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SCRITTURA ESPRESSIVA E BENESSERE Tecnica di regolazione emotiva

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Presentazione sul tema: "SCRITTURA ESPRESSIVA E BENESSERE Tecnica di regolazione emotiva"— Transcript della presentazione:

1 SCRITTURA ESPRESSIVA E BENESSERE Tecnica di regolazione emotiva
Primi studi Risultati positivi Analisi indiretta delle misure fisiologiche Campioni normativi quindi non clinici

2 SISTEMI DI SIGNIFICAZIONE
VOCALE Verbale Paralinguistico Extralinguistico LINGUISTICO Prosodico Qualità vocali NON LINGUISTICO NON VOCALE Cinesico a)Mimica facciale c) Gesti e postura - gesticolazione - pantomima - emblemi - gesti deittici - gesti motori - linguaggio e postura del corpo b) Sguardo direzione durata reciprocità fissazione oculare d) Prossemica e aptica - territorialità - contatto corporeo - distanza spaziale

3 LA PAROLA SCRITTA - Valore della parola
- Peculiarità della scrittura per la specie umana - Importanza della parola in psicologia Nel corso della storia, l’uomo ha costantemente percepito la necessità di strutturare il proprio pensiero entro categorie linguistiche che consentissero l’attribuzione di significato alla propria esperienza. La parola scritta è una delle invenzioni più significative sviluppate a fronte di questo innato bisogno comunicativo e costituisce una conquista decisiva per l’evoluzione della specie umana. Si tratta di una “competenza notazionale” che consente di contraddistinguere l’essere umano rispetto ad ogni altra specie presente sulla Terra (Bara, 1999). Nessun altro organismo vivente, infatti, utilizza strumenti al fine di lasciare una traccia. “Alcune specie di molluschi e insetti lasciano una secrezione che permette loro di ritornare al punto di partenza, e molti animali lasciano una traccia riconoscibile della propria presenza, […] ma questo non è mai realizzato attraverso uno strumento esterno al proprio corpo.” Breuer e Freud furono i primi a condividere l’idea secondo cui attivare la memoria sottoponendo le esperienze negative passate ad un processo di riedizione verbale potesse essere benefico per la salute del soggetto. Nacque così la tecnica terapeutica fondata sulla logica dell’abreazione che la celebre Anna O., denominò significativamente “talking cure” (Breuer, Freud, 1967). L’interesse sul potere espressivo della parola in ambito psicologico è da allora considerevolmente aumentato fino a diventare uno dei capisaldi di molteplici orientamenti terapeutici successivi. Tale successo è cresciuto recentemente a seguito della valorizzazione in ambito clinico delle procedure che si avvalgono dell’utilizzo della parola scritta. Secondo Stern, queste conoscenze implicite non possono essere tradotte a parole. Può accadere per esempio che un paziente descriva in un colloquio clinico i pranzi domenicali con i propri familiari: “Paziente e terapeuta potrebbero passare ore, se non settimane o mesi, a disporre tutto quanto in una forma narrativa coerente e, nonostante i loro sforzi, la loro versione finale rispecchierebbe solo in piccola parte il senso del loro racconto; il resto rimarrebbe comunque implicito” (Stern, 2004, p.97). Freud, Breur (Talking cure) Nietzsche, Stern, Baricco (Conoscere implicito)

4 “Quando esprimi un’idea le dai un ordine che essa in origine non possiede. In qualche modo le devi dare una forma coerente e sintetica e comprensibile dagli altri. Finchè ti limiti a pensarla, essa può rimanere il meraviglioso casino che è. Ma quando decidi di esprimerla inizi a scartare qualcosa, a riassumere un’altra parte, a semplificare questo e tagliare quello, a ordinare il tutto dandogli una certa logica […]. Pensi solamente a renderla più compatta e forte possibile […] e più ti riesce meno ti accorgi che quello che stai facendo in quel momento, è perdere contatto a poco a poco […] dall’origine della tua idea, e questo solo per il misero scopo di esprimerla […]” (Baricco, 2005, pp ). Baricco, City In tale prospettiva si muove anche Kramer, uno dei principali esponenti fondatori dell’arte terapia da lui stesso definita come formulazione autentica della cosiddetta esperienza interiore: “Quella vita interiore che è impossibile raggiungere per mezzo del pensiero discorsivo, perché le sue forme sono incommensurabili con le strutture del linguaggio” (Kramer, 1971).

5 JAMES PENNEBAKER Professor and Chair Department of Psychology The University of Texas Austin

6 EXPRESSIVE WRITING IN COSA CONSISTE?
Sessioni di scrittura da 15 a 30 minuti al giorno, per alcuni giorni consecutivi (generalmente da 3 a 5). Le sessioni di scrittura avvengono in laboratorio senza alcun feedback da parte dei ricercatori. I soggetti vengono casualmente suddivisi in una condizione sperimentale di “Written Emotional Disclosure” (WED) e in una di controllo. Il paradigma prevede la raccolta di dati rispetto ad una o più variabili dipendenti prima (baseline), subito dopo e qualche tempo dopo (follow-up) le sessioni di scrittura. I valori delle variabili di ciascun gruppo e nei diversi tempi considerati vengono poi confrontati per individuare cambiamenti statisticamente significativi determinati dall’intervento di EW. La scrittura espressiva o EW è un intervento di scrittura messo a punto per migliorare il livello di benessere psicofisico attraverso il potenziamento dell’elaborazione emotiva e cognitiva degli eventi. Ciò che accomunava le condizioni era la regola secondo cui, una volta cominciato a scrivere, bisognava continuare senza fermarsi e senza far attenzione né ad ortografia, né a grammatica, né a struttura del periodo. Gli studenti presero molto sul serio il compito di scrivere. Quelli assegnati alla condizione sperimentale scrissero in media 340 parole nei 15 minuti di ognuna delle sessioni giornaliere. Inoltre, lungo i 4 giorni, lo stile espositivo, la grammatica, la sintassi, l’efficacia narrativa, migliorarono moltissimo a indicare l’attivazione di un processo di rielaborazione rispetto agli eventi trattati. Tra gli altri effetti positivi, quello che suscitò il maggior interesse dei ricercatori fu l’aumento di benessere dei soggetti del gruppo sperimentale nel periodo successivo. Gli autori scoprirono che chi aveva scritto riguardo ai propri pensieri e sentimenti diradava in seguito la frequenza delle visite mediche in misura maggiore rispetto ai soggetti che avevano scritto rispetto ad argomenti superficiali. Emerse così in maniera evidente come confrontarsi con le proprie esperienze traumatiche attraverso la parola scritta potesse determinare effetti positivi sullo stato di salute (Pennebaker, Beall, 1986). Questi risultati furono replicati da molteplici indagini successive che testimoniarono il potere della scrittura espressiva in relazione ad una diminuzione nell’utilizzo del sistema medico-sanitario (Cameron, Nicholls, 1998; Francis, Pennebaker, 1992; Greenberg, et al., 1996; Greenberg, Stone, 1992; Pennebaker et al., 1989; Pennebaker, et al., 1990; Pennebaker, Francis, 1996; Richards et al., 1995). Come si nota dai risultati presenti in letteratura, la diminuzione statisticamente significativa del numero di visite mediche rimane, ad oggi, uno degli effetti più consolidati di EW.

7 PRIMA RICERCA (Pennebaker e Beall, 1986)
Trauma-emotion Gruppo di controllo Trauma-fact Trauma-combination Campione di studenti universitari. Questi vennero sottoposti a 4 sessioni di scrittura giornaliere della durata di 15 minuti ciascuna per 4 giorni consecutivi. I partecipanti furono assegnati casualmente a 4 differenti condizioni di scrittura rispetto ad un argomento precedentemente stabilito: ai soggetti del gruppo sperimentale “trauma-emotion” venne richiesto di scrivere riguardo ai propri sentimenti associati ad uno o a più eventi traumatici della propria vita; ai soggetti del gruppo “trauma-fact” fu richiesto di scrivere riguardo ai fatti riguardanti eventi traumatici senza far riferimento ad emozioni e sentimenti; ai soggetti appartenenti al gruppo “trauma-combination” venne richiesto di scrivere riguardo ai propri sentimenti e i fatti in relazione ad eventi traumatici precedenti; per i soggetti appartenenti al gruppo di controllo, infine, la consegna era di scrivere in relazione ad argomenti neutri (la descrizione dell’aula dove si trovavano, oppure quella del loro salotto di casa). Ciò che accomunava le condizioni era la regola secondo cui, una volta cominciato a scrivere, bisognava continuare senza fermarsi e senza far attenzione né ad ortografia, né a grammatica, né a struttura del periodo. Gli studenti presero molto sul serio il compito di scrivere. Quelli assegnati alla condizione sperimentale scrissero in media 340 parole nei 15 minuti di ognuna delle sessioni giornaliere. Inoltre, lungo i 4 giorni, lo stile espositivo, la grammatica, la sintassi, l’efficacia narrativa, migliorarono moltissimo a indicare l’attivazione di un processo di rielaborazione rispetto agli eventi trattati. Tra gli altri effetti positivi, quello che suscitò il maggior interesse dei ricercatori fu l’aumento di benessere dei soggetti del gruppo sperimentale nel periodo successivo. Gli autori scoprirono che chi aveva scritto riguardo ai propri pensieri e sentimenti diradava in seguito la frequenza delle visite mediche in misura maggiore rispetto ai soggetti che avevano scritto rispetto ad argomenti superficiali. Emerse così in maniera evidente come confrontarsi con le proprie esperienze traumatiche attraverso la parola scritta potesse determinare effetti positivi sullo stato di salute (Pennebaker, Beall, 1986). Questi risultati furono replicati da molteplici indagini successive che testimoniarono il potere della scrittura espressiva in relazione ad una diminuzione nell’utilizzo del sistema medico-sanitario (Cameron, Nicholls, 1998; Francis, Pennebaker, 1992; Greenberg, et al., 1996; Greenberg, Stone, 1992; Pennebaker et al., 1989; Pennebaker, et al., 1990; Pennebaker, Francis, 1996; Richards et al., 1995). Come si nota dai risultati presenti in letteratura, la diminuzione statisticamente significativa del numero di visite mediche rimane, ad oggi, uno degli effetti più consolidati di EW. Riduzione significativa del numero di visite mediche nei 6 mesi successivi per i 3 gruppi trauma emotion /combination perché?

8 Teoria dell’inibizione (Pennebaker, 1989)
COME FUNZIONA? Teoria dell’inibizione (Pennebaker, 1989) L’inibizione di pensieri e sentimenti relativi ad un evento stressante è fortemente dannosa. L’espressione di pensieri e sentimenti inibiti può ridurre lo stress e aumentare il benessere psicofisiologico. Basso livello di costrizione effetti positivi (Francis e Pennebaker, 1992) Condizione di trauma immaginario diminuisce le visite mediche (Greenberg et al., 1996) Scrivere rispetto a eventi recenti o non ancora accaduti portava uguali benefici rispetto alla scrittura su traumi passati (Cameron, Nicholls, 1998). La teoria dell’inibizione fu il primo modello sviluppato da Pennebaker (1989). Essa si basa sul concetto freudiano di catarsi e afferma che l’inibizione di pensieri e sentimenti relativi ad un evento stressante è fortemente dannosa. Al contrario, l’espressione di pensieri e sentimenti inibiti può ridurre lo stress e migliorare lo stato di salute fisico e psicofisiologico del soggetto (Frattaroli, 2006). Per questo motivo nei primi studi di EW si chiedeva ai partecipanti di scrivere riguardo a fatti “segreti” che non avevano precedentemente discusso con nessuno. Questo modello teorico si traduce inoltre nella richiesta di lasciarsi andare liberamente all’esplorazione dei propri vissuti senza preoccuparsi di errori grammaticali o di punteggiatura Francis e Pennebaker (1992) mostrarono come i partecipanti con un basso livello di costrizione disposizionale beneficiavano di più rispetto a quelli con alto livello di costrizione. Ciò era contrario alle aspettative del modello teorico in questione in quanto, se l’inibizione è ciò che spiega l’efficacia di EW, si suppone che i soggetti più chiusi beneficino maggiormente di questo tipo di intervento. Greenberg e colleghi (1996) mostrarono come i soggetti assegnati ad una condizione di scrittura rispetto ad un trauma immaginario, presentavano la stessa diminuzione in termini di visite mediche rispetto ai soggetti che dovevano scrivere circa un evento traumatico reale. Fu scoperto inoltre che scrivere di eventi recenti, attuali o addirittura imminenti, portava benefici simili o maggiori rispetto alla scrittura su traumi passati presumibilmente inibiti (Cameron, Nicholls, 1998 Pennebaker e colleghi chiesero ai soggetti perché secondo loro aveva funzionato. Non parlarono di inibizione. Una schiacciante maggioranza non parlò di catarsi né di inibizione, ma sottolineò che la scrittura era stata utile perché aveva permesso di costruire una nuova prospettiva rispetto agli eventi vissuti.

9 Teoria della ristrutturazione cognitiva (Pennebaker, 1989)
COME FUNZIONA? Teoria della ristrutturazione cognitiva (Pennebaker, 1989) La narrazione determina una maggiore comprensione delle proprie esperienze attraverso l’attivazione di processi mentali di rielaborazione. In particolare tanto più le persone modificano il proprio stile di scrittura, quanto più è probabile che migliori il proprio stato di salute (Pennebaker, 2008) Trauma immaginario? (Greenberg et al., 1996) Consegne di scrittura su tematiche positive non traumatiche «Best Possible Self» (King et al., 2001) La scrittura permetterebbe pertanto di riflettere sul proprio passato e di riorganizzare le proprie esperienze entro un contesto dotato di significato i soggetti che avevano tratto più benefici dall’intervento, erano quelli che presentavano un maggior numero di parole di causazione (perché, in ragione di, ecc.) e di insight cognitivo (considerare, capire, conoscere, realizzare, ecc.) nei propri scritti l’atto di attribuire un senso all’evento, organizzando e integrando l’esperienza negativa in uno schema strutturato dalla narrazione, è ciò che rende efficace l’intervento di EW.

10 Teoria dell’autoregolazione (King, 2002)
COME FUNZIONA? Teoria dell’autoregolazione (King, 2002) L’evento traumatico rappresenta un elemento di disturbo del processo di regolazione di sé in quanto diminuisce il livello di self-efficacy del soggetto. Grazie all’EW l’evento stressante diventa maggiormente controllabile e si riducono i vissuti negativi ad esso associati e mostrando miglioramenti nel proprio stato di salute. COME? Direzionando l’attenzione su aspetti differenti Promuovendo la desensibilizzazione Favorendo la rivalutazione cognitiva dell’evento traumatico L’evento traumatico rappresenta un elemento di disturbo del processo di regolazione di sé in quanto diminuisce il livello di self-efficacy del soggetto. L’EW favorirebbe l’esplorazione delle proprie emozioni e l’attribuzione di senso nei confronti dell’evento, permettendo di chiarire i propri obiettivi nei confronti del futuro In questo modo l’evento stressante diventa maggiormente controllabile e si riducono i vissuti negativi ad esso associati e mostrando miglioramenti nel proprio stato di salute. E’ già stato sottolineato come le istruzioni di scrittura siano in grado di direzionare selettivamente l’attenzione nei confronti dei diversi aspetti relativi ad una determinata situazione e alle risposte emozionali che essa suscita (cfr. pp.29). In secondo luogo, secondo questa teoria, l’intervento di scrittura espressiva è in grado di promuovere ciò che Groves e Thompson (1970) definiscono “habituation”; con questo termine si fa riferimento ad una diminuzione nel livello di attivazione in seguito alla stimolazione ripetuta di un determinato evento. Questa ipotesi sembra condivisibile anche considerando i cambiamenti del tono dell’umore nello studio di Smyth e colleghi (1999) effettuato su pazienti con asma e artrite reumatoide. Le sessioni di scrittura infatti, furono associate ad una diminuzione progressiva di umore e vissuti negativi a significare la presenza di un processo di desensibilizzazione crescente rispetto all’argomento traumatico trattato. Il terzo meccanismo di regolazione emotiva attivato dalla scrittura espressiva secondo Lepore e colleghi consiste nella ristrutturazione cognitiva dell’evento traumatico precedentemente teorizzata da Francis e Pennebaker (1993). Atteggiamento di apertura sociale -> maggiore possibilità di ricevere atteggiamenti supportivi

11 COME FUNZIONA? “Due forti conclusioni possono essere compiute relativamente agli effetti positivi della scrittura. Primo, la scrittura espressiva produce benefici sullo stato di salute. Secondo, nessuno sa realmente perché” (King, 2002, p.119). analizzando i numerosi modelli teorici sviluppati per spiegare la relazione tra EW e benessere psicofisiologico del soggetto, nessuno di essi sembra effettivamente convincente. La teoria dell’autoregolazione è forse quella più esauriente e completa, ma non sembra caratterizzata da un’evidenza empirica realmente significativa.

12 EXPRESSIVE WRITING E BENESSERE Variabili fisiologiche
Uno degli obiettivi che i ricercatori si proposero in conseguenza di questo primo studio, fu quello di verificare in maniera approfondita la possibilità di migliorare lo stato di salute dei soggetti attraverso l’intervento di EW. Questo obiettivo nasce dalla convinzione secondo cui i disturbi di ordine mentale possono avere ripercussioni negative sul benessere fisiologico. Sistema immunitario Patologia cronica HIV e Psiconcologia Gravidanza Primi studi Risultati positivi Analisi indiretta delle misure fisiologiche Campioni normativi quindi non clinici

13 Sistema Immunitario Rafforzamento del Sistema Immunitario
Le ricerche presenti in letteratura, hanno preso in considerazione alcuni indicatori del livello di difesa presente nell’organismo quali il numero di mitogeni, di cellule CD4 T-Helper o di cellule Natural Killers (NK) (Esterling et al., 1990, 1993, 1994; O’Cleirigh et al., 2003; Pennebaker et al., 1988, Petrie et al., 1995). I risultati di questi studi hanno evidenziato un miglioramento significativo della risposta ai mitogeni rispetto ai livelli di base e una maggiore concentrazione nel sangue di cellule CD4 per i soggetti del gruppo sperimentale rispetto al gruppo di controllo. Primi studi Risultati positivi Analisi indiretta delle misure fisiologiche Campioni normativi quindi non clinici Rafforzamento del Sistema Immunitario Riduzione Visite Mediche

14 Patologie Croniche Risultati postivi, ma non sempre del tutto soddisfacenti per le seguenti patologie: Asma Artrite reumatoide Fibromialgia Fibrosi cistica (Broderick et al., 2005; Norman et al., 2004; Taylor et al., 2003). Altri studi (Harris et al., 2005; Warner et al., 2006), hanno riportato risultati significativi solo tra i soggetti maggiormente compromessi. Questi risultati sembrano indicare come la scrittura espressiva determini benefici solo in quei soggetti che presentano margini di miglioramento consistenti. Secondo i ricercatori questi risultati sembrano indicare come la scrittura espressiva determini benefici solo in quei soggetti che presentano margini di miglioramento consistenti. Laddove invece, la patologia consente un funzionamento maggiormente accettabile, il soggetto è in grado di rielaborare autonomamente l’esperienza negativa rendendo inutile l’intervento di EW.

15 HIV e Psiconcologia Risultati contrastanti:
Non è stato riscontrato alcun effetto principale in grado di evidenziare un miglioramento psicofisiologico staticamente significativo in seguito a sessioni di WED. Alcuni studi (O’Cleirigh et al., 2003; Rivkin et al., 2006) sottolineano tuttavia l’attivazione di processi di rielaborazione cognitiva che promuovono una reazione maggiormente adattiva nei confronti dell’evento patologico. Campioni esigui Campioni a stadio evolutivo psicologico differente L’utilizzo di campioni esigui riduce il potere statistico e comporta una limitazione della validità esterna in quanto determina una minore generalizzabilità dei risultati. Sono pertanto necessarie ulteriori studi che chiariscano maggiormente gli effetti di EW in relazione a queste patologie.

16 Gravidanza Risultati postivi sorprendenti (Bucci et al., 2005; Cammarata et al., 2005): Più basso livello di dolore percepito al momento del parto Minor tempo di latenza per allettamento Minor numero di visite pediatriche Riduzione di stress e ansia nei primi giorni dopo il parto Questi risultati sono particolarmente interessanti sia perché si tratta di misure obiettive e non di punteggi a questionari autosomministrati, sia perché mostrano un effetto sulla relazione madre/bambino oltre che sul benessere psicologico della madre (Solano, 2007).

17 EXPRESSIVE WRITING E BENESSERE Variabili psicologiche
Gli effetti positivi della scrittura espressiva sembrano più solidi in relazione a variabili fisiologiche che non psicologiche: Risultati accademici Depressione Disturbo Post-traumatico da Stress Primi studi Risultati positivi Analisi indiretta delle misure fisiologiche Campioni normativi quindi non clinici

18 Risultati Accademici Figura 1. Media voti degli esami universitari (Pennebaker, Francis 1996) Gli autori assegnarono casualmente 72 studenti ad una condizione sperimentale con la consegna di scrivere riguardo ai propri pensieri ed emozioni rispetto al loro arrivo al college e ad una di controllo, in cui essi dovevano scegliere un evento o un oggetto da descrivere senza menzionare emozioni, convincimenti né opinioni. i punteggi accademici per i soggetti assegnati alla condizione sperimentale aumentarono dal primo al secondo semestre rispetto a quelli del gruppo di controllo. Anche se la correlazione risultò solo marginalmente significativa, l’effetto considerato risultò nella direzione prevista rispetto alle ipotesi di partenza dei ricercatori. Media voti degli esami universitari al primo anno, prima e dopo l’intervento di scrittura (Pennebaker, Francis 1996) Più elevata probabilità di successo in soggetti in cerca di lavoro (Spera et al., 1994) Maggiore stabilità e qualità comunicativa nelle relazioni affettive significative (Gordon et al., 2004; Slatcher, Pennebaker, 2006).

19 Depressione Effetti positivi:
Diminuzione sintomatologia depressiva -> follow-up a breve distanza (Lepore, 1997; Schoutrop et al., 2002; Sloan, Marx, 2004) Migliori risultati in soggetti con una tendenza all’espressione di sé contenuta e da alti punteggi alla suppression scale del Gross’s emotion regulation questionnaire che misura il livello di soppressione emotiva e cognitiva Primi studi Risultati positivi Analisi indiretta delle misure fisiologiche Campioni normativi quindi non clinici

20 Disturbo Post-Traumatico da Stress
Risultati contrastanti (Bolton et al., 2003, Koopman et al., 2005; Schoutrop et al., 2002) Interapy , intervento di scrittura via Internet altamente strutturato (Lange et al., 2000; Lange et al., 2001; Lange et al., 2003) Si tratta di un intervento di WED effettuato via Internet che consiste nell’assegnazione del soggetto ad una serie di argomenti di scrittura altamente strutturati. Gli ottimi risultati ottenuti dimostrano l’efficacia di questo intervento nel trattare un disturbo complesso e pervasivo come il PTSD attraverso una modalità inusuale e innovativa e meritano pertanto ulteriori approfondimenti.

21 MODERATORI Alessitimia
2) Altri studi (Lumley et al., 2001; Habbal, 1999; Smyth et al., 2002) sottolineano che la scrittura espressiva non può essere utile per i soggetti alessitimici, proprio a causa della loro incapacità di identificare ed esprimere i propri sentimenti. 1) In alcuni studi (Paez et al., 1999; Solano et al., 2003), i soggetti alessitimici hanno ottenuto benefici dall’intervento di EW. A partire da questi risultati, gli autori sostengono che le persone alessitimiche non sono in grado di compiere una rielaborazione autonoma dei propri vissuti emotivi e utilizzano la scrittura espressiva come un’opportunità per riflettere su se stessi entro un contesto sicuro e strutturato (Di Trani, 2007). “Le persone alessitimiche sono più probabilmente confuse dalla semplice istruzione di scrivere o parlare circa un’esperienza stressante, includendo tutti i loro sentimenti. Queste istruzioni vanno al cuore del deficit dell’alessitimia: l’incapacità di capire il proprio stato interno e le cause cognitive che provocano le emozioni, e l’incapacità di esprimere in modo appropriato i propri sentimenti” (Lumley et al., 2002, p.84).

22 MODERATORI Stile di attaccamento
SICURO: EW necessaria solo in relazione ad eventi altamente traumatici. EVITANTE: EW opportunità di rielaborazione di vissuti affettivi altrimenti non affrontati. ANSIOSO-AMBIVALENTE: EW strutturata; consegna che stimoli all’espressione costruttiva dei propri vissuti (focalizzata per esempio sul riappropriarsi del significato di una perdita subita, o sull’individuare elementi positivi in seguito ad una diagnosi di malattia). DISORGANIZZATO: effetti positivi difficilmente riscontrabili. SICURO: I soggetti con attaccamento sicuro possiedono buone capacità di affrontare eventi negativi in maniera autonoma. La scrittura espressiva, in questo caso, potrebbe essere davvero necessaria solo in relazione ad eventi altamente traumatici. EVITANTE: I soggetti con uno stile evitante mettono in atto processi di distanziamento e ritiro del pensiero dalla fonte dello stress. In questi casi, una consegna di scrittura espressiva rappresenta una preziosa opportunità di rielaborazione di vissuti affettivi altrimenti non affrontati. ANSIOSO-AMBIVALENTE: I soggetti con attaccamento ansioso-ambivalente mettono in atto modalità di coping focalizzate sull’emozione in modo rimuginativo e cariche di sfiducia nella proprie capacità. E’ necessaria una consegna che non stimoli il libero sfogo del proprio dolore, ma che guidi questi soggetti all’espressione costruttiva dei propri vissuti (focalizzata per esempio sul riappropriarsi del significato di una perdita subita, o sull’individuare elementi positivi in seguito ad una diagnosi di malattia). DISORGANIZZATO: Per i soggetti con attaccamento disorganizzato, la tecnica della scrittura non sembra in grado di determinare effetti positivi. Si tratta di individui che mostrano una rappresentazione negativa di sé e dell’altro e questo rende difficile avviare un processo di rielaborazione degli eventi traumatici e delle emozioni ad essi legati. Alla luce di tali considerazioni, sembra che i soggetti con attaccamento insicuro-evitante e ansioso ambivalente possano beneficiare maggiormente dalla tecnica di scrittura espressiva. Pur non riuscendo ad alterare lo stile di attaccamento, la scrittura espressiva potrebbe in questi casi innescare quei processi di rielaborazione cognitiva ed emotiva in grado di modificare parzialmente i modelli operativi interni relativi a come questi soggetti percepiscono sé stessi e gli altri Pur non riuscendo ad alterare lo stile di attaccamento, la scrittura espressiva potrebbe in questi casi innescare quei processi di rielaborazione cognitiva ed emotiva in grado di modificare parzialmente i modelli operativi interni relativi a come questi soggetti percepiscono sé stessi e gli altri

23 CONSIDERAZIONI DI EFFICACIA
La più recente indagine di meta-analisi è stata condotta da Frattaroli (2006): Indice di effect size globale r = .075(risulta più contenuto rispetto a quello delle 2 indagini) Maggiore efficacia negli uomini Effetti positivi immediati, ma che decadono nel corso del tempo Maggiore efficacia nelle popolazioni sane La più recente indagine di meta-analisi è stata condotta da Frattaroli (2006) secondo una modalità molto più elaborata e completa delle precedenti. La ricercatrice ha analizzato 146 studi esaminando i moderatori degli effetti dell’intervento di scrittura espressiva, le variabili relative ai soggetti, ai trattamenti e al setting. Gli studi selezionati sono stati raggruppati in 6 categorie diverse: salute psicologica, funzionamento fisiologico, valutazione della salute, comportamenti connessi alla salute, funzionamento generale e impatto soggettivo dell’intervento di scrittura. Secondo i calcoli effettuati, l’indice di effect size globale risulta più contenuto rispetto a quello delle 2 indagini precedenti (r = .075). L’autrice commenta tale risultato sottolineando il fatto che questo studio ha incluso una proporzione molto più ampia di ricerche non pubblicate (il 48%, contro il 23% dello studio di Frisina e colleghi e lo 0% di quello di Smyth). Questi studi tendono ad avere misure dell’effetto più contenute abbassando così il valore generale di effect size. Analizzando i 3 studi di meta-analisi effettuati inoltre, è possibile individuare alcuni elementi riassuntivi. Sembra che EW tenda a determinare effetti maggiormente significativi negli uomini che non nelle donne. Questo dato è spiegato dal fatto che le donne solitamente esprimono maggiormente i vissuti emotivi e cognitivi derivanti dalle proprie esperienze confrontandosi con la propria rete sociale di riferimento (Salander, Hamberg, 2005). Come sottolineato in molte altre ricerche (Revenson et al., 2005; Shumaker, Hill, 1991; Smyth, 1998; Stanton, House, 2000), gli uomini tendono invece ad essere caratterizzati da un livello di comunicazione emotiva minore e questo rende la scrittura espressiva una preziosa opportunità di espressione di sé. Nonostante questi risultati, Frattaroli sottolinea tuttavia la necessità di condurre studi che verifichino con maggior sicurezza il ruolo di questa variabile. Un’ulteriore risultanza comune ai 3 studi di meta-analisi è che gli effetti dell’apertura emotiva scritta non sono immediati e tendono a decadere nel tempo e che, fra soggetti con problemi di carattere medico, EW determini risultati migliori rispetto alla condizione fisica che non a quella psicologica. Un ultimo punto in comune è relativo al fatto che le persone sane e gli studenti universitari tendono a beneficiare maggiormente della scrittura espressiva rispetto alle popolazioni cliniche. Va poi sottolineato che l’indice di r pari a .075 riscontrato da Frattaroli, rende comunque la scrittura espressiva un intervento di grande rilevanza. Esso indica che, dati 100 soggetti assegnati alla condizione di WED e 100 ad una di controllo, il 54% dei soggetti posti nella prima condizione dovrebbe migliorare contro il 46% dei soggetti in quella di controllo (Frattaroli, 2006). Questo resta un dato impressionante se si considera la grande facilità di somministrazione dell’intervento, i costi contenuti, e il buon grado di coinvolgimento con cui esso è solitamente accettato. Si pensi inoltre a quali effetti si potrebbero ottenere integrando le sessioni di scrittura espressiva con l’intervento psicoterapeutico tradizionale. In questo modo la diminuzione della durata dei trattamenti sarebbe considerevole in quanto si riuscirebbe a curare i soggetti in un numero minore di sedute terapeutiche (L’Abate, 2007). Infine si potrebbe ottenere un ulteriore guadagno in termini di efficienza effettuando interventi di EW in un unico ambiente, raggiungendo contemporaneamente un elevato numero di persone con un risparmio in termini di costi molto elevato. Un impiego intelligente di EW comporterebbe una diminuzione importante della domanda di assistenza da parte dei cittadini nei confronti delle strutture pubblico-sanitarie (Smyth, Catley, 2002).

24 CONSIDERAZIONI DI EFFICACIA
Risultati più solidi integrando EW con psicoterapia: - Risparmio di tempo (cura più rapida) - Riparmio di costi (Riduzione domanda nei confronti delle strutture sanitarie) - Maggiore capillarità (Interapy) La più recente indagine di meta-analisi è stata condotta da Frattaroli (2006) secondo una modalità molto più elaborata e completa delle precedenti. La ricercatrice ha analizzato 146 studi esaminando i moderatori degli effetti dell’intervento di scrittura espressiva, le variabili relative ai soggetti, ai trattamenti e al setting. Gli studi selezionati sono stati raggruppati in 6 categorie diverse: salute psicologica, funzionamento fisiologico, valutazione della salute, comportamenti connessi alla salute, funzionamento generale e impatto soggettivo dell’intervento di scrittura. Secondo i calcoli effettuati, l’indice di effect size globale risulta più contenuto rispetto a quello delle 2 indagini precedenti (r = .075). L’autrice commenta tale risultato sottolineando il fatto che questo studio ha incluso una proporzione molto più ampia di ricerche non pubblicate (il 48%, contro il 23% dello studio di Frisina e colleghi e lo 0% di quello di Smyth). Questi studi tendono ad avere misure dell’effetto più contenute abbassando così il valore generale di effect size. Analizzando i 3 studi di meta-analisi effettuati inoltre, è possibile individuare alcuni elementi riassuntivi. Sembra che EW tenda a determinare effetti maggiormente significativi negli uomini che non nelle donne. Questo dato è spiegato dal fatto che le donne solitamente esprimono maggiormente i vissuti emotivi e cognitivi derivanti dalle proprie esperienze confrontandosi con la propria rete sociale di riferimento (Salander, Hamberg, 2005). Come sottolineato in molte altre ricerche (Revenson et al., 2005; Shumaker, Hill, 1991; Smyth, 1998; Stanton, House, 2000), gli uomini tendono invece ad essere caratterizzati da un livello di comunicazione emotiva minore e questo rende la scrittura espressiva una preziosa opportunità di espressione di sé. Nonostante questi risultati, Frattaroli sottolinea tuttavia la necessità di condurre studi che verifichino con maggior sicurezza il ruolo di questa variabile. Un’ulteriore risultanza comune ai 3 studi di meta-analisi è che gli effetti dell’apertura emotiva scritta non sono immediati e tendono a decadere nel tempo e che, fra soggetti con problemi di carattere medico, EW determini risultati migliori rispetto alla condizione fisica che non a quella psicologica. Un ultimo punto in comune è relativo al fatto che le persone sane e gli studenti universitari tendono a beneficiare maggiormente della scrittura espressiva rispetto alle popolazioni cliniche. Va poi sottolineato che l’indice di r pari a .075 riscontrato da Frattaroli, rende comunque la scrittura espressiva un intervento di grande rilevanza. Esso indica che, dati 100 soggetti assegnati alla condizione di WED e 100 ad una di controllo, il 54% dei soggetti posti nella prima condizione dovrebbe migliorare contro il 46% dei soggetti in quella di controllo (Frattaroli, 2006). Questo resta un dato impressionante se si considera la grande facilità di somministrazione dell’intervento, i costi contenuti, e il buon grado di coinvolgimento con cui esso è solitamente accettato. Si pensi inoltre a quali effetti si potrebbero ottenere integrando le sessioni di scrittura espressiva con l’intervento psicoterapeutico tradizionale. In questo modo la diminuzione della durata dei trattamenti sarebbe considerevole in quanto si riuscirebbe a curare i soggetti in un numero minore di sedute terapeutiche (L’Abate, 2007). Infine si potrebbe ottenere un ulteriore guadagno in termini di efficienza effettuando interventi di EW in un unico ambiente, raggiungendo contemporaneamente un elevato numero di persone con un risparmio in termini di costi molto elevato. Un impiego intelligente di EW comporterebbe una diminuzione importante della domanda di assistenza da parte dei cittadini nei confronti delle strutture pubblico-sanitarie (Smyth, Catley, 2002).


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