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comunicazione insegnante-studente

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Presentazione sul tema: "comunicazione insegnante-studente"— Transcript della presentazione:

1 comunicazione insegnante-studente

2 ASPETTI DELLA COMUNICAZIONE UMANA

3 Quale sia la naturale lingua originaria
Esperimento commissionato da Federico II Quale sia la naturale lingua originaria dell’uomo? Fece allevare un certo numero di neonati da balie che dovevano prendersi cura dei bambini in ogni maniera, ma, nei loro confronti e in loro presenza, astenersi completamente dall’uso del linguaggio e da ogni forma di comunicazione. Federico sperava di giungere a stabilire se i bambini avrebbero cominciato a parlare spontaneamente greco, latino o ebraico.

4 tutti” questa fu la conclusione a cui arrivò
“fatica vana, perché i fanciulli morirono tutti” questa fu la conclusione a cui arrivò Federico II

5 medaglia a due facce comunicazione con gli altri

6 l’altra faccia della medaglia
comunicazione con se stessi.

7 VERBALE NON VERBALE COMUNICAZIONE

8 COMUNICAZIONE VERBALE
LINGUAGGIO

9 nella comunicazione umana, gli aspetti verbali incidono mediamente per l’8%

10 gli aspetti non verbali incidono mediamente per il restante 92%

11 COMUNICAZIONE NON VERBALE
movimenti del corpo espressioni facciali caratteristiche fisiche comportamenti oculari cenni del capo comportamenti di contatto diretto prossemica fattori ambientali gesti tono di voce ritmo e velocità dell’eloquio

12 ASSIOMI DELLA COMUNICAZIONE
non si può non comunicare ogni comunicazione ha un aspetto di contenuto e un aspetto di relazione la natura di una relazione dipende dalla “punteggiatura” delle sequenze di comunicazione tra i comunicanti

13 comunicazione con sé stessi

14 non riesco! non posso! non mi viene!

15 Che tipo di comunicazione abbiamo noi insegnanti con noi stessi?

16 linguaggio del corpo

17 cercare di trasformare la comunicazione da negativa a positiva

18 “CONTRADDIZIONE CHE DERIVA DALLA DEDUZIONE CORRETTA DA PREMESSE COERENTI” WATZLAWICK
“AFFERMAZIONE, OPINIONE, TESI CHE, NONOSTANTE SIA IN CONTRASTO CON L’ESPERIENZA COMUNE, SI DIMOSTRA DI FATTO FONDATA” GARZANTI PARADOSSO

19 ESEMPI VERBALI sii spontaneo!!!
sai che sei libero di andare caro! Non preoccuparti se comincio a piangere!

20 Ciao mamma! Mi sono divertito molto oggi al parco !!!!
Molto interessante!! Ciao mamma! Mi sono divertito molto oggi al parco !!!!

21 Ah!!!! che bellissima giornata
Parlate pure tranquillamente, come se io non ci fossi!!!!!

22 Comunicate liberamente!!!
Sono assolutamente pronto per giocare con voi!! Comunicate liberamente!!!

23 “Dormi!!!!! La mamma sa che sei stanco!!” “mangia che hai fame!”
“mangia, se vuoi bene alla mamma!” “non sudare!”

24 il paradosso lo possono mettere in atto anche i 2 genitori tra di loro quando si relazionano con il figlio

25 Gli insegnanti e il personale scolastico si devono sostenere e non contraddire nei momenti in cui le norme devono essere rispettate. Se ciò non accade, tutte le figure perdono autorevolezza e verranno ricattate dagli allievi

26 Gli studenti devono sapere che insegnanti e dirigenti vigilano ugualmente affinché le regole vengano rispettate

27 Evitare di contraddire l’insegnante per evitare i ricatti degli studenti

28 Possibilità di contestare il collega per i suoi atteggiamenti
Possibilità di contestare il collega per i suoi atteggiamenti. Questo va fatto fuori dalla presenza degli studenti

29 evitare di contraddire il partner per evitare i ricatti dei figli

30 gli adolescenti che provengono da famiglie dove la comunicazione paradossale è frequentemente presente hanno un’alta predisposizione al disagio

31 EMPATIA vedere le cose dal punto di vista dell’altro (bambino), quindi entrare nel suo “pathos” (empatia: in-pathos), nell’emozione del bambino

32 intraprendere una comunicazione sulle emozioni

33 rinforzi positivi: bravo, va bene …….

34 programma di rinforzi intermittenti e non continui

35 correttivi non rivolti a sottolineare l’errore

36 non rinforzare o correggere mentre il ragazzo/a sta mettendo in atto il compito

37 comunicazione individualizzata

38 insegnare facendo (limitare la spiegazione verbale o la dimostrazione)

39 paradosso comunicativo
la figura che impone la regola non deve cadere nel paradosso comunicativo

40 paradosso Comunicativo
imposizione regola rumore di Fondo

41 Il ripetere o il gridare possono diventare “rumore di fondo”

42 Per i genitori…….evitare di contraddire la norma posta dall’insegnante per non screditare la sua autorevolezza

43 possibilità di contestare l’operato dell’insegnante, ma ciò non va fatto davanti ai figli

44 i “no” servono al crescere come i “si”

45 i no creano un livello di frustrazione salutare, andando a stimolare la produzione di un adeguato livello di energia psichica e di conseguenza la possibilità di ad-gradi……..andare verso la difficoltà (aggressività)

46 I nostri NO. Sono definitivi. La nostra comunicazione è definitiva
I nostri NO! Sono definitivi? La nostra comunicazione è definitiva? La nostra comunicazione è troppo esagerata?

47 autorevolezza l’autorevolezza dell’insegnante da sicurezza al ragazzo/a ansie, paure, tensioni inevitabilmente si trasferiscono al ragazzo/a (contagio emotivo)

48 ansia

49 un genitore diceva: forse li vizio (i figli) e li accontento su ogni aspetto perché non riesco a tollerare che piangano!

50 agisco per spegnere le tensioni personali o per educare?

51

52 tipi di insegnante

53 senza una costante dialettica con il proprio mondo interno, l’agire comunicativo dell’insegnante resterebbe fissato in stereotipie comportamentali, che ostacolerebbero il processo formativo

54 insegnante self made man
narcisista (esibizione del proprio valore) no dialogo, ma impone un monologo che chiede un plauso acritico al suo mondo, alle sue idee e al suo pensiero l’allievo non mette in relazione quello che gli viene insegnato con i propri vissuti, ma si limita a copiare

55 insegnante gravido per paura di incontrare il proprio vuoto offre ai propri studenti conoscenze ed attenzioni in modo illimitato e costante si sacrifica continuamente per i propri allievi, affinché non lo tradiscano mai non tollera la separazione, “il parto”, e teme la condizione di solitudine una volta che gli allievi si individueranno

56 insegnante plasmatore
“modella” l’allievo simile a sé programma ogni cosa in modo ossessivo impone rigide regole di comportamento, e raramente manifesta i propri bisogni e i propri sentimenti. accade spesso che l’allievo diviene lo specchio della debolezza dell’insegnante, il quale, appena completata l’opera, si spaventa della propria debolezza ritrovata nell’allievo, che viene ad essere rifiutato

57 insegnante invisibile
e’ preoccupato della perdita di protezione e sicurezza e tende a rifiutarsi di assumere il proprio ruolo di insegnante secondo modalità che dovrebbero essere asimmetriche al ruolo dello studente evita di assumere un ruolo attivo, evita di esprimere ciò che pensa e mantiene un ruolo di “amico” che lo disimpegna rispetto a qualsiasi pretesa su di lui

58 non si deve dimenticare che talora molte facce di un amore eccessivo, invadente e sacrificale sono l’espressione di una reazione mascherata all’affermazione di un potere avvertito dentro di sé come mancante

59 i dati ottenuti dalle ecografie dimostrano che nelle madri molto ansiose la quantità di movimenti fetali era minore che nelle altre

60 la crescita è un processo naturale; non possiamo costringerla a verificarsi. La sua legge è comune a tutti gli esseri viventi. Un albero, per esempio, cresce verso l’alto solo se le sue radici scendono sempre più in profondità nella terra. Impariamo studiando il passato. Allo stesso modo una persona può crescere solo rafforzando le proprie radici nel suo passato. E il passato di una persona è il suo corpo

61 affermarsi nel proprio ruolo di adulto significa accettare la conflittualità e l’ambivalenza, significa affrancarsi dall’idea di dover apparire sempre buoni e compiacenti, significa dover imparare a crescere nell’incontro, ma al momento opportuno anche nello scontro

62 l’amicizia proposta da certi insegnanti al posto dell’autorità maschera in realtà il sentimento di essere incapaci di farli crescere, in quanto incapaci di tollerare il male dentro di sé, e di conseguenza di accogliere le identificazioni proiettive, bonificandole; il rifiuto del ruolo di formatore a favore di un ruolo alternativo, nasconde il rifiuto di fungere da contenitore dell’aggressività giovanile, in quanto poco capaci di contenere la propria; l’insegnante cattivo, perché autoritario non è dunque un fantasma agito solo dagli adolescenti, ma anche da molti insegnati che adolescenti sono rimasti e come tali non consentono ai propri allievi di crescere

63 alcuni tipi di famiglia che possono predisporre ai comportamenti di disagio

64 chiusa su se stessa e difensiva
una famiglia disposta a tollerare tutto, anche comportamenti amorali, purchè non si riconoscano all’esterno o purchè siano fatti nell’interesse della famiglia. Generalmente è una famiglia saldamente incentrata sulla figura materna….ella tende a trattenere i figli all’interno della famiglia e compensa con il “mammismo” le difficoltà incontrate dai figli. Per tale madre i figli hanno sempre ragione e le colpe sono sempre da attribuire agli esterni della famiglia. Quando l’adolescente incontrerà la droga la mamma dirà…..”lo avevo detto che non doveva frequentare quel gruppo”

65 iperprotettiva e’ una famiglia che tende a sostituirsi costantemente al figlio nelle difficoltà che incontra. La figura predominante è il padre che, in cuor suo teme che il figlio “gli faccia fare brutta figura”. Cercherà quindi raccomandazioni e vie traverse per agevolare il figlio in occasione delle difficoltà scolastiche, sportive o di relazione con i coetanei. E’ la famiglia che di fronte alla droga dirà:” ma noi gli abbiamo sempre dato tutto!” e, senza rendersi conto che il problema è proprio questo “tutto”, cercherà anche la inutile raccomandazione per far entrare il figlio in una comunità di recupero.

66 assente e’ una famiglia dove all’apparenza tutto funziona, ciò che però manca è il sentimento di comprensione profonda tra i diversi membri. E’ una famiglia in cui i genitori discutono a tavola dei problemi più disparati, quelli del loro lavoro, quelli politici, culturali, sociali, ecc. senza rendersi conto che tali discussioni passano di molto sopra la testa e la capacità di comprensione dei propri figli. I figli, fin da piccoli, si sentono inadeguati ed avvertono i genitori come irraggiungibili; troppo alti per i loro problemi e sempre con la risposta pronta a tutte le questioni che tentano di sollevare. E’ una famiglia che sbigottita di fronte alla scoperta della droga dirà: Mio figlio non sa nemmeno lui cosa vuole!!”

67 puoi farne parte solo se avrai successo
e’ una famiglia dove ciò che soprattutto conta è il successo sociale ed economico. I genitori stessi sono un modello di successo nella società e trasferiscono questo concetto…..solo se avrai successo sarai amato!! Quando l’adolescente incontrerà la droga questa famiglia dirà.”come ha potuto farci questo!!”

68 la famiglia materiale in queste famiglie i figli hanno quintali di giochi perché ogni loro esigenza viene accontentata o direi soffocata da un acquisto. Vuoi giocare…..eccoti il gioco, vai male a scuola ecco le ripetizioni, non sei bravo a calcio…ecco le scarpette più costose, vuoi iniziare musica, ecco il pianoforte prima di iniziare… i figli perdono contatto con il valore delle cose e faticano a stimarne le differenze. Saranno queste le famiglie che saranno soprattutto disposte a pagare soldi per far star meglio il figlio, magari comprandogli la droga…..

69 la famiglia paradossale
e’ una famiglia dove la comunicazione viaggia su dei binari ambigui. Il babbo dice una cosa, la mamma tanto dirà il contrario e poi la nonna mi dirà che dovrò fare ancora diverso….. Oppure anche la mamma stessa mi dice di stare calmo quando lei è sull’orlo di una crisi nervosa. I genitori litigano spesso tra di loro ed anche con i nonni…..quali sono i miei punti di riferimento? I miei paletti dove appoggiarmi? Quando l’adolescente incontrerà la droga, la famiglia sarà intenta a continuare nei suoi paradossi…..

70 formazione del carattere
Gli essere umani vengono concepiti con diverse quantità di energia

71 E3 OE1 E2 blocco che crea l’ambiente organismo
formazione del carattere E3 OE E2 blocco che crea l’ambiente organismo

72 L’ambiente e le relazioni contribuiscono a formare l’individuo nella capacità di gestione della sua energia. Questa operazione può essere chiamata la formazione del carattere

73 fasi di sviluppo del bambino

74 prenatale – nascita: fase indifferenziata
Bisogno di esistere

75 allattamento e prima alimentazione: simbiosi - differenzazione
Bisogno di avere bisogno

76 verso 2 anni nella fase di ravvicinamento: onnipotenza - impotenza
Bisogno di essere rispettato

77 verso i 3 anni nella fase dell’ autonomia: dipendenza - indipendenza
Bisogno di essere libero

78 fase edipica sessualità e tenerezza 6-7 anni
Bisogno di amare

79 terrore e rabbia distruttiva
prenatale di esistere ti rifiuto terrore e rabbia distruttiva si tiene insieme per la paura di cadere in pezzi contrazione dello strato muscolare profondo

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81 allattamento e prima alimentazione di avere bisogno deprivazione rabbia vorace non ho bisogno di nutrimento e protezione si sostiene contro il timore di cadere all’indietro

82

83 verso i 2 anni di essere rispettati tu sei il mio ometto o la mia principessa furia impotente non ho bisogno di sostegno si tiene su con spalle collo e petto, la parte inferiore del corpo esprime impotenza

84 verso i 3 anni di essere libero lo schiaccia e lo invade sfida piena di rabbia sarò come tu mi vuoi il corpo è compromesso nel tentativo di trattenere l’energia ed il movimento spontaneo

85

86 fase edipica 6-7 anni di amare seduzione e rifiuto profonda sofferenza non posso amare rigidità superficiale nel tentativo di non aprire il proprio cuore

87

88 La classe ogni classe è un animale che ha vita propria

89 La classe non è la somma degli individui che la compongono
Il gruppo è un prodotto dei rapporti tra i membri che lo compongono La valutazione dei membri di una classe si deve fare su come tali individui si muovono all’interno del gruppo, non per come sono individualmente

90 Perché bisogna lavorare per gli interessi della classe o della scuola in generale
Ci sono valori morali, etici (cooperazione, sostegno, soccorso….) a cui ci si può appellare, ma i membri collaboreranno soprattutto quando saranno convinti che conviene sostenersi per il loro interesse individuale

91 stile di leadership Processo di influenzamento dei membri attraverso il quale il leader guida il gruppo al raggiungimento di obiettivi. Lo stile può essere “condizionato” da uno o più leader che per motivi diversi si possono trovare alla guida del gruppo

92 leadership Nelle classi scolastiche molto spesso non c’è un leader unico. C’è il leader formale (insegnante), c’è il leader nel momento difficile per la classe, quello che va a discutere con l’insegnante, quello che organizza il tempo libero…..

93 stile di leadership Leadership carismatica Leadership formale
Leadership compartecipata Leadership autoritaria Leadership democratica Leadership permissiva

94 Comportamento direttivo
Comportamento socioemotivo (orientato alla relazione)

95 leadership efficace Il leader efficace è quello che sa adattare il proprio stile al contesto in cui si trova ad esistere. Il leader efficace è quello che utilizza in giusta dose comportamento direttivo e sostegno socioemotivo, in funzione della situazione e della tipologia dei membri del gruppo stesso

96 Cosa fare quando avete 2 sottogruppi e la classe “rema” in 2 direzioni opposte
Leadership autoritaria e carismatica Individuazione dei leader nei sottogruppi Smontare la struttura dei sottogruppi

97 Anche i valori etici e morali sono importanti, ma tutto questo dipende dalla storia del soggetto e la sua relazione con il successo e l’insuccesso.

98 Educazione all’Insuccesso

99 autostima considerazione che un individuo ha di se stesso

100 autostima

101 autoefficacia riguarda le convinzioni della persona circa le proprie capacità di eseguire il corso di azioni necessario a raggiungere un risultato desiderato

102 autoefficacia

103 bisogni autorealizzazione stima appartenenza sicurezza fisiologici

104 bisogno di autorealizzazione
essere tutto ciò che si è in grado di essere

105 l’allievo che non ha percorso da solo almeno la metà del cammino, non ha appreso nulla
“Socrate”

106 benefici del fallimento
il riuscire in tutti i compiti solo apparentemente accresce l’autostima perché al primo insuccesso (inevitabile) il ragazzo/a non possiederà il giusto livello di “allenamento” per affrontare questo nuovo “senso del se’” (delusione)

107 effetti attribuzione causale esterna disagio stress
sentimenti di inferiorità abbandono

108 da recenti ricerche è emerso che i soggetti ansiosi con difficoltà di apprendimento, presentano una scarsa stima di se stessi e un “locus of control” esterno, causa di una tendenza a ritenere che ogni situazione nella quale viene percepito uno stato di benessere o malessere non dipenda da una capacità interna di agire sulla realtà, ma da fattori esterni nei confronti dei quali si è impotenti (ad es., un bambino che anziché affermare che l’interrogazione è andata bene perché era preparato, riferisce che gli ha fatto “domande facili”

109 frustrazione stato psicologico risultante da un mancato soddisfacimento di un bisogno o di una volontà

110 frustrazione energia psichica aggressività

111 aggressività ad (verso) e gradi (camminare)

112 andare verso l’ostacolo

113 l’aggressività risulta dal flusso di eccitazione che percorre il sistema muscolare, specialmente i grossi muscoli della schiena, delle gambe e delle braccia. Questi muscoli servono a stare in piedi e a muoversi. Il significato originario della parola “aggressione” è “muoversi verso”, azione che dipende dal funzionamento di questi muscoli. “Lowen”

114 tollerare e superare la frustrazione è il nuovo e divertentissimo gioco del nostro ragazzo

115 autostima

116 intelligenze multiple

117 L’efficacia del test tradizionale di misurazione del quoziente intellettivo è stata con il tempo fortemente ridimensionata

118 Howard Gardner distingue ben 9 tipi fondamentali di intelligenza, localizzati in parti differenti del cervello, di cui fa parte anche l’intelligenza logico-matematica (quasi l’unica su cui è basato l’originale test di misurazione del Q.I.)

119 linguistica Milan Kundera

120 logico-matematica Aristotele

121 spaziale leonardo

122 corporeo-cinestesica
Michael Jordan

123 musicale Mozart

124 interpersonale freud

125 intrapersonale Dalai Lama

126 naturalistica Charles Darwin

127 esistenziale Immanuel Kant

128 Il quoziente emotivo è più importante del quoziente intellettivo

129 Ci sono delle patologie quali per esempio la dislessia, la disgrafia, la discalculia che sono causate da una alterazione della migrazione neuronale nelle fasi di sviluppo molto precoci. Gli altri sistemi sono assolutamente funzionanti, mentre il sistema specifico ha un problema di funzionamento

130 conclusioni c’è chi riesce a chiudere il naso con una molletta, chi del tanfo se ne frega, ma anche chi finisce per campare svenuto, immolato sull’altare dell’amara filosofia per cui è sua eccellenza la casualità colei che scandisce cosa scrivere sul foglio bianco della vita Cesare Liuzzi lupi

131 conclusioni fissare nella sfera di cristallo un evento prossimo venturo al quale si tiene in maniera vitale, è plausibile, anzi, per gli umani è consueto. E’ solo un embrione e già lo si sbaciucchia. Piace supporlo, viverlo anticipatamente, vederlo in un video girato nel futuro. Con fior di zoomate sui dettagli. Mentre ci si flirta in una girandola di entusiasmi, angosce e speranze, gli si chiede se davvero cambierà tutto, nulla, o qualcosa, in meglio o in peggio, ci si diletta a pianificarlo addirittura nei movimenti, ma l’atto non risponde, attende che lo si compia o si compia. C’è chi trova talmente saziante l’attesa che l’atto cerca di evitarlo, altri si infradiciano d’attesa, ad altri l’atto rovina addosso come il frammento di un meteorite mentre compri il giornale Cesare Liuzzi Lupi

132 Lowen La vera oggettività richiede un adeguata soggettività

133 “La ragione, come ci insegna ormai qualsiasi scolaretta, può essere solo la tecnica di razionalizzare un desiderio” Will Durant

134 Il pensiero oggettivo offre poco aiuto per la moltitudine di problemi e conflitti che sorgono ogni giorno nella nostra vita. Nessuna madre potrebbe rispondere al figlio sulla base di un pensiero oggettivo: se interpreta il pianto del suo bimbo correttamente non avviene su basi logiche, ma perché sente empaticamente l’emozione che c’è dietro quel pianto e risponde con emozione al bisogno del bambino. In ogni relazione interpersonale il modo in cui ci comportiamo e quello che diciamo è controllato dal pensiero soggettivo. Non si può essere oggettivamente in rapporto con una persona, perché una relazione oggettiva riduce gli individui a oggetti Lowen

135 grazie per l’attenzione! Sammy Marcantognini


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