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Il quadro della valutazione in Europa e in Italia

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Presentazione sul tema: "Il quadro della valutazione in Europa e in Italia"— Transcript della presentazione:

1 Il quadro della valutazione in Europa e in Italia
Daniele Pitturelli Pavia – 20 marzo 2007

2 Perché valutare? Valutare la qualità del servizio è una condizione per il miglioramento di un sistema educativo La valutazione di un sistema scolastico facilita confronti tra situazioni comparabili e sollecita una emulazione tra le scuole Il sistema di valutazione si configura come un servizio agli operatori della scuola dell’autonomia

3 Per chi valutare? L’attività di valutazione rappresenta uno strumento di gestione strategica del sistema scolastico. Gli esiti della valutazione sono essenziali per migliorare - a livello centrale e periferico - la qualità di un sistema di istruzione basato sulla autonomia delle scuole.

4 In particolare, i risultati della valutazione interessano:
Le informazioni sugli esiti della valutazione sono indispensabili, a livello centrale e locale, per monitorare la qualità del servizio scolastico - nel suo complesso e nelle sue articolazioni - e per accompagnare i conseguenti interventi di riforma e di correzione. chi ha il compito di governare il sistema

5 Le informazioni sugli esiti della valutazione divengono strumenti utili ai dirigenti scolastici, ai docenti e al personale ATA per migliorare il proprio profilo professionale. Le scuole dell’autonomia sono infatti sollecitate a inediti rapporti interistituzionali, fondati su una trasparenza e una integrazione progettuale che richiedono apertura al territorio, scambi di informazioni e di esperienze, disponibilità al confronto e alla collaborazione; chi opera all’interno delle scuole

6 Le informazioni sugli esiti della valutazione interessano direttamente le famiglie e gli studenti per poter confrontare i risultati delle scuole ragionevolmente comparabili. Le informazioni sugli esiti della valutazione interessano direttamente i potenziali utenti, che disporrebbero di uno strumento in più per giudicare la qualità della scuola e, laddove possibile, per poter scegliere quella più conforme ai propri desideri. chi fruisce del servizio

7 Cosa valutare? l’efficacia del sistema nel suo complesso, anche in confronto a quello di altri paesi; la qualità delle singole scuole; gli apprendimenti degli studenti; la professionalità degli operatori scolastici. …ma è evidente la loro stretta interdipendenza.. Gli ambiti della valutazione sono diversi e possono così riassumersi:

8 Un sistema di valutazione nazionale si fonda su uno schema integrato di diversi approcci valutativi per consentire analisi e diagnosi affidabili : al Ministro, all’amministrazione centrale e alle scuole

9 Un sistema nazionale di valutazione del servizio scolastico potrebbe pervenire, attraverso un approccio sistemico e procedure integrate, ai seguenti obiettivi: 1) accertare quanto succede, identificando punti forti e punti deboli; 2) stabilire se il livello delle risorse disponibili è adeguato e se esse vengono impiegate al meglio;

10 3) valorizzare, coinvolgere e responsabilizzare gli individui, i gruppi e i sistemi;
4) determinare cosa deve essere cambiato e poi verificare se il cambiamento ha prodotto effetti positivi.

11 Attraverso la valutazione è possibile
Capire se si sta rispondendo ai bisogni dell’utenza Identificare le priorità nell’uso delle risorse interne Valorizzare la responsabilità individuale Dimostrare che gli investimenti richiesti per la formazione sono giustificati

12 Ognuno di questi obiettivi richiede di essere affrontato con metodologia specifica, ma
l’obiettivo fondamentale sarebbe quello di accumulare dati e informazioni che, opportunamente analizzati e interpretati, consentano decisioni idonee a migliorare l’efficacia e l’efficienza del sistema scolastico.

13 Per valutazione del sistema nel suo complesso si intende la raccolta e l’analisi dei dati relativi ai principali fenomeni che riguardano l’organizzazione scolastica, in modo da ricostruire una visione di insieme non solo dei risultati ottenuti, ma anche delle risorse utilizzate e dei principali processi messi in moto. Allo scopo di facilitare la lettura dei fenomeni e il loro andamento, i dati per la valutazione di sistema vengono spesso presentati sotto forma di indicatori, che permettono confronti più agevoli sia tra i diversi anni, sia tra i diversi sistemi o tra le diverse parti del sistema.

14 GLI INDICATORI DI QUALITA’ ( Ocse-Ceri)
“Sono dispositivi di allarme che forniscono informazioni sulla qualità di funzionamento del sistema scolastico” Assolvono due funzioni: accertare il regolare funzionamento del servizio segnalare eventuali disfunzioni che si possono verificare

15 Esempi di Indicatori RESPONSABILITA’
Modalità e strumenti di informazione all’utenza sul POF Presenza di forme di verifica specifiche sul POF e di gradimento da parte dell’utenza Funzioni tecnico gestionali ( Staff, F/O) Soggetti che hanno elaborato il POF o hanno hanno collaborato alla sua stesura; Formazione del personale coerente con gli obiettivi del POF INTEGRAZIONE Forme di collaborazione con Enti Locali e territorio Reti di scuole progetti di continuità e di accoglienza; Iniziative di formazione per gli adulti

16 FLESSIBILITA’ DELLA DIDATTICA ORDINARIA
Articolazione del curricolo (nazionale/locale, utilizzo riduzione del 15% (ora 20%) , quadrimestralizzazione); articolazione flessibile del gruppo classe: n. medio ore settimanali Iniziative di orientamento scolastico e professionale Forme di compresenza degli insegnanti Iniziative di continuità Presenza di offerte opzionali collaborazione con la formazione professionale e l’obbligo formativo rapporti con aziende e forme di alternanza scuola/lavoro Partecipazione a progetti e iniziative territoriali

17 Le esperienze europee Diversi paesi predispongono ogni anno un Rapporto sull’evoluzione del loro sistema, basato sulla raccolta e sul confronto di indicatori In Francia viene predisposto ogni anno un Rapporto sulla scuola, dal titolo L’état de l’école. Il Rapporto riguarda l’intero mondo dell’istruzione, dalla materna alla superiore fino alla formazione continua. Esso si avvale di trenta indicatori che riassumono i principali dati relativi ai costi, alle attività, ai risultati della scuola francese, permettendo il confronto con i dati di altri paesi.

18 In Inghilterra due sono i principali soggetti che pubblicano rapporti annuali sul sistema scolastico: il primo è l’OFSTED (Office for Standards in Education), un ente statale non governativo istituito nel 1992 col compito di ispezionare e valutare tutte le singole scuole. L’OFSTED riferisce direttamente al Parlamento. Il secondo è il QCA (Qualifications and Curriculum Authority), agenzia governativa responsabile dei curricula e della valutazione degli apprendimenti degli studenti. I rapporti di questi due enti forniscono al Parlamento, al Ministro dell’educazione e all’opinione pubblica una visione complessiva dello stato del sistema scolastico inglese

19 In Svezia esiste una sola agenzia nazionale per l’Educazione (Skolverket): pubblica specifici rapporti e ogni tre anni “Un quadro della scuola” nel quale sono evidenziati i risultati del sistema e confronti internazionali. Sulla base di questo rapporto il governo delibera piani specifici per il miglioramento della qualità.

20 Esperienze Italiane Nella Provincia autonoma di Trento, il Comitato di valutazione del sistema scolastico predispone da 10 anni, con cadenza biennale, un rapporto che esamina i principali aspetti della scuola trentina, confrontandoli con i valori nazionali e internazionali, attraverso un modello di analisi simile all’OCSE. il Rapporto predisposto annualmente dal CENSIS sulla situazione del Paese, che presenta anche i principali dati di carattere strutturale sull’evoluzione del sistema scolastico il Rapporto curato ogni anno dall’ISFOL, che - senza trascurare l’istruzione - focalizza la propria attenzione soprattutto sulla formazione professionale. Entrambi i documenti hanno consentito in questi anni di supplire in qualche modo alla mancanza di un vero rapporto valutativo sul sistema scolastico e formativo italiano.

21 La valutazione del sistema scolastico in Italia Il quadro della valutazione in Italia
La valutazione dell’andamento del sistema scolastico nel suo complesso, quella delle singole scuole e quella dei singoli alunni, ha assunto, negli ultimi decenni, un ruolo sempre più importante in molti paesi europei. Bisogna dire, tuttavia, che l’Italia, a differenza di altri sistemi educativi europei, non ha ancora definito un programma di valutazione del sistema educativo nel suo complesso.

22 La storia recente Negli ultimi quindici anni, in Italia, si è parlato, in modo sempre più approfondito, del tema della valutazione della qualità della scuola a partire dal Protocollo d’intesa (1990) [1] tra MPI e Confindustria che ha dato origine ad un progetto qualità i cui più recenti esiti sono un tentativo di ricognizione dei diversi modelli di valutazione della qualità della scuola messi a punto nel nostro paese. [1] Il programma di collaborazione, tra M.P.I (adesso M.I.U.R.) con Confindustria, per la qualità della scuola è stato varato nel 1990, rinnovato nel 1994, 1998 e 2002 e vede, oggi, la partecipazione di oltre unità scolastiche (cfr. progetto qualità della scuola utilizza il modello applicato dal gruppo CLAS e si sviluppa attraverso una rete di scuole consolidata nelle varie aree del paese, i cosiddetti “Poli per la qualità della scuola”. Tale progetto intende favorire la realizzazione di un sistema di Gestione della Qualità attraverso strumenti che, partendo da un’analisi e dal controllo dei processi, consentano, in modo efficace, di operare miglioramenti interni all’organizzazione scolastica. Si veda in proposito il sito del Polo qualità di Milano :

23 Nei Nuovi Orientamenti per l’attività educativa nelle scuole materne statali (D.M. del 3 giugno 1991) si parla di “valutazione” in un senso più ampio, svincolata dalla pratica del valutare l’allievo; 1991  due numeri degli Studi e Documenti degli Annali della Pubblica Istruzione in cui si parla di valutazione di sistema e di autovalutazione. Nel n. 57, ad esempio, si parla, di un primo studio di fattibilità per l’istituzione di un Servizio Nazionale di Valutazione.

24 L’introduzione in tutte le scuole italiane della Carta dei Servizi (Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 7/6/1995) corrisponde all’esigenza di considerare l’istituzione scolastica come servizio con finalità formative che si dichiara con trasparenza all’utenza e agli operatori stessi. Il Ministero della Funzione Pubblica obbliga tutte le Amministrazioni erogatrici di servizi ad offrire all’utenza una chiara descrizione delle prestazioni cui ha diritto e delle sue corrette modalità di erogazione.

25 Il Progetto educativo di istituto
“La scuola programma annualmente la propria attività mediante il Progetto educativo d’Istituto, che enuncia organicamente le scelte fondamentali in ordine all’autonomia e indica finalità, obiettivi, modi, tempi e strumenti e risorse dell’attività stessa. Il progetto di Istituto indica le strategie dell’offerta formativa ed i tempi e i modi delle verifiche interne, in raccordo con il servizio nazionale di valutazione” In parallelo, dal mondo dell’impresa il PROGETTO QUALITA’ TOTALE che prevede per le scuole: l’analisi dell’esistente l’individuazione dei punti di forza e di debolezza l’innesco di una logica di verifica e di miglioramento la costruzione di un gruppo responsabile dei processi

26 La Direttiva Ministeriale n.307 del 21 maggio 1997 e la legge 59/97
La Direttiva Ministeriale n.307 del 21 maggio 1997, successivamente, consolida il sistema di valutazione dell’Università e istituisce il SNQI (Servizio Nazionale per la Qualità dell’Istruzione), affidando al CEDE la realizzazione dei programmi e delle attività. La nascita di tale istituto è direttamente funzionale alla promozione e al sostegno dell’autonomia scolastica, così come la legge 59/97 e lo schema di regolamento in materia di autonomia delle istituzioni scolastiche (1999), nel quale si affronta il tema delle “verifiche e dei modelli di certificazione”, il concetto di “verifica del raggiungimento degli obiettivi di apprendimento e degli standard di qualità del servizio” per cui “il M.P.I. fissa metodi e scadenze per rilevazioni periodiche”.

27 Il regolamento dell’autonomia
e la valutazione Art. 4. Comma 4 DPR 275/99 ….Individuano inoltre le modalità e i criteri di valutazione degli alunni nel rispetto della normativa nazionale ed i criteri per la valutazione periodica dei risultati conseguiti dalle istituzioni scolastiche rispetto agli obiettivi prefissati

28 Con il Decreto Legislativo 20 luglio 1999, n
Con il Decreto Legislativo 20 luglio 1999, n. 258, le funzioni svolte prima dal CEDE (Centro Europeo dell’Educazione) vengono ampliate e affidate all’INVALSI (Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema dell’Istruzione) il cui compito è quello di valutare l’efficienza e l’efficacia del sistema di istruzione nel suo complesso, tenendo conto nella programmazione della sua attività delle priorità strategiche annualmente individuate dalle direttive del MIUR.

29 INValSI ( ) Il nuovo istituto INValSI (Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema dell’Istruzione) si vede, inizialmente, assegnati i seguenti obiettivi: valutazione dell’efficienza e dell’efficacia del sistema di istruzione nel suo complesso e nelle sue articolazioni, ove opportuno anche per singola istituzione scolastica, inquadrando la valutazione nazionale nel contesto internazionale; studio delle cause dell’insuccesso e della dispersione scolastica; programmazioni di attività di valutazione sulla soddisfazione dell’utenza;

30 INValSI ( ) fornitura di supporto e assistenza tecnica all’amministrazione per la realizzazione di autonome iniziative di valutazione e di supporto alle singole istituzioni scolastiche, anche mediante la predisposizione di archivi informatici liberamente consultabili; valutazione degli effetti degli esiti applicativi delle iniziative legislative che riguardano la scuola; valutazione degli esiti dei progetti e delle iniziative di innovazione promossi in ambito nazionale; assicurazione della partecipazione italiana a progetti di ricerca internazionale in campo valutativo e nei settori connessi dell’innovazione organizzativa e didattica; realizzazione di iniziative che comportino attività di valutazione e promozione della cultura dell’autovalutazione da parte delle scuole.

31 Lo schema di disegno di legge n.1306 del marzo 2002
Lo schema di disegno di legge n.1306 del marzo 2002 contiene alcune novità sul ruolo e i compiti dell’INVALSI quali: la valutazione del sistema professionale, oltre al sistema dell’istruzione; la programmazione di verifiche periodiche su scala nazionale circa i risultati raggiunti dagli alunni; la conduzione di verifiche periodiche e sistematiche circa la qualità dell’offerta formativa, la preparazione di prove strutturate (test) per gli esami di stato.

32 Decreto legislativo n. 286 del 25 marzo 2004
La discussione, seguita alle proposte contenute nel precedente disegno di legge, ha portato al Decreto legislativo n. 286 del 25 marzo 2004 che riordina l’INVALSI, denominato ora Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema di Istruzione e Formazione, al quale affida il compito di valutare l’efficienza e l’efficacia del sistema di istruzione e formazione professionale (art.1); l’istituto, soggetto alla vigilanza del MIUR (art.4), deve corrispondere alle priorità strategiche e alle direttive determinate dal Ministero;

33 la sua missione principale è quello di effettuare valutazioni su larga scala attraverso “verifiche periodiche e sistematiche sulle conoscenze e abilità degli studenti e sulla qualità complessiva dell’offerta educativa, culturale e didattica delle istituzioni di istruzione e di istruzione e formazione professionale, anche nel contesto dell’apprendimento permanente” (art.5);

34 l’istituto è tenuto a predisporre le prove previste per l’esame di Stato (art. 6),
a svolgere i compiti già assegnati nel precedente decreto (supporto e assistenza tecnica all’amministrazione, partecipazione a progetti di ricerca europea e internazionale in campo valutativo, ecc.) (art.9).

35 I compiti dell’INVALSI (D. Leg.vo n. 286 del 19 novembre 2004 )
L'Istituto: a) effettua verifiche periodiche e sistematiche sulle conoscenze e abilità degli studenti e sulla qualità complessiva dell'offerta formativa delle istituzioni di istruzione e di istruzione e formazione professionale, anche nel contesto dell'apprendimento permanente. Per la formazione professionale le verifiche concernono esclusivamente i livelli essenziali di prestazione e sono effettuate tenuto conto degli altri soggetti istituzionali che già operano a livello nazionale nel settore della valutazione delle politiche nazionali finalizzate allo sviluppo delle risorse umane; b) predispone, nell'ambito delle prove previste per l'esame di Stato conclusivo dei cicli di istruzione, per la loro scelta da parte del Ministro, le prove a carattere nazionale, sulla base degli obiettivi specifici di apprendimento del corso ed in relazione alle discipline di insegnamento dell'ultimo anno di ciascun ciclo, e provvede alla gestione delle prove stesse; c) svolge attività di ricerca, nell'ambito delle sue finalità istituzionali;

36 d) studia le cause dell'insuccesso e della dispersione scolastica con riferimento al contesto sociale ed alle tipologie dell'offerta formativa; e) assume iniziative rivolte ad assicurare la partecipazione italiana a progetti di ricerca europea e internazionale in campo valutativo; f) svolge attività di supporto e assistenza tecnica all'amministrazione scolastica, alle Regioni, agli Enti territoriali, e alle singole istituzioni scolastiche e formative per la realizzazione di autonome iniziative di monitoraggio, valutazione e autovalutazione; g) svolge attività di formazione del personale docente e dirigente della scuola, connessa ai processi di valutazione e di autovalutazione delle istituzioni scolastiche

37 L'Invalsi (1999) interviene sugli esami di Stato a due livelli:
Il regolamento dei nuovi esami di maturità DPR 323 del ha istituito l‘ Osservatorio degli esami di Stato Art. 14 È istituito, presso il Centro europeo dell'educazione, un Osservatorio nazionale con il compito di monitorare, verificare e valutare l'applicazione della nuova disciplina degli esami di Stato conclusivi dei corsi di studio di istruzione secondaria superiore e di costituire un supporto permanente per le commissioni di esame per quanto riguarda la predisposizione della terza prova scritta anche realizzando, in collaborazione con i competenti uffici dell'amministrazione della pubblica istruzione, un apposito archivio nazionale permanente utilizzabile, a tal fine, dalle commissioni.

38 Al fine del monitoraggio dell'andamento degli esami di Stato, i presidenti delle commissioni di esame predispongono, prima della chiusura dei lavori, un'apposita relazione sulla base di criteri predefiniti dall'Osservatorio nazionale di cui al comma 1, che provvede all'esame e alla valutazione degli elementi conoscitivi contenuti nelle relazioni. Le ordinanze ministeriali annuali hanno sistematicamente confermato l'attività prevista all'interno dell'Invalsi.

39 Predisposizione delle prove a carattere nazionale
La legge di riforma 28 marzo 2003 n. 53 e il successivo decreto legislativo di riordino dell'Invalsi del 19 novembre 2004, n. 286 attribuiscono all'Invalsi un ruolo diretto nella conduzione degli esami di Stato conclusivi dei due cicli di studio, primario e secondario attraverso la predisposizione e la gestione di alcune prove nazionali.

40 Il decreto, nell'enumerare i compiti dell'Invalsi, al secondo posto così recita:
[l'INVALSI] … predispone, nell'ambito delle prove previste per l'esame di Stato conclusivo dei cicli di istruzione, per la loro scelta da parte del Ministro, le prove a carattere nazionale, sulla base degli obiettivi specifici di apprendimento del corso ed in relazione alle discipline di insegnamento dell'ultimo anno di ciascun ciclo, e provvede alla gestione delle prove stesse, secondo le disposizioni emanate in attuazione dell'articolo 3, comma 1, lettera c della legge 28 marzo 2003, n. 53; L'attivazione di tale funzione è prevista nella direttiva triennale n. 48 del 6 maggio 2005 e presumibilmente potrà riguardare le classi che accederanno all'esame di Stato avendo seguito i nuovi curricoli previsti dalla riforma. (ora non più dato che la riforma Moratti del II ciclo è stata cancellata)

41 La nuova Direttiva Fioroni (agosto 2006) integra e parzialmente modifica quella emanata a marzo dal precedente Ministro in tre punti: la valutazione di sistema, alla fine dell’anno scolastico, dovrà rivolgere particolare attenzione agli aspetti che riguardano la spesa e l’utilizzo delle risorse umane, strutturali e finanziarie e a quelli che riguardano la regolarità dei percorsi e l’abbandono scolastico. Si tratta di nuove sottolineature, mentre restano confermati gli indirizzi espressi dalla precedente Direttiva riguardo l’analisi della partecipazione delle scuole alle rilevazioni nazionali e internazionali e alle modifiche apportate al Pof in conseguenza degli esiti rilevati. Non è chiaro se la valutazione di sistema dovrà continuare a controllare il tasso di applicazione da parte delle scuole della “riforma” voluta dal precedente governo (come esplicitamente affermato nella precedente Direttiva) oppure no. E’ difficile verificare il tasso di applicazione di una Legge che si afferma di voler cambiare.

42 La Direttiva Fioroni (agosto 2006)
2) la valutazione degli apprendimenti degli alunni, all’inizio dell’anno scolastico, riguarderà un campione di scuole individuate con metodo statistico e la somministrazione delle prove sarà effettuata in un’unica data con l’assistenza di rilevatori esterni. Interesserà le classi seconde e quarte della primaria, le seconde della secondaria di primo grado, le prime e le terze della secondaria di secondo grado. Cambia dunque la classe di rilevazione nella secondaria di primo grado e soprattutto l’indagine diventa campionaria da censimentaria che era.

43 La Direttiva Fioroni (agosto 2006)
Questo è l’unico cambiamento significativo dell’intera Direttiva. La sottolineatura della nuova Direttiva circa le “appropriate metodologie scientifiche di validazione e taratura degli item” che devono far da base alla somministrazione delle prove sembra raccogliere le numerose critiche al riguardo mosse alle prove utilizzate negli scorsi anni, ma i tempi di somministrazione fissati all’inizio dell’anno scolastico fanno sfumare la prospettiva di un’immediata rivisitazione dell’operazione Invalsi così come è stata applicata.

44 La Direttiva Fioroni ( agosto 2006)
L’assistenza di rilevatori esterni nella fase della somministrazione: da un lato rassicura sul versante dell’omogeneità delle procedure dall’altro necessita di un maggiore coinvolgimento dei docenti sul piano della condivisione, della formazione e della partecipazione attiva al percorso. Autonomia scolastica, valutazione di sistema, autovalutazione d’istituto rappresentano un nesso inscindibile per un sistema nazionale di istruzione, da recuperare positivamente dopo la precedente esperienza della valutazione Invalsi e che implica la necessità di far crescere una cultura della valutazione.

45 Pertanto, è un fatto positivo se attraverso il coinvolgimento, la formazione e la partecipazione attiva cresce una diffusa cultura della valutazione; diversamente le operazioni di rilevazione continueranno ad essere vissute come un fastidioso evento estraneo. Punto debole della Direttiva  aver trascurato il ruolo che le scuole devono/possono assumere in merito, anche nella considerazione che una crescita di competenze si riversa positivamente nella fase di valutazione interna.

46 La Direttiva precisa che gli esiti delle rilevazioni saranno messi a disposizione delle scuole con funzione di supporto ai loro specifici compiti di valutazione degli alunni. Si forniscono con ciò alle scuole rassicurazioni circa lo scopo dell’operazione, ma sarà importante capire, proprio perché le scuole possano raffrontarsi sugli esiti forniti, se oltre al campione probabilistico sono previsti anche campioni mirati in grado di fornire elementi di conoscenza su particolari aree.

47 La Direttiva Fioroni (agosto 2006)
3) le prove per gli esami di stato. L’Invalsi dovrà “provvedere alla predisposizione e all’offerta di modelli di terza prova, prevista in sede di esami di stato per la scuola secondaria superiore per gli Istituti tecnici e professionali, dando particolare risalto alle tipologie di cui all’art. 1 comma 1 lettera f del decreto 20 novembre 2000, n ” e in tempi rapidi (entro quattro mesi) individuare “criteri e modalità di utilizzazione delle prove scritte degli esami di stato conclusivi della scuola del primo ciclo e della secondaria superiore, ai fini della valutazione dei livelli generali di apprendimento in uscita dai relativi percorsi scolastici”. Tutto ciò non è tuttavia pienamente coerente con il Disegno di Legge sugli esami di Stato recentemente presentato dal nuovo Ministro.

48 Ripercorriamo brevemente i passaggi.
Il Decreto istitutivo dell’Invalsi ha affidato all’Istituto il compito di predisporre, per la scelta da parte del Ministro e sulla base degli obiettivi specifici di apprendimento, le prove per l’esame di stato a conclusione di ciascuno dei due cicli. Nel DDL sugli esami di stato, approvato dal Consiglio dei Ministri appena il 4 agosto scorso, tale comma viene abrogato. La Direttiva, invece, ripristina il ruolo dell’Invalsi e lo potenzia - anche oltre la formulazione generica della Legge 53/03 - per quanto riguarda la valutazione dei livelli generali di apprendimento al termine dei due cicli di istruzione. Specifica che la predisposizione si riferisce alla terza prova, ma poi limita l’offerta ai soli istituti tecnici e professionali. Il tutto per la verità sembra frutto più di un refuso che di un’attenta analisi dei testi e dei compiti: non esiste, infatti, una lettera f), dell’art. 1, comma 1, del Decreto 429/00.

49 Esiste, invece, una lettera f) all’art
Esiste, invece, una lettera f) all’art. 2, comma 1, che riguarda proprio gli istituti tecnici e professionali ed in particolare la prova su progetti a carattere interdisciplinare, una cosa che non c’entra niente con la valutazione nazionale Invalsi e tanto meno con i suoi compiti, ma che anzi proprio per il suo carattere “progettuale” non può che essere di competenza dell’autonomia scolastica. In conclusione la nuova Direttiva si colloca nel segno della continuità, con limitate aperture la più consistente delle quali è di tipo tecnico. L’ambito di riferimento della Direttiva, come si può evincere dalle Premesse, è quello dell’attuale normativa, comprese le Indicazioni nazionali, nonostante la citazione delle scelte programmatiche del Ministro.

50 Art. 66 della Legge Finanziaria Al fine di potenziare la qualificazione scientifica nonché l’autonomia amministrativa dell’Istituto Nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e formazione (INVALSI) di cui al decreto legislativo 19 novembre 2004, n. 286 sono apportate, al medesimo decreto legislativo, le seguenti modificazioni, senza oneri aggiuntivi a carico del Bilancio dello Stato

51 La legge finanziaria non prevede nessun "ritocco" all'articolo principale del decreto 286,  quello che definisce i compiti dell'Istituto Art. 3 Compiti dell'Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione 1. L’Istituto: a) effettua verifiche periodiche e sistematiche sulle conoscenze e abilità degli studenti e sulla qualità complessiva dell’offerta formativa delle istituzioni di istruzione e di istruzione e formazione professionale, anche nel contesto dell’apprendimento permanente. Per la formazione professionale le verifiche concernono esclusivamente i livelli essenziali di prestazione e sono effettuate tenuto conto degli altri soggetti istituzionali che già operano a livello nazionale nel settore della valutazione delle politiche nazionali finalizzate allo sviluppo delle risorse umane; b) predispone, nell’ambito delle prove previste per l’esame di Stato conclusivo dei cicli di istruzione, per la loro scelta da parte del Ministro, le prove a carattere nazionale, sulla base degli obiettivi specifici di apprendimento del corso ed in relazione alle discipline di insegnamento dell’ultimo anno di ciascun ciclo, e provvede alla gestione delle prove stesse, secondo le disposizioni emanate in attuazione dell’articolo 3, comma 1, lettera c), della legge 28 marzo 2003, n. 53;

52 c) svolge attività di ricerca, nell’ambito delle sue finalità istituzionali;
d) studia le cause dell’insuccesso e della dispersione scolastica con riferimento al contesto sociale ed alle tipologie dell’offerta formativa; e) assume iniziative rivolte ad assicurare la partecipazione italiana a progetti di ricerca europea e internazionale in campo valutativo; f) svolge attività di supporto e assistenza tecnica all’amministrazione scolastica, alle regioni, agli enti territoriali, e alle singole istituzioni scolastiche e formative per la realizzazione di autonome iniziative di monitoraggio, valutazione e autovalutazione; g) svolge attività di formazione del personale docente e dirigente della scuola, connessa ai processi di valutazione e di autovalutazione delle istituzioni scolastiche.

53 2. Gli esiti delle attività svolte ai sensi del comma 1 sono oggetto di apposite relazioni al Ministro, che ne dà comunicazione alla Conferenza unificata di cui all’articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n Le relazioni riferiscono sui risultati e possono segnalare indicatori ritenuti utili al miglioramento della qualità complessiva del Sistema. Relativamente al sistema della formazione professionale tali indicatori sono definiti previa intesa con il Ministero del lavoro e delle politiche sociali e sentita la Conferenza unificata di cui all’articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281. Agli esiti di verifica il Ministero, nel rispetto della vigente normativa sulla protezione dei dati personali, assicura idonee forme di pubblicità e conoscenza. 3. Il Ministro relaziona al Parlamento, con cadenza triennale, sugli esiti della valutazione. 4. L’Istituto pubblica ogni anno un rapporto sull’attività svolta.

54 Conclusione Le modifiche previste dalla legge finanziaria riguardano esclusivamente l'assetto organizzativo interno dell'InValsi e le modalità di attribuzione degli incarichi. Attualmente i membri del direttivo sono 6 di 3 scelti dal Ministro dell'Istruzione, uno dal Ministro del lavoro e 2 dalla Conferenza Stato-Regioni. La modifica prevede che il Comitato direttivo diventi un Comitato di indirizzo e che tutti i membri (8) siano scelti dal Ministro della Pubblica Istruzione. D'ora innanzi il Presidente sarà scelto dal Ministro fra i componenti del Comitato di indirizzo. Non sembra che la dipendenza dell'Istituto dal Ministero venga meno.

55 Progetto PISA L’Italia, a partire dal 2000, ha partecipato anche al progetto PISA (Programme for International Student Assessment) [1] dell’OCSE, un progetto internazionale di valutazione comparata dei sistemi d’istruzione che ha coinvolto 32 Paesi e si propone di verificare le competenze relative alla lettura, alla matematica e alle scienze dei quindicenni scolarizzati. [1] “Il progetto PISA (Programme for International Student Assessment), è un’indagine internazionale promossa dall’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) per valutare conoscenze e abilità dei quindicenni scolarizzati su base periodica e consentire un monitoraggio dei sistemi di istruzione in una prospettiva comparata. PISA rientra nell’ambito della ricerca comparata in campo educativo inaugurata e portata avanti per oltre quarant’anni dall’International Association for the Evaluation of Educational Achievement (IEA), ma presenta diversi elementi innovativi rispetto alle indagini della IEA. Il disegno dell’indagine prevede di valutare tre ambiti a rotazione (la lettura in PISA 2000, la matematica in PISA 2003 e le scienze in PISA 2006) in modo da avere un quadro dettagliato dei risultati degli studenti in ciascun ambito di competenza ogni nove anni, con aggiornamenti intermedi ogni tre anni. Il progetto vede la collaborazione e il coinvolgimento, oltre che dell’OCSE, di un Consorzio internazionale formato da 5 agenzie di ricerca, gruppi di esperti a livello internazionale, il gruppo dei responsabili nazionali del progetto e, all’interno di ciascun paese, impegna un gruppo di lavoro coadiuvato di volta in volta da diversi collaboratori, fino agli insegnanti referenti all’interno delle singole scuole del campione e agli studenti che sostengono le prove.” Cfr. e la pubblicazione Organisation for Economic Cooperation and Development, Knowledge and skills for life: First results from PISA 2000, Paris, OECD Publications, 2001.

56 Progetti Pilota Nel 2001, viene istituita [2], presso il MIUR, una Commissione per la progettazione e la realizzazione di un servizio nazionale di valutazione. Nell' anno scolastico , è stato avviato un progetto pilota (PP1) [3] per la valutazione del livello di apprendimento degli studenti. Anche per l’anno scolastico è stato avviato un analogo progetto pilota (PP2) [4] per fornire, secondo l’intento ministeriale, alle scuole “elementi utili a promuovere, nell’ambito della loro autonomia, il miglioramento continuo del servizio reso”. Il progetto pilota (PP3) [5], per l’anno , risulta simile ai precedenti ma ha visto una adesione e una partecipazione di scuole molto più ampia rispetto alle edizioni precedenti.

57 [2] Il gruppo di lavoro è stato appositamente istituito dal MIUR con DM n.436/MR dell’11-7-2001
[3] Alle classi seconde delle scuole di diverso grado e ordine che avevano aderito volontariamente al progetto sono state somministrate prove di apprendimento (test a risposta multipla) di italiano e matematica. I risultati del test sono stati successivamente comunicati alla scuola che ha potuto confrontare i propri dati con quelli espressi da altre realtà. Cfr. [4] Il MIUR, con il progetto pilota 2, si propone i seguenti obiettivi: a) dimensionare le risorse necessarie per l’istituzione del Servizio Nazionale di Valutazione; b) stabilire le modalità operative della valutazione nazionale definendo le modalità di trattamento e di restituzione alle singole scuole dei dati raccolti; c) fornire elementi per la riorganizzazione dell’Istituto Nazionale di Valutazione del Servizio dell’Istruzione (INValSI) cui sono stati affidati i compiti operativi. Le caratteristiche del progetto sono: partecipazione aperta e volontaria delle scuole; coinvolgimento delle classi di IV elementare, I media, I e III superiore con la somministrazione alle suddette classi di prove di apprendimento nelle discipline italiano, matematica e scienze; somministrazione di un questionario riguardante le caratteristiche organizzative e funzionali delle scuole medesime. [5] Per il PP1 le classi coinvolte sono state quinta elementare, seconda media e seconda superiore e le discipline sottoposte a verifica Italiano e Matematica; per il PP2 le classi sono state quarta elementare, prima media, prima superiore e terza superiore e alle discipline si è aggiunta Scienze; nel PP3 è stata aggiunta la seconda elementare e sono state confermate le tre discipline di indagine. In tutte le edizioni sono state utilizzate come prove test composti da quesiti a risposta multipla.

58 In questo quadro, le verifiche periodiche e sistematiche sulle conoscenze e abilità degli studenti e sulla qualità complessiva dell'offerta formativa da parte dell’INVALSI devono tendere a…. Collocare il risultato conseguito dalla scuola rispetto alla media nazionale Collocare il risultato di una classe rispetto alla media della scuola Determinare il valore aggiunto che la scuola è in grado di apportare rispetto ai livelli di ingresso. (setting educativo) Determinare nel tempo l’efficacia dell’azione formativa

59 Alcune osservazioni Al contrario di esperienze realizzate in altri paesi europei, il decreto relativo all’INVALSI non garantisce una reale autonomia e indipendenza scientifica della struttura che dipende dalle direttive del Ministro dell’Istruzione. Altri elementi oggettivamente deboli, presenti nel decreto, riguardano la composizione e il ruolo del comitato tecnico-scientifico, la mancanza di un disegno strategico complessivo e l’eterogeneità dei compiti e delle funzioni assegnate, tra l’altro, con poche risorse e personale. Tra i compiti principali indicati dal decreto, soprattutto, la valutazione e il testing di massa degli alunni, ma sono assenti riferimenti chiari ad altri ambiti quali: la valutazione del personale, la valutazione delle scuole, la valutazione complessiva del sistema scolastico.

60 Altri problemi, attualmente irrisolti, derivano poi dal fatto che il regime di autonomia degli istituti scolastici e il decentramento di competenze esclusive (Titolo V della Costituzione) in tema di istruzione e formazione professionale alle regioni comporta un servizio centrale di valutazione che assicuri il rispetto dei principi fondamentali della costituzione e dei livelli essenziali di istruzione su tutto il territorio nazionale.

61 1) Un regime di autonomia dell’ordinamento scolastico comporta alcuni rischi per quanto riguarda l’organizzazione della didattica e la possibile diversificazione dei risultati raggiunti dagli istituti scolastici nelle diverse aree del Paese. A questo proposito è indicativo il giudizio che un gruppo di esperti designato dall’OCSE ha dato della situazione italiana: “E’ stato sostenuto che, con l’autonomia, queste disparità potrebbero accrescersi ulteriormente. A nostro parere, offrire pari opportunità di istruzione in tutta Italia, garantendo una qualità e un rendimento scolastico equivalenti in tutte le scuole, è una responsabilità fondamentale dello Stato... A causa della varietà del Paese, delle diverse aspettative nelle varie regioni e dell’impegno del governo nei confronti dell’autonomia e del decentramento, l’istituzione di un sistema di valutazione nazionale è probabilmente più necessaria in Italia che altrove. Il sistema di valutazione non dovrebbe essere solo il fondamento dell’autonomia, ma dovrebbe anche applicarsi a qualsiasi innovazione introdotta come parte della riforma.” (OCSE, Esami delle politiche nazionali dell’istruzione, Roma, Armando , 1998 cit. in N.Bottani A.Cenerini, Una pagella per la scuola, Erickson, Trento, 2003, p.47)

62 2) La modifica del titolo V della Costituzione comporta l’attribuzione alle Regioni di potestà legislativa concorrente in materia d’istruzione e quindi aumentano i rischi legati al raggiungimento degli standard nazionali e al mantenimento di pari opportunità per tutti i cittadini. Il crescente peso attribuito al settore non statale dell’istruzione, inoltre, presuppone la capacità da parte dello Stato di esercitare controlli.

63 3) La Regione Lombardia, ad esempio, come molte altre regioni italiane, ha emanato un decreto (1 ottobre 2001 n.7/6251) che definisce le procedure per l’accreditamento e orientano le scuole verso modalità di certificazione sulla base delle norme UNI EN ISO (Neglia, 2001). In Emilia Romagna, per effetto della legge n. 1 del 2000, gli asili nido che intendono ottenere non solo l’autorizzazione al funzionamento ma anche l’accreditamento devono essere sottoposti a verifica:in questo caso si tratta delle valutazione del progetto pedagogico del nido da parte di una commissione provinciale di esperti.

64 Per quanto, invece, riguarda la valutazione delle scuole, è vero che esistono alcune significative esperienze che, tuttavia, sono limitate a esperienze locali o regionali. Tali esperienze sono direttamente legate al dibattito sulla valutazione della qualità della scuola che si è svolto in Italia in questi ultimi anni e con i progetti avviati su vasta scala relativi a modalità di autovalutazione e di eterovalutazione delle singole istituzioni scolastiche.

65 Si possono citare, a proposito, alcune esperienze italiane quali:
il Progetto A.I.R. (Autoanalisi di Istituto in Rete) dell’I.T.C.S. di Bollate; il Progetto “Qualità totale” delle scuole in rete della Provincia di Cremona in collaborazione con la società Galgano & Associati; il Progetto S.T.R.E.S.A. (Strumenti per l’efficacia della Scuola e l’Autovalutazione) realizzato dal Provveditorato di Bergamo, sulla base anche di esperienze pratiche di autovalutazione che si erano attivate in precedenza sul territorio (Barzanò, Mosca, Scheerens, 2000); il MONIPOF, il progetto di monitoraggio dell’autonomia scolastica, promosso dal MPI già nel biennio 1998/2000;

66 il progetto di valutazione della qualità della scuola elaborato dal POLO QUALITA’ di Milano (ITC Schiaparelli-Gramsci), risultato di una collaborazione tra MIUR e Confindustria che applica il modello realizzato dal gruppo CLAS e si sviluppa attraverso una rete di scuole consolidata nelle varie aree del paese (Poli per la qualità della scuola); la Provincia autonoma di Trento (IPRASE- Istituto provinciale per la formazione in servizio e per la ricerca educativa), attraverso un Comitato di Valutazione del sistema scolastico, predispone, ogni due anni, un rapporto approfondito che delinea gli aspetti principali che caratterizzano il sistema scolastico trentino, stabilendo un confronto, secondo le indicazioni di analisi dell’OCSE, con analoghe esperienze nazionali e internazionali.

67 Nel corso di questi ultimi anni, infine, sono stati realizzati dai docenti degli insegnamenti pedagogici dell’Università di Pavia, alcuni strumenti come la SOVASI, la SVANI, il QUAFES, il GAQUIS. Strumenti di valutazione di contesto che sottolineano un’idea di qualità che è ricerca e formazione, frutto di un processo di negoziazione e di confronto tra i diversi attori sociali presenti all’interno della scuola. Il punto centrale di tale approccio è che la qualità di un servizio non è mai data una volta per tutte ma va “riorientata”, in un percorso definito “a spirale aperta”, attraverso la “restituzione”, vista come un momento fondamentale di un processo valutativo per esplicitare gli aspetti che la scuola ritiene di qualità allo scopo di migliorare l’offerta formativa.

68 Non a caso Anna Bondioli e Monica Ferrari scrivono:”Strumenti e metodi valutativi pensati per differenti ordini di scuola sottolineano la stretta relazione esistente tra valutazione, restituzione e ritorno delle osservazioni fatte ed infine progettazione di occasioni formative che accrescano la professionalità dell’insegnante ; tutto questo rimanda all’idea di un inevitabile nesso tra pratiche di ricerca e sviluppo di un servizio” (Bondioli, Ferrari, 2000, p.107).

69 Le prospettive future La situazione della valutazione in Italia non sembra affatto definita, infatti, in un rapporto dell’unità Eurydice nazionale si afferma che “in un’ottica di costruzione di un sistema nazionale di valutazione, la valutazione delle scuole viene considerato un elemento indispensabile. Le stesse rilevazioni di sistema su specifiche variabili del sistema scolastico e le rilevazioni campionarie sul rendimento scolastico degli studenti debbono potersi integrare con la valutazione degli istituti scolastici. E’ questa la prospettiva adottata in Italia. Le modalità concrete (modelli, strutture, strumenti) con cui questa integrazione verrà realizzata sono ancora oggetto di discussione e di studio. […]

70 Da un punto di vista generale, sembra essersi consolidata negli ultimi anni un approccio alla valutazione delle scuole che tende ad integrare la valutazione esterna con quella interna e che, soprattutto, individua come compito fondamentale della costruzione di un sistema nazionale di valutazione l’offerta alle scuole di strumenti e di metodologie che consentano loro di autovalutarsi. Particolarmente significativa, da questo punto di vista, risulta essere la costruzione dell’ADAS[1], (Archivio docimologico per l’autovalutazione delle scuole), uno dei progetti realizzati dal Servizio Nazionale per la Qualità dell’Istruzione e dall’Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema dell’Istruzione. [1] L’Archivio Docimologico per l’Autovalutazione delle Scuole (ADAS) “costituisce una banca dati concepita per fornire agli insegnanti strumenti per la valutazione dei risultati dei processi di insegnamento/apprendimento e per offrire alle scuole un dispositivo, concettuale e operativo, per la pianificazione e la realizzazione delle attività di valutazione (del rendimento scolastico degli studenti, assessment). Nell’archivio, consultabile per via telematica, sono inseriti elementi di prova strutturati utilizzabili per la costruzione di prove oggettive di verifica del rendimento scolastico.” Losito B. (a cura di), Modalità di valutazione delle scuole dell’istruzione obbligatoria. La situazione in Italia, Eurydice , 2001, p.12 in

71 La caratteristica essenziale della nuova realtà che sembra delinearsi per il sistema scolastico italiano nel campo della valutazione delle scuole è quella dell’integrazione tra ricerca valutativa, sostegno esterno alla valutazione interna delle scuole, autovalutazione, puntando ad una diffusione di una cultura della valutazione che sia in primo luogo strumento per lo sviluppo di iniziative di innovazione delle scuole e per migliorare la qualità del servizio formativo da esse offerto.

72 Altri progetti, come il SERIS[1], l’ONES[2], il VIVES[3], attivati dal MIUR in questi ultimi anni, non solo tendono a rappresentare per le scuole punti di riferimento e strumenti per la valutazione interna e l’autovalutazione, ma anche a fornire ai decisori politici dati e informazioni su aspetti cruciali del sistema scolastico in grado di aiutare nella valutazione di sistema e nell’adozione di iniziative adatte a migliorarne la qualità. Si parla, in questo caso, di integrazione tra diversi livelli della valutazione: di sistema, interna ed esterna. Certamente lo sviluppo delle capacità di valutazione a tutti i livelli, ma in particolare a livello delle scuole, è ancora, se si guarda in una prospettiva europea, da definire. [1] Il Servizio Rilevazioni di Sistema (SERIS) ha effettuato nel , ad esempio, “una rilevazione su campioni probabilistici di studenti delle classi quarta elementare (grade 4), prima e terza media (grades 6 and 8), secondo e quarto anno della scuola secondaria superiore (grades 10 and 13). Le rilevazioni sono state condotte sulla capacità di comprensione della lettura, sulla capacità di utilizzare strumenti e nozioni matematiche, sulle conoscenze di natura scientifica.” Losito B. (a cura di), Modalità di valutazione delle scuole dell’istruzione obbligatoria. La situazione in Italia, Eurydice , 2001, p.11 in [2] L’Osservatorio Nazionale sugli Esami di Stato (ONES), istituito con Decreto del Presidente della Repubblica nel 1998, ha il compito di monitorare, verificare e valutare l’applicazione della nuova normativa che regola gli esami di stato. Ha svolto regolarmente la sua attività relativamente a partire dal [3] “Il progetto VIVES – Monitoraggio della sperimentazione della valutazione della qualità delle prestazioni professionali individuali del personale scolastico è stato promosso dal Coordinamento Nazionale dell’Autonomia del Ministero della pubblica istruzione. Vi hanno partecipato 100 scuole, selezionate a livello nazionale tra quelle che avevano promosso iniziative di valutazione interna/autovalutazione della qualità delle prestazioni individuali del personale scolastico. Da un punto di vista metodologico, il progetto VIVES ha fato ampiamente riferimento al progetto pilota europeo ‘La valutazione della qualità dell’istruzione’ (Quality Evaluation in School Education), promosso dalla Commissione europea DG XXII (Education, Training and Youth).” Losito B. (a cura di), Modalità di valutazione delle scuole dell’istruzione obbligatoria. La situazione in Italia, Eurydice , 2001, p.12 in

73 Le esperienze europee evidenziano che le attività di valutazione riguardano principalmente alcuni ambiti quali: il sistema di istruzione e formazione nel suo complesso, le singole unità scolastiche, gli apprendimenti degli alunni e la professionalità degli operatori scolastici.

74 Per quanto riguarda l’Italia ritengo si debba tenere conto della complessità e delle diverse dimensioni che caratterizzano l’azione della scuola, ma le strategie e le modalità operative dovranno misurarsi, comunque, con lo sviluppo dell’autonomia della scuola italiana. Il ruolo di un istituto come l’INVALSI può essere, allora, quello di coordinare o integrare una rete di soggetti che collaborano all’attività valutativa, garantendo contemporaneamente l’imparzialità di giudizio e il raccordo tra chi valuta e chi amministra.

75 L’azione del MPI, in un’ottica europea, dovrebbe puntare a una strategia di più ampio respiro per:
garantire una maggiore autonomia e indipendenza dell’INVALSI per quanto riguarda l’azione valutativa, avviare il sistema nazionale di valutazione, sia a livello di valutazione complessiva del sistema che di autovalutazione delle singole scuole, far crescere la cultura della valutazione, formare dei valutatori.

76 utilizzando strumenti calibrati a livello nazionale,
E’ auspicabile, quindi, che la valutazione del sistema scolastico italiano segua criteri di gradualità ed equilibrio, utilizzando strumenti calibrati a livello nazionale, promuovendo sia la valutazione esterna che l’autovalutazione di istituto, restituendo le informazioni a chi opera nella scuola, formando i valutatori sia livello centrale che periferico. (Associazione TREELLLE, 2002, p.66-71).

77 Testi consultati Aa. Vv., La qualità nella scuola, Annali della Publica Istruzione, n.1-2, 1995 Associazione TreeLLLe, L’Europa valuta la scuola. E l’Italia ?, “quaderno” n. 2, , Genova, novembre 2002, Barzanò G., Mosca S., Scheerens J. (a cura di), L’autovalutazione nella scuola, Milano, Mondadori., 2000. Bondioli A., Ferrari M. “Introduzione” in Bondioli A., Ferrari M., (a cura di), Manuale di valutazione del contesto educativo, Milano, Angeli, 2000, pp Bondioli A., Ferrari M. “Valutazione formativa e restituzione” in Bondioli A., Ferrari M., (a cura di), Manuale di valutazione del contesto educativo, Milano, Angeli, 2000, p. 107. Bottani N. Cenerini A., Una pagella per la scuola, Erickson, Trento, 2003 CENSIS, Per un Servizio Nazionale di Valutazione: esperienze straniere e proposte per l’Italia, in “Studi e documenti degli annali della Pubblica Istruzione”, n. 57, Le Monnier, Firenze 1991. Darder P., Lopez J.A. (1989), QUAFES, Questionario per l’analisi del funzionamento educativo della scuola, adattamento italiano di M. Ferrari, Milano, Angeli, 1998. Ferrari M. a cura di , GAQUIS. Griglia di analisi della qualità intrinseca della scuola, Milano, Angeli, 2001. Galgano C., Strada G., a cura di, La scuola con il bollino, Milano, Elemond, 1998.

78 Harms T., Clifford R.M. (1980), SOVASI, scala per l’osservazione e la valutazione della scuola dell’infanzia, adattamento italiano di M. Ferrari e A. Gariboldi, Bergamo, Junior, 1994. Harms T., Cryer D., Clifford R.M. (1990), SVANI, Scala per la valutazione dell’asilo nido, trad. e adattamento italiano di M. Ferrari e P. Livraghi, Milano, F. Angeli, 1992. I.T.I.S. di Gubbio – I.T.C. con corsi sperimentali “P.Levi” di Bollate (a cura di ), Il progetto di Istituto, Roma, M.P.I. – Direzione Generale per l’Istruzione Tecnica, 1995. I.T.C. con corsi sperimentali “P.Levi” di Bollate (a cura di ), L’elaborazione del progetto di Istituto come pratica di miglioramento, Roma, M.P.I. – Direzione Generale per l’Istruzione Tecnica, 1997. Losito B. (a cura di), Modalità di valutazione delle scuole dell’istruzione obbligatoria. La situazione in Italia, Eurydice , 2001 in Neglia G., Qualità, accreditamento e certificazione della formazione, Milano, Angeli , 2001. OCSE, Esami delle politiche nazionali dell’istruzione, Roma, Armando, 1998. Organisation for Economic Cooperation and Development, Knowledge and skills for life: First results from PISA 2000, Paris, OECD Publications, 2001. Vertecchi B., Manuale della valutazione, Milano, F.Angeli, 2003.

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