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COMUNICAZIONE VERBALE

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Presentazione sul tema: "COMUNICAZIONE VERBALE"— Transcript della presentazione:

1 COMUNICAZIONE VERBALE
Chiarezza dei contenuti trasmessi Condivisione del contesto comunicativo Condivisione del codice comunicativo Accertamento della comprensione del contenuto

2 COMUNICAZIONE PARAVERBALE
Tono della voce Timbro della voce Alcuni effetti vocali (tremolìo…) Alcune espressioni paraverbali (ehmm, uhmm…)

3 COMUNICAZIONE NON VERBALE
Espressioni del volto Sguardo Postura Orientamento spaziale Distanza interpersonale Movimenti del corpo e gestualità Aspetto esteriore

4 OTTIME QUALITA’ DEL DOCENTE
Sensibilità: capacità di cogliere i segnali deboli Genuinità: saper essere reale nella relazione con il soggetto Capacità di accettazione: far sentire il soggetto accolto Flessibilità: rimodulare il percorso della relazione senza snaturarne gli obiettivi Creatività: capacità di individuare percorsi alternativi Disponibilità: saper dedicare tempo ed energie al soggetto

5 LA RELAZIONE DOCENTE-DISCENTE o meglio LA RELAZIONE PERSONA-PERSONA
“Se una persona si trova in difficoltà, il modo migliore di venirle in aiuto non è dirle cosa fare, ma aiutarla a comprendere la sua situazione e a gestire il problema prendendo da sola e pienamente la responsabilità delle proprie scelte..” (Folgheraiter)

6 COSA E’ UN’ABILTA’ E’ la capacità di mettere in atto una serie di azioni, in modo rapido ed efficiente, per raggiungere uno scopo col minimo dispendio di risorse. Come si acquisisce questa capacità di organizzare sequenze di azioni in modo automatico? Ci sono tre requisiti minimi: deve esistere la predisposizione di partenza esposizione a stimoli adeguati esercizio

7 COSA SUCCEDE QUANDO C’E’ UNA DISABILITA’
C’è l’incapacità di costruirsi una routine di azioni che renda facile raggiungere un determinato scopo. Da che cosa dipende questa incapacità? Dall’assenza di una delle tre condizioni su descritte Se le condizioni due e tre sussistono, posso supporre che mancano i prerequisiti di base

8 QUALI SONO GLI EFFETTI CHE LA MANCATA PREDISPOSIZIONE DI UN SISTEMA GENERA SUI PROCESSI DI APPRENDIMENTO? Le condizioni di partenza impediscono all’esperienza di depositare una traccia e successivamente di rinforzarla Il soggetto non riconosce come comparabili situazioni anche molto simili L’allenamento non sortisce gli effetti attesi Il soggetto ha difficoltà a procedere da solo nel compito, ha bisogno di essere guidato Il soggetto è incapace di controllare da solo l’adeguatezza del risultato perché è necessario il “lessico mentale ortografizzato” che per essere costruito necessita di un’abilità.

9 Un frigorifero su cui è attaccato un disegno fatto da un bambino è altrettanto americano quanto la torta di mele. Finché sono piccoli incoraggiamo i nostri bambini a esprimersi in forme creative. Poi, quando hanno sei o sette anni, cambiamo improvvisamente registro, dando loro l’impressione che l’educazione artistica sia una materia extracurriculare come il baseball e molto meno importante dell’inglese o della matematica. Saper leggere, scrivere e far di conto è quello che serve nella vita… Nei vent’anni successivi nutriamo a forza l’emisfero sinistro del loro cervello lasciando avvizzire quello destro. Scrive Seymour Papert che se un chirurgo della metà del secolo scorso, con un viaggio nel tempo, si ritrovasse in una moderna sala operatoria, non sarebbe in grado di riconoscere neppure uno degli strumenti che vede, non saprebbe che cosa fare né da che parte cominciare. La tecnologia moderna ha cambiato radicalmente la pratica chirurgica. Se invece un insegnante della metà dell’Ottocento venisse trasportato dalla medesima macchina del tempo in un’aula di oggi, potrebbe, salvo dettagli di poco conto, riprendere da dove era rimasto il suo collega dei giorni nostri. Ci sono ben poche differenze sostanziali tra come si insegna oggi rispetto a centocinquanta anni fa. L’impiego della tecnologia è circa allo stesso livello. Infatti, secondo una recente indagine del Ministero dell’Istruzione degli Stati Uniti, l’84% degli insegnanti ritiene che un solo tipo di tecnologia dell’informazione sia assolutamente essenziale: la FOTOCOPIATRICE con un’adeguata scorta di carta!!!

10 Finalmente, però, stiamo abbandonando quel rigido stile didattico pensato per allievi tutti uguali, per orientarci verso un modo di insegnare più aperto, che non tracci una separazione netta tra l’arte e la scienza, tra l’emisfero destro del cervello e quello sinistro. Quando un bambino usa un linguaggio come Logo per fare un disegno sullo schermo del computer, questo disegno è un’espressione allo stesso tempo artistica e matematica, che può essere vista in un modo o nell’altro. Anche concetti astratti come quelli della matematica possono oggi far ricorso a elementi concreti, presi dalle arti visive. I personal computer faranno sì che la futura generazione sia più abile in matematica e nelle attività grafiche. Fra dieci anni i ragazzi avranno probabilmente molte più possibilità di oggi, perché il raggiungimento di conquiste intellettuali non dipenderà tanto dalla quantità di nozioni acquisite, quanto dalla disponibilità di una gamma più ampia di stili cognitivi, di modi di apprendimento e di comportamenti espressivi. Nicholas Negroponte, dislessico dichiarato, è uno dei maggiori esperti mondiali di comunicazione digitale, docente di Tecnologia dei mezzi di comunicazione e direttore del Media Lab al M.I.T. (Massachusetts Institute of Technology).

11 Programmazione lineare Applicazione di schemi rigidi
EMISFERO SINISTRO PENSIERO VERTICALE Programmazione lineare Applicazione di schemi rigidi Si fonda su esperienze passate Procede in modo sistematico e sequenziale Le fasi susseguono ordinatamente Si identifica con la logica Ammette un’unica risposta pertinente EMISFERO DESTRO PENSIERO LATERALE Permette più vie d’uscita Va al di là dei contenuti della situazione di partenza Esplora varie direzioni E’ caratterizzato da incertezza Ricerca nuove prospettiva Rompe gli schemi di ragionamento rigidi E’ caratterizzato da flessibilità, fluidità, originalità, elaborazione, valutazione

12 DUE FORME DI PENSIERO PENSIERO DIVERGENTE
Forma di pensiero che procede senza vincoli precisi, con il ricorso alle libere associazioni, giungendo, a partire da un punto di partenza ben definito, a generare molteplici, possibili, diverse ipotesi e soluzioni prima inesistenti. PROCEDE A SALTI DA UN RAGIONAMENTO ALL’ALTRO PENSIERO CONVERGENTE Forma di pensiero che a partire da una serie di stimoli giunge ad individuare, attraverso una serie di passaggi, che rispettano regole precise e codificate, l’unica soluzione possibile. PROCEDE SECONDO UNA RIGIDA SEQUENZA LOGICA.

13 DISLESSICI FAMOSI LEONARDO DA VINCI THOMAS EDISON ALBERT EINSTEIN
WALT DISNEY WINSTON CHURCHILL

14 DISLESSIA DIS: POVERO O INADEGUATO LEXIS: PAROLA O LINGUAGGIO
IL DISTURBO DISLESSICO COLPISCE LA RAPIDITA’ E LA CORRETTEZZA DELLA DECODIFICA

15 DATI SULLA DISLESSIA In Italia si calcola che la dislessia riguardi almeno persone Colpisce il 4% della popolazione scolastica Nei paesi anglofoni la percentuale è molto più alta Ciò significa che in una classe di 25 alunni è possibile trovare un dislessico Colpisce maschi e femmine in un rapporto 4:1 Circa il 60% dei dislessici ha difficoltà di processamento numerico

16 MOVIMENTI OCULARI SACCADI FISSAZIONI REGRESSIONI

17 DUE VIE DI ACCESSO ALLA LETTURA
Via diretta, lessicale, semantica, visiva Via veloce e ad alto profilo Capacità di controllo della sintassi della propria lingua madre Capacità di controllo della semantica Conoscenza del mondo

18 VIA DIRETTA Pare che un mostruoso pittore _____
sia divertito a tracciare… Elefanti, giraffe, e leoni vivono nella _________ H2O è la_______ chi_______ dell’_______

19 DUE VIE DI ACCESSO ALLA LETTURA
Via fonologica, uditiva, indiretta,superficiale Via lenta e a basso profilo Riconoscimento della lettera Conversione grafema-fonema Capacità di fusione

20 VIA INDIRETTA ANICA - FRGANDIEAM PISCO - BARPFIOENTE
CARBO MENCRAITEOU DENNI AEURTRETTO IRPA GERTRINISCDA VUOCA DREUSDRINCHI FUTTO INCSCIOLVFSTE ILASA GLERISTCATO

21 I PROCESSI DELLA LETTURA
Processi dall’alto (operano sulla base di aspettative e ipotesi interpretative) Processi dal basso (analizzano visivamente la sequenza grafica) CAMB

22 ERRORI SEMANTICI Scrivere - leggere Pericolo - attento
Misura - bilancia Svelto - correre Pino - albero Decimo - nove Prezioso - valore Via - strada Identico - uguale Biro - matita

23 ERRORI VISIVI Emilia – Amalia banale – banane soffitto – soffritto
figlio – foglio brocca – bocca mandarino – natalino matita - mattina

24 ERRORI MORFOLOGICI credevo – credenza orfano – orfanotrofio
scrive –scrivere fiorisce – fiorisco prendere – prende entrano - entrando

25 SOSTITUZIONE DI PAROLE FUNZIONE
questo – quello cioè – perciò chiunque – qualcuno perciò – perché poiché – oppure quassù - pure

26 DISLESSIA LUNGHEZZA COMPLESSITA’ FREQUENZA VALORE DI IMMAGINE

27 DISLESSIA FARFALLA CASA BOZZA

28 DISLESSIA EVOLUTIVA Perché questo bambino non sa leggere?
Perché scrive così male? Perché non sa le tabelline? Il bambino dislessico ha difficoltà scolastiche, che di solito compaiono già nei primi anni di scuola e persistono negli anni seguenti. La dislessia è la difficoltà di automatizzare le abilità di lettura, scrittura e calcolo

29 COSA E’ LA DISLESSIA si stanca velocemente, commette errori
E’ un problema che rende difficile leggere, scrivere e fare calcoli. Chi è dislessico riesce a compiere queste operazioni, ma non riesce a farlo in modo automatico: deve impegnare al massimo capacità ed energie e quindi si stanca velocemente, commette errori rimane indietro non impara. Questo tipo di difficoltà può essere più o meno grave. Ci sono persone che faticano solo a leggere, altre solo a scrivere, altre solo a fare calcoli, altre ancora che hanno difficoltà nel compiere due o tutte e tre queste operazioni.

30 PROCESSI AUTOMATICI E PROCESSI CONTROLLATI
Sono consci Sono attentivi Agiscono dall’alto verso il basso Sono guidati dal concetto Hanno capacità di funzionamento limitata Agiscono in modo seriale Sono disponibili per tempi limitati Comportano alto dispendio di risorse Sono tipici delle attività riflessive Sono flessibili, impiegati in compiti creativi richiedono un’allerta focale AUTOMATICI Sono inconsci Sono preattentivi Agiscono dal basso verso l’alto Sono guidati dallo stimolo Hanno capacità di funzionamento illimitata Agiscono in modo parallelo Sono predisposti per le attività durature Comportano basso consumo di risorse Sono appresi o innati Sono rigidi, adatti per compiti ripetitivi, richiedono un allerta generica

31 Cosa si intende per dislessia evolutiva?
E’ un disturbo dell’apprendimento della lettura in bambini che non presentano deficit neurologici hanno un normale quoziente intellettivo non hanno deficit sensoriali non hanno turbe psicologiche non hanno uno svantaggio sociculturale hanno avuto normali opportunità scolastiche

32 SINDROME DISLESSICA Difficoltà nella lettoscrittura Discalculia
Disortografia Disgrafia Difficoltà nella MBT Difficoltà nell’attenzione

33 LA DISLESSIA E’ UNA MALATTIA?
La dislessia non è una malattia né un handicap. Può essere definita una condizione neurobiologica e perciò non è corretto parlare di cura o di guarigione. E’ fondamentale, però, che il problema venga individuato il più presto possibile in modo che, fin dall’infanzia , possano essere attivati aiuti specifici e si possa ricorrere a tecniche di riabilitazione e compensazione per facilitare l’apprendimento.

34 DISGRAFIA Disturbo correlato al linguaggio scritto che riguarda la configurazione del tratto grafico; compromette le abilità esecutive della scrittura Ogni scrittura indecifrabile o di difficile lettura è disgrafica

35 DISGRAFIA Effetto di un piccolo disturbo motorio correlato ai processi di attivazione periferici (stabile e non transitorio) Effetto di complessificazione e perdita di controllo esecutivo determinato dale incertezze relative all’ortografia

36 DISGRAFIA Si possiedono abilità calligrafiche (prescolare)
La scrittura diviene suff. chiara e leggibile (1 elementare) Lieve deterioramento (2-3 elementare) Il movimento è fluido (4 elementare)

37 DISGRAFIA Coordinazione visuo-motoria
Coordinazione iscrizione-progressione Non compromissione dell’attivazione muscolare periferica

38 DISGRAFIA Prestazione scadente
Tracciato difforme rispetto ale convenzioni Tracciato incerto e inadeguato per forma e dimensioni

39 DISGRAFIA Velocità, pressione Macrografia e micrografia
Discontinuità del gesto Ritoccatura del segno grafico Direzionalità della scrittura Inesatta legatura dei segni Distanza tra le parole

40 DISGRAFIA Variabili soggettive Variabili situazionali
Variabili dei materiali

41 DISORTOGRAFIA Gli errori ortografici compiuti sono significativamente superiori per numero e caratteristiche rispetto alle aspettative

42 DISORTOGRAFIA Decidere cosa scrivere
Costruire una rappresentazione semantica del contenuto Decidere come scrivere le frasi Abilità sintattiche (riassunto) Abilità ortografiche (dettato)

43 DISORTOGRAFIA Identificazione dei fonemi (segmentare la parola e tenere in memoria la sequenza fonologica) Individuare per ogni suono il grafema ed effettuare la conversione La conoscenza lessicale limita di sovraccaricare la memoria fonologica

44 DISORTOGRAFIA ERRORI ORTOGRAFICI FONOLOGICI Pezzo - pesso
Guaio - quaio Conforto - convorto ERRORI ORTOGRAFICI NON FONOLOGICI Acua Cualche Ciesa Accenti e verbo avere

45 DISORTOGRAFIA Errori semantico-lessicali o di segmentazione
L’ente - lente Ascia - l’ascia Lago - l’ago

46 DISORTOGRAFIA Errori singoli (farvalla)
Errori multipli (varvalla - frala) Errori misti (varvala)

47 DISORTOGRAFIA Errori di sostituzione (per somiglianza fonologica)
Errori di omissione(digrammi, posizione preconsonantica, gruppi vocalici) Errori di aggiunta

48 DISORTOGRAFIA Gealato folia piagere catono fuco

49 CAMPANELLI D’ALLARME SCUOLA DELL’INFANZIA
- a 4-5 anni difficoltà di linguaggio - pronuncia dei suoni non buona o frasi incomplete - scarsa abilità nei giochi linguistici, rime, storielle inventate, nell’invenzione dei nomi dei personaggi… - nella copia da modello difficoltà e disordine nel foglio - non adeguata padronanza fonologica - lentezza nelle varie attività - manualità fine inadeguata - difficoltà sintattica - disturbo della MBT - goffaggine nel vestirsi, allacciarsi le scarpe, riordinare…

50 CAMPANELLI D’ALLARME ELEMENTARI
- difficoltà nel riconoscere alcune lettere dell’alfabeto e confusione tra lettere che hanno un suono simile - inversione di lettere e numeri - omissione o sostituzione di lettere - difficoltà nel contare le sillabe di una parola - difficoltà ad esprimere verbalmente ciò che pensa - difficoltà nel distinguere concetti spaziotemporali - difficoltà nel ricordare le informazioni in sequenza - difficoltà ad imparare le tabelline - difficoltà nel calcolo orale e scritto - ridotta capacità di attenzione e concentrazione - presenza di piccoli problemi motori

51 CAMPANELLI D’ALLARME MEDIE
- risultati scolastici nel complesso inferiori alle aspettative - lentezza ed errori nella lettura - difficoltà nella comprensione del testo scritto - difficoltà nel copiare un testo - difficoltà nel prendere appunti - frequenti errori nel pronunciare o scrivere le parole in modo corretto - difficoltà nel mettere nella giusta sequenza numeri e segni di un’operazione matematica - difficoltà nell’apprendimento delle lingue straniere, soprattutto nello scritto - tempi più lunghi nello svolgimento dei compiti - disorganizzazione nelle varie attività

52 CAMPANELLI D’ALLARME SUPERIORI
-difficoltà a lavorare in classe con tempi rapidi - difficoltà nel mantenere la concentrazione - a fronte di buoni risultati nei compiti a casa, giudizi molto più bassi nei compiti in classe

53 LA DISLESSIA: COME SI RICONOSCE
STILE DI APPRENDIMENTO -l’acquisizione delle abilità connesse alle prime fasi dello sviluppo è stata normale rispetto alla media -la capacità di lettura e scrittura è significativamente inferiore alla vivacità intellettiva -viene spesso accusato di essere pigro, sbadato, immaturo e di non impegnarsi abbastanza -il QI è nella media o sopra la media, ma il rendimento scolastico è basso -tende ad eccellere in materie quali arte,costruzioni, ingegneria, vendita, musica, design e sport -ha difficoltà a mantenere l‘attenzione; sembra iperattivo -gli riesce difficile concentrarsi ed è molto vivace -va bene agli esami orali, ma ha scarsi risultati agli scritti -apprende rapidamente attraverso l’osservazione, la dimostrazione, la sperimentazione e gli aiuti visuali -è bravo a mettere in pratica idee astratte -sogna molto ad occhi aperti, si perde nei propri pensieri

54 LA DISLESSIA:COME SI RICONOSCE
ABILITA’ DI LETTURA E SCRITTURA -è molto lento nella lettura -legge male ad alta voce -non legge mai per il gusto di farlo -non sempre comprende appieno ciò che legge -si lamenta che le parole si incrociano o saltano fuori dalla pagina -durante la lettura può provare mal di testa -nella scrittura commette numerosi errori -tende a non ricordare le elencazioni -si confonde facilmente con le lunghe spiegazioni verbali -esprime le sue idee con difficoltà -è facilmente distratto da stimoli sonori -gli capita di equivocare ciò che sente -può pronunciare male parole lunghe o trasporre parole e frasi

55 LA DISLESSIA: COME SI RICONOSCE
MATEMATICA -si basa sulle sue dita per contare -può avere difficoltà a contare gli oggetti -non sa amministrare il danaro -ha difficoltà ad imparare le tabelline -può avere difficoltà a ricordare l’algoritmo delle diverse operazioni -è bravo nella risoluzione di problemi,ma può avere difficoltà nella parte esecutiva MEMORIA -ha problemi con la memoria a breve termine -ha un’eccellente memoria a lungo termine -ha problemi di memoria con l’informazione strutturata in sequenza -pensa principalmente per immagini e non ricorrendo al dialogo interno

56 LA DISLESSIA COME SI RICONOSCE
VISIONE -durante la lettura si lamenta di vedere parole in movimento o distorte -può vedere sulla pagina cose che non ci sono -trova difficile vedere le cose nel modo appropriato LATERALIZZAZIONE -può avere difficoltà con i compiti che implicano attività motorie -ha difficoltà a copiare o a riassumere correttamente -la scrittura è talvolta illeggibile -il modo in cui tiene in mano la penna è inconsueto -può essere ambidestro -appare non coordinato e goffo nei movimenti -spesso confonde la destra con la sinistra e il sopra con il sotto

57 LA DISLESSIA: COME SI RICONOSCE
TEMPO sperimenta difficoltà nella consapevolezza del tempo difficoltà ad essere puntuali difficoltà a leggere l’orologio difficoltà a memorizzare i giorni della settimana, i mesi… difficoltà a ricordare le date importanti COMPORTAMENTO è una persona molto frustrata ha una bassa autostima e scarso senso di autoefficacia può essere molto disordinato e brama attenzione in realtà è molto più indietro con gli studi di quanto non appaia in classe disturba oppure è molto calmo può essere emotivo ed ansioso in merito ai suoi problemi scolastici può essere emotivo, ipersensibile ed aspira alla perfezione ha un forte senso della giustizia

58 QUANDO SI MANIFESTA La condizione che tocca persone di intelligenza normale o anche superiori alla norma, di solito si manifesta sin da piccoli e può essere ereditaria. Se la forma è lieve, il problema può rimanere nascosto fino all’adolescenza ed emergere, per esempio, alle scuole superiori oppure rimanere latente anche durante l‘età adulta.

59 A QUALE ETA’ E’ POSSIBILE DIAGNOSTICARLA?
La diagnosi viene effettuata al termine del primo ciclo della scuola elementare. Tuttavia, esistono indicatori precoci che possono orientare verso un sospetto di DSA durante gli anni della scuola materna: -ritardo nel linguaggio -difficoltà di denominazione -difficoltà nel riconoscimento delle lettere -carenti abilità metafonologiche -difficoltà a memorizzare filastrocche e poesie

60 CHE TIPO DI EVOLUZIONE PUO’ AVERE QUESTO DISTURBO?
Esiste un’evoluzione spontanea che comporta un miglioramento della lettura sotto il profilo della correttezza, ma una scarsa modificazione della velocità. Il problema centrale rimane comunque la comprensione del testo. L’evoluzione di una dislessia trattata dal punto di vista riabilitativo dipende da numerosi fattori, quali la gravità del disturbo, l’età in cui è iniziato il trattamento, la tecnica riabilitativa…

61 COME AFFRONTARE LA DISLESSIA
La diagnosi deve essere fatta da un’equipe di specialisti esperti, mediante la somministrazione di test. Neuropsichiatra infantile per la visita neurologica Psicologo per la valutazione della capacità intellettiva, della personalità, e per l’approfondimento psicodiagnostico Pedagogista e logopedista per gli approfondimenti specifici Quando la diagnosi è fatta, si possono mettere in atto aiuti specifici, tecniche di riabilitazione e di compenso che mirino al consolidamento e potenziamento della abilità strumentali. Queste tecniche devono unire alla parte rieducativa una parte ludica che stimoli l’attenzione, la motivazione e renda più leggero questo tipo di percorso. DIFFIDARE DI DIAGNOSI TROPPO RAPIDE

62 DISCALCULIA Le abilità di base relative ai numeri e al calcolo sono quelle che ci permettono di eseguire rapidamente le operazioni aritmetiche elementari indispensabili per affrontare e risolvere compiti più complessi.

63 DISCALCULIA Davide inverte gli elementi della sottrazione 135- 97=
------ 162

64 DISCALCULIA Addizione eseguita partendo da sinistra 2 239+ 597= ____
7118

65 DISCALCULIA Conteggio in avanti e all’indietro
100-99… … 100-99… ?

66 DISCALCULIA Avevo un tot di € (1),vedo un paio di scarpe che costano un tot (2). Le compro. Quanto mi resta? PROBLEM SOLVING PROCESSAMENTO NUMERICO Processo alto Processo basso Prestanza cognitiva Automatizzazione

67 DISCALCULIA Lettura e scrittura dei numeri
Enumerazione in avanti e indietro Lentezza e scorrettezza nei calcoli a mente Immagazzinamento dei fatti aritmetici Algoritmo delle operazioni in colonna

68 PARADIGMA DI STROOP NERO ROSSO VERDE BLU

69 3 X 4 ? Facile? Scrivo i numeri fino a 15 Comincio a contare in base 3
Trovo il risultato Giudizio dell’insegnante: il risultato è corretto, ma sei stata davvero troppo lenta! Perché non ha utilizzato il magazzino dei fatti numerici?

70 RICORDA Incolonna le unità sotto le unità E le decine sotto le decine.
Somma le unità con le unità: se ottieni dieci o un numero superiore a dieci, scrivi la cifra delle unità e riporta la cifra delle decine nella colonna delle decine. Somma le decine con le decine

71 ANALISI DEL COMPITO Scrivi il precedente e il successivo al numero dato Collega con una freccia ogni addizione al suo risultato Rappresenta con i regoli e con l’abaco Calcola con i regoli, con l’abaco e con il diagramma

72 COSA EVITARE L’inquinamento visivo
L’uso di sussidi didattici che complicano i processi di apprendimento (regoli, abaco, multibase..) L’uso di testi sintatticamente complessi Il divieto ad usare le dita

73 CRITERI PER LA STESURA DI TESTI AD ALTA LEGGIBILITA’
Grandezza dei caratteri Interlinea Inquinamento visivo Andare a capo senza spezzare le parole Andare a capo quando corrisponde a unità di informazione

74 ORGANIZZAZIONE TESTUALE
Non sovraccaricare un testo breve di troppe informazioni Preferire le coordinate alle subordinate Scegliere il più possibile parole tratte dal Vocabolario di Base Evitare le forme passive e negative Ripetere il soggetto e l’oggetto anziché ricorrere ai pronomi

75 IL TESTO DEI PROBLEMI Testi ad alta leggibilità
Costruire strategie di lettura orientate alla ricerca delle informazioni pertinenti rispetto alla soluzione e modalità di registrazione dei dati funzionali alla rapidità della ricerca Iniziare con problemi la cui soluzione non richieda necessariamente abilità di calcolo

76 PROBLEMI Un bambino aveva 12 mele. Ne ha regalata una parte a un amico. Gliene restano 8. Quante ne ha regalate? Un bambino aveva 12 mele. Dopo averne regalata una parte a un suo amico gliene restano 8. Quante ne ha regalate?

77 AREE DI DIFFICOLTA’ Enumerazione progressive e regressiva
Difficoltà di immagazzinamento dei fatti numerici Lettura e scrittura dei numeri: errori lessicali e sintattici Lentezza e scorrettezza nel calcolo a mente Immagazzinamento dei fatti numerici Algoritmo delle operazioni in colonna

78 COSA POSSONO FARE GLI INSEGNANTI?
Abbiamo il dovere di garantire ad un soggetto normo-dotato di andare all’Università e studiare Ingegneria, anche se è discalculico. C’è la possibilità. Qual è questa possibilità? Quella di mantenere, nella storia del bambino, il più efficace ed efficiente possibile il problem solving matematico; e non lo si può fare dandogli un problema e nello stesso tempo chiedergli di fare le operazioni in colonna e di usare le tabelline. Perché il tempo, l’energia, l’assorbimento attentivo, che gli richiede la parte esecutiva, è centomila volte più elevata del suo vicino di banco, che è intelligente come lui, ma che questi automatismi li ha conquistati Questa è una legge cognitiva: se mi ingorgo di problemi, non riesco a fare niente.

79 CONSIGLI PRATICI LETTURA DEL TESTO DEL PROBLEMA DA PARTE DELL’INSEGNANTE USO DELA TAVOLA PITAGORICA USO DELLA CALCOLATRICE

80 TEST PER ADULTI A RISCHIO DISLESSIA
1-Confonde la destra con la sinistra? 2-Ha difficoltà ad orientarsi anche con l’aiuto di una mappa? 3-Non le piace leggere ad alta voce? 4-Impiega più del dovuto a leggere una pagina di un libro? 5-Ha difficoltà a ricordare il senso di quello che ha letto? 6-Non le piace leggere libri voluminosi? 7-Ha un’ortografia elementare? 8-La sua scrittura è difficile da decifrare? 9-Quando deve pronunciare una parola lunga, può capitarle di scambiare la corretta sequenza delle lettere? 10-Prova difficoltà a parlare in pubblico? 11-Ha difficotà a sentire un messaggio al telefono e a ripeterlo correttamente? 12-Ha difficoltà a fare calcoli a mente o scritti? 13-Ha difficoltà ad elencare i mesi dell’anno nella giusta sequenza? 14-Ha difficoltà a elencare i mesi dell’anno a ritroso? 15-Le capita di confondere date e orari e di dimenticare appuntamenti? 16-Le capita di commettere spesso errori quando compila un assegno? 17-Le capita di confondere l’autobus 59 con il 95? 18-Le capita di commettere errori quando digita i numeri al telefono? 19-Ha difficoltà a interpretare il significato dei segni grafici? 20-Ha fatto fatica ad imparare le tabelline a scuola? Fonte: The British Dyslexia Association

81 INTERVENTO IN AMBITO PSICOPEDAGOGICO
Concedere tempi più lunghi per i compiti scritti Utilizzare verifiche orali In caso di necessità di verifiche scritte, accertarsi della piena comprensione delle consegne da parte del bambino con DSA Insegnare la selezione/semplificazione del materiale didattico da studiare Insegnare a studiare mediante associazioni di idee e costruzione di mappe concettuali Fornire supporti di tipo non verbale Per la scrittura stimolare la capacità di autocorrezione Evitare esercizi ripetitivi e copiature Valutare il contenuto nei compiti scritti e non la forma Valutare il procedimento logico per la risoluzione dei problemi e non l’esattezza del calcolo Evitare affaticamenti inutili

82 PRENDERSI CURA DEL BAMBINO DISLESSICO
E’ fondamentale comunicare al bambino il suo vero problema Incoraggiare il bambino nelle materie in cui riesce meglio Adattare il percorso scolastico del bambino tenendo conto delle sue particolari esigenze Gli insegnanti devono contrastare i vissuti di inadeguatezza mantenendo così alta la motivazione e l’interesse per la scuola Gli insegnanti hanno il compito di garantire al bambino un vissuto scolastico soddisfacente sia sotto il profilo del rendimento scolastico che del benessere complessivo

83 PROBLEMI PSICOLOGICI Disturbi oppositivo-provocatori
Disturbi della condotta Disturbi da Deficit dell’attenzione Disturbi d’Ansia Quadri depressivi Frustrazione Demotivazione Bassa autostima Abbandono scolastico

84 STRATEGIE PSICOLOGICHE USATE DAI RAGAZZI CON DSA NEI PROCESSI DI APPRENDIMENTO
Non sapere quanto tempo serve per imparare Non sapere cosa si deve ricordare Dimenticare troppo Sapere già tutto Non vedere i propri sbagli Non poter sbagliare Opporre resistenza di fronte a compiti nuovi Non sapere cosa si sa già Non sapere cosa si deve inventare Inventare troppo Non sapere niente Non poter autocorreggersi Confondere conoscenze, opinioni o giudizi Non avere curiosità

85 STRATEGIE PSICOLOGICHE USATE DAI RAGAZZI CON DSA NELLE RELAZIONI EDUCATIVE
Voler far tutto come gli altri Non saper chiedere aiuto Chiedere sempre conferme esterne Essere pigro, sfaticato Opporsi a tutte le richieste Non voler far da solo Autovalutazione sempre estrema Essere provocatorio, disinteressato

86 CARATTERISTICHE DELL’ALUNNO DISLESSICO IN CLASSE
Capacità di attenzione piuttosto breve Distraibilità Difficoltà durante le lezioni frontali Affaticamento Memorizzazione non perfetta di termini difficili Difficoltà a automatizzare procedure Vocabolario non ricco Problemi di pronuncia di suoni simili Organizzazione spaziale difettosa Organizzazione del tempo difettosa Motricità fine non perfetta Lentezza complessiva

87 COME RENDERSI UTILI SCUOLA ELEMENTARE-MEDIA-SUPERIORE
Lavorare sulle abilità di studio Semplificare i contenuti e potarli Realizzare un percorso di didattica metacognitiva Programmare le interrogazioni Utilizzare il metodo della ricerca in alternativa alla spiegazione tradizionale Utilizzare strumenti multimediali Costruire percorsi di lavoro pratico

88 CONSIGLI PRATICI Posizionare il banco di fronte alla lavagna
Parlare guardandolo negli occhi Scrivere alla lavagna in modo chiaro, possibilmente in stampato maiuscolo (almeno le parole chiave) Controllare che non rimanga indietro Mostrare di apprezzare l’impegno Coinvolgerlo nel progetto educativo, spiegandogli perché si fa quel lavoro non facile, ma realizzabile

89 COSA NON SI DEVE FARE No all’uso delle schede fotocopiate
No all’uso di più caratteri (è necessaria la stabilità dello stimolo) No alle prove a tempo No alla lingua straniera scritta No alla lettura ad alta voce in classe No a gare di memoria, di calcolo a mente, di velocità di lettura

90 VALUTAZIONE L’insegnante teme di non essere giusto rispetto al resto della classe Valutare separando gli errori dal contenuto (dare due valutazioni separate e non punitiva quella ortografica) Fare contratti individuali con i ragazzi per motivarli TUTTO IL PERCORSO PRECEDENTE PERDE DI SENSO SE LA VALUTAZIONE E’ PUNITIVA, AL RIBASSO, NON RINFORZANTE

91 STRATEGIE PSICOLOGICHE NELLA SCUOLA
Sostenere il ragazzo e la sua famiglia nel tollerare i propri limiti Parlare con il ragazzo delle sue difficoltà: un disturbo condivisibile è meno pericoloso di un disturbo innominabile Distinguere gli aspetti riparabili da quelli che non lo sono Modificare ciò che è trasformabile e accettare ciò che non lo è

92 RICORDA I PRINCIPALI STRUMENTI COMPENSATIVI DEGLI ALUNNI CON DSA SONO
I LORO INSEGNANTI LA LORO INTELLIGENZA

93 STRUMENTI COMPENSATIVI

94 STRUMENTI COMPENSATIVI
Tabella dei mesi, tabella dell’alfabeto e dei vari caratteri Tabella delle misure, tabella delle formule geometriche Tavola pitagorica Calcolatrice Registratore Computer con programmi di videoscrittura, con correttore ortografico e sintesi vocale

95 STRUMENTI DISPENSATIVI

96 STRUMENTI DISPENSATIVI
Dispensa dalla lettura ad alta voce Dispensa dalla scrittura veloce sotto dettatura Dispensa dall’uso del vocabolario Dispensa dallo studio mnemonico delle tabelline Dispensa dallo studio della lingua straniera in forma scritta Programazione di tempi più lunghi per prove scritte e per lo studio a casa Organizzazione di interrogazioni programmate Uso di mappe concettuali per le interrogazioni o le verifiche Valutazione delle prove scritte e orali con modalità che tengano conto del contenuto e non della forma

97 NORMATIVA CIRCOLARE DEL 05.10.2004: INIZIATIVE RELATIVE ALLA DISLESSIA
CIRCOLARE DEL : ESAMI DI STATO – ALUNNI DISLESSICI

98 ASSOCIAZIONE ITALIANA DISLESSIA - AID
ESISTE DAL 1997 INGRESSO DELL’AID NELLA EUROPEAN DYSLEXIA ASSOCIATION (EDA) NEL 1999 STESURA DI UN PROTOCOLLO SANITARIO PER LA DIAGNOSI ORGANIZZAZIONE DI CORSI DI FORMAZIONE PER INSEGNANTI E GENITORI ELABORAZIONE ED ESECUZIONE DI PROGETTI DI SCREENING NELLE SCUOLE STESURA E DIFFUSIONE DI LIBRI DI AGGIORNAMENTO PROGETTO “E-LEARNING INTEGRATO E FORMAZIONE IN PRESENZA PER RIDURRE I DISAGI PROVOCATI DALLA DISLESSIA” MESSO IN ATTO IN EMILIA ROMAGNA NEL 2004 PUGLIA, SICILIA, LOMBARDIA, VENETO, BASILICATA NEL 2005 PIEMONTE, LIGURIA, TOSCANA, LAZIO, UMBRIA, ABRUZZO NEL 2006

99 MODELLO MEDICO vs SOCIALE DI DISABILITA’
Modello medico: la disabilità concerne anormalità fisiologiche e psicologiche che necessitano di trattamento medico Modello sociale: la disabilità concerne gli svantaggi causati dall’ambiente fisico e sociale che restringe le vite delle persone con problemi di funzionamento

100 ICIDH 1980 – ICF 2001 Patologia Menomazione Disabilità Handicap

101 SCOPI DEL MODELLO ICF Studiare le conseguenze delle malattie
Rapportarsi al paziente in modo olistico Focus dell’attenzione dal paziente all’ambiente

102 RIABILITAZIONE Processo educativo e di problem solving avente lo scopo di ridurre handicap e disabilità, all’interno dei limiti imposti dalle risorse disponibili e dalla malattia sottostante.

103 PATOLOGIA E MENOMAZIONE
Danno o processo anormale a carico di un organo o di un sistema Alterazione o perdita di funzioni psicologiche, fisiologiche o anatomiche. Anomalie funzionali a carico di specifici organi

104 DISABILITA’ Qualsiasi restrizione o carenza della capacità di svolgere un’attività, nel modo e nell’ambito ritenuto normale per un essere umano.

105 HANDICAP Condizione di svantaggio vissuta da una determinata persona che limita o reclude la possibilità di ricoprire un ruolo considerato normale in base all’età, al sesso e ai fattori culturali e sociali. CATTIVO INCONTRO TRA DISABILITA’ E AMBIENTE

106 RICERCA 1991 PROVVEDITORATO DI MODENA
CLASSE SC. ELEMEN. SC. MEDIA PRIMA 9.9 22.8 SECODA 12 24 TERZA 13.5 24.1 QUARTA 14.2 - QUINTA 14.8 PERC MEDIA 12.88 23.4

107 RICERCA 1991 PROVVEDITORATO DI MODENA
AREA DI COMPETENZA SC. ELEMENT. SC. MEDIA LETTURA 3.8 3.6 COMPRENSIONE DEL TESTO 1.8 2 SCRITTURA 4.1 4.5 CALCOLO 6 5.3


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