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Umberto Saba.

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Presentazione sul tema: "Umberto Saba."— Transcript della presentazione:

1 Umberto Saba

2 UMBERTO SABA: LA VITA 1883: nasce a Trieste, da Rachele Coen, ebrea, e Ugo Poli, cattolico; i genitori si separano prima della sua nascita e viene affidato per tre anni ad una balia slovena, Peppa Sabaz, da cui deriva lo pseudonimo Saba, che in ebraico significa pane. 1897: lascia il ginnasio e trova lavoro come commesso e, per un breve periodo, anche come mozzo su un mercantile, non porta a termine nessun regolare corso di studi. 1903: a Pisa e si iscrive all’Università, ma abbandona il corso di letteratura italiana e si forma da autodidatta. 1905: incontra per la prima volta il padre e conosce Carolina Wölfler, Lina, sua futura moglie. Poi si trasferisce a Firenze e, per due anni , frequenta i circoli artistici della città. 1907: avendo conservato la cittadinanza italiana del padre, presta servizio militare volontario a Firenze e poi Salerno e compone i “Versi militari”. Hanno inizio le crisi nervose. 1908: torna a Trieste sposa Lina, da cui ha una figlia, Linuccia, e intraprende un’attività commerciale. 1910: pubblica a Firenze in suo primo libro, “Poesie”, con lo pseudonimo di Saba. 1915: nel giugno è richiamato alle armi, ma non inviato al fronte. 1919: apre una libreria antiquaria a Trieste, dove vivrà stabilmente, a parte il periodo della persecuzione ebraica durante il fascismo, quando si reca a Firenze.

3 UMBERTO SABA: LA VITA 1921: pubblica la prima edizione del “Canzoniere”, a proprie spese e con il marchio editoriale della sua “Libreria Antica e Moderna”, l’opera è apprezzata da importanti critici (Montale e Debenedetti). 1928: la rivista “Solaria” gli dedica un numero, inizia così la sua fortuna letteraria, alcuni giovani poeti, come Sandro Penna, cominciano a guardarlo come un maestro. 1929: entra in cura con il noto psichiatra Edoardo Weiss, allievo di Freud, per dei disturbi psichici, che si aggraveranno negli ultimi anni della vecchiaia. 1938: con l’introduzione in Italia delle leggi razziali deve cedere la proprietà della libreria. 1943: dopo l’8 settembre è costretto a fuggire da Trieste e a nascondersi per evitare la deportazione, si rifugia prima a Parigi, poi a Firenze e in altre città italiane, vive in clandestinità aiutato da Montale e da altri intellettuali. 1945: pubblica, presso Einaudi, la seconda edizione del “Canzoniere”, arricchita da nuove liriche, giungono fama e riconoscimenti. 1948: in seguito alla sconfitta delle sinistre alle elezioni politiche, si isola e il riacutizzarsi del suo malessere psichico lo costringe a frequenti ricoveri in clinica. 1957: muore a Gorizia, dopo un ricovero in clinica, all’età di 74 anni, a distanza di un anno dalla morte della moglie Lina.

4 Nasce a Triste nel 1883 da madre ebrea e padre cattolico
Ha un’infanzia difficile per la separazione dei genitori Interrompe gli studi, si forma da autodidatta e lavora anche come mozzo Sposa Lina (Carolina Wölfler) da cui ha una figlia, Linuccia Nel 1921 scrive “Il Canzoniere” la sua opera più importante Apre a Trieste una libreria antiquaria Per disturbi psichici va in cura dallo psichiatra Weiss, allievo di Freud Subisce le persecuzioni razziali contro gli ebrei Muore nel 1957 a Gorizia in una clinica, un anno dopo Lina

5 POESIE 1908: Versi militari : Casa e campagna “La capra” : Trieste e una donna 1911: Poesie 1912: Coi miei occhi : La serena disperazione 1920: Cose leggere e vaganti 1921: Il Canzoniere : Preludio e canzonette 1924: Autobiografia  “Ed amai nuovamente” : Cuor morituro 1926: Figure e canti 1928: Preludio e fughe : Il piccolo Berto : Parole  “Goal” : Ultime cose  “Il vetro rotto” 1945: Canzoniere (II edizione) 1947: Mediterranee  “Ulisse” 1948: Uccelli 1951: Quasi un racconto : Sei poesie della vecchiaia PROSE 1946: Scorciatoie e raccontini 1948: Storia e cronistoria del Canzoniere 1953: Ernesto (romanzo incompiuto) LE OPERE La sua più celebre ed importante raccolta di poesie è il ”Canzoniere”, pubblicato per la prima volta nel 1921, che comprende anche le poesie di raccolte precedenti. Nel corso degli anni, l’opera è stata ampliata e pubblicata in successive edizioni (1945,1961). Si tratta di un volume costruito come un lungo racconto autobiografico diviso in tre sezioni: giovinezza, maturità e vecchiaia. In queste poesie Saba rivela tutto sé stesso, raccontando esperienze concrete, di vita quotidiana. L’opera è la storia di una vita, non tanto ricca di avvenimenti esteriori, ma di moti dell’animo.

6 Tratta temi della vita quotidiana e autobiografici
LA POETICA La “poesia onesta” Poeta lontano dalle correnti letterarie del sue tempo Studia Nietzsche e Freud, la sua poesia indaga sull’animo umano Tratta temi della vita quotidiana e autobiografici Usa il sonetto, il verso endecasillabo e le rime, ma senza uno schema preciso Il linguaggio è chiaro, semplice e concreto Riprende la poesia della tradizione italiana, ma con originalità

7 LA POETICA Saba fu estraneo agli ambienti culturali e alle sperimentazioni della prima metà del Novecento. Considerato il poeta della quotidianità, fece spesso riferimento alla tradizione poetica italiana, rielaborandola però con originalità. Il poeta utilizza alcune forme metriche “classiche”, come il sonetto, anche se subisce l’influsso del verso libero ungarettiano, e riprende l’uso della rima, ma senza seguire precisi schemi. La sintassi è semplice e precisa e le parole utilizzate dal poeta descrivono chiaramente le cose, senza confusi simbolismi. La poesia di Saba è caratterizzata da una forte componente autobiografica, che trae spunto da situazioni familiari, quotidiane, domestiche, che potrebbero sembrare in apparenza banali, ma nella sua poesia le vicende private diventano condizioni esistenziali generali dell’uomo. Egli scopre nella semplicità delle cose delle verità profonde, indagando nell’animo umano, non a caso Saba svolge una profonda ricerca filosofica e psicologica, studiando Nietzsche e Freud. Il poeta analizza e descrive tutti i sentimenti e le emozioni umane: la solitudine e la partecipazione, l’angoscia e la serenità, la gioia dell’amore e il dolore, tutte componenti fondanti e imprescindibili della vita di un uomo. La poesia in Saba svolge un ruolo di confessione ed apertura al mondo, rendendo universale la propria esperienza di vita. La sua voce è discreta, ma, allo stesso tempo, intensa e commovente, è una voce intima e privata, ma che parla a tutti gli uomini.

8 LE TEMATICHE La vita in versi Trieste Dolore e Amore
Gli aspetti della vita quotidiana Trieste Città che rispecchia l’anima di Saba, crocevia di culture diverse, brulicante di vita, ma riservata e diffidente Gli affetti familiari: la moglie Lina e la figlia Linuccia La natura: gli animali, la campagna, il mare Dolore e Amore Sentimenti personali e allo stesso tempo universali, presenti in tutte le creature I traumi dell’infanzia: i genitori e la balia

9 FIGURE RETORICHE RICORRENTI
NELLA POESIA Di SABA PERSONIFICAZIONE: attribuzione a cose o animali di sentimenti e comportamenti umani. SINESTESIA: accostamento di due parole appartenenti a due sfere sensoriali diverse. CHIASMO: disposizione delle parole di una frase a forma di “X,” per creare un incrocio immaginario tra due coppie di parole. ANAFORA RIPETIZIONE: uso di una stessa parola o espressione all'inizio di strofe, di frasi o di più versi consecutivi. ANASTROFE INVERSIONE: cambiamento dell’ordine naturale delle parole all’interno di un verso per dare rilievo ad una parola. IPERBATO: inserimento di uno o più termini tra parole sintatticamente unite, che produce un’alterazione dell’ordine previsto. ENJAMBEMENT: frattura di un legame sintattico causata dall'interruzione del verso.

10 dalla raccolta “Casa e campagna” (1909-10)
IL DOLORE La capra La lirica rappresenta la condizione universale del dolore. Nel belato sofferente di una capra il poeta riconosce la sofferenza di tutti gli esseri viventi. Ho parlato a una capra. Era sola sul prato, era legata. Sazia d’erba, bagnata dalla pioggia, belava. Quell’uguale belato era fraterno al mio dolore. Ed io risposi, prima per celia, poi perché il dolore è eterno, ha una voce e non varia. Questa voce sentiva gemere in una capra solitaria. In una capra dal viso semita sentiva querelarsi ogni altro male, ogni altra vita. ANALISI DEL TESTO Analizza strofe, versi e rime. Individua enjambement, inversioni e ripetizioni di parole. Individua i termini che rinviano al tema del dolore. Individua l’affermazione con la quale il poeta umanizza l’animale. dalla raccolta “Casa e campagna” ( )

11 COMMENTO ANALISI I temi della lirica sono la solitudine dell’uomo e il sentimento di fraternità universale nel dolore. Il poeta vede una capra in un prato: l’animale è sazio d’erba, ma è legato, bagnato dalla pioggia e bela. Il poeta inizialmente risponde a quel belato per gioco, poi avverte che in esso risuona l’eco di un dolore universale. L’ultima strofa si carica quindi di ulteriori significati. La capra, dal volto quasi umano, gli ricorda un viso semita, cioè del popolo ebraico, il più perseguitato della storia, l’animale diventa così l’emblema di una condizione universale di dolore. Lo stile è colloquiale e discorsivo, ma l’apparente semplicità nasconde una costruzione accurata e originale. Il poeta alterna termini quotidiani ad altri letterari come “celia” (scherzo) e “querelarsi” (lamentarsi). Mantiene, inoltre, la forma in –a del verbo, tipica dell’Ottocento. Il ritmo è lento, quasi solenne e gli enjambement della seconda strofa sottolineano il tema del dolore. L’inversione del complemento oggetto, che precede il verbo, (v. 9) pone in evidenza la parola “voce”, dando più rilievo al tema del dolore.

12 dalla raccolta “Autobiografia” (1924)
Ed amai nuovamente L’AMORE DELLA VITA Ed amai nuovamente; e fu di Lina dal rosso scialle il più della mia vita. Quella che cresce accanto a noi, bambina dagli occhi azzurri, è dal suo grembo uscita. Trieste è la città, la donna è Lina, per cui scrissi il mio libro di più ardita sincerità; né dalla sua fu fin’ ad oggi mai l’anima mia partita. Ogni altro conobbi umano amore; ma per Lina torrei di nuovo un’altra vita, di nuovo vorrei cominciare. Per l’altezze l’amai del suo dolore; perché tutto fu al mondo, e non mai scaltra, e tutto seppe, e non se stessa, amare. ANALISI DEL TESTO Analizza strofe, versi e rime. Individua gli enjambement, i chiasmi e le inversioni o iperbati e ricostruisci l’ordine sintattico. Individua quante volte compare il verbo amare o la parola amore. dalla raccolta “Autobiografia” (1924)

13 CHE COSA SIGNIFICA L'ESPRESSIONE "ED AMAI NUOVAMENTE"?
Che il poeta si innamora di un'altra donna Che il poeta si innamora di Lina dopo la nascita del figlio Che il poeta non più giovanissimo vive un nuovo amore Che prima di innamorarsi il poeta e Lina si odiavano Che il poeta ama il figlio nato da Lina

14 CHE COSA SI CAPISCE DALLA PRIMA STROFA?
Che Lina aveva gli occhi azzurri Che Lina e il poeta ebbero un bambino Che il poeta e Lina ebbero una bambina Che Lina aveva un gatto Che il poeta regala a Lina uno scialle

15 DALLA SECONDA STROFA SI CAPISCE CHE LE ANIME DI LINA E DEL POETA …
Sono in lite Sono separate temporaneamente Sono divise per sempre Sono indivisibili Sono ancora unite

16 NELLA TERZA STROFA IL POETA SI DICHIARA DISPONIBILE A …
Ricominciare tutto da capo con Lina Smettere di scrivere poesie per Lina Sacrificare la sua vita per Lina Sacrificare il suo amore per Lina Lasciare in pace Lina

17 QUALE CARATTERISTICA RENDE LINA CARA AL POETA?
L’amore di Lina per Trieste L’amore di Lina per gli altri più che per sé stessa La furbizia di Lina La gioia e la serenità di Lina La cultura e l’istruzione di Lina

18 PICCOLE E GRANDI GIOIE Goal Il portiere caduto alla difesa
ultima vana, contro terra cela la faccia, a non veder l’amara luce. Il compagno in ginocchio che l’induce, con parole e con mano, a rilevarsi, scopre pieni di lacrime i suoi occhi. La folla – unita ebbrezza – par trabocchi nel campo. Intorno al vincitore stanno, al suo collo si gettano i fratelli. Pochi momenti come questo belli, a quanti l’odio consuma e l’amore, è dato, sotto il cielo, di vedere. Presso la rete inviolata il portiere – l’altro – è rimasto. Ma non la sua anima, con la persona vi è rimasto sola. La sua gioia si fa una capriola, si fa baci che manda di lontano. Della festa – egli dice – anch’io son parte. ANALISI DEL TESTO Analizza strofe, versi e rime. Individua enjambement, inversioni, ripetizioni, sinestesie e personificazioni. Individua i protagonisti delle strofe. Individua con quali immagini il poeta rappresenta la sconfitta e la vittoria. dalla raccolta “Parole”, “Cinque poesie per il gioco del calcio” ( ) dalla raccolta “Parole”, “Cinque poesie per il gioco del calcio” ( )

19 COMMENTO Saba dedica cinque poesie al gioco del calcio, un tema inconsueto, che il poeta affronta con estrema semplicità, ma anche con passione, cogliendo le impressioni di alcuni momenti significativi dello spettacolo calcistico, come il goal, che risolve il gioco di squadra in un confronto individuale, diretto fra attaccante e portiere. Saba racconta il risvolto umano di questo momento, le reazioni psicologiche dei personaggi, le loro emozioni e i sentimenti. Parla del dolore del portiere che rivela gli occhi “pieni di lacrime” a un compagno che viene a consolarlo, dell’esultanza dei tifosi, che sembra riversarsi sul campo e della gioia dei compagni di squadra, che sentendosi come “fratelli”si abbracciano e si stringono attorno all’autore del goal. Un abbraccio anche solo ideale come quello del portiere, che rimane vicino alla sua “rete inviolata”. Infine, proprio l’immagine del portiere, che partecipa solo con la “sua anima” alla “festa”, contrapponendosi all’immagine iniziale del “portiere caduto alla difesa”, esprime il valore emblematico della situazione.

20 dalla raccolta “Ultime cose” (1935 - 1943)
Il vetro rotto PERSECUZIONE E SOLITUDINE Tutto si muove contro te. Il maltempo, le luci che si spengono, la vecchia casa scossa a una raffica e a te cara per il male sofferto, le speranze deluse, qualche bene in lei goduto. Ti pare il sopravvivere un rifiuto d'obbedienza alle cose. E nello schianto del vetro alla finestra è la condanna. Tutte le cose sono contro il poeta, anche il cattivo tempo: il temporale fa spegnere le luci e scuote con le sue violente raffiche di vento la vecchia casa, cara al poeta perché racchiude i dolori, le delusioni e le piccole gioie di una vita. Dal momento che tutto è destinato a finire, la propria sopravvivenza gli sembra una disobbedienza alle cose, un rifiuto del proprio destino di morte. L’infrangersi improvviso del vetro della finestra riporta il poeta alla realtà della "condanna" che incombe su di lui. ANALISI DEL TESTO Analizza strofe, versi e rime. Individua gli enjambement. dalla raccolta “Ultime cose” ( )

21 COMMENTO La lirica mostra il rifiuto delle sperimentazioni formali da parte del poeta, nell’uso sia di versi endecasillabi, sia di un linguaggio che coincide con il parlato. Il poeta usa il “tu” rivolgendo il pensiero a sé stesso, più che a un possibile interlocutore, si tratta di un di dialogo interiore, un mormorio tra sé e sé, riguardo le avversità della vita, "Tutto si muove contro te”, persino le forze della natura sembrano rivoltarsi contro il poeta. Tema fondamentale della lirica è il senso di solitudine, di insicurezza e di morte imminente. La violenta tempesta che si abbatte sulla casa rappresenta la violenza delle persecuzioni razziali e della guerra, che disseminano morte ovunque, lo spegnersi della vita è rappresentato dallo spegnersi delle “luci” nella casa. La casa, simbolo di protezione, “nido” ospitale e confortevole in Giovanni Pascoli, qui diventa simbolo di solitudine e di abbandono. La violenza che scuote la casa, così come la vita del poeta, genera in lui il ricordo dei dolori, delle delusioni ma anche delle piccole gioie vissute in quel luogo, per questo caro al poeta, ma ormai non più sicuro. Tutto ciò che in quella casa lo ha tenuto legato alla vita sta adesso per venire meno e le «cose» stesse sembrano quasi pretendere la sua morte. L’angoscia del momento è resa dall’improvviso “schianto del vetro” della finestra, è andato ormai in frantumi quel sottile schermo che lo proteggeva dalla violenza del mondo esterno, dall’oscura minaccia di “condanna” della storia.

22 dalla raccolta “Mediterranee” (1945 - 1946)
Ulisse LA VITA COME UN VIAGGIO Nella mia giovanezza ho navigato lungo le coste dalmate. Isolotti a fior d’onda emergevano, ove raro un uccello sostava intento a prede, coperti d’alghe, scivolosi, al sole belli come smeraldi. Quando l’alta marea e la notte li annullava, vele sottovento sbandavano più al largo, per fuggirne l’insidia. Oggi il mio regno è quella terra di nessuno. Il porto accende ad altri i suoi lumi; me al largo sospinge ancora il non domato spirito, e della vita il doloroso amore. Ripensando alla sua giovinezza, Saba la paragona ad un viaggio avventuroso, pieno di insidie. Lungo il suo percorso ha incontrato desolati isolotti di scogli, “belli come smeraldi” al sole, ma che di notte e con l’alta marea diventavano invisibili e pericolosi. Oggi la sua vita è ancora piena di ostacoli, perché il suo animo inquieto lo sospinge sempre al largo, lontano dalle luci del porto, da un approdo sicuro, nella “terra di nessuno”. ANALISI DEL TESTO Analizza strofe, versi e rime. Individua gli enjambement. dalla raccolta “Mediterranee” ( )

23 fine


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