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Situazioni di povertà e disuguaglianze

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Presentazione sul tema: "Situazioni di povertà e disuguaglianze"— Transcript della presentazione:

1 Situazioni di povertà e disuguaglianze
Promozione Sradicamento dello sviluppo della povertà Priorità imprescindibile Ragioni etiche stabilità politico-economica

2 C’è qualcosa che non va……. Ma è stato ed è davvero così?
Sviluppo lotta alla povertà Ma è stato ed è davvero così?

3 Il Paradosso Come è possibile che un fine perseguito in nome dei poveri, allo scopo di apportare un miglioramento nella loro produttività e nello standard di vita, sia sfruttato per operare una discriminazione nei loro confronti?

4 Conseguenze “raccapriccianti”
1,1 miliardi di persone vive con meno di 1$ al giorno 2,8 miliardi di persone vive con meno di 2$ al giorno Dei 4,5 miliardi di persone nei Pvs, 2,7 miliardi non dispone di infrastrutture essenziali 968 milioni sono prive di accesso a fonti di acqua pulita 2,4 miliardi di individui sono privi di accesso ai servizi sanitari di base

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6 Disuguaglianze in via di sviluppo
Le tre persone più ricche del mondo dispongono di un patrimonio superiore al PIL totale dei 48 paesi più poveri Il patrimonio delle 15 persone più ricche del mondo è superiore al PIL di tutta l’Africa Subsahariana Il patrimonio delle 32 persone più ricche del mondo è superiore al PIL dell’Asia del sud Il patrimonio delle 84 persone più ricche del mondo supera il PIL della Cina con il suo miliardo e mezzo di abitanti

7 cioè 2,5 miliardi di persone
I 225 più grandi patrimoni del mondo ammontano a oltre 1000 miliardi di $, che corrisponde al reddito annuo del 47% degli individui più poveri della popolazione mondiale, cioè 2,5 miliardi di persone

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11 Contraddizioni e punti interrogativi
Quali prospettive per lo Sviluppo? Bisogna rinunciare a questa missione? Vale la pena fornire gli aiuti? La Cooperazione allo Sviluppo è ancora utile? Divario fra iniziative prese in nome dei poveri e ciò che questi pensano si dovrebbe fare

12 La Cooperazione allo Sviluppo

13 Politica di Cooperazione allo Sviluppo
Ogni forma di intervento volto ad incidere nella sostanza non solo nei rapporti a livello internazionale fra il Nord e Sud ma anche nelle strutture economiche e sociali delle stesse aree arretrate. Processo politico sistematico e strutturale

14 Insieme di politiche attuate da un governo o da una istituzione multilaterale che mirano a creare le condizioni necessarie per lo sviluppo economico e sociale duraturo e sostenibile in un altro paese

15 Trasferimento di risorse
Governo/Istituzione multilaterale Sviluppo socio-economico Sostenibilità Beneficiario

16 Origine storica Inizi XX secolo: aiuti finanziari alle colonie
1945: si genera l’idea che stabili relazioni cooperative interstatali possono contribuire ad assicurare stabilità e sviluppo Crescita economica e promozione sociale: fattori imprescindibili per il funzionamento del sistema economico e politico Responsabilità dell’intera comunità mondiale

17 Obiettivi Favorire lo sviluppo economico Sradicare la povertà nei Pvs
Aiuto ad integrazione nell’economia globale Rafforzamento democrazia Promozione diritti umani Libertà fondamentali

18 Perché ? Obbligo morale, solidarietà umana
Naturale proiezione verso l’esterno dello Stato Sociale Non c’è obbligo morale per l’Aps e farlo sarebbe anche sbagliato Interessi nazionali (ideologici/politici/commerciali) Ruolo opinione pubblica

19 Le fasi evolutive della Cooperazione allo Sviluppo

20 Gli anni ’50 Visione Meccanicistica
Crescita = Sviluppo + Investimenti + reddito nei Pvs + ricadute Processi di Industrializzazione Stadi dello Sviluppo (Rostow): infrastrutture + investimenti Ruolo dello Stato - Piani pluriennali Consolidamento del processo di decolonizzazione Aumento della domanda e delle pressioni dei nuovi paesi per un ampliamento delle risorse destinate ai fini dello sviluppo Aumento della ricettività dell’Occidente a tali richieste

21 Gli anni ‘60: l’esordio della Crociata
Processo di decolonizzazione Programmi di assistenza economica verso le ex colonie Nascita e rafforzamento programmi di aiuto bilaterali

22 1961: nasce il DAC (Development Assistance Committee)
Anche le Istituzioni internazionali avviano programmi di cooperazione ONU: Lancia la I DECADE DELLO SVILUPPO

23 Missioni per lo SVILUPPO
L’ONU inizia una politica più vasta di lotta alla fame, alla povertà, alle malattie, all’analfabetismo Di tale “missione” vengono investiti organismi come FMI e WB Carattere internazionale alla missione Associazione internazionale per lo Sviluppo (Banca Mondiale) Banche regionali di sviluppo

24 Gli Stati Uniti rappresentano i 2/3 dell’aiuto globale
Quale motivazione? Motivazione economica: favorire processo di accumulazione capitalistica nei Pvs e industrializzazione Motivazione politico-ideologica: contenere l’espandersi del comunismo Gli Stati Uniti rappresentano i 2/3 dell’aiuto globale

25 John F. Kennedy: “A coloro che vivono nelle capanne e nei villaggi di mezzo mondo e lottano per spezzare le catene della miseria di massa, promettiamo il nostro massimo sforzo per aiutarli ed aiutarsi…Se una società libera non è in grado di aiutare i molti che sono poveri non potrà mai servire i pochi che sono ricchi” Peace Corps Alleanza per il progresso Programma Food for Peace

26 Mondializzazione dello Sviluppo
L’opinione pubblica prende coscienza dell’esistenza della fame e della sofferenza Viene colpito l’immaginario e sconvolti gli animi

27 Filantropia popolare dettata però da una visione fuorviante, semplicista e degradante del concetto di sottosviluppo FREEDOM for HUNGER: Organizzazione per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO) Ondata di compassione popolare

28 Primi Obiettivi strategici
Aiuti globali: 1% del Reddito combinato dei paesi avanzati Cambia la filosofia politica: Da trasferimento di fondi pubblici associati alla coltivazione di alleanze militari, gli aiuti diventano lo strumento dello sviluppo, mezzo e fine per offrire sostegno alle economie in difficoltà

29 Periodo di OTTIMISMO Desiderio di espiare i peccati della generazione passata contribuendo a creare un mondo più equo Si propaga la volontà politica e popolare

30 Fine anni ‘60 Inizia ad offuscarsi l’idea di sviluppo che comincia a perdere lo smalto iniziale Risultati poco soddisfacenti Impatto minimo Si degrada l’economia tradizionale, aumentano gli abitanti che ne dipendono I POVERI SONO AUMENTATI

31 Commissione Pearson - 1969 Disillusione e sfiducia intorno agli aiuti
Non è possibile una sola via di sviluppo Oltre alla crescita economica, progresso sociale e ridistribuzione ricchezza Prospettive di sviluppo del sud diverse dalle aspirazioni dei tecnici del nord Obiettivo dello 0,7% del PIL per gli aiuti

32 Gli anni ‘70: un nuovo paradigma
La crescita del reddito non basta più - Basic human needs – Redistribuzione con crescita Robert Mc Namara (Banca Mondiale): concentrarsi sul 40% più povero della popolazione dei paesi con azioni e risultati concreti Si attiva per una revisione dei meccanismi di aiuto (maggiori aiuti di qualità e su azioni e risultati concreti) Efficienza dei beneficiari come elemento essenziale per l’impatto degli aiuti Escludere il ricorso agli aiuti legati e a quelli alimentari

33 Forte crescita dei trasferimenti ai Pvs, sia pubblici (assistenza + doni) sia di flussi di finanziamento (pubblici e privati) concessi a condizioni di mercato Si salda il concetto di Cooperazione ma le azioni vengono ancora interpretate in termini di assistenza, collaborazione e aiuto = visione economicistica dello sviluppo e delle politiche ad esso rivolte.

34 Nasce l’Industria dello Sviluppo
Istituzioni governative, intergovernative, ricercatori specializzati, professionisti, programmi di beneficenza. Dibattito sulla natura dello sviluppo: mezzi, fini, problemi

35 Soluzioni ALTERNATIVE
Paul FREIRE: consapevolezza e creatività della popolazione SCHUMACHER: “Piccolo è bello” Julius NYERERE: Ujamaa - fiducia socialista in sé stessi Nuove parole d’ordine: redistribuzione e crescita, soddisfazione delle esigenze fondamentali

36 Nuovi SOGGETTI I fallimenti reali degli aiuti su vasta scala dimostrano il successo degli interventi su piccola scala delle Organizzazioni non governative Assunzione di responsabilità diretta con i Progetti integrati di sviluppo rurale

37 1970-1980 II Decade per lo sviluppo
Deterioramento delle condizioni economiche dei PVS Crisi petrolifera del 1973 Diminuiscono i prezzi materie prime e beni esportati dai PVS Indebitamento e basi per la crisi Siccità e carestie (Africa) = reazione opinione pubblica Riflessione nei donatori: gli aiuti sono inefficaci?

38 Gli anni ’80: una nuova fase
Crisi del debito Divario Nord-Sud Inefficacia degli aiuti Amministrazioni conservatrici Economisti liberisti nelle istituzioni internazionali Aggiustamento strutturale

39 Ancora un nuovo paradigma
Centralità del Mercato e ritiro dell’intervento pubblico Stagnazione ammontare flussi pubblici. 20 Agosto 1982: moratoria di Messico, Brasile e Argentina. Interruzione del pagamento del debito Reazione paesi creditori e istituzioni internazionali

40 Programmi di Aggiustamento Strutturale (Sap)
Stabilizzazione macroeconomica Riforme strutturali Privatizzazioni Washington Consensus

41 Cambiamento nelle modalità di erogazione degli aiuti
Da aiuto progetto a aiuto programma + assistenza tecnica Si fa maggiore riferimento alle azioni delle Ong Ridimensionamento delle prospettive di sviluppo mondiale

42 Decade Perduta I benefici tanto attesi degli aggiustamenti non si verificano Effetti positivi solo in alcuni paesi Il pagamento del debito supera il volume degli aiuti Critiche ai programmi di aggiustamento (Unicef – 1987) “volto umano” Nuovo ruolo Banca Mondiale? (World development report)

43 Dimensione socio-ambientale
Rapporto Bruntland (1987) Our common future Sviluppo sostenibile Tutela ambientale/lotta alla povertà “Noi non ereditiamo la terra dai nostri padri, la prendiamo in prestito dai nostri figli” Conferenze mondiali Agenda 21

44 Gli anni ’90: ancora un cambiamento. Verso un nuovo paradigma?
Fine della Guerra fredda Avallo del Capitalismo Globale Fukuyama: Fine della Storia Fine del Terzo Mondo Susseguirsi di crisi finanziarie: Asia (1997), Russia (1998), Brasile (1999)

45 Nuova architettura dello sviluppo
Qualità delle Istituzioni e qualità della Governance Riscoperta delle Istituzioni Processo di Ownership

46 Documento strategico DAC 1996
OBIETTIVI DI COOPERAZIONE Riduzione povertà Sviluppo sostenibile Aggiustamenti strutturali + Poverty reduction strategy papers Community-driven approach Ong, soggetti privilegiati attori fondamentali

47 Un nuovo Paradigma….. Riflessione critica sulle politiche di sviluppo degli anni ’80 Amartya Sen - Obiettivi Aiuto: Sradicamento povertà non solo in termini economici (istruzione, diritti umani, ambiente, uso delle risorse, capacità, dignità) Dibattito su rischi e opportunità della Globalizzazione Ruolo Nazioni Unite Conferenza di Pechino Conferenza di Copenaghen Obiettivi del Millennio Critiche al Consenso di Washington

48 Post Washington Consensus
Joseph Stiglitz - Nobel Economia, presidente WB Andare oltre le visioni stataliste e di mercato Nuovo ruolo dello Stato per ridefinire nuove strategie Partenariato (Istituzioni locali, società civile, comunità donatori) Approccio inclusivo

49 Elementi necessari Rafforzare capacità istituzionali locali
Partecipazione Investimento in servizi essenziali Promozione capitale umano Rafforzamento settore produttivo Politiche educative e sanitarie

50 Nuovi orientamenti……. DAC 1996: Ruolo cooperazione allo sviluppo all’alba del XXI secolo - Lotta alla povertà - Appropriazione politiche di sviluppo - Partenariato/Responsabilità congiunte/Inclusione - Strategie-paese - Aumento risorse pubbliche Banca Mondiale 1998: Efficacia aiuti - Quando..... - Politiche virtuose governi locali - Rafforzamento istituzioni locali - Coinvolgimento società locali - Partecipazione - Processi riformatori già avviati

51 ……ulteriori innovazioni
Orientarsi verso paesi a basso reddito, ma con buona governance Aiuto “tarato” al paese e alle condizioni Trasmissione conoscenze e capacità Sostenere innovazioni politiche e istituzionali Approcci alternativi

52 La Dichiarazione del Millennio
Assemblea Nazioni Unite Settembre 2000 Risoluzione 55/2

53 2001 - Piano di azione per l’applicazione della Dichiarazione del Millennio
UN WB FMI OCSE 8 Obiettivi di sviluppo 18 Traguardi (Target) 48 indicatori

54 Dimezzare il numero di persone che vivono con meno di 1 $ al giorno
Dimezzare il numero di persone che soffrono la fame

55 Garantire che le bambine e i bambini di tutto il mondo abbiano accesso alle scuole elementari

56 Eliminare le disuguaglianze tra sessi nell’accesso all’istruzione elementare e media entro il 2005 e per tutti i livelli di istruzione entro il 2015

57 Ridurre di 2/3 il tasso di mortalità dei bambini al di sotto dei 5 anni

58 Ridurre di ¾ il tasso di mortalità materna

59 Fermare e invertire la diffusione del virus Hiv
Fermare e invertire la diffusione dei altre malattie diffuse come la malaria e la tubercolosi

60 Integrare i principi di sviluppo sostenibile nei programmi e nelle politiche di ciascuno Stato
Dimezzare la quota di persone che non ha accesso all’acqua potabile Raggiungere un miglioramento significativo delle condizioni di vita degli abitanti dei quartieri poveri

61 Sviluppare un sistema commerciale e finanziario al servizio dello sviluppo e non discriminatorio
Affrontare i problemi dei paesi meno sviluppati Affrontare i problemi speciali dei Pvs il cui territorio non ha accesso al mare o è un’isola Rendere il debito dei Pvs sostenibile Sviluppare strategie per l’occupazione giovanile in collaborazione con iPvs Assicurare l’accesso ai medicinali essenziali nei Pvs in collaborazione con le industrie farmaceutiche Fare in modo che i benefici delle nuove tecnologie siano disponibili a tutti, in collaborazione con il settore privato

62 Consenso di Monterrey Come finanziare il raggiungimento degli obiettivi fissati? Messico - Marzo 2002 Nuovo partenariato tra paesi industrializzati e Pvs (riconoscimento leadership nazionali e appropriazione locale) Reciproca assunzione di responsabilità Ruolo Globalizzazione Attività di finanziamento innovative

63 Limiti di Monterrey Non c’è un piano di attuazione vincolante
Quale valutazione di efficacia? Condizionalità degli aiuti Divergenze di approcci allo sviluppo Sostegno crescita economica/investimenti? Interventi sociali di base?

64 Le nuove sfide 1. FINANZIARE LO SVILUPPO
Mobilitare nuove forme di finanziamento Ruolo chiave dei governi dei Pvs nel favorire l'impiego produttivo del risparmio nazionale

65 2. MIGLIORARE L'EFFICACIA DEGLI AIUTI
Ridurre gli sprechi e i costi di amministrazione Allineare gli interventi alle priorità identificate dal paese beneficiario Migliorare il coordinamento con altri donatori Ridurre gli aiuti legati Semplificare pratiche amministrative

66 3. AUMENTARE LA COERENZA DELLE POLITICHE

67 4. RIDURRE LA VULNERABILITA' DEI PVS
Azioni per mitigare le conseguenze di calamità, disastri, guerre, oscillazione prezzi, ecc.

68 5. SENSIBILIZZAZIONE OPINIONE PUBBLICA
Più consapevolezza Ruolo dell'educazione allo sviluppo

69 Dichiarazione di Roma - 2003
Impegni dei donatori per armonizzare e rendere efficaci gli aiuti Appropriazione delle politiche di sviluppo da parte del paese partner Allineamento delle azioni dei donatori Armonizzazione e semplificazione delle procedure dei donatori

70 Appropriazione delle politiche PARTNER partner Identifica le priorità
Il governo partner Identifica le priorità Allineamento DONATORI/PARTNER Allineamento alle priorità del paese Utilizzo dei sistemi del paese Armonizzazione DONATORE/DONATORE Programmi di aiuto congiunti Semplificazione procedure Condivisione Informazioni

71 Punti chiave Unico quadro strategico di riferimento nel paese partner (governo locale, società civile) condiviso dalla comunità dei donatori Accordi per rafforzare e coordinare le procedure Finanziamenti pluriennali Set comune di indicatori

72 Dichiarazione di Parigi - 2005
12 Indicatori di Progresso/21 Obiettivi Rafforzamento capacità tecniche e gestionali Carenza di adeguate risorse umane e istituzionali = causa di ritardo nello sviluppo Priorità fissate dai paesi beneficiari Responsabilità Allineamento Risorse locali Armonizzazione

73 Forum Alto livello Efficacia Aiuti
2008 – ACCRA (Ghana) 2011 – BUSAN (Corea del Sud)

74 Prossime tappe….. Cooperazione Governativa
Analisi forme, strumenti, attori, flussi Cooperazione non governativa Caso Italia Evoluzione cooperazione governativa Caratteristiche, flussi Evoluzione settore non governativo Caratteristiche, tipologie, interventi Ciclo del progetto


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