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Free Riding La non escludibilità causa il Il mercato fallisce perché

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Presentazione sul tema: "Free Riding La non escludibilità causa il Il mercato fallisce perché"— Transcript della presentazione:

1 Free Riding La non escludibilità causa il Il mercato fallisce perché
gli individui non hanno interesse a rivelare le proprie valutazioni marginali dei beni

2 Produzione sub-ottimale di bene pubblico con free riding parziale
Da+b S p* p1 Da+b(free rider) q q* q1

3 Non rivalità ed escludibilità
Se un bene è non rivale, ma escludibile sono possibili anche soluzioni “private” (beni tariffabili, club)

4 PROBLEMA: CON QUALI MECCANISMI ISTITUZIONALI LO STATO PUO’ DEFINIRE L’OFFERTA EFFICIENTE DI BENI PUBBLICI? Meccanismi di decisione politica La rivelazione delle preferenze per i beni pubblici è di fatto attuata attraverso meccanismi di delega politica: il voto. Si tratta però di meccanismi molto imperfetti

5 Seconda causa di fallimento del mercato: il Monopolio

6 L’assenza di condizioni di concorrenza perfetta
è causa di fallimento del mercato per la difficoltà delle parti a trovare un accordo potenzialmente vantaggioso

7 Condizione di max profitto del monopolista: Rm=Cm
Curva di domanda inversa, o del ricavo medio A pm Cm B Rm Q Qm

8 p D A pm C p* Cm B Rm Q Qm Q* In monopolio (Rm=Cm):
In concorrenza perfetta (p=Cm): SN cons. = DCp* SN prod.=zero  benessere soc.=DCp* In monopolio (Rm=Cm): SN cons.=DApm SN prod.= pmABp*  Benessere soc.= DABp* p D La differenza nel benessere sociale è pari al triangolo ABC = perdita di benessere sociale causata dal monopolio A pm C p* Cm B Rm Q Qm Q* monopolio monopolio concorrenza

9 Il monopolio non è una situazione efficiente perché sarebbe possibile aumentare il benessere di qualcuno (i consumatori) senza ridurre il benessere degli altri (l’impresa)  appropriarsi collettivamente della DWL ABC se fosse possibile un accordo tra consumatori e imprese, per aumentare la produzione fino a Q* (e p*), il benessere dei consumatori aumenterebbe del trapezio pmACp*, superiore alla riduzione del profitto del monopolista (pmABp*) ma questo non è un miglioramento paretiano. In alternativa, si potrebbe restituire il profitto al monopolista consentendogli la discriminazione di prezzo (Pm per Q<Qm e P* per Qm<Q<=Q*) Es. asili privati ma regolamentati (prezzo basato sulla dichiarazione dei redditi)

10 Promuovendo l’entrata di nuove imprese nel mercato
 E’ giustificato l’intervento pubblico. Come? Promuovendo l’entrata di nuove imprese nel mercato Ma in alcuni casi la libera entrata non risolve il problema del fallimento del mercato (Monopolio naturale)

11 il costo di fornire una data quantità da parte di una sola impresa
MONOPOLIO NATURALE il costo di fornire una data quantità da parte di una sola impresa è inferiore alla somma dei costi che potrebbero sopportare imprese di dimensioni minori ciascuna delle quali contribuisca solo parzialmente all'offerta complessiva (subadditività dei costi) C(Q)<ΣCi(Qi) con Q=ΣQi Oppure (costi medi) C(Q)/Q<Σ[Ci(Qi)]/Q  C(Q)/Q<Σ[Ci(Qi)/Qi]

12 Basso costo medio solo per alto Q
MONOPOLIO NATURALE In questo caso il permanere del monopolio è una soluzione più efficiente della concorrenza. Ciò accade in particolare nei servizi a rete (telefono, acqua, elettricità, trasporti ferroviari, ecc.). Costi fissi molto elevati (rispetto alla domanda)  la domanda interseca il costo medio in un punto in cui esso è ancora ampiamente decrescente Basso costo medio solo per alto Q

13 Qualunque impresa entrerebbe nel mkt del monopolista con perdite
Monopolio naturale p D Qualunque impresa entrerebbe nel mkt del monopolista con perdite pm pe AC Cm Q Qm De=D-Qm Qm Qm

14 Monopolio naturale p pm E p1 A* B CM p* Cm D C Q Qm Q** Q*
regolamentazione nazionalizzazione pm E p1 A* B CM p* Cm D C Q Qm Q** Q*

15 Soluzione privata? I consumatori potrebbero restituire la perdita al monopolista, e avere comunque un vantaggio pari al triangolo EDC. E’ però un accordo difficile da stringere: problema di coordinamento, rischi di free riding.

16 RIMEDI AL FALLIMENTO DEL MERCATO
Produzione pubblica (nazionalizzazioni) e regolamentazione delle tariffe Regolamentazione e controllo della produzione (privata) di servizi pubblici Soluzione privata (restituzione delle perdite al produttore da parte dei consumatori) accordo difficile da stringere: problema di coordinamento, rischi di free riding.

17 3. Esternalità

18 e tale effetto non è valutato o compensato.
si genera una esternalità se il profitto di un produttore o l'utilità di un consumatore sono direttamente influenzati dalla decisione di produzione o di consumo di un altro soggetto e tale effetto non è valutato o compensato.

19 OTTO TIPOLOGIE DI ESTERNALITÀ
Produttore Consumatore Consumatore Produttore esternalità positive esternalità negative

20 ALCUNI ESEMPI DI ESTERNALITÀ POSITIVE
P/P: investimenti in ricerca e sviluppo C/C: il giardino del vicino allieta la mia vista C/P: investimenti privati in HC P/C: Formazione professionale sul lavoro

21 ALCUNI ESEMPI DI ESTERNALITÀ NEGATIVE
P/C: impresa inquina area residenziale P/P: impresa industriale inquina attività agricola C/P: traffico privato rallenta trasporto imprese P/C: traffico TIR rallenta trasporto privato C/C: un barbecue affumica le case dei vicini

22 ESTERNALITÀ NEGATIVA PRODUTTORE/PRODUTTORE
Vediamo perché la presenza di una esternalità è causa di fallimento del mercato ESTERNALITÀ NEGATIVA PRODUTTORE/PRODUTTORE L’impresa chimica Anthrax (A) inquina l’impresa agricola BioGreen (B), che subisce l'inquinamento CB = CB(QB, QA) con CB /  QA > 0 ove: QA, QB : produzione di A e B CB : funzione di costo di B

23 CMAE  Costo marg. dell’esternalità
L’impresa A, che inquina, opera in un mercato perfettamente Concorrenziale  il prezzo di mercato del bene che produce è un dato p A produce la quantità che realizza l’eguaglianza tra costo marginale e prezzo, quindi sceglie QA CmA QA non è la produzione P-efficiente, perché A non ha tenuto conto dell’effetto esterno su B pA CMAE QA Q CMAE  Costo marg. dell’esternalità Area sotto il CMAE (fino a QA): costo tot. dell’inquinamento

24 Regola generale di efficienza:
Una allocazione è P-efficiente se il costo marginale che la società affronta per produrre una unità in più di un bene è uguale al beneficio marginale che la società ottiene Se un bene non produce effetti esterni, i C’ e B’ da considerare sono solo quelli dei soggetti direttamente coinvolti nella transazione Se un bene produce effetti esterni negativi, il B’ sociale è dato dal prezzo, mentre il costo marginale sociale (cioè totale) è dato dalla somma del costo marginale interno, sostenuto dal produttore, e dal costo marginale esterno subito dal soggetto inquinato  È efficiente la quantità che eguaglia il B’ sociale con il C’ sociale, cioè con la somma di C’ interno e C’ esterno

25 Il mercato genera una sovraproduzione del bene A
Impresa A che inquina CmA+ CMAE = costo marg. sociale p G CmA K B Q* è la produzione P-E. In questo punto, il prezzo è uguale alla somma del C’ interno (CQ*) e del C’ esterno (FQ=CK) pA C E F CMAE Q* QA Q Il mercato genera una sovraproduzione del bene A La soluzione P-E non prevede un livello di inquinamento nullo, ma un grado di inquinamento “ottimale”

26 Cmsoc p G CmA K pA B C E F CMAE Q* QA Q
Beneficio totale della quantità Q*-QA: KBQAQ* Costo sociale totale della quantità Q*-QA: KGQAQ*  Costo totale – beneficio totale = KGB = perdita di benessere sociale provocata dalla ester. Cmsoc p G CmA K pA B C E F CMAE Q* QA Q Ogni unità di prodotto oltre Q* ha un costo marginale sociale superiore al B’ sociale (prezzo)

27 POSSIBILI RIMEDI ALLE ESTERNALITÀ
Produzione pubblica Fusione delle imprese (internalizzazione del CMAE) Diritti di inquinamento trasferibili Regolamentazione Imposta pigouviana Teorema di Coase

28 REGOLAMENTAZIONE Lo stato impone alle imprese limiti all’emissione di sostanze inquinanti. Le imprese reagiscono (se ci sono i controlli): o riducendo la produzione o investendo in impianti di depurazione. In entrambi i casi, si verifica una riduzione dell’esternalità Soluzione costosa Difficile da controllare Si impone a tutti i soggetti lo stesso comportamento

29 IMPOSTA PIGOUVIANA Lo stato introduce una imposta fissa su ogni unità di prodotto, pari al costo marginale esterno valutato nel punto di ottimo, che induce l’impresa a raggiungere la produzione Pareto efficiente (Q*).

30 L’imposta provoca una traslazione del C’ interno
Imposta Pigouviana (T) CmA+T p CmA L’imposta provoca una traslazione del C’ interno K B pA Problema informativo: come fa lo Stato a conoscere il livello dell’imposta? T = CMAE C E F D CMAE Q* QA Q

31 Perdita di benessere soc. dovuta alla est.
Esternalità positiva P/P Una impresa produce R&S (I) che avvantaggia anche le altre imprese Io= quantità di R&S ottimale per la singola impresa I* = quantità di R&S ottimale per la società Sottoproduzione Bisognerebbe sussidiare l’impresa (Imposta Pigouviana negativa), offrendole un sussidio, per ogni unità di I, uguale al B’ esterno valutato nel punto di ottimo L’effetto del sussidio è una traslazione parallela verso l’alto della curva B’I P B’sociale=B’I+B’E C’ B’I B’E Io I* I Giustificazione teorica dei contributi pubblici a favore della spesa in R&S svolta da imprese private

32 Le imposte pigouviane sono coerenti con il PRINCIPIO
DELL’INQUINATORE- PAGATORE. Criticità: Funzionano solo in C.P. Problemi informativi

33 alcuni esempi: Carbon Tax Imposta sui beni e servizi che producono anidride carbonica Es: imposte sulla benzina, bollo auto Road Pricing Imposta su chi usa l’auto nei centri cittadini Londra, Milano, Singapore Imposta sul tabacco

34 Un esempio numerico In un mercato concorrenziale, l’impresa sa che la curva di domanda per il suo prodotto ha equazione P=20 Il suo costo marginale è CM=2+2Q Essa produce inquinamento che danneggia una impresa vicina, la quale subisce un costo marginale esterno pari a CMAE=Q, dove Q indica sempre la produzione dell’impresa inquinante 1) Calcola il livello di produzione che massimizza il profitto dell’impresa che inquina 2) Calcola il livello di produzione efficiente 3) Calcola il valore dell’imposta pigouviana che elimina l’esternalità

35 1) Per trovare il livello di Q che max il profitto: 20=2+2Q da cui Q=9
2) Costo marginale sociale = 2+2Q+Q Livello di Q socialmente efficiente: 20= 2+3Q Da cui: Q=6 3) per trovare il valore dell’imposta pigouviana, devo fare in modo che l’impresa scelga di produrre proprio il livello di output socialmente efficiente, che so essere Q=6 L’impresa risolve l’eguaglianza P=CM(6)+t Cioè 20=2+2x6+t Da cui t=20-14=6 è l’imposta che l’impresa deve pagare per ogni unità di Q Verifica: l’imposta pigouviana è uguale al costo marginale esterno calcolato nel punto di ottimo sociale. CMAE=Q. Visto che l’ottimo sociale è Q*=6, CMAE=6 = t.

36 Imposta Pigouviana (T)
Cmsoc=CmA+CMAE=2+3Q p CmA=2+2Q K B 20 C E F CMAE=Q 2 6 9 Q

37 Imposta Pigouviana (T)
CmA+T=8+2Q T = CMAE(6)=6 CmA=2+2Q K B 20 C 8 E F CMAE=Q 2 6 9 Q

38 TEOREMA DI COASE E’ ispirato ad una filosofia opposta a quella dell’imposta pigouviana: nessun intervento pubblico è necessario per rimediare al fallimento provocato dalle Est. Lo stato si limita ad attribuire i diritti ai soggetti interessati. Indipendentemente dall’attribuzione all’inquinatore o all’inquinato, le due parti, attraverso la libera contrattazione, raggiungono l’equilibrio efficiente (Q*).

39 Primo caso: Diritto attribuito alla impresa A che inquina
(A ha il diritto di inquinare)  A vende il diritto a B p CmA+ CMAE CmA K B pA D C E G CMAE F Q* QA Q

40 Secondo caso: Diritto attribuito alla impresa B che è inquinata  B vende il diritto ad A
(B ha il diritto di non essere inquinato) p CmA+ CMAE CmA H K pA C R G CMAE E F Q* QA Q

41 Limiti del Teorema di Coase
La contrattazione tra le parti è efficace se queste sono in numero ridotto. Lascia indeterminato il problema redistributivo che è implicito nella allocazione dei diritti.

42 assicurazione e asimmetrie informative
4. Rischio, assicurazione e asimmetrie informative La causa di fallimento del mercato che consideriamo è collegata all’introduzione nei nostri ragionamenti del rischio, che era assente nelle ipotesi che ci hanno consentito di enunciare il primo teorema dell’economia del benessere. La presenza di rischio è connessa, anche se concettualmente distinta, alla diffusione dell’informazione tra i soggetti. In situazioni in cui si devono prendere decisioni riguardanti contesti in cui non esiste certezza, l’assenza di informazioni o una sua distribuzione asimmetrica, possono dare luogo a fallimenti del mercato. Questi esempi sono particolarmente rilevanti nei mercati assicurativi, che sono il tipo di mercato a cui qui facciamo principalmente riferimento. In molti casi infatti l'intervento dello stato nell'offerta o nel finanziamento di servizi pubblici è giustificato dalla presenza del rischio che caratterizza talune attività umane, a cui i soggetti non sono in grado di fare fronte attraverso l’azione individuale o nel mercato. I rischi che comunemente richiedono una protezione sono moltissimi e possono riguardare il nostro rapporto con la natura o con il prossimo: il furto, l'incendio, danni causati dal maltempo, incidenti automobilistici, una malattia che riduce la capacità di lavoro, la perdita del valore della moneta, le variazioni del cambio. La vita umana avrebbe connotati molto diversi da quelli che sperimentiamo se il rischio non esistesse e se non vi fosse carenza di informazione, in particolare sul futuro, ma è anche vero che l’uomo ha una fortissima propensione, di norma, ad arginare il più possibile le conseguenze derivanti dall’incertezza.

43 Valore atteso (EV) = 0,2*20+0,8*100=84
RISCHIO La presenza di rischio modifica le condizioni di scelta degli individui. Esempio: grandina (p=0,2) milioni non grandina (p=0,8) milioni Valore atteso (EV) = 0,2*20+0,8*100=84 84 Mil. certi Vs Mil. nell’80% dei casi+20 Mil. nel 20% dei casi Gli individui sono solitamente avversi al rischio.

44 I contratti di assicurazione forniscono una protezione dai rischi
In cambio di un premio (un costo certo per l’assicurato), si trasforma una situazione rischiosa in una situazione certa, preferita alla situazione rischiosa Esempio: premio =16; rimborso = 80 (100-20) 1) non grandina: 100 (raccolto)-16(premio)=84 2) grandina: 20 (raccolto)+80 (rimborso)-16(premio)=84 Che cosa significa assicurarsi? L’assicurazione è un contratto attraverso il quale un soggetto, avverso al rischio, ha la possibilità di trasformare, dietro corrispettivo di un prezzo (Premio), una situazione rischiosa in una situazione certa. In altre parole, un contratto di assicurazione consiste nell'impegno da parte dell'assicuratore di pagare a titolo di risarcimento all'assicurato un certa somma (Rimborso), qualora (in un dato intervallo di tempo) si verifichi un certo evento, che arreca un danno, la cui realizzazione dipende dal caso (ad esempio la grandine, con probabilità p). L’assicuratore ottiene come controprestazione il pagamento di una somma, il Premio. Ad esempio, nel caso dell’agricoltore, se il premio è fissato in 16 milioni e la somma assicurata è 80 milioni (100-20= danno della grandine), ho: 1) in caso di non grandine 100 (raccolto)-16(premio)=84 2) in caso di grandine: 20 (raccolto)+80 (rimborso)-16(premio)=84 Quali sono gli elementi di un contratto di assicurazione (premio equo: 80*0,2=16)

45 CARATTERISTICHE DELLE ASSICURAZIONI
Le assicurazioni possono esistere se gli assicuratori compensano perdite e guadagni grazie al pooling dei rischi degli assicurati Esse sono per ipotesi neutrali rispetto al rischio

46 RISCHIO, ASSICURAZIONE E OTTIMO PARETIANO
In presenza di rischio, va modificata la nozione di Ottimo Paretiano. Si realizza un Ottimo Paretiano solo se i soggetti avversi al rischio possono assicurarsi integralmente.

47 Quali sono le condizioni per l’esistenza di un mercato assicurativo?
1. probabilità stimabili (rischio, non incertezza) 2. probabilità indipendenti 3. probabilità inferiori all’unità 4. assenza di asimmetria informativa Se una o più di queste condizioni non è presente, si ha un fallimento del mercato

48 UNA PRIMA CONCLUSIONE I mercati assicurativi privati non sono in grado
di fornire un’adeguata copertura di molti rischi, fra i quali spiccano i “rischi sociali” (salute, pensioni, disoccupazione)

49 ASIMMETRIE INFORMATIVE

50 RAPPORTO PRINCIPALE - AGENTE
Delega di compiti da Principale ad Agente Principale, delegante, soffre di asimmetria informativa Agente, delegatario, ha informazione completa

51 RAPPORTO PRINCIPALE - AGENTE
Nei mercati assicurativi Principale è l’Assicurazione Agente è l’Assicurato

52 2 TIPI DI ASIMMETRIA INFORMATIVA
Adverse selection (selezione avversa) Moral Hazard (comportamento sleale)

53 Il Principale ignora alcune caratteristiche dell’Agente,
ADVERSE SELECTION Il Principale ignora alcune caratteristiche dell’Agente, preesistenti alla stipula del contratto, che sarebbero rilevanti per il contratto.

54 Esempi di Adverse Selection
Assicurazione contro la malattia: un’assicurazione privata non è in grado di distinguere i clienti a basso o alto rischio di malattia. Assunzione di un dipendente: l’impresa non può essere certa della qualità del lavoratore che sta assumendo Acquisto di una automobile usata: per il compratore è difficile avere una buona conoscenza della qualità dell’automobile.

55 Akerlof (1970): mercato dei “bidoni”
Akerlof (1970): mercato dei “bidoni”. Se c’è asimmetria informativa, un mercato può addirittura scomparire Esempio delle automobili usate: se i clienti non conoscono la qualità di ciascuna auto, ma hanno una idea solo della qualità media delle auto in vendita, saranno disposti a pagare un prezzo medio Chi possiede auto di qualità superiore alla media non è disposto a venderle a quel prezzo I consumatori notano che le auto migliori non vengono offerte, e riducono il prezzo che sono disposti a pagare Ciò provoca l’uscita dal mercato delle auto di qualità medio-alta, una nuova riduzione del prezzo a cui i consumatori sono disposti ad acquistare, quindi una nuova riduzione del prezzo, e così via fino alla scomparsa del mercato

56 Nel mercato delle assicurazioni sanitarie, assumiamo che vi siano due tipi di individui, i “sani” ed i “malati”. Se le compagnie assicurative non possono identificarli, possono fare solo una ipotesi circa la distribuzione di frequenza dei due tipi. La compagnia potrebbe offrire due contratti, uno con premio alto per i malati, uno con premio basso per i sani. Ma tutti avrebbero convenienza a chiedere il contratto con premio basso, anche i malati, confidando nel fatto che non possono essere riconosciuti.  fallimento della compagnia. La compagnia potrebbe offrire un unico contratto con un premio ad un livello intermedio tra quello ottimale per i sani (basso) e quello ottimale per i malati (alto)  pooling equilibrium. Ma i sani non avrebbero convenienza a sottoscriverlo, perché il premio sarebbe per loro troppo alto. Lo sottoscriverebbero solo i malati, e la compagnia dovrebbe far fronte ad una quantità di rimborsi superiore ai premi incassati  fallirebbe.

57  questa soluzione incentiva una autoselezione dei clienti.
Possibile soluzione: separating equilibrium: la compagnia offre due contratti: uno a premio alto con copertura totale uno a premio basso con copertura parziale. I malati non avrebbero interesse a comprare quello a premio basso, perché offre una copertura troppo bassa.  questa soluzione incentiva una autoselezione dei clienti. Ma non è una soluzione Pareto-efficiente, perché i soggetti a basso rischio (i sani) non sono totalmente assicurati, come richiederebbe l’efficienza paretiana in presenza di situazioni rischiose.

58 MORAL HAZARD (comportamento sleale)
E’ il secondo tipo di asimmetria informativa Il Principale non è in grado di controllare un’azione che l’Agente può svolgere, dopo la stipula del contratto, che influisce sul costo della transazione.

59 Esempi di moral hazard Nel mercato assicurativo, l’assicurazione non riesce a controllare perfettamente il comportamento dell’assicurato: - Quanto attentamente una persona guida, - Se chiude a chiave l’auto, - Se chiude bene porte e finestre prima di uscire di casa - Se lavora bene per evitare dei essere licenziato Tutte queste azioni sono, se c’è moral hazard, nascoste.

60 Se c’è piena assicurazione, il consumatore ha lo stesso reddito in entrambi gli stati del mondo, quindi non ha alcun incentivo ad impegnarsi Gli assicurati eserciteranno un livello di impegno inferiore a quello ottimale Si verificheranno più danni di quelli previsti, e la compagnia affronterà perdite Possibile soluzione: incentivare l’impegno dell’assicurato, ad esempio imponendo una franchigia sul rimborso: se subisci un danno di 1000, ti rimborso solo 900. Quindi non c’è più eguaglianza del reddito dell’assicurato in entrambi gli stati del mondo. Ciò dovrebbe dare all’assicurato l’incentivo a comportarsi con impegno, riducendo così la probabilità dell’evento dannoso.  contratto incentivante Ma non è una soluzione Pareto-efficiente, perché la copertura dal rischio non è totale.

61 Riassumendo, sia nel caso di AS che in quello di MH il Principale rischia di fallire perché non è in grado di calcolare l’esito del contratto.

62 POSSIBILI SOLUZIONI Nel Mercato il Principale offre più tipologie di contratti di assicurazione, fra cui contratti ad assicurazione parziale. Questi implicano una compartecipazione al rischio da parte dell’Agente. Ciò può indurre l’Agente a: rivelare spontaneamente le proprie caratteristiche, perché incentivati (AS); comportarsi correttamente (MH).

63 CONCLUSIONE Anche con contratti incentivanti, il mercato privato non realizza un Ottimo Paretiano: il grado di copertura garantito è solo parziale! (negli esempi, la copertura è parziale per i “sani” e per i “prudenti”)

64 (salute, pensioni, disoccupazione).
CONCLUSIONE I casi in cui il mercato assicurativo privato fallisce riguardano spesso i “rischi sociali” (salute, pensioni, disoccupazione). Da ciò la motivazione dell’intervento pubblico in questi campi: il welfare state.

65 La spesa per il welfare state L’assistenza
Salvatore Curatolo

66 Contenuti della lezione
Ragioni dell’intervento pubblico nel campo dell’assistenza Misure della disuguaglianza e della povertà Modelli e programmi di tipo assistenziale

67 Le prestazioni del ws assistenza
Programmi di contrasto della povertà Pensione sociale Programmi per portatori di handicap Pensioni e rendite per handicap Pensioni invalidi civili Servizi per non autosufficienti Politiche per la famiglia e i minori Assegni per i figli

68 Ragioni dell’intervento pubblico
Esternalità Equità Le caratteristiche dei programmi per l’assistenza sono indicative della natura del modello di WS di un determinato paese

69 Modelli di interventi assistenziali
Selettività (means testing) Universalismo Categorialità (disagio presunto)

70 programmi monetari (trasferimenti) di contrasto della povertà.
Ci concentriamo su: programmi monetari (trasferimenti) di contrasto della povertà. Sono l’esempio più significativo di spese per l’assistenza. Problemi di classificazione: i) Selettivi / universali ii) integrati con l’imposta sul reddito

71 Problemi definitori connessi:
a) Definizione e misure di disuguaglianza b) Definizione e misure di povertà c) Unità di riferimento del programma di spesa

72 a) Definizione e misure della disuguaglianza
Problemi La curva di Lorenz L’indice di Gini Il rapporto interdecilico

73 Due collettività di 4 individui. Quale è la più disuguale?
Caso A: massima uguaglianza Caso B: massima disuguaglianza 100 49 1 Caso D 85 5 Caso C Caso B 25 Caso A totale 4°ind 3°ind 2°ind 1°ind

74 Una situazione ambigua
Due collettività di 4 individui. Quale è la più disuguale? Una situazione ambigua 1°ind 2°ind 3°ind 4°ind totale Caso A 25 100 Caso B Caso C 5 85 Caso D 1 49

75 Come si misura la disuguaglianza?
Misurare la disuguaglianza significa associare ad una distribuzione di N redditi un singolo valore in grado di esprimere, in modo sintetico, il livello di concentrazione della distribuzione. In genere l’indice di disuguaglianza viene normalizzato ad 1: 0 = perfetta uguaglianza 1 = massima sperequazione

76 La curva di Lorenz Individua la quota del reddito totale posseduta da frazioni cumulate della popolazione, una volta che questa sia stata ordinata per livelli crescenti di reddito.

77 Esempio di distribuzione uniforme del reddito: il reddito medio = reddito mediano di solito reddito medio > reddito mediano Reddito mediano Reddito medio

78 In ordine sparso (es. geografico)

79 In ordine crescente del reddito

80 Una popolazione di 50 individui ordinati per condizione economica

81 Dalle unità ... ai decili (10 gruppi con stessa numerosità)
1° decile (più poveri) 10° decile (più ricchi)

82 Dalle unità ... ai decili (condizione economica media di ciascun decile)
(più poveri) 10° decile (più ricchi)

83 . . . . . Curva di Lorenz 1 1 100% 19% 11% 4% Reddito, quote cumulate
fino al 3° decile 19% . . 11% Popolazione, quote cumulate . 1 4% 10% 20% 100% 30%

84 massima disuguaglianza
Curva di Lorenz massima uguaglianza Reddito, quote cumulate massima disuguaglianza 1 80% 30% . . 1 O fino al 3° decile fino all'8° decile

85 massima disuguaglianza
Curva di Lorenz massima uguaglianza Reddito, quote cumulate massima disuguaglianza 1 80% . 30% . 19% . . 1 O fino al 3° decile fino all'8° decile

86 Dominanza in senso di Lorenz Ly domina Ly*
1 Ly Ly* 1

87 Dominanza in senso di Lorenz Ly non domina Ly*
1 Ly Ly* 1

88 Valori delle curve di Lorenz
Caso C (5, 5, 5, 85) Caso D (1, 1, 49, 49)

89 Indice di Gini G=A/(A+B) (A+B)=1/2 G=A/(1/2)=2A G=0
perfettamente egualitario 1 G=1 massima disuguaglianza A B 1

90 Il rapporto interdecilico
Esprime il rapporto tra le quote di reddito complessivo detenute da due distinti quantili della popolazione, ad esempio il decile più ricco (il decimo) ed il decile più povero (il primo). Se espresso in livelli di reddito, il rapporto tra i redditi medi dei due decili.

91 b) Definizione e misure della povertà
Povertà assoluta Povero è chi non è in grado di acquistare un paniere di beni essenziali (generi alimentari, abitazione e beni durevoli di prima necessità) Povertà relativa Povero è chi possiede risorse inferiori a quelle possedute in media dagli altri membri della società

92 Definizione della linea della povertà
Linea della povertà assoluta Valore monetario di un paniere di beni e servizi essenziali: povero è colui la cui spesa per consumi è inferiore al livello richiesto per acquistare quel paniere Linea di povertà relativa 50% (Media) o 60%(mediana) della spesa o del reddito individuale o familiare: povero è chi ha una spesa o un reddito inferiore a tale livello


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