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Adriana Volpato “BES e D.S.A.” - eziologia – Scuola Secondaria

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Presentazione sul tema: "Adriana Volpato “BES e D.S.A.” - eziologia – Scuola Secondaria"— Transcript della presentazione:

1 Adriana Volpato “BES e D.S.A.” - eziologia – Scuola Secondaria
9 Aprile 2015 1

2 BES: acronimo ideato da Dario Ianes introdotto nella
legislazione scolastica trentina nel 2006 L.5/2006. -BES: dopo la L.104/92 e L170/2010 un passo avanti verso una maggiore equità, comprendendo anche situazioni che NON sono diagnosticate o certificate C.diC. viene attribuito un compito pedagogico-didattico: 1.individuare i soggetti con situazione di BES 2.valutare, comprendere le difficoltà 3.esprimersi in merito al funzionamento problematico del soggetto 4.esprimersi in merito alla personalizzazione per il percorso formativo -partendo: a. idea condivisa e globale della persona b. concetto di problematicità/diversità c. realizzazione di una didattica inclusiva e personalizzata (PDP) Didattica strutturalmente più inclusiva: prevede 4 aree di strategie: 1.scelta di materiale didattico che permette di scegliere livelli graduati di difficoltà 2. Modalità con cui si apprende (differenti per raggiungere gli obiettivi) 3. Mediazioni dei pari: aiuto reciproco, apprendimento cooperazione , attività in piccoli gruppi, modalità di tutoring, diversificazione dei ruoli 4. Didattica laboratoriale: usa contesti reali, concreti, diretti.

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4 BES: Disturbi Specifici: 3 sotto-categorie: disabilità L104/92
disturbi evolutivi specifici (L.170/10) svantaggio socio-economico – linguistico - culturale Disturbi Specifici: area del linguaggio: Disturbi specifici del linguaggio nelle aree non verbali: -Disturbo della coordinazione motoria -Disprassia -Disturbo non verbale

5 ADHD - DDAI: comorbilità con disturbi dell’età evolutiva:
d. oppositivo provocatorio d. della condotta D.S.A d. dell’ansia d. dell’umore ecc. FUNZIONAMENTO COGNITIVO LIMITE definito anche borderline codice F83 QI da 70 > 85

6 Svantaggio socioeconomico
linguistico e culturale: motivi fisici biologici fisiologici psicologici sociali alunni stranieri appena immigrati BES con continuità/determinati periodi

7 prima di parlare di D.S.A. distinguiamo

8 parliamone… Livelli di difficoltà:
- Difficoltà di Apprendimento - Disturbi Specifici dell’Apprendimento parliamone…

9 caratteristiche: - Disturbi Specifici dell’Apprendimento non innata
- modificabile con interventi didattici mirati - automatizzabile con tempi dilatati rispetto alla classe - Difficoltà di Apprendimento innati resistenti al potenziamento - resistenti all’ automatizzazione - Disturbi Specifici dell’Apprendimento

10 POTEN ZIA MENTO ABILITATIVO e COMPENSATIVO intervento:
- Difficoltà di Apprendimento ABILITATIVO e COMPENSATIVO - Disturbi Specifici dell’Apprendimento

11 Disturbi Specifici dell’Apprendimento
quando ? LETTURA SCRITTURA CALCOLO al di sotto: all’ età cronologica alla valutazione psicometrica dell’intelligenza all’istruzione adeguata all’età per essere definiti DSA si deve avere un Q.I. Medio - Alto

12 per la conoscenza e la comunicazione
LETTURA SCRITTURA CALCOLO STRUMENTI per la conoscenza e la comunicazione

13 SCRITTURA LETTURA CALCOLO processi cognitivi complessi che coinvolgono
attività coordinate in molte regioni cerebrali diventano ABILITA’ grazie ad AUTOMATISMI

14 quello che è compromesso in presenza di D.S.A.
è il processo di AUTOMATIZZAZIONE delle procedure di lettura scrittura e il calcolo è per questo che la caratteristica fondamentale non è l’ incapacità di eseguire questi compiti ma la LENTEZZA e la SCARSA ACCURATEZZA con cui li si svolge

15 DSA SE è un abilità di lettura/ scrittura/
calcolo sono al di sotto di 2 deviazioni standard - DS è un DSA SE non dipende dal grado di Q.I. disturbo è presente dai primi anni di scuola non dipende da deficit uditivi/ visivi/ neurologici

16 Disturbi Specifici dell’Apprendimento
DISLESSIA DSA DISGRAFIA DISCALCULIA DISORTOGRAFIA

17 DISLESSIA definizione “La Dislessia è una disabilità specifica dell’apprendimento di origine neurobiologica. Essa è caratterizzata dalla difficoltà ad effettuare una lettura accurata e/o fluente e da scarsa abilità nella scrittura e nella decodifica. Questa difficoltà derivano tipicamente da un deficit nella componente fonologica del linguaggio che è spesso inattesa in rapporto alle altre abilità cognitiva e alla garanzia di una adeguata inclusione scolastica. Conseguenze secondarie possono includere problemi di comprensione nella lettura e una ridotta pratica della lettura, che può impedire la crescita del vocabolario e della conoscenza generale. (gruppo di lavoro dell’I.D.A. G. Lyon, S.e B. Shaywitz, C.Vio e G. Stella 2003)

18 DISLESSIA Definizione 8 ottobre 2010, n.170
“… si intende per dislessia un disturbo specifico che si manifesta con una difficoltà nell'imparare a leggere, in particolare nella decifrazione dei segni linguistici, ovvero nella correttezza e nella rapidità della lettura” (L.170 Art.1 punto 2)

19 DISLESSIA lettura 19 19 19

20 DISLESSIA aspetti psicologici soggetti con Q.I. > 85
spesso associata alla disnomia - disortografia - disgrafia - discalculia (disturbo misto) associata ad altri disturbi (comorbilità) alta percentuale di familiarità/ereditarietà colpisce maggiormente i maschi difficoltà nella capacità di mettere in atto una serie di azioni difficoltà nel ricordare sequenze lentezza nel processare l’ informazione e nell’ esecuzione dei compiti tendenza ad abbandonare il compito alle prime difficoltà soggetti con difficoltà di organizzazione e pianificazione attenzione e concentrazione di breve durata concetto di sé negativo – bassa autostima difficoltà nel leggere l’orologio

21 DISLESSIA aspetti emotivi
ANSIA: il soggetto teme l’interrogazione improvvisa, la richiesta di lettura, una risposta immediata RABBIA: come conseguenza della frustrazione, manifesta problemi comportamentali e/o psicologici AUTOSTIMA: all’inizio la carriera scolastica è adeguata, mentre in età adolescenziale spesso i soggetti sono convinti di essere incompetenti e inadeguati DEPRESSIONE: vedono un futuro di continui fallimenti, la scuola è vissuta come “ambiente stressante” quando non mette l’alunno in condizione “di fare” RIVENDICAZIONE: il bisogno di sentirsi come gli altri porta a sottolineare l’errore altrui in una sorta di “sei come me, anche tu sbagli”

22 rischio abbandono degli studi

23 DISLESSIA come si manifesta:
sostituzione di lettere simili (b/d – p/q - m/n - nasali) sostituzione di lettere omofone (b/p esplosive – t/d – dentali – f/v – s/z) inversioni di lettere (da/ad – per/pre – da/pa) difficoltà di riconoscere gruppi sillabici complessi (gn – ch – gl - sc) difficoltà di lettura delle non parole difficoltà a ricordare parole a bassa frequenza (date, nomi, linguaggio specifico) difficoltà di mantenere il rigo di lettura confonde i rapporti spaziali e temporali (dx/sx – ieri/oggi - giorni/mesi uso dell’orologio) difficoltà nell’automatizzare l’alfabeto - tabelline – formule – regole ecc. difficoltà nella ricopiatura dalla lavagna difficoltà nel prendere appunti incapacità spontanea di autocorrezione degli errori lentezza nella lettura scarsa accuratezza difficoltà nella lettura ad alta voce nella lettura ripete sillabe/parole/frasi salta le parole quando va a capo salta la/e righe di solito non comprende quello che ha appena letto

24 LEGGERE e DECODIFICARE
b q p ORIENTAMENTO SPAZIALE

25 Movimenti Oculari di un Normolettore
Movimenti Oculari di un DISLESSICO

26 Qui si attiva il programma neuromotorio per la produzione del suono
4. Area di Broca Qui si attiva il programma neuromotorio per la produzione del suono (bocca, lingua, laringe). 3. Area temporale sup. o Area di Wernicke La forma visiva della parola viene convertita in fonema. 2.Area temporo-occipitale inf. Deposito di rappresentazioni ortografiche delle parole. E’ la zona incaricata di "vedere" le lettere e rendere automatico il processo di riconoscimento delle parole. 1. Area occipitale post. dove avviene il riconoscimento del simbolo.

27 percorso di LETTURA in soggetti Dislessici
2.Area temporo-occipitale inf. Deposito di rappresentazioni ortografiche delle parole. E’ la zona incaricata di "vedere" le lettere e rendere automatico il processo di riconoscimento delle parole.

28 DISORTOGRAFIA definizione “La Disortografia è un disturbo nell’ acquisizione delle competenze ortografiche della scrittura, consiste nella difficoltà di tradurre correttamente i suoni in simboli grafici, in soggetti indenni dal punto di vista cognitivo, sensoriale, socio – culturale, che hanno usufruito di normali opportunità educative e scolastiche ” (L.Ponzi F. Gasperini 2008)

29 DISORTOGRAFIA Definizione 8 ottobre 2010, n.170
“… si intende per disortografia un disturbo specifico di scrittura che si manifesta in difficoltà nei processi linguistici di transcodifica” (L.170 Art.1 punto 4)

30 DISORTOGRAFIA aspetti psicologici
determinata dalla trasformazione delle conoscenze fonologiche (livello) in quelle grafemiche difficoltà dell’acquisizione delle regole fonologiche spesso associata alla dislessia utilizzo scorretto delle regole ortografiche nella composizione dei testi difficoltà nella coordinazione visuo/spaziale lentezza nella produzione uso di caratteri diversi all’interno della parola

31 DISORTOGRAFIA come si manifesta: errori grammaticali e di spelling
errori ortografici - nell’uso dell’H - nell’uso dell’elisione - nella produzione di parole omofone (a/ha – hanno/anno – è/e) e non omofone - nell’uso di separazioni o fusioni di parole - errori di regole errori fonologici - scambi di suoni - omissioni, inversioni, sostituzione, inserzione di fonemi errori fonetici - problemi di doppie - nell’uso degli accenti difficoltà nell’uso della punteggiatura nell’uso della concordanza scadente organizzazione dei capoversi

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33 DISCALCULIA definizione “Disturbo delle abilità numeriche e aritmetiche che si manifesta in bambini di intelligenza normale, che non hanno subito danni neurologici. Essa può presentarsi associata a dislessia, ma è possibile che ne sia dissociata” (C. Temple, 1992)

34 DISCALCULIA Definizione 8 ottobre 2010, n.170
“… si intende per discalculia un disturbo specifico che si manifesta con una difficoltà negli automatismi del calcolo e dell’elaborazione dei numeri” (L.170 Art.1 punto 5)

35 DISCALCULIA calcolo

36 DISCALCULIA aspetto psicologico
deficit nell’elaborazione dei numeri (concetto di quantità - lettura - scrittura – comprensione - ripetizione) deficit nell’elaborazione del calcolo (procedure – riconoscimento dei segni – simboli) difficoltà di organizzazione spaziale problemi di memoria difficoltà nel sequenziare errori di ragionamento

37 DISCALCULIA come si manifesta:
scarsa rappresentazione del concetto di quantità scarsa capacità di riconoscimento delle cifre numeriche difficoltà di riconoscere i segni delle operazioni e simboli matematici difficoltà nell’ eseguire le procedure di calcolo (riporto, prestito) difficoltà nell’ applicare le regole matematiche difficoltà di capire il valore posizionale delle cifre difficoltà di leggere correttamente i numeri difficoltà nell’ordine e nella grandezza dei numeri difficoltà nel recupero dei nomi dei numeri difficoltà a comprendere i numeri detti ad alta voce difficoltà ad accedere ai fatti aritmetici difficoltà nei calcoli a mente – calcoli scritti difficoltà nell’enumerazione – dettato di numeri scorretta organizzazione spaziale

38 DISGRAFIA definizione “Difficoltà a livello grafo esecutivo. Il disturbo della scrittura riguarda la produzione dei segni alfabetici e numerici con tracciato incerto e irregolare, è una disabilità che investe la scrittura ma non il contenuto ” (G. Stella 2007)

39 DISGRAFIA Definizione 8 ottobre 2010, n.170
“… si intende per disgrafia un disturbo specifico di scrittura che si manifesta in difficoltà nella realizzazione grafica” (L.170 Art.1 punto 3)

40 DISGRAFIA come si manifesta:
difficoltà legate all’insieme delle abilità costruttive e visuo – spaziali scrittura eccessivamente lenta o precipitosa gravi difficoltà nelle attività grafiche difficoltà a mantenere i giusti rapporti spaziali/di misura delle lettere gravi difficoltà nelle realizzazioni di sequenze motorie coordinate incapacità nella trascrizione di grafemi prodotti grafici pasticciati cattivo utilizzo dello spazio nel foglio scrittura obliqua pressione della mano nel foglio troppo forte o troppo debole cambiamento di direzione del gesto grafico (da dx verso sx) tarda definizione della mano difficoltà nella riproduzione grafica delle figure geometriche difficoltà a coordinare i movimenti di dita, polso e spalla grafia poco leggibile può interferire con la rilettura e l’autocorrezione

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48 perché occuparci della scrittura come aspetto grafemico?
DISGRAFIA perché occuparci della scrittura come aspetto grafemico? un comportamento motorio errato, una volta acquisito si cristallizza, quindi è molto difficile da correggere o eliminare un comportamento motorio errato, incide nella velocità e nella qualità della stesura dei caratteri grafici, ma anche nella quantità e correttezza del testo la riproduzione di grafemi poco leggibili, interferisce sulla rilettura e la correzione personale la riproduzione di grafemi poco leggibili, può influenzare l’inse- gnante circa le competenze dell’alunno come scrittore una disgrafia non trattata (non abilitata e/o compensata) può sfociare in frustrazione qualora lo stesso studente non riesca a ri/leggere il proprio prodotto

49 perché occuparci della scrittura come aspetto grafemico?
DISGRAFIA perché occuparci della scrittura come aspetto grafemico? il 4-5% della popolazione scolastica è un soggetto con Disturbo Specifico dell’Apprendimento di questi, 80% sono disgrafici PREVENZIONE NECCESSITA’ di

50 soggetto con D.S.A. si presenta
poco attento deconcentrato poco affidabile deludente non ha voglia di fare demotivato si stanca subito svogliato pigro lento scarso impegno

51 Progressione ABILITA’ di LETTURA
nei Parametri di ABILITA’ / ACCURATEZZA dalla 2° PRIMARIA alla 3° SECONDARIA 1° GRADO velocità per la comprensione

52 come diventare un DISLESSICO Evolutivo da adulto
recuperati 20% compensati 45% persistenti 35%

53 DISLESSICO Compensato
è in grado di leggere con discreta fluenza (> 3 sill/sec.) legge stimoli significativi senza commettere errori gli errori compaiono negli stimoli a bassa frequenza (non parole – linguaggio specifico) permane il deficit di automatizzazione affaticamento in tutti i compiti che richiedono lettura, con conseguenti cefalee e disturbi funzionali difficoltà di comprensione e di studio difficoltà con la lettura delle lingue straniere difficoltà nelle prove a tempo bassa autostima (G. Stella 2006)

54 Grazie per la gentile collaborazione ed attenzione prestatami !
adriana Volpato


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