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quali prospettive di sostenibilità?

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Presentazione sul tema: "quali prospettive di sostenibilità?"— Transcript della presentazione:

1 quali prospettive di sostenibilità?
1 Il welfare del futuro: quali prospettive di sostenibilità? L’innovazione sociale in Piemonte Camera di Commercio di Torino 4 luglio 2014 Marco Riva Coordinatore Finanza e Politiche Pubbliche Fondazione Rosselli

2 Squilibri finanziari e diseguaglianza
2 Ingredienti della crisi mondiale iniziata nel 2008: Boom creditizio (bolla subprime) Lack of Financial Education Il peso della finanza sull’economia reale

3 1% Economia reale VS Mercati finanziari 4.000.000.000.000 $
Fonte: Frankfurter Allgemeine Zeitung Bilanci delle banche in % sul PIL 3 Ammontare di scambi tra valute $ al giorno Ammontare scambi nell'economia reale $ 1%

4 Squilibri finanziari e diseguaglianza
4 Ingredienti della crisi mondiale iniziata nel 2008: Boom creditizio (bolla subprime) Lack of Financial Education Il peso della finanza sull’economia reale Il ritorno dello Stato

5 Crisi e debito pubblico
5 La risposta dei governi alla crisi è stato un massiccio salvataggio del sistema finanziario con fondi pubblici Problemi: Deterioramento dei bilanci pubblici Aumento del debito pubblico La questione dell' “azzardo morale” (moral hazard)

6 La crescita del debito 6

7 La crescita del PIL 7

8 Evoluzione del rapporto debito/PIL
8

9 Squilibri finanziari e diseguaglianza
9 Ingredienti della crisi mondiale iniziata nel 2008: Boom creditizio (bolla subprime) Lack of Financial Education Il peso della finanza sull’economia reale Il ritorno dello Stato La velocità delle trasformazioni

10 La velocità delle trasformazioni
10 Ci sono voluti circa 154 anni per raddoppiare il reddito procapite nell’Inghilterra del 18° secolo (dal 1700 al 1850) Ci sono voluti poco più di 50 per Stati Uniti e Germania della metà del 19° secolo ( ) Ci sono voluti 10 anni alla Corea del XX secolo Dal 2007 al 2010 il reddito procapite delle grandi città cinesi è passato dal 20% di quelle americane al 37%. Nello stesso triennio il reddito procapite delle città latino americane è passato dal 26% al 37% di quello delle città europee

11 Squilibri finanziari e diseguaglianza
11 Ingredienti della crisi mondiale iniziata nel 2008: Boom creditizio (bolla subprime) Lack of Financial Education Il peso della finanza sull’economia reale Il ritorno dello Stato La velocità delle trasformazioni Crescente diseguaglianza nella distribuzione del reddito Impoverimento del ceto medio Crescita dell’indebitamento delle famiglie

12 La distribuzione del reddito e della ricchezza
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13 Il declino del ceto medio
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14 Perché la crisi dell’euro è solo peggiorata di molto
16 luglio 2011 Sull’orlo Perché la crisi dell’euro è solo peggiorata di molto 14

15 1 ottobre 2011 Fino a quando i politici fanno davvero qualcosa per l’economia mondiale … Abbiate paura 15

16 Per favore Sig.ra Merkel, possiamo accendere i motori adesso?
9 giugno 2012 L’economia mondiale Per favore Sig.ra Merkel, possiamo accendere i motori adesso? 16

17 Chi può salvare l’Italia?
16 febbraio 2013 Chi può salvare l’Italia? 17

18 e la generazione perduta
10 settembre 2011 In cerca di lavoro America, Europa e la generazione perduta 18

19 22 gennaio 2011 I ricchi e il resto del mondo 19

20 Un miliardo di sfumature di grigio
26 aprile 2014 Un miliardo di sfumature di grigio 20

21 Perché l’età di pensionamento deve salire
9 aprile 2011 A 70 anni o falliti! Perché l’età di pensionamento deve salire 21

22 La crisi è strutturale Le questioni da affrontare sono molte fra cui:
22 Le questioni da affrontare sono molte fra cui: invecchiamento progressivo dei paesi occidentali scarsità delle risorse distribuzione dei redditi all’interno dei paesi e fra paesi sviluppati e non crescita? La parola crisi, scritta in cinese, è composta di due caratteri. Uno rappresenta il pericolo e l'altro rappresenta l'opportunità. John Fitzgerald Kennedy, Discorso a Indianapolis, 1959

23 Cosa è cambiato? 23

24 + 1 miliardo + 250.000 2 miliardi 10 miliardi 4 miliardi 7 miliardi
Overpopulation 24 + OGNI ANNO 1 miliardo OGGI 1800 1920 2 miliardi 2050 10 miliardi 1920 1960 31 ottobre 2011 4 miliardi 7 miliardi

25 Overpopulation guarda il video
25 guarda il video Una persona nata nel 1950, all’età di 80 anni avrà visto la popolazione mondiale triplicare

26 Overpopulation 26

27 Welfare: è ancora possibile?
27 Il welfare contraddistingue il tessuto culturale e l’architettura istituzionale EU Nasce in Germania circa 100 anni fa: introduzione dell’assicurazione obbligatoria contro la malattia, gli infortuni e la vecchiaia Originariamente viene concepito per rispondere ai problemi posti dalla rivoluzione industriale e dal venir meno delle reti familiari delle società contadine Welfare ha dato notevole contributo allo sviluppo dell’economia europea, garantendo più elevati livelli di benessere, una più equa ripartizione della ricchezza e la formazione di una solida classe media.

28 Alcuni dati... 28 La spesa pubblica per la protezione sociale – che comprende previdenza, sanità e assistenza – assorbe mediamente in Europa il 27% del prodotto lordo, contro il 16% degli Stati Uniti, il 17% del Canada e il 18% del Giappone. Tradotto in termini pro capite, questo significa che l’Europa spende mediamente per ogni abitante il 21% in più degli altri maggiori paesi OCSE.

29 Alcuni dati... 29 13 punti di maggiore pressione fiscale che separano l’Europa dall’economia americana: l’85% di questa differenza è conseguenza delle maggiori spese per le prestazioni assistenziali. Il welfare europeo vale il 58% del welfare mondiale, nonostante gli europei siano solo l’8% della popolazione mondiale.

30 Una spesa insostenibile: sanità
30 Es. assistenza sanitaria, la cui incidenza sul prodotto lordo è quasi triplicata nel corso degli ultimi 50 anni in UE, portandosi vicino alla soglia del 9% del PIL. Fonte: Eurostat Fonte: OCSE 30

31 Una spesa insostenibile: pensioni
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32 3 cause principali Benessere economico Progresso scientifico
32 Benessere economico diversi studi hanno dimostrato che la domanda di assistenza tende a crescere più che proporzionalmente rispetto alla crescita del Pil, esercitando così una pressione via via maggiore sulle finanze pubbliche secondo le stime effettuate dall’OCSE, un incremento dell’1% del reddito pro capite determina in Europa un incremento di oltre un punto percentuale della spesa per la tutela della salute. Progresso scientifico il progresso scientifico e tecnologico ha ampliato notevolmente le possibilità di intervento, in particolare in campo sanitario. La sanità è uno dei pochi settori in cui le innovazioni, consentendo di trattare un numero maggiore di patologie o prestazioni migliori, determinano un aumento, anziché una diminuzione, dei costi medi di produzione. Invecchiamento demografico

33 Invecchiamento demografico
33 La sproporzione tra popolazione europea (8%) e peso del welfare è destinata a crescere: fra 30 anni la popolazione europea rappresenterà solo il 4% di quella globale In EU su 500 milioni di persone solo 75 milioni hanno meno di 25 anni In Italia gli ultrasessantenni sono passati dal 3% degli anni ‘90 al 6% del e arriveranno ad essere il 7% nel 2020 (circa 4,5 milioni di persone) La quota di anziani assistiti in strutture residenziali in Italia è oggi del 2%, contro Belgio al 8,1%, Svezia al 7,5%, la Francia al 6.3 e l’Inghilterra al 5,1% Circa 1/5 degli anziani che vive oggi in famiglia è affetto da gravi disabilità e che oltre il 67% soffre di almeno una patologia cronica Il tutto è aggravato da un contesto che vede famiglie sempre più piccole, che faticano a far scattare il tradizionale sistema di “welfare familiare”

34 Invecchiamento demografico
In Italia l’età media degli uomini è passata da 77,2 nel 2001 a 79,8 nel 2012. In IT ogni 5 anni l’età media aumenta di 1 anno In UE l’età media degli uomini è passata da 74,5 nel 2002 a 77,5 nel 2012 In UE ogni 5 anni l’età media aumenta di 1,5 anni

35 Invecchiamento demografico
35 OCSE: Pension at a glance 2013 35

36 Popolazione inattiva in età 65+ in rapporto agli occupati 15-64
Old dependency ratio 36 Popolazione inattiva in età 65+ in rapporto agli occupati 15-64 (European Commission Ageing Report 2012)

37 Le disabilità in Italia
37 La progressione della disabilità in Italia (Stime Censis, 2010 – 2040)

38 Modelli di welfare 38 il modello socialdemocratico dei paesi scandinavi: universalità delle prestazioni, elevato livello della spesa pubblica e incisività degli effetti redistributivi, dato il rilevante contributo della fiscalità generale alla copertura dei costi; il modello selettivo dei paesi anglosassoni, che prevede l’erogazione dei servizi differenziati sulla base di una verifica delle condizioni economiche e patrimoniali degli utenti; il modello corporativo, tipico dei paesi dell’Europa centrale, centrato sui contributi versati ai fondi e alle casse mutue professionali; il modello mediterraneo, che si caratterizza per il fatto di essere prevalentemente rivolto alla copertura dei rischi connessi con l’invecchiamento e per il minore impatto redistributivo dei programmi.

39 Un mondo che non c’è più... 39 Il welfare è stato concepito in un contesto caratterizzato da: scarsa incidenza della popolazione anziana elevati tassi di sviluppo stabilità dei rapporti di lavoro minore pressione concorrenziale “il sistema di welfare presuppone il superamento di ogni forma di discriminazione, perché la sua esistenza poggia su un patto di solidarietà tra le varie categorie economiche, tra le diverse realtà territoriali, tra le generazioni presenti e quelle future. Patto la cui salvaguardia impone al sistema di adeguarsi alle trasformazioni dell’economia e della società, pena il venir meno della sua funzione originaria: il sostegno a chi si trova davvero in una situazione di bisogno” (Prof. Monorchio)

40 Nuove tensioni sociali
40 tensione tra flessibilità del lavoro richiesta dalle imprese e domanda di prospettive stabili di reddito e occupazione delle persone precarietà del lavoro per i giovani e obsolescenza delle qualifiche per i lavoratori anziani polarizzazione nella distribuzione del reddito e fenomeno dei lavoratori poveri peso crescente che ricade sulla famiglia come ammortizzatore delle cadute di reddito dei suoi componenti difficoltà per i giovani nel formare nuove famiglie stress finanziario sui sistemi pensionistici e sanitari derivante dai processi di invecchiamento problematiche della non autosufficienza che, con l’invecchiamento, investono una quota crescente della popolazione nuovi rischi di povertà che derivano dai fenomeni indicati processi integrazione dell’immigrazione

41 Nuove tensioni sociali
41 Prof.ssa S. Lucciarini, Università La Sapienza

42 Altri due elementi di preoccupazione
42 Proiezione al futuro della spesa L’impatto sulla finanza locale

43 Proiezione della spesa al 2060
Fonte: N. Salerno, Costruire il welfare di domani, in “II Rapporto Finanza Pubblica”, Fondazione Rosselli

44 Proiezione della spesa al 2060
Fonte: N. Salerno, Costruire il welfare di domani, in “II Rapporto Finanza Pubblica”, Fondazione Rosselli

45 Il peso sulla finanza locale
45 Se pensiamo ai servizi offerti che coinvolgono anziani, persone con problemi di salute e/o non autosufficienti, disabili fisici e psichici, bambini, minori, persone in gravi condizioni sociali ed economiche, housing sociale... Il 70% dei servizi è in capo alle amministrazioni comunali. Sul welfare locale pesano i tagli delle fonti di finanziamento statale, che sono stati drastici: le risorse sono passate dai 2,1 miliardi del 2008 ai 0,55 miliardi di euro del 2011 (- 74%),  Totale azzeramento di alcuni fondi (politiche giovanili, inclusione degli immigrati, pari opportunità, non autosufficienza) e la riduzione del Fondo per le politiche sociali, passato da 930 a 43 milioni di euro.   Situazione che a queste condizioni tenderanno ancora ad aggravarsi. Già oggi un anziano che percepisce una pensione media non è in grado di sostenere economicamente la retta di una residenza socio-assistenziale; tra poco meno di cinquant’anni, come stimato da una ricerca dell’Università di Bologna e della Fondazione Unipolis, il 31% degli anziani percepirà una pensione da lavoro inferiore all’assegno sociale (oggi la percentuale è pari all’8%). Terzo settore in grave crisi

46 Utenti dei servizi sociali nell’area metropolitana torinese
Il peso sulla finanza locale 46 Utenti dei servizi sociali nell’area metropolitana torinese Rapporto “Giorgio Rota” 2014

47 Fondi statali di carattere sociale
47 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 Fondo politiche della famiglia 346,5 186,6 185,3 51,5 32 19,8 21,2 21,4 Fondo pari opportunità 64,4 30 3,3 17,2 10,5 10,8 11,6 11,7 Fondo politiche giovanili 137,4 79,8 94,1 12,8 8,2 6,2 6,9 6,7 Fondi infanzia e adolescenza 43,9 40 39,2 39,6 39,4 38,8 Fondo per le politiche sociali 929,3 583,9 435,3 274 70 344 43,3 Fondo non autosufficienti 300 400 275 Fondo affitto 205,6 161,8 143,8 32,9 Fondo inclusione immigrati 100 Fondo servizi infanzia Fondo servizio civile 299,6 171,4 170,3 111 68,8 71,2 76,3 77 TOTALE 2.526 1.757 1.472 538 229 767 199 Fonte: AUSER, VI Rapporto Enti Locali e Terzo settore

48 Il contributo richiesto alle Amministrazioni locali
48 Investimenti fissi lordi per la protezione sociale delle Amministrazioni locali Milioni di euro Elaborazione dati Istat

49 Un sistema che va ripensato...
49 Tagli agli sprechi, non sul disagio delle persone Sussidiarietà

50 Dal Welfare State alla Welfare Society
50 Nella welfare society è l’intera società, e non solo lo stato, che deve farsi carico del benessere dei suoi cittadini. SOCIETA’ CIVILE ECONOMIA STATO Sussidiarietà circolare: interazione tra Stato, mondo economico (imprese) e società civile (con le sue organizzazioni.. volontariato, cooperazione, terzo settore...)

51 Dal Welfare State alla Welfare Society
51 “L’idea della sussidiarietà circolare è tutta qui: le tre sfere devono poter trovare modi di interazione sistematica (cioè non estemporanea) sia nel momento in cui si progettano gli interventi che si ritiene di porre in campo sia per assicurarne la gestione. Il vantaggio di passare alla welfare society sta nella possibilità di superare le due aporie del welfare state. Innanzitutto, con questo modello sarebbe possibile reperire le risorse necessarie dal mondo delle imprese. Quando si dice “mancano le risorse” ci si sta riferendo a quelle pubbliche, non a quelle private, che al contrario, sono ben presenti. Il punto è che sinora nessuno ha pensato di attingere alle risorse provenienti dal mondo delle imprese for profit per incanalarle verso la fornitura di servizi di welfare. In secondo luogo, la presenza dell’ente pubblico diventa fondamentale all’interno di questo meccanismo, in quanto esso deve vigilare per garantire l’universalismo. Il pericolo dell’esclusione di alcuni gruppi sociali dalla fruizione dei servizi deve essere sempre tenuto presente. Il mondo della società civile o terzo settore occupa un posto speciale nella triangolazione in quanto portatore di conoscenze specifiche.” (Stefano Zamagni)

52 Dal Welfare State alla Welfare Society
52 Sussidiarietà significa anche corresponsabilizzazione dei cittadini e delle forze della società civile “La Pubblica Amministrazione non può più avere il monopolio decisionale sugli interventi, deve agire invece da regolatore intelligente, guidando sistemi decisionali complessi in cui operatori, e soprattutto cittadini-utenti, sappiano (e debbano) giocare la loro parte: il pubblico deve passare da erogatore dei servizi (diretto od indiretto) ad abilitatore, da programmatore dei servizi a controllore e valutatore, da finanziatore esclusivo e condizionante a moltiplicatore delle risorse private secondo logiche di meritocrazia.” (Marco Nicolai)

53 Un sistema che va ripensato...
53 Tagli agli sprechi, non sul disagio delle persone Sussidiarietà Innovazione del terzo settore: smart city

54 Innovazione del terzo settore
54 La Commissione Europea ha stimato che "l'economia sociale rappresenta il 10% di tutte le imprese europee, vale a dire 2 milioni di imprese o il 6% dei posti di lavoro totali" In Italia dall’ultimo censimento risulta che il no profit sia raddoppiato passando da circa 235 mila enti del 2001 ai 470 mila del 2011.

55 Innovazione del terzo settore
55 Per il 2013 come prevede l’andamento delle entrate derivanti da contributi, convenzioni, rapporti con la Pubblica Amministrazione? Campione: 250 cooperative sociali associazioni Osservatorio Ubibanca su Finanza e Terzo Settore

56 Innovazione del terzo settore
56 Ritiene che l’ìndebitamento con le banche nei prossimi tre anni: Campione: 250 cooperative sociali associazioni Osservatorio Ubibanca su Finanza e Terzo Settore

57 Innovazione del terzo settore
57 Perché è così difficile fare innovazione? Servono capitali Servono idee Servono alleanze Servono professionalità Serve governance Servono persone

58 Un sistema che va ripensato...
58 Tagli agli sprechi, non sul disagio delle persone Sussidiarietà Innovazione del terzo settore: smart city Governance enti locali

59 Governance e regole 59 Governance e quadro regolatorio degli enti locali devono essere ripensati come condizioni o leve abilitanti l’innovazione anche in campo welfare: regole del Patto di Stabilità interno organi di vigilanza e di controllo l’ adeguatezza organizzativa e professionale dei soggetti pubblici (attività di funding) problematiche relative alla strutturazione di partnership tra contesto privato e pubblico progettazione di sistemi di supporto alle decisioni (DSS).

60 Governance e regole 60 Elaborazione di

61 Un sistema che va ripensato...
61 Tagli agli sprechi, non sul disagio delle persone Sussidiarietà Innovazione del terzo settore: smart city Governance enti locali Finanza innovativa

62 Social Investment Package
62 Nel settore sociale, gli Stati membri non fanno sufficientemente ricorso a formule di finanziamento innovative, anche facendo appello al settore privato e all'ingegneria finanziaria mediante strumenti come la microfinanza, le garanzie sostenute da politiche e alle obbligazioni di investimenti sociali, che dovrebbero permettere di realizzare economie di bilancio. Social Investment Package, COM 2013/83 del

63 Social Investment Package
63 Stimolare il finanziamento degli investimenti sociali: attraverso i fondi strutturali, in particolare l'FSE, ma potendo essere usati nuovi strumenti di finanziamento che dovrebbero essere sfruttati per facilitare il risanamento di bilancio mediante un maggiore coinvolgimento dei finanziamenti privati Favorire l'accesso delle imprese sociali al finanziamento – I fondi per l'imprenditoria sociale europea: le imprese sociali devono poter accedere più facilmente ai fondi privati, che contribuiscono al finanziamento delle loro attività e permettono loro di svilupparsi Studiare le possibilità di ricorrere a nuovi strumenti finanziari: nel settore degli investimenti sociali, i finanziamenti innovativi provenienti dal settore privato e dal terzo settore sono indispensabili per integrare lo sforzo pubblico Obbligazioni a impatto sociale: le obbligazioni a impatto sociale, che favoriscono la partecipazione di capitali privati al finanziamento di programmi sociali in cambio di vantaggi finanziari ottenuti presso il settore pubblico se il programma ottiene risultati sociali positivi, sono piste da esplorare tra le altre

64 ...dal fondo perduto a prodotti revolving...
64 schemi di partenariato pubblico-privato (PPP) e project finance (PF) imposte di scopo leasing o contratti assimilabili emissioni obbligazionarie di Stato, Regioni, Province e Comuni e/o project bond fondi immobiliari fondi infrastrutturali fondi di private equity microcredito cloud o crowd funding schemi alternativi di utilizzo dei fondi strutturali della Commissione europea (smart city) Social impact bond

65 Alcuni esempi: PPP in sanità
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66 Alcuni esempi: CrowdFunding
66 Logica bottom-up, con coinvolgimento dei cittadini per il sostegno di progetti a forte valenza sociale per il territorio 4 modelli: donation c.f., reward c.f., lending c.f., equity c.f. A oggi esistono 450 piattaforme di crowdfunding in tutto il mondo, di cui 191 negli Stati Uniti, 44 in UK, oltre 100 nel resto dell’Europa, in Italia 22. Si stima che la raccolta di fondi tramite crowdfunding abbia raggiunto i 3 miliardi di dollari nel 2012 nel mondo. in Italia sono stati proposti circa progetti, pubblicati quasi , di cui il 28% con esito positivo. Il valore dei progetti finanziati si attesta attorno ai 13 milioni di euro.

67 Alcuni esempi: Venture Philanthropy
67 Elevato coinvolgimento | Creazione di una stretta relazione organizzativa tra ricevente e VP. Rafforzamento delle capacità organizzativa | Garantire una base operativa solida finanziando costi operativi e non singoli progetti. Strumenti finanziari ad-hoc | Ricorrere all’utilizzo di diversi strumenti finanziari, finanziamenti, bandi, capitale di debito o di equity, a seconda della necessità dell’organizzazione. Supporto non-finanziario | Fornire servizi a valore aggiunto come supporto in fase di pianificazione strategica e gestionale. Coinvolgimento all’interno di reti | Agevolare l’accesso a reti che possono rappresentare un valore aggiunto e complementare all’organizzazione. Performance measurement | Promuovere l’adozione di strumenti di business planning, di risultati misurabili, del raggiungimento di traguardi, di contabilità finanziaria e di trasparenza organizzativa. (Buckland et al., 2013)

68 Alcuni esempi: Social Impact Accelerator
68 SIA è il primo partenariato pubblico-privato paneuropeo a sostegno finanziario delle imprese sociali, lanciato nel maggio del 2013. Nasce su iniziativa di BEI (Banca europea per gli investimenti) e FEI (Fondo europeo per gli investimenti). Si tratta di un’iniziativa pilota che si propone di affrontare il crescente bisogno di disponibilità di capitale per sostenere le imprese sociali. Si configura come un fondo di fondi e si propone di mobilitare un importo iniziale di 60 milioni di euro di capitali per investimenti in fondi di impatto sociale. Crédit Coopératif e Deutsche Bank si sono uniti al gruppo BEI - FEI dando vita a una partnership pubblico-privato nel settore.

69 Le attività delle Regioni: alcuni esempi
LOMBARDIA Fondo Jeremie FSE 69 VALLE D’AOSTA Prestiti sociali d’onore VENETO Fondo capitalizzazione cooperative EMILIA ROM. Fondo rotativo FonCooper PIEMONTE Fondo rotativo cooperative MARCHE Prestito d’onore regionale ABRUZZO Fondo microcredito FSE LIGURIA Prestito sull’onore UMBRIA Fondo microcredito MOLISE European Progress Microfinance TOSCANA Garanzia Giovani Toscana FSE PUGLIA NIDI – Nuove iniziative di impresa LAZIO Fondo microcredito CAMPANIA Fondo microcredito FSE BASILICATA Fondo di sostegno e garanzia FSE SARDEGNA Fondo microcredito FSE SICILIA Microcredito famiglie siciliane CALABRIA Fondo Garanzia Occupazione

70 ...dal fondo perduto a prodotti revolving: punti di forza
70 Garantiscono un effetto di rotatività e quindi la sostenibilità nel medio-lungo periodo Possono essere modulati sulla base di un effetto leva finanziaria più o meno elevato (e quindi di addizionalità di risorse) rispetto alla tipologia di target e di fallimento di mercato Garantiscono un effetto leva professionale mutuando competenze dagli intermediari finanziari

71 ...dal fondo perduto a prodotti revolving: criticità
71 Gap di competenze tecniche e di conoscenza Inadeguata programmazione degli interventi Troppa attenzione all’innovazione dello strumento finanziario invece che all’innovazione dell’iniziativa finanziata Tiraggio finanziario contenuto esito di un matching tra domanda e offerta inadeguato Tempi d’ingaggio dei partner privati lunghi e modalità di contrattualizzazione rigide Risk sharing poco performante Frammentazione e parcellizzazione delle iniziative: diseconomie e perdita delle economie di scala Scarso coordinamento istituzionale tra livello nazionale e livello locale Complessità e poche certezze del quadro regolamentare

72 Coordinatore Finanza e Politiche Pubbliche
Grazie 72 Marco Riva Coordinatore Finanza e Politiche Pubbliche


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