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Metodi della ricerca in psicologia dello sviluppo A.A. 2010/11

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Presentazione sul tema: "Metodi della ricerca in psicologia dello sviluppo A.A. 2010/11"— Transcript della presentazione:

1 Metodi della ricerca in psicologia dello sviluppo A.A. 2010/11
Dott.ssa Chiara Suttora Ricevimento Studenti: richiedere appuntamento Stanza 3143, 3°piano, ed.U6

2 Prossime lezioni: date e aule
Venerdì aula u6/25 Lunedì aula u7/20 Venerdì aula u6/25

3 Metodi della ricerca in psicologia dello sviluppo A.A. 2010/11
Frequenza obbligatoria, ore di assenza concesse 6/24 Modalità di valutazione: Verranno formati gruppi di 10 studenti. Ogni gruppo dovrà analizzare, nel corso delle lezioni, un articolo scientifico nell’ottica delle conoscenze acquisite durante il corso. Durante l’ultima lezione ogni gruppo presenterà (ppt) il proprio lavoro. Registrazione

4 Perchè ho preso 30 all’esame di xxx?
Altezza Facilità dell’argomento Ore di studio Tipologia esame Colore degli occhi Genere 30 Abilità nel copiare Caso Frequenza lezione Conoscenze pregresse Peso corporeo

5 LA RICERCA IN PSICOLOGIA
Lo studio dell’essere umano attraverso i metodi delle scienze naturali inizia solo il secolo scorso Modifica del metodo di indagine per difficoltà date dalla necessità di isolare tutte quelle variabili che,intervenendo nei fenomeni indagati, ne influenzano l’andamento Controllo totale = intrusività = fallimento dello studio Si passa al controllo statistico e alla conduzione di indagini secondo modalità standardizzate e strutturate

6 LA RICERCA IN PSICOLOGIA
Metodologia della ricerca Si occupa di definire le modalità con cui vanno poste le domande sperimentali, specificando come specificare le variabili che sono oggetto d’esame, come misurarle e come verificarne l’attendibilità. Si occupa inoltre di come controllare le variabili estranee che influenzano l’oggetto di studio e quindi di come garantire la validità dell’indagine stessa al fine di ottenere risposte adeguate alle ipotesi elaborate.

7 LA RICERCA IN PSICOLOGIA
La psicologia è la scienza che studia il comportamento degli individui e i loro processi mentali. Tale studio riguarda le dinamiche interne dell'individuo, i rapporti che intercorrono tra quest'ultimo e l'ambiente, il comportamento umano ed i processi mentali che intercorrono tra gli stimoli sensoriali e le relative risposte.

8 LA RICERCA IN PSICOLOGIA DELLO SVILUPPO
Nell’ambito dello sviluppo si incontrano problemi particolari/specifici: non si studia un organismo “statico”, ma un organismo soggetto a continui cambiamenti Si studia una categoria particolare di soggetti (i bambini), il che comporta problematiche (e rischi...) specifici

9 IL METODO SCIENTIFICO Lo scopo della ricerca in psicologia è quello di indagare le relazioni che si instaurano tra il comportamento umano e l’ambiente, biologico e sociale, e del modo in cui l’uomo sviluppa la capacità di instaurare queste relazioni e dei processi attraverso cui queste relazioni possono diventare disfunzionali La spiegazione avviene attraverso l’identificazione di relazioni regolari tra certi fenomeni Le relazioni vengono espresse attraverso delle leggi Le leggi vengono organizzate in teorie L’utilizzo del metodo scientifico permette la ripetizione dell’osservazione, la verifica empirica delle teorie e la falsificazione delle conoscenze pregresse

10 IL METODO SCIENTIFICO Definizione del problema
Formulazione di ipotesi (e/o teorie a supporto dell’ipotesi) che possano spiegare il fenomeno Raccolta dei dati in maniera OBIETTIVA Verifica dell’ipotesi Elaborazione delle conclusioni (fino a prova contraria)

11 IL METODO SCIENTIFICO 1) Definizione del problema :
La visione di film/programma con contenuti violenti aumenta l’aggressività dei bambini? 1) Definizione del problema : Cosa voglio studiare? L’argomento di studio è chiaro/comune a tutti? 2) Formulazione di ipotesi: Se A allora B In presenza di A osservo il fenomeno B Non è d’obbligo definire se A causa B In presenza di A si osserva sempre B? Si osserva B SOLO in presenza di A?

12 IL METODO SCIENTIFICO 3) Raccolta dei dati in maniera OBIETTIVA:
Solo rendendo esplicito chiaramente COSA osservo posso rendere replicabile la mia ricerca… Il fenomeno è stato identificato in maniera corretta? Il contesto in cui osservo il fenomeno ha un effetto sul fenomeno stesso?

13 4) Verifica dell’ipotesi
IL METODO SCIENTIFICO 4) Verifica dell’ipotesi A B Se A allora B V F Se un bambino guarda filmati violenti Allora Esibirà comportamenti aggressivi

14 Fenomeni e Variabili Il primo passo dopo aver formulato un hp è quello di definire il fenomeno che si intende studiare Un fenomeno può essere un qualsiasi evento in tutta la sua complessità Per studiarlo sperimentalmente dobbiamo eliminare una parte della sua complessità Dobbiamo trasformare/ridurre il fenomeno in una o più variabili selezionate

15 Fenomeni e Variabili Variabile: qualsiasi proprietà di un evento reale che sia misurabile (attributo del fenomeno che appartiene alla realtà) E’ compito dello scienziato selezionare le variabili importanti per un dato fenomeno (ignorandone altre) implicazioni riguardanti la conoscenza del fenomeno

16 Fenomeni e Variabili Nella progettazione di un esperimento le variabili concettuali debbono essere trasformate in variabili operative. Le variabili sono collegate ai concetti teorici per mezzo delle definizioni operazionali usate per misurare i concetti stessi.

17 Variabili Concettuali e Variabili Operative
Variabili concettuali: sono il prodotto dell’elaborazione teorica che guida la progettazione di un esperimento Definizione operazionale: descrizione di un procedimento che specifica il significato del concetto Definisce una variabile nei termini delle operazioni utilizzate per misurarla (es. Intelligenza = punteggio allo Stanford Binet)

18 Variabili Concettuali e Variabili Operative
eventi/comportamenti osservabili L’operazionalizzazione può avvenire in diversi modi Per una stessa variabile concettuale è possibile individuare più di una variabile operativa

19 Variabili Concettuali e Variabili Operative
Complessità sintattica Possibili definizioni operazionali: Lunghezza dell’enunciato in parole Numero di verbi contenuto in un enunciato Presenza di frasi subordinate, coordinate o principali Numero di inflessioni grammaticali presenti in ogni enunciato

20 Variabili Concettuali e Variabili Operative
Lo sviluppo delle capacità sociali nel bambino prescolare Quali sono le variabili che meglio rappresentano questo fenomeno? Come posso misurarle? Variabile CONCETTUALE (capacità di relazionarsi con i pari) Variabile OPERATIVA (%tempo speso in gioco associativo o cooperativo)

21 Variabili Concettuali e Variabili Operative
L’attività comunicativa del bambino, nelle prime fasi dello sviluppo, aumenta in funzione del rinforzo sociale Attività comunicativa  ? Rinforzo sociale

22 MISURAZIONE DEL FENOMENO CHE MEGLIO RAPPRESENTA
Dalla variabile CONCETTUALE alla variabile OPERAZIONALE ELABORAZIONE TEORICA VARIABILE CONCETTUALE VARIABILE OPERATIVA DEFINIZIONE OPERAZIONALE MISURAZIONE DEL FENOMENO CHE MEGLIO RAPPRESENTA IL CONCETTO TEORICO

23 Criteri di valutazione di una definizione operazionale
1. deve contenere una descrizione delle procedure tale per cui un altro ricercatore, utilizzando la descrizione fornita, sia in grado di compiere le medesime operazioni (replicabile) 2. deve rappresentare adeguatamente la variabile concettuale sottostante VALIDITÀ DI COSTRUTTO Ex. Studio lo sviluppo sociale di bambini di 6 mesi attraverso l’osservazione del gioco con coetanei … c’è validità di costrutto?

24 Criteri di valutazione di una definizione operazionale
La mancanza di validità di costrutto è spesso dovuta a una scelta erronea della variabile operativa sebbene, in alcuni casi, possa essere attribuita a un costrutto teorico sbagliato. Ad esempio… Gli innatisti (Brown e Hanlon, 1970) parlarono di povertà dello stimolo linguistico materno perché i genitori tendono a non correggere le frasi grammaticalmente errate dei bambini tramite feedback negativi (correzione esplicita = variabile operativa). Gli autori non prendevano in considerazione, nella loro definizione operazionale, le correzioni implicite (richiesta di chiarificazione o di ripetizione), molto frequenti nel linguaggio rivolto ai bambini! Il costrutto teorico erroneo rifletteva una definizione operazionale erronea!

25 Esercizio … hp: un primo ambiente di sviluppo svantaggiato ha un impatto negativo sullo sviluppo cognitivo dei bambini Cosa intendiamo per ambiente di sviluppo svantaggiato? E per sviluppo cognitivo? Come possono essere misurati? È necessario trasformare un concetto (di per sè non misurabile) in un fenomeno (misurabile)

26 Misurazione Le definizioni operazionali debbono contenere anche una specificazione delle operazioni di misura “Processo messo in atto per ottenere una descrizione del grado in cui un individuo possiede una determinata caratteristica (Belanger, 1984)”

27 Misurazione Assegnazione di valori numerici secondo regole che permettono di rappresentare importanti caratteristiche degli eventi/oggetti/individui mediante proprietà del sistema numerico (procedimento descrittivo) diversa da VALUTAZIONE (giudizio di valore di tipo inferenziale)

28 Scale di misurazione Le scale di misura differiscono per quel che riguarda il grado di precisione: Misurazioni di tipo nominale o categoriale Scale ordinali Scale ad intervallo Scale a rapporto

29 Tipi di scala di misurazione
Scala nominale: permette di classificare oggetti/eventi/individui in categorie, sulla base della presenza o meno di una data caratteristica utilizza un’unica proprietà dei numeri (i numeri sono dei simboli e sono diversi gli uni dagli altri)

30 Tipi di scala di misurazione
Proprietà Scala Nominale: Le categorie in cui i dati vengono organizzati sono mutualmente esclusive (ovvero un soggetto non può appartenere a più di una categoria) Le categorie in cui i dati vengono organizzati non hanno un ordine logico Ex: genere, religione, appartenenza politica

31 Tipi di scala di misurazione
Scala ordinale: dispone gli oggetti/eventi/individui secondo una relazione d’ordine La posizione ordinale del valore numerico sulla scala deve corrispondere al grado (maggiore o minore) con cui un determinato attributo è posseduto dagli oggetti/eventi/individui i numeri sono una serie ordinata! Ex: scolarità, grado di soddisfazione rispetto al proprio lavoro …

32 Tipi di scala di misurazione
Scala a intervalli: utilizza un’unità di misura costante (la differenza tra due qualsiasi punti adiacenti della scala è costante) La differenza tra i valori numerici sulla scala deve corrispondere alle differenze fra gli attributi posseduti da oggetti/ eventi/individui (progressione aritmetica) Ex: frequenza o durata di un comportamento, punteggio ottenuto ad una scala standardizzata etc.

33 Tipi di scala di misurazione
Scala a rapporti: possiede un punto zero significativo (zero assoluto) tant’è che i rapporti fra i valori numerici hanno un significato non arbitrario I rapporti tra i valori devono corrispondere ai rapporti tra gli attributi posseduti da oggetti/ eventi/individui

34 scale di misurazione E’ sempre possibile passare da una scala a intervalli a una scala ordinale o nominale e da un una scala ordinale a una nominale! Dipende dalle esigenze del ricercatore! Ex1/ Sottopongo dei soggetti a un test di memoria che consiste nel riconoscere una lista di 60 parole precedentemente presentate… posso decidere di classificare i soggetti in tre gruppi in base a una performance buona (40-60), media (20-40) o scadente (0-20). Ex2/Rilevo i gesti di indicazione spontanea in bambini di 12 mesi in modo da vedere se questa valibile mi predice lo sviluppo lessicale successivo. I risultati mostrano che, in 20 minuti di gioco con la madre, i bambini hanno prodotto mediamente 2.37 gesti di indicazione con un range che va da 0 a 5 gesti di indicazione prodotti. La variabilità è molto bassa e il valore predittivo della variabile frequenza indicazione anche… che faccio?

35 Attendibilità e Validità delle misurazioni
Il grado con cui le differenze rappresentate dai numeri rappresentano adeguatamente le differenze nelle caratteristiche che stiamo misurando Il più elegante disegno di ricerca non potrà azzerare il danno provocato da una misurazione imprecisa o priva di validità (Fleiss, 1986)

36 Attendibilità delle misurazioni
Attendibilità: si riferisce alla precisione dello strumento (problema empirico) Misure oggettive: non devono risentire dell’influenza di colui che effettua la misurazione (conoscenza hp sperimentali; gli studi coi bambini) Misure fedeli: devono essere prive di errori variabili (test-retest) Misure sensibili: devono cogliere anche le minime differenze presenti negli oggetti/ eventi/individui relative all’attributo misurato Una misura può essere al contempo attendibile ma non valida! Ex. valutazione intelligenza e misurazione circonferenza testa

37 Validità delle misurazioni
Validità: denota la capacità di una misura di cogliere effettivamente la caratteristica che interessa e non un’altra ed è legata ad aspetti valutativi di ordine teorico. Validità di contenuto Validità convergente Validità discriminante Validità di criterio concorrente predittiva

38 Validità delle misurazioni
Validità di contenuto: capacità dello strumento di rappresentare accuratamente l’universo dei comportamenti legati al costrutto psicologico che si intende misurare ex. Un test di intelligenza che valuta solo le capacità visuo-spaziali non ha una buona validità di contenuto!

39 Validità delle misurazioni
Validità convergente: grado di accordo fra diversi tentativi di misura dello stesso costrutto (ex.diversi test di intelligenza) Validità discriminante: grado in cui i tentativi di misurare costrutti diversi sono effettivamente distinguibili l’uno dall’altro (ex. nessuna correlazione tra test intelligenza e BFQ)

40 Validità delle misurazioni
Validità di criterio: grado di associazione fra la misura di interesse ed un criterio rilevante, ovvero la misura di un concetto teoricamente connesso al costrutto in esame

41 Validità delle misurazioni
Validità di criterio concorrente criterio e misura del costrutto (misurati contemporaneamente) riflettono aspetti diversi di uno stesso fenomeno e correlano tra loro Validità di criterio predittiva è intesa come la correlazione tra la misura e un risultato/criterio futuro Ex. Scala valutazione impegno scolastico con profitto scolastico a tempo 0 e a tempo 1.

42 RIASSUMENDO... Cosa voglio studiare? Quali sono le mie ipotesi?
Come posso “rappresentare” il fenomeno? I risultati confermano le ipotesi? Elaborazione della teoria La variabile concettuale è corretta? La misurazione è valida e attendibile? Come posso misurarla? La variabile operativa è corretta?

43 Tipi di variabili Variabili osservate o dipendenti: sono una misura del comportamento del soggetto (del fenomeno osservato) Sono lasciate libere di assumere un qualsiasi valore che viene semplicemente registrato (secondo appropriate operazioni di misura)

44 Tipi di variabili Variabili di disegno o indipendenti: sono quelle che si suppone influenzino direttamente il fenomeno osservato Vengono manipolate (direttamente o indirettamente) in modo tale da far loro assumere valori diversi in diversi sotto-insiemi di osservazioni. I diversi valori vengono detti livelli della variabile di disegno (ex. Genere musicale/tasso alcolico).

45 Variabili di disegno Possono essere: ● direttamente manipolabili
● non direttamente manipolabili (i valori, già presenti nel mondo reale, vengono selezionati) Nei casi in cui la V. di disegno è pre-esistente alla progettazione della ricerca, si possono compiere solo operazioni di selezione e non di manipolazione  V. intrinseche (genere, età, condizioni patologiche…)  V. legate alle decisioni di vita degli individui (religione, città o provincia, orientamento politico etc.)

46 Manipolazione vs. Selezione
Esempio: influenza dello stile linguistico della madre sullo sviluppo del lessico infantile Definizione operazionale: aderenza al focus di attenzione del bambino, misurabile come la frequenza con cui la madre nomina gli oggetti che il bambino sta guardando

47 Manipolazione vs. Selezione
Istruisco un gruppo di madri a nominare tutti gli oggetti che il bambino guarda nel corso di una seduta di gioco libero della durata di 10 minuti (livello 1) Istruisco un altro gruppo di madri a nominare gli oggetti quando il bambino NON li sta guardando (livello 0)

48 Manipolazione vs. Selezione
Durante una seduta di gioco libero, conto quante volte un certo numero di madri nomina gli oggetti mentre il bambino li sta guardando Sulla base della percentuale di comparsa di questo comportamento (superiore o inferiore al 50%) suddivido le madri in due gruppi: Aderenti (livello 1) e Non Aderenti (livello 0)

49 Tipi di variabili Variabili estranee: sono quelle di cui si ipotizzano possibili effetti sulla variabile osservata (indirettamente rilevanti) Devono essere controllate in modo tale da minimizzare i loro effetti (per comprendere l’influenza della/e variabile/i di disegno) Eliminazione Controbilanciamento Costanza  Randomizzazione Bilanciamento  Appaiamento

50 Controllo del variabili estranee
Eliminazione: elimino la variabile estranea (ex. presenza fratelli in contesto osservativo). Costanza: per tutti i soggetti e tutte le condizioni la variabile viene mantenuta costante (ex. contesto osservativo, momento di osservazione, ordine presentazione materiale, sperimentatore etc.). Bilanciamento: bilancia l’effetto della v. estranea sulle osservate attraverso la formazione di sottogruppi equivalenti (ex. genere, livello di scolarità materna, ordine di nascita) Appaiamento: si effettua quando si ritiene che alcune caratteristiche dei ss possano influenzare l’osservata (ex. Genere; Parità nascita e frequenza asilo nido) Randomizzazione (random) e Controbilanciamento (abc, acb, bac, bca, cab, cba): risolvono problemi legati all’ordine di presentazione delle prove.

51 Individuazione delle variabili (esempio di ricerca)
In ambito psicologico si considera ormai accettato che il legame affettivo insegnante/allievo influisca sull’apprendimento. Focalizzando l’attenzione sul ricordo di parole nuove, la seguente ricerca muove dall’ipotesi che l’apprendimento di vocaboli sconosciuti sia facilitato qualora sia l’insegnante a promuoverlo piuttosto che un estraneo. Ad un gruppo di 111 bambini di 4 anni (53 femmine e 58 maschi) sono stati presentati quattro oggetti (un vaso in terracotta, un bicchiere, del fango e una fiaccola), ognuno dei quali identificabile con due sinonimi sconosciuti aventi, a coppia, un ugual numero di lettere e di sillabe: giara-orcio, gotto-nappo, limo-mota, face-teda. Uno dei due sinonimi è stato presentato dall’insegnante, l’altro, invece, da una figura estranea. Gli oggetti venivano proposti, in una situazione di gioco, due volte nel corso della giornata (una al mattino, una al pomeriggio). L’insegnante e l’estraneo denominavano gli oggetti utilizzando uno dei due sinonimi; la sequenza della presentazione dei sinonimi (sia da parte dell’insegnante che dell’estraneo) era randomizzata e le modalità di presentazione dell’oggetto erano le medesime sia per l’insegnante che per l’estraneo. A distanza di tre giorni un secondo estraneo ha svolto la prova di rievocazione chiedendo ai bambini il nome degli oggetti che venivano presentati. Nel complesso i risultati indicano che i bambini tendono a dimenticare entrambi i sinonimi presentati e a chiamare l’oggetto con altri nomi. Tuttavia, per quanto concerne esclusivamente le risposte fornite in modo corretto è emerso che i bambini ricordano con maggiore frequenza il sinonimo presentato dall’insegnante piuttosto che dall’estraneo.

52 Soluzione In ambito psicologico si considera ormai accettato che il legame affettivo insegnante/allievo influisca sull’apprendimento. Focalizzando l’attenzione sul ricordo di parole nuove, la seguente ricerca muove dall’ipotesi che l’apprendimento di vocaboli sconosciuti sia facilitato qualora sia l’insegnante a promuoverlo piuttosto che un estraneo. Ad un gruppo di 111 bambini di 4 anni (53 femmine e 58 maschi***) sono stati presentati quattro oggetti (un vaso in terracotta, un bicchiere, del fango e una fiaccola), ognuno dei quali identificabile con due sinonimi sconosciuti aventi, a coppia, un ugual numero di lettere e di sillabe: giara-orcio, gotto-nappo, limo-mota, face-teda. Uno dei due sinonimi è stato presentato dall’insegnante, l’altro, invece, da una figura estranea. Gli oggetti venivano proposti, in una situazione di gioco, due volte nel corso della giornata (una al mattino, una al pomeriggio). L’insegnante e l’estraneo denominavano gli oggetti utilizzando uno dei due sinonimi; la sequenza della presentazione dei sinonimi (sia da parte dell’insegnante che dell’estraneo) era randomizzata e le modalità di presentazione dell’oggetto erano le medesime sia per l’insegnante che per l’estraneo. A distanza di tre giorni un secondo estraneo ha svolto la prova di rievocazione chiedendo ai bambini il nome degli oggetti che venivano presentati. Nel complesso i risultati indicano che i bambini tendono a dimenticare entrambi i sinonimi presentati e a chiamare l’oggetto con altri nomi. Tuttavia, per quanto concerne esclusivamente le risposte fornite in modo corretto è emerso che i bambini ricordano con maggiore frequenza il sinonimo presentato dall’insegnante piuttosto che dall’estraneo.

53 Tipologie dei Disegni di Ricerca
1° classificazione è basata sulla presenza o meno di una variabile di disegno e su come viene trattata (manipolazione, selezione, assenza VD) 2° classificazione si basa sul fatto che la registrazione del comportamento venga effettuata con parziale o totale assenza di limitazioni poste dal ricercatore (continuum osservazione naturalistica – disegno sperimentale)

54 Disegno sperimentale La variabile di disegno (fattore) è direttamente manipolata dallo sperimentatore che le fa assumere valori diversi livelli Una ricerca sperimentale ha sempre almeno un fattore; un fattore ha sempre almeno due livelli

55 Disegno sperimentale Between (tra soggetti): Il controllo sulle altre variabili indirettamente rilevanti avviene tramite l’assegnazione casuale dei soggetti ai diversi livelli della variabile di disegno (ex/trattamento basato su attaccamento) oppure Within (entro soggetti): tutti i soggetti sono sottoposti a tutte le condizioni in ordine casuale o controbilanciato( ex/ preferenza volti neutri, gioiosi e sorpresi)

56 Disegno sperimentale Il modo di trattare la variabile di disegno massimizza la possibilità di rilevarne l’influenza sulla variabile osservata Consente il massimo controllo per escludere l’influenza di altre variabili come causa della differenza tra gruppi o tra condizioni

57 Disegno sperimentale (esempio di ricerca)
La rappresentazione interna dello spazio di un problema è da molti ritenuta un prerequisito fondamentale nella pianificazione e nel problem-solving. Tale rappresentazione include la definizione del problema, delle mete e dei mezzi per raggiungerle. Diversi autori, ritenendo che l’anticipazione di un piano di soluzione si basi sulla capacità di rappresentazione interna di un problema, hanno ipotizzato che l’anticipazione verbale di una procedura per risolvere una prova potrebbe facilitarne la soluzione stessa. L’obiettivo della seguente ricerca, è quello di verificare se la verbalizzazione anticipata di una procedura di soluzione influenzi positivamente la successiva prestazione al compito rappresentato dalla Torre di Hanoi. I soggetti che hanno partecipato allo studio sono stati 60 bambini di 9 anni, bilanciati per genere. A tutti i soggetti è stata somministrata la versione classica della Torre di Hanoi. I bambini sono stati suddivisi, casualmente, in due gruppi: il primo ha effettuato un’anticipazione verbale della prova e, successivamente, l’effettiva soluzione; il secondo, ha effettuato la soluzione senza la precedente anticipazione verbale. Sono state rilevate le seguenti variabili: tipologia di mossa e tempi (in secondi) di prova. I risultati evidenziano la presenza di differenze significative nei tempi di prova in funzione del gruppo di appartenenza.

58 Disegno quasi-sperimentale Ricerca differenziale
I soggetti da assegnare alle diverse condizioni sono selezionati da gruppi già esistenti (no assegnazione casuale) La variabile di disegno è una variabile del soggetto (è la caratteristica in base alla quale sono stati selezionati i soggetti)  genere, condizione di nascita, ordine di nascita, SES famigliare, frequenza asilo nido etc.

59 Disegno quasi-sperimentale Ricerca differenziale
La natura della variabile di disegno e l’assenza di assegnazione casuale dei soggetti ai gruppi lasciano aperta la possibilità che altre variabili influenzino quella osservata. Non si può escludere che la variabile di disegno non manipolata sia associata ad altre differenze presenti nei soggetti ex. Pretermine vs Termine (ses) Frequenza asilo nido (famiglia allargata)

60 Ricerca correlazionale
Assenza di manipolazione (sia diretta che indiretta) di una qualche variabile  non è presente alcuna variabile di disegno, né manipolata, né selezionata Sono presenti almeno due variabili osservate di cui sono studiate le relazioni  può dirci se due variabili sono associate ma è difficile stabilire quale delle due influenzi l’altra

61 Ricerca correlazionale -inferenze causali-
Le variabili possono essere tra loro collegate per una delle seguenti ragioni: A influenza B B influenza A C influenza sia A che B ex. Disponibilità emotiva madre e competenze sociali bambino (temperamento) È necessario scoprire quale tra queste possibilità è la più plausibile

62 Ricerca correlazionale -inferenze causali-
La natura di una delle variabili può essere tale da escludere che possa influenzare causalmente l’altra Es. statura e aggressività Es. mesi di frequenza asilo nido e comportamento prosociale Tuttavia… Non si può però escludere che ci sia una terza variabile che influenza entrambe

63 Ricerca correlazionale -inferenze causali-
L’influenza di una terza variabile può essere esaminata tramite alcune tecniche statistiche correlazione parziale covarianza Es. Relazione tra forme di transizione e frasi a più parole, mediata dall’ampiezza del vocabolario produttivo

64 Osservazione vs. Sperimentazione
CRITERIO: la registrazione del comportamento viene effettuata (o meno) con totale o parziale assenza di limitazioni imposte dal ricercatore la differenza sta nelle richieste che vengono fatte al soggetto e sui vincoli posti alla manifestazione del suo comportamento

65 Osservazione vs. Sperimentazione
L’interferenza del ricercatore sul normale manifestarsi del comportamento del soggetto è misurabile secondo un continuum: -Manipolazione sperimentale Predisposizione di situazioni che favoriscono l’emergere spontaneo del comportamento -Registrazioni del comportamento spontaneo

66 Osservazione vs. Sperimentazione
La ricerca osservativa si pone obiettivi descrittivi piuttosto che esplicativi (non verifica relazioni di causa-effetto) MA si avvicina alla sperimentazione quando: è guidata dalla formulazione di ipotesi si svolge in condizioni controllate

67 Tipologie di Ricerca osservativa
Due parametri: grado di struttura dell’ambiente ● ambiente naturale ● ambiente artificiale

68 Tipologie di Ricerca osservativa
grado di struttura che l’osservatore impone all’ambiente ●osservazione e registrazione il più completa possibile di ciò che avviene ●registrazione di comportamenti specifici predefiniti oppure di risposte a determinate modificazioni introdotte dallo sperimentatore nella situazione

69 Tipologie di Ricerca osservativa
Ambiente naturale Ambiente artificiale Grado di struttura imposto dal ricercatore Studio sul campo non strutturato Studio in laboratorio strutturato Assente Presente

70 Osservazione naturalistica
Lo sperimentatore evita in ogni modo di influenzare il comportamento oggetto di indagine Di norma si applica all’ambiente naturale in cui il comportamento oggetto di indagine si verifica spontaneamente MA è possibile utilizzare anche il laboratorio

71 Osservazione in condizioni controllate
Il ricercatore sceglie di esercitare un qualche grado di controllo sulla variabile osservata (non su quella di disegno!): strumento di osservazione strutturato (ex. test standardizzato) predisposizione di situazioni criteriali che si assume possano stimolare la produzione dei comportamenti cui si è interessati (ex.decorated room)

72 Ricerca osservativa e ricerca sperimentale
La distinzione non riguarda: Il luogo (ambiente naturale o laboratorio) La tecnica con cui i dati sono raccolti Il tipo di misura utilizzato Il tipo di interpretazione dei dati

73 Ricerca osservativa e ricerca sperimentale
Controllo delle condizioni di osservazione Accuratezza e validità dei metodi di rilevazione Ricerca Sperimentale Ricerca Osservativa in condizioni naturali Interferenza dell’osservatore Max Min Richieste che vengono fatte al soggetto e vincoli che vengono posti alla normale manifestazione del comportamento

74 Validità di un esperimento
Si riferisce alla verità o all’esattezza della conclusione del ricercatore, alla sua corrispondenza con la realtà È minacciata quando la conclusione che esiste una relazione fra variabili può essere messa in dubbio

75 Validità interna di un esperimento
Riguarda la logica della relazione fra la variabile osservata e quella di disegno Si ha quando vi sono ragioni valide per ritenere che la variabile di disegno abbia causato le modificazioni di quella osservata Quando qualche condizione covaria con la variabile di disegno (e i loro rispettivi effetti non possono essere vagliati separatamente) le due variabili sono confuse

76 Validità interna di un esperimento
Dipende dalla capacità del ricercatore di escludere, nella pianificazione e nella conduzione della ricerca, l’intervento di ogni elemento che permetta di arrivare ad un’interpretazione diversa da quella inizialmente prevista, la quale implica solo le variabili definite all’inizio della ricerca

77 Minacce alla validità interna
Selezione dei soggetti i gruppi assegnati ai diversi livelli della variabile di disegno non sono equivalenti (prima della manipolazione sperimentale) sono diversi per altre caratteristiche oltre che per la variabile di disegno

78 Minacce alla validità interna
Selezione dei soggetti (Esempio) Si intende indagare l’influenza di un’ora supplementare di matematica sul rendimento degli alunni, a fine anno, in questa materia. Seleziono due classi; la prima inserita in una scuola a tempo pieno, la seconda in una con orario ridotto. Agli alunni appartenenti alla prima classe viene impartita l’ora supplementare durante l’orario pomeridiano. Gli alunni appartenenti alle due classi possono differire per altre variabili che co-variano con la variabile di disegno

79 Minacce alla validità interna
Selezione dei soggetti (Soluzioni) Assegnazione casuale dei soggetti alle condizioni sperimentali Se NON è possibile, allora: Controllo delle variabili confondenti

80 Minacce alla validità interna
Eventi esterni al luogo in cui avviene la ricerca ogni volta che un esperimento richiede che i soggetti vengano esaminati in tempi diversi è possibile che alcuni eventi non previsti interagiscano con la condizione sperimentale nel produrre il risultato osservato È una minaccia solo se influenza uno soltanto dei gruppi sperimentali Ex. indagine autostima e autoefficacia percepita studenti universitari pre e post sessione esami

81 Minacce alla validità interna
Eventi esterni al luogo in cui avviene la ricerca (Esempio) Si intende indagare l’influenza di un’ora supplementare di matematica sul rendimento degli alunni, a fine anno, in questa materia. All’interno di una classe di una scuola a tempo pieno, suddivido gli alunni in due gruppi con una procedura casuale. Al primo gruppo viene impartita l’ora supplementare mentre al secondo una lezione di disegno. MA…

82 Minacce alla validità interna
Eventi esterni al luogo in cui avviene la ricerca (Esempio) … i genitori dei bambini del primo gruppo, venendo a conoscenza del fatto che ai loro figli viene impartita un’ora supplementare di matematica, prestano particolare attenzione alle competenze mostrate dagli stessi in tale materia, seguendoli maggiormente durante lo svolgimento dei compiti…

83 Minacce alla validità interna
Maturazione se la raccolta dei dati implica un certo periodo di tempo, è possibile che il comportamento dei soggetti cambi come conseguenza dello sviluppo importante nei casi in cui l’esperimento prevede un pre-test e un post-test (soprattutto se i soggetti sono bambini!)

84 Minacce alla validità interna
Maturazione (Esempio) Volendo verificare l’influenza della frequenza al nido sulle capacità di interazione tra pari, compio una serie di osservazioni nel primo mese di frequenza e le confronto con quelle compiute a fine anno. Se i risultati attestano un aumento delle competenze sociali, posso concludere che è stata la frequenza al nido a operare il cambiamento?

85 Minacce alla validità interna
Perdita selettiva di soggetti nel corso di una ricerca alcuni soggetti possono non completare tutte le fasi i soggetti che abbandonano la ricerca possono essere diversi da quelli che la completano (i soggetti assegnati ad una delle condizioni sperimentali hanno un tasso di abbandono superiore a quello dei soggetti appartenenti all’altra condizione) Ex. Ricerca quasi sperimentale ss con svil tipico e bambini con SD

86 Minacce alla validità interna
Perdita selettiva di soggetti (Esempio) Per studiare l’influenza dell’uso di un linguaggio di programmazione sulle capacità logiche suddivido un gruppo di ragazzi frequentanti la prima media in due gruppi, tramite una procedura casuale. Ad entrambi i gruppi viene richiesto di tornare a scuola al pomeriggio per compiere delle attività che implicano l’uso del computer; al primo gruppo viene insegnato un linguaggio di programmazione mentre al secondo l’uso di un archivio elettronico. Poiché il primo tipo di attività è più complesso, i ragazzi con meno capacità abbandonano la frequenza al corso. Il gruppo sperimentale risulta, così, costituito dai soggetti più bravi o più motivati

87 Minacce alla validità interna
Effetto della regressione verso la media (Galton, 1886) Si verifica ogniqualvolta i soggetti vengono esaminati due o più volte riguardo la stessa variabile gli individui che in una misurazione hanno ottenuto valori vicini al limite superiore della scala tenderanno ad avere in una successiva valutazione valori più bassi, cioè più vicini alla media, e viceversa

88 Minacce alla validità interna
Effetto della regressione verso la media Si presenta quando vengono effettuate più misurazioni su gruppi di soggetti selezionati non casualmente ma sulla base di un determinato punteggio vicino al limite superiore o inferiore della scala di misura

89 Minacce alla validità interna
Regressione verso la media (Esempio) Attraverso una prova di lettura seleziono, all’interno di una classe, i 10 ragazzi con le prestazioni più basse e li inserisco in un particolare percorso didattico volto al miglioramento delle capacità di lettura. Al termine del percorso confronto le loro prestazioni con quelle di altri 10 ragazzi della stessa classe che non hanno ricevuto alcun trattamento particolare.

90 Minacce alla validità interna
Regressione verso la media (Esempio) Posso concludere che il miglioramento rilevato è un effetto dell’addestramento ricevuto?

91 Minacce alla validità interna
Influenze interne all’esperimento ●Esperienza della prova ●Mancata standardizzazione della prova ●Diffusione del trattamento sperimentale

92 Minacce alla validità interna
Esperienza della prova (Esempio) Ipotizzo che una data formulazione delle istruzioni possa facilitare nei bambini la soluzione di problemi. Decido di presentare ad ogni bambino di una classe di V elementare 4 problemi, 2 con le istruzioni e 2 senza istruzioni. Con che ordine devo presentare i problemi per annullare l’effetto della esperienza della prova?

93 Minacce alla validità interna
Esperienza della prova (Esempio) Ordine di presentazione dei problemi: I1-I2-N3-N4 L’effetto della pratica può spiegare perché i problemi con istruzioni non hanno un punteggio alto

94 Minacce alla validità interna
Esperienza della prova (Esempio) Ordine di presentazione dei problemi: N1-N2-I3-I4 L’effetto delle istruzioni può confondersi con l’effetto della pratica

95 Minacce alla validità interna
Esperienza della prova (Esempio) Ordine di presentazione dei problemi: I1-N2-N3-I4 Effetto delle istruzioni molto probabile

96 Procedure di controllo delle variabili estranee
La validità interna di una ricerca è messa in dubbio quando si può ritenere che variabili diverse da quella di disegno, che lo sperimentatore non ha tenuto in conto in fase di progettazione, influenzano la variabile osservata. Esistono delle strategie per controllare queste minacce… Costanza (Situazione sperimentale, Soggetti, Prove) Randomizzazione/casualizzazione (Soggetti, Prove) Bilanciamento (Soggetti) Appaiamento (Soggetti) Controbilanciamento (Prove)

97 Controllo della validità interna attraverso il disegno di ricerca
Tuttavia… i diversi fattori che possono costituire una minaccia alla validità interna di un esperimento possono essere tenuti sotto controllo in misura differente in funzione del tipo di disegno utilizzato VANTAGGI E SVANTAGGI (Riduciamo il rischio di invalidità ma aumenta la complessità del disegno di ricerca)

98 Disegni Sperimentali Condizione necessaria affinché un disegno di ricerca sia definito sperimentale è la presenza di almeno una variabile di disegno manipolata dallo sperimentatore. Ogni VD deve assumere almeno 2 valori, detti livelli, che costituiscono le CONDIZIONI SPERIMENTALI Il modo in cui i soggetti sono assegnati alle condizioni sperimentali determina la differenza tra disegni con confronto tra soggetti e disegni con confronto entro i soggetti, a misure ripetute

99 Disegno sperimentale (confronto)
TRA GRUPPI diversi di soggetti (between-subjects): ogni soggetto è assegnato ad un gruppo diverso definito da uno dei livelli della variabile di disegno nell’analisi dei risultati viene utilizzato un solo dato per ogni soggetto Esistono in questo caso almeno un gruppo di controllo e un gruppo sperimentale (assenza/presenza trattamento), oppure almeno due gruppi sperimentali che possono essere confrontati tra loro (2 trattamenti diversi)

100 Problemi di validità nei disegni between-subjects
Minaccia principale: i 2 gruppi di soggetti possono essere non equivalenti in partenza Rimedio: - assegnazione casuale dei soggetti ai gruppi - controllo delle variabili estranee

101 Disegno sperimentale (confronto)
TRA PRESTAZIONI ripetute degli stessi soggetti (within-subjects): ogni prova o gruppo di prove a cui il soggetto è sottoposto rappresenta un diverso livello della variabile di disegno nell’analisi dei risultati vengono utilizzati più dati per ogni soggetto Non esiste un gruppo di controllo bensì una condizione di controllo!

102 Problemi di validità nei disegni within-subjects
Minaccia principale: essendo i soggetti sottoposti a più prove, può esserci l’influenza della prova prestazione peggiore alle ultime prove stanchezza prestazione migliore alle ultime prove apprendimento influenza reciproca tra le prove

103 Scelta tra i disegni sperimentali
In alcuni casi la scelta è obbligata, nel senso che il problema che si vuole affrontare richiede necessariamente l’utilizzo di un disegno particolare. Ogniqualvolta l’interesse di ricerca verte sulla relazione esistente tra competenze diverse all’interno dell’individuo o sul modo in cui una prestazione, nello stesso individuo, può essere legata alle condizioni in cui la valutazione viene effettuata, è necessario usare un disegno con confronto entro i soggetti

104 Scelta tra i disegni sperimentali
Esempi (confronto entro) I bambini padroneggiano la nozione di conservazione prima per quel che riguarda la massa, poi per quel che riguarda il peso e poi per quel che riguarda il volume I bambini si comportano in maniera differente in funzione dello stato emotivo materno I bambini sono in grado di mettere in atto giochi di livello più evoluto quando interagiscono con un adulto rispetto a quando interagiscono con un coetaneo

105 Scelta tra i disegni sperimentali
Ogniqualvolta la somministrazione di una prova o la partecipazione ad una data situazione sperimentale produce dei cambiamenti non annullabili, bisogna usare il disegno con confronto tra soggetti  impossibilità di annullare gli effetti della prova nell’individuo

106 Scelta tra i disegni sperimentali
Esempi (confronto tra) si vuole testare l’effetto di un trattamento basato sull’attaccamento su delle diadi madre-bambini. I soggetti devono essere assegnati casualmente al trattamento. si intende testare l’efficacia della verbalizzazione in un compito di problem solving in bambini in età scolare. Anche in questo caso assegnazione casuale.

107 Disegno sperimentale “ideale” di Solomon
Solomon elabora un disegno sperimentale molto complesso per il confronto delle differenze tra gruppi di soggetti sottoposti a diverse condizioni sperimentali. Questo disegno permette di eliminare la maggior parte delle possibili minacce alla validità interna. Disegno sperimentale ideale!

108 Disegno sperimentale “ideale” di Solomon
X O2 G1 O3 O4 G2 O5 G3 O6 G4 R= assegnazione casuale / O=osservazione / X=trattamento / G=gruppo Trattamento O2 – O4 Esperienza della prova O4 – O6 Storia/Maturazione O3 - O4 Interazione esperienza prova/trattamento O2 - O5 Differenze preesistenti O1 – O3 Selezione

109 Disegno quasi-sperimentale (confronto)
X O2 G1 O3 O4 G2 Si tratta di un disegno con gruppo di controllo non equivalente (no assegnazione casuale) Difficoltà come confrontare i risultati del gruppo sperimentale con quelli del gruppo di controllo?

110 Disegno quasi-sperimentale
In questo caso il gruppo sperimentale sembra migliorare per l’effetto del trattamento. Tuttavia, il gruppo di controllo risulta ottenere, in fase pretest, dei punteggi significativamente migliori rispetto al GS. E’ plausibile che non vi sia un miglioramento nei soggetti del GC perché esibivano, già all’inizio le loro migliori prestazioni (effetto soffitto). Il miglioramento di GS potrebbe quindi essere ricondotto agli effetti di maturazione e esperienza della prova.

111 Disegno quasi-sperimentale
In questo caso il gruppo sperimentale ha in fase pretest punteggi più alti rispetto ai ss di controllo. Nel post-trattamento vediamo un miglioramento di entrambi i gruppi che, anche in questo caso, non è attribuibile al trattamento. Ancora una volta la maturazione e l’esperienza della prova possono aver causato il miglioramento nei soggetti.

112 Disegno quasi-sperimentale
E’ accertata l’eguaglianza nel pretest tra i diversi gruppi. Posso concludere un effetto del trattamento sul GS.

113 Disegno quasi-sperimentale
Questi sono i risultati più interpretabili. Il miglioramento e il superamento del gruppo GS nei confronti di GC ci permettono di escludere altre fonti di influenza, diverse dal trattamento sperimentale.

114 (disegno fattoriale 2x2)
E’ un disegno in cui due o più variabili (o fattori) sono impiegate in modo tale che tutte le possibili combinazioni dei valori selezionati di ciascuna variabile siano utilizzati Nel caso più semplice avremo due variabili ciascuna delle quali ha due livelli (disegno fattoriale 2x2)

115 Disegno Fattoriale (esempio)
Siamo interessati alle caratteristiche di una persona che possono influenzare il giudizio di colpevolezza dato da un giudice quando la persona stessa è accusata di un crimine ho due fattori… Piacevolezza / Espressione facciale

116 Disegno Fattoriale (esempio)
Due esperimenti separati: Piacevolezza dell’aspetto Attraente Non attraente ___________________________________ Espressione Facciale Neutra Sorridente

117 Disegno Fattoriale (esempio)
Un esperimento unico che permette di studiare gli effetti delle due variabili di disegno nello stesso tempo Espressione Facciale (A) Piacevolezza (B) Neutra (A1) Sorridente (A2) Non attraente (B1) G1 (A1-B1) G2 (A2-B1) Attraente (B2) G3 (A1-B2) G4 (A2-B2)

118 Disegno Fattoriale (esempio)
Espressione Facciale (A) Piacevolezza (B) Neutra (A1) Sorridente (A2) Effetti di B Non attraente (B1) A1-B1 88 A2-B1 24 56 Attraente (B2) A1-B2 16 A2-B2 32 Effetti di A 52 28

119 Disegno Fattoriale -Effetti principali-
Effetto principale: effetto medio di una variabile in tutti i valori di un’altra variabile (o di altre variabili) Si ha un effetto principale quando gli effetti di una delle variabili di disegno si mantengono essenzialmente equivalenti in tutti i livelli dell’altra (delle altre)

120 Disegno Fattoriale -Effetti di interazione-
Effetto di interazione: due variabili interagiscono se l’effetto di una variabile dipende dal livello dell’altra gli effetti di una variabile di disegno variano in funzione dei livelli dell’altra variabile di disegno

121 Disegno Fattoriale -Effetti -
Uno sperimentatore è interessato a valutare il livello di attivazione del bambino in risposta a un intervento contingente o non contingente dell’interlocutore. E altresì interessato a comprendere se ci possono essere differenze in funzione del genere del partner comunicativo. Crea quindi 4 condizioni sperimentali: Risposta contingente voce femminile Risposta contingente voce maschile Risposta non contingente voce femminile Risposta non contingente voce maschile

122 Effetto principale: tempo di produzione/contingenza

123 Effetti principali Effetti principali: tipo di voce + tempo di produzione/contingenza

124 Effetto d’interazione

125 Effetto d’interazione

126 Disegni Misti L’influenza di alcune variabili viene confrontata tra gruppi diversi di soggetti mentre quella di altri fattori viene valutata sulla base del confronto tra prove diverse effettuate dagli stessi soggetti Un disegno fattoriale misto ha almeno una variabile entro i soggetti e almeno una variabile tra i soggetti

127 Disegno Fattoriale Misto (esempio)
Variabile entro i soggetti (tipo di musica) A A2 B1 (maschi) S1 S2 S3 S10 B2 (femmine) S11 S12 S13 S20 Variabile tra i soggetti (genere) Variabile osservata: gradimento

128 Disegno Fattoriale Misto (esempio)
Che tipo di effetto abbiamo?

129 Disegno Fattoriale Misto (esempio)
Che tipo di effetto abbiamo?

130 Disegno Fattoriale Misto (esempio)
Che tipo di effetto abbiamo?

131 Validità esterna di un esperimento
Riguarda l’applicabilità dei risultati della ricerca ad un’altra situazione (diversi soggetti, diversi luoghi, diversi tempi) Rappresentatività del campione (NO gruppi dotati di caratteristiche particolari) Il comportamento osservato NON deve essere in funzione delle condizioni generali in cui avviene la rilevazione

132 Validità esterna di un esperimento
ESEMPIO DI RICERCA La visione di programmi violenti alla televisione induce nei bambini la comparsa di comportamenti aggressivi? I partecipanti sono suddivisi secondo una procedura casuale in 2 gruppi. Il GS è esposto alla visione di un programma televisivo con contenuti violenti; il GC è esposto alla visione di un programma con contenuto neutro.

133 Validità esterna di un esperimento
ESEMPIO DI RICERCA Ai partecipanti di entrambi i gruppi viene detto che in un’altra stanza (non visibile) c’è un bambino impegnato in un gioco in cui deve girare una manopola. I partecipanti possono aiutarlo, premendo un pulsante che rende la manopola più facile da girare, o fargli del male premendo un altro bottone che rende, invece, la manopola bollente. Misura dell’aggressività indotta = tipo di pulsante premuto

134 Validità esterna di un esperimento
ESEMPIO DI RICERCA Che tipo di generalizzazione si può trarre dai risultati? La visione di programmi violenti è la causa dell’aggressività X causa Y    NO La comparsa di comportamenti aggressivi è influenzabile dall’esterno X può essere la causa di Y    SI

135 Validità esterna di un esperimento
Manipolazione delle variabili di disegno Controllo delle variabili estranee Validità Interna Artificialità della situazione Alterazioni del comportamento osservato Validità Esterna ???

136 Validità esterna di un esperimento
Il problema della validità esterna si pone solo quando lo scopo della ricerca è quello di ottenere risultati generalizzabili MA se lo scopo è quello di mettere alla prova alcune generalizzazioni (e NON quello di farne di nuove) il problema non si pone

137 Validità ecologica di un esperimento
Si riferisce alla coincidenza tra: la percezione che il soggetto ha della situazione in cui il comportamento viene studiato le condizioni ambientali che lo sperimentatore intendeva ottenere

138 Validità ecologica di un esperimento
QUINDI l’ambiente del quale i soggetti hanno esperienza (in una determinata indagine scientifica) deve avere, per i soggetti stessi, le caratteristiche che il ricercatore suppone o assume

139 Validità ecologica di un esperimento
Validità ecologica come generalizzabilità al comportamento nella vita reale Grado in cui il comportamento esibito in laboratorio corrisponde al comportamento esibito nella vita di tutti i giorni Per valutarlo è necessario prendere in esame vari parametri

140 Validità ecologica di un esperimento
Diversi aspetti condizionano la validità ecologica dell’esperimento: La natura del setting sperimentale e come viene percepito dal soggetto. La natura degli stimoli che vengono presentati al soggetto. La natura della risposta richiesta al soggetto.

141 Validità ecologica di un esperimento
LABORATORIO O AMBIENTE NATURALE? non è vero che una ricerca può considerarsi ecologicamente valida solo se condotta in una situazione ambientale naturale anche una ricerca condotta in laboratorio può essere ecologicamente valida (dipende da come la situazione sperimentale è percepita e interpretata dai soggetti)

142 Validità ecologica di un esperimento
LABORATORIO O AMBIENTE NATURALE? Il ricercatore deve indagare sul significato psicologico e sociale dell’esperienza propria del soggetto nella situazione ambientale in questione Il ricercatore deve assicurarsi che il significato soggettivo della situazione corrisponda all’esperienza relativa all’ambiente a cui il ricercatore desidera generalizzare i suoi dati

143 Validità ecologica di un esperimento
NATURA DEGLI STIMOLI “… gli studi contemporanei dei processi cognitivi usano come stimoli sperimentali dei materiali che sono astratti, discontinui e solo marginalmente contengono elementi di realtà. Sembra quasi che l’invalidità ecologica sia un aspetto deliberatamente cercato nel disegno sperimentale” (Neisser, 1976)

144 Validità ecologica di un esperimento
NATURA DEGLI STIMOLI (esempio) Le informazioni che abbiamo ricavato sulle capacità di memoria dei bambini in situazioni di laboratorio con l’utilizzo di stimoli emotivamente neutri o astratti possono essere usate per valutare l’attendibilità dei bambini come testimoni in tribunale?

145 Validità ecologica di un esperimento
NATURA DEL COMPITO, DEL COMPORTAMENTO O DELLA RISPOSTA RICHIESTI In alcuni paradigmi sperimentali si producono dei comportamenti semplici o delle risposte che poi vengono interpretati come evidenza di processi psicologici complessi   Preferential looking


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