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Eros con il suo arco Scultura romana dei Musei Capitolini di Roma

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Presentazione sul tema: "Eros con il suo arco Scultura romana dei Musei Capitolini di Roma"— Transcript della presentazione:

1 Eros con il suo arco Scultura romana dei Musei Capitolini di Roma
carmelo anastasio 17/04/2009

2 EROS nella mitologia greca
carmelo anastasio 17/04/2009

3 Eros nella mitologia greca era il dio dell'amore.
Nelle origini non era considerato divinità, ma pura forza ed attrazione: per Omero infatti rappresentava quell'attrazione irresistibile che due persone sentono uno per l'altro e che può portarli a perdere la ragione o alla distruzione. carmelo anastasio 17/04/2009

4 Omero Ritratto immaginario di copia romana del II secolo d.C.
di un'opera greca del II secolo a.C. - Conservato al Museo del Louvre di Parigi. carmelo anastasio 17/04/2009

5 di William-Adolphe Bouguereau
Omero e la Sua Guida, di William-Adolphe Bouguereau (1825–1905) carmelo anastasio 17/04/2009

6 È per Esiodo che Eros diventa un dio, ma non ancora la classica rappresentazione del fanciullo paffuto, che vola scoccando frecce d'amore, ma una divinità primordiale, antica come Gea (la Terra) stessa. carmelo anastasio 17/04/2009

7 Non è il figlio di Afrodite, ma il suo compagno di ogni momento
Non è il figlio di Afrodite, ma il suo compagno di ogni momento. L'Eros di Esiodo aveva una potenza enorme, poteva causare danni a cui nessuno poteva porre rimedio, né uomini né dei. carmelo anastasio 17/04/2009

8 "Venere e Amore spiati da un satiro"
E’ un dipinto ad olio su tela di cm 188 x 125 realizzato nel 1528 circa dal pittore italiano Correggio. È conservato al Musée du Louvre di Parigi. carmelo anastasio 17/04/2009

9 raffigurante Afrodite accovacciata ed Eros
Gruppo statuario raffigurante Afrodite accovacciata ed Eros carmelo anastasio 17/04/2009

10 Da questa concezione, successivamente la figura del
dio temibile si trasformò in una divinità dell'amore, ma ancora Euripide gli riconosceva un grande e pericoloso potere, da citarlo in un coro di Ifigenia in Aulide rievocando le sue frecce in senso figurato. carmelo anastasio 17/04/2009

11 Il potere di Eros era illimitato,
egli era l'elemento attivo dei tempi primordiali. -DEMONE- carmelo anastasio 17/04/2009

12 Vi sono diverse versioni della sua genealogia.
A volte viene considerato figlio di Afrodite generato con Ermes, o un figlio di ZEUS, concepito con la figlia Afrodite: Zeus fu al contempo padre e nonno del piccolo. O figlio della dea e di Ares. carmelo anastasio 17/04/2009

13 - Museo del Louvre - PARIGI
La Venere di Milo - Museo del Louvre - PARIGI carmelo anastasio 17/04/2009

14 Afrodite amò anche Ermes, dal quale ebbe un figlio, ERMAFRODITO,
la cui natura era nel contempo maschile e femminile. carmelo anastasio 17/04/2009

15 La nascita di Venere di Sandro Botticelli, 1485
carmelo anastasio 17/04/2009

16 Botticelli, La primavera
Tempera su tavola, cm 203x314, datazione incerta (fra il 1477 ed il 1490 carmelo anastasio 17/04/2009

17 Venere e Vulcano Giovanni Battista Tiepolo 1758-60 –
Collezione John G. Johnson - Filadelfia carmelo anastasio 17/04/2009

18 Efesto (Vulcano) - Marmo di Guillaume Coustou -
Museo del Louvre Parigi carmelo anastasio 17/04/2009

19 Quello tra Efesto ed Afrodite fu un matrimonio combinato
ed Afrodite, alla quale l'idea di essere sposata con il bruttissimo Efesto non piaceva affatto, iniziò una tresca con Ares, il dio della guerra. carmelo anastasio 17/04/2009

20 Jacques Louis David, 1824, Bruxelles,
Marte spogliato da Venere e dalle Grazie Jacques Louis David, 1824, Bruxelles, Musée des Beaux-Arts. carmelo anastasio 17/04/2009

21 Alla fine Efesto venne a sapere del tradimento della moglie da Helios,
il dio del sole che tutto vede, ed organizzò una trappola per sorprenderli in uno dei loro incontri. carmelo anastasio 17/04/2009

22 Mentre Afrodite ed Ares stavano insieme a letto,
Efesto li bloccò con una catena e per punizione li trascinò così sull'Olimpo per svergognarli davanti agli altri dei. carmelo anastasio 17/04/2009

23 a liberarli garantendogli che in cambio Ares avrebbe pagato la multa
Gli dei, però, alla vista dei due amanti nudi e legati scoppiarono a ridere e Poseidone convinse Efesto a liberarli garantendogli che in cambio Ares avrebbe pagato la multa che toccava agli adulteri. carmelo anastasio 17/04/2009

24 Marte e Venere sorpresi dagli dei
Joachim Wtewael - XVII secolo olio su rame carmelo anastasio 17/04/2009

25 Scultura raffigurante Ares conservata nella Villa Adriana, a Tivoli.
carmelo anastasio 17/04/2009

26 Per gli antichi greci l'amore (Eros) aveva 3 volti. Anteros –
Himeros – Pothos - carmelo anastasio 17/04/2009

27 Anteros è l'amore corrisposto.
Racconta la leggenda che un giorno Afrodite si lamentò con la Dea Temi del fatto che il piccolo Eros non crescesse. carmelo anastasio 17/04/2009

28 figlia di Urano e Gea, e fu una delle spose di Zeus.
Temi (o Themis) . Secondo Esiodo Temi era una titanide, figlia di Urano e Gea, e fu una delle spose di Zeus. Il significato del nome Temi è "irremovibile", e forse per questo fu considerata non tanto una dea, quanto la personificazione dell'ordine, della giustizia e del diritto. carmelo anastasio 17/04/2009

29 Con gli occhi bendati (l'imparzialità della legge),
THEMIS Dea della Giustizia Con gli occhi bendati (l'imparzialità della legge), reggeva la spada e i piatti di una bilancia. carmelo anastasio 17/04/2009

30 Così la saggia Themis (dea della giustizia)
le rispose che Eros non sarebbe mai cresciuto finché non avesse avuto l'amore di un fratello. carmelo anastasio 17/04/2009

31 Afrodite si unì ad Ares e generò Anteros e da quel momento
i due fratelli crebbero insieme. Anteros ed Eros erano inseparabili. carmelo anastasio 17/04/2009

32 (1528 -1588) olio su tela, 150 x 243 cm Firenze, Galleria degli Uffizi
Venere e Mercurio presentano a Giove Eros e Anteros Paolo Caliari detto il Veronese ( ) olio su tela, 150 x 243 cm Firenze, Galleria degli Uffizi carmelo anastasio 17/04/2009

33 Ma ogni qualvolta Anteros si allontanava
da Eros, quest'ultimo ritornava fanciullo. Questo grazioso mito insegna che l'amore (Eros) per crescere ha bisogno di essere corrisposto (ANTEROS) carmelo anastasio 17/04/2009

34 Himeros è la passione del momento,
il desiderio fisico presente ed immediato che chiede di essere soddisfatto. carmelo anastasio 17/04/2009

35 è quell'amore idealizzato che si esplica nel soffrire e
Pothos è il desiderio verso cui tendiamo, ciò che sogniamo. Pothos, come volto di una dimensione amorosa, nostalgica, irrangiungibile; è quell'amore idealizzato che si esplica nel soffrire e nel cercare l'anima gemella. carmelo anastasio 17/04/2009

36 (Centrale Montemartini, Roma)
Skopas' Pothos (Centrale Montemartini, Roma) carmelo anastasio 17/04/2009

37 Riunificando i tre volti dell'amore, si può dire che
Anteros e Himeros , vivono nel presente, mentre Pothos, vive nel passato o nel futuro. carmelo anastasio 17/04/2009

38 Se volessimo trasporre il tutto nel campo
delle problematiche e delle dipendenze affettive, potremmo dire che queste ultime (cioè le problematiche e le dipendenze affettive) si nutrono della presenza di Pothos. carmelo anastasio 17/04/2009

39 Eros, Aphrodite and Peitho
carmelo anastasio 17/04/2009

40 Il primo a parlare di eros fu Platone, che nel Simposio lo descrisse, per bocca di Diotima, come un dèmone sempre inquieto e scontento, e lo identificò con la filosofia intesa letteralmente come "amore del sapere”. carmelo anastasio 17/04/2009

41 chi ama in modo puro arriva addirittura a vedere nella persona amata
Per Platone chi ama in modo puro arriva addirittura a vedere nella persona amata un barlume di divino , perchè infatti coglie in essa (persona amata) l' idea del bello , una realtà sovrasensibile e divina ed é preso dal desiderio di trattare l' amato come un essere divino : carmelo anastasio 17/04/2009

42 " chi é stato iniziato recentemente e chi ha a lungo contemplato
le visioni passate , quando vede un bel volto di aspetto divino , che imita bene la bellezza , o un bel corpo, per prima cosa ha un fremito e qualcuno dei timori passati si insinua in lui . carmelo anastasio 17/04/2009

43 Quindi lo guarda e lo onora come un dio e ,
se non temesse di apparire completamente folle , offrirebbe sacrifici all' amato come a una statua sacra o a un dio " . Poi , come é naturale che avvenga dopo il fremito , alla vista di quello , un cambiamento, un sudore e un calore insolito si impadroniscono di lui . carmelo anastasio 17/04/2009

44 Il concetto di amore platonico che abbiamo oggi deriva
dal MEDIOEVO e non è completamente corretto in quanto i Medioevali credevano che per un innalzamento spirituale non ci dovesse essere amore fisico. carmelo anastasio 17/04/2009

45 c'è una scala gerarchica dell'amore : nei gradini più bassi si trova
Per Platone c'è una scala gerarchica dell'amore : nei gradini più bassi si trova l'amore fisico, ma per arrivare in cima ad una scala bisogna percorrere tutti i gradini . carmelo anastasio 17/04/2009

46 Per Platone l'anima ed il corpo hanno caratteristiche opposte : l'una è spirituale e legata all'Iperuranio ( ed é immortale ) , alla dimensione delle idee , mentre l'altro (il corpo) è puramente materiale (affine al mondo sensibile e terreno) e soprattutto è mortale . Mentre il corpo spinge l'uomo a cercare piaceri sensibili e di livello basso, l'anima lo induce a cercare piaceri sublimi e spirituali . carmelo anastasio 17/04/2009

47 Amor sacro e amor profano
Tiziano, 1513 olio su tela, 118 × 279 cm Roma, Galleria Borghese L’Amor sacro e l’amor profano, Tiziano Due figure femminili. La nudità di una delle due donne allude alla purezza spoglia e innocente dell'amore spirituale, mentre le vesti della figura riccamente abbigliata simboleggiano gli orpelli terreni che occultano l'essenza delle creature, suscitando la vanità e la passione voluttuosa. Le due donne assumono dunque le sembianze di due figure opposte e complementari della filosofia neoplatonica: la Venere mondana e la Venere celeste. Il titolo, L'Amor sacro e l'Amor profano, che sintetizza questa interpretazione, fu attribuito al dipinto verso la fine del Settecento. In precedenza l'opera era nota come Donna ornata e disornata. carmelo anastasio 17/04/2009

48 In Platone e, precisamente nel Simposio, EROS è figlio di
Penia (mancanza) e Poros (ingegno). Eros rappresenta così la ricerca di completezza che causa l'amore e le mille astuzie a cui sono pronti gli amanti per raggiungere i loro scopi amorosi. carmelo anastasio 17/04/2009

49 IL SIMPOSIO di P L A T O N E carmelo anastasio 17/04/2009

50 Il S I M P O S I O “SETTE COMMENSALI” SETTE DISCORSI SULL’ AMORE
carmelo anastasio 17/04/2009

51 DISCORSO DI FEDRO Il suo elogio ha carattere
mitico-eroico; Eros è il più antico degli dei e suscita negli uomini senso di vergogna per le azioni turpi e allo stesso tempo li incita alla gloria. carmelo anastasio 17/04/2009

52 Ne è testimonianza la vicenda di Alcesti,
che eroicamente decide di morire al posto del marito Admeto, ricevendo così, come grazia divina, la possibilità di ritornare nel mondo vivente. carmelo anastasio 17/04/2009

53 e questo gli vale il soggiorno perpetuo nell'isola dei beati.
E' sempre Amore che spinge Achille a sacrificarsi per l'amico Patroclo, e questo gli vale il soggiorno perpetuo nell'isola dei beati. carmelo anastasio 17/04/2009

54 DISCORSO DI PAUSANIA Imposta il suo discorso partendo dalla relazione esistente tra Afrodite ed Eros: infatti non c'è Afrodite senza Eros. Quindi come non esiste una sola Afrodite, non esiste un solo Eros, ma due: uno Pandemio, l'altro Uranio. carmelo anastasio 17/04/2009

55 Peculiarità del primo è l'essere volgare e senza ritegno,
e agire alla cieca: è questo l'Eros che amano le persone di poco valore, quelle che si rivolgono tanto alle donne quanto ai ragazzi, indirizzandosi più al corpo che all'anima; carmelo anastasio 17/04/2009

56 il secondo, poichè non partecipa
della natura femminile ma solo di quella maschile è sublime e celeste, e ha come fine ultimo la virtù. Proprio di questo Amore è il rapporto onesto e consapevole che si instaura tra fanciullo e adulto ai fini di un percorso educativo. carmelo anastasio 17/04/2009

57 DISCORSO DI ERISSIMACO
Pronuncia un elogio a Eros basandosi sulla teoria precedentemente citata da Pausania, secondo cui Amore è scindibile in due parti; Eros non  esiste solo nelle anime degli uomini, ma anche nei corpi di tutti gli animali e dei vegetali. carmelo anastasio 17/04/2009

58 E' rivolto verso quelli che sono belli, e pure verso altre cose e altre sedi.Ciò esplica come questo grande dio estenda il suo potere su ogni cosa sia umana che divina E' dall'Eros Uranio che deriva la felicità e l'armonia tra le varie parti del corpo e l'anima; invece dall‘ Eros Pandemio scaturiscono il disordine e la sofferenza. carmelo anastasio 17/04/2009

59 DISCORSO DI ARISTOFANE
Propone una storia paradossale: un tempo gli uomini erano di tre sessi: maschile, femminile e androgino; avevano due volti, quattro braccia, quattro gambe e due apparati riproduttori ed erano dotati di una forza straordinaria assimilabile a quella dei Giganti. carmelo anastasio 17/04/2009

60 Zeus temendo la loro potenza
decise di dividerli in due parti cosicché dall'androgino derivarono maschi e femmine che tendono alla ricerca della loro anima gemella attraverso l'amore eterosessuale. carmelo anastasio 17/04/2009

61 ANDROGINO Alla ricerca della nostra metà
carmelo anastasio 17/04/2009

62 Al contrario i maschi e le femmine derivati dagli antichi maschi e dalle antiche femmine ricercano la loro metà nell'amore omosessuale. carmelo anastasio 17/04/2009

63 egli è il più felice tra gli dei poichè è il più bello e il più buono;
DISCORSO DI AGATONE Dopo la conclusione del discorso di Aristofane e dopo un breve scambio di complimenti, comincia il suo discorso Agatone. Il suo elogio è di tipo estetico, proprio perchè dichiara necessario definire prima di tutto le qualità del dio Eros: egli è il più felice tra gli dei poichè è il più bello e il più buono; è giovanissimo, delicatissimo, leggiadro ed è portatore di valori come la temperanza, la giustizia e la sapienza e rende partecipi gli uomini di tutte queste virtù. L’elogio di Agatone contiene accenti particolarmente lirici che rivelano l’influsso della nuova poesia ditirambica. carmelo anastasio 17/04/2009

64 Amore, bellissimo e buonissimo com'è, reca anche agli altri
bellezza e bontà. Quasi quasi mi vien da dire in versi: “pace agli uomini reca, calma sul mare tregua ai venti e, nel dolore, il sonno.” carmelo anastasio 17/04/2009

65 Egli ci libera dal timore di essere estranei a noi stessi,
ci dà un senso di calda intimità, ci invita a partecipare a riunioni come questa, a feste, a danze, a sacrifici di cui diventa un po' l'auspice, assicura la benevolenza, allontana ogni rancore, largo in favori, incapace di malvagità, benigno, buono, esempio ai saggi, ammirato dagli dei, invidiato dagli infelici, carmelo anastasio 17/04/2009

66 posseduto dai fortunati, padre della Delizia, dell'Eleganza, del Fasto, della Grazia, del Desiderio, della Bramosia, sollecito verso i buoni, incurante dei malvagi, nelle fatiche, nelle paure, nelle passioni, nelle conversazioni, è guida, guerriero, compagno di lotta, salvezza provvidenziale, ornamento di tutti gli dei e di tutti gli uomini, duce meraviglioso e perfetto che ognuno deve seguire e celebrare con inni degni di lui, partecipando al suo canto col quale egli ammalia il cuore degli uomini e degli dei. carmelo anastasio 17/04/2009

67 DISCORSO DI SOCRATE Il discorso di Socrate segna una netta cesura nello svolgimento del dialogo, sottolineata dallo stesso filosofo che si preoccupa di prendere le distanze dai contenuti dei precedenti discorsi e dai modelli encomiastici considerati dagli altri oratori. Socrate infatti riformula l’intera questione su un piano ontologico: è necessario chiedersi cosa sia Eros in verità, e quale sia la sua essenza; solo così è possibile determinare qual è il vero oggetto a cui l’amore deve volgersi. Le parole che egli dice però non gli appartengono, ma espongono la dottrina di una sapiente straniera, Diotima di Mantinea. carmelo anastasio 17/04/2009

68 figura magistrale e sapienziale di donna, con un ruolo rilevante
Diotima di Mantinea (Mantinea, V secolo a.C.) è una filosofa greca, è conosciuta come una figura magistrale e sapienziale di donna, con un ruolo rilevante nel Simposio platonico. (nome d'arte Diotima), dipinto di Józef Simmler, 1855 carmelo anastasio 17/04/2009

69 Socrate riferisce il discorso della Sacerdotessa Diotima: “Amore non è un dio”  
carmelo anastasio 17/04/2009

70 Anzitutto Eros non ha il volto ed i tratti dell’amato,
ma va cercato dalla parte dell’amante: chi ama, ama ciò di cui è privo, ciò che ancora non possiede. L’amore è per sua natura segnato dalla povertà e dalla mancanza e costituisce per ogni uomo lo slancio verso qualcosa estraneo da sè; carmelo anastasio 17/04/2009

71 Per questo Eros ha la figura di un povero lacero e scalzo.
Eros non ha bellezza se dunque è vero che si desidera ciò che non si possiede: Eros è sempre amore e desiderio di eterno possesso del Bene, coincidente con l'idea del bello. carmelo anastasio 17/04/2009

72 Se l’amore è brama di possedere il bene per sempre,
è necessario che assieme al bene si desideri anche l’immortalità e che l’amore sia anche amore di immortalità. Ma per tutto ciò che è mortale l’unico mezzo per ottenerla è la procreazione e la generazione nel bello, sia nel corpo che nell’anima. La bellezza ha il potere di rasserenare la creatura gravida che le si accosta. carmelo anastasio 17/04/2009

73 l'Eros, che porta dall’apprezzamento delle bellezze terrene
Ogni essere gravido dunque cerca il bello; Diotima in seguito prende a delineare un itinerario iniziatico attraverso vari  gradi che corrispondono ai vari modi di intendere l'Eros, che porta dall’apprezzamento delle bellezze terrene alla visione del Bello in sè. La prima fase dell'ascesa al bello è l'amore rivolto a un solo bel corpo e nella persona bella prescelta si generano bei discorsi. carmelo anastasio 17/04/2009

74 Il passo ulteriore viene dalla riflessione che la bellezza di un corpo amato è sorella di quella di molti altri corpi attraverso un procedimento di astrazione che porta dal particolare verso l'universale. Quindi l'iniziato riconosce che la bellezza ravvisata in un singolo corpo è identica a quella che è in tutti i corpi: in questo secondo stadio le realtà sensibili partecipano dell'unica ed assoluta idea di bellezza. carmelo anastasio 17/04/2009

75 Si procede poi nella direzione dell'intellegibile, considerando
la bellezza delle anime superiore a quella dei corpi. carmelo anastasio 17/04/2009

76 a livello morale e politico.
Al terzo stadio, dove l'esperienza pedagogica si distacca dal modello educativo pederastico del tempo, si arriva a contemplare la bellezza nelle istituzioni e nelle leggi, implicando anche un'azione educativa a livello morale e politico. Il quarto gradino prevede il passaggio alla scienza e segna il definitivo distacco dalle realtà terrene e sensibili.. carmelo anastasio 17/04/2009

77 siamo giunti alla tappa finale dell'ascesa
Chi ha seguito questo percorso è in grado di volgere lo sguardo su quello che Platone chiama "il grande mare del bello": siamo giunti alla tappa finale dell'ascesa con la contemplazione della verità che consiste nell'idea del Bello in sè, il quale non nasce e non muore, è sempre se stesso in un'unica forma e di cui tutte le altre cose belle partecipano. L'ascesa intellettuale è presentata con la terminologia propria dell'iniziazione misterica. carmelo anastasio 17/04/2009

78 Il raggiungimento del Bello è insomma il fine ultimo dell'amore.
Socrate che tira qui le fila con un'analisi filosofica della natura dell'amore (un intermediario fra gli uomini e gli dèi): il suo scopo è procreare nel bello, sia corporalmente, sia spiritualmente. Il raggiungimento del Bello è insomma il fine ultimo dell'amore. carmelo anastasio 17/04/2009

79 come una profonda lacerazione,
Il dualismo e la contrapposizione tra verità e ignoranza era così vissuta da Platone, ma anche già dal suo maestro Socrate, come una profonda lacerazione, fonte di continua irrequietezza e insoddisfazione. Questo dualismo sarà, a ben vedere, il tema ricorrente di tutta la filosofia occidentale, di cui eros è in un certo senso il simbolo. carmelo anastasio 17/04/2009

80 finalizzare tutta la nostra esistenza, consapevoli dei nostri limiti,
Forse, è proprio questo il vero messaggio che ci vuole trasmettere Platone: finalizzare tutta la nostra esistenza, consapevoli dei nostri limiti, alla conoscenza e al vero sapere, che consistono nel Bello e nel Bene. carmelo anastasio 17/04/2009

81 "... Non vogliate negar l’esperienza di retro al sol, del mondo sanza gente.
Considerate la vostra semenza fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute et canoscenza" (Dante Alighieri, Divina Commedia, Inferno canto XXVI, ) carmelo anastasio 17/04/2009

82 Aristofane sta per replicare, fa la sua comparsa Alcibiade ubriaco;
COMPARSA FINALE DI ALCIBIADE Dopo che Socrate ha finito il suo discorso e Aristofane sta per replicare, fa la sua comparsa Alcibiade ubriaco; appena entrato comincia ad incoronare Agatone con nastri e corone di fiori. Vedendo Socrate, e dopo aver ornato anche lui, invita tutti a bere da una tazza enorme; allora Erissimaco afferma che nel loro simposio si era convenuto di limitare le bevute e di fare, invece, a turno l'elogio di Eros. Alcibiade rifiuta di mettersi in gara e propone di fare un elogio a Socrate: egli dichiara che il filosofo è simile nell'aspetto al satiro Marsia, carmelo anastasio 17/04/2009

83 che faceva parte del corteo di Dioniso.
un essere di natura ibrida con testa e tronco umano, zampe e coda animalesche, che faceva parte del corteo di Dioniso. Inoltre riconduce la sua figura a quelle dei Sileni, statuette vuote all'interno e apribili in modo da riporvi immagini di divinità; egli è simile a loro sia nel comportamento che nel resto. In primo luogo Socrate è un arrogante perchè non si è lasciato sedurre dalla bellezza di Alcibiade, e nei confronti di Agatone perchè ha ironizzato sulla sua sapienza; in secondo luogo è un abile auleta nel senso che incanta gli uomini con la forza del suo ragionamento come le melodie di Marsia. carmelo anastasio 17/04/2009

84 Alcibiade asserisce di fuggire via da Socrate tappandosi le orecchie
per non essere incantato dai suoi discorsi, ma per riuscirci deve farsi violenza; prova vergogna davanti al filosofo, fatto unico per la sua proverbiale spregiudicatezza sia nella vita privata che in quella pubblica; si sente soggiogato da Socrate come uno schiavo dal padrone e desidera fuggire per recuperare la sua libertà. carmelo anastasio 17/04/2009

85 A questo punto Alcibiade racconta
come ha sempre desiderato conoscere a fondo la sapienza del filosofo e confida che avrebbe avuto piacere di essere sedotto da lui per poter avere in cambio il dono di quella sapienza; quindi inizia a lodare le sue qualità in battaglia, la sua resistenza alla fame e al freddo. Asserisce poi che anche i suoi discorsi sono simili ai Satiri per la ripetitività e il riferimento continuo al lavoro degli artigiani e alle tecniche: per questo potrebbero apparire ridicoli; ma Alcibiade passa dall'esteriorità all'interiorità dicendo che per capire i discorsi di Socrate occorre penetrarvi dentro. carmelo anastasio 17/04/2009

86 Infine lancia un monito ad Agatone:
egli non deve lasciarsi ingannare dal filosofo ma imparare dalla sua esperienza. Questo elogio di Socrate si allinea con quelli precedenti rivolti a Eros. carmelo anastasio 17/04/2009

87 Mentre i convitati ridono e discutono su ciò che è accaduto,
un gruppo di ubriachi fa irruzione nella sala travolgendo tutti nella confusione come in un finale da commedia. carmelo anastasio 17/04/2009

88 Mentre i convitati ridono e discutono su ciò che è accaduto,
un gruppo di ubriachi fa irruzione nella sala travolgendo tutti nella confusione come in un finale da commedia. carmelo anastasio 17/04/2009

89 SAFFO poetessa greca VII sec. a. C carmelo anastasio 17/04/2009

90 “Mi sembra sia simile agli dei quell'uomo che di fronte a te siede
e da vicino ti ascolta parlare dolcemente e ridere così da eccitare il desiderio, e ciò a me turba il cuore nel petto: carmelo anastasio 17/04/2009

91 infatti, quando appena ti vedo, allora non mi è più possibile parlare,
ma la lingua si spezza, e sottile un fuoco scorre subito sotto la pelle, e nulla cogli occhi vedo, e rombano le orecchie, e freddo sudore si effonde, e un tremito mi prende tutta, e sono più verde dell'erba, e mi sembro poco lontana dall'esser morta…” (fr. 31 V. Saffo) carmelo anastasio 17/04/2009

92 Saffo e Alceo a Mitilene, Lawrence Alma-Tadema (1881)
carmelo anastasio 17/04/2009 Saffo e Alceo a Mitilene, Lawrence Alma-Tadema (1881)

93 dedicati al tema dell'amore.
"Il convito“ E’ uno dei dialoghi dedicati al tema dell'amore. I numerosi (7) protagonisti del dialogo danno voce ai diversi aspetti dell'amore: carmelo anastasio 17/04/2009

94 amore come forza universale, che guida il mondo vegetale e animale;
come desiderio di bellezza (e dunque come origine della poesia e delle arti) e della conoscenza (origine delle scienze); come essere intermedio tra il divino e il mortale, come interprete e messaggero tra gli uomini e gli dei. carmelo anastasio 17/04/2009

95 Particolare dal celebre dipinto La scuola di Atene
di Raffaello carmelo anastasio 17/04/2009

96 Una riproduzione del celebre dipinto di Raffaello “La scuola di Atene”, mirabile esempio di interpretazione rinascimentale dei due massimi pensatori greci. carmelo anastasio 17/04/2009

97 carmelo anastasio 17/04/2009

98 Amore platonico è il modo in cui comunemente si definisce una forma di amore sublimata, che esclude la dimensione sessuale e passionale. Questa formula in realtà scaturisce da un contesto filosofico in cui l'amore, inteso come moto dell'animo e non come forma di relazione, viene interpretato come impulso al trascendimento della realtà sensibile, del mondo delle apparenze, capace di muovere la conoscenza verso l'assoluto, permettendo così all'uomo di ricongiungersi con il divino, attuando cioè un processo di indiamento, come illustrato ad es. nel pensiero di Giordano Bruno. Questa locuzione prende il nome da una teoria di Platone: nel Σύμποσιον (Simposio) Socrate, ispirato da Diotima, parla di Eros (Ἔρος) come di un demone figlio di Pòros e Pènia. Pòros (la ricchezza, l’abbondanza, l’astuzia, la furbizia) aveva fatto innamorare Pènia, ossia la povertà che genera bisogno. Approfittando di un momento di ubriachezza di Pòros, Pènia giace con lui e dalla loro unione nasce Eros, l'amore. carmelo anastasio 17/04/2009

99 Questo mito mette in luce come Eros, la forza che fa andare avanti il mondo, abbia una natura contraddittoria, che partendo dall'amore delle forme, che porta alla procreazione e alla continuazione della razza umana, lo fa arrivare all'amore della conoscenza, ossia alla stessa filosofia. Sembra che il termine amor platonicus sia stato coniato nel XV secolo da Marsilio Ficino come sinonimo di amor socraticus. Entrambe le espressioni indicano l'amore diretto alle qualità morali ed intellettuali di una persona piuttosto che a quelle fisiche. I termini si riferiscono al legame affettivo molto speciale che intercorre tra due uomini, maestro e allievo, che Platone aveva descritto nei suoi Dialoghi ed esemplificato dal rapporto tra Socrate e i suoi giovani studenti, in particolare Alcibiade. carmelo anastasio 17/04/2009

100 L'Indiamento è un termine di natura filosofico-religiosa e indica un tipo di unione di genere estatico dell'uomo con Dio. È un ingresso "in Dio", che consente all'uomo di far parte della natura divina, in un ambiente trascendente. L'essere umano può raggiungere questo stato tramite l'amore, inteso in senso platonico, risalendo i gradi delle cose amate, fino ad arrivare all'assoluto. Il termine si ritrova nella dottrina di Marsilio Ficino e in quella di Giordano Bruno. In quest'ultima l'amore è visto come eroico furore e brama di volersi unire alla cosa bramata. La ricerca della divinità non deve però avvenire all'esterno, ma dentro l'essere umano, che contiene già al suo interno la verità divina. carmelo anastasio 17/04/2009

101 Atteone sbranato dai suoi cani, del pittore di Dolone, particolare da un cratere lucano a figure rosse, ca a.C., dalla Basilicata, ora a Londra, British Museum. carmelo anastasio 17/04/2009

102 TIZIANO Diana e Atteone, 1516-18, olio su tela
carmelo anastasio 17/04/2009

103 Bagno di Diana e storie di Atteone e Callisto Rembrandt Harmenszoon Van Rijn, 1634 olio su tela, 73,5 × 93,5 cm Anholt, Museum Wasserburg carmelo anastasio 17/04/2009

104 unisce due episodi tratti da Le metamorfosi di
Rembrandt unisce due episodi tratti da Le metamorfosi di Ovidio: nel primo, che occupa gran parte della scena, Atteone sorprende la dea Diana, che lo punisce per aver visto la sua nudità trasformandolo in cervo. Nel secondo, le ninfe scoprono che Callisto ha infranto il voto di castità, concependo un figlio da Zeus: Diana trasforma la fanciulla in orso. carmelo anastasio 17/04/2009

105 Diana scopre la gravidanza di Callisto.
TIZIANO Diana scopre la gravidanza di Callisto. carmelo anastasio 17/04/2009

106 ". Nella mitologia greca infatti, Eros era il dio dell'amore, immaginato originariamente come simbolo della coesione interna dell'universo e della forza attrattiva che spinge gli elementi della natura ad unirsi tra loro. carmelo anastasio 17/04/2009

107 Per la sua caratteristica di essere principio unificante del molteplice, Platone ne fece un'allegoria della dialettica, ossia di quel percorso mentale che risale i diversi gradi della conoscenza, partendo dal sensibile fino ad arrivare all'Idea. carmelo anastasio 17/04/2009

108 La peculiarità di eros è essenzialmente la sua ambiguità, ovvero l'impossibilità di approdare a un sapere certo e definitivo, e tuttavia l'incapacità di rassegnarsi all'ignoranza. carmelo anastasio 17/04/2009

109 Secondo Platone infatti Eros era figlio di Pòros (Abbondanza) e Penìa (Povertà): la filosofia intesa come eros è dunque essenzialmente amore ascensivo, che aspira alla verità assoluta e disinteressata (ecco la sua abbondanza); ma al contempo è costretta a vagare nelle tenebre dell'ignoranza (la sua povertà). carmelo anastasio 17/04/2009

110 Concetti già presenti nel socratico «sapere di non sapere», come pure in altri miti di Platone, ad esempio quello della caverna dove gli uomini sono condannati a vedere solamente le ombre del vero. carmelo anastasio 17/04/2009

111 Il dualismo e la contrapposizione tra verità e ignoranza era così vissuta da Platone, ma anche già dal suo maestro Socrate, come una profonda lacerazione, fonte di continua irrequietezza e insoddisfazione. Questo dualismo sarà, a ben vedere, il tema ricorrente di tutta la filosofia occidentale, di cui eros è in un certo senso il simbolo. carmelo anastasio 17/04/2009

112 Il neoplatonismo cristiano affiancò poi al termine filosofico di eros quello religioso di àgape: il primo indica un amore ascensivo, proprio dell'essere umano verso l'Assoluto e verso l'astrattezza dell'unità; il secondo indica un amore discensivo, proprio di Dio, che muove verso il mondo e l'umanità in esso dispersa per ricongiungerla a sé. carmelo anastasio 17/04/2009

113 In Giordano Bruno, altro filosofo rinascimentale, l’eros diventa quindi eroico furore, esaltazione dei sensi e della memoria, elevazione della ragione percorribile solo col coraggio e l'eroismo che la ricerca della verità comporta. carmelo anastasio 17/04/2009

114 Una tarda leggenda di origine poetica lo definiva
figlio di Iride, l'arcobaleno, e del vento dell'Ovest. Più spesso è detto figlio di Afrodite e Ares o divinità primordiale. carmelo anastasio 17/04/2009

115 Un tardo racconto lo indica come lo sposo che Psiche non avrebbe mai dovuto vedere in volto.
Amore e Psiche carmelo anastasio 17/04/2009

116 "Venere e Amore spiati da un satiro"
E’ un dipinto ad olio su tela di cm 188 x 125 realizzato nel 1528 circa dal pittore italiano Correggio. È conservato al Musée du Louvre di Parigi. carmelo anastasio 17/04/2009

117 A. Perché mai, Eros, mettesti fuori combattimento tutti gli altri dei, Zeus, Poseidone, Apollo, Rea, io che sono tua madre, ma solo da Atena stai alla larga e la tua fiaccola è spenta quando si tratta di lei, sei senza dardi e manchi il bersaglio E. Ne ho paura, madre: infatti è spaventosa, dallo sguardo torvo e terribilmente virile; ogni volta, dunque, che mi avvicino a lei avendo teso l’arco, mi scaccia agitando il pennacchio e divento tutto tremolante e le frecce mi cadono di mano. A. Ma Ares non era più temibile? Tuttavia lo disarmasti e l’hai vinto. E. Ma lui mi lascia volentieri avvicinare e mi invita, mentre Atena mi guarda sempre di traverso; talora io casualmente le volai vicino con la fiaccola , e lei mi dice: “se provi ad avvicinarti, per il Padre, trapassandoti con una lancia o afferrandoti per un piede e gettandoti nel Tartaro o facendoti a pezzi io stessa ti annienterò”. Fece infatti molte minacce di tal genere; e mi guarda biecamente ed ha una faccia spaventosa anguicrinita sulla corazza, che io temo tantissimo: infatti mi spaventa ed io fuggo quando la vedo. A. Ma temi Atena, come dici, la Gorgone e queste cose, pur non temendo la saetta di Zeus. Allora le Muse, perché sono per te invulnerabili e fuori tiro. O forse anche loro agitano pennacchi e mostrano gorgoni? E. le rispetto, madre, infatti sono venerabili e pensano sempre qualcosa, e sono impegnate nel canto ed io mi accosto spesso a loro attratto dal canto. carmelo anastasio 17/04/2009

118 A. Lasciamo perdere anche loro, perché sono venerabili, ma Artemide, perché mai non la colpisci? E. In generale non è possibile prenderla anche perché fugge sempre per i monti; poi ha già un suo amore A. Per chi, figlio? E. Per la caccia dei cervi o dei cerbiatti, e desiderando catturarli e abbatterli a frecciate vi è devota totalmente; e poi proprio suo fratello, benchè sia anche lui cacciatore e lungisaettante … A. Lo so, figlio, molte volte lo raggiungesti con le tue frecce (Luciano di Samosata, Dialoghi degli dei) carmelo anastasio 17/04/2009

119 L’Amor sacro e l’amor profano, Tiziano
Amor sacro e amor profano Tiziano, 1513 olio su tela, 118 × 279 cm Roma, Galleria Borghese L’Amor sacro e l’amor profano, Tiziano Due figure femminili. La nudità di una delle due donne allude alla purezza spoglia e innocente dell'amore spirituale, mentre le vesti della figura riccamente abbigliata simboleggiano gli orpelli terreni che occultano l'essenza delle creature, suscitando la vanità e la passione voluttuosa. Le due donne assumono dunque le sembianze di due figure opposte e complementari della filosofia neoplatonica: la Venere mondana e la Venere celeste. Il titolo, L'Amor sacro e l'Amor profano, che sintetizza questa interpretazione, fu attribuito al dipinto verso la fine del Settecento. In precedenza l'opera era nota come Donna ornata e disornata. carmelo anastasio 17/04/2009

120 Eros, Aphrodite and Peitho
carmelo anastasio 17/04/2009

121 Socrate dice : " La giusta maniera di procedere da
sé, o di essere condotti da un altro, nelle cose d' amore é questa : prendendo le mosse dalle cose belle di quaggiù , al fine di raggiungere il Bello , salire sempre di più , come procedendo per gradini , carmelo anastasio 17/04/2009

122 alle belle attività umane , e da queste alle belle conoscenze ,
da un solo corpo bello a due , e da due a tutti i corpi belli , e da tutti i corpi belli alle belle attività umane , e da queste alle belle conoscenze , carmelo anastasio 17/04/2009

123 e così , giungendo al termine , conoscere ciò che é
e dalle conoscenze procedere fino a che non si pervenga a quella conoscenza di null' altro se non del Bello stesso , e così , giungendo al termine , conoscere ciò che é il bello in sè " . carmelo anastasio 17/04/2009

124 SAFFO poetessa greca VII sec. a. C carmelo anastasio 17/04/2009

125 “Mi sembra sia simile agli dei quell'uomo che di fronte a te siede
e da vicino ti ascolta parlare dolcemente e ridere così da eccitare il desiderio, e ciò a me turba il cuore nel petto: carmelo anastasio 17/04/2009

126 infatti, quando appena ti vedo, allora non mi è più possibile parlare,
ma la lingua si spezza, e sottile un fuoco scorre subito sotto la pelle, e nulla cogli occhi vedo, e rombano le orecchie, e freddo sudore si effonde, e un tremito mi prende tutta, e sono più verde dell'erba, e mi sembro poco lontana dall'esser morta…” (fr. 31 V. Saffo) carmelo anastasio 17/04/2009

127 Saffo e Alceo a Mitilene, Lawrence Alma-Tadema (1881)
carmelo anastasio 17/04/2009 Saffo e Alceo a Mitilene, Lawrence Alma-Tadema (1881)


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