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Relatrici: Prof.sse Antonietta Centolanze e Laura guerzoni

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Presentazione sul tema: "Relatrici: Prof.sse Antonietta Centolanze e Laura guerzoni"— Transcript della presentazione:

1 Relatrici: Prof.sse Antonietta Centolanze e Laura guerzoni
FORMARE PER INCLUDERE “DSA E ALTRI BES Gli strumenti dell’inclusione dell’USR Piemonte: GLI, PAI, DGR16, PDP “ Relatrici: Prof.sse Antonietta Centolanze e Laura guerzoni

2 LEGGE 170/2010 Art. 1 DEFINIZIONE
Art. 1 Riconoscimento e definizione di DISLESSIA, DISGRAFIA, DISORTOGRAFIA, DISCALCULIA © Francesco Zambotti - GRIIS Unibz

3 Disturbi Specifici di Apprendimento
Difficoltà nella lettura DISLESSIA DISORTOGRAFIA Difficoltà nell’ortografia Disturbi specifici delle prassie della scrittura DISGRAFIA Deficit del sistema di elaborazione dei numeri e del calcolo DISLESSIA DISORTOGRAFIA : Commettono molti errori di tutti I tipi e spesso riescono anche a scrivere la stessa parola all’interno di un testo in modi differente DISGRAFIA : La scrittura e’ illeggibile spesso anche a se stesso DISCALCULIA: Il b. non associa numero/quantita’ , oppure non ha stabile il fatto che 2 scritto in num arabi e II in numero romano e DUE abbiano lo stesso valore. Oppure DIFFICOLTA” semantiche del numero un b discalculico non ha in mente la linea dei numeri e il valore posizionale delle cifre. Se gli si detta 1020 magari scrive 120. D.S. C. del TESTO: Non nella comprensione delle singoli frasi. DISCALCULIA

4 La scuola sta cambiando?
DSA: La Legge 170/2010 e le disposizioni attuative contenute nel DM 12 luglio 2011, riassumono e superano tutti i provvedimenti e note ministeriali precedenti Centolanze - Guerzoni

5 Che effetto ha avuto la L. 170 sulla scuola?
Migliorare il rendimento scolastico e l’integrazione dei ragazzi con DSA Riempire un vuoto normativo e rispondere ad esigenze avvertite fortemente dai genitori e dal mondo della scuola Legittimare le azioni che la scuola e la famiglia avevano messo in campo Sensibilizzare gli operatori scolastici, sanitari e l’opinione pubblica Promuovere la ricerca e la formazione dei docenti Centolanze - Guerzoni

6 I DSA SONO NEURODIVERSITA’
NON sono UNA MALATTIA NON sono conseguenza di UN BLOCCO PSICOLOGICO NON sono conseguenza di UN BLOCCO EDUCATIVO NON sono conseguenza di UN BLOCCO RELAZIONALE NON sono dovuti a DEFICIT DI INTELLIGENZA NON sono dovuti a DEFICIT SENSORIALI I DSA SONO NEURODIVERSITA’ CONGENITE GENETICHE

7 CLASSIFICAZIONE DIAGNOSTICA DSA
ICD 10 – Disturbi Specifici dello Sviluppo DSM IV TR Disturbi dell’Apprendimento TERMINOLOGIA COMUNE F 81.0 Disturbo specifico di lettura o disturbo specifico di comprensione del testo 315.0Disturbo della lettura Dislessia F81.1 Disturbo specifico della compitazione 315.2 Disturbo dell’espressione scritta Disortografia e Disgrafia F81.2 Disturbo specifico delle abilità aritmetiche 315.1 Disturbo del calcolo Discalculia F81.3 Disturbi misti delle abilità scolastiche Comorbilità dei disturbi F81.9 Disturbi evolutivi delle abilità scolastiche non specificati 315.9 Disturbo NAS_non altrimenti specificato

8 Per la diagnosi di dislessia è necessario che la correttezza e la velocità di lettura si trovino nella fascia inferiore a -2 deviazioni standard dalla media per l'età. Giacomo Cutriero «La mia dislessia»

9 Per essere diagnosticato come dislessico bisogna avere un quoziente intellettivo pari o superiore alla norma. (essere nella fascia rossa) QI oltre 85 discrepanza tra QI verbale e QI di performance Giacomo Cutriero «La mia dislessia»

10 La velocità di lettura di un dislessico è la metà di quella degli altri e in compenso ha un affaticamento da lettura che è 3 volte tanto Giacomo Cutriero «La mia dislessia»

11 Per chi ha un DSA Leggere … Scrivere … Contare … NON SONO ABILITA’ AUTOMATICHE

12 - sostituzioni tra suoni simili (t/d, p/b, f/v
- sostituzioni tra suoni simili (t/d, p/b, f/v...) - impercezione di doppie ed accenti - inversioni - omissioni di fonemi o parti della parola Giacomo Cutriero «La mia dislessia»

13 come si invertono le lettere così si invertono anche i numeri e quindi…
Giacomo Cutriero «La mia dislessia»

14 Inversione dei simboli grafici: la parentesi si inverte con il meno e il risultato passa ‘automagicamente’ da -X+1 a -X -1. Giacomo Cutriero «La mia dislessia»

15 Al termine della 2° elementare un bb legge normalmente 3 sillabe/secondo, mentre un bb con DSA legge 2 sillabe/secondo. Fino a quando non si raggiunge la soglia delle 3 sillabe al secondo non si riesce a svolgere insieme lettura e comprensione del testo. Si è talmente presi dalla decodifica del testo che non si riesce anche comprenderne il significato. Giacomo Cutriero «La mia dislessia»

16 PROVIAMO A LEGGERE:

17 Un DSA implica un problema di Decodifica del testo.
La tecnica che avete utilizzato per leggere è la lettura globale. In pratica avete letto la parola intera nel suo insieme e non vi siete soffermati su ogni singola lettera Questa tecnica presuppone che la conoscenza di tutte le parole (bisogna averle nel "vocabolario mentale" per riconoscerle) Non funziona con l'Inglese o con altre lingue straniere non trasparenti Un DSA implica un problema di Decodifica del testo. Giacomo Cutriero «La mia dislessia»

18 http://www. youtube. com/watch
(Nei panni di un dislessico)

19 COME VI SENTITE?

20 COSA SIGNIFICA ESSERE DISLESSICI?
“Nessuno potrà mai capire cosa significhi essere dislessici nel mondo della scuola. Nessuno potrà mai capire, dal di fuori, cosa si provi a sentirsi umiliati per tutta la propria infanzia e sentirsi ripetere giorno dopo giorno che non sarete mai capaci di avere successo in niente”. Lo racconta Jackie Stewart, vincitore per ventisette volte del Grand Prix , incoronato Sir dal Principe Carlo. È dislessico!

21 un diverso modo di imparare che richiede:
L’ alunno con DSA utilizza un diverso modo di imparare che richiede: la conoscenza dei DSA da parte dei docenti un’organizzazione scolastica flessibile una metodologia didattica personalizzata 21

22 http://www. youtube. com/watch
(Noi dislessici non siamo stupidi)

23 BES dir. Min. 27/12/2012 circ. min. n.8 del 6 Marzo 2013
Disabilità Legge 104/92 Linee guida 2009 Medico/Inps CERTIFICAZIONE docente di sostegno Disturbi evolutivi Specifici: DSA Legge 170/2010 Linee Guida DSA 2011 ADHD FIL DL …… Sanitari DIAGNOSI CLINICA E FUNZIONALE Svantaggio socioculturale economico e linguistico Consiglio Classe RELAZIONE SCUOLA

24 Bisogni Educativi Speciali
dir. Min. 27/12/2012 circ. min. n.8 del 6 Marzo 2013

25 Bisogno Educativo Speciale
Il Bisogno Educativo Speciale è qualsiasi difficoltà in ambito educativo e/o apprenditivo, che consiste in un funzionamento problematico anche per il soggetto, in termini di danno, ostacolo o stigma sociale, e che necessita di educazione speciale individualizzata. (Ianes e Macchia, 2008) © Francesco Zambotti - GRIIS Unibz

26 DISTURBI EVOLUTIVI SPECIFICI
«…Comprendono i deficit del linguaggio, delle abilità non verbali, della coordinazione motoria, dell’attenzione e dell’iperattività..»

27 Sindrome ADHD Settori problematici del trattamento
Scopo: Illustrare il trattamento multimodale e l’intervento su diversi livelli NOTE DEL RELATORE Un trattamento per l’ADHD personalizzato deve tener in considerazione il fatto che il bambino non solo ha problemi di inattenzione, iperattività e impulsività, ma spesso presenta disturbi associati quali il disturbo della condotta, il disturbo dell’apprendimento e un funzionamento sociale e accademico deficitario. Il problema si allarga alla famiglia del bambino, che spesso presenta problemi genitoriali, mancanza di controllo sul bambino, un rapporto bambino-genitori negativo, fino ad arrivare a stress matrimoniale o problemi di salute mentale dei genitori (per es. depressione, impulsività, inattenzione). Questi problemi vengono esacerbati dalla situazione del bambino, ma, a loro volta, possono esacerbare il problema del bambino stesso. Normalmente a scuola il bambino presenta difficoltà di apprendimento e scarso rendimento scolastico, con rapporti insegnante-studente spesso molto tesi. Esistono anche problemi di relazione interpersonale con i coetanei. Bibliografia: Barkley RA (1998). Attention-deficit hyperactivity disorder. A Handbook for Diagnosis and Treatment. New York: Guilford. Döpfner M, Frölich J & Lehmkuhl G (2000). Hyperkinetische Störungen. Leitfaden Kinder- und Jugendpsychotherapie, Band 1. Göttingen: Hogrefe. Inattenzione Iperattività Bambino Impulsività Disturbi associati Deficit funzionale Problemi genitoriali, mancanza di controllo, problemi relazionali Famiglia Carico per la famiglia, problemi di salute mentale dei genitori Difficoltà di apprendimento e insuccesso scolastico Scuola Rapporto negativo insegnante-studente Coetanei Relazioni interpersonali negative con i coetanei

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30 Lo svantaggio culturale e socioeconomico o personale
« …Ogni alunno, con continuità o per determinati periodi, può manifestare Bisogni Educativi Speciali: per motivi fisici, biologici, fisiologici per motivi psicologici per motivi sociali, rispetto ai quali è necessario che le scuole offrano adeguata e personalizzata risposta; tali tipologie di BES dovranno essere individuate sulla base di elementi oggettivi (come ad es. una segnalazione degli operatori dei servizi sociali), ovvero di ben fondate considerazioni psicopedagogiche e didattiche»

31 Bisogni Educativi Speciali
Alunni con Bisogni Educativi Speciali dir. Min. 27/12/2012 circ. min. n.8 del 6 Marzo 2013 Nota USR Piemonte 3709 del 19/04/2014 Tutti quegli allievi che per vari motivi vanno male a scuola e necessitano di un aiuto speciale E’ "speciale" ogni alunno che manifesta "bisogni educativi speciali" (special educational needs) in presenza di situazioni particolari e di difficoltà temporanee o permanenti … Non prendersi cura di tali bisogni significa condannare l'alunno all'insuccesso formativo e all'esclusione dai processi educativi.

32 Alunni con Bisogni Educativi Speciali
dir. Min. 27/12/2012 circ. min. n.8 del 6 Marzo 2013 Nota USR Piemonte 3709 del 19/04/2014 Una scuola professionale full inclusive deve saper riconoscere i bisogni dei suoi alunni, deve possedere aggiornate e solide competenze di tipo pedagogico, psicologico, metodologico-didattico, organizzativo e relazionale, deve poter disporre di strumenti e risorse concreti da utilizzare nella progettazione e nella realizzazione di interventi che garantiscano il successo formativo di ognuno. (UNESCO -1994, The Salamanca Statement and Framework for Action on Special Needs Education, Salamanca, Spagna)

33 "L’aula non funziona bene per nessuno fino a quando non funziona bene per tutti" (Gentile)
Centolanze - Guerzoni © Francesco Zambotti - GRIIS Unibz

34 VALUTAZIONE DEGLI STUDENTI CON DSA/BES
D.M.12 luglio 2011 sui DSA Articolo 6 Forme di verifica e di valutazione «La valutazione deve concretizzarsi in una prassi che espliciti concretamente le modalità di differenziazione (Strumenti compensativi/ dispensativi) a seconda della disciplina e del tipo di compito, discriminando fra ciò che è espressione diretta del disturbo e ciò che esprime l’impegno dell’allievo e le conoscenze effettivamente acquisite.» Centolanze - Guerzoni

35 Modalità di valutazione per gli studenti con DSA
Valutazione della partecipazione attiva nelle attività inclusive tenendo conto delle caratteristiche del disturbo Valutazione nelle verifiche scritte del contenuto piuttosto che della forma Forme di valutazione dinamica (riflessione metacognitiva ricerca degli errori) Tener conto del punto di partenza e dei risultati conseguiti Nell‘esposizione orale non pretendere la memorizzazione di date e di elementi mnemonici Valorizzazione dei prodotti multimediali realizzati Centolanze - Guerzoni

36 Verifiche scritte (indicare sempre l'obiettivo oggetto di valutazione)
proporre verifiche uguali a quelle delle classe, con tempi più lunghi verifiche divise in più parti da somministrare in momenti diversi; proporre verifiche uguali a quelle della classe, con meno esercizi ma con obiettivi identici (ad esempio in matematica); proporre verifiche uguali a quelle della classe, rispettando il criterio della gradualità (grammatica, lingua straniera ….) privilegiare esercizi a scelta multipla, con vero o falso, a completamento e con domande esplicite; richiedere risposte brevi, con eventuali descrizioni di immagini; per lo svolgimento del “tema”, far costruire una scaletta per meglio gestire le operazioni importanti nel processo di costruzione di un testo; Centolanze - Guerzoni

37 potenziare l'uso del pc e degli strumenti compensativi;
controllare che le richieste siano recepite; non penalizzare gli errori quando è chiaro il contenuto; fornire prima della lezione gli appunti sotto forma di schema o mappa e consentirne l’uso durante le verifiche Non penalizzare la valutazione per l’uso degli strumenti previsti nel PDP Centolanze - Guerzoni © Francesco Zambotti - GRIIS Unibz

38 MISURARE e VALUTARE non è lo stesso processo Nella pratica scolastica i due concetti sono spesso erroneamente sovrapposti MISURARE = misurazione oggettiva della prestazione (es. la “conta degli errori”) secondo criteri matematici VALUTARE = apprezzamento del docente che utilizza criteri (soggettivi) che vanno oltre l’esito puro della prestazione Centolanze - Guerzoni

39 UNA GIUSTA VALUTAZIONE “La peggiore ingiustizia è trattare in maniera uguale situazioni differenti”. Don Milani Centolanze - Guerzoni

40 Spesso gli insegnanti credono che …
QUESTA NON è GIUSTIZIA! Infatti … ”Non c’è peggiore ingiustizia del dare coseuguali a persone che uguali non sono”. Don Lorenzo Milani

41 Empowerment senso di autoefficacia
circolo virtuoso autostima-motivazione-apprendimento. valorizzare la partecipazione autonoma dell’allievo al processo di costruzione delle sue competenze, adottare uno stile dell’insegnante non direttivo ma di guida predisporre una valutazione mettendo in risalto l’impegno, la partecipazione attiva e la motivazione.” Nota prot. n Damiani, Suraniti, 2013 Centolanze - Guerzoni

42 L’INCLUSIONE E’ UN PROCESSO CULTURALE
basato sulla parità dei diritti, l’equità, la qualità dell’istruzione e della formazione. IL PROCESSO INCLUSIVO IMPLICA: il cambiamento radicale del nostro sistema educativo a livello di curricolo, processi valutativi, approccio pedagogico, organizzazione del sistema scuola

43 GLI STRUMENTI DELL’INCLUSIONE: PAI - DGR16 - PDP

44 GLI DI ISTITUTO Gruppo di lavoro per l’inclusione
Il GLH di istituto diventa GLI Estensione dei propri compiti a tutti i BES Composto da DS, Figure Strumentali, docenti sostegno, AEC (Assistenza Educativa Culturale), assistenti alla comunicazione, docenti curriculari, coordinatori, genitori, esperti istituzionali, esterni convenzionati.

45 Compiti del GLI e della scuola
Rilevazione dei BES presenti nella scuola Documentazione degli interventi didattico-educativi già attuati in passato che diventano le buone prassi della Scuola. Confronto su casi, consulenza e supporto ai colleghi su strategie/metodologie di gestione delle classi Rilevazione, monitoraggio e valutazione del livello di inclusività Elaborazione di una proposta di Piano Annuale per l’Inclusività

46 PIANO ANNUALE INCLUSIONE C.M. n 8 del 6/03/13
Il GLI elaborerà un Piano Annuale per l’inclusione (PAI) in modo da “accrescere la consapevolezza dell’intera comunità educante sulla centralità e la trasversalità dei processi inclusivi in relazione alla qualità dei risultati educativi...”

47 Finalità del PAI L’assunzione collegiale di responsabilità in relazione alla stesura del PAI ha lo scopo di: consentire una riflessione collegiale sulle modalità educative e sui metodi di insegnamento adottati nella scuola garantire l’unitarietà dell’approccio educativo e didattico dell’istituzione scolastica garantire la continuità dell’azione educativa e didattica anche in caso di variazione dei docenti e del dirigente scolastico (continuità orizzontale e verticale) © Francesco Zambotti - GRIIS Unibz

48 Recepisce l’Accordo Stato-Regioni del 2012 e definisce
D.G.R del 4 febbraio 2014 Recepisce l’Accordo Stato-Regioni del e definisce un percorso finalizzato al completamento dell’iter diagnostico di DSA entro 6 mesi, attraverso una scheda descrittiva delle abilità scolastiche, utile ad attestare gli interventi posti in essere da parte della scuola. ALLEGATO 3 – scheda di collaborazione scuola/famiglia per la sec. I e II grado ALLEGATO 2 – scheda di collaborazione scuola/famiglia per la scuola primaria

49 SCUOLA ATTIVATRICE La scuola risulta quindi l’attivatrice dell’iter
diagnostico-certificatorio Il ruolo del docente è centrale La sanità certifica entro 6 mesi se DSA I primi 4 passaggi attivati dalla scuola: identificazione precoce dei rischi e dei sospetti; attività di recupero didattico mirato; rilevazione delle difficoltà persistenti; comunicazione alla famiglia.

50 Piano Didattico Personalizzato PDP per DSA e altri BES USR Piemonte
PIANO: progetto DIDATTICO: finalizzato all‘efficacia dell'insegnamento del docente e dell’apprendimento del discente PERSONALIZZATO: diversificazione delle metodologie, dei tempi, degli strumenti nella progettazione del lavoro della classe; prevede strumenti compensativi e misure dispensative che sollevano lo studente da una prestazione resa difficoltosa dal disturbo, ma non facilitano il compito dal punto di vista cognitivo

51 PDP: fulcro dell’attività didattico-educativa, dalla progettazione alla valutazione
Implica problematiche complesse: - fruibilità e condivisione della diagnosi per i docenti - la conoscenza dei DSA e relativi strumenti compensativi/misure dispensative la didattica inclusiva: - personalizzazione dell’insegnamento, - progettazione per competenze - valutazione per competenze

52 Rischio di burocratizzazione del PDP
Standardizzazione: mero elenco di strumenti compensativi e dispensativi senza aggancio alle situazioni reali Genericità: non emerge il profilo dello studente. Centrato sull’insegnante: la scelta degli strumenti e dei mediatori didattici viene fatta senza riferirsi alle esigenze specifiche dell’allievo Atemporalità, cioè il rischio che gli strumenti e i mediatori didattici non si modifichino in virtù dell’apprendimento e della dimensione psico-evolutiva biografica

53 Per gli alunni DSA in possesso di diagnosi da struttura privata, o che dimostrino l’attivazione del percorso diagnostico, si raccomanda di stilare preventivamente il PDP e adottare le misure previste dalla legge 170 Negli anni terminali di ciascun ciclo scolastico, le certificazioni dovranno essere presentate entro il 31 marzo (come previsto dall’Accordo Stato-Regioni 25 luglio 2012).

54 TUTTO CIO’ CHE VA BENE PER I RAGAZZI CON BES VA BENISSIMO PER GLI ALTRI!
Adozione di strategie e metodologie favorenti, quali l’apprendimento cooperativo, il lavoro a coppie, il tutoring, l’apprendimento per scoperta, l’utilizzo di mediatori didattici privilegiare una didattica di tipo laboratoriale

55 Co-costruzione Tutti gli insegnanti, ALUNNI, personale ATA devono essere partecipi, perché l’inclusione degli alunni in difficoltà deve riguardare tutti gli ambiti della vita scolastica. © Francesco Zambotti - GRIIS Unibz

56 La scuola è un posto per tutti?
E’ un luogo in grado di offrire una cornice in cui gli alunni a prescindere da differenze di genere, di origine etnica, culturale, evolutiva di abilità……possono essere ugualmente valorizzati, trattati con rispetto e garantiti nel loro diritto alle pari opportunità? Comincia da te…

57 ...l’inclusione è un processo che coinvolge tutti…
Grazie per l’attenzione


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