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IL MISTERO DELLA REDENZIONE

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Presentazione sul tema: "IL MISTERO DELLA REDENZIONE"— Transcript della presentazione:

1 IL MISTERO DELLA REDENZIONE
CRISTOLOGIA 5 lezione IL MISTERO DELLA REDENZIONE

2 Gesù è. il Figlio di Dio fatto uomo e,allo stesso tempo,
Gesù è il Figlio di Dio fatto uomo e,allo stesso tempo, il Salvatore atteso. Il fine della sua venuta nel mondo, la ragion d’essere di tutta la sua vita, è proprio la salvezza degli uomini: «Dio ha mandato il suo Figlio unigenito nel mondo, perché noi avessimo la vita per lui» (1 Gv 4,9); e così lo confessiamo nel simbolo della fede: «per noi e per la nostra salvezza discese dal cielo».

3 Cosa intendiamo con REDENZIONE?
In quanto esseri umani, noi tutti sperimentiamo la lacerazione tra il desiderio di vita e di felicità, e l’esperienza d’insoddisfazione e di sofferenza. Per questo, l’umanità cerca di superare questa sua condizione dolorosa, nutre una grande speranza di liberarsi dal male, così come anche aspira a raggiungere la pienezza di vita e di felicità. Gli uomini, pertanto, hanno tentato in ogni tempo varie soluzioni per liberarsi del male che li affligge.

4 Tra i tentativi umani di salvezza annoveriamo le diverse religioni mondiali (per es. l’induismo, il buddismo, ecc.), che hanno preteso dare una spiegazione del male presente nell’uomo, proponendo diverse vie per liberarsene. Hanno ritenuto che l’origine del male stesse nell’ignoranza spirituale o nei desideri umani non soddisfatti, ecc.

5 Hanno proposto formule per superare il male attraverso le opere buone, la contemplazione spirituale, il dominio di sé, il tentativo di appagare ogni desiderio e di liberarsi di questo mondo, ecc.. In modo simile, il pensiero razionalista, dominante in questi ultimi secoli, afferma l’indipendenza dell’uomo da Dio, sostenendo che l’uomo può conseguire da solo la sua pienezza e riponendo la speranza di liberarsi da tutti i mali nella cultura, nella scienza, nella tecnica o nel progresso sociale.

6 Il destino dell’uomo e l’origine dei mali di cui soffre

7 Il destino dell’uomo e l’origine dei mali di cui soffre
Dio crea l'uomo e la donna "a immagine e somiglianza di Dio" (Gn 1, 26). Questa decisione può essere qualificata come: NUOVA Non come mero sviluppo deterministico -"la terra produca germogli" (Gn 1, 11)- o spontaneo -"le acque brulichino di essere viventi" (Gn 1, 20)- dei fatti precedentemente accaduti. RIFLESSIVA “Facciamo l’uomo…” (Gn 1, 26). Il testo sacro pone in risalto la solennità del momento, in cui pare che Dio si soffermi a riflettere e a progettare con cura quello che stà per fare: l’uomo. ORIGINALE Non sarà alcuna realtà creata a generare l'uomo e la donna, bensì Dio stesso, operando in maniera diretta e senza intermediari, però servendosi di una materia preesistente (Gn 2,7 e 2, 21-22).

8 Il destino dell’uomo e l’origine dei mali di cui soffre
Ma soprattutto la Scrittura presenta l'esistenza di uno stato di vicinanza con Dio e di armonia con il creato che accompagnava la collocazione del primo uomo e della prima donna "nell'intimità del loro Creatore". Dio non si è limitato a dare all'uomo una natura a immagine e somiglianza della Sua, ma l'ha innalzato a un'ordine soprannaturale.

9 Il destino dell’uomo e l’origine dei mali di cui soffre
Soprannaturale non significa qualcosa che si sovrappone estrinsecamente alla natura: quasi come un abito esterno, che si toglie e si mette, e che farebbe del cristianesino una realtà giustapposta alla storia degli uomini.

10 Il destino dell’uomo e l’origine dei mali di cui soffre
Dio non poteva porre la sua vita intima come sussistente-fuori-di-sé, e in tal senso si dice che Dio è incomunicabile, perché la comunicazione sostanziale della divinità si attua solo nell'intimo delle processioni trinitarie. Ma poteva e ha voluto creare degli esseri spirituali capaci di conoscerlo e di amarlo, introducendoli nella sua vita intima.

11 Il destino dell’uomo e l’origine dei mali di cui soffre
Nessuna creatura può per sua natura essere partecipe della divinità, ma Dio può rendere la creatura spirituale partecipe della propria vita intima, senza distruggere la natura, ma portandola al di là delle sue possibilità fino a introdurla nella propria intimità.

12 Il destino dell’uomo e l’origine dei mali di cui soffre
Sono su due piani diversi (naturale e soprannaturale), ma uniti: no sussistono in maniera autonoma e separata. Perché sono diversi, il piano soprannaturale non si può spiegare con nessuna delle categorie usate dai filosofi, ma implica una ri-creazione: ricevere un nuovo essere per un intervento diretto di Dio simile alla creazione. Contadina sbucciando patate Vicent van Gogh (1885)

13 Il destino dell’uomo e l’origine dei mali di cui soffre
Mediante questa ri-creazione… Dio si rende presente in modo nuovo nell'anima: per l'inabitazione della Trinità, che implica le missioni differenziate del Figlio e dello Spirito Santo. Siamo figli di Dio in Cristo per opera dello Spirito Santo. E se siamo figli, siamo anche eredi. Le nostre potenze operative -in particolare intelletto e volontà- acquisiscono la capacità di operare in conformità a quella via nuova (virtù infuse e doni dello Spirito Santo).

14 Il destino dell’uomo e l’origine dei mali di cui soffre
Questa ri-CREAZIONE o ri-generazione -avvenga essa mediante il sacramento o in altro modo- implica ed esige un intervento diretto di Dio. SOLO DIO PUÒ DEIFICARE. Questa condizione delle origini è definitivamente perduta. Cristo è venuto a ristabilire l'iniziale amicizia con Dio, ma non a renderci l'innocenza né l'immunità dal dolore e dalla morte.

15 Il destino dell’uomo e l’origine dei mali di cui soffre
Dal peccato originale… la natura umana rimase ferita, benchè non corrotta (perché conserva la sua più profonda inclinazione a Dio) ogni essere umano nasce privato dell'amicizia con Dio e con inclinazione al peccato con le sue uniche forze non solo non può accedere all'intimità con Dio, ma non può neppure vivere in modo pienamente conforme alla dignità umana.

16 Il destino dell’uomo e l’origine dei mali di cui soffre
Immediatamente dopo aver rotto l'originaria alleanza col suo Creatore, l'uomo ha ricevuto la promessa della Redenzione: “Io porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno”. (Gn, 3, 15) Dio non ha abbandonato il suo progetto di condurre l'uomo a un fine soprannaturale; al contrario, gli ha offerto la salvezza nel corso della storia per diverse vie, finchè, giunta la pienezza dei tempi, ha inviato suo Figlio perché instaurasse la nuova e definitiva Alleanza, con l'incarnazione e la morte in Croce.

17 Sintesi teologica del mistero della salvezza
La salvezza dell’uomo nasce dall’amore misericordioso di Dio. La redenzione è, innanzi tutto, un intervento discendente e misericordioso di Dio nella storia umana:«Dio dimostra il suo amore per noi perché, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi» (Rm 5,8). La salvezza segue anche all’ordine della giustizia divina. Il valore salvifico della vita e morte di Cristo si presenta frequentemente nella Sacra Scrittura sotto l’immagine di un riscatto o di una redenzione che ci libera dalla schiavitù del peccato: «Siete stati riscattati ….non con beni corruttibili, argento od oro, ma col sangue prezioso di Cristo» (1 Pt 1,18-19).

18 Sintesi teologica del mistero della salvezza

19 Sintesi teologica del mistero della salvezza
«C’è una sola economia salvifica di Dio Uno e Trino, realizzata nel mistero dell’incarnazione, morte risurrezione del Figlio di Dio, attuata con la cooperazione dello Spirito santo ed estesa nella sua portata salvifica all’intera umanità e all’universo» (Congregazione per la dottrina della fede, Dichiarazione “Dominus Iesus”, n.12) La salvezza dunque è: Dono di Dio Padre Opera del Figlio di Dio Con la cooperazione dello Spirito Santo

20 Sintesi teologica del mistero della salvezza
La Sacra Scrittura e la teologia, a causa della trascendenza del divino, usano immagini e concetti umani, applicandoli a Dio in ragione di una certa similitudine. In questi casi dobbiamo capire bene il senso con cui li attribuiamo a Dio, perché si usano solo secondo analogia e non in un significato univoco. Per questo motivo, nell’interpretare tali espressioni, certamente legittime, non possiamo lasciarci influenzare da impressioni immediate troppo umane, che ci conducono a trarre conseguenze sbagliate: non possiamo rappresentarci Dio in modo umano, non essendo Lui come noi. Per esempio, i concetti che esprimono una certa imperfezione sono attribuiti a Dio non in senso proprio ma solo in senso figurato.

21 Sintesi teologica del mistero della salvezza
Nel nostro caso è particolarmente necessario capire il senso delle espressioni impiegate, poiché la soteriologia per illustrare l’opera di Cristo si serve di diverse metafore e di esempi presi dalle relazioni umane (ad es.: offesa, perdono; castigo, soddisfazione; schiavitù, riscatto; inimicizia, riconciliazione; ecc.). In realtà, nel tempo ci sono state spiegazioni inadeguate della redenzione, aventi come base una concezione molto umana di Dio e del rapporto tra Lui e gli uomini; per esempio, quando l’opera redentrice di Cristo è presentata in termini di compensazione a Dio a causa del male arrecatogli con il peccato, o come castigo per i nostri peccati . Cercheremo, pertanto, di chiarire ora alcuni concetti.

22 Sintesi teologica del mistero della salvezza
Il peccato è un atto disordinato della nostra volontà che ci separa da Dio; è un male che è in noi, non è un male inferto a Dio in sé stesso. Affermando, quindi, in modo analogico che è «un’offesa o un insulto» a Dio, significhiamo che il peccato è un’azione ingiusta, che per il nostro sentire ha una somiglianza con quelle azioni che offendono o insultano un altro uomo; non significhiamo però che Dio abbia sofferto una qualche diminuzione, o che gli sia stata causata una qualche pena o che ne sia stata diminuita la felicità.

23 Sintesi teologica del mistero della salvezza
La riparazione del peccato consiste nella conversione dell’uomo a Dio mediante la grazia che lo unisce a Dio, che elimina la sua separazione da Dio (la colpa) e i castighi che il peccato porta con sé (la pena). Quando, quindi, ci esprimiamo in modo analogico di «soddisfazione» del peccato o di «risarcimento», significhiamo che per la completa riparazione del peccato sono richieste certe azioni dell’uomo, così com’è d’uso tra gli uomini per il perdono di un’offesa; non significhiamo, però, che tali azioni consistano nell’offrire a Dio una compensazione adeguata per restaurare il bene divino diminuito dal peccato o da un male a Lui inferto. Infatti, cosa potrebbe dare l’uomo a Dio che non abbia ricevuto da Lui? (cfr 1 Cor 4,7; Rm 11,35).

24 Sintesi teologica del mistero della salvezza
In base a questo, ci sono alcune interpretazioni storiche della redenzione, incomplete o erronee: I diritti del demonio L’interpretazione giuridica di Sant’Anselmo di Canterbury La redenzione come insegnamento per via di esempio, in Pietro Abelardo La redenzione come sostituzione della pena, secondo i riformatori protestanti Spiegazioni autonomiste e naturaliste nate dal soggettivismo moderno

25 Sintesi teologica del mistero della salvezza
Dio ha voluto nella sua libertà che l’uomo, com’è giusto, fosse coinvolto nella salvezza, che facesse qualcosa da parte sua. Secondo il progetto divino, l’uomo, per liberarsi del peccato commesso, deve pentirsene e restaurare il disordine con questo introdotto; questa è la «soddisfazione» richiesta.

26 Sintesi teologica del mistero della salvezza
Se Dio avesse stabilito una Nuova Alleanza con il genere umano senza un’azione propria dell’uomo, non avrebbe agito con giustizia ma al di là di essa, guidato solo dalla sua misericordia. Per gli uomini, invece, essendo più onorevole ottenere la liberazione come qualcosa guadagnata da sé stessi che riceverla soltanto come dono, Dio ci ha dato suo Figlio per soddisfare e meritare per noi. La misericordia unita alla giustizia divina brilla quindi ancora di più, in quanto non solo ci libera gratuitamente, ma allo stesso tempo lo fa nel modo più conveniente e degno per noi .

27 Gesù Cristo, Mediatore della Nuova Alleanza

28 Gesù Cristo, Mediatore della Nuova Alleanza
Mediatore è il nome di una funzione, propria di chi fa da intermediario fra persone separate al fine di riconciliarle o di riunirle in qualche modo. La Sacra Scrittura chiama mediatori i Patriarchi, Mosè (cfr Dt 5,5) e altre persone, tutti inviati da Dio per stabilire l’alleanza fra Lui e il suo popolo, o per riaffermarla, ovvero ancora per ristabilirla se infranta. Nell’economia divina, procedente dalla benevolenza e dall’auto comunicazione di Dio agli uomini, i mediatori non sono i rappresentanti del popolo innanzi al Signore, ma i rappresentanti di Dio, che si serve di alcuni, scelti come strumenti, ai quali conferisce speciali doni e autorità su gli altri uomini. L’alleanza e la salvezza vengono dall’alto, dal cielo: non sono opera umana.

29 Gesù Cristo, Mediatore della Nuova Alleanza
Mediatore fra Dio e gli uomini di una Nuova ed eterna Alleanza E’ l’unico mediatore E’ mediatore in quanto uomo Media come Sacerdote, Maestro e Pastore Capo del genere umano: solidale e rappresentante di tutti gli uomini

30 Gesù Cristo, Mediatore della Nuova Alleanza
Mediatore fra Dio e gli uomini di una Nuova ed eterna Alleanza Le precedenti alleanze fra Dio e l’umanità erano parziali e imperfette poiché non rendevano partecipi gli uomini dell’intimità divina, né avevano il potere di togliere il peccato. La mediazione di Cristo non consiste nella sola opera compiuta sulla terra, ma comprende anche quella realizzata in Cielo: è il Mediatore dell’Alleanza eterna e definitiva, che comincia in questo mondo e continuerà in modo perfetto per l’eternità.

31 Gesù Cristo, Mediatore della Nuova Alleanza
E’ l’unico mediatore Come Egli diceva: «Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me» (Gv 14,6). «Uno solo, infatti, è Dio e uno solo il mediatore fra Dio e gli uomini, l’uomo Gesù Cristo, che ha dato sé stesso in riscatto per tutti» (1 Tm 2,5-6) . Vi sono altri mediatori fra Dio e gli uomini, subordinati però a Cristo, essendo solo partecipi della sua mediazione. In senso subordinato, quindi, abbiamo altri mediatori ma in grado diverso: prima fra tutti, la Vergine Maria, Mediatrice di tutte le grazie; poi, gli angeli, i santi, i sacerdoti, i genitori, ecc. Tutti i cristiani devono essere mediatori in Cristo Gesù: devono essere suoi strumenti per la salvezza degli altri e per condurli all’unione con il Salvatore.

32 Gesù Cristo, Mediatore della Nuova Alleanza


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