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Strategie operative in classe per alunni con ADHD

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Presentazione sul tema: "Strategie operative in classe per alunni con ADHD"— Transcript della presentazione:

1 Strategie operative in classe per alunni con ADHD
Gian Marco Marzocchi Università di Milano-Bicocca Centro per l’Età Evolutiva - Bergamo

2 Alla scuola materna Alcuni bambini iperattivi non riescono ad autoregolare il proprio comportamento per ritardo maturativo o presenza di altri disturbi (disturbi generalizzati dello sviluppo, disturbi del linguaggio o di coordinazione motoria). Altri hanno una difficoltà specifica nel rispetto delle regole e delle routine domestiche o per un inadeguato contatto con le figure parentali. L’uso degli strumenti (penne, matite, pennarelli, fogli) avviene in modo goffo e il bambino non ha la possibilità di avere quella pre- scolarizzazione. L’ingresso nella scuola elementare è un passaggio in cui gli alunni iperattivi mantengono un elevato livello di attività e non riescono ad autoregolare il comportamento. Gli alunni “non iperattivi” possono ridurre il livello di problematicità oppure diventa più evidente che i problemi sono generalizzati (cognizione, comunicazione, coordinazione motoria, relazioni).

3 Dalla parte del bambino
Un bisogno irrefrenabile di muoversi lo rende inquieto e non riesce a stabilire dei contatti con gli altri a giocare con lo stesso gioco per un po’ di tempo per apprendere un’adeguata coordinazione oculo-manuale sviluppare strategie per affrontare problemi più complessi Gli insegnanti lo riprendono Lui sente di non riuscire a fare diversamente: è come se il suo motorino non si fermasse e non è capace di fermarsi, riflettere su quello che deve fare. Con i compagni non va meglio: non riesce ad accettare che altri gli impongano delle regole nei giochi Gli oggetti circostanti, se colorati o mai visti, sono molto eccitanti, vorrebbe prenderli tutti (anche contemporaneamente) per giocare ed esplorarli. Dopo un po’ l’eccitazione per la novità svanisce e vorrebbe qualcos’altro L’attesa è qualcosa di sgradevole perchè vorrebbe tutto e subito, per un bisogno che fatica lui stesso a controllare.

4 Nuclei fondamentali dell’ADHD
Alla scuola dell’infanzia: Bisogno irrefrenabile di muoversi Incapacità di lavorare su una stessa attività fino al suo completamento Ricerca di novità, stimolazioni sempre più eccitanti: bisogno di cambiare compito perché c’è stata una veloce saturazione e quindi abbassamento della motivazione Scarso rispetto delle regole: nelle attività, con i compagni, con le insegnanti Tendenza a volere tutto e subito Scarse risposte alle punizioni A volte si osservano comportamenti simili anche nei genitori (anche se riferiti ad adulti) ….

5 Aspetti cognitivi e di apprendimento
Alla scuola primaria Maggior presenza di alunni con diagnosi di DSA, rispetto ai non ADHD (hp di fragilità genetica comune tra ADHD e DSA): 35-40% rispetto a 4-5% Elevata numerosità di bambini ADHD con problemi di apprendimento aspecifici: comprensione del testo, soluzione di problemi e soprattutto nello studio. Difficoltà nei processi cognitivi di tipo controllato: selezione e mantenimento in memoria di lavoro delle informazioni importanti per comprendere testi e problemi. Difficoltà nel mantenere l’attenzione focalizzata sui contenuti presentati oralmente o per iscritto.

6 Difficoltà nel pianificare i passaggi sequenziali per l’esecuzione di attività scolastiche: individuare gli obiettivi più importanti, farne una gerarchia, e definire i vari passaggi per portare a termine i propri impegni. Lento e dispersivo nell’esecuzione dei primi compiti Presenza di numerosi errori di distrazione Incapace di portare a termine i compiti Disordinato, disorganizzato, “smemorato” nel rispettare le consegne e i compiti Frettolosità nel finire i compiti Assenza di revisione e autocorrezione nei compiti scolastici In caso di errore spesso non vi è un’accurata valutazione delle cause: l’attribuzione è esterna (è colpa degli altri)

7 Aspetti comportamentali Alla scuola primaria
La percezione di scarsa tenuta attentiva e la demotivazione crescente viene contrastata con l’irrequietezza (iperattività) L’iperattività è un bisogno irrefrenabile di muoversi per allentare la tensione e autostimolare la propria attenzione I contesti sociali e scolastici non tollerano l’eccessivo movimento: scarso rispetto delle regole L’iperattività serve anche per compensare la sensazione sgradevole di dover aspettare un evento futuro, presumibilmente piacevole per il bambino (delay aversion)

8 La delay aversion induce il bambino a volere tutto e subito perché lui non tollera di aspettare
Lo stesso meccanismo di intolleranza dell’attesa potrebbe spiegare l’impulsività. L’impulsività induce scarso controllo delle risposte e maggiore probabilità di commettere errori.

9 Aspetti scolastici Alla scuola secondaria
Scarsa motivazione scolastica (tranne nelle materie in cui l’alunno trova una gratificazione immediata) Infrazioni delle regole scolastiche Frequenti dimenticanze (compiti, materiali) Poco tempo dedicato allo studio e ai compiti Grosse problematiche nell’organizzazione per lo svolgimento dei compiti a casa Studio molto superficiale (scarso apprendimento delle informazioni) “ieri sono stato tanto sui libri, ma oggi non ricordo più niente…chissà perché?” Di fronte agli insuccessi tendenza a mentire o a nascondere ai genitori

10 Cosa dicono di sé “ è come se avessi dei buchi neri… dei black out… sto seguendo la lezione, a un certo punto mi perdo via… vado nel mio mondo… poi succede qualcosa e mi risveglio e ho perso dei pezzi…”

11 Cosa dicono di sé “Quando ci sono la mamma in casa o la Marta dei compiti… arrivano e mi fanno prendere i compiti, ma appena vanno via, quando sono da solo… non ce la faccio…. Inizio a pensare ad altre cose… alla playstation, all’allenamento… a volte però non penso a niente di preciso e dopo un’ora non ho ancora aperto il libro”

12 Vissuti Giustificazione della condotta
Senso di smarrimento quando l’attenzione torna a livelli più adeguati Preoccupazione e tensione al momento, nel qui ed ora La convinzione di essere cattivo e scemo Giustificazione della condotta

13 Cosa dicono di sé “Quando torna l’attenzione… sono un po’ agitato perché non so cosa fare, non so se la profe mi ha chiamato o no…” “Quando ho visto la pagella allora mi sono un po’ preoccupato perchè ho pensato che andavo male..” “Ti dicono che sei uno scansafatiche che devi impegnarti di più… che non hai voglia che non sei un bravo bambino…”

14 Conclusioni Per gli alunni disattenti bisogna conciliare due obiettivi: Fornire ausili esterni e interventi che strutturino il comportamento e l’attenzione (ausili, autoistruzioni, routine, tutor…) Eteroregolazione Prevedere attività e momenti per far interiorizzare gli ausili e le autoistruzioni Autoregolazione

15 Difficoltà di comunicazione scuola-famiglia
INSEGNANTI GENITORI Informati dalla scuola materna danno tempo al bambino e rassicurano i genitori, che poi convocano a scuola Già in difficoltà a casa, spesso arrivano sulla difensiva Confermano la disponibilità, ma elencano le azioni inadeguate del bambino e il grado di disturbo che provoca Difendono il bambino, minimizzano i comportamenti inadeguati e pensano “eccessive” alcune richieste della scuola Si sentono inadeguati come genitori e vivono il figlio come un “piccolo mostro”; devono accettare le lamentele di tutti e accettare che il bimbo non “matura” ………

16 ….. D D D Pensano a carenze educative o problemi familiari
Pensano, in modo consolatorio, che siano gli insegnanti a non saper gestire il figlio D Si incrementa la “sensibilità” ai comportamenti negativi In tensione rispetto alla scuola, vissuta come “punitiva” anche da loro D Aumentano note e comunicazioni Cresce la sensazione di impotenza (possono solo punire) e diminuisce l’effetto sul comportamento del bambino D Non vedono miglioramenti e diminuisce la disponibilità a comprendere il disturbo, anche per l’idea che la famiglia non faccia la sua parte

17 In sintesi… La disattenzione è un problema di autoregolazione del comportamento causato da due tipi di difficoltà: Programmazione e organizzazione di comportamenti complessi per raggiungere gli obiettivi (Deficit delle Funzioni Esecutive), 2. Mantenimento delle sforzo cognitivo (Deficit di Vigilanza).

18 Quali sono gli obiettivi di un intervento efficace?
Consentire una crescita “sicura” del bambino: impedendo uscite dal circuito sociale (abbandono scolastico, devianza, abuso di sostanze) e integrazione relazionale positiva Permettere al giovane adulto di mettere a frutto buona parte delle sue potenzialità, accettando che i problemi di attenzione, impulsività e iperattività non spariscano mai completamente Mantenere coesa la rete sociale e relazionale attorno al ragazzo, per consentirgli una crescita adeguata

19 Clinico Contesto scolastico Contesto di vita

20 Supporto Esterno Autoregolazione Organizzazione Spazio - Temporale
Adulto – Strumenti - Adattamenti Autoregolazione Organizzazione Spazio - Temporale

21 Adattamenti Ambientali Componenti Interne al bambino
e Organizzazione Regolazione Adattamenti Ambientali Componenti Interne al bambino L’adulto come regolatore

22 Componenti interne Consapevolezza (capire cosa mi succede esattamente)
Spazio di non giudizio sul ragazzo (per evitare che difendendosi perda consapevolezza e autoregolazione) Riflessione sulle attribuzioni (perché mi succede questo) Training (ragazzi grandi): Strategie organizzative (cellulari; sveglie, calendari, biglietti…) Mnemotecniche Problem Solving

23 Obiettivi del lavoro con gli insegnanti
Rendere consapevoli gli insegnanti dell’importanza del loro ruolo, di essere capaci di modificare il comportamento dell’alunno con ADHD Motivare gli insegnanti a “lavorare” sugli aspetti educativi per ottenere dei risultati soddisfacenti Far cogliere il collegamento che il loro benessere dipende dal maggior autocontrollo degli alunni

24 Quali variabili tenere presente
Le idee dell’insegnante sul disturbo La difficoltà nella gestione quotidiana del rapporto con l’alunno e i compagni I rapporti spesso conflittuali con i genitori dell’alunno problematico Il fatto che spesso l’insegnate è solo nel lavoro con bambino problematici

25 Leggiamo la descrizione di un caso prototipico e immaginiamo la situazione di un nostro alunno per fare delle riflessioni successive.

26 ANDREA (8 anni, terza elementare) Andrea è un bambino molto vivace, pronto e intuitivo, ma con molte difficoltà di comportamento a scuola e un rendimento non sempre sufficiente. La madre lo ha portato presso il servizio territoriale su insistenza delle insegnanti, ma è lei stessa a dire che spesso il bambino è incostante, non fa ciò che gli viene chiesto o non lo porta a termine e che, secondo la famiglia, è “un bambino su cui si può contare poco”. A scuola Andrea non va sempre volentieri, perché ci sono moltissime occasioni durante la giornata in cui deve essere richiamato: in quei casi, A. è solito rispondere che non è stato lui, che il compagno lo ha chiamato e distratto, che qualcuno gli ha tirato la gomma, che c’è troppo rumore e che lui non ci riesce proprio a lavorare.

27 Molto di frequente Andrea non segue la lezione perchè distratto da una attività qualsiasi, come il giocherellare con la gomma o il righello: se invitato a stare attento e a posare gli oggetti, a volte insiste nel non farlo, dicendo che non fa niente di male e che la gomma gli serve, che stava appunto cancellando una cosa; questo genere di contrasto con l’insegnante può durare alcuni minuti, in cui il bambino si mostra molto frustrato e quasi incapace di rinunciare all’oggetto che ha in mano, e a volte assume un comportamento provocatorio rispetto all’adulto. In molte occasioni A. è stato assai intuitivo e in grado di comprendere un argomento nuovo o una nuova procedura più rapidamente dei compagni, ma altrettanta rapidità il bambino mostra nell’eseguire compiti che risultano essere incompleti e spesso scorretti; il bambino tende ad iniziare un’attività non appena se ne comincia la spiegazione senza essere sicuro di aver compreso le consegne e non di rado esaurisce la sua “energia” prima di aver completato.

28 Quando viene corretto davanti alla classe, assume un atteggiamento ostile di chiusura, spesso seguito da atteggiamenti “da bullo”, scherzi, risatine, commenti sarcastici sui lavori dei compagni; attualmente, a livello di gruppo dei pari, il bambino è molto isolato e spesso rifiutato dai compagni che non sopportano soprattutto il fatto che non ammetta mai un proprio errore e abbia sempre una scusa pronta, anche se magari assurda. A volte, se si sente rifiutato, Andrea si ritira oppure aggredisce verbalmente e fisicamente i compagni. L’impegno nei giochi è incostante: A. è dispostissimo, anzi si potrebbe definire “gasato”, quando si tratta di partecipare ad un gioco in cui abbia ottenuto buoni risultati nel passato o che sia nuovo per tutti i bambini, ma assume una posizione auto-svalutante di fronte ad un gioco in cui non è bravo, dice di non voler giocare, perchè tanto è una schiappa; nella formazione delle squadre, i bambini spontaneamente non lo scelgono mai fra i primi, anche perché non di rado il bambino abbandona la squadra nel bel mezzo dell’attività.

29 Come è Andrea? Quadro cognitivo
Intuitivo, comprende anche prima dei compagni Inizia impulsivamente il lavoro Interrompe precocemente e non completa i compiti Prestazioni e attenzione altalenanti Facilmente distraibile Quadro comportamentale Molto vivace Giocherella in classe per auto stimolarsi (disturba gli altri) Dà risposte impulsive A volte provocatorio con adulti che lo riprendono Atteggiamenti da bullo con i compagni (aggressioni)

30 Quadro emotivo e motivazionale
Reazioni emotive fluttuanti e dipendenti da risultati recenti Autostima dipendente dai risultati e dai rimandi di insegnanti e compagni A scuola non va volentieri perché richiamato spesso Atteggiamenti di chiusura di fronte alle critiche Auto-svalutante di fronte a compiti ritenuti difficili Attribuzione sempre esterna di fronte alle difficoltà (è colpa degli altri)  Quadro relazionale Le persone non possono fidarsi di lui (madre) Deride e aggredisce i compagni Viene isolato dai compagni Lascia i giochi con i compagni a metà

31 Punti di forza Intuito e prontezza ad iniziare attività nuove Entusiasmo di fronte alle novità o se è riuscito positivamente in compiti precedenti Punti di debolezza Rendimento scolastico insufficiente Poca costanza nell’impegno Scarsa motivazione scolare Fatica a riconoscere e ammettere le proprie difficoltà Basso livello di attenzione Molta impulsività Facilità di saturazione nei compiti Comportamenti bullistici e a volte aggressivi Fluttuazione dell’autostima

32 Esercizio n. 1 Un Andrea che conosco io…
Quale è il suo quadro cognitivo? Comportamentale? Emotivo-motivazionale? Relazionale? Quali i suoi punti di forza? Quali quelli di debolezza?

33 Le mie emozioni Quali sono i comportamenti problematici che non tollero? Che reazioni emotive provo quando il mio alunno manifesta i comportamenti negativi? Provo emozioni diverse in base ai diversi comportamenti problematici? Ho mai pensato perché quel comportamento negativo mi fa provare tali emozioni? Trasmetto le mie reazioni emotive a lui, alla classe? Con quale risultato?

34 Attribuzioni Quali spiegazioni mi sono dato/a dei suo comportamenti problematici? Da cosa dipendono? Che ruolo hanno i genitori? I compagni? Gli insegnanti? Che interpretazioni hanno fatto i colleghi sulle cause del comportamento problematico? E i genitori?

35 Relazioni e interventi
I suoi comportamenti negativi gli consentono di ottenere qualche vantaggio? C’è un rapporto tra i suoi comportamenti problematici e quelli dei compagni? I miei comportamenti posso influenzare i suoi? In che modo? Posso fare qualcosa per lui/lei? Cosa ho già provato a fare per migliorare la situazione? Cosa ha funzionato finora? Perché? Cosa non ha funzionato? Perché?

36 Strategie operative in classe per alunni con ADHD
Gian Marco Marzocchi Università di Milano-Bicocca Centro per l’Età Evolutiva - Bergamo

37 Approccio metacognitivo
Aree di intervento Predisposizione di un ambiente facilitante Gestione dell’attenzione Gestione del comportamento Approccio metacognitivo

38 1. Predisposizione di un ambiente facilitante
Obiettivo: creare un ambiente prevedibile L’organizzazione del materiale L’organizzazione della classe L’organizzazione dei tempi di lavoro Le routine in classe Le regole della classe

39 1A.Organizzazione dei materiali
Una delle difficoltà più di frequente riferite dagli insegnanti è quella legata all’organizzazione del materiale di lavoro: - spesso il bambino non ha con sé tutto il materiale necessario alla lezione - perde parte di quello che è stato reperito per lui - disturba i compagni chiedendo con insistenza i materiali - in generale non ha cura della propria attrezzatura scolastica. È importante investire nei primi anni nell’insegnamento specifico della gestione del materiale scolastico. Un progetto di organizzazione del materiale funziona meglio se realizzato in collaborazione con i genitori.

40 Alcune idee per migliorare l’organizzazione
Assegnare ai quaderni delle varie materie una copertina di colore diverso Usare figure corrispondenti ai materiali da portare Preparare uno schema del materiale necessario per ogni materia (tabella da appendere al diario) Appendere in aula un cartellone dei materiali Queste attività risultano molto utili per tutti i bambini, anche per quelli che non mostrano particolari difficoltà a scuola: una buona organizzazione del materiale è il presupposto basilare di un corretto e rapido svolgimento delle consegne Usare forme di gratificazione per la corretta gestione del materiale

41 1B. Organizzazione della classe
L’alunno con ADHD deve essere vicino agli insegnanti In posizioni in cui non può essere disturbato da altri stimoli distraenti Non vicino ad altri bambini iperattivi o vivaci Non in banchi in cui, alzandosi, può disturbare altri bambini Non nelle ultime file in cui si distrae continuamente In posizioni facilmente raggiungibili dagli insegnanti per guardarlo, sollecitarlo, avvicinarlo e toccarlo per attivargli l’attenzione.

42 Alcune domande sull’organizzazione della classe
Vedete il bambino? E’ facilmente raggiungibile? E’ favorito lo scambio di sguardo insegnante-bambino? Ha compagni a lui vicini? Se sì, sono compagni tranquilli o piuttosto vivaci? Se il bambino si alza per qualche motivo, quanti bambini possono essere disturbati o coinvolti? Guarda direttamente fuori dalle finestre?

43 1C. Organizzazione dei tempi di lavoro
Una delle cose che più ostacolano una buona organizzazione è sbagliare le valutazioni relative ai tempi di svolgimento e/o alla difficoltà di un compito. I bambini con difficoltà di comportamento e/o apprendimento possono ostacolare la realizzazione dei lavori didattici per cui è necessario programmare con accuratezza il lavoro giornaliero prevedendo le difficoltà di alcuni alunni e soprattutto bisogna pianificare come affrontarle.

44 Pianificare le lezioni è il pre-requisito per insegnare la pianificazione agli alunni
E’ possibile intervenire sulla capacità di compiere corrette stime sul tempo: dopo aver dato le consegne alla classe assegnare pochi minuti alla verifica della corretta comprensione delle consegne avviare considerazioni sulla difficoltà del compito e sul tempo di svolgimento.

45 Difficile Alla mia portata Facile

46 -------------------
Poco tempo Tempo Medio Molto tempo

47 1D. Le routine in classe Una giornata in classe in cui le attività si ripetono in modo regolare, prevedibile e sistematico permettono ai bambini iperattivi di poter regolare meglio il proprio comportamento perché sanno quello che dovrebbero fare Se gli alunni iperattivi mettono in atto comportamenti negativi sistematicamente in corrispondenza di alcune routine, l’insegnante riesce ad anticipare meglio quegli eventi Le situazioni meno strutturate (cambio di ora, intervallo, tempo mensa) sono più spesso associate a comportamenti negativi da parte degli alunni iperattivi.

48 Esempi di routine nella classe
ingresso in classe disposizione in fila inizio lezione presentazione delle attività e i relativi tempi di lavoro pause concordate attività ricreative stabilite a priori dettatura dei compiti ad orario stabilito routine di saluto

49 Inventario delle routine all’interno della classe
Quali routine esistono nella vostra classe? _______________________________________________________________________________________________________________________________________________________________ Quali routine potrebbero essere utili ? In quali situazioni destrutturate gli alunni iperattivi creano problemi?

50 1E. Le regole della classe
Porre delle regole chiare all’interno della classe è necessario per regolare le interazioni tra i pari e con gli adulti. Perché siano efficaci, è necessario che le regole siano condivise. È perciò opportuno discutere con i bambini le regole da ratificare, dando loro la possibilità di approvarle o modificarle.

51 Il cartellone delle regole
Non si deve parlare senza aver alzato la mano per chiedere la parola Non si corre nei corridoi durante la ricreazione Per uscire bisogna essere in fila per due, ed essere tutti pronti ......  Prima di parlare alza la mano Cammina lentamente  Preparati in fila al suono della campana || Usciamo tutti in fila per due

52 Leggere le regole della classe
Rivedere le regole della classe alla luce delle indicazioni emerse ponendosi le seguenti domande: Sono proposizioni e non divieti? Sono brevi, semplici e chiare? Descrivono le azioni in modo operativo? Sono poche? (al massimo 4/5) Sono modificabili in base ai cambiamenti della classe? Sono state discusse e sperimentate con la classe? Sono state condivise o sottoscritte dagli alunni?

53 Esercizio n. 2 Pensando agli alunni disattenti/iperattivi cosa potrei fare per costruire un ambiente facilitante? L’organizzazione del materiale L’organizzazione della classe L’organizzazione dei tempi di lavoro Le routine in classe Le regole della classe

54 2. La gestione dell’attenzione
L’attenzione non è modulo della mente “impermeabile” che bisogna allenare L’attenzione è un sistema mentale trasversale che supporta i principali moduli (apprendimenti, prassie, percezione, ecc) Non esiste un tempo fisso di attenzione in base all’età L’attenzione è influenzata dalla motivazione Il tipo di proposta didattica, le modalità di organizzazione le lezioni, il coinvolgimento degli alunni modifica radicalmente le prestazioni attentive degli alunni

55 I bambini e l’attenzione
……alcuni bambini,che vengono definiti disattenti, sono invece decisamente attenti a tutti gli stimoli. Talmente attenti a non lasciarsi sfuggire nulla da sembrare incapaci di fermarsi su uno stimolo selezionato…

56 2.Le difficoltà di attenzione più comuni
Difficoltà a mantenere l’attenzione per un tempo prolungato Difficoltà a porre la necessaria attenzione alle consegne date oralmente o per iscritto Tendenza ad affrontare un lavoro in modo impulsivo senza pianificazione delle azioni Procedure di controllo poco efficaci durante e a conclusione del lavoro

57 Tre principi da considerare nella gestione delle attività
Brevità Varietà Strutturazione

58 Attenzione e metacognizione
È necessario porsi alcune domande su come gli insegnanti organizzano la propria didattica per favorire l’attenzione Che strategie metto in atto per suscitare interesse verso la materia? E per evitare frequente disattenzione? Cosa faccio per semplificare un argomento complesso? Una volta formulata la domanda come sollecito la risposta? Come faccio a capire i livelli di attenzione degli alunni? Come ripristino l’attenzione degli alunni nel caso in cui sia diminuita? 58

59 2A Difficoltà a mantenere l’attenzione nel tempo
L’osservazione sui tempi di attenzione Cosa conosco di questo bambino? Non sempre è facile tenere presenti le abilità, mentre le difficoltà saltano agli occhi Generalizzazione: non vedo nessun aspetto positivo Percezione selettiva: tendenza a vedere solo le situazioni che confermano le proprie ipotesi Effetto “team”: tendenza a uniformare le “visioni” a quelle dei colleghi più autorevoli o più esperti

60 2A Strategie di gestione della lezione
Evitare di richiamare in modo generico all’attenzione gli alunni, piuttosto attivare prima dell’esecuzione di un compito alcuni segnali convenzionali con enfasi (bollino rosso)

61 2A Alcune idee per catturare l’attenzione
Porre una domanda interessante mostrando una figura o raccontando una breve storia Usare una dose di mistero alle spiegazioni usando oggetti dove viene “nascosto” il concetto Variare il tono (grida - sussurra) Dare chiari segnali “ora aprite bene le orecchie” Usare gessi colorati alla lavagna Creare aspettativa verso la lezione Usare molto spesso il contatto oculare Richiedere agli alunni un’autovalutazione delle proprie prestazioni attentive Anticipare le fasi di svolgimento del lavoro in classe

62 2A Alcuni suggerimenti per focalizzare l’attenzione
Assicurarsi che la voce sia sentita da tutti Controllare le fonti di rumore Dare istruzioni brevi e semplici Far ripetere le istruzioni Usare frequenti esemplificazioni e dimostrazioni pratiche

63 2A Altre idee per focalizzare l’attenzione
Usare molti supporti visivi: parole chiave colorate, schemi, oggetti, gesti Illustrare, illustrare, illustrare….anche se le proprie abilità grafiche non sono eccellenti Aggiungere note scritte alla spiegazione orale Pianificare attività preparatorie alla lettura per la comprensione del testo: analizzare le figure, dare veloce scorsa ai titoli e paragrafi, indovinare gli argomenti del brano, recuperare proprie conoscenze, discutere il contenuto del testo, monitorare la comprensione

64 2A Alcune idee per mantenere l’attenzione nel tempo
Informare l’alunno di come sta procedendo Verificare lo stato di vigilanza degli alunni Informare gli alunni sui tempi di attenzione richiesti per completare il lavoro Non richiedere lo stesso livello di attenzione agli alunni per tutta la durata delle lezioni Predisporre la classe in modo da avere la possibilità di passare frequentemente tra i banchi Dividere i compiti assegnati in unità più piccole Suddividere il lavoro tenendo presente per quanto tempo un bambino può mantenere l’attenzione sul compito

65 2B Difficoltà a porre la necessaria attenzione alle consegne
Far rileggere la consegna prima dell’inizio del lavoro Far ripetere con parole proprie cosa bisogna fare Data una consegna complessa è utile condurre con i bambini un’analisi delle istruzioni prima che comincino il lavoro

66 Le consegne…………. “Leggi con attenzione il testo assegnato e cerca di capirlo bene; poi rispondi alle domande riportate dopo la lettura. Stai attento però perché nel brano ci sono delle parole scritte in modo sbagliato: trovale e trascrivile nella tabella in fondo”

67 ………schematiche e approfondite….
1- leggere il testo 2- leggere le domande una alla volta cercando di rispondere e andando a rileggere quando necessario 3- leggere il testo un’altra volta, dando poca importanza al significato, ma facendo attenzione a come sono scritte le parole 4- sottolinea le parole sbagliate 5- riporta le parole nella tabella

68 2C Ridurre l’impulsività nell’affrontare i lavori scolastici
Comprendere con chiarezza cosa è richiesto dal compito prima di iniziare il lavoro Valutare alcune possibilità alternative prima di iniziare lo svolgimento Mettere a punto una strategia prima di iniziare un lavoro Valutare il tempo richiesto dal compito e quello effettivamente a disposizione Sfruttare, in caso d’insuccesso, dapprima le proprie risorse, successivamente quelle dell’insegnante e dei compagni

69 2D Procedure di controllo poco efficaci
I bambini con problemi di autoregolazione non controllano la correttezza del lavoro sia durante il compito che a lavoro terminato Il problema principale è la gestione dello sforzo, dopo aver speso energie attentive Va concordato in anticipo con l’alunno che al termine del lavoro è obbligatorio controllare Bisogna trovare degli accordi con l’alunno affinchè applichi il controllo a fine lavoro Può interrompere prima della fine del compito per avere le risorse attentive necessarie per il controllo Ha diritto ad un voto in più solamente se controlla a fine compito Se controlla ha diritto a fare un “giretto” in più fuori dall’aula

70 Cosa si deve evitare Lavori lunghi e ripetitivi anche se semplici e comprensibili Spiegazioni da parte dell’insegnante senza il coinvolgimento attivo degli alunni disattenti Non controllare l’attenzione degli alunni disattenti Compiti che richiedono capacità organizzative Produzioni scritte senza aver insegnato specifiche strategie di composizione Interrogazioni che richiedono formulazioni di discorsi articolati senza aver insegnato adeguate strategie di studio Dire di stare attenti senza specificare cosa devono fare esattamente i ragazzi

71 Meta-attenzione con gli alunni
È utile che anche con gli alunni si propongano esercizi di consapevolezza dell’attenzione Cosa vuol dire, secondo te, stare attento? Che cosa fa un bambino attento? E che cosa fa un bambino disattento? Quali sono i compiti in cui ci vuole più attenzione, secondo te? Secondo te, per quanto tempo riesci a stare molto attento a scuola? A scuola è necessario stare sempre molto attenti? Cosa fanno gli insegnanti quando si accorgono che un bambino non sta attento? E cosa potrebbero fare gli insegnanti per fare stare più attenti i bambini? E’ faticoso per te stare attento? Ci riesci sempre?

72 Esercizio n. 3 Pensando agli alunni disattenti e iperattivi cosa posso fare per gestire la loro attenzione? Difficoltà a mantenere l’attenzione per un tempo prolungato Difficoltà a porre la necessaria attenzione alle consegne date oralmente o per iscritto Tendenza ad affrontare un lavoro in modo impulsivo senza pianificazione delle azioni Procedure di controllo poco efficaci durante e a conclusione del lavoro

73 L’osservazione del comportamento
Osservazione e rilevamento dei comportamenti positivi (e in seguito quelli negativi) attraverso misurazioni dirette ed indirette Sintesi dei risultati raccolti Analisi della relazione tra apprendimento e comportamento

74 Osservazione e analisi funzionale del comportamento
Fase 1: Osservazione non strutturata per la creazione di un inventario di comportamenti da aumentare, facendo descrizioni, non interpretazioni (per una settimana) Fase 2: Categorizzazione dei comportamenti da far aumentare: Chiede all’ins. spiegazioni dopo la consegna, Alza la mano prima di parlare, Svolge i compiti a casa, Rimane seduto per un’ora intera, Rispetta il turno nella fila (dopo la prima settimana) Fase 3: Costruzione di due griglie per l’osservazione strutturata che analizzino i comportamenti che vogliamo aumentare al fine di identificare: Antecedenti e conseguenze per ogni comportamento emesso Frequenza e distribuzione di emissione dei comportamenti della giornata

75 Fase 4: Riflessione sui dati raccolti al fine di ottenere indicazioni su: Probabili fattori scatenanti Probabili fattori di rinforzo Fase 5: Sviluppo dell’intervento allo scopo di: Far aumentare i comportamenti positivi e prevenire il verificarsi di comportamenti da ridurre Favorire le risposte dell’ambiente che rinforzano i comportamenti positivi e attenuare quelle che rinforzano l’emissione dei comportamenti problematici Fase 6: Verifica dei risultati ottenuti (dopo mesi di lavoro) mediante le griglie di osservazione (in particolare per la distribuzione temporale)

76 Pre-osservazione dei comportamenti da aumentare
Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì Venerdì Sabato

77 Inventario dei comportamenti da aumentare
Chiede spiegazioni per l’esecuzione del compito Alza la mano prima di parlare Esegue i compiti in classe / a casa Gestisce accuratamente il proprio materiale Segue la lezione e partecipa attivamente Rispetta la propria posizione nella fila

78 Griglie di osservazione
Comportamento aumentare Antecedente Risposta ambiente Conseguenze Chiede spiegazioni Verrà spiegato un argomento di scienze Alcuni compagni dicono “bravo” Continua a seguire la lezione Gestisce il proprio materiale L’Ins chiede se tutto il materiale è pronto I compagni organizzano il banco, il vicino lo gratifica Il b/o cerca di tenere il banco in ordine

79 Organizzazione comportamenti da ridurre
Fare una gerarchia delle categorie di comportamenti da ridurre Durante le istruzioni non è attento Si allontana dal posto quando non è permesso Aggredisce compagni o danneggia cose Non completa il lavoro Interrompe la lezione Si oppone alle richieste Non rispetta le regole È distratto per un lungo periodo di tempo Altro

80 Griglie di osservazione
Comportamento da ridurre Antecedente Risposta ambiente Conseguenze Non vuole copiare l’esercizio alla lavagna L’I. dice di copiare l’esercizio alla lavagna L’I. gli urla di copiare l’esercizio Prende in mano la penna ma non scrive Si alza dalla sedia e balla L’I chiede a un compa-gno di por-tare il quaderno Viene ignorato Continua un po’, poi smette

81 Antecedenti dei comportamenti negativi
Mancanza di affetto, attenzione, stima Noia o disinteresse verso i compiti Inadeguatezza rispetto ai pari Deficit di abilità di apprendimento Incomprensione delle consegne Inadeguata stima della difficoltà o della lunghezza del compito Esperienze negative precedenti legate alla stessa attività

82 Osservazione: per riassumere...
Iniziare in modo destrutturato per osservare più comportamenti e consentire una valutazione soggettiva di importanza Organizzare le tipologie di comportamenti e dare un ordine in base alla gravità o alla necessità di incrementare quei comportamenti Stimare la frequenza delle categorie di comportamenti Riflettere su cause e conseguenze legate ai comportamenti da aumentare e diminuire Scegliere le categorie di comportamenti su cui lavorare in seguito e applicare piccoli accorgimenti in classe in base alle osservazioni effettuate

83 Definizione degli obiettivi
Individuare più azioni positive da gratificare piuttosto che azioni negative da punire Identificare ed esplicitare al ragazzo i comportamenti da aumentare in base alle osservazioni effettuate (contratto) Definire operativamente l’azione oggetto di gratificazione sistematica I comportamenti da aumentare sono quelli già presenti nel repertorio del bambino A volta basta anche un solo episodio positivo per instaurare un circolo virtuoso con il bambino e la famiglia Si possono insegnare comportamenti nuovi attraverso la scomposizione di un comportamento obiettivo in sotto-obiettivi intermedi

84 Tecniche comportamentali
Comportamenti Positivi: fare un piano di rinforzi (non solo materiali), creando un inventario in base all’età e alle preferenze, cercando di evitare errori e farsi aiutare dai colleghi nel monitoraggio Comportamenti Negativi: ignorare pianificato, uso dei rimproveri, conseguenze logiche, costo della risposta, punizioni con la noia o punizioni che richiedono impegno e sforzo

85 Che tipi di rinforzi Simbolico: utilizzo di oggetti che rappresentano un progresso Dinamico: il premio finale della token che riguarda un’attività molto gradita da tutti e che si può ottenere con qualche settimana di lavoro. Sociale: lodi e incoraggiamenti delle maestre nel momento della consegna dei token. Rinforzi positivi quando i bambini intervengono in modo corretto o quando sono concentrati sul loro compito senza parlare con i compagni. Informativo: i cartelloni con i grafici degli interventi positivi e negativi rappresentavano l’andamento del lavoro e permettevano di discutere dei progressi della classe.

86 Principi per applicare i rinforzi
Discutere con gli alunni i possibili premi finali. Cosa ti piacerebbe ottenere quando meriti un premio? Rinforzo Simbolico, Dinamico, Sociale, Informativo. Nel caso di rinforzi materiali, convertirli in simboli e stabilire le regole di conversione. Commisurare la gratificazione allo sforzo che fa l’alunno per manifestare un comportamento da aumentare Utilizzare eventi o oggetti o comportamenti che siano effettivamente delle gratificazioni per il bambino Gratificare riferendosi al comportamento e non giudicando l’alunno Applicare la gratificazione subito dopo la manifestazione di un comportamento da aumentare Gratificare in modo coerente, sempre la stessa azione e ogni volta che si manifesta Subito dopo la manifestazione del comportamento positivo è opportuno dare un’informazione di ritorno in modo esplicito Utilizzare per un tempo corretto lo stesso premio, potendo contare su una serie di gratificazioni diverse già individuate

87 Alcuni avvertimenti nell’applicazione dei rinforzi
Può essere utile prendere nota dei comportamenti da aumentare, delle gratificazioni applicate (in quale giornata e in quale contesto) per monitorare l’evoluzione del comportamento dell’alunno Nel caso in cui la gratificazione abbia perso valore associare una nuova gratificazione al comportamento da aumentare Non gratificare involontariamente comportamenti inadeguati Non usare forme di falsa gratificazione A volte bisogna fare grossi sforzi per ignorare comportamenti finalizzati ad ottenere l’attenzione della classe (serve perseveranza) Molto spesso capita di essere presi dalla rabbia e si fatica ad applicare i programmi di rinforzo: meglio esplicitarlo e trovare qualche soluzione con i colleghi

88 …sulle conseguenze negative - 1
I migliori risultati si ottengono quando l’insegnante sente il controllo della situazione, malgrado i comportamenti negativi Dare punizioni non pianificate in corrispondenza di episodi negativi è un messaggio di NON controllo non servono a ridurre i comportamenti negativi servono solo ad alimentare un rapporto difficile con l’alunno

89 …sulle conseguenze negative - 2
Possibili difficoltà incontrate in: Ignorare alcuni comportamenti Stabilire un contratto comportamentale Applicare regolarmente le conseguenze logiche o il costo della risposta Mantenere il contratto per un periodo prolungato Non riuscire a conciliare il lavoro centrato sull’alunno problematico e il resto della classe Non controllare le emozioni per applicare “freddamente” le conseguenze …cosa posso fare per “aggiustare il tiro?”

90 Note sull’applicazione delle conseguenze negative
È facile applicare dei rinforzi negativi involontari (che fanno mantenere il comportamento negativo) attenzione dell’insegnante o della classe “condono” di certi compiti (“fuori dalla porta”) mantenimento dell’immagine negativa del bambino (sei sempre il solito) A volte capita di non controllare la rabbia Punizioni non ponderate rispetto alla gravità del comportamento Punizioni a tutta la classe È molto facile essere incoerenti nell’applicazione (monitoraggio tra colleghi)

91 Progetti specifici di interventi comportamentali

92 Il comportamentismo dal volto umano
Apprendimento cooperativo Stabilire obiettivi comuni Creare un clima piacevole Creare modelli positivi Intervento a livello gruppo Il singolo problematico cercherà di adeguarsi se la corrente va in una certa direzione Ruolo fondamentale dell’insegnante

93 Definizione degli obiettivi
Role playing (gioco di ruolo): tecnica in cui una persona mette in atto un determinato comportamento interpretandolo come si farebbe a teatro Cartellone delle regole: appeso in classe, riportava le 4 regole decise con i bambini Durante la lezione si sta in silenzio Durante la lezione si rimane seduti Uso parole e comportamenti educati con i compagni Uso parole e comportamenti educati con le insegnanti Contratto comportamentale: definisce le regole e la ricompensa alla quale avevano diritto i bambini onorando il contratto stesso. Firmato da tutte le persone coinvolte nell’intervento

94

95 Contratto comportamentale
Io____________________, firmando questo contratto, mi impegno a rispettare, tutti i giorni e durante tutte le lezioni, le seguenti regole comportamentali, stabilite insieme a tutti gli alunni della classe 5B: 1) DURANTE LA LEZIONE SI STA IN SILENZIO 2) DURANTE LA LEZIONE SI STA SEDUTI 3) USO PAROLE E COMPORTAMENTI EDUCATI COI MIEI COMPAGNI 4) USO PAROLE E COMPORTAMENTI EDUCATI CON LE INSEGNANTI Il rispetto delle regole è importante per lavorare bene in classe Rispettare gli altri e imparare a comportarsi bene. Rispettando tutte le regole, l’intera classe 5B otterrà un fantastico premio ___________________________________ la mia firma le insegnanti di 5B Sara e Laura Contratto comportamentale

96 Attività e materiali intervento
Token economy i token venivano consegnati ai bambini se alla fine dell’ora rispettavano le 4 regole. Ogni settimana erano previste 6 ore. Alla fine della settimana, se tutti i bambini avevano ricevuto 6 token, veniva attaccato un pezzo di un puzzle che se completato nei suoi 12 pezzi, portava alla ricompensa finale decisa coi bambini. Durante queste ore venivano compilate le griglie di osservazione baseline. Warning (costo della risposta) gettoni utilizzati per segnalare la violazione di una regola. Se alla fine dell’ora di intervento veniva raggiunto il numero massimo previsto, anche in una sola delle regole, nessun bambino riceveva il token

97 Cartellone dei token

98 Puzzle da completare per arrivare alla ricompensa
Puzzle completato

99 Ruolo dell’insegnante
L’insegnante deve avere un vantaggio dal raggiungimento del premio Maggior benessere in classe Senso di controllo della situazione Vivere momenti distesi in classe Realizzare un’esperienza attesa e gradita

100 Risultati 1 (andamento della classe)
Pre Intervento Post Legenda Italiano  Inglese  Matematica  Religione  Andamento della classe nel comportamento “parlare coi compagni”

101 Risultati 2 (analisi dei tre tempi)
Pre-intervento M = 3,909 Ds = 2,5291 Intervento M = 0,2718 Ds = 0,2653 Post-intervento M =1,09 Ds = 1,306 Attraverso Spss sono state calcolate le medie per bambino in ogni ora di osservazione nei 3 tempi in cui è stato suddiviso il progetto (pre-intervento, intervento di token economy e post-intervento). Prendendo ad esempio il comportamento “parlare con i compagni” si può vedere come l’intervento ha avuto efficacia. Si è infatti passati da una media di 3,9 a 0,27 durante l’intervento. Con la fine della token economy la media aumenta a 1,09 ma si mantiene ben al di sotto del valore registrato all’inizio. Efficacia globale dell’intervento → χ2 = 25,481 Sig = 0,000 Pre-intervento vs intervento → Z = -3,883 Sig. = 0,000 Intervento vs post-intervento → Z = -2,229 Sig = 0,022

102 Risultati 3 (analisi degli insegnamenti)
Intervento Post-intervento Inglese vs italiano → Sig = 0,001 Inglese vs matematica → Sig = 0,003 Inglese vs religione → Sig = 0,000 Inglese vs italiano → Sig = 0,012 Inglese vs matematica → Sig = 0,080 Inglese vs religione → Sig = 0,016 Successivamente è stata verificata l’efficacia dell’intervento a seconda dell’insegnante. Dai grafici è evidente come ci siano delle differenze nelle medie. Nelle ore di inglese le medie risultano più alte sia durante la token economy che con la fine dell’intervento. Le ore di italiano e di religione, invece, hanno medie più basse in tutte e due i tempi. Nelle ore di inglese mancava una strutturazione della lezione e l’insegnante passava da un attività all’altra senza un filo logico e non prestava attenzione a ciò che accadeva all’interno della classe, favorendo così la comparsa dei comportamenti negativi. Durante l’intervento l’insegnante non ha seguito le procedure della token economy e ha continuato ad utilizzare i suoi metodi di gestione della classe.

103 Discussione Dai risultati appare evidente come l’intervento, sin dalle prime, ore ha portato a una forte diminuzione delle frequenze dei comportamenti negativi. I bambini hanno compreso l’obiettivo e si sono applicati per arrivare alla riuscita della token economy e quindi alla ricompensa. Dalla diminuzione delle medie nei 3 tempi si può affermare che c’è stata una generalizzazione dei comportamenti. I risultati ottenuti con la token economy vengono persi parzialmente ma non ritorna alle frequenze registrate all’inizio dell’anno scolastico La token economy ha avuto diversa efficacia a seconda dell’insegnante. Se negli altri insegnamenti si sono registrati dei cambiamenti nel comportamento dei bambini, nelle ore di inglese non c’è stata una netta diminuzione delle frequenze e si è verificato un successivo aumento delle frequenze con la fine dell’intervento. Questo risultato può essere spiegato dal fatto che l’insegnante non era in grado di gestire la classe senza un aiuto esterno.

104 Esercizio n. 4 In una classe difficile da gestire a livello comportamentale come potrei: scegliere 3-4 comportamenti positivi da perseguire (i comportamenti devono essere alla portata di tutti) organizzare un sistema a punti per circa 10 settimane (gli alunni devono conquistare rinforzi positivi per almeno 5-6 volte la settimana). Quali rinforzi simbolici? E con quali regole di conversione? raggiungere un premio collettivo secondo i principi dell’apprendimento cooperativo (il premio collettivo deve essere progressivamente raggiunto e gli alunni devono monitorare l’avvicinamento al premio)

105 Circolare MIUR su ADHD I docenti inoltre dovrebbero avvalersi dei seguenti suggerimenti: 1. Definire con tutti gli studenti poche e chiare regole di comportamento da mantenere all’interno della classe. 2. Concordare con l'alunno piccoli e realistici obiettivi comportamentali e didattici da raggiungere nel giro di qualche settimana. 3. Allenare il bambino ad organizzare il proprio banco in modo da avere solo il materiale necessario per la lezione del momento. 4. Occuparsi stabilmente della corretta scrittura dei compiti sul diario.

106 5. Incoraggiare l’uso di diagrammi di flusso, tracce, tabelle , parole chiave per favorire l’apprendimento e sviluppare la comunicazione e l’attenzione. 6. Favorire l’uso del computer e di enciclopedie multimediali, vocabolari su CD, ecc. 7. Assicurarsi che, durante l'interrogazione, l'alunno abbia ascoltato e riflettuto sulla domanda e incoraggiare una seconda risposta qualora tenda a rispondere frettolosamente. 8. Invitare lo studente ad effettuare un accurato controllo del proprio compito prima di consegnarlo.

107 9. Comunicare chiaramente i tempi necessari per l’esecuzione del compito (tenendo conto che l’alunno con ADHD può necessitare di tempi maggiori rispetto alla classe o viceversa può avere l'attitudine di affrettare eccessivamente la conclusione). 10. Valutare gli elaborati scritti in base al contenuto, senza considerare esclusivamente gli errori di distrazione, valorizzando il prodotto e l’impegno piuttosto che la forma. 11. Le prove scritte dovrebbero essere suddivise in più quesiti. 12. Evitare di comminare punizioni mediante: un aumento dei compiti per casa, una riduzione dei tempi di ricreazione e gioco, l'eliminazione dell'attività motoria, la negazione di ricoprire incarichi collettivi nella scuola, l'esclusione dalla partecipazione alle gite. 13. Le gratificazioni devono essere ravvicinate e frequenti.

108 Bilancio finale Cosa mi è servito di questo corso?
Perché? Cosa non mi è possibile applicare? Quali difficoltà prevedo ritornando al lavoro quotidiano?


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