La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore

La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore

Unità 1 Sociologia economica.

Presentazioni simili


Presentazione sul tema: "Unità 1 Sociologia economica."— Transcript della presentazione:

1 Unità 1 Sociologia economica

2 Globalizzazione.. Cos’è la globalizzazione?
Internazionalizzazione, privatizzazione, liberalizzazione, deregolamentazione.. Crisi ambientale, giustizia, povertà, trasporti, conflitti culturali.. Intensificazione di fenomeni esistenti o fatto nuovo? Globalizzazione..

3 Fine 900… E. Hobsbawn: intervista sul secolo breve:
De-regionalizzazione delle filiere produttive. Da filiere regionali e forza lavoro mondiale, a filiere mondiali e forza lavoro locale Fine 900…

4 Radici del capitalismo globale
Alfred North Whitehead “Tutta la filosofia occidentale non è che una serie di note a margine su Platone” Si può dire lo stesso degli studi sulla globalizzazione e Marx? Manifesto del partito comunista (1848) Radici del capitalismo globale

5 La borghesia non esiste che alla condizione di rivoluzionare incessantemente gl’istrumenti di lavoro, per conseguenza il sistema di produzione, per conseguenza tutti i rapporti sociali. Tutti i rapporti sociali tradizionali e profondamente radicati, con il loro corteggio di credenze e d’idee ammesse da secoli, si dissolvono; le idee ed i rapporti nuovi spirano prima di cristalizzarsi. Tutto ciò che era stabile è scosso, tutto ciò che era sacro è profanato, e gli uomini sono costretti infine ad intravedere le loro condizioni d’esistenza e le loro mutue relazioni con occhi delusi Marx..

6 Spinta dal bisogno d’uno smercio sempre più esteso, la borghesia invade il globo intero. Bisogna che dappertutto essa s’impianti, che dappertutto stabilisca e crei dei mezzi di comunicazione. Per mezzo dello sfruttamento del mercato mondiale, la borghesia imprime un carattere cosmopolita alla produzione ed alla consumazione di tutti i paesi. A disperazione dei reazionarii essa tolse all’industria la sua base nazionale. Le vecchie industrie nazionali sono distrutte o sul punto di esserlo. Esse vengono sostituite da nuove industrie la cui introduzione diviene una questione vitale per tutte le nazioni incivilite; industrie che non adoperano più materie prime indigene, bensì materie prime venute dalle regioni più lontane, ed i cui prodotti non si consumano soltanto nel paese stesso, ma in tutti i punti del globo. Marx..

7 In luogo dell’antico isolamento locale e nazionale, si sviluppa un traffico universale, una dipendenza mutua delle nazioni. Ciò che avviene nella produzione materiale si riproduce nella produzione intellettuale. Le produzioni intellettuali di una nazione divengono proprietà comune di tutte. L’esclusivismo ed i pregiudizii nazionali divengono ognora più impossibili; e delle diverse letterature nazionali e locali si forma una letteratura universale. Marx..

8 La società borghese moderna che mise in movimento così potenti mezzi di produzione e di scambio, rassomiglia a quei maghi, che non sapevano più dominare le potenze infernali, ch’essi avevano evocato. Come fa la borghesia per superare queste crisi? Da una parte con la distruzione forzata d’una massa di forze produttrici, dall’altra con la conquista dei nuovi mercati e lo sfruttamento più perfetto degli antichi. (Cioè essa prepara delle crisi più generali e più terribili, e riduce i mezzi per prevenirle). Marx..

9 Connettività Connettività (interdipendenza, rete, flusso, scambio..)
Concetto di “scoperta” (p.es dell’America) Società orizzontale, eterarchica e turbolenta fondata sul valore di scambio commerciale Horden & Purcell sul Mediterraneo eteroclito ma insieme coerente”: città, porti, strade, rotte fanno il Mediterraneo dei popoli del mare. Città punti fermi (knots) che si nutrono di movimento. Connettività

10 Per Steinberg (Social construction of the Ocean) la mediterraneità e la base della globalità oceanica del globo Mare vuoto (oceano indiano) Mare sociale (polinesia-scandinavia) Mediterraneo (vuoto e pieno) Rivoluzione spaziale oceanica iniziata da Olanda (Mare Liberum) e soprattutto Inghilterra nel 17 sec. Trasferire la società sul mare, niente più centri/periferie ma solo costa/retroterra (hinterland) Oceani globali

11 A. Giddens – prerequisiti modernità
Globalizzazione: intensificazione delle relazioni sociali su scala mondiale. Ciò che è locale dipende sempre più da fatti distanti. Tre prerequisiti della dinamicità moderna: Separazione di spazio e tempo. “Nessuno era in grado di dire l’ora del giorno senza fare riferimento ad altre connotazioni socio-spaziali: il ‘quando’ era comunemente connesso a un ‘dove’ o identificato da ricorrenze naturali regolari" (Giddens, 1990)” A. Giddens – prerequisiti modernità

12 A. Giddens – prerequisiti modernità
2) Disembedding (disaggregazione-riaggregazione) Rimozione dei rapporti sociali da un contesto locale immediato e traslazione degli stessi in una dimensione spazio-temporale differente. (conquista della “notte”) Sistemi esperti, emblemi simbolici Fiducia generalizzata (p.es denaro): dal baratto ai “futures” A. Giddens – prerequisiti modernità

13 A. Giddens – prerequisiti modernità
3) riflessività: osservazione e controllo delle azioni in riferimento al contesto sociale stesso (e non a fattori esterni come tradizione, metafisica, ecc..). Importanza della scelta e del rischio. A. Giddens – prerequisiti modernità

14 A. Giddens – 4 dimensions of Globalisation
4 dimensioni: economia capitalista globale, sistema stati-nazione, ordine militare mondiale, divisione globale del lavoro 1) Economia capitalista globale Separazione economia e politica, economia usa gli stati in termini di territorialità e controllo della violenza che le coorporations non hanno. Relazione simbiotica A. Giddens – 4 dimensions of Globalisation

15 A. Giddens – 4 dimensions of Globalisation
2) Sistema stati-nazione Monitoraggio “riflessivo” della sovranità. Osservazione delle relazioni interstatuali: dalle frontiere ai confini A. Giddens – 4 dimensions of Globalisation

16 A. Giddens – 4 dimensions of Globalisation
3) Ordine militare mondiale Potenza distruttiva superiore a qualunque altra nella storia. Tutti gli stati hanno forze militari, anche quelli poveri, o sono inclusi in sistemi di alleanze. Ma l’uso è ristretto e legato all’impatto economico. A. Giddens – 4 dimensions of Globalisation

17 A. Giddens – 4 dimensions of Globalisation
4) Divisione globale del lavoro Specializzazioni regionali, diffusione mondiale della tecnologia, tecnologie della comunicazione. Ambiente materiale globale “unico” A. Giddens – 4 dimensions of Globalisation

18 A. Giddens – 4 dimensions of Globalisation
5) quinta dimensione? Cultura… concetto ambivalente, legato al linguaggio e alla memoria Esiste una cultura globale? Linguaggio, memoria globale? Coca-cola, McDonaldizzazion… ma anche Olocausto. Fautori e denigratori della cultura globale. A. Giddens – 4 dimensions of Globalisation

19 General Intellect introdotto da Marx nel "Frammento sulle macchine" dei Grundrisse, i Lineamenti fondamentali della critica dell'economia politica ( , trad. it. La Nuova Italia, ): "Le forze produttive e le relazioni sociali - entrambi lati diversi dello sviluppo dell'individuo sociale - figurano per il capitale solo come mezzi, e sono per esso solo mezzi per produrre sulla sua base limitata. Ma in realtà essi sono le condizioni per far saltare in aria questa base. La natura non costruisce macchine, non costruisce locomotive, ferrovie, telegrafi elettrici, filatoi automatici ecc. Essi sono prodotti dell'industria umana: materiale naturale, trasformato in organi della volontà umana sulla natura o della sua esplicazione nella natura. Sono organi del cervello umano creati dalla mano umana: capacità scientifica oggettivata. Lo sviluppo del capitale fisso mostra fino a quale grado il sapere sociale generale, knowledge, è diventato forza produttiva immediata, e quindi le condizioni del processo vitale stesso sono passate sotto il controllo del general intellect, e rimodellate in conformità a esso. General Intellect

20 […] Il capitale diminuisce il tempo di lavoro nella forma del tempo di lavoro necessario, per accrescerlo nella forma del tempo di lavoro superfluo; facendo quindi del tempo di lavoro superfluo - in misura crescente - la condizione (question de vie et de mort) di quello necessario. Da un lato esso evoca, quindi, tutte le forze della scienza e della natura, come della combinazione sociale e delle relazioni sociali, al fine di rendere la creazione della ricchezza (relativamente) indipendente dal tempo di lavoro impiegato in essa. Dall'altro lato esso intende misurare le gigantesche forze sociali così create alla stregua del tempo di lavoro, e imprigionarle nei limiti che sono necessari per conservare come valore il valore già creato" General Intellect

21 Capitalismo cognitivo
Liberazione/imprigionamento del tempo superfluo alla creazione di valore Capitalismo cognitivo, knowledge-based Minore importanza della motivazione monetaria, saperi comuni, organizzazione dal basso, cultura immateriale. Open-source, brand, heritage, finanziarizzazione… Nuove forme di dominio e profitto. Oontoligia oscillante. Capitalismo cognitivo

22 Distanze tecnologiche
Moralità analogica (A. Gehlen) vs. Battito di farfalla Numero di Dunbar (150) vs. Comunità immaginate (B.Anderson) Distanze tecnologiche

23 Distanze tecnologiche
Nascita del linguaggio esonera dal “social grooming” e dall’intimità fisica La tecnica “sgravia” l’uomo e lo libera dalle relazioni intime Aumentano e diminuiscono allo stesso tempo le forme di cooperazione con lo sviluppo delle tecnologie della comunicazione (divisione sociale del lavoro) Distanze tecnologiche

24 Distanze tecnologiche
Però…. Moralità/coinvolgimento interpersonale rimane ridotto al numero di Dunbar “150” (p.es tecnologie belliche). Stratagemmi linguistici: villaggio virtuale (nazione), per B.Anderson attraverso la sincronizzazione collettiva: quotidiani e pellegrinaggi laici. Connessioni attraverso lo spazio-tempo. (romanzo) Distanze tecnologiche

25 M. Castells, The Information Age.
Le reti (Networks) diventano le forme organizzative predilette del capitalismo globale come risultatodelle caratteristiche dominanti del nuovo ambiente tecnologico: flessibilità (flexibility), scalarità (scalability), resistenza (survivability). Flessibilità: si adattano all’ambiente, mantenendo gli scopi pur modificando i componenti. Tendono a superare i cortocircuiti cercando nuove connessioni. Scalarità: si espandono e restringono con pochi danni Resistenza: senza centro eterarchia, operano in configurazioni molteplici e tutte le informazioni per la riproduzione sono contenuti in una pluralità di nodi dai quali estrarre le istruzioni per trovare nuove performance. Solo la distruzione fisica delle connessioni può compromettere l’azione ma non l’esistenza M. Castells, The Information Age.

26 M. Castells, The Information Age.
La trasformazione delle tecnologie della comunicazione e dell’informazione basata sulla rivoluzione “micro-elettronica” che inizia negli anni è alla base delle reti. Costituisce un nuovo paradigma tecnologico consolidato negli anni 70, specie negli USA e diffusosi rapidamente a livello planetario portando a quella che potremmo definire la società dell’informazione. M. Castells, The Information Age.

27 Pervasività del globale
Non tutto è globalizzato e non tutti siamo globalizzati, ma le reti globali che struttura il pianeta agiscono su tutto e tutti. P.es “sfera pubblica” di Habermas “una rete per comunicare le informazioni e i punti di vista” Qual’è la sua forma oggi? Come funziona? Chi la comanda? Pervasività del globale

28 Tecnologia informatica e capitalismo globale
Nuovo tipo di capitalismo planetario: 1) produzione di sapere ed elaborazione informazioni 2) aziende e territori organizzati in reti di distribuzione, gestione e produzione 3) principali attività economiche sono globali (zeitgesit) Tecnologia informatica e capitalismo globale

29 Tecnologia informatica e capitalismo globale
Non tutto è globale ma lo sono le attività più strategiche e pervasive, che quindi condizionano il destino di tutti Scienza, media, sport, agro-alimentare, terziario avanzato, turismo e crimine…. ICT sono le infrasrutture fondamentali. Selezionano componenti a geometria variabile: scavalcano, includono e detrminano il valore in funzione dell’accrescimento del capitale. (piuttosto che tasso profitto) Tecnologia informatica e capitalismo globale

30 Tecnologia informatica e capitalismo globale
AUTOMATON: globalizzazione ha radici nella comparsa dei mercati finanziari globali. Tendenza storica che esplode alla fine degli anni 80: BIG BANG: City di Londra, , deregolamentazione del mercato dei capitali e dei titoli Liberalizzazione mercato finanziario porta alla nasciata dell’industria finanziaria globale (p.es FI capitale variabile) Tecnologia informatica e capitalismo globale

31 Tecnologia informatica e capitalismo globale
Derivati: combinazione di qualsiasi cosa abbia valore monetario reale o potenziale nello spazio (mercati mondiali) e nel tempo (mercati dei futures) Creazione di valore di capitalizzazione del mercato a partire dal valore di capitalizzazione del mercato attraverso modelli matematici (con l’appoggio dei governi a garanzia degli investimenti, si apre spazio per manovre speculative) Tecnologia informatica e capitalismo globale

32 Tecnologia informatica e capitalismo globale
Interconnessione dei mercati finanziari: 1) transazioni on-line 2) valori di diversi paesi scambiabili all’estero. (tutti vengono coinvolti) 3) spostamenti veloci degli investimenti su diversi mercati/valute per anticipare cambiamenti e fare profitto Tecnologia informatica e capitalismo globale

33 Tecnologia informatica e capitalismo globale
Come si naviga la finanza globale? (punto 3) Hedge Fund: fondi di investimento non convenzionali (protetti, speculativi…) Sono privi di regolamentazione, aggirano le regole per conto di grossi investitori istituzionali e aprono corsie preferenziali ad alto rischio (nomadic war machine) In più piccoli investitori agiscono autonomamente aumentando turbolenza Tecnologia informatica e capitalismo globale

34 Tecnologia informatica e capitalismo globale
4) agenzie di valutazione dei mercati (Moody’s, Standard & Poors, ecc..). Valutano e svalutano titoli, valute ed economie nazionali… con impatto sull’economia reale (ma non c’è riscontro empirico, sono stime) 5) FMI – modello standard mondiale con regole omologate nei prestiti di ultima istanza. Funzionale all’integrazione finanziaria Turbolenze: informazioni determinano gli andamenti economia mondiale anche più di domanda e offerta Tecnologia informatica e capitalismo globale

35 Tecnologia informatica e capitalismo globale
AUTOMATON: sistema elettronico di transazioni finanziarie che travolge regole e controlli. Annidato dentro le nostre economie. Luogo di raccolta maggiore dei capitali ma non controllato da soggetti capitalisti: soggetto capitalista collettivo Non è il mercato, non ha le sue regole. Turbolenze e oscillazioni imprevedibili Tecnologia informatica e capitalismo globale

36 Tecnologia informatica e capitalismo globale
Non tutto è automatizzato… ma aumenta la platea degli operatori su transazioni elettroniche e si sviluppano gli strumenti informatici (software e hardware) di operazione finanziaria. Costi minori, complessità e volatilità maggiore, mancanza di trasparenza. Accrescimento delle concentrazioni di capitale ma anche dispersione tra i piccoli operatori con bassi livelli informativi Tecnologia informatica e capitalismo globale

37 Tecnologia informatica e capitalismo globale
Non c’è il pilota automatico nell’interconnessione mercati finanziari globali. Razionalità economica cede a logica casuale e imprevedibilità Paradossi: produzione concomitante di crescita-benessere e disinvestimento-crisi Tecnologia informatica e capitalismo globale

38 Interdipendenza: tutti vengono colpiti da crisi locali ma… crisi locali non compromettono gli investimenti globali Si può trarre profitto dalle svalutazioni e recessioni, anche dal collasso di economie nazionali (specie con l’ancora di salvataggio del FMI) Esempio: crisi mercati emergenti : bolla, svalutazione, recessione.. Nuove Economie

39 Economie grandi assorbono crisi mondiali: economia USA ha assorbito investimenti ed esportazioni mondiali anche nelle crisi di fine anni 90. Asse atlantico Ma più di tutto le reti permettono recuperi veloci e opportunità di guadagno dalle crisi.. New Economy: settore tecnologico avanzato. Super-capitalizzazione e incapacità di lettura del fenomeno con categorie classiche (produttività, occupabilità…) Nuove fonti di valore e sviluppo. Ma può durare? Finta uscita dall’era industriale classica? Il resto del mondo può seguire USA, p.es. UE o Giappone? Nuove Economie

40 deflazione Deflazione come indice della sostenibilità:
Negativa: depressione della domanda Positiva: aumenti produttività ed efficienza gestionale Il capitalismo globale ha entrambi i lati ma distribuiti inegualmente nelle regioni del mondo. Difficile scindere l due (es. UE) deflazione

41 Un mondo di “silicon valleys”
Terrore dell’inflazione (BCE, FMI) e paura per le sorti dello stato sociale VS. nuova economia tecnologica che richiede investimenti e fiducia .. Anche se si trovasse quadratura effetti amplificazione disuguaglianze e instabilità politica Isole tipo “Silicon Valley” (ingegno hi-tech, avventurismo finanziario, individualismo culturale) in mare di povertà Rischi di fondamentalismo, epidemie, crimine, danni ambientali, guerre.. Un mondo di “silicon valleys”

42 pericoli 3 tipi di pericoli: A) Implosione mercati finanziari globali
B) Stagnazione perpetua domanda C) Rigetto socio-politico e culturale dell’Automaton Si può domare automaton? Restringere libertà del capitale? Difficile: casi “deposito” Cile e “convertibilità” Malesia pericoli

43 Obiezioni Obiezioni al controllo:
1) Fondamentalismo di mercato: diritti del Capitale 2) Nuovo quadro regolatore internazionale 3) Questione applicabilità tecnica Ma soprattutto resistenza FMI e USA le cui società finanziarie traggono benefici maggiori in cambio di piani WB e FMI che tengono in vita il sistema (quadro ideologico: riforme, pianificazione familiare, sacrifici) Obiezioni

44 Grande sfasamento: possono governi, società o pezzi di società uscire dal Capitalismo globale? (exit strategy) Reazioni delle reti? Riconfigurazione, conservazione e scarto. Quali modelli? Venezuela o Finlandia? Situazione italiana ed europea? Sfasamento?

45 J. Faux, L. Mishel,Disuguaglianza ed economia globale.
“A livello della gente il sistema non funziona” (1999, presidente Banca Mondiale, J. Wolfensohn) Non offre una vita materiale migliore. Ma allora dove funziona? J. Faux, L. Mishel,Disuguaglianza ed economia globale.

46 Situazione.. Apparente diffusione della prosperità:
Nuove borghesie emergenti, miglioramento status classi lavoratrici, stili di vita più ricchi e diversi (viaggi, salute, cultura…) Tesi “Si Global”: standard di vita e redditi si allineano, come controparte ai costi del globale. Contro-tesi: le disuguaglianze sono aumentate a livello di reddito e geografico Situazione..

47 Promotori dei mercati globali: imperfezioni del mercato, mancanza di riforme politiche… ma la ricchezza legata alla finanziarizzazione per molti è stata breve e frutto di speculazioni a corto raggio (bolla immobiliare). Metafora del Titanic: si salva solo la prima classe Interrogativi sul modello di sviluppo neo-liberista globale: 1) Giustizia economica: scopo sociale? Razionalizzazioni ideologiche (p.es. Efficienza unita a disparità dei salari) 2) Sostenibilità economica e politica: “ricchi” spendono in prodotti di importazione e muovono il capitale, “poveri” hanno minori salari, tassazione ed indebitamento, non compensano eccesso di produttività interrogativi

48 Coefficenti di Gini (dispersione statistica): misurano la redistribuzione verso il basso di reddito e ricchezza su lunghi periodi. Non descrivono la situazione attuale In periodi di stabilità le società si adeguano a disuguaglianze crescenti. Rivolte poco probabili “United in discontent” (Theodossopuols, Krislogu). Risentimento trasversale verso la globalizzazione. interrogativi

49 Dal 1980 incrementati livelli di interazione economica internazionale ma drastico rallentamento nella crescita complessiva del reddito a livello globale (con esclusione di India e Cina). Al contrario, nei decenni la distribuzione era migliorata nella maggior parte dei paesi economicamente sviluppati ed in America LAtina Crescita?

50 disuguaglianza Qual’è la ragione della disuguaglianza dei redditi?
La disuguaglianza dei profitti. Disparità dei salari determina disparità dei redditi (anche altri fattori, ma in misura minore, ad es. Demografia) Il sistema di tassazione e redistribuzione compensa gli squilibri nei paesi dotati di welfare… ma fino a quando? disuguaglianza

51 Caso Messico: esportazione, lunga frontiera (emigrazione), protezione speciale investitori stranieri
Da industrializzazione ed alta crescita per sviluppo mercati interni (50-80) a crisi debito e svalutazione moneta per crollo prezzo petriolo. Riduzione salari, liberalizzazione commercio e mercati finanziari (NAFTA), secondo ricetta FMI Riforme= aumento disuguaglianza, sia in Messico che Usa, diversamente tra aspettative. Salari più bassi soffrono conseguenze in entrambi i paesi. Messico

52 Caso USA: storica disuguaglianza e stato sociale leggero in cambio di crescita complessiva economia.
Crescita dagli anni 80 in poi meno intensa. Minor reddito famigliare, maggiore tempo di lavoro, redistribuzione verso l’alto del reddito, in particolare reddito da capitale (profitti e interesse) rispetto salari USA campioni di “internazionalizzazione”: migliora offerta ed export, ma diminuzione potere contrattuale lavoratori. Poche prove di aumentata efficienza economica e industriale USA

53 Risposte Questione disuguaglianza, risposte delle elite cosmopolite:
1) troppo presto per giudizi. Periodo sfortunato ed errori. Però, poche speranze di recupero ed inversione di tendenza 2) liberalizzazione del commercio si, mercati finanziari no. Ma sono due facce della stessa medaglia e non portano benefici al basso reddito Risposte

54 3) Più forti di reti di protezione sociale, nuovi tipi di welfare
3) Più forti di reti di protezione sociale, nuovi tipi di welfare. Problema politico, dominio paradigma neo-liberista. Accresciuta capacità di contrattazione del Capitale sul Lavoro. Pressioni da parte delle istituzioni finanziarie internazionali per politiche “flessibili” sul lavoro in cambio di programmi ad hoc, che isolano I poveri dai contesti sociali più ampi (p.es nazionali) Risposte

55 4) nuove tecniche di sviluppo economico che diano potere ai meno abbienti sul mercato (p.es microimprese o PMI orientate all’export, start-up, ecc.) Numero modesto, poca massa critica. Capitale straniero generalmente si concentra nel modernizzare e riorganizzare industrie esistenti e meno nel crearne delle nuove (Silicon valley eccezione) Risposte

56 Possiamo astenerci o limitare l’integrazione economico-finanziaria globale? L’economia globale non dispone di istituzioni di equilibrio, diversamente dalle economie nazionali (assicurazione sociale globale?) FMI non è una banca centrale (non è orientata allo sviluppo ma al rimborso crediti) e gli accordi di libero scambio favoriscono grandi concentrazioni protezionistiche Cosa fare?

57 Domande? Sospendere la corsa (disconnetere) con quali obiettivi?
1 – Riduzione del debito con rilancio mercati interni 2 – Protezione diritti umani e dei lavoratori come prerequisito agli accordi di libero scambio 3- Riduzione instabilità finanziaria: controlli, tassazione e fine salvataggia favore dei privati sulla “pelle” degli stati E’ possibile invertire la rotta? Creare le condizioni affinché non solo gli investitori di prima classe siano garantiti nella globalizzazione? Quali presupposti di fiducia per i meccanismi di solidarietà? Domande?


Scaricare ppt "Unità 1 Sociologia economica."

Presentazioni simili


Annunci Google