Rimanenze (rivisto nel 2003) SIC 1 IAS 7 : Rendiconto finanziario (rivisto nel 2003) IAS 8 : Politiche contabili, cambiamenti di stime contabili ed errori (rivisto nel 2003) SIC 8,18 IAS 10 : Fatti intervenuti dopo la data di riferimento del bilancio (rivisto nel 2003) IAS 11 : Commesse a lungo termine (rivisto nel 2003) IAS 12 : Imposte sul reddito (rivisto nel 2003) SIC 21,25 IAS 16 : Immobili, impianti e macchinari (rivisto nel 2003) SIC 6,14,15,21,23,25 IAS 17 : Leasing (rivisto nel 2003) SIC 15,27 IAS 18 : Ricavi (rivisto nel 2003) SIC 31 IAS 19 : Benefici per i dipendenti (rivisto nel 2003) IAS 20 : Contabilizzazione dei contributi pubblici (rivisto nel 1994) SIC 10 IAS 21 : Effetti delle variazioni dei cambi delle valute estere (rivisto nel 2003) SIC 7,11,19,30 IAS 23 : Oneri finanziari (rivisto nel 2003) SIC 2 IAS 24 : Informativa di bilancio sulle operazioni con parti correlate (rivisto nel 1994) IAS 26 : Fondi di previdenza (rivisto nel 1994) IAS 27 : Bilancio consolidato e e bilancio separato (rivisto nel 2003) SIC 12,33 IAS 28 : Partecipazioni in imprese collegate (rivisto nel 2003) SIC 3,20 IAS 29 : Informazioni contabili in economie iperinflazionate (rivisto nel 1994) IAS 31 : Informazioni contabili sulle partecipazioni in joint ventures (rivisto nel 2003) SIC 3,13 IASB e organismi europei coinvolti (EFRAG e ARC) nella procedura di endorsment: tendenza Riduzione al minimo di opzioni alternative di contabilizzazione con indicazione, in tali casi, dell’opzione preferita (denominata benchmark treatment) e di quella comunque permessa (denominata allowed alternative treatment)

12 I principi IAS-IFRS applicabili
IAS 32 : Strumenti finanziari: esposizione in bilancio e informazioni integrative (rivisto nel 2003) SIC 5, 16,17 IAS 33 : Utili per azione (rivisto nel 2003) SIC 24 IAS 34 : Bilanci intermedi (rivisto nel 2003) IAS 36 : Riduzione durevole di valore delle attività (rivisto nel 2004) IAS 37 : Accantonamenti, passività e attività potenziali (rivisto nel 2003) IAS 38 : Attività immateriali (rivisto nel 2004) SIC 6,32 IAS 39 : Strumenti finanziari: Rilevazione e valutazione (rivisto nel 2003) SIC 20,33 IAS 40 : Investimenti immobiliari (rivisto nel 2003) IAS 41 : Agricoltura (rivisto nel 2003) IFRS 1 : prima applicazione degli IFRS (emesso giugno 2003) IFRS 2 : pagamenti basati sulle azioni (emesso nel 2004) IFRS 3 : Aggregazioni aziendali (emesso nel 2004) IFRS 4 : Contratti di assicurazione (emesso nel 2004) IFRS 5 : Attività non correnti destinate ad essere cedute o cessate (emesso nel 2004) IFRS 6 : Costi di ricerca e valutazione di risorse minerarie (emesso nel 2004) IFRS 7 : Strumenti finanziari: informativa di bilancio - sostituisce IAS 14 - (emesso nel 2005) IFRS 8 : Informativa di settore – sostituisce IAS 14 – (emesso nel 2006) IFRS 9 : Strumenti finanziari - sostituisce IAS 39 – (emesso novembre 2009) IFRS 10 (bilancio consolidato), IFRS 11 (jointly arrangements), IFRS 12 (informativa sugli interessi in altre entità) – pubblicati nel maggio e in vigore dal 2013 IFRS : Valutazione del fair value (in vigore dai bilanci che iniziano dal o dopo il 1 gennaio 2013) IASB e organismi europei coinvolti (EFRAG e ARC) nella procedura di endorsment: tendenza Riduzione al minimo di opzioni alternative di contabilizzazione con indicazione, in tali casi, dell’opzione preferita (denominata benchmark treatment) e di quella comunque permessa (denominata allowed alternative treatment)

13 Perché passare volontariamente agli IAS-IFRS?
Comparabilità delle informazioni finanziarie; Progetti di quotazione futura o apertura del capitale a investitori istituzionali; Costruire rapporti con clienti, fornitori, istituti di credito internazionali; Decisioni di finanziamento; Presentare alcuni dati patrimoniali allineati al fair value; Migliorare la visibilità internazionale con possibilità di partnership e joint-ventures. Equivalenza con US GAAP e standard giapponesi Utilizzare la data di transizione come strumento per programmare l’adozione degli IAS. Comparabilità delle informazioni finanziarie:obiettivo non del tutto raggiunto.

14 Principali novità E’ in corso di predisposizione – approvazione un progetto di Principi Contabili per le PMI Il Legislatore sta adeguando le regole nazionali cercando una convergenza verso gli IFRS: Adozione prospetto variazioni PN e rendiconto fin. Semplificazione schemi SP e CE Fair value obbligatorio per derivati Fair value facoltativo a strumenti finanziari e immobilizzazioni materiali Abrogazione del LIFO e del metodo della commessa completata Modifiche alla normativa fiscale Informativa sulle parti correlate

15 Alcuni aspetti critici
Conflitto di competenze e poteri fra Stati Nazionali e IASB Rischio di non adeguarsi correttamente alle esigenze di tutti i Paesi Introduzione di alcuni concetti nuovi che richiedono diverso tempo prima di essere assimilati Applicazione “regionale” Utilizzare la data di transizione come strumento per programmare l’adozione degli IAS. Comparabilità delle informazioni finanziarie:obiettivo non del tutto raggiunto.

16 L’adozione del modello IAS-IFRS
Identificazione di una nuova finalità del bilancio stabilita dal framework IAS: dalla rappresentazione veritiera e corretta alla utilità del bilancio come strumento di supporto alle decisioni economiche degli utilizzatori (users); L’interesse si sposta dai soci (shareholders) ai soggetti titolari di interessi che confluiscono nell’azione (stakeholders).

17 Postulati di bilancio (IAS 1)
Going concern Fair presentation Accrual basis of accounting Compliance with IAS Materiality and aggregation Il principio della prudenza tanto caro al nostro codice civile non è contemplato Comparative information Offsetting Consistency of presentation Accounting policies

18 Principali novità introdotte dagli IFRS
Richieste informazioni di carattere gestionale (risk report, segment reporting); Introduzione di nuovi criteri di valutazione (measurement); Criteri precisi per determinare quando contabilizzare (recognition); Volatilità del risultati e delle variazioni di patrimonio netto; Diminuisce la possibilità di politiche di bilancio.

19 Informazioni discorsive
Maggiore rilevanza delle informazioni discorsive di bilancio: alcuni principi IAS sono esclusivamente dedicati alle informazioni da indicare nelle note esplicative: - lo IAS 10 è relativo ai fatti accaduti dopo la fine dell’esercizio; - lo IAS 14 è relativo alle informazioni di carattere settoriale; - lo IAS 24 è relativo ai rapporti con parti correlate.

20 Fair value e costo storico
Metodo del costo storico (senza amm.to) Metodo del fair value Metodo del costo storico con ammortamento t

21 e volatilità del conto economico
Uso del fair value e volatilità del conto economico Gli IFRS consentono e impongono l’uso del fair value nelle valutazioni: OBBLIGATORIO Business combination Attività biologiche Attività immobilizzate da dismettere Attività finanziarie disponibili per la vendidita (AFS) Attività/passività finanziarie al fair value FACOLTATIVO Immobili impianti e macchinari Investimenti immobiliari Attività immateriali La definizione di fair value è basata sul presupposto che un impresa in situazione di continuità aziendale non ha alcuna intenzione o necessità di liquidare, ridurre in modo rilevante le sue operazioni o effettuare operazioni a condizioni sconvenienti. Il fair value pertanto non è l’ammontare che un’impresa potrebbe incassare o pagare in un operazione forzata o una liquidazione involontaria. Il fair value comunque riflette la qualità di credito dello strumento. Il fair value è il metodo preferito per la valutazione delle attività e di alcune passività finanziarie, nonché per la valutazione degli strumenti finanziari derivati. Uno strumento finanziario è considerato quotato in un mercato attivo se i prezzi sono facilmente e regolarmente disponibili da una borsa, un intermediario, un’associazione di categoria, o enti di supervisione, e quei prezzi rappresentano operazioni reali avvenute tra terzi indipendenti. L’obbiettivo della determinazione del fair value per uno strumento finanziario che è negoziato in un mercato attivo, è determinare il prezzo al quale avverrebbe, alla data del bilancio, un’operazione riguardante esattamente quello strumento, non combinato con altri o modificato, sul mercato più vantaggioso al quale l’entità ha accesso. L’impresa deve comunque modificare il prezzo del mercato più vantaggioso per tener conto del diverso rischio di controparte tra lo strumento trattato sul mercato e quello valutato. L’esistenza di quotazioni dei prezzi pubblicate in un mercato attivo è la migliore evidenza del fair value, e quando esse esistono devono essere utilizzate per valutare le attività e le passività finanziarie. Se il mercato quota un tasso piuttosto che un prezzo, il tasso deve essere utilizzato quale elemento di input nelle tecniche di valutazione utilizzate per determinare il fair value.

22 Come si misura il fair value?
La definizione di fair value è contenuta nell’IFRS 13 par. 9 Il fair value è il prezzo che si percepirebbe per la vendita di un’attività ovvero che si pagherebbe per il trasferimento di una passività in una regolare operazione tra operatori di mercato alla data di valutazione Il fair value è pressochè sempre determinabile, sebbene esso implichi l’utilizzazione di modelli o di altre tecniche di stima. If we map the IFRS valuation hierarchy to the generally accepted approaches we see that most of the IFRS suggestions for determining fair value fall under the market approach. This is consistent with the IASB’s focus on price comparison which is, as mentioned before, the most robust and defensible valuation approach. The discounted cash flow approach is clearly an income based approach and we see that the cost approach does not get a mention because, you will recall, it is not really a valuation. The only time that the cost approach to valuation is mentioned is in IAS 16 in the context of applying the depreciated replacement cost approach to plant and machinery.

23 Una valutazione del fair value suppone che l’attività o passività venga scambiata in una regolare operazione tra operatori di mercato per la vendita dell’attività o il trasferimento della passività alla data di valutazione, alle correnti condizioni di mercato. Una valutazione del fair value suppone che l’operazione di vendita dell’attività o di trasferimento della passività abbia luogo: (a) nel mercato principale dell’attività o passività (b) in assenza di un mercato principale, nel mercato più vantaggioso per l’attività o passività

24 Salvo prova contraria, si presume che il mercato principale o il mercato più vantaggioso, in assenza di un mercato principale, sia il mercato in cui l’entità normalmente effettuerebbe un’operazione di vendita dell’attività o di trasferimento della passività. Il prezzo usato per misurare il fair value non va aggiustato dei costi diretti di vendita o trasferimento (costi relativi alla transazione), poiché questi costi non sono una caratteristica dell’attività o passività, ma della transazione. I costi relativi alla transazione non includono i costi di trasporto. Se invece l’ubicazione è una caratteristica dell’attività (es: attività non finanziaria come cotone o petrolio) allora il prezzo nel mercato principale (o più vantaggioso) viene aggiustato dei costi che si sosterrebbero per trasportare l’attività al mercato.

25 Tecniche di valutazione del fair value
Un’entità deve utilizzare tecniche di valutazione adatte alle circostanze e per le quali siano disponibili dati sufficienti per valutare il fair value, massimizzando l’utilizzo di input osservabili rilevanti e riducendo al minimo l’utilizzo di input non osservabili. Market approach Usa prezzi ed altre informazioni rilevanti generate da transazioni di mercato relative ad attività e passività identiche o comparabili (Prezzi quotati in mercati attivi per attività e passività identiche). Income approach Converte proiezioni di importi futuri (cioè flussi di cassa netti o differenze tra ricavi e costi) ad un singolo ammontare scontato. Cost approach Riflette l’ammontare che si dovrebbe pagare al momento per rimpiazzare l’attività (costo corrente di rimpiazzo). Esistono diversi metodi di valutazione del fair value che possono essere raggurppati in tre categorie: : The Market Approach values the subject by reference to actual transactions in the market either of the subject property or of similar properties. If there are no actual transactions in the subject property, the valuer will consider the impact on his valuation of differences between the subject property and that for a similar property for which market data is available. The Market Approach is the most robust valuation approach but has its limitations if there is no active market in similar properties. The Income Approach values the subject property by reference to the income which it is expected to generate in the future. A variety of methods adopt the Income Approach and it is the most commonly used approach in practice. The Cost Approach is usually applied when all else fails as cost is rarely an indicator of value. The Cost Approach is based on the premise that a willing buyer would pay no more for the asset in question than it would cost him to recreate the asset.

26 Gerarchia nella scelta del fair value
Mercato attivo – prezzi quotati Prezzi delle più recenti transazioni Market comparisons – transazioni in simili beni Sector benchmarks Discounted cash flow approach Market Approach IFRS gives a “hierarchy” of valuation in IAS 39 and IAS 41 which is shown on the slide. The key point to make is that most valuation will involve a degree of subjectivity. The IASB is extremely keen on basing fair values on prices quoted in an active market. Unfortunately, for many of the assets for which fair values are required, there is no active market. This is not, however, an excuse for not estimating fair value! An active market as defined by IFRS exists for relatively few assets, quoted shares and commodities being perhaps the two most obvious. However, where such a market does exist it enables a robust and indisputable valuation conclusion to be reached swiftly. This also applies to the use of the latest transaction price, provided that this price is still relevant. As one moves further down the IFRS valuation hierarchy more judgement is involved and thus any valuation becomes more subject to challenge. For example, if an item is valued by market comparison with transactions in similar items – how similar is similar? The market prices of the similar items are adjusted for points of difference between those items and the item being valued. This again involves subjective judgement. One point of interest is that the use of sector benchmarks appears to be considered by the IASB to be a primary valuation methodology and one which the Board considers to be more robust than the discounted cash flow methodology as it appears higher in the hierarchy than DCF. A professional valuer would only consider such methodology as a cross check to his primary valuation method of DCF or market comparison. In the discounted cash flow approach a relatively small change to either the cash flows or to the discount rate may change the valuation conclusion significantly. It is therefore important that the cash flows are robust and that the selection of the discount rate is well documented and defensible. Income Approach

27 Come selezionare il più appropriato metodo di valutazione?
Applicare il Cost Approach (se il costo di sostituzione può essere capitalizzato oppure ilCost Savings Method (in caso contrario) Sono disponibili dati di transazioni simili nel mercato per attività comparabili? L’attività genera cassa? NO NO SI SI I cash flows attribuibili all’attività possono essere stimati direttamente e separatamente? Utilizzare il Market Approach NO SI The most reliable way of selecting a valuation approach is to determine how the asset creates value as this drives you towards the correct valuation approach. So, does the asset generate cash? If so, can those cash flows specific to the asset be separately identified and quantified? If yes, then direct income approaches are the best valuation approaches to use. This is the next most robust approach after the market approach. Remember that a discounted cash flow uses market data as well as entity specific data. A direct income approach estimates the value of an asset (or liability) by reference to the specific cash flows associated with the item. E.g. the rental obtained on a building, the royalty obtained on licensing out certain technology and so on. If the asset generates cash but those cash flows cannot be separately identified and quantified then indirect or residual income approaches may be used. Such approaches are most commonly used in the valuation of intangible assets. In this approach the specific cash flows associated with the item cannot be determined directly and so are determined by deduction. That is to say that the cash flows for a business or group of assets, including the asset to be valued, are reduced for all the cash flows which can be directly identified with the other assets leaving a residual cash flow which is deemed to be that arising from the asset to be valued. Applicare Income Approach Indirect or Residual Methods Applicare Income Approach Direct Methods

28 I PRINCIPI CONTABILI INTERNAZIONALI IAS/IFRS
Schemi di bilancio Fonti: IFRS 1 e Framework (non omologato)

29 IAS 1, § 8 – I documenti di bilancio
Stato patrimoniale; Conto dei profitti e delle perdite; Prospetto delle movimentazioni del patrimonio netto; Rendiconto finanziario; Note esplicative in merito alle politiche contabili adottate e alle informazioni supplementari richieste dagli altri principi IAS.

30 I documenti accompagnatori
La Relazione sulla Gestione deve essere redatta dagli amministratori e deve contenere commenti e spiegazioni in merito alla situazione della società, all’andamento della gestione nel suo complesso e nei vari settori in cui a operato; La Relazione dei Sindaci deve essere redatta dal collegio sindacale in merito all’osservanza della legge, dell’atto costitutivo e dell’amministrazione della società; La Relazione della Società di Revisione, se obbligatoria, viene rilasciata dalla società di revisione a ciò incaricata, ed ha la funzione di attestare la correttezza del bilancio.

31 Struttura e contenuto dello Stato patrimoniale
Lo IAS 1 non prescrive una struttura specifica per lo stato patrimoniale, con eccezione di alcuni informazioni minime. Struttura basata sulla distinzione fra attività e passività correnti/non correnti Distinzione delle attività e delle passività in base all’appartenenza al ciclo operativo aziendale (tempo medio intercorrente fra l’acquisto dei fattori produttivi e l’incasso delle dei ricavi di vendita), al criterio di liquidità-esigibilità se più significativo o al criterio del periodo amministrativo annuale.

32 Stato Patrimoniale Attivo Passivo Attività non correnti
Immobili, impianti e macchinari Investimenti immobiliari Avviamento e attività immateriali a vita non definita Altre attività immateriali Partecipazioni Altre attività finanziarie Imposte differite attive Attività correnti Crediti commerciali e altri Rimanenze Lavori in corso su ordinazione Attività finanziarie correnti Disponibilità liquide Attività cessate/destinate ad essere cedute Passivo Patrimonio netto Capitale emesso Riserve Utili (perdite) d’esercizio Utili (perdite) portate a nuovo Passività non correnti Passività finanziarie non correnti TFR e altri fondi relativi al personale Fondo imposte differite Fondo per rischi e oneri futuri Debiti vari e altre passività non correnti Passività correnti Passività finanziare correnti Debiti commerciali Debiti per imposte Debiti vari e altre passività correnti Passività correlate ad attività cessate / destinate ad essere cessate

33 Osservazioni sulla struttura dello Stato patrimoniale
Presenza di cross-references alle note esplicative Suddivisione attività e delle passività fra correnti e non correnti Evidenziazione fiscalità differita fra le poste non correnti Comparazione con la stessa voce dell’esercizio precedente e dati in migliaia di € Specificazione di voci o di dettagli rispetto allo schema di base se utile per rappresentare l’operatività aziendale

34 Voci classificate in modo diverso
Crediti verso soci per versamenti ancora dovuti  riduzione capitale sociale Azioni proprie (IAS 32) Valore nominale  riduzione capitale sociale Premio o sconto  riduzione altre riserve Costi per aumenti di capitale sociale  riduzione del capitale sociale Lavori in corso su ordinazione  rimanenze o crediti (IAS 11) Titoli a reddito fisso con scadenza inferiore ai 90 giorni  Disponibilità liquide ed equivalenti (IAS 7) Conti d’ordine  non esplicitamente previsti dagli IAS/IFRS, info in nota Ratei e risconti  non espressamente previsti, riclassificati tra crediti/debiti

35 Struttura e contenuto del Conto Economico
Opzione fra due strutture scalari a seconda del tipo di impresa e di fattori storici e di settore, anche per il conto economico esiste un contenuto minimo. Conto economico con classificazione dei costi per natura Conto economico con classificazione dei costi per destinazione cioè tramite allocazione dei costi all’interno dei processi aziendali in cui le risorse sono utilizzate (ad es. costi del venduto, costi amministrativi, costi commerciali): obbligo in questo caso di dare informazioni di riconciliazione sulla natura dei costi Eliminazione (IAS 1 revised) dell’area dei componenti straordinari in quanto originati dalla normale attività di gestione del rischio dell’impresa e fonte di classificazioni arbitrarie (IAS 1, BC 14-18). Variazione rimanenze lavori in corso su ordinazione  direttamente nella voce ricavi (IAS 11) Benchmark: indicare separatamente la natura e l’ammontare dei diversi costi nel conto economico, ma è possibile farlo anche solo nelle note (allowed). Facoltà di esprimere i margini che si ritiene più opportuno mostrare (EBITDA, reddito operativo, MOL…) nella forma che si ritiene di voler mostrare.

36 Conto economico per natura … per destinazione … Ricavi
Altri ricavi operativi Variazioni delle scorte di prodotto finito e semilavorati Consumo di materie prime e materiali di consumo Costi del personale Ammortamenti e variaz. di valore attività non correnti Altre spese operative Reddito operativo Ricavi Costo del venduto Margine Lordo Industriale Altri ricavi operativi Costi di distribuzione Spese amministrative Altri costi operativi Reddito operativo

37 Esempio di conto economico IFRS compliant

38 Osservazioni sulla struttura del conto economico
Presenza di cross-references alle note esplicative; Comparazione con la stessa voce dell’esercizio precedente e dati in migliaia di € ; Evidenziazione delle discontinued operations; Evidenziazione di ulteriori voci di dettaglio; Evidenziazione interessi di minoranza; Evidenziazione degli utili per azione.

39 Conto economico complessivo (SoRIE)
La presentazione del SoRIE (Statement of recognised income and expense) risulta obbligatoria quando si è adottata l’opzione concessa dallo IAS 19 di imputare a patrimonio netto utili e perdite attuariali. Il Conto economico complessivo evidenzia alcune tipologie di costi o ricavi che sono contabilizzati direttamente a PN e permette, quindi di valutare la reale performance aziendale.

40 IAS 1 – Presentazione del Bilancio Conto Economico complessivo
Il conto economico complessivo può essere presentato: in un unico prospetto di conto economico complessivo, o in due prospetti: un prospetto che mostra le componenti dell’utile (perdita) d’esercizio (conto economico separato) e un secondo prospetto che inizia dall’utile (perdita) d’esercizio e mostra le voci del prospetto delle altre componenti di conto economico complessivo (prospetto di conto economico complessivo).

41 Other comprehensive income
Valutazioni immobilizzazioni con revaluation model Differenze di traduzione di bilanci si gestioni estere (in consolidato) Utile/perdite attuariali a PN Valutazione investimenti netti in gestione estera Cambiamento nei FAIR VALUE Valutazione strumenti finanziari AFS (Riserva AFS) Valutazione costo rivalutato immob. Materiali e immateriali Cash flow hedges Quote dei comprehensive income delle collegate

42 Rendiconto finanziario (IAS 7)
La risorsa di riferimento è costituita dal “cash and equivalents”. Obbligo di indicazione separata di interessi e dividendi pagati/incassati, imposte dirette, acquisizioni e cessioni di rami aziendali. Lo IAS 7 non tratta la metodologia contabile per la redazione del rendiconto finanziario: è possibile utilizzare il metodo diretto (incoraggiato dallo IAS 7) o il metodo indiretto. Cash and cash equivalents: Cassa, banche attive, scoperti bancari (no finanziamenti e prestiti), investimenti aventi scadenza entro 3 mesi dall’acquisto soggetti ad un rischio insignificante di variazione di valore (es. pct)

43 Flussi per attività L’impresa deve presentare i flussi finanziari della sua attività operativa, di investimento e finanziaria. La classificazione dei flussi finanziari per attività deve essere fatta tenuto conto dell’attività dell’impresa. Una singola operazione può comprendere flussi finanziari diversamente classificati (es. nel rimborso di un prestito, il capitale può rientrare nell’attività finanziaria, l’interesse in quella operativa).

44 Flussi per attività operative
Il cash flow generato dall’attività operativa è indicatore della capacità dell’impresa di generare flussi sufficienti a rimborsare prestiti, mantenere la capacità operativa, pagare i dividendi, senza ricorrere a fonti esterne di finanziamento. I flussi finanziari generati dall’attività operativa derivano principalmente da: Incassi da vendita di prodotti o da prestazione di servizi Incassi da royalties, compensi, commissioni, altri ricavi Pagamenti o rimborsi di imposte sul reddito

45 Flussi per attività di investimento
Il cash flow generato dall’attività di investimenti rappresenta la misura in cui i costi sono stati sostenuti per acquisire risorse destinate a produrre futuri proventi e flussi finanziari Ad esempio: Pagamenti per acquistare beni immobilizzati Entrate dalla vendita di beni immobilizzati Pagamenti e incassi per l’acquisizione di strumenti rappresentativi di capitale Anticipazioni e prestiti fatti a terzi (e relativi incassi)

46 Flussi per attività finanziaria
Esempi: Incassi e pagamenti derivanti dall’emissione di azioni, altri strumenti rappresentativi di capitale, obbligazioni, prestiti, cambiali, titoli a reddito fisso, mutui e altri Finanziamenti a breve o a lungo termine Pagamenti da parte del locatario per la riduzione di passività esistenti relative ad un leasing finanziario pagamenti agli azionisti per acquistare o liberare azioni della società

47 Modello di rendiconto finanziario IFRS compliant – metodo diretto
I flussi sono mostrati nella loro interezza come variazioni di cassa e delle disponibilità liquide. Questo metodo riassume i flussi di liquidità avvenuti durante l’esercizio e rappresenta in modo organico ed analitico la situazione finanziaria dell’impresa.

48 Modello di rendiconto finanziario IFRS compliant – metodo indiretto

49 Il prospetto delle variazioni del patrimonio netto (IAS 1)
Notevole importanza di questo prospetto nel modello IAS-IFRS in quanto contenente informazioni su: le variazioni del patrimonio netto iniziale e finale dell’esercizio derivanti dall’effetto sul PN di cambiamenti di principi contabili o di correzioni di errori di contabilizzazione (IAS 8 revised); le variazioni del patrimonio netto iniziale e finale diverse dai rapporti di finanziamento con gli azionisti che non sono state imputate a conto economico (molto più rilevanti nel sistema IAS-IFRS per la presenza di variazioni di valore dei beni per le fluttuazioni nel fair value quando le stesse sono imputate direttamente a PN).

50 Prospetto delle variazioni del patrimonio netto IFRS compliant
Mezzi propri Capitale sociale Riserve Utile Importo iniziale al es. n Variazioni intervenute nell’esercizio Il flusso di liquidità generato dalla gestione operativa è determinato aggiungendo algebricamente al risultato tutte le poste che nell’esercizio non hanno richiesto esborso ovvero non hanno originato liquidità Importo finale al es. n+1

51 Note esplicative Per quanto attiene ai principi contabili si statuisce quanto segue: devono essere indicati i cambiamenti aventi a oggetto principi contabili devono essere apportate eventuali correzioni di errori solo a fronte di specifici casi rettificando il saldo degli utili devono essere indicate e motivate le variazioni di stime contabili Con riferimento alle note esplicative, si distinguono in: Obbligatorie aggiuntive

52 Note esplicative obbligatorie
Redazione del bilancio in aderenza agli IAS/IFRS Principi contabili utilizzati Informazioni a supporto di voci inserite in S.P., C.E., R.F, e prospetto variazioni del patrimonio Passività potenziali e impegni contrattuali assunti ma non registrati Informazioni di carattere finanziario (es.: obiettivi e politiche di rischio finanziario) Dividendi proposti o dichiarati prima dell’approvazione del bilancio su azioni ordinarie e privilegiate

53 Note esplicative aggiuntive
Descrizione delle principali attività esercitate Individuazione delle eventuali società controllanti e holding Numero di dipendenti di fine periodo e medi di periodo Domicilio legale e fiscale Forma giuridica

54 PRINCIPI CONTABILI INTERNAZIONALI IAS/IFRS
La transizione agli Ias/Ifrs Emanato nel giugno 2003 ed oggetto di numerose modifiche ed integrazioni nel corso del tempo (IFRS 2,3,4,5,6) e interpretazioni IFRIC 1,2,3,4,5. Specifico documento che tratta delle tecniche contabili da utilizzare per la prima adozione (gli OIC non hanno mai emanato un documento simile)

55 Il processo di transizione
Abbandonare i vecchi principi contabili per adottarne di nuovi è un passaggio oneroso ed impegnativo: Differenze nei criteri di valutazione Difficoltà di misurazione di attività e passività Scelta dei criteri di valutazione Implicazioni gestionali e fiscali.

56 Principali effetti della transizione agli IAS/IFRS
Variazione degli indici di bilancio (es. Ebit, Ebitda, ROI, ROE, margini operativi) anche in funzione della scelta dei principi di valutazione fra quelli alternativi consentiti dagli IAS. Adattamento dei sistemi informativi, di budgeting e di controllo di gestione (soprattutto in presenza di Gruppi) per raccogliere tutte le informazioni richieste per un bilancio IAS compliant. L’obiettivo può essere quello di massimizzare gli indici di bilancio: liquidità, redditività (in base ai quali la società è valutata dal mercato). Esempio di adattamento informatico: valutazione rimanenze (personale ed ammortamenti modificati dall’applicazione IAS)

57 Processo di transizione
Opportuno predisporre un’analisi preliminare sui principi contabili adottati per conoscere: Metodi di valutazione e modalità applicative Regole di presentazione delle informazioni Operazioni correnti e meno frequenti Trattamento delle operazioni straordinarie Principi contabili delle controllate estere Principi IAS/IFRS in vigore

58 Processo di transizione
Successivamente è necessario redigere una sintesi delle divergenze: Cambiamenti obbligatori di metodi di valutazione e di presentazione (divergenze generali e specifiche) Cambiamenti potenziali E’ quindi necessario riscrivere il manuale di gruppo con i principi e le opzioni contabili che il gruppo ha deciso di adottare. Divergenze generali: tra regole italiane e IAS (es. costi di impianto e ampliamento); Divergenze specifiche: in relazione a specifici metodi utilizzati

59 La data di transizione Per le società che vogliono passare agli IFRS la data del primo bilancio IAS/IFRS può essere il 31 dicembre 2008. Per data di transizione si intende invece la data di apertura del bilancio comparativo. Per le società quotate la data di transizione potrebbe essere il 1 gennaio 2007. La data di transizione deve garantire la coerenza di presentazione dei dati comparativi economici e patrimoniali. Il primo bilancio IAS non può essere solo ad uso interno (deve essere messo a disposizione degli utilizzatori esterni)

60 FTA (First Time Adoption)
Documento che comprende: Alla data di transizione: lo stato patrimoniale di apertura alla data di transizione (es. 1/01/2010) Alla prima chiusura: lo Stato Patrimoniale alla data di chiusura (es. 31/12/2010); il Conto Economico ed il Rendiconto Finanziario relativi all’esercizio in questione e le Movimentazioni del PN alla data di chiusura dell’esercizio (es. 31/12/2010)

61 FTA (First Time Adoption)
Inoltre prevede alcune brevi Note Esplicative che spiegano i criteri contabili prescelti, nonché le motivazioni e gli effetti di ogni rettifica e/o riclassifica in termini patrimoniali (al 01/01/2010 e al 31/12/2010), economici e finanziari.

62 FTA (First Time Adoption)
Tale documento viene adottato dal Consiglio di Amministrazione ed approvato dall’Assemblea come allegato alle note esplicative del primo bilancio IFRS compliant ( es.31/12/2011).

63 FTA (First Time Adoption)
In quanto parte integrante del bilancio, sarà oggetto di revisione contabile. A partire da tale data il processo di transizione è completato e non è più reversibile. La società sarà obbligata a presentare ogni anno il bilancio (individuale e consolidato) secondo gli IFRS, mentre le altre società del Gruppo avranno la facoltà di adottare gli IFRS, ma non l’obbligo.

64 Criteri di valutazione
Il primo bilancio IAS/IFRS viene redatto utilizzando i criteri di valutazione conformi ai principi contabili internazionali in vigore alla data di bilancio. Dichiarazione degli amministratori di piena conformità a tutti gli IAS/IFRS in vigore. Possibilità di scelta fra criteri di valutazione alternativi – dovranno essere mantenuti nel tempo. Non si applicano versioni antecedenti. Problemi con lo IAS 39 (non era stato omologato) ma vigeva l’obbligo di applicare tutti i principi contabili secondo IFRS 1

65 Applicazione retrospettiva
Per l’IFRS 1 occorre garantire la comparabilità fra il bilancio di una società che per la prima volta adotta gli IAS con quello di una società che li adotta da sempre. Approccio retrospettivo teoricamente condivisibile, ma difficilmente applicabile. Sono state pertanto introdotte alcune facilitazioni (esenzioni ed eccezioni). Si è tenuto conto dei costi/benefici laddove gli IFRS richiedono informazioni, dati e tecniche di valutazione difficoltose o di problematica recuperabilità

66 Lo Stato Patrimoniale di Apertura
Redatto alla data di transizione: Comprende tutte le attività e le passività previste dagli IAS/IFRS Esclude le attività e le passività non ammesse dagli IAS/IFRS Valuta e riclassifica tutte le attività e le passività secondo gli IAS/IFRS. Le rettifiche risultanti dalla prima applicazione degli IFRS vengono registrate come utili non distribuiti in una riserva di Patrimonio Netto. Non deve essere pubblicato. Riserva: retained earning o riserva ad hoc. Si devono sempre applicare i principi e le interpretazioni esistenti alla data di redazione e non quelli della data cui si riferisce il bilancio.

67 Iscrizione di attività non previste dai Principi Italiani
Alcuni costi rilevati in precedenza secondo i Principi Italiani devono (o possono) essere considerati delle attività per gli IFRS: è quindi necessaria la loro iscrizione nel PN di apertura. Alcune operazioni che non erano esposte nei bilanci come attività devono esserlo (es. derivati attivi) Alcune attività riconosciute dai Principi Italiani non lo sono per gli IAS/IFRS (sono costi).

68 Iscrizione di passività non previste dai Principi Italiani
Alcuni ricavi rilevati come tali secondo i Principi Italiani devono invece essere differiti e considerati delle passività per gli IAS/IFRS Alcune operazioni che non erano esposte nei bilanci come passività devono esserlo (es. derivati passivi) Nuove passività iscritte:relative ai fondi rischi: fondi smantellamento immobilizzazioni, fondo per ripristino ambientale, fondo garanzie prodotti

69 Storni più ricorrenti Costi di impianto ed ampliamento
Costi di pubblicità capitalizzati Costi di start-up Costi per creazione siti internet Fondi ammortamento eccedenti (se non si applica la facilitazione facoltativa) Fondi rischi che non rappresentano obbligazioni alla data di transizione Ricalcolo del TFR Perdita di valore dell’avviamento Siti internet: non capitalizzabili se il sito web ha funzione pubblicitaria (Sic 32)

70 Riclassificazioni più ricorrenti
Alcuni debiti nel PN (es. prestiti obbligazionari convertibili) Classificazione attività e passività fra correnti e non correnti Azioni proprie da attività a riduzione del PN Separazione degli investimenti immobiliari Riclassificazione /storno delle migliorie su beni terzi Migliorie su beni di terzi: da immateriali per CNDC a materiali per IFRS. Devono essere attività identificabili.

71 Rimisurazione delle attività e delle passività
Stima del valore residuo delle attività materiali ed immateriali Riesame della vita utile dei cespiti e delle attività immateriali Impairment test dell’avviamento Ricalcolo TFR Valutazione crediti e debiti commerciali (attualizzazione) Attività e passività finanziarie (IAS 32, 39)

72 Facilitazioni concesse dall’IFRS 1
Può accadere che alcune operazioni effettuate diversi anni prima della data di predisposizione del primo bilancio IAS debbano essere riconsiderate. Ad esempio, il valore di un immobile, ammortizzato al 3% e non in base alla sua vita utile economico-tecnica, dovrà essere rettificato per essere coerente con lo IAS 16.

73 Facilitazioni concesse dall’IFRS 1
L’IFRS 1 fa salvo l’approccio retrospettivo, prevedendo un approccio alternativo e semplificato, consentendo e, a volte, imponendo di non applicare retrospettivamente tutti i principi contabili internazionali alle operazioni effettuate prima della data di transizione.

74 Principali esenzioni facoltative
Business combination Fair value o rideterminazione del valore come sostituto del costo Benefici per i dipendenti Differenze cumulative di conversione Strumenti finanziari composti Attività e passività di controllate, collegate e Joint ventures Data di transizione per collegate, controllate e JV Operazioni con pagamenti basati su azioni, contratti assicurativi, strumenti finanziari precedentemente rilevati,

75 Esenzioni obbligatorie
Cancellazione di attività e passività finanziarie Contabilizzazione delle operazioni di copertura Stime Attività classificate “destinate alla dismissione”

76 Cancellazione di attività o passività finanziaria
Se sono state cancellate attività o passività finanziarie in base ai precedenti principi, esse non devono essere rilevate in base agli IAS (es. cessioni di crediti, cartolarizzazioni). Devono tuttavia essere rilevati tutti i derivati, gli altri diritti e obbligazioni che restano in capo alla società e consolidate tutte le partecipazioni in società cessionarie.

77 Stime L’IFRS 1 proibisce l’utilizzo del giudizio a posteriori per correggere stime effettuate in base a principi contabili precedentemente utilizzati, a meno che non esista prova oggettiva di errore. Un’azienda deve rettificare le stime effettuate in base a principi contabili precedenti solo qualora la base di calcolo non sia conforme agli IAS/IFRS. Le stime non richieste dai principi precedenti devono riflettere la situazione esistente alla data di conversione.

78 Stime - esempi Un fondo accantonato per un contenzioso non deve essere modificato se nel frattempo l’azienda è venuta a conoscenza dell’esito del contenzioso. Una passività per lo smantellamento di un impianto non attualizzata secondo i precedenti principi, deve essere riesposta al valore attuale netto.

79 Attività destinate alla dismissione
La separata classificazione ed esposizione delle attività held for sale deve essere effettuata a partire dalla data di transizione, senza tener conto delle intenzioni e delle decisioni del management nei periodi precedenti.

80 Società controllate Sono previste alcune semplificazioni quando la controllata ha predisposto i dati per la capogruppo secondo gli IFRS ma non ha redatto un bilancio completo secondo IFRS. La regola prevede che la controllata che predisponga successivamente un bilancio IFRS debba effettuare tutto il processo di transizione Nel caso il bilancio redatto differisca dai dati contabili inviati in precedenza, vi è la facoltà di non ripresentare tali nuove valutazioni alla capogruppo se la controllata è interamente posseduta o se vi è il consenso dei soci di minoranza

81 Esenzione - Aggregazioni aziendali
L’impresa può scegliere di non applicare l’IFRS 3 alle aggregazioni aziendali avvenute prima della data di transizione. Tuttavia, se l’impresa ridetermina la contabilizzazione di una aggregazione aziendale secondo l’IFRS 3, è obbligata a rideterminare i valori di tutte le successive aggregazioni aziendali. Applicabile per acquisizioni, fusioni ed altre operazioni di business combination (anche con imprese collegate e JV)

82 Aggregazioni aziendali
Quando si applica l’esenzione relativa alle business combination: La classificazione dell’aggregazione resta quella relativa alle regole italiane Le attività e le passività acquisite nell’aggregazione aziendale vengono rilevate nello Stato Patrimoniale di apertura, a meno che gli IFRS non ne proibiscano il riconoscimento. Il costo presunto per gli IFRS è il valore di bilancio che attività e passività avevano secondo i precedenti principi contabili. Comunque è necessaria l’applicazione dello IAS 36 (impairment test) e dello IAS 38 (attività immateriali) nella determinazione del valore dell’avviamento

83 Rettifiche all’avviamento
Il valore dell’avviamento va sottoposto a impairment test alla data di conversione. Possono essere necessarie ulteriori rettifiche all’avviamento nonostante l’esenzione: Immobilizzazioni immateriali rilevate per la prima volta in conformità agli IFRS Immobilizzazioni immateriali rilevate in base ai precedenti principi contabili Rettifiche richieste dagli IFRS per corrispettivi legati ad eventi futuri.

84 Rettifiche all’avviamento
L’IFRS 3 stabilisce tuttavia che non si deve rettificare il valore contabile dell’avviamento per: Escludere attività di ricerca e sviluppo in corso Rettificare il precedente ammortamento dell’avviamento Sull’avviamento non si iscrivono imposte differite né quote di terzi. La revisione dell’IFRS 3 prevederà che sia attribuito il valore di avviamento anche alle quote di terzi.

85 Fair value o rideterminazione del valore come sostituto del costo
Nei processi di transizione può accadere che, in alcuni casi, la ricostruzione del costo di talune attività, in aderenza agli IAS, possa essere di difficile applicazione. In questi casi l’IFRS 1 consente alcune facilitazioni facoltative. Il sostituto del costo (deemed cost) è un valore che l’IFRS 1 considera accettabile per l’iscrizione nello stato patrimoniale di apertura delle attività materiali ed immateriali. Il costo stimato è il fair value alla data di transizione oppure il valore secondo i precedenti principi. Rivalutazioni di legge

86 Fair value o rideterminazione del valore come sostituto del costo
Per le immobilizzazioni materiali: Utilizzare il costo in conformità agli Ifrs Utilizzare come costo presunto il valore corrente alla data di conversione Utilizzare come costo presunto una rivalutazione effettuata in data precedente E’ possibile scegliere a quali singole immobilizzazioni applicare l’esenzione e anche utilizzare criteri differenti per la determinazione del deemed cost. Ogni immobilizzazione può essere valutata alla data di transizione con un differente criterio.

87 Valutazioni successive delle attività rideterminate
E’ ammesso che sia adottato il fair value come sostituto del costo per una classe di attività e poi il criterio scelto sia quello del costo ammortizzato. I successivi ammortamenti si calcolano sul deemed cost.

88 I benefici per i dipendenti
Secondo l’approccio retrospettivo, l’impresa dovrebbe determinare le perdite e gli utili attuariali sul TFR per ogni anno a partire dalla data di inizio del piano per ciascun dipendente. Il calcolo sarebbe troppo dispendioso e complicato. L’approccio prospettico (semplificato) consente di rilevare utili e perdite attuariali a partire dalla data di transizione. L’indennità suppletiva di clientela o il TFM non hanno lo stesso trattamento contabile a causa del diverso grado di certezza del pagamento. Obbligo di applicare l’esenzione a tutti i programmi di benefici per i dipendenti.

89 Differenze cumulative di conversione
L’applicazione retrospettiva dello IAS 21potrebbe richiedere a un’azienda di determinare le differenze da conversione cambi in conformità agli IAS alla data in cui una controllata è stata acquisita o fondata. Ai fini del consolidato, quando si effettua la conversione di un bilancio in moneta diversa, le differenze di conversione devono essere classificate come componente separata del PN. Se ci si avvale dell’esenzione le differenze cumulative di conversione per tutte le gestioni detenute all’estero possono essere ritenute pari a zero alla data di transizione.

90 Differenze cumulative di conversione
L’applicazione retrospettiva dello IAS 21potrebbe richiedere a un’azienda di determinare le differenze da conversione cambi in conformità agli IAS alla data in cui una controllata è stata acquisita o fondata. Ai fini del consolidato, quando si effettua la conversione di un bilancio in moneta diversa, le differenze di conversione devono essere classificate come componente separata del PN. Se ci si avvale dell’esenzione le differenze cumulative di conversione per tutte le gestioni detenute all’estero possono essere ritenute pari a zero alla data di transizione.

91 Le principali tappe della transizione
FASE PRELIMINARE: Costituzione del gruppo di lavoro; Sensibilizzazione del top management; Identificazione e scelta dei partner.

92 Le principali tappe della transizione
L’ANALISI: Corsi di formazione interni; Ruolo del consulente; L’intervento degli specialisti d’area: Attuari Periti immobiliari Analisti finanziari

93 Le principali tappe della transizione
L’IMPLEMENTAZIONE: La contabilità: il nuovo piano dei conti; I sistemi informativi: le scelte tecniche possibili e la soluzione adottata; Le altre aree aziendali; Il raccordo con le unità estere: analisi delle problematiche locali, informazioni e formazione, il manuale contabile di Gruppo.

94 I PRINCIPI CONTABILI INTERNAZIONALI IAS/IFRS
IAS 16 – Le immobilizzazioni materiali

95 Le immobilizzazioni materiali
Fonti normative Fonti IASB: Ias 16 – Immobili, impianti e macchinari; Ias 17 – Leasing; Ias 23 – Oneri finanziari; Ias 36 – Impairment Test; Ias 40 – Investimenti immobiliari; Ifrs 5 – Attività non correnti destinate alla vendita; Ias 20 – Contributi in conto impianti. Fonti OIC: OIC 16 – Immobilizzazioni Materiali; OIC – Guida per la transizione ai principi contabili internazionali.

96 Confronto tra IAS 16 e principi italiani
Principali similitudini Definizione; Ammortamento; Approccio per componenti; Rilevazione iniziale; Contributi in conto impianti (trattati IAS 20); Le perdite di valore (impairment test).

97 Confronto tra IAS 16 e principi italiani
Principali differenze Classificazione; Capitalizzazione oneri finanziari (trattati IAS 23); Manutenzioni e riparazioni; Migliorie su beni di terzi; Stima iniziale costi di smantellamento; Valutazione successiva alla valutazione iniziale; Investimenti immobiliari (trattato IAS 40); Leasing (trattato IAS 17).

98 Definizione Immobili, impianti e macchinari sono beni tangibili che: sono posseduti per essere utilizzati nella produzione o nella fornitura di beni o servizi, per affittarli ad altri, o per scopi amministrativi; ci si attende che siano utilizzati per più di un esercizio. La definizione sopra riportata (IAS 16) non si discosta, nella sostanza, da quella fornita dell’OIC 16. I beni non destinati all’impiego nel ciclo produttivo sono trattati dall’IFRS 5 e dal IAS 40.

99 Ammortamento

100 Ammortamento L’ammortamento è la sistematica ripartizione del valore ammortizzato di un bene sugli esercizi nei quali dispiega la propria utilità. Considerare: Valore ammortizzabile Valore residuo Periodo d’ammortamento Vita utile Metodo di ammortamento

101 Ammortamento Casi particolari
IAS 16 prevede che i terreni relativi alle cave ed alle discariche siano ammortizzati in quanto il loro uso è limitato nel tempo. Pezzi ricambio: se rilevanti e stand by equipment sono da ammortizzare con vita utile pari alla minore tra vita dell’impianto e vita del ricambio.

102 Approccio per componenti

103 Approccio per componenti
Lo IAS 16 (par. 43) prevede che componenti di un cespite “complesso”, con un costo rilevante in rapporto al costo del complesso deve essere ammortizzata distintamente. Si tratta del c.d. component approach. In Italia tale suddivisione, nella pratica, è sempre stata nel passato di scarso impiego per l’abitudine (non sarà più così) di usare il criterio fiscale.

104 Approccio per componenti
Caso tipico: scissione terreno da immobile. Acquisto nel 2002 di immobile cielo – terra. Costo €. Ammortamento 5%. All’01/01/2004 si passa agli IAS-IFRS; la perizia stabilisce che terreno vale 20% dell’immobile. Ammortamento compiuto = 1000. Terreno € (amm.to 200 €), fabbricato € (amm.to 800 €) Terreno a Fabbricati F.do amm a Riserva Ias

105 Rilevazione iniziale

106 Rilevazione iniziale Acquisto da terzi; Produzione interna;
Aggregazioni aziendali; Permuta Rilevazione iniziale “COSTO”

107 Rilevazione iniziale Acquisto da terzi
Determinazione costo: simile a OIC 16 (salvo costi rimozione) Prezzo d’acquisto al netto di sconti e abbuoni; + dazi all’importazione e tasse non recuperabili; + costi direttamente per la messa in funzionamento (es. trasporto; installazione; assemblaggio; collaudo; onorari professionali; ecc…); + eventuali oneri finanziari; + costi di rimozione e bonifica. Non sono capitalizzabili i costi di riorganizzazione e le perdite operative iniziali e i costi di addestramento.

108 Rilevazione iniziale Produzione interna
In caso di costruzione interna, si applicano le stesse regole previste per la determinazione del costo di produzione. Se l’azienda produce normalmente per la vendita beni simili si utilizzerà quale valore il costo di produzione. Il costo del cespite prodotto internamente sarà quindi composto da: manodopera diretta, materie prime, centri di utilities, prestazioni indirette interne; oneri finanziari (secondo lo IAS 23). Non sono capitalizzati eventuali “sprechi” di materie prime e lavoro.

109 Rilevazione iniziale Acquisizione tramite aggregazione
Il Costo dei beni acquisiti all’interno di un’operazione di aggregazione aziendale (ved. IFRS 3 – Business Combinations) deve essere determinato come il loro fair value (valore equo) al momento dell’operazione, al lordo dell’effetto della fiscalità differita.

110 Rilevazione iniziale Acquisizione permuta
Se la permuta ha natura sostanzialmente non commerciale non deve essere rilevata nessuna plus-minusvalenza. Il nuovo bene entra con il valore del bene ceduto. Se la permuta ha (secondo il par. 25 dello IAS 16) natura sostanzialmente commerciale si deve procedere ad iscrivere la nuova attività al costo determinato come il suo fair value (valore equo). Qualora quest’ultimo non sia affidabilmente quantificabile si procederà a iscrivere l’attività al valore contabile già attribuito all’attività ceduta.

111 Contributi in conto capitale (trattato IAS 20)

112 Contributi in conto impianti (trattato dallo IAS 20)
Contributi in conto capitale = condizionati ad acquisizione attività immobilizzate. Imputati, se certi nell’ottenimento, come provento e riscontati in base alla vita utile residua del cespite cui sono legati o a diretta diminuzione del valore del bene a cui si riferiscono. Se non riguardassero specifici cespiti vanno imputati come proventi tutti nell’anno in cui sono esigibili.

113 Le perdite di valore

114 Le perdite di valore Un’attività capitalizzata non può avere un valore contabile superiore al suo valore recuperabile altrimenti deve essere svalutata (IAS 36). Analizzato concetto di impairment test nella trattazione dello IAS 38.

115 Classificazione

116 Classificazione A differenza dell’OIC 16 (influenzato dal Codice Civile), lo IAS 16 non prevede una rigida classificazione. I principali vincoli sono: separare i terreni dagli immobili; Separare i beni valutati al costo da quelli valutati al fair value.

117 Capitalizzazione oneri finanziari (trattato IAS 23)

118 Capitalizzazione oneri finanziari (trattato IAS 23)
Lo IAS 23 prevede che qualora per l’entrata in funzione del cespite, sia necessario un periodo rilevante, è consentito procedere alla capitalizzazione dei relativi oneri finanziari. Sono capitalizzabili solo gli oneri direttamente imputabili all’acquisizione dell’immobilizzazione. Qualora non sia contratto un finanziamento specifico, sono capitalizzabili gli oneri che non sarebbero stati sostenuti se non avesse avuto luogo l’acquisizione dell’attività (differenza norma nazionale che richiede relazione specifica). Da data esborso fino a quando il bene è disponibile per l’uso. Se si adotta tale metodo, va fatto per tutte le immobilizzazioni.

119 Capitalizzazione oneri finanziari (trattato IAS 23)
La capitalizzazione degli oneri finanziari può iniziare quando: le spese d’acquisto dell’attività sono state sostenute; gli oneri finanziari sono stati sostenuti; le attività necessarie per l’entrata in funzione del bene sono iniziate. Non appena l’immobilizzazione in questione è pronta per l’entrata in funzione deve cessare la capitalizzazione degli oneri finanziari. Se si decide di capitalizzare gli oneri finanziari tale trattamento deve essere impiegato per tutti i beni aventi caratteristiche similari e non applicato discrezionalmente.

120 Capitalizzazione oneri finanziari (trattato IAS 23)
ESEMPIO - SEMESTRALE 2005 ENI Diverso criterio di imputazione alle attività materiali e immateriali degli oneri finanziari. Secondo i principi contabili italiani gli oneri finanziari sono iscritti alle attività materiali e immateriali limitatamente alla parte non coperta dall’autofinanziamento, dall’apporto di mezzi propri ovvero da contributi di terzi. Gli IFRS quando è necessario un rilevante periodo di tempo affinché il bene sia pronto all’uso, consentono l’imputazione alle attività materiali ed immateriali degli oneri finanziari sostenuti che si sarebbero potuti risparmiare se l’investimento non fosse stato fatto. L’applicazione del principio ha determinato la rettifica in aumento delle immobilizzazioni materiali di 615 milioni di euro in contropartita al patrimonio Netto (394 milioni di euro) e alle passività per imposte differite (221 milioni di euro).

121 Manutenzioni e riparazioni

122 Manutenzioni e riparazioni
Qualora vi sia un incremento dei benefici economici futuri generati dal bene è consentita la capitalizzazione dei costi di manutenzione. Non è prevista la possibilità di costituire fondi per le manutenzioni cicliche (IAS 37). Semmai essi sono capitalizzati a sé e ammortizzati sul ciclo di manutenzione. Se si procede alla capitalizzazione di una parte di un’immobilizzazione che viene sostituita il valore contabile dalla parte che è stata sostituita deve essere eliminato. I costi di manutenzione su base regolare sono imputati alla parte di cespite cui competono.

123 Manutenzioni e riparazioni
Esempio Acquistato impianto termico dal valore di €, vita 10 anni. Comprende una caldaia dal fair value di € che richiede ogni due anni una manutenzione dal costo di 800 €. Component approach – = impianto, ammortizzato in 10 anni. Dal costo della caldaia si deve sottrarre il costo implicito della manutenzione regolare – 800 = caldaia, ammortizzata in dieci anni. Costo manutenzione caldaia = 800, ammortizzato in 2 anni, rilevato a sé tra le immobilizzazioni materiali.

124 Migliorie su beni di terzi

125 Migliorie su beni di terzi
Contrariamente a quanto normalmente accade in Italia (ved. OIC 24 immobilizzazioni immateriali), secondo lo IAS 16 tali costi sono ricompresi tra le immobilizzazioni materiali. Semestrale Benetton 2005 Migliorie su beni di terzi; al 1° gennaio 2004 ed al 30 giugno 2004: la voce viene riclassificata dalle attività immateriali a vita definita a quelle materiali, in applicazione di quanto previsto dallo Ias 16 ed inoltre si rileva una riclassifica dalla voce terreni e fabbricati. Al 31 dicembre 2004: tale voce, come descritto per i periodi precedenti, si incrementa per effetto delle riclassifiche da attività immateriali a vita definita ad attività materiali in base allo IAS 16 e da terreni e fabbricati, e si riduce invece per effetto delle rettifiche derivanti dall’impairment test, effettuato in applicazione dallo IAS 36.

126 Stima iniziale costi di smantellamento

127 Stima iniziale costi di smantellamento
Si tratta di tutti i costi per i quali l’impresa ha un’obbligazione attuale, come conseguenza di un evento passato per il quale è inoltre probabile un’uscita di cassa in un periodo futuro.

128 Stima iniziale costi di smantellamento
Valore attuale flussi di cassa relativi agli oneri di ripartizione che saranno sostenuti al termine o durante la vita utile del cespite. Tale valore dovrà essere ammortizzato secondo la vita attribuibile al bene a cui si riferisce. A fronte dell’onere capitalizzato si dovrà rilevare una passività a titolo di fondo rischi (IAS 37).

129 Stima iniziale costi di smantellamento
Valutazione successiva (stabilita dall’IFRIC 1) Variazione dell’ammontare della stima dei flussi di cassa necessari ad estinguere l’obbligazione; Cambiamento tasso di attualizzazione di mercato; Riconoscimento dell’onere finanziario derivato dal decorrere del tempo.

130 Valutazione successiva alla rilevazione iniziale

131 Valutazione successiva alla rilevazione iniziale
Alternativa Revaluation model (Costo +/- Adeguamenti FV – Amm.ti – Svalut.) Cost model (Costo – Amm. – Sval.) Attenzione: il metodo scelto deve essere applicato all’intera classe o categoria di beni.

132 Modello della rivalutazione
Valutazione successiva alla rilevazione iniziale Modello della rivalutazione Un’attività materiale viene iscritta in bilancio all’importo rivalutato e pari al fair value alla data di rivalutazione al netto dei valori complessivi degli ammortamenti e delle perdite durevoli di valore accumulati. La rivalutazione dovrà essere effettuata con sufficiente regolarità e almeno ogni 3 – 5 anni ed alla data di riferimento in bilancio

133 Modello della rivalutazione
Valutazione successiva alla rilevazione iniziale Modello della rivalutazione Il fair value si ottiene in base ai valori forniti dal mercato attivo; solitamente è ricavabile da una perizia di un professionista del settore (è consigliata anche per impianti e macchinari). Qualora non siano presenti elementi sufficienti di mercato per il settore, si potrà utilizzare una tecnica valutativa idonea e basata sulla stima dei flussi di reddito o sul costo di sostituzione ammortizzato.

134 Valutazione al fair value
Valutazione successiva alla rilevazione iniziale Valutazione al fair value + Costo storico + Rivalutazione Importi complessivi degli ammortamenti Perdite durevoli di valore Si dovrà inoltre tener conto delle eventuali variazioni del fondo imposte (passività fiscali differite), valutate in base alle previsioni dello IAS 12 – imposte sul reddito.

135 Contabilizzazione della rivalutazione
Valutazione successiva alla rilevazione iniziale Contabilizzazione della rivalutazione Se l’attività è rivalutata, il fondo ammortamento alla data della Rivalutazione potrà essere così calcolato: I metodo: l’attività verrà rivalutata mediante aumento del valore del bene e, proporzionalmente, del fondo in base alla vita utile finora trascorsa. Il valore netto sarà pari a quello rivalutato. II metodo: il valore in bilancio sarà pari a quello del fair value (perizia o altra valutazione), mentre verrà stornato l’intero fondo ammortamento ed il maggior valore del bene (metodo consigliato per gli immobili).

136 Valutazione successiva alla rilevazione iniziale
Contabilizzazione della rivalutazione Periodicamente verrà effettuata una rivalutazione imputandola a patrimonio netto (riserva di rivalutazione). Le successive rivalutazioni saranno anch’esse imputate a riserva, mentre per le perdite di valore verrà dapprima utilizzata la medesima riserva, quindi la differenza verrà imputata a conto economico. Qualora successivamente ad una svalutazione si presentasse un’ulteriore rivalutazione, questa andrebbe imputata a conto economico fino al raggiungimento del valore iniziale del bene, quindi allocata a patrimonio.

137 Esempio – rivalutazione
Valutazione successiva alla rilevazione iniziale Esempio – rivalutazione Ipotesi (con valori in migliaia di euro) Anno di acquisto: 1996 Costo storico: € Vita utile anni 20 Da una perizia di stima il valore dell’immobile al 31 dicembre 2005 è pari a €.

138 Esempio – piano di ammortamento
Valutazione successiva alla rilevazione iniziale Esempio – piano di ammortamento Anno Costo Ammortamento F.do amm.to Valore residuo 1996 2.000 100 1.900 1997 200 1.800 1998 300 1.700 1999 400 1.600 2000 500 1.500 2001 600 1.400 2002 700 1.300 2003 800 1.200 2004 900 1.100 2005 1.000

139 Esempio – stato patrimoniale
Valutazione successiva alla rilevazione iniziale Esempio – stato patrimoniale Stato patrimoniale 31/12/2005 Attività materiali € f.do ammortam. Valore netto: € Rivalutazione: 800 €

140 Esempio piano di ammortamento
Valutazione successiva alla rilevazione iniziale Esempio piano di ammortamento I metodo Anno Costo Amm.to F.do amm. Valore residuo 2005 3.600 1.800 1.800 valori rivalutati 2006 180 1.980 1620 Il metodo appena visto richiede un’appostazione in bilancio di un importo maggiore rispetto a quello della rivalutazione ed il valore stimato verrà evidenziato solo dalla differenza tra i valori rivalutati del costo e del fondo.

141 Valutazione successiva alla rilevazione iniziale
II metodo Con il secondo metodo, il valore in bilancio è già quello netto, pertanto il dato risulta immediatamente identificabile.

142 Valutazione successiva alla rilevazione iniziale
Esempio – II metodo II metodo Fondo ammortamento: Attività materiali: Riserva di rivalutazione Stato patrimoniale 31/12/2005 (rivisitato) Attività materiali fondo ammortamento 800 riserva rivalutazione.

143 Valutazione successiva alla rilevazione iniziale
Esempio – II metodo Nel 2005 e nel 2006 si avrà la seguente situazione: Anno Costo Amm.to F.do amm. Valore residuo 2005 1.800 1.800 valori rivalutati 2006 90 1710

144 I PRINCIPI CONTABILI INTERNAZIONALI IAS/IFRS
IAS 38 - Le immobilizzazioni immateriali

145 IAS 38 – le immobilizzazioni immateriali
Norme di riferimento Definizione Classificazione Rilevazione iniziale Tipologie particolari di oneri pluriennali La valutazione successiva Impairment test

146 Norme di riferimento Fonti IASB: IAS 38 – Attività immateriali;
IAS 36 – Impairment test; IFRS 3 – Aggregazioni aziendali; IAS 23 – Oneri finanziari; IFRS 1 – Prima adozione IAS; IFRS 5 – Attività non correnti destinate alle vendite e attività cessate; SIC 32 – Costi connessi ai siti web. Fonti OIC OIC 24 – Immobilizzazioni immateriali; OIC Guida 1 – Guida per la transizione ai principi contabili internazionali.

147 Definizione Condizioni per l’iscrizione di un’attività immateriale.
Autonoma identificabilità; Controllo dell’attività stessa; Attesa di ottenere futuri benefici economici. Se non sono soddisfatte tali condizioni: i relativi costi devono essere “spesati” (imputati a conto economico e non capitalizzati)

148 Autonoma identificabilita’
Definizione Autonoma identificabilita’ L’attività immateriale: è separabile (capace di essere separata o scorporata e venduta, trasferita, data in licenza, locata o scambiata, sia individualmente, che insieme al relativo contratto, attività o passività), oppure deriva da diritti contrattuali (o da altri diritti legali indipendentemente dal fatto che tali diritti siano trasferibili o separabili dal’entità o da altri diritti o obbligazioni).

149 Controllo dell’attivita’ stessa
Definizione Controllo dell’attivita’ stessa L’impresa: ha il potere di usufruire dei benefici economici futuri derivanti dalla risorsa; può delimitare l’accesso a tali benefici da parte di terzi. La capacità di controllo può derivare da diritti legali che sono tutelabili in sede giudiziale o in altro modo (in assenza di diritti legali, è più difficile dimostrare che esiste controllo).

150 Benefici economici futuri
Definizione Benefici economici futuri Proventi originati dalla vendita di prodotti o servizi; Risparmi di costo; Altri benefici derivanti dall’utilizzo dell’attività.

151 Classificazione A differenza dell’OIC 24, influenzato dal Codice, lo IAS 38 non stabilisce rigide categorie. Lo IAS 1, par. 76, prevede che se vi sono categorie di immateriali valutate differentemente queste devono essere indicate separatamente. Ad esempio si possono avere: (a) marchi; (b) diritti d’autore brevetti e altri diritti industriali, diritti di servizi operativi; (c) software; (d) ricette, formule, modelli, progettazioni e prototipi; (e) attività immateriali in via di sviluppo; (f) testate giornalistiche e diritti di editoria.

152 Il probabile beneficio si
Rilevazione iniziale Permuta Acquisizione da terzi Come IAS 16 Acquisto da fornitore Il probabile beneficio si ritiene esistente Rilevazione iniziale al “COSTO” Produzione interna Regole specifiche Aggregazione aziendale

153 Rilevazione iniziale Esempi – costi non capitalizzabili
Secondo lo IAS 38, a differenza di quanto previsto dall’OIC 24, non sono capitalizzabili: costi impianto ed ampliamento; costi introduzione nuovi prodotto/servizi (start-up); costi pubblicità e promozione; costi espansione dell’impresa; costi di formazione del personale; costi di riorganizzazione e ricollocamento (rinvio IAS 37 fondo oneri ristrutturazioni) migliorie (rare su intagibles). Se presenti in transizione, vanno stornati a fronte di addebito riserva del netto. Iscrizione imposte anticipate.

154 Rilevazione iniziale Produzione interna: la ricerca
Distinzione tra fase ricerca e fase sviluppo Fase ricerca Indagini originali e pianificate finalizzate a prospettare le possibilità di ottenere e comprendere nuove conoscenze scientifiche e/o tecnologiche. Arriva fino al progetto. I costi sostenuti durante la fase di ricerca non sono mai capitalizzabili in quanto non è possibile dimostrare che porteranno ad un’attività che genererà probabili benefici futuri. A differenza dell’OIC 24, non viene fatta alcuna distinzione tra costi di ricerca di base ed applicata (secondo l’OIC 24 i costi relativi a quest’ultima sono capitalizzabili.

155 Rilevazione iniziale Produzione interna: lo sviluppo Fase di sviluppo
Applicazione dei risultati delle ricerche precedenti o di altre conoscenze per progettare la produzione di nuovi materiali strumenti, prodotti, processi, sistemi o servizi. Capitalizzare costi nell’intervallo che va dal progetto fino al momento nel Quale l’intangible è disponibile per iniziare la produzione destinata alla vendita. Costi capitalizzabili come costo di produzione: costi diretti + eventuali costi indiretti industriali.

156 Rilevazione iniziale Capitalizzare i costi di sviluppo
I costi della fase di sviluppo devono essere capitalizzati se, e solo se, é dimostrabile: La fattibilità tecnica di completare l’attività immateriale in modo da essere disponibile per l’uso o per la vendita. La sua intenzione a completare l’attività immateriale per usarla o venderla. La sua capacità di usare o vendere l’attività immateriale; In quale modo l’attività immateriale genererà probabili benefici economici futuri. L’entità può dimostrare l’esistenza di un mercato per il prodotto dell’attività immateriale o per l’attività immateriale stessa o, se deve essere usata per fini interni, l’utilità di tale attività immateriale. La disponibilità di risorse tecniche e finanziarie per completare lo sviluppo e per l’utilizzo o la vendita dell’attività immateriale La sua capacità di valutare attendibilmente il costo attribuibile all’attività immateriale durante il suo sviluppo.

157 Tipologie particolari di oneri pluriennali
Oneri per aumenti di capitale trattati da IAS 32 Oneri per accensione di finanziamenti trattati IAS 39

158 Valutazione successiva
alla rilevazione iniziale alternativa Cost model Revaluation model In generale stesse regole IAS 16. Seguono precisazioni Vita utile definita Vita utile indefinita Attenzione: il metodo scelto deve essere applicato all’intera classe o categoria di beni.

159 Valutazione successiva
Modello del costo rivalutato (revaluation model) Dopo la rilevazione iniziale, l’attività immateriale deve essere iscritta in bilancio all’importo rideterminato, cioè al fair value alla data di rideterminazione del valore e al netto degli ammortamenti e delle perdite per riduzione durevole di valore accumulati. Il fair value deve essere misurato facendo riferimento ad un mercato attivo. Le rideterminazioni devono essere effettuate con una regolarità tale da far si che alla data di riferimento del bilancio il valore contabile dell’attività non si discosti significativamente dal suo fair value.

160 Valutazione successiva
Revaluation model Il fair value può essere determinato: per le attività per le quali esiste un mercato, in cui queste sono normalmente scambiate mediante una perizia che ne attesti il normale valore di mercato; il valore contabile deve essere pari al valore rideterminato alla data dell’ultima rideterminazione al netto degli ammortamenti e delle perdite per ridurre il valore. Lo IAS 38 precisa che generalmente non esiste un mercato attivo per le attività immateriali. Tali attività sono normalmente uniche nel loro genere e, anche quando siano acquistate o vendute, le negoziazioni sono individuali e le transazioni sono relativamente infrequenti.

161 Valutazione successiva
Modello del costo rivalutato (revaluation model) Metodologia contabile - prima valutazione Alla prima valutazione successiva alla rivalutazione iniziale si deve: Portare il surplus direttamente a patrimonio netto in apposita riserva; oppure Imputare il decremento di valore al conto economico come costo.

162 Valutazione successiva
Modello del costo rivalutato (revaluation model) Metodologia contabile - prima valutazione A seconda del segno che assume la rivalutazione si devono effettuare i seguenti trattamenti contabili: incremento successivo ad un decremento – deve essere rilevato come ricavo nella misura in cui storna il precedente decremento che era stato imputato a conto economico; l’eventuale differenza deve essere imputata a patrimonio netto; decremento successivo ad un incremento – deve essere imputato a diminuzione della riserva di rivalutazione, oppure imputato al conto economico quando la riserva non è capiente.

163 Valutazione successiva
Vita utile definita Vita utile definita, secondo il par. 8 dello IAS 38, è: Il periodo di tempo nel quale ci si attende che un’attività sarà utilizzata dall’entità; oppure Il numero delle unità prodotte o altrimenti ricavabili che l’entità si aspetta di ottenere dall’utilizzo dell’attività. Il metodo d’ammortamento deve riflettere l’andamento dei benefici Futuri derivanti dall’attività. Se questo non è determinabile attendibilmente si utilizza il metodo a quote costanti. Si può usare il metodo decrescente e quello per unità di prodotto.

164 Valutazione successiva
Vita utile definita Il periodo e il metodo di ammortamento devono essere rivisti almeno ad ogni chiusura di esercizio. Se la vita utile attesa si rivela differente rispetto alle stime precedenti, il periodo di ammortamento deve essere modificato (IAS 38, par. 104) Il valore residuo deve essere assunto pari a zero, a meno che: (a) vi sia impegno formale di terzi ad acquistare l’attività al termine; o (b) vi sia un mercato attivo con determinabilità del valore residuo ed è probabile che tale mercato esisterà al termine della vita.

165 Valutazione successiva
Vita utile indefinita Secondo il par. 88 dello IAS 38, un’intangible è considerato a vita utile indefinita quando, in base all’analisi dei fattori rilevanti, non vi è un limite prevedibile all’esercizio fino al quale si prevede che l’attività generi flussi finanziari netti in entrata. Gli intangible a vita utile indefinita non si ammortizzano ma sono soggetti a impairment test annuale e ogni volta che vi siano sintomi.

166 Impairment test (trattato IAS 36)
Un’attività capitalizzata non può avere un valore contabile superiore al suo valore recuperabile altrimenti deve essere svalutata. Il valore contabile è l’ammontare al quale un’attività è rilevata nello stato patrimoniale dopo aver dedotto l’ammortamento e le connesse perdite per riduzione durevole di valore accumulati. Il valore recuperabile di un’attività immobilizzata è il maggiore tra il valore d’uso per l’impresa ed il valore netto realizzabile tramite la vendita.

167 Impairment test (trattato IAS 36)
Il valore d’uso è definito come il valore attuale dei flussi di cassa attesi nel futuro derivanti o attribuibili all’utilizzo continuo dell’attività. Detti flussi derivano da budget interni approvati ed attendibili con tassi impliciti applicati nelle transazioni di beni similari. Il valore netto dedotti i costi di vendita (fair value less cost to sell) è l’ammontare ottenibile dalla vendita di un’attività o unità generatrice di flussi finanziari in una libera transazione tra parti consapevoli e disponibili, dedotti i costi della dismissione. L’ideale è disporre di un’offerta d’acquisto o di un mercato attivo dell’attività (raro per gli intangibles).

168 Impairment test (trattato IAS 36)
MINORE TRA VALORE CONTABILE VALORE RECUPERABILE (maggiore) fair value dedotti i costi di vendita valore d’uso

169 Impairment test (trattato IAS 36)
Precisazioni L’impresa deve effettuare l’impairment test, anche in assenza di indicatori che segnalino la presenza di perdite di valore: per le attività immateriali a vita indefinita; per le attività immateriali non ancora disponibili per l’utilizzo; per il good will acquisito da business combination; Spesso è molto difficile o impossibile calcolare il valore d’uso del singolo bene. In questi casi lo IAS 36 introduce il concetto di cash generating unit, che rappresenta il più piccolo gruppo di attività identificabile che genera flussi di cassa indipendenti.

170 Impairment test (trattato IAS 36)
Procedura Il procedimento di determinazione ed allocazione delle perdite di valore si sviluppa attraverso le seguenti fasi: identificazione di un’attività che possa aver subito una perdita di valore; determinazione del valore recuperabile, considerato come il maggiore fra il fair value al netto dei costi di vendita e il valore d’uso; criteri per il calcolo del valore d’uso: flussi finanziari futuri e tasso d’attualizzazione.

171 Impairment test (trattato IAS 36)
Procedura Configurazione della cash generating unit; allocazione dell’avviamento e delle corporate assets ad una o più cash generating units e determinazione del valore recuperabile; determinazione della perdita per riduzione di valore di singole attività o di cash generating units. Allocazione della perdita all’avviamento ed ai restanti componenti.

172 Impairment test (trattato IAS 36)
Il valore d’uso È il valore attuale dei flussi finanziari futuri netti che la singola attività (o la cash generating unit nella quale essa è inserita) è in grado di generare durante la sua prevista vita utile più il valore attuale del flusso finanziario netto derivante dalla dismissione dell’attività alla fine della vita utile. Il risultato deve riflettere il valore attuale atteso dei flussi, ossia la media ponderata dei risultati prevedibili nei diversi scenari futuri che possono essere prospettati.

173 Impairment test (trattato IAS 36)
Il valore d’uso La stima dei flussi deve essere basata su presupposti ragionevoli supportati da budget e proiezioni analitiche, facendo riferimento alle condizioni correnti delle attività. Il tasso di attualizzazione deve essere al lordo delle imposte e riflettere sia il valore temporale del denaro sia i rischi specifici dell’attività.

174 Impairment test (trattato IAS 36)
Il fair value Per la stima del fair value occorre: un prezzo pattuito in un accordo vincolante di vendita in un’operazione tra parti indipendenti; in mancanza, il prezzo corrente di un mercato attivo, alla data di riferimento della valutazione, al netto dei costi di dismissione; in mancanza di un mercato attivo, è necessaria una stima del prezzo ottenibile in una libera contrattazione tra parti consapevoli e disponibili al netto dei costi di dismissione.

175 Caso pratico Brevetto Ipotesi iniziale:
acquisto brevetto per produzione di specifico prodotto a Euro ; acquisto avvenuto nell’anno X0; capitalizzazione per Euro (oneri accessori Euro ); vita utile stimata in 15 anni (si suppone all’anno X0) che il mkt di riferimento sia costante); piano di ammortamento con suddivisione costo in 15 anni; valore di realizzo al termine pari a Euro 0.

176 Caso pratico Ipotesi 1: alla fine esercizio X6 l’impresa effettua impairment test per verificare se i benefici futuri saranno in grado di coprire i costi ancora sospesi; valore d’uso del brevetto conteggiato attualizzando i futuri flussi di cassa previsti derivanti dalla vendita dei prodotti relativi al brevetto; tasso attualizzazione usato = 6,65% (sommatoria attuali rendimenti mkt + rischio mkt); l’impresa è in grado di stimare solo i flussi dei successivi 6 anni;

177 Caso pratico FUTURI 6 ANNI FUTURI CASH FLOW STIMATI 1 21.900 2 25.900
3 26.700 4 28.900 5 31.400 6 33.500

178 Caso pratico Valore attuale (all’anno 6) dei flussi di cassa futuri:
V.A.=(( x (1+0,0665)⁻¹)+(( x (1+0,0665)⁻²)+……….. ……..(( x (1+0,0665)⁻⁶) = Euro Quindi: Valore contabile residuo (anno 6) = Valore d’uso (anno 6) = Il valore contabile del brevetto può essere mantenuto in Stato patrimoniale e non occorre SVALUTARE.

179 Caso pratico Ipotesi 2: alla fine esercizio X6 un nuovo prodotto concorrente può compromettere la redditività futura del bene; il nuovo prodotto non intacca completamente il mkt dell’impresa ma è previsto che la quota di mkt si ridurrà del 3% annuo; nell’anno X6 l’impresa ha venduto prodotti ad un prezzo medio di Euro 0,1095.

180 Caso pratico Anno Val. cont. inizio anno Ammortamento
Val. cont. fine anno 1 14.000 2 3 4 5 6 7 8 98.000 9 84.000 10 70.000 11 56.000 12 42.000 13 28.000 14 15

181 Caso pratico Anni futuri Quantitativi previsti di vendita
Tassi di crescita previsti Margine medio di vendita Margine previsto 7 -3% 0,1095 21.243 8 0,105 19.759 9 19.166 10 0,100 17.706 11 0,098 16.831 12 0,097 16.160 13 0,095 15.352 14 0,090 14.107 15 0,085 12.924

182 Caso pratico Attualizzazione redditività futura (tasso applicato 7,25% per tener conto dei maggiori rischi): V.A. = ((21243 x (1+0,0725)⁻¹)…………….+((12924 x (1+0,725)⁻⁹) = Quindi: Valore contabile residuo (anno 6) = Euro Valore d’uso (anno 6) = Euro Occorre svalutazione?

183 Caso pratico Poiché: Il margine futuro dalla vendita prodotti è sempre maggiore – tranne anno X15 – dell’ammortamento annuo (vedi tab.2) I ricavi previsti consentono di coprire l’ammortamento del brevetto per gli esercizi futuri L’impresa nell’anno 6 decide di non svalutare perché lo sfruttamento del brevetto garantisce il recupero dei costi diretti e indiretti di produzione fino all’anno 14 e quindi non si ha perdita duratura di valore fino all’anno 14.

184 Caso pratico Negli esercizi successivi l’impresa dovrà valutare l’impatto che il nuovo prodotto concorrente avrà sulla propria produzione e vendite. Se i benefici economici attesi dallo sfruttamento del brevetto non si manterranno in misura sufficiente a garantire la copertura dei costi ancora iscritti all’attivo. Occorrerà svalutare l’attività

185 I PRINCIPI CONTABILI INTERNAZIONALI IAS/IFRS
IAS 19 – TFR Da piano a benefici definiti a piano a contribuzione definita.

186 Trattamento di fine rapporto
Secondo lo IAS 19 non è accettabile la contabilizzazione del Tfr secondo la metodologia attuale poiché essa si basa sull’ipotesi che tutti i dipendenti lascino la società alla data di bilancio. La stima deve tener conto del tempo che trascorrerà prima dell’effettivo pagamento e dovrà considerare principalmente: incrementi salariali futuri e durata residua dei rapporti di lavoro. Il calcolo va eseguito individualmente per ciascun dipendente (può essere segmentato per gruppi omogenei per età, anzianità). Il metodo di valutazione e` il «projected unit credit method»,

187 Il TFR alla luce della riforma
Le norme che regolano il TFR sono radicalmente mutate con la Finanziaria 2007 e con il relativo decreto attuativo del 30 gennaio 2007. A seguito della circolare INPS n.70 del 3 aprile 2007, l’OIC ha pubblicato un’appendice per la transizione agli IFRS in materia di TFR (26 settembre 2007) Scopo del documento è chiarire le modalità di contabilizzazione del nuovo TFR nel rispetto dello IAS 19 (Employee Benefits).

188 Le nuove norme sul TFR Le quote di TFR maturate alla data del 31 dicembre 2006 rimangono in azienda. Le quote che maturano dal 1 gennaio 2007, a scelta del dipendente, potranno essere: Destinate a forme di previdenza complementare; Mantenute in azienda e trasferite al fondo di tesoreria presso l’INPS; Versate (residuale) a un fondo INPS assimilabile a un fondo di previdenza complementare. Le nuove norme si applicano solo alle aziende che hanno 50 o più dipendenti.

189 TFR destinato a previdenza complementare
Nel caso (che comprende anche i fondi complementari dell’INPS) la soluzione dell’OIC è la seguente: L’azienda contabilizza a conto economico gli oneri relativi alle quote versate ai fondi. Tali contributi faranno parte del costo del lavoro dipendente. Le eventuali quote contabilizzate e non versate costituiranno un debito. Si tratta i un defined contribution plan poiché l’azienda non ha nessuna altra responsabilità (non deve erogare le prestazioni connesse al TFR né le eventuali anticipazioni richieste dai dipendenti.

190 TFR mantenuto in azienda e trasferito all’INPS
L’azienda trasferisce all’INPS il TFR maturando (escluse le rivalutazioni). Il rischio finanziario ed attuariale per l’impresa è drasticamente ridotto e si sposta in capo all’INPS. L’azienda dovrà soltanto contabilizzare per competenza i contributi al fondo. Non è necessario iscrivere un debito verso i dipendenti e un credito verso l’INPS. Si tratta i un defined contribution plan poiché l’azienda, pur dovendo materialmente erogare tutte le prestazioni relative al TFR, si rivale sull’INPS in tempi brevissimo (tramite compensazione o rimborso entro un mese).

191 TFR maturato fino al Si tratta di un defined benefit plan secondo lo IAS 19. La riforma del TFR ha tuttavia modificato il piano. Lo IAS 19 non disciplina le modifiche al piano ma solo i casi di estinzione (settlement) e di riduzione (curtailment) del piano. Sulla base dello IAS 8 e del Framework si deve far riferimento per analogia a quanto richiesto dallo IAS 19 per i casi di settlement e curtailment.

192 Ipotesi attuariali Lo IAS 19 stabilisce che si devono effettuare ipotesi attuariali obiettive e tra loro compatibili: Ipotesi demografiche (tasso di mortalità, tasso di rotazione del personale, invalidità e pensionamento anticipato); Ipotesi finanziarie ( tasso di attualizzazione, stima degli incrementi retributivi, tasso di inflazione)

193 Tasso di attualizzazione
Il tasso utilizzato per attualizzare l’obbligazione per prestazioni successive alla cessazione del rapporto di lavoro deve essere determinato con riferimento al rendimento di mercato delle obbligazioni societarie di alta qualità alla data del bilancio. Il tasso di attualizzazione non riflette il rischio sull’investimento, né il rischio attuariale, perché questi rischi sono considerati dalle altre ipotesi attuariali. Alta qualità: almeno doppia AA con scadenza e moneta coerenti con le future obbligazioni legate al piano.

194 Frequenza delle valutazioni
Decidere la frequenza delle valutazioni attuariali richiede buon senso. L’impresa deve considerare le dimensioni dell’obbligazione, la volatilità dell’ambiente economico, le variazioni delle prestazioni e l’impatto complessivo del costo del personale sul bilancio. Gli amministratori riconsiderano tutti i piani ad ogni data di bilancio per confermare che non ci sono circostanze che suggeriscono che è necessaria una valutazione. IAS contengono il concetto di significatività dimensionale.

195 Utili e perdite attuariali
Gli utili e le perdite attuariali cumulate esistenti alla data di transizione sono riconosciuti integralmente a patrimonio netto (esenzione opzionale). Per i periodi successivi, eventuali utili o perdite derivanti da modifiche delle ipotesi attuariali possono essere rilevati in base al metodo del “corridoio”, che consente di ammortizzare gli scarti attuariali che eccedono il 10% del valore attuale dell’obbligazione oppure con l’integrale addebito al conto economico fra gli oneri finanziari. Tre possibilità per gli utili e le perdite attuariali: ammortizzare lungo la vita residua stimata dei dipendenti lo scarto superiore al 10%, imputare l’eccedenza rispetto al 10% al conto economico, imputare tutti gli utili e le perdite al CE.

196 Modifiche alla luce della riforma
Non devono più essere considerate le ipotesi attuariali legate agli incrementi salariali poiché i benefici per i dipendenti si possono considerare completamente maturati (ad eccezione della rivalutazione). La formula di calcolo dovrà essere modificata portando a zero i current service costs relativi alle prestazioni future di lavoro dei dipendenti. Dal cambiamento della formula si produrranno utili o perdite (ad ogni data di calcolo).

197 Contabilizzazione di utili e perdite dal 1.1.2007
Dovranno essere contabilizzati secondo le modalità prescelte (senza possibilità di modificare il trattamento). Per chi utilizza il metodo del corridoio o quello dell’iscrizione a CE tutti gli utili o le perdite attuariali (anche quelle precedenti non contabilizzate in caso di corridoio) dovranno essere contabilizzate immediatamente a conto economico. Per chi iscrive utili e perdite in un’apposita riserva di PN, deve riclassificarla come riserva di utili e contabilizzare i nuovi utili (perdite) nel CE. IAS 19 -$ 109

198 I PRINCIPI CONTABILI INTERNAZIONALI IAS/IFRS
IAS 39 – Strumenti finanziari: Rilevazione e valutazione

199 Strumenti finanziari – confronto con la normativa nazionale
Direttiva 2001/65/CE: possibili valutazioni degli strumenti finanziari al fair value. D.Lgs. 394/2003: non consente le valutazioni al fair value in bilancio, mentre sono obbligatorie in nota integrativa.

200 Strumenti finanziari – confronto con la normativa nazionale
Art bis c.c.: richiede l’indicazione in nota integrativa del fair value degli strumenti finanziari derivati e delle immobilizzazioni finanziarie (escluso controllate, collegate, JV se iscritte in bilancio ad un valore superiore al fair value); Lo stesso articolo prevede che siano fornite tutte le informazioni relative alla natura, all’entità e al fair value dei contratti derivati, sia di copertura che speculativi.

201 Strumenti finanziari – confronto con la normativa nazionale
OIC 3: avvicina le regole italiane allo IAS 39, indicando le informazioni sugli strumenti finanziari da includere nella nota e nella relazione sulla gestione. Art (comma 6 bis): dispone che la relazione sulla gestione illustri gli obiettivi e le politiche di gestione dei rischi finanziari, indicando l’esposizione della società ai seguenti rischi: Prezzo Credito Liquidità Variazione Flussi

202 Strumenti finanziari – confronto con la normativa nazionale
E’ necessario fornire un’informativa qualitativa in merito a: La struttura e l’organizzazione delle funzioni di risk management dell’impresa; I sistemi di misurazione del risk reporting; Le strategie di copertura ed attenuazione dei rischi; I processi di monitoraggio dell’efficienza delle strategie adottate per evitare eccessive concentrazioni di rischi.

203 Strumenti finanziari (IAS 39)
Le attività finanziarie sono suddivise in 4 categorie: Attività valutate al fair value rilevato a conto economico Detenute fino a scadenza Finanziamenti e crediti Disponibili per la vendita (categoria residuale) Lo IAS 39 non si applica alle partecipazioni in controllate, collegate e JV (IAS 27, 28 e 31). Non si applica agli strumenti di capitale (warrant ed opzioni) emessi in quanto componenti del PN. Opzioni e warrant sono valutati con lo IAS 39 per il possessore degli stessi,non per l’emittente.

204 Financial & Equity instruments
Strumento finanziario: contratto che dà luogo ad un’attività finanziaria per un’impresa e ad una passività o un elemento di patrimonio netto per un’altra. Strumento di partecipazione al patrimonio netto (equity instrument): si tratta di azioni, quote o diritti ad acquistare o sottoscrivere azioni o quote di società.

205 Strumenti derivati Derivato: è uno strumento finanziario
il cui valore cambia in risposta a specifici parametri sottostanti; che richiede un investimento nullo o molto piccolo rispetto ad altri contratti che reagiscono in modo simile a variazioni delle condizioni di mercato; che viene eseguito o regolato ad una data futura.

206 A/P finanziaria al fair value rilevato a conto economico
Deve soddisfare una delle seguenti condizioni: È classificata come destinata alla negoziazione; Al momento della rilevazione iniziale è designata come al fair value rilevato al conto economico. Le A/P destinate alla negoziazione sono: quelle acquisite o sostenute principalmente al fine di venderle o riacquistarle nel breve termine; i derivati (non di copertura); tutti quegli strumenti finanziari finalizzati all’ottenimento di un profitto di breve periodo. Le azioni non quotate non possono essere rilevate inizialmente al fair value rilevato al CE (poiché il prezzo non è quotato in un mercato attivo)

207 Investimenti detenuti fino a scadenza
Sono attività finanziarie che comportano pagamenti fissi o determinabili e con una scadenza prefissata che un’impresa ha l’intenzione e la capacità di detenere fino alla scadenza. Non è ammissibile classificare come “investimenti detenuti fino a scadenza” se l’impresa pronta a vendere l’attività finanziaria in risposta a variazioni dei tassi di mercato, dei rischi, delle necessità di liquidità, dei rendimenti di investimenti alternativi, ecc. Mancato rispetto della classificazione fino a scadenza (a meno che non sia determinata da eventi imprevedibili fuori dal controllo dell’impresa) impedisce di utilizzare tale classificazione per due anni per tutte le altre attività finanziarie. Applicabile solo in casi molto limitati. Unico caso di SANZIONE inserito in uno IAS.

208 Finanziamenti e crediti e attività finanziarie disponibili per la vendita
Finanziamenti e crediti: sono attività finanziarie (non derivate) create dall’impresa fornendo ad un debitore denaro, beni o servizi. Non presentano rischi diversi da quello di credito. Attività finanziarie disponibili per la vendita: categoria residuale in cui trovano collocazione le attività finanziarie che non sono classificabili nelle altre categorie. Applicabile solo in casi molto limitati. Unico caso di SANZIONE inserito in uno IAS.

209 Contabilizzazione I crediti e i debiti non soggetti a condizioni devono essere contabilizzati al momento del contratto; Attività e passività da sostenere come conseguenza di un impegno irrevocabile ad acquistare beni o servizi non sono contabilizzati fino all’adempimento delle obbligazioni; Un contratto a termine deve essere contabilizzato come attività o passività quando l’impresa diventa parte del contratto; Le opzioni vengono contabilizzate come attività o passività in base al premio pagato o incassato quando le parti sottoscrivono il contratto; Le operazioni pianificate per il futuro non sono né attività né passività.

210 Confronto tra lo IAS 39 e i Principi nazionali
Detenuti fino a scadenza: valutati al costo ammortizzato. Immobilizzati: comprendono anche titoli senza scadenza che lo IAS classifica come “disponibili per la vendita”. Valutati al costo rettificato per perdite permanenti di valore. Non immobilizzati: valutati al minore tra costo e mercato. In entrambi i casi devono essere contabilizzati gli eventuali ratei di interessi. Disponibili per la vendita: valutati al fair value, se disponibile, altrimenti al costo rettificato per perdite di valore Immobilizzati: comprendono anche titoli che lo Ias classifica come “detenuti fino a scadenza”. Valutati al costo rettificato per perdite permanenti di valore. Detenuti a scopo di negoziazione: valutati al fair value. Titoli non immobilizzati valutati al minore tra costo e valore di realizzazione desumibile dall’andamento del mercato.

211 Il fair value degli strumenti finanziari
E’ il metodo preferito per valutare le attività finanziarie. E’ obbligatorio utilizzare il fair value per le attività detenute a scopo di trading, per le attività destinate alla vendita e per i derivati. E’ possibile utilizzare altri metodi solo se non esiste un mercato attivo,non esistono modelli di valutazione attendibile,né prezzi di operazioni recenti per attività simili. Solo le attività finanziarie detenute fino a scadenza devono essere valutate al costo rettificato dei proventi in corso di maturazione.

212 Il fair value degli strumenti finanziari
Le variazioni del fair value degli strumenti finanziari si imputano sempre al conto economico, ad eccezione delle operazioni di copertura (hedge accounting). L’altra parziale eccezione è costituita dalle attività destinate alla negoziazione.

213 Gerarchia delle fonti per il Fair value
L’esistenza di un mercato attivo è la miglior evidenza del fair value e deve sempre essere utilizzato prioritariamente. Altri metodi di valutazione: Riferimento a strumenti simili Analisi dei flussi attualizzati (es. DCF) Modelli di option pricing Solo in ultima istanza si può far ricorso al costo.

214 Tecniche di valutazione
L’obiettivo di una tecnica di valutazione è quello di determinare il prezzo al quale un’operazione determinata da normali motivazioni di business avrebbe potuto avvenire fra terzi informati alla data di bilancio. Le tecniche di valutazione devono basarsi il più possibile su input di mercato ed il meno possibile su input specifici dell’impresa. Si devono tenere in considerazione le aspettative di mercato (osservando transazioni recenti e dati oggettivi di mercato) e i fattori di rischio.

215 Tecniche di valutazione
Il fair value degli strumenti finanziari sarà basato su uno o più dei seguenti fattori: Il valore temporale della moneta (interesse al tasso base di investimenti senza rischi, es. LIBOR); Il rischio di credito (osservando strumenti finanziari aventi differenti meriti di credito); Il cambio delle monete estere; I prezzi delle materie prime (pubblicati o riscontrabili sul mercato);

216 Tecniche di valutazione
I prezzi delle azioni quotate e i loro indici (anche per stimare i prezzi di azioni non quotate); La volatilità di elementi negoziati attivamente può essere stimata in base ai dati storici o utilizzando la volatilità implicita nei prezzi di mercato correnti; Il rischio di pagamento anticipato e il rischio di riscatto possono essere stimati in base a dati storici; I costi di gestione possono essere stimati per comparazione. Si devono tenere in considerazione le aspettative di mercato (osservando transazioni recenti e dati oggettivi di mercato) e i fattori di rischio.

217 Confronto con la normativa nazionale
IAS 39: introduce nuovi concetti rispetto all’OIC e l’obbligo di contabilizzare e valutare attività e passività conseguenti alla negoziazione di contratti derivati. La classificazione prescinde dalle caratteristiche di investimento a breve o a lungo termine.

218 Confronto con la normativa nazionale
L’esposizione in bilancio secondo IAS 39 prevede l’accorpamento in un unico valore di strumento finanziario, sconto o premio di emissione e rateo. I principi italiani prescrivono l’esposizione separata di costo rettificato per perdite permanenti di valore, aggi, disaggi e ratei.

219 Confronto con la normativa nazionale
Lo IAS 39 prevede inoltre la possibilità per le attività disponibili per la vendita valutate al fair value di contabilizzare le modifiche di valore nel PN, anziché al CE ed iscrivere l’ammontare cumulato delle modifiche al CE solo dopo la vendita. Tale trattamento non è consentito dal codice civile.

220 I PRINCIPI CONTABILI INTERNAZIONALI IAS/IFRS
Rimanenze e lavori in corso

221 Principi contabili internazionali applicabili
IAS 2 – Inventories (Rimanenze) IAS 11 – Construction contracts (Lavori su commessa)

222 IAS 2 - Rimanenze Criterio di valutazione stabilito dallo IAS 2 non si applica a: rimanenze prodotti agricoli e minerari dopo il raccolto/estrazione detenute dai relativi produttori (valutazione al valore netto realizzo con invio variazione a CE) commodities detenuti da broker e grossisti il cui profitto è costituito fluttuazioni dei prezzi di mercato di tali beni (valutazione al fair value con invio variazione a CE) Valutazione al minore costo e valore netto di realizzo: come principio contabile italiano (CNDC-CNR 13)

223 Iscrizione delle rimanenze
Nella valorizzazione del costo di iscrizione delle rimanenze si deve tener conto di alcuni costi e di alcuni aspetti particolari trattati da altri IAS: Oneri finanziari (IAS 23) Contributi pubblici (IAS 20) Accantonamenti (IAS 37)

224 Rimanenze - aspetti principali
Divieto di utilizzare il LIFO per la valutazione delle rimanenze Rimanenze di servizi: in base agli IAS/IFRS devono essere iscritte con il metodo della percentuale di completamento.

225 Costi di trasformazione
Il lavoro diretto e tutte le spese generali ripartibili sistematicamente che partecipano al processo di trasformazione dei prodotti devono essere compresi nel costo delle rimanenze (criterio del full costing) L’attribuzione delle spese generali fisse di produzione ai costi di trasformazione si deve basare sulla normale capacità produttiva dell’azienda.

226 Costi inclusi nel costo della produzione
Devono essere inclusi nel costo di produzione i seguenti costi: Manutenzioni e riparazioni ordinarie; Personale indiretto di produzione; Attrezzatura non capitalizzata Costi per controlli di qualità Costi di trasporto materie prime e merci Ammortamenti immobilizzazioni industriali Ammortamenti di brevetti

227 Costi inclusi nel costo della produzione
Spese di progettazione (non ricerca e sviluppo); Lavorazioni esterne Costi per smaltimento scarti di produzione Costo dirigenti di produzione Leasing operativi per immobilizzazioni produttive Assicurazioni su materie prime e merci Imposte di fabbricazione Royalties per marchi o brevetti Costo mensa operai

228 La svalutazione delle rimanenze
Cause della svalutazione delle rimanenze: obsolescenza tecnica, eliminazione della gamma, cali nella domanda, acquisti eccessivi, errori gestionali … Le stime del valore netto di realizzo devono basarsi sulle informazioni più attendibili di cui si dispone, anche nel periodo che intercorre tra la data del bilancio e quella dell’approvazione L’ammontare della svalutazione si determina “bene per bene” e, se non praticabile, per gruppi di beni simili o correlati. La svalutazione non è accantonata nel passivo, ma al momento della valutazione delle rimanenze. Nel conto economico non compare come svalutazione ma come variazione negativa delle rimanenze in oggetto. Quando vengono meno le circostanze che avevano causato la svalutazione delle rimanenze al di sotto del costo, l’ammontare della svalutazione deve essere stornato.

229 Rimanenze nelle note al bilancio
Le informazioni da indicare sono le seguenti: Criteri adottati Rimanenze suddivise per classi significative Valore delle rimanenze al VNR Motivazioni di eventuali svalutazioni Rimanenze impegnate a garanzia di passività Valore delle rimanenze utilizzate o vendute nell’esercizio

230 IAS 11 - lavori su commessa
In base allo IAS 11 un “contratto di costruzione” è un contratto stipulato in modo specifico per la realizzazione di un bene o di un insieme di beni tra loro interdipendenti. Ogni opera presenta caratteristiche che la differenziano dalle altre e presenta rischi propri. Le prestazioni su commessa sono tipiche dei settori dell’edilizia, dell’impiantistica, delle costruzioni, dei cantieri navali e aeronautici e delle prestazioni di servizi (pubblicità, trasporti, software, engineering). Construction contracts: ponte, diga, strada, nave…impianti industriali complessi, raffinerie. Es. personalizzazione del software (no compensi per l’uso del software e per la manutenzione)

231 Riconoscimento in bilancio
I lavori su commessa devono essere rilevati dal momento in cui diventa probabile che il contratto sarà ottenuto e il risultato può essere attendibilmente stimato. Ricavi e costi di commessa devono essere rilevati in relazione allo stato di avanzamento dell’attività alla data di chiusura del bilancio. Una perdita attesa va invece immediatamente rilevata come costo. Stime attendibili sono possibili quando sono determinabili: corrispettivo previsto, modi e tempi di pagamento, diritti ed obblighi delle parti, costi e SAL identificabili chiaramente.

232 Metodo della percentuale di completamento
I ricavi di commessa sono associati ai costi sostenuti per giungere allo stato di avanzamento, imputando al conto economico i ricavi, i costi (e i profitti) attribuibili alla parte di lavoro completato. Lo stato di avanzamento può essere determinato come proporzione tra i costi sostenuti per i lavori già svolti e i costi stimati totali di commessa (metodo del cost to cost o metodo delle ore lavorate). Metodi alternativi: ispezioni del lavoro svolto, completamento di una quantità fisica, acconti ed anticipi invece non possono essere utilizzati come parametro per valutare l’avanzamento.

233 Ricavi di commessa Sono costituiti da:
Prezzo base stabilito da contratto; Rettifiche di prezzo pattuite; Maggiorazioni per revisioni prezzi; Varianti in corso d’opera; Proventi accessori. Le richieste di revisione sono incluse nei ricavi solo se è probabile che il committente accetti le richieste di revisione prezzi e se tale ammontare può essere determinato con attendibilità. Il prezzo può essere fisso (contratti a prezzo determinato) o basato su un costo più un margine (contratti a margine garantito).

234 Determinazione dei costi stimati
Il costo totale comprende i costi (diretti ed indiretti di produzione) sostenuti e quelli stimati a finire. La stima deve essere costantemente monitorata ed aggiornata (es. modifiche nei costi di acquisto dei materiali, imprevisti, previsioni su oneri di assistenza, garanzia e collaudo). E’ possibile includere gli oneri finanziari se attribuibili alla specifica commessa. Tra i costi indiretti vanno tenuti in considerazione anche i costi di smobilizzo del cantiere, i costi pre-operativi e i costi per imprevisti di commessa e contenzioso. Costi pre operativi:sostenuti dopo l’acquisizione della commessa (firma del contratto) ma prima dell’inizio del processo produttivo (es. progettazione, organizzazione, costi per il rilascio delle fidejussioni a garanzia dell’esecuzione del lavoro)

235 Esempio: dati di una commessa triennale
Corrispettivo pattuito: € Budget iniziale: Lavoro Materiali Lavorazioni esterne Spese di installazione cantiere Spese di smantellamento cantiere Margine di commessa: €

236 Esempio: costi fine I esercizio
Descrizione costi Costi a budget Costi consuntivi Costi a finire Costi totali stimati Lavoro Materiale Lavorazioni esterne Spese di installazione cantiere 30.000 - Spese chiusura cantiere 20.000 Costi per imprevisti 35.000 Totale costi

237 Esempio: SAL e valutazione
Calcolo del SAL: costi consuntivi / costi stimati x 100 = / x 100 = 41,1%. Valutazione delle rimanenze al termine del I esercizio: x 41,1%=

238 Rappresentazione in bilancio
Nell’Attivo corrente dello Stato Patrimoniale deve essere esposto l’importo dovuto dai committenti per lavori di commessa, pari ai costi sostenuti più i margini di profitto meno il totale delle perdite rilevate e degli acconti. Nel caso questi ultimi eccedano i costi sostenuti più i margini rilevati, tale differenza va esposta fra i debiti verso fornitori.

239 Lavori in corso nelle note al bilancio
Le note al bilancio devono indicare: Ricavi di commessa Criteri utilizzati per determinare ricavi e SAL Ammontare dei costi sostenuti e degli utili rilevati Ammontare delle perdite rilevate Anticipi ricevuti Ritenute a garanzia Attività e passività potenziali

240 I PRINCIPI CONTABILI INTERNAZIONALI IAS/IFRS
IAS 37 – FONDI PER RISCHI E ONERI

241 Fondi per rischi ed oneri – IAS 37
Gli accantonamenti sono passività di ammontare o scadenza incerti che dovranno essere rilevati in bilancio quando ricorrono le seguenti condizioni: L’impresa ha un’obbligazione attuale (legale o implicita) quale risultato di un evento passato È probabile che per adempiere all’obbligazione si renderà necessario un impiego di risorse economiche Può essere effettuata una stima attendibile

242 Passività probabili e potenziali
Non vi sono differenze fra rischi ed oneri ma fra passività “potenziali” e “probabili”. Lo IAS 37 prevede che non possa essere iscritto un accantonamento se l’obbligazione non è probabile e attuale. Pertanto non sono ammissibili fondi per “manutenzione ciclica” o a “copertura di future perdite di società partecipate”. Normativa nazionale:prudenza, internazionale: competenza. Fondo ristrutturazione: in Italia è di competenza dell’esercizio in cui una delibera del Cda approva il progetto. IAS 37: un fondo ristrutturazione si iscrive solo quando esiste un’obbligazione alla data di bilancio e cioè quando esiste un dettagliato programma formale per la ristrutturazione che abbia fatto sorgere nei terzi la valida aspettativa che l’impresa inizierà la ristrutturazione o perché è iniziata o perché è stata comunicata ai terzi interessati.

243 Attualizzazione dei fondi rischi
Come tutte le passività, anche i fondi rischi devono sempre essere attualizzati. Le esclusioni riguardano il fondo imposte differite e la mancanza di materialità dell’effetto di attualizzazione.

244 Attualizzazione di un fondo rischi per cause legali in corso
I legali ritengono probabile che l’impresa perderà la causa e quantificano il costo in € da pagare nell’anno x+2. Il tasso di attualizzazione è del 4,5%. Nell’anno x la società deve iscrivere € nei fondi rischi. anno Fattore Sconto al 4,5% Valore attuale Cash flows Oneri finanziari x 0,9157 1.099 x+1 0,9569 1.148 49 x+2 1,0000 1.200 52

245 Distinzione fondi / passività
Natura dell'obbligo Fondi Altre passività Garanzie su merci o servizi venduti Rimborsi su merce venduta Sconti concessi per programmi di fidelizzazione della clientela Probabili rimborsi danni legati a contenziosi legali Pagamento di interessi Ferie dei dipendenti Canoni per immobili Dividendo ordinario deciso prima della chiusura dell'esercizio

246 Stima di un fondo garanzie
Impresa che vende impianti con garanzia di un anno (vendite dell’anno: 1.200). Serie storiche e attese del management indicano che: il 75% degli impianti non sarà oggetto di contestazioni, Il 20% presenterà difetti di scarso rilievo (costo medio di riparazione € 100), Il 5% richiederà interventi di riparazione o sostituzione (costo medio € 700). Valore atteso 75% x zero zero 20% x 100 x 1.200 24.000 5% x 700 x 1.200 42.000 Stima del Fondo Garanzia 66.000 Metodo statistico: expected value

247 Eventi successivi Se un fatto che interviene dopo la data di chiusura dell’esercizio, durante la formazione del bilancio, può modificare la quantificazione di un accantonamento, se ne deve tener conto nel bilancio in fase di redazione. Se dopo la chiusura dell’esercizio si verifica un contenzioso che non era noto alla data di chiusura del bilancio, di tale fatto si deve fare menzione nelle note ma non si deve modificare il bilancio. La scoperta di un errore o di una frode deve essere recepita in bilancio. Se l’effetto di questi eventi non è determinabile, si deve dare solo informazione nelle note.

248 I PRINCIPI CONTABILI INTERNAZIONALI IAS/IFRS
Crediti, debiti, costi e ricavi

249 Classificazione dei costi
La classificazione dei costi nel bilancio secondo gli IAS (IAS 1 - Presentazione del bilancio) Formato del conto economico (voci tipiche suggerite) 1) Classificazione per destinazione: costo del venduto; costi di distribuzione; costi amministrativi; altri costi; oneri finanziari; imposte sul reddito.

250 Classificazione dei costi
La classificazione dei costi nel bilancio secondo gli IAS 2) Classificazione per natura dei costi: materie prime e materiali di consumo utilizzati; costo del personale; ammortamenti; svalutazione delle immobilizzazioni materiali; altri costi; oneri finanziari; imposte sul reddito.

251 Rappresentazione e valutazione dei costi
Principi generali La rappresentazione delle voci tiene conto della sostanza dell’operazione o del contratto contabilizzato, piuttosto che della forma legale, se questa diverge o è in aperto contrasto con la sostanza. I costi debbono essere valutati al fair value dell’ammontare pagato o da pagare.

252 Riconoscimento dei ricavi
I ricavi sono riconosciuti nella misura in cui è probabile che i benefici economici siano conseguiti ed il relativo importo possa essere determinato in modo attendibile. I ricavi per la vendita dei prodotti sono riconosciuti al momento del passaggio di proprietà, che generalmente coincide con la spedizione, ad eccezione dei ricavi relativi ai lavori su commessa che sono riconosciuti in relazione alla percentuale di completamento.

253 Criteri di valutazione dei ricavi – attualizzazione
Tutti gli importi registrati come ricavi devono essere valutati al fair value, ossia al valore per l’impresa del corrispettivo che sarà incassato. Questo valore ha quasi sempre un componente finanziario compensativo dello scarto temporale tra il sorgere del credito e l’effettivo incasso.

254 Criteri di valutazione dei ricavi - attualizzazione
Dilazioni senza interessi o con interessi inferiori a quelli di mercato comportano l’obbligo di attualizzare l’ammontare incassato per ottenere il valore reale della vendita. La differenza tra valore attuale e ammontare incassato costituisce un provento finanziario da incassare per competenza.

255 Tecnica di attualizzazione
Se non previsto contrattualmente il tasso implicito di attualizzazione sarà solitamente il tasso di mercato prevalente per uno strumento simile emesso da un emittente con un merito di credito (rating) simile. Il tasso applicato non deve essere necessariamente lo stesso per tutte le vendite, ma deve tener conto delle condizioni e del merito di credito dei singoli clienti.

256 Esempio di attualizzazione
Vendita di beni per IVA (20%), termine di pagamento 120 gg, ritardo medio di pagamento 15 gg (dilazione effettiva 135 gg). Tasso di attualizzazione 6% annuo. La vendita avviene il 15 giugno.

257 Possibili semplificazioni
Se i termini di pagamento sono standard o esistono rilevazioni statistiche, è possibile contabilizzare tutto il fatturato come ricavo di vendita e correggerlo globalmente con una rettifica che scorpora il provento finanziario. Per i debiti e crediti a breve per cui non è stato stabilito un tasso d’interesse, è possibile valutarli all’importo della fattura, se l’effetto dell’attualizzazione è irrilevante.

258 Ricavi da servizi I ricavi da servizi si contabilizzano con riferimento al loro avanzamento alla data di bilancio. Le condizioni per la contabilizzazione sono: Il ricavo può essere attendibilmente stimato; Lo stadio di completamente può essere attendibilmente stimato; I costi necessari per completare l’operazione possono essere valutati attendibilmente; I benefici dell’operazione saranno goduti dall’impresa.

259 Percentuale di completamento
Applicando questo metodo i ricavi sono rilevati nel periodo amministrativo in cui i servizi sono prestati. Lo stadio di completamento può essere valutato con vari metodi: valutazioni del lavoro svolto; Servizi resi come percentuale dei servizi che devono essere resi complessivamente; Proporzione tra i costi sostenuti e i costi totali dell’operazione stimati (i pagamenti a stato di avanzamento lavori o gli anticipi ricevuti non riflettono i servizi resi).

260 Contributi pubblici (IAS 20)
Gli aiuti pubblici non devono essere contabilizzati finché non vi è la ragionevole certezza che: l’impresa soddisferà tutti i requisiti richiesti per l’ottenimento del beneficio; l’aiuto sarà ricevuto. Gli aiuti pubblici devono essere imputati al conto economico per correlarli ai costi che intendono compensare. Non possono mai essere contabilizzati direttamente a patrimonio netto. Lo IAS 20 non riguarda le agevolazioni fiscali e la partecipazione pubblica alla proprietà dell’impresa, nonché i contributi per l’agricoltura trattati da uno specifico IAS (41, Attività biologiche).

261 Debiti commerciali IAS n. 39 (fair value degli strumenti finanziari)  Necessaria l’attualizzazione dei debiti commerciali con la contabilizzazione nei costi di importi inferiori a quelli esposti in fattura e la successiva iscrizione di oneri finanziari fino della differenza tra ammontare contabilizzato ed ammontare pagato (principio del fair value). Negli IAS i debiti senza oneri finanziari espliciti debbono essere sempre attualizzati, anche se scadenti entro l’esercizio successivo.

262 Crediti La gran parte dei crediti ricadono nella definizione di attività finanziarie e sono soggetti alle regole di contabilizzazione e valutazione previste dallo IAS 39. Fanno eccezione: crediti per leasing (definiti dallo IAS 17). Risconti attivi (si distinguono per il fatto che il loro saldo non darà luogo ad incassi). La rilevazione dei crediti è al costo, ossia il fair value del corrispettivo da ricevere.

263 Valutazione dei crediti
I crediti di breve durata sui quali non è concordata la maturazione di interessi sono normalmente valutati in base al valore nominale indicato in fattura. Il fair value dei crediti a lungo termine è stabilito attualizzando i futuri flussi di cassa se l’effetto dell’attualizzazione è rilevante. I crediti v/clienti rientrano fra i “crediti e prestiti” (IAS 39).

264 Valutazione dei crediti
Lo IAS 39 stabilisce che i prestiti e crediti sono iscritti la prima volta al fair value e poi valutati con il criterio del costo ammortizzato. Tale metodo prevede il calcolo del tasso d’interesse effettivo, al fine di allocare gli interessi attivi o passivi nel periodo di competenza.

265 Esposizione dei crediti in bilancio
Gli IAS non prescrivono prospetti contabili predefiniti, ma solo informazioni minime. Il paragrafo 68 dello IAS 1 stabilisce che nello stato patrimoniale deve essere inserita una voce denominata “crediti commerciali e altri crediti”. Il contenuto di questa voce può essere ripartito in più voci dello stato patrimoniale oppure la sua composizione può essere descritta nelle note.

266 Perdita di valore dei crediti
L’impresa, ad ogni data di bilancio, deve valutare eventuali perdite di valore. Se tale evidenza esiste, la perdita è pari alla differenza tra il valore contabile dell’attività e il valore attuale dei flussi di cassa futuri stimati. Il valore contabile sarà ridotto direttamente o tramite una posta rettificativa. L’ammontare della perdita dovrà essere iscritta a conto economico.

267 Note al bilancio Le note al bilancio devono contenere tutte le informazioni utili per la comprensione dei ricavi e dei crediti. Non è sufficiente indicare genericamente i principi contabili internazionali, ma si deve dare una sintetica descrizione del principio accompagnata dalle procedure seguite per la contabilizzazione delle operazioni (es. procedura di attualizzazione, metodo adottato per lo stato di avanzamento dei servizi).

268 Note al bilancio Lo IAS 32 stabilisce che le note al bilancio debbano contenere indicazioni che aiutino gli utilizzatori del bilancio nella valutazione della dimensione del rischio correlato alle voci esposte in bilancio. L’informativa è richiesta in modo particolare per: Rischio di prezzo Rischio di credito Rischio di liquidità Rischio sui flussi finanziari


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