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La struttura del manuale di PSICOLOGIA GENERALE

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Presentazione sul tema: "La struttura del manuale di PSICOLOGIA GENERALE"— Transcript della presentazione:

1 La struttura del manuale di PSICOLOGIA GENERALE
Storia, oggetto (prospettive) e metodi di ricerca Basi biologiche, organizzazione del SN, genetica e evoluzione Sviluppo psicologico personalità PROCESSI COGNITIVI: sensazione e percezione attenzione + (coscienza) apprendimento memoria e immaginazione pensiero e linguaggio intelligenza + decisione PROCESSI AFFETTIVI E MOTIVAZIONALI: motivazione e conflitto emozione (stress e salute Psicopatologia)

2 Ricerca di base Ricerca applicativa
La psicologia è la scienza della vita mentale e studia sia l’ESPERIENZA sia il COMPORTAMENTO di agenti umani ed animali SETTORI della psicologia: Psicologia generale Psicologia fisiologica Psicologia dello sviluppo Psicologia dell’educazione Psicologia sociale Psicologia clinica Psicologia dinamica Psicometria Psicologia culturale Psicologia evoluzionistica Ecc. METODI e TECNICHE di ricerca: Metodo sperimentale Osservazione sistematica Osservazione sul campo Test e questionari Scale di valutazione (rating scales) Analisi del contenuto di resoconti soggettivi (self report) Colloquio clinico Intervista Ricerca-azione Ricerca di base Ricerca applicativa

3 Una disciplina pluralistica
Nella storia della psicologia scientifica, che nasce tra filosofia e fisiologia, si sono affermati indirizzi e scuole diverse, che hanno definito in vari modi l’OGGETTO della disciplina e scelto in base a questo i METODI di studio più adeguati. Esempio: lo studio della percezione e del pensiero umano da parte della psicologia della Gestalt ha utilizzato il metodo fenomenologico e il resoconto verbale del soggetto partecipante all’esperimento, mentre lo studio dell’apprendimento da parte del Comportamentismo ha privilegiato il metodo sperimentale, escludendo i processi interni dall’oggetto della psicologia. Il Cognitivismo li ha riammessi, in continuità metodologica con il neo-comportamentismo, e in seguito alla sua svolta ecologica ha rivalutato anche le metodologie qualitative e l’uso dei resoconti verbali come fonte di dati La molteplicità dei paradigmi di ricerca e degli indirizzi teorici (scuole) viene rimproverata a torto alla psicologia, la cui vocazione al pluralismo corrisponde al compito applicativo dello psicologo: mettersi in relazione con altre menti rispettando le differenze individuali e adottando con elasticità mentale punti di vista alternativi. In questa prospettiva, una formazione eclettica in senso buono costituisce una risorsa.

4 Le origini della psicologia
Il termine PSICOLOGIA (scienza dell’anima) viene introdotto alla fine del XVI° secolo, quando nasce la scienza moderna Il DUALISMO di Cartesio fra res cogitans e res extensa consente di studiare l’uomo come macchina L’empirismo inglese (Locke, Hume, J. Mill, J. Stuart Mill) rivolge l’indagine sui PROCESSI Gli idéologues francesi (Condillac, Buffon, Cabanis) paragonano l’ORGANISMO umano a quello animale In Germania, J.F. Herbart afferma la necessità della MISURAZIONE dei fatti psichici

5 La PSICOMETRIA Dal greco ψυχή "anima" e μέτρον "misura", il termine PSICOMETRIA fu coniato dal razionalista leibniziano Christian Wolff ( ) per indicare la scienza che si propone la misurazione matematica dei fenomeni psichici: “psycheometria... mentis humanae cognitionem mathematicam tradit et adhuc in desideratis est” “haec non alio fine a me adducuntur, quam ut intelligatur, dari etiam mentis humanae cognitionem mathematicam, atque hinc psycheometriam esse possibilem, atque appareat animam quoque in iis, quae ad quantitatem spectant, leges mathematicas sequi” v. Psychologia empirica, 1732, §§ 522 e 61. Wolff distingue PSICOLOGIA EMPIRICA e PSICOLOGIA RAZIONALE.

6 L’interdizione kantiana (Primi principi metafisici delle scienze della natura, 1786; Lezioni di psicologia, 1796) Una psicologia razionale, scientifica, è impossibile perché: -studia i fenomeni del senso interno, che hanno solo la dimensione del tempo e non quella dello spazio, forma a priori per il senso esterno; quindi non si può applicare loro la matematica come alla scienza dei corpi. -a differenza dell’intuizione, che si rappresenta grandezze estensive, fatte di parti, sensazione e percezione vertono su grandezze intensive, che hanno solo un grado (l’azzurro non è un aggregato di parti azzurre, la sua diminuzione consiste nell’ avvicinarsi al non azzurro). -inoltre, la psicologia empirica usa l’autoosservazione e l’introspezione, fallibili. Immanuel Kant ( )

7 Il concetto di soglia Il filosofo neo-kantiano J.F. Herbart (1825) formula il concetto qualitativo di SOGLIA DI COSCIENZA, che la fisiologia dei sensi traduce in termini quantitativi, sfidando il veto kantiano. Osservazione qualitativa: si percepisce un aumento di illuminazione se si accende una candela in una sala buia, ma non se ci sono già molti candelieri accesi. SOGLIA ASSOLUTA è la quantità minima di stimolazione che produce una SENSAZIONE (gli stimoli fisici subliminali non sono percepiti coscientemente).

8 Legge di Weber-Fechner
LA PSICOFISICA E. Weber (1834) studia la soglia dei due punti (distanza spaziale sulla pelle) e la minima differenza percepibile nella modalità tattile, dimostrando il rapporto costante tra variazione e stimolo che produce una differenza: la SOGLIA DIFFERENZIALE è proporzionale allo stimolo di partenza G. Fechner (1860) generalizza ad altre variabili fisiche e modalità sensoriali la funzione matematica che mette in relazione la sensazione (Sinneswahrnehmung) con lo stimolo (Reiz) Legge di Weber-Fechner S = k log R + C

9 Determinazione della soglia
-METODO DELL’ERRORE MEDIO: il soggetto aggiusta uno stimolo variabile finché lo percepisce uguale a uno stimolo costante, compiendo un errore la cui media indica la soglia differenziale -METODO DEGLI STIMOLI COSTANTI (o dei casi veri e falsi): il soggetto confronta due stimoli, p.es. due pesi, e deve dire se uno è più pesante o leggero dell’altro. Si determina la differenza nel punto in cui il soggetto risponde correttamente tra il 50% e il 75% dei casi -METODO DEI LIMITI ( o delle minime differenze percepibili): si presentano due stimoli e si aumenta o si diminuisce uno di essi finché il soggetto dice di percepire una differenza. La media delle minime differenze percepibili è la soglia differenziale S.S. Stevens (1956) ha introdotto il METODO DELLA STIMA DI GRANDEZZA, dove lo sperimentatore presenta uno stimolo e ne comunica l’intensità al soggetto. Questi deve poi stimare gli stimoli successivi in reìazione al primo (se è 20, il doppio, è 40, ecc.)

10 Stevens (1956) ha formulato la LEGGE DELLA POTENZA, che permette di includere l’andamento sensazione-intensità della scossa elettrica.

11 Johannes Peter Müller (1801 –1858)
La rivoluzione fisicalista in fisiologia Johannes Peter Müller (1801 –1858) Ernst Wilhelm von Brücke (1819 –1892) Hermann von Helmholtz (1821 –1894) Nel 1847 Hermann von Helmholtz, Ernst Wilhelm von Brücke, Emil Du Bois-Reymond e Carl Ludwig, allievi di Johannes Peter Müller, si incontrarono a Berlino per definire un programma di ricerca sulla fisiologia umana che prendesse definitivamente le distanze dalle concezioni della Naturphilosophie. Nella prospettiva che inaugurarono, ogni fenomeno fisiologico poteva considerarsi correttamente interpretato solo a queste condizioni: doveva essere spiegato nei termini di un'interazione tra componenti materiali; doveva essere traducibile nei termini della fisica e della chimica; doveva escludersi ogni riferimento che rimandasse a posizioni vitalistiche. Emil Du Bois-Reymond (1818 –1896) Carl Ludwig ( )

12 I laboratori di PSICOLOGIA
In Germania, nel1879, W. Wundt fonda il laboratorio di Lipsia Stati Uniti 1883 John Hopkins University Di Baltimora (G, Stanley Hall) W. James fonda il laboratorio di Harvard, che lascia nel 1902 alla direzione di H. Münsterberg Russia 1886 Università di Kazan (V.M. Bechterev) Francia 1889 La Sorbona, Parigi (H.Beaunis) Italia 1889 Roma (G.Sergi); 1903 Firenze (G. De Sarlo) Inghilterra 1897 Cambridge (W.H.Rivers) Giappone 1903 Tokyo (M. Matsumoto)

13 W. Wund e il suo gruppo di ricerca, nel laboratorio dotato di strumenti: in basso, sul tavolo, il cronoscopio di Hipp

14 I tempi di reazione Nel 1796 l’astronomo dell’osservatorio di Greenwich, Maskelyne, licenziò il suo assistente Kinnerbrook a causa degli errori di rilevazione al telescopio. Vent’anni dopo F. Bessel, riflettendo sull’influenza dei tempi fisiologici nell’osservazione dei pianeti, formulò il concetto di EQUAZIONE PERSONALE Il fisiologo S. Exner (1871) chiama “TEMPO DI REAZIONE” l’intervallo di tempo fra la presentazione di uno stimolo e la risposta del soggetto, cioè la LATENZA di essa Esperimento del fisiologo H. von Helmholtz ( ) sulla velocità di conduzione delle fibre nervose: -il soggetto riceve uno stimolo elettrico e deve premere un pulsante -stimolando in successione due punti di un arto, la velocità dell’impulso nervoso è data dal rapporto tra la distanza dei punti di applicazione e la differenza fra i tempi di reazione -non tiene conto del diametro delle fibre Lo studioso di oculistica olandese F.C. Donders (1868) generalizza il METODO SOTTRATTIVO alla misura della DURATA dei processi mentali. Questa sarà poi considerata, dal primo COGNITIVISMO, come un indicatore di complessità dei compiti cognitivi.

15 Le due psicologie di Wilhelm Wundt (1832-1920)
Nel 1879 Wundt fonda il laboratorio di Lipsia, e ciò gli consente di ottenere la cattedra di Psicologia, dallo sdoppiamento di quella di Filosofia. La PSICOLOGIA SPERIMENTALE O FISIOLOGICA studia i contenuti della mente individuale (sensazione e percezione) con il metodo dell’introspezione (Selbstbeobachtung), un guardarsi dentro rigoroso riferito con una precisa terminologia. I “prodotti dello spirito” (lingua, miti, costumi) non possono essere studiati sperimentalmente ma con il metodo dell’osservazione (Beobachtung) dalla PSICOLOGIA DEI POPOLI (Völkerpsychologie) PSICOLOGIA FISIOLOGICA METODO DELL’INTROSPEZIONE PSICOLOGIA DEI POPOLI METODO DELL’OSSERVAZIONE

16 Introspezione sperimentale (dal latino introspicere = guardarsi dentro)
Metodo dell’ AUTOOSSERVAZIONE SISTEMATICA (T. Brown, 1820) per l’ accesso ai contenuti della propria esperienza cosciente Caratteristiche: -resoconto immediato -possibilità di replicare il dato -limitazione dei giudizi -addestramento degli osservatori -evitare l’errore dello stimolo -analisi per componenti semplici L’introspezione sistematica guidata dall’Aufgabe (disposizione, set) di O. Külpe a Würzburg porta al dibattito sul pensiero senza immagini e alla crisi della psicologia degli anni ’20 del novecento. Gli errori dell’introspezione, denunciati da Nisbett e Wilson (1977) aprono la strada al revival della coscienza e all’inconscio cognitivo

17 La psicologia….tiene i piedi in due staffe
W. DILTHEY ( ) Scienze della natura/ scienze dello spirito (Naturwissenschaften)/ (Geistwissenschaften) Spiegazione /Comprensione (Erklären)/ (Verstehen) W. WINDELBAND G. ALLPORT ( ) (1894) SCIENZE NOMOTETICHE ricerca di leggi e tendenze generali DISCIPLINE IDIOGRAFICHE studio del singolo individuo nella sua storia concreta

18 Le due psicologie Danziger (1990) individua in Wundt un conflitto tra un oggetto mentalistico e una pratica di ricerca sperimentale basata sulla manipolazione fisica e la misurazione; critica inoltre l’obiettivo di conoscere un presunto soggetto psicologico universale Münsterberg psicologia teleologica o intenzionale/ causale o del contenuto PSICOLOGIA POETICA di Musil Distinzione razioide/non razioide Psicologia classica/romantica (Luria, 1979) LINGUAGGIO-PENSIERO PARADIGMATICO/NARRATIVO (Bruner, 1983) PSICOLOGIA MODERNA/POSTMODERNA (Mecacci, 2000)

19 WILLIAM JAMES E I PRINCIPLES OF PSYCHOLOGY (1890)
La vera fondazione della psicologia coniuga i risultati sperimentali ottenuti nei laboratori europei con l’esperienza fenomenica del soggetto psicologico DEFINIZIONE DI PSICOLOGIA nel cap. I come: “the science of mental life, its phenomena and their conditions” “la scienza della vita mentale, dei suoi fenomeni e delle loro condizioni” Le condizioni sono quelle fisiche dell’esperimento, oltre che quelle materiali del funzionamento cerebrale, e si dà spazio alla psicologia sperimentale e alla neuropsicologia, ma la psicologia studia i fenomeni mentali e non esclude affatto l’immediatezza fenomenica del vissuto, le cui condizioni sono le differenze individuali. Infatti nei capp. IX e X James teorizza la stream of consciousness e il concetto di Self

20 Lo psicologo interno (W. James, 1890)
“Una mente divenuta consapevole della propria funzione cognitiva si comporta nei riguardi di se stessa come ciò che abbiamo chiamato‘lo psicologo’. Essa non soltanto conosce le cose che le stanno davanti, ma sa di conoscerle. Questo stadio di condizione riflessiva è, più o meno esplicitamente, il nostro stato abituale di menti adulte.”

21 Qualità primarie e secondarie
Distinzione di J. Locke, che la riprende da Galileo: QUALITÀ PRIMARIE (possedute dai corpi sia che le percepiamo o meno e di cui trattano le leggi fisiche): grandezza, figura, numero, situazione, movimento. QUALITÀ SECONDARIE (che dipendono dal soggetto e risultano dall’azione che i corpi esercitano sui sensi): caldo-freddo, colore ecc.. Esperienza delle tre bacinelle: se tengo la mano sinistra nell’acqua fredda e la destra nell’acqua calda, poi le immergo ambedue nella stessa bacinella di acqua tiepida, la sentirò calda con la sinistra e fredda con la destra.

22 L’empirismo inglese sposta l’accento dalla natura ontologica della “cosa che pensa” (Taylor, 1989) all’attività psichica e all’analisi del processi mentali J. Locke ( ) riduce l’io a continuità della coscienza, grazie alla connessione psicologica, al legame della memoria, e studia l’understanding Secondo D. Hume ( ) l’introspezione ci rivela un fascio di percezioni distinte e nessun io unitario e permanente, suggerendo che l’identità che ascriviamo alla mente umana è fittizia. Svolta naturalistica che permette lo studio scientifico dei contenuti mentali, impressioni e idee, e delle leggi di associazione e combinazione delle idee semplici in idee complesse. Metafora della mente come teatro. ASSOCIAZIONISMO James Mill ( ) John Stuart Mill ( ) Alexander Bain ( )

23 Sensazione (percezione) e percezione (appercezione)
G.A. Miller (1962) sostiene che non si tratta di processi differenti, ma di modi di descrivere l’esperienza con linguaggi diversi, e fa una parodia della disputa tra APPROCCIO ASSOCIAZIONISTICO e FENOMENOLOGICO. Immaginate di esservi recati a visitare un laboratorio psicologico verso il 1915: appena entrati, uno psicologo vi viene incontro e vi chiede che cosa vedete sul tavolo. “Un libro” “D’accordo, è un libro, - dice - ma che cosa vede realmente?” “Che intende dire? – chiedete disorientati – è un libro piccolo con la copertina rossa.” Mi descriva il più precisamente possibile ciò che vede, né di più né di meno.” A questo punto diventate sospettosi. “Beh - dite – da questo angolo la copertina del libro appare come un parallelogramma rosso scuro.” “Sì – egli dice compiaciuto – lei vede una macchia rosso scura a forma di parallelogramma. Che altro?” “C’è un bordo grigio biancastro al di sotto e ancora sotto una linea rossa. Al di sotto vedo il tavolo.” Egli sobbalza. “Intorno vedo un color marrone intersecato di striscie ondulate più chiare, pressappoco parallele.” “Bene, bene!” conclude lui, e vi ringrazia. Wundt avrebbe commentato: “Grazie per avermi aiutato a confermare la mia teoria sulla percezione, dimostrando che il libro che vede non è che un composto di sensazioni elementari, esprimendosi in termini di forme colorate, e non di oggetti.” E Brentano, o William James avrebbero obiettato: “Sciocchezze! Chiunque sa che il libro è il fatto primario, immediato, diretto, decisivo, percepibile con tutto il suo significato.”

24 Sensazione (percezione) e percezione (appercezione)
G.A. Miller (1962) sostiene che non si tratta di processi differenti, ma di modi di descrivere l’esperienza con linguaggi diversi, e fa una parodia della disputa tra APPROCCIO ASSOCIAZIONISTICO e FENOMENOLOGICO. Immaginate di esservi recati a visitare un laboratorio psicologico verso il 1915: appena entrati, uno psicologo vi viene incontro e vi chiede che cosa vedete sul tavolo. “Un libro” “D’accordo, è un libro, - dice - ma che cosa vede realmente?” “Che intende dire? – chiedete disorientati – è un libro piccolo con la copertina rossa.” Mi descriva il più precisamente possibile ciò che vede, né di più né di meno.” A questo punto diventate sospettosi. “Beh - dite – da questo angolo la copertina del libro appare come un parallelogramma rosso scuro.” “Sì – egli dice compiaciuto – lei vede una macchia rosso scura a forma di parallelogramma. Che altro?” “C’è un bordo grigio biancastro al di sotto e ancora sotto una linea rossa. Al di sotto vedo il tavolo.” Egli sobbalza. “Intorno vedo un color marrone intersecato di striscie ondulate più chiare, pressappoco parallele.” “Bene, bene!” conclude lui, e vi ringrazia. Wundt avrebbe commentato: “Grazie per avermi aiutato a confermare la mia teoria sulla percezione, dimostrando che il libro che vede non è che un composto di sensazioni elementari, esprimendosi in termini di forme colorate, e non di oggetti.” E Brentano, o William James avrebbero obiettato: “Sciocchezze! Chiunque sa che il libro è il fatto primario, immediato, diretto, decisivo, percepibile con tutto il suo significato.”

25 Riepilogo storico “La psicologia è una disciplina dalla breve storia ma dal lungo passato” (Ebbinghaus 1908) L’esigenza kantiana di quantificazione viene realizzata, per quanto riguarda la sensazione, dalla psicofisica di Weber e Fechner, che si pone in continuità con la ricerca di fisiologia dei sensi. Galton e Ebbinghaus fanno ricerca su se stessi, contro l’argomento del sociologo A. Comte (1830), secondo il quale nella scienza positiva soggetto e oggetto dell’osservazione devono essere distinti e separati. Sfidano inoltre il veto wundtiano circa l’uso del metodo sperimentale per quanto riguarda memoria e linguaggio. Sul piano filosofico l’associazionismo empirista sarà vincente, insieme alla diffidenza per l’introspezione, nell’antipsicologismo del Novecento. Il ricorso all’esperienza fenomenica, tuttavia, non può essere evitato quando si studiano i processi mentali e la coscienza del soggetto psicologico, e la corrente fenomenologica, inaugurata da Brentano, si afferma nella psicologia della percezione della scuola di Berlino (Gestaltpsychologie).

26 La PSICOLOGIA DELLA VISIONE
Il mondo fenomenico non è copia del mondo fisico ma il risultato di una serie di mediazioni, l’esito di una catena di processi. Nel caso della visione: -la fonte degli stimoli (oggetto o evento fisico) emette o riflette radiazioni luminose di varia frequenza e intensità (STIMOLO DISTALE) -queste danno luogo sulla retina dell’osservatore a un’area di stimolazione corrispondente alla proiezione ottica della fonte (STIMOLO PROSSIMALE) -si attivano processi fisiologici (reazioni fotochimiche dei recettori, coni e bastoncelli, produzione e conduzione di impulsi nervosi lungo le vie ottiche afferenti) che modificano lo stato della corteccia cerebrale -i processi corticali risultanti sono il sostrato psicofisico dell’esperienza visiva il dato percettivo è l’esperienza privata del singolo osservatore il cui organismo è stato così modificato

27 Le vie visive e le aree di proiezione corticale (lobi occipitali)

28 Problemi Come si ricostituisce l’unità dell’oggetto fisico?
Costanze percettive Come si ristabilisce la tridimensionalità? Percezione del movimento Qualità terziarie e valenze Esperienza passata dell’osservatore

29 La relazione fra soggetto e oggetto
Il soggetto della psicologia è una costruzione teorica, di fatto è assoggettato alle istruzioni dello sperimentatore : oggi si parla di “partecipanti” agli esperimenti. Per oggetto si intende uno stimolo fisico nell’ambiente (environment ingl., Umwelt ted., milieu fr.), che può essere anche l’altra persona. Il gestaltista K. Koffka (1935) distingue l'ambiente geografico e quello comportamentale. Un cavaliere attraversa al galoppo una pianura innevata e arriva sfinito a una locanda. Il locandiere gli chiede da quale direzione sia arrivato e lo informa che ha appena attraversato a cavallo il lago di Costanza ghiacciato. A questo punto il cavaliere cade svenuto per la paura: al di là dell'ambiente geografico "vi è una seconda accezione del termine ambiente, in base alla quale il nostro cavaliere non cavalcò affatto attraverso il lago, ma cavalcò in una normale pianura coperta di neve" che era il suo ambiente comportamentale (altrimenti sarebbe stato ben più circospetto). La Gestaltpsychologie distingue mondo fisico e mondo fenomenico, che appare al soggetto percipiente. Il processo percettivo avviene secondo leggi e si possono evidenziare strani fatti psicologici (fenomeni che appaiono a tutti) di scostamento fra i due piani. Quando accade al singolo soggetto di vedere fantasmi….

30 Triangolo di Kanizsa

31 I “tre moschettieri” della scuola di Berlino
Max WERTHEIMER ( ) Wolfgang KÖHLER ( ) Kurt KOFFKA ( ) Kurt LEWIN ( )

32 Max Wertheimer ( ) Studia e la percezione del movimento e formula le leggi della Gestalt (somiglianza, vicinanza, chiusura, buona continuazione)

33 Über gestaltqualitäten
Le qualità formali Nel 1890 Christian von Ehrenfels pubblica l’articolo Über gestaltqualitäten La forma sonora è qualcosa di diverso dalla somma delle note che la compongono: si possono cambiare tutti gli elementi, trasporre i toni in una nuova chiave (lasciando invariati gli intervalli musicali), ma l’insieme rimane lo stesso e la melodia è riconoscibile come totalità data nell’esperienza con immediatezza

34 Il movimento apparente
Descritto da Exner (1875) e interpretato come dovuto alla persistenza dell’immagine retinica, secondo Wertheimer dovuto ai processi corticali M.Wertheimer (1912) Experimentelle Studien über das Sehen von Bewegung. Zeitschrift für Psychologie. Band 61, S. 161–265. [Englische Übersetzung in On Perceived Motion and Figural Organization (Edited by Lothar Spillmann und Michael Wertheimer) MIT Press, 2012

35 Il movimento apparente o stroboscopico
Presentando in successione due stimoli luminosi identici, per esempio i segmenti a e b, collocati nelle posizioni dello spazio A e B, al variare dell’intervallo temporale si producono diversi effetti di movimento apparente: Movimento beta (descritto da Exner, 1875) con intervallo ottimale (maggiore di quello che produce successione, mentre un intervallo più breve dà simultaneità) l’impressione visiva è di un unico stimolo che si muove da A a B (attraversando le posizioni intermedie, dove non è proiettato alcuno stimolo); Effetto phi Sensazione di puro movimento L’esito visivo dipende anche dalla distanza spaziale e dall’intensità degli stimoli (v. tre leggi di Korte, 1915) a a’ A b B

36 I principi della Gestalt
M- Wertheimer (1923) Untersuchungen zur Lehre von der Gestalt. II. Psychologische Forschung, 4,

37 Il rapporto fra le parti e il tutto nella percezione
Secondo Wertheimer e i gestaltisti, la percezione non procede dagli elementi alla totalità, ma semmai DAL TUTTO ALLE PARTI: “DAL SOPRA AL SOTTO” (von oben nach unten). Diversamente dalla teoria associazionistica della percezione come sommatoria di sensazioni elementari, già criticata da W. James, secondo la teoria gestaltista l’organizzazione totale del campo percettivo è primaria rispetto all’analisi dei dettagli. Il cognitivismo postulerà due tipi di processi di elaborazione dello stimolo: -DAL BASSO VERSO L’ALTO (BOTTOM-UP), che si basa sui dati sensoriali; -DALL’ALTO VERSO IL BASSO (TOP-DOWN) che si fonda sulle rappresentazioni mentali, cioè sulle tracce già contenute nella memoria dell’osservatore. I processi rappresentazionali top-down danno significato a quelli sensoriali bottom-up. La percezione non è costituita solo da processi di elaborazione guidati dai dati (data driven processing), ma anche da processi guidati da concetti e teorie (conceptually-driven); questi due tipi di processi lavorano insieme durante ogni atto percettivo.

38 Le leggi di Wertheimer somiglianza vicinanza buona continuazione
chiusura

39 Competizione fra le leggi di Wertheimer (1923) x > y = x vince, y perde
vicinanza < chiusura buona continuazione > chiusura Chiusura > buona continuazione

40 La “forma buona” (Prägnanz)
Angolo retto

41 Due modi di concettualizzare la PREGNANZA
Tendenza alla FORMA BUONA Singolarità o Unicità delle configurazioni privilegiate (ausgezeignet) Tendenza alla stabilità percettiva Dimensionalità: semplicità, ordine, simmetria, regolarità, ecc.. CARATTERE UNITARIO DELL’INSIEME E COERENZA STRUTTURALE

42 La psicologia della percezione
Il REALISMO INGENUO vive come un dato di fatto la corrispondenza fra realtà fisica e percettivo-fenomenica, per quanto riguarda forma, movimento, localizzazione e numero degli oggetti. Situazioni di non corrispondenza: 1) PRESENZA fenomenica in assenza di stimolo fisico (triangolo di Kanizsa) 2) ASSENZA fenomenica in presenza di stimolo fisico (mimetismo, mascheramento) 3) DISCREPANZA fra stimolo fisico e realtà percettiva (illusioni ottico-geometriche) Le situazioni paradossali costringono a considerare l’abituale corrispondenza come un dato da spiegare

43 La prospettiva fenomenologica della Gestaltpsychologie
Il CAMPO fenomenico, per analogia con quello elettromagnetico, è un tutto organizzato risultante dal sistema delle forze agenti Per GESTALT s’intende la forma organizzata o strutturata in base alle relazioni fra gli elementi componenti LA TOTALITÀ NON È UGUALE ALLA SOMMA DELLE SUE PARTI Il costituirsi dell’oggetto fenomenico risponde al principio dell’articolazione FIGURA-SFONDO E. Rubin (1921) studiò le FIGURE REVERSIBILI, caratterizzate da alternanza automatica fra figura e sfondo M. Wertheimer (1923) formulò le leggi della segmentazione del campo visivo in base alle quali si formano le unità fenomeniche: SOMIGLIANZA, VICINANZA, CONTINUITÀ DI DIREZIONE, CHIUSURA, PREGNANZA DELLA BUONA GESTALT

44 Illusione di Müller-Lyer

45 Illusione di Hering

46 L’organizzazione e segmentazione del campo visivo
Edgar Rubin ( ), psicologo danese pubblicò nel 1915 una monografia sulle figure reversibili, tradotta in tedesco nel Il suo lavoro è importante per la formulazione del concetto di ORGANIZZAZIONE FIGURA-SFONDO nell’ambito della psicologia della percezione della scuola di Berlino o psicologia della Gestalt Solitamente un campo visivo complesso si organizza in modo stabile, privilegiando come figura (forma “buona” che emerge in primo piano sullo sfondo, che resta in secondo piano) un insieme di elementi in relazione fra loro. In particolari situazioni percettive sono possibili due esiti fenomenici, che segmentano ed organizzano in modi alternativi gli elementi fisicamente presenti: le FIGURE REVERSIBILI o alternanti (come il vaso di Rubin) e le figure ambigue, o mascherate, che richiedono, per essere viste, una RISTRUTTURAZIONE del campo stimolante.

47

48 Cornice nera su sfondo bianco o quadrato bianco su sfondo nero
Cornice nera su sfondo bianco o quadrato bianco su sfondo nero? (Bozzi, 1975)

49 Cubo di Necker

50 Due cubi? Tridimensionalità (facile e difficile)

51 La figura di Yastrow da cui Else Frenkel-Brunswick, coautrice di T. W
La figura di Yastrow da cui Else Frenkel-Brunswick, coautrice di T.W. Adorno et al. (1950) La personalità autoritaria, costruì un filmato a cartoni animati per studiare l’intolleranza dell’ambiguità e la rigidità percettiva che ostacolano la ristrutturazione cognitiva

52 Cosa vedete? Un’anatra? Un coniglio? Il filmato iniziava con un’anatra non ambigua, che cambiava gradualmente, passando da gradi di ambiguità crescente e assomigliava sempre più al coniglio. Alcune persone riconoscevano prontamente l’ambiguità e vedevano il coniglio prima di altre. Qualcuno non diceva mai di vedere il coniglio. “Ecco! Ora lo vedo!” è un’esperienza di scoperta percettiva

53 FIGURE MASCHERATE

54 Figura di Boring

55 Ambiguità in pittura Arcimboldo Escher

56 L’ “inganno della natura”

57 Il Gestalt switching Dennett (1999) propone di usare il Gestalt switching come correlato neurobiologico della coscienza e cita l’esperimento di LOGOTHETIS N. K., SCHALL J. D. (1989) Neuronal correlates of subjective visual perception. Science, 245, Logothetis (1980), registrando dalle aree visive di scimmie alle quali erano presentati in rivalità binoculare due stimoli diversi, con il compito di premere il pulsante corrispondente a quello che vedevano, e che rispondevano ora a uno ora all’altro, come gli umani, trovò che gli elettrodi nell’area corticale primaria non registravano cambiamenti; correlati neurali dell’alternanza percettiva si registravano invece nell’area V4.

58 GLI STIMOLI CON LA STESSA STRUTTURA SONO EQUIVALENTI
La percezione negli animali Anche gli animali con occhi simili ai nostri percepiscono secondo le leggi della Gestalt Il topo è capace di distinguere un quadrato da un cerchio, anche in diversi colori e dimensioni GLI STIMOLI CON LA STESSA STRUTTURA SONO EQUIVALENTI Le ghiandaie sono in grado di ritrovare il cibo collocato sotto un vaso che si distingue dall’insieme (effetto distintività, noto come effetto von Restorff dal cognome della ricercatrice che lo evidenziò)

59 Stimoli percepibili per la specie umana
l’UDITO I suoni sono onde sinusoidali di compressione ed espansione dell’aria (prodotte ad esempio dalla vibrazione di un diapason) I suoni udibili hanno frequenza (numero di cicli al secondo in un tono puro) da 20 a hertz. La frequenza dà la sensazione di altezza del suono (la successione delle note della scala musicale, per esempio sulla tastiera del pianoforte) L’ intensità o ampiezza (differenza fra picco e punto più basso in un grafico pressione-tempo) misurata in decibel, dà la sensazione di forza del suono. La sensibilità massima dell’orecchio umano è intorno a 1000 hertz , a intensità variabile (a 80 decibel i rumori iniziano ad essere dannosi). La membrana basilare della coclea nell’orecchio interno vibra alla pressione trasmessa e amplificata dalla catena degli ossicini e fa piegare le cellule ciliate che trasmettono l’impulso elettrico al nervo uditivo fino al lobo temporale della corteccia cerebrale

60 Stimoli percepibili per la specie umana
la VISTA Radiazioni elettromagnetiche tra 350 e 750 nanometri, nello spettro della luce visibile. Le onde corte appaiono blu, quelle medie verdi e quelle lunghe rosse. I recettori della retina, nella parte posteriore del globo oculare, rispondono ai diversi parametri della luce assorbendola con i fotopigmenti che danno luogo all’impulso nervoso: I BASTONCELLI, più sensibili per convergenza dell’attivazione neurale delle cellule gangliari, sono specializzati per le basse intensità (visione notturna) I CONI rispondono alle alte intensità e ai colori (visione diurna), sono responsabili dell’acuità nella visione dei dettagli, in quanto connessi singolarmente alle cellule gangliari e fitti nella fovea, al centro della retina Le fibre del nervo ottico provenienti dalle due emiretine dx e sx si incrociano al chiasma ottico e vanno al nucleo genicolato del talamo e alla corteccia visiva

61 Il concetto di UMWELT (J. von Uexküll, 1934) )
L’INSIEME DELLE CARATTERISTICHE AMBIENTALI CUI È SENSIBILE UN ANIMALE L’ambiente biologico deve essere descritto in termini specie-specifici, perché la stessa situazione fisica costituisce mondi diversi, sia in termini fenomenici sia funzionali, per animali di specie differenti Contro l’antropocentrismo: le api sono sensibili ai raggi ultravioletti - i pipistrelli e i delfini si orientano con gli ultrasuoni Stimoli percepibili dall’uomo: COLORI: Radiazioni elettromagnetiche tra 350 e 750 nanometri, nello spettro della luce visibile SUONI: onde sinusoidali di compressione ed espansione dell’aria con frequenza da 20 a hertz, di intensità non troppo oltre 80 decibel

62 Wolfgang Köhler (1887-1967) e gli scimpanzé della Stazione di ricerca sugli antropoidi a Tenerife

63 I I III sistemi WHAT? E WHERE??
Localizzazione e riconoscimento degli stimoli visivi sono compiti di aree diverse della corteccia cerebrale, ambedue collegate all’area visiva primaria di proiezione degli stimoli nella corteccia occipitale Il sistema what?, che attua il RICONOSCIMENTO dello stimolo, si estende verso la corteccia temporale Il sistema where? deputato a determinare la POSIZIONE SPAZIALE dello stimolo, si estende verso la corteccia parietale Mediante tecniche non invasive come la PET (Tomografia ad Emissione di Positroni) è stato possibile visualizzare l’attività cerebrale durante compiti di riconoscimento o compiti spaziali

64 Esperimento di Köhler (1918)
Dimostra che la gallina è in grado di percepire il rapporto tra due chiarezze, di apprendere un comportamento di discriminazione Si presentano due cartoni grigi, uno più chiaro e uno più scuro La gallina viene addestrata a beccare sul supporto più chiaro (dove il chicco di grano è appoggiato, mentre è incollato su quello più scuro) Ciascun cartone viene accoppiato con un altro in modo che il più scuro diventi il più chiaro della nuova coppia e viceversa L’ANIMALE SCEGLIE SEMPRE IL SUPPORTO PIÙ CHIARO L’animale non risponde al valore assoluto dello stimolo, ma alla relazione fra le sue parti

65 Il concetto di Einsicht (insight)
In L’intelligenza delle scimmie antropoidi (1917) W. Köhler descrive il modo in cui lo scimpanzè Sultano unendo due bastoni costruisce lo strumento per raggiungere la banana mostrando , dopo un periodo di incubazione, un comportamento di soluzione del problema analogo all’esperienza umana dell’eureka (“ho trovato!”). Köhler (1929) definisce l’Einsicht (vedere dentro, intuizione, visione) come “coscienza diretta della determinazioni” , del “nesso comprensibile” tra gli elementi del contesto percettivo LA RISTRUTTURAZIONE DEL CAMPO PERCETTIVO È GIÀ LA SOLUZIONE DEL PROBLEMA (PROBLEM-SOLVING)

66 CONCEZIONI DEL PENSIERO
Il PENSIERO PER PROVE ED ERRORI Apprendimento graduale Calcolo algoritmico Passi successivi di avvicinamento Soluzione unica ottimale Il PENSIERO CREATIVO Insight Euristiche Ristrutturazione dello spazio del problema Soluzioni soddisfacenti Il paziente in psicoterapia può fare esperienza di insight se ricombina elementi già noti in modo che assumano un diverso significato, anche grazie all’interpretazione.

67 Il concetto di Einsicht (insight)
In L’intelligenza delle scimmie antropoidi (1917) W. Köhler descrive il modo in cui lo scimpanzè Sultano, unendo due bastoni troppo corti, si costruisce lo strumento per raggiungere la banana mostrando, dopo un periodo di incubazione, un comportamento di soluzione del problema analogo all’esperienza umana dell’eureka! . Köhler (1929) definisce l’Einsicht (vedere dentro, intuizione, visione) come “coscienza diretta delle determinazioni” , del “nesso comprensibile” tra gli elementi del contesto percettivo LA RISTRUTTURAZIONE DEL CAMPO PERCETTIVO È GIÀ LA SOLUZIONE DEL PROBLEMA (PROBLEM-SOLVING)

68 . . . Il problema dei nove punti
Istruzioni: unire i nove punti con quattro segmenti di retta senza staccare la penna dal foglio e passando una volta sola su ciascuno

69 Spesso il soggetto si rinchiude da solo, mentalmente, nel ring quadrato (forma buona o pregnante), autolimitandosi più di quanto è richiesto dal compito…

70 Wertheimer, 1945, IV Da bambino Gauss trovò una rapida soluzione intuitiva al compito di calcolare la somma dei primi dieci numeri decimali 11 x 5 = 55

71 L’area del parallelogramma (Wertheimer, 1945, II)
Per applicare la formula nota, base per altezza, occorre trasformare geometricamente il parallelogramma in un rettangolo. Se il parallelogramma è presentato con il lato lungo come base, il bambino impara un procedimento (A); con la base sul lato corto, l’applicazione meccanica del medesimo procedimento fallisce (C) e va modificata flessibilmente (B). NO A C B

72 Qual è MALUMA e qual è TAKETE?
Le qualità terziarie, espressive o fisiognomiche secondo la Gestaltpsychologie Qual è MALUMA e qual è TAKETE?

73 “Tutti i gabbiani hanno l’aria di chiamarsi Emma (Imme)”

74 Le qualità terziarie o fisiognomiche secondo la Gestalt
Il salice “piangente”….. secondo Claude Monet Il singolo soggetto può trasfigurare nella produzione artistica la sua visione della realtà

75 Alexious Meinong (1853-1920) a Graz studia il costituirsi dell’oggetto (Gegestandtheorie) come:
Percezione dei dati sensoriali grezzi (inferiora) Produzione di strutture (superiora) Il suo allievo Vittorio Benussi ( ) nel 1919 si trasferisce a Padova, dove ha per assistente Cesare Musatti. Allievo di Musatti è: Gaetano Kanizsa ( ), professore a Trieste, studia i margini quasi percettivi o contorni senza gradiente, nella percezione visiva, processo di completamento modale (v. triangolo), e il completamento amodale, distinguendo due modi di andare “beyond the information given”. Processo percettivo primario - organizzazione dell’input - VEDERE in senso stretto Processo secondario - riconoscimento percettivo- PENSARE Contro l’ipotesi raziomorfa (H. von Helmholtz, cfr. R. Gregory) per cui la percezione avrebbe origine da inferenze inconsce in base all’esperienza passata, opzione gestaltista per il carattere innato della percezione primaria.

76 Gaetano Kanizsa pittore usava una tecnica particolare, che consiste nel picchiettare sulla tela un pennello imbevuto di olio nero fino al completo esaurimento della sostanza.

77 G. Kanizsa (1980) Grammatica del vedere. Saggio su percezione e Gestalt.
G. Kanizsa (1991) Vedere e pensare (Raccolta di saggi ) Il completamento amodale e l’errore del gestaltista

78 OGGETTI PARADOSSALI

79 La percezione come verifica di ipotesi
Nel 1957 in On perceptual readiness Bruner propone una teoria generale della percezione, che va beyond the information given, come scriveva Bartlett. Comprende due processi: -organizzazione spazio-temporale qualitativa dello stimolo e identificazione o RICONOSCIMENTO come formulazione di ipotesi percettive top-down, tratte dalla conoscenza precedente conservata in memoria, e verifica di esse attraverso l’analisi dei dettagli, con i vincoli delle aspettative dovute al contesto. La percezione è un processo di decisione che usa spunti discriminanti per l'operazione di inferenza di identità dello stimolo, fino alla corretta categorizzazione (categoria è una regola per classificare gli oggetti come equivalenti) se la percezione è veridica. Avviene in quattro stadi: -categorizzazione primitiva, ad esempio di "un oggetto rettangolare", isolamento percettivo di un oggetto o di un evento con caratteristiche spazio-temporali distinte. -ricerca di spunti, inconsapevole se consente una categorizzazione immediata (un oggetto viene visto con immediatezza fenomenica come un libro), oppure dà luogo a un'esperienza cosciente del tipo "che cos'è questo?" con ulteriore esplorazione alla ricerca di spunti. E' una ricerca aperta in condizioni di incertezza. -controllo di conferma: restrizione selettiva degli spunti rilevanti a verificare l'identificazione. E' già una ricerca selettiva di spunti confermanti l'ipotesi in condizioni di certezza parziale. -completamento della conferma, chiusura a ulteriori spunti che, se incongrui, vengono tagliati fuori o normalizzati. C'è sbarramento sensoriale e distorsione allorché lo stimolo è stato categorizzato con certezza.

80 L’effetto dell’esperienza precedente e il ruolo dei processi top-down
Effetti del set e dell’aspettativa sul riconoscimento (Bruner, Minturn e Leigh, 1955) Il significato dipende dal contesto…..

81 Effetti del contesto lessicale:
lo stesso elemento visivo è interpretato da chi conosce l‘inglese in due modi diversi

82 Hermann von Helmholtz (1821 –1894) studia le costanze percettive e la percezione della profondità e formula la teoria dell’inferenza inconscia dall’esperienza passata: il percipiente conosce le dimensioni abituali degli oggetti e aggiusta in base ad esse la valutazione della distanza. Principio di probabilità: dato uno stimolo prossimale ambiguo, che può dar luogo a diverse percezioni, la passata esperienza è l'arbitro che decide che cosa percepire. Richard Gregory ( ) condivide questa IMPOSTAZIONE TEORICA RAZIOMORFA sulla visione come processo attivo e indiretto. L’occhio intelligente fa previsioni ipotetiche su ciò che potrebbe esserci “là fuori” e lega i dati sensoriali al mondo esterno, mediante rappresentazioni mentali (modelli funzionali interni).

83 Le costanze percettive:
Costanza di bianchezza o luminosità (la neve appare bianca anche al buio) Costanza di forma Costanza di grandezza o di dimensioni degli oggetti Percezione della profondità o distanza Indizi binoculari: Disparità retinica Parallasse di movimento Indizi monoculari prospettici o pittorici: Prospettiva lineare sovrapposizione gradiente di tessitura

84 La costanza della forma

85 Percezione di profondità e costanza di grandezza
Legge di Emmert: il rapporto inverso tra grandezza retinica e distanza apparente è costante

86 La stanza di Ames (1934)

87 R.L.Gregory (1966) L’occhio e il cervello

88 Illusione di Hering (1861) Illusione di Zöllner (1860)

89 Illusione di Ponzo Vivendo nel mondo occidentale, squadrato, pieno di stanze con angoli, artefatti di forma geometrica con spigoli e linee ferroviarie, leggiamo la realtà in base alla prospettiva. In altre culture, primitive, il mondo può esere sperimentato in modo differente.

90 La teoria computazionale della visione di David Marr ( ) si propone di individuare un algoritmo per la percezione delle forme. Comprende i seguenti passi: Individuazione delle caratteristiche bidimensionali (2 D). Individuazione delle caratteristiche di profondità e riconoscimento di forme elementari (coni, quadrati, ecc.), 2 1/2D. Individuazione e memorizzazione dell’asse principale di un oggetto (3D): permette l’invarianza rispetto alla rotazione. Marr (1982, Vision: : A computational investigation into the human representation and processing of visual information): "Vision is a process that produces from images of the external world a description that is useful to the viewer".

91 I. Immagine – rappresenta l’intensità della luce
Primitivi: intensità della luce II. Abbozzo (sketch) Primario. Rappresenta i cambiamenti di intensità luminosa. Primitivi: linee, contorni, angoli v. cellule del sistema visivo primario: sensibili a variazioni di intensità della stimolazione sulla retina. Cellule semplici (stimoli lineari con orientamento dato), cellule complesse (indipendenti dall’orientamento). III. Abbozzo a 2D ½. Rappresenta le superfici visibili. Primitivi: superfici con diverso orientamento. A questo livello, moduli indipendenti forniscono informazione su distanza e orientamento delle superfici dell’oggetto rispetto all’osservatore -> insieme di coordinate centrate sull’osservatore. IV. Modello a 3D – rappresenta la struttura – Primitivi: cilindri con orientamento. Risolve il problema della visione di livello alto: riconoscimento degli oggetti. Costanza dell’oggetto: non cambia con il punto di vista. Implica un quadro di riferimento basato sull’oggetto Rappresentazione astratta e tridimensionale degli oggetti.

92 La teoria dei tratti di Biederman: i geoni
Segmentazione degli oggetti in forme elementari ("geoni") Individuazioni delle relazioni ‘più probabili’ tra i margini dei geoni

93 La teoria della percezione diretta di James J. Gibson (1904-1979)
Opere di James J. Gibson: -The perception of visual world (1950), dove è centrale il concetto di gradiente di tessitura. Nella seconda fase pubblica -The senses considered as perceptual systems (1966), dove formula l’idea della prospettiva di flusso. Muore nel 1979, anno in cui viene pubblicato il suo ultimo libro, -The ecological approach to visual perception (1979), tr. it. Un approccio ecologico alla percezione visiva (2000).

94 La profondità visiva Il gradiente di tessitura come indizio prospettico di profondità monoculare (James Gibson) e indicatore dell’inclinazione di una superficie Il precipizio apparente, coperto da un vetro trasparente, nella ricerca di di Eleanor Gibson

95 La percezione diretta A proposito dell’esperimento della moglie Eleanor sul visual cliff, un precipizio visivo indicato da indizi prospettici di tessitura (il pavimento a scacchi sprofonda ma sopra c’è una lastra di vetro) che viene evitato da neonati e animali senza esperienza, Gibson scrive che “è molto più sensato assumere negli animali terrestri una capacità innata di rilevare dei luoghi a strapiombo piuttosto che presupporre che essi posseggano delle idee innate o i concetti astratti della geometria” e parla di evitamento dell’affordance del bordo. Il precipizio visivo sarebbe cioè un esempio di percezione diretta, connessa per via innata al comportamento senza bisogno di ipotizzare un complesso calcolo che incorpori la legge di Emmert perché all’immagine visiva piatta si aggiunga la percezione della profondità. In termini di misura dello spazio geometrico, euclideo, la differenza fra un dislivello di 20 cm. e uno di 2 metri è quantitativa, ma per il percipiente la prima misura rappresenta un gradino da scendere (affordance di locomozione), mentre il secondo è un baratro da evitare (affordance di caduta e pericolo), con una differenza qualitativa.

96 Il concetto di affordance
Per affordance (dal verbo inglese to afford, consentire) Gibson intende le possibilità di azione che l’ambiente offre al percipiente, una sorta di significato funzionale dello stimolo per il soggetto. Il concetto di affordance è collegato all’Aufforderungscharacter cioè alla valenza o “carattere d’invito” di Kurt Lewin. Gibson, che fu allievo di Kurt Koffka negli anni quaranta, cita a questo proposito dai Principi di psicologia della forma (1935): “Ogni cosa dice cosa è…un frutto dice ‘Mangiami’; l’acqua dice ‘Bevimi’; il tuono dice ‘Temimi’; e una donna dice ‘Amami’”. Fa l’esempio della cassetta postale (oggi quasi introvabile) che ci invita ad imbucare le lettere, così come la maniglia vuole essere afferrata e le cose “ci dicono cosa fare con esse”. Contrariamente alla valenza di Lewin, però, l’affordance non cambia con i bisogni dell’osservatore, che può percepirla e prestarle attenzione o meno, ma costituisce il significato e il valore invariante che l’oggetto offre, al di là di ogni dualismo fra apparenza fenomenica e realtà fisica. L’affordance si realizza nella relazione dinamica tra soggetto dotato di intenzionalità e oggetto.

97 Scrive il padre del “design antropocentrico”, che ha influenzato l’ergonomia cognitiva:
“Quanto spesso ci arrendiamo di fronte a oggetti che non siamo in grado di maneggiare? Non riuscire ad aprire le porte scorrevoli o premere senza alcun effetto il telecomando del televisore non significa affatto che siamo incapaci di usarli. La questione è più dannatamente complessa: siamo alle prese con oggetti mal progettati”. Importanza dell’usabilità degli oggetti e delle interfacce uomo-computer

98 La percezione come flusso ottico e la prospettiva soggettiva
J.J. Gibson (1979) Un approccio ecologico alla percezione visiva Gibson lavorò all’addestramento dei piloti d’aereo tramite simulazioni di volo, usando filmati girati con la telecamera soggettiva, e rivoluzionò la psicologia della percezione. Da notare che il soggetto in movimento coglie gli invarianti ambientali (dimensioni fisiche) a partire dalle trasformazioni del flusso ottico e percepisce direttamente il proprio corpo, ad esclusione del volto, che può vedere soltanto riflesso in uno specchio.

99 Il flusso ottico (optical flow) di un conducente di treno, di un pilota di aereo, di un uccello….

100 Gibson distingue campo visivo (esperienza di tipo pittorico di un ovale allungato orizzontalmente, chiaro al centro, che scorre muovendo la testa, ruota e si deforma) e mondo visivo (una successione di superfici e oggetti, uno dietro l’altro, sovrapposti, senza deformazioni, sempre stabile, come una sfera intorno alla testa).

101 l’informazione è nella luce
La teoria di Gibson La ricerca sulla percezione, anche quella della Gestalt, ha presentato per lo più disegni geometrici statici a soggetti immobili per durate brevissime, anziché oggetti solidi e persone in movimento a soggetti in condizione di esplorarli. Gibson è influenzato dal realismo critico di Holt che considera il percetto attendibile e veridico, anche se a volte la percezione è ingannevole perché impoverita e lacunosa. Facendo tesoro del lavoro di David Katz sui colori filmari, Metzger negli anni trenta aveva cominciato a studiare gli effetti di una distribuzione omogenea di luce neutra sulla retina: il soggetto si sente come immerso nella nebbia. Gibson e Waddell (1952) pubblicano una ricerca sul Ganzfeld, campo visivo uniforme con tutti i punti della medesima intensità luminosa, che risulta non specificato quanto a tridimensionalità. Questa ricerca mette in discussione l’immagine retinica come stimolazione prossimale, dimostrando che il sistema visivo risponde ai gradienti di luce e alle disomogeneità delle superfici, non ai parametri dell’energia radiante. La luce emessa da una sorgente non è uno stimolo adatto per il sistema visivo occhio-testa; lo è invece la luce-ambiente, riflessa dalle superfici su cui incide secondo diversi angoli. In questo senso va intesa la famosa affermazione di Gibson l’informazione è nella luce

102 Assetto ottico in assenza dell’osservatore, in sua presenza e a seguito del cambiamento di postura

103 optic array e layout L’ambiente (environment) degli animali, diverso dal mondo fisico, è costituito da un mezzo, l’aria, da sostanze, solidi e liquidi, e da superfici. Superficie e mezzo sono i termini ecologici che corrispondono a piano e spazio fisico-geometrici. Gibson scrive che "i piani sono fantasmi trasparenti ...le superfici sono generalmente solide e opache”. La luce ambiente viene riflessa dalle superfici su cui è incidente secondo certi angoli e in questa densa rete di raggi l’osservatore in ogni posizione riceve pennelli di luce da direzioni diverse che costituiscono l’assetto ottico (optic array), la luce strutturata, che è il vero stimolo visivo. In ogni punto di osservazione nello spazio vi è un unico assetto ottico, indipendentemente dalla presenza dell’osservatore. L’assetto ottico è la proiezione della struttura delle superfici dell’ambiente, che Gibson chiama layout, definito come “le relazioni delle superfici con il suolo e tra loro, la loro disposizione (arrangement)”. Secondo Gibson i corpi sono fatti di una certa sostanza, con superfici che hanno il loro layout, che a sua volta ha una tessitura variabile a seconda dell’inclinazione e della distanza con cui si presentano al sistema visivo dell’osservatore, una resistenza alla deformazione e alla disintegrazione che dipende dalla coesione della sostanza e una tessitura, sia del layout sia del pigmento, che è la base fisica del colore.

104 Il pick-up dell’informazione
Un soggetto in movimento nell’ambiente effettua una raccolta (pick-up) dell’informazione, cioè una selezione nell’inesauribile ricchezza di informazioni disponibili dell’assetto ottico. Al di là dei mutamenti, nell’occlusione tra superfici e nei bordi di sovrapposizione fra oggetti, individua gli invarianti del mondo visivo, cioè le proprietà persistenti, dovute alle relazioni geometriche che non cambiano con il movimento e con le trasformazioni prospettiche, come la disposizione degli oggetti e la loro rigidità. Secondo i teorici della percezione diretta, i sistemi di analisi degli input hanno incorporati degli “smart mechanisms” (meccanismi intelligenti, espressione di Rineson, allievo svedese di Johansson, contrapposti ai “rote mechanisms” che vanno programmati). Essi rilevano le invarianze “come se” effettuassero calcoli complessi, con un meccanismo automatico che viene paragonato all'invenzione del planimetro polare da parte del meccanico tedesco Jacob Amsler nel 1854 per misurare l'area dei poligoni irregolari, trasformando immediatamente su scala lineare delle somme di angoli in area, senza bisogno di conoscere i principi matematici in base ai quali si effettua la trasformazione.

105 Esperimento di G. Johansson (1975) sugli smart mechanisms di analisi degli input

106 Deboli luci alle giunture degli arti di un soggetto umano, che diventa riconoscibile se si muove

107 L’APPROCCIO COMPORTAMENTISTA
Nel 1913, John B.Watson ( ) pubblicò Psychology as the behaviorist views it, il manifesto del COMPORTAMENTISMO Watson lavorava nel campo della psicologia animale statunitense, che aveva posto il problema dell’antropomorfismo, e prese sul serio l’obiezione del sociologo francese E. Durkeim circa il metodo dell’introspezione, che stava portando la psicologia europea alla crisi degli anni ’20: soggetto e oggetto dell’osservazione devono essere distinti e la ricerca prende come dati le risposte motorie pubbliche, escludendo ogni riferimento a stati interni.

108 L’ambientalismo radicale di Watson
Il Behaviorismo studia l’APPRENDIMENTO come ACQUISIZIONE DI ABITUDINI, cioè nessi associativi fra RISPOSTE motorie osservabili e STIMOLI prodotti nell’ambiente "Give me a dozen healthy infants, well-formed, and my own specified world to bring them up in and I'll guarantee to take any one at random and train him to become any type of specialist I might select-doctor, lawyer, artist, merchant-chief, and, yes, even beggarman and thief, regardless of his talents, penchants, tendencies, abilities, vocations, and race of his ancestors. I am going beyond my facts and I admit it, but so have the advocates of the contrary and they have been doing it for many thousands of years.” (John B. Watson, Behaviorism, 1930)

109 I..M. Secenov (1863) I riflessi cerebrali
DAL CONCETTO DI RIFLESSO AL COMPORTAMENTISMO 1770 Luigi Galvani ottiene contrazione sia stimolando elettricamente il muscolo della zampa della rana sia collegando muscolo e fibre nervose lombari con un arco metallico 1811 Charles Bell dimostra l’esistenza nei nervi periferici di due vie distinte, quella afferente (dai recettori sensoriali al midollo spinale) e quella efferente (dal midollo spinale ai muscoli effettori) 1820 Francois Magendie stabilisce le funzioni delle radici del midollo spinale I..M. Secenov (1863) I riflessi cerebrali estende il concetto di arco riflesso a tutto il comportamento umano e I.P. Pavlov (1903) dimostra il condizionamento del riflesso di salivazione nel cane 1913 J.B. Watson pubblica il manifesto del comportamentismo (behaviorism)

110 Clever Hans, il cavallo calcolatore, e il suo addestratore, l’insegnante di matematica W. von Osten, nel 1907 Dopo che una commissione istituita dallo psicologo W. Stumpf ebbe dichiarato gli esperimenti esenti da trucchi, Oskar Pfungst constatò che il cavallo non rispondeva correttamente quando la persona che poneva le domande era fuori del suo campo visivo o non conosceva le risposte. Concluse che il cavallo reagiva agli stimoli visivi del linguaggio corporeo, cogliendo le involontarie modifiche posturali ed espressive umane legate all’aspettativa delle risposte.

111 Un esperimento di condizionamento
Watson, Rosalie Rayner e il piccolo Albert (1920), che impara ad aver paura del topolino bianco quando gli viene presentato contemporaneamente a un forte rumore

112 Le leggi dell’associazione fra idee
Già in Platone e Aristotele, l’associazione delle idee avviene per SOMIGLIANZA e contrasto, oltre che per CONTIGUITÀ spaziale e temporale: due idee che si presentano vicine e simultaneamente o in rapida successione tendono a richiamarsi l’una con l’altra. Principio della frequenza dell’associazione dell’empirismo inglese (D. Hume, J.Locke, D. Hartley, J.Mill, J.S.Mill): quanto più spesso e frequentemente si è ripetuta la presentazione dei due elementi vicini, tanto più forte, e quindi permanente nel tempo, è l’associazione fra loro. La teoria dell’apprendimento usa la metafora del consolidamento di una qualche traccia biologica delle associazioni ripetute….. La familiaritè dell’associazione ripetuta rende più facile e rapido coglierla percettivamente quando si ripresenta…… e ricordare i nessi appresi. L’associazione riguarda quindi l’apprendimento, la percezione e la memoria

113 (immagine di una palla) (immagine di una palla)
Legge di associazione per contiguità (vicinanza spazio-temporale) Esperienza di apprendimento Stimolo A La parola “palla” Stimolo B La vista di una palla Pensiero di B (immagine di una palla) Dopo l’apprendimento Stimolo A La parola “palla” Pensiero di B (immagine di una palla)

114 Stimolo incondizionato Risposta incondizionata Risposta condizionata
Il CONDIZIONAMENTO CLASSICO studiato da I.P. Pavlov è un processo di apprendimento nel quale uno stimolo neutro viene associato ad uno stimolo che provoca una risposta riflessa in seguito al loro ripetuto abbinamento, creando abitudine Procedura di condizionamento Stimolo neutro (campanello) Stimolo incondizionato (cibo) Risposta incondizionata (salivazione) Dopo il condizionamento Stimolo condizionato (campanello) Risposta condizionata (salivazione)

115 Il condizionamento classico
I.P. Pavlov ( )

116 Già nel 1902 Edwin Burket Twitmyer ( ) poi psicologo dell’Università di Pennsylvania, studiando il riflesso patellare trovò la risposta condizionata al suono di un campanello con cui avvertiva li soggetto che stava per ricevere il colpo di martelletto sul ginocchio. Presentò la ricerca nella sua tesi di dottorato, e poi al congresso del 1904 dell’American Psychological Association. La relazione Knee jerks without stimulation of the patellar tendon, in una sessione presieduta da William James non suscitò molto interesse!

117 Meccanismo dell’arco riflesso
Il midollo spinale collega il corpo e l’encefalo. Le FIBRE SENSORIALI ascendenti dai recettori entrano nella RADICE DORSALE, le FIBRE MOTORIE discendenti dalla RADICE VENTRALE della vertebra agli organi effettori

118 I RIFLESSI SPINALI sono risposte motorie automatiche a stimoli sensoriali, a livello nervoso periferico, senza trasmissione dell’impulso alla corteccia cerebrale. IL RIFLESSO PATELLARE è la risposta di estensione della gamba alla percussione della rotula del ginocchio con un martelletto. E’ indipendente dalla volontà purché il soggetto sia rilassato.

119 Il riflesso patellare è un arco RIFLESSO MONOSINAPTICO
La ritrazione della mano che tocca un oggetto troppo caldo è un RIFLESSO POLISINAPTICO, con un interneurone che trasmette all’encefalo e permette la consapevolezza Riflessi incondizionati semplici: salivazione Riflessi incondizionati complessi: “istinti” Riflessi acquisiti, condizionati

120 Riflesso condizionato
IVAN P. PAVLOV ( ) 1904 premio Nobel per la medicina per gli studi sul sistema digerente Teoria dell’attività nervosa superiore Neurofisiologia molare dell’animale integro Riflesso condizionato Lo stimolo incondizionato (cibo in bocca) determina la reazione incondizionata (salivazione) in presenza di uno stimolo neutro (suono) che diventa stimolo condizionato e produce da solo la risposta condizionata Linguaggio come secondo sistema di segnalazione -Scuola di fisiologia di I.M. Secenov ( ) elettrofisiologia delle funzioni elementari -Riflessologia di V.M. Bechterev ( ) analoga al comportamentismo

121 Il condizionamento classico

122 Legge dell’effetto di E.L.Thorndike (1898)
Nel comportamento per prove- ed- errori (trials-and-errors) l’azione seguita da una ricompensa viene rafforzata Il CONDIZIONAMENTO OPERANTE è un processo di apprendimento delle risposte che agiscono sull’ambiente B.F. Skinner ha studiato lo shaping (modellamento) e il rinforzo parziale (a rapporto o a intervallo) RINFORZO è ogni evento che aumenta la probabilità che una risposta venga emessa

123 L’evento aversivo fa diminuire la probabilità della risposta
Il rinforzo RINFORZO POSITIVO è uno stimolo piacevole o RICOMPENSA che segue un comportamento desiderato RINFORZO NEGATIVO è l’eliminazione di uno stimolo sgradevole dopo un comportamento desiderato L’evitamento dell’evento aversivo fa apprendere una nuova risposta (di fuga) PUNIZIONE è uno stimolo spiacevole (o l’eliminazione di uno piacevole) dopo un comportamento indesiderato L’evento aversivo fa diminuire la probabilità della risposta

124 B. F. Skinner ( ) (1948) Walden II Il titolo è tratto da Walden (Vita nei boschi) romanzo di Henry David Thoreau del 1854 Trama: un soldato invita dei suoi amici e professori a visitare una comunità di circa 1000 abitanti che vivono felicemente, in una sorta di utopia. Il suo fondatore, Frazier, spiega che i comportamenti industriosi sono stati modellati con le tecniche behavioriste: i bambini sono educati dalla comunità, le donne lavorano, i lavori meno desiderabili danno un credito maggiore e sono svolti da tutti solo per brevi periodi. La pianificazione totale della comunità è stata criticata ampiamente, fino a considerare il mondo di Walden II un esempio di utopia negativa, o distopia (cui nessuno, tuttavia, si ribella).

125 Il condizionamento skinneriano
Una prospettiva alternativa….


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