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RENÉ DESCARTES (CARTESIO)

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Presentazione sul tema: "RENÉ DESCARTES (CARTESIO)"— Transcript della presentazione:

1 RENÉ DESCARTES (CARTESIO)
( ) Classe 4ª BSU – a.s

2 IL “SECOLO D’ORO” DELL’OLANDA
XVII secolo IL “SECOLO D’ORO” DELL’OLANDA domina con l’Inghilterra le comunicazioni e gli scambi intercontinentali la piccola repubblica olandese diviene una potenza economica ha una forma singolare di governo per l’epoca vi si instaura un clima religioso-culturale aperto e tollerante HendricK Avercamp – Inverno ad Amsterdam

3 OLANDA Per il clima di tolleranza che vi si respirava e per il grande fermento culturale che la caratterizzò nel suo “secolo d’oro” (XVII), l’Olanda fu scelta come “patria ideale” dal filosofo e scienziato francese Cartesio, l’uomo che avrebbe fondato con i suoi studi la filosofia moderna. Cartesio si stabilì in Olanda nel 1628 e lì scrisse le sue opere più importanti, che lo resero famoso in tutta Europa. Nel 1649 fu chiamato alla corte della regina Cristina di Svezia per esporle personalmente la sua filosofia. Il clima rigido scandinavo, però, lo portò ad ammalarsi di polmonite. Morì a Stoccolma l’11 febbraio 1650.

4 Jan Brueghel – Visita ad una fattoria
1. DISCORSO SUL METODO Jan Brueghel – Visita ad una fattoria

5 Saggio scritto in francese rivolto alle persone colte
È un’autobiografia intellettuale di Cartesio Tende a fornire strumenti di conoscenza utili ad esercitare il dominio dell’uomo sulla natura DISCORSO SUL METODO ha finalità PRATICHE consentono di migliorare la vita dell’uomo TEORETICHE consentono la conoscenza del reale

6 Obiettivo di questa prima parte
CRITICA agli insegnamenti che gli erano stati impartiti nel collegio gesuitico di La Flèche BASATI SU discipline letterarie e storiche e sulla teologia CHE non fanno conoscere ai giovani la realtà, né danno loro un sapere utile ad orientarsi nel mondo

7 Il caduceo, simbolo della medicina
Tra tutte le scienze, Cartesio ritiene innanzitutto doveroso sviluppare gli studi di medicina: a che servirebbe, infatti, procurare all’uomo agi e ricchezze se non si risolve innanzitutto il problema del suo benessere fisico? Il caduceo, simbolo della medicina

8 L’ALBERO DELLA FILOSOFIA
MEDICINA MECCANICA MORALE FISICA METAFISICA Scopo della ricerca è far crescere sulle radici della metafisica il tronco robusto della fisica, dalla quale si dipartono i rami frondosi e fecondi della meccanica, della medicina e della morale, strumenti del benessere dell’uomo.

9 Quantitativamente è uguale in tutti gli uomini in quanto uomini
La differenza sta nell’uso che se ne fa e nel modo in cui la si utilizza RAGIONE Non basta possedere la ragione per ragionare bene, bisogna utilizzarla nel modo giusto secondo regole precise ed ordinate da qui la necessità di elaborare un METODO

10 Queste asserzioni fanno considerare il Discorso sul metodo come il manifesto del RAZIONALISMO MODERNO che ha inizio proprio con Cartesio

11 “Sono stato allevato nello studio delle lettere fin dalla fanciullezza, e poiché mi si faceva credere che con esse si poteva conseguire una conoscenza chiara e sicura di tutto ciò che è utile nella vita, avevo un estremo desiderio di apprendere. Ma non appena ebbi concluso questo intero corso di studi, al termine del quale si è di solito annoverati tra i dotti, cambiai completamente opinione: mi trovavo infatti in un tale groviglio di dubbi e di errori da avere l'impressione di non aver ricavato alcun profitto, mentre cercavo di istruirmi, se non scoprire sempre più la mia ignoranza” Cartesio – Discorso sul metodo

12 A salvarsi, secondo Cartesio, è solo la MATEMATICA, unica disciplina che si distingue per la certezza e l’evidenza dei suoi ragionamenti

13 “Mi interessavo soprattutto alla matematica, per via dell’evidenza e della certezza delle sue ragioni; ma non ne afferravo ancora la vera funzione e, supponendo che servisse solo alle arti meccaniche, mi stupivo che su basi tanto stabili e salde non si fosse costruito qualcosa di più importante” Cartesio – Discorso sul metodo

14 Deluso da tutto, Cartesio si arruolò nell’esercito, ma la notte del 10 novembre 1619, mentre si trovava acquartierato nei pressi di Ulm, maturò una prima intuizione, dopo giorni di profonda riflessione, vissuta con forte intensità emotiva: messosi a letto “tutto pieno d’entusiasmo” e tutto preso dal pensiero “di aver trovato quel giorno i fondamenti di una scienza meravigliosa”, fece tre sogni, due terribili e uno dolce e gradevole, che interpretò in condizioni di dormiveglia come venuti dall’alto e a conferma della sua scoperta. Convinto di avere trovato la via che porta alla completa riforma del sapere e alla verità, fece voto di un pellegrinaggio di ringraziamento a Loreto (a cui tenne fede) e, da allora, orientò a quello tutto il suo lavoro La Santa Casa di Loreto

15 “Volendo seriamente ricercare la verità delle cose, non si deve scegliere una scienza particolare, infatti esse sono tutte connesse tra loro e dipendenti l'una dall'altra. Si deve piuttosto pensare soltanto ad aumentare il lume naturale della ragione, non per risolvere questa o quella difficoltà di scuola, ma perché in ogni circostanza della vita l'intelletto indichi alla volontà ciò che si debba scegliere; e ben presto ci si meraviglierà di aver fatto progressi di gran lunga maggiori di coloro che si interessano alle cose particolari e di aver ottenuto non soltanto le stesse cose da altri desiderate, ma anche più profonde di quanto essi stessi possano attendersi ” Cartesio – Discorso sul metodo

16 CONTRO IL PRINCIPIO ARISTOTELICO-SCOLASTICO
LE BASI DEL METODO CONTRO IL PRINCIPIO ARISTOTELICO-SCOLASTICO PER UNA NUOVA TEORIA secondo la quale la conoscenza è opera della ragione, la quale grazie alle sue strutture logiche è capace di intuire da sola i principi del conoscere e su di essi costruire una spiegazione dell’intera realtà per cui nulla è nell’intelletto se prima non è passato attraverso i sensi

17 TEOLOGIA ARISTOTELISMO CRITICA AL SAPERE TRADIZIONALE FILOSOFIA
VERITÁ RIVELATA NUOVA CONOSCENZA DOGMATICA STERILE, perché incapace di perché è basata sulla TEOLOGIA ARISTOTELISMO CRITICA AL SAPERE TRADIZIONALE MAGIA, ASTROLOGIA, ALCHIMIA FILOSOFIA perché perché CONTRADDITTORIA IMPOSTURE

18 1. EVIDENZA 2. ANALISI 3. SINTESI 4. ENUMERAZIONE
LE QUATTRO REGOLE DEL METODO 1. EVIDENZA 2. ANALISI in base ad essa solo le idee chiare e distinte sono considerate vere impone la scomposizione del problema nelle sue parti elementari 3. SINTESI 4. ENUMERAZIONE prescrive la ricomposizione e il passaggio graduale dalle conoscenze semplici alle conoscenze complesse consiste nella revisione rigorosa di tutte le fasi precedenti del processo conoscitivo

19 Sul modello GEOMETRICO
nel quale da ASSIOMI INDIMOSTRATI perché immediatamente chiari ed evidenti si ricavano per passaggi successivi utilizzando TEOREMI e DIMOSTRAZIONI INTUIZIONE fondamento dell’evidenza immediata 1. EVIDENZA e DEDUZIONE che permette la costruzione di verità via via più complesse 2. ANALISI 3. SINTESI così che al momento della revisione (4.ENUMERAZIONE) si possa cogliere la connessione tra le prime evidenze e le ultime deduzioni

20 MATHESIS UNIVERSALIS IDEE CHIARE E DISTINTE METODO
è METODO applicabile a tutte le scienze Cartesio parla di MATHESIS UNIVERSALIS MATEMATICA UNIVERSALE, modello di conoscenza della realtà intera, che è strutturata in un insieme di concatenazioni necessarie (causa-effetto) abbraccia tutte le conoscenze in un insieme ordinato in cui gli elementi sono collegati da rapporti necessari, precisi e univoci in questo modo si avranno IDEE CHIARE E DISTINTE

21 MORALE PROVVISORIA Ricostruzione del nuovo sapere richiede tempo
frattanto sospendere il giudizio sulle incerte conoscenze tradizionali ricorrere a una MORALE PROVVISORIA che dia una linea di condotta temporanea nella vita di tutti i giorni Jan Brueghel – Strada di un villaggio olandese

22 Jan Brueghel – Animata strada di paese (1614)

23 1614: Jan Brueghel - Animata strada di paese con viaggiatori che sostano.
Come orientarsi nell’agire di tutti i giorni, in rapporto con le consuetudini del proprio ambiente? Occorre seguire i precetti della tradizione in cui si è collocati, o attendere la fondazione di una morale puramente razionale? Per Cartesio non è possibile mettere tra parentesi le esigenze e le convinzioni della vita pratica, esercitando su di essa un dubbio radicale, come invece è opportuno fare nell’attività teoretica. Prima di costruire un sapere pienamente evidente alla ragione, occorre seguire una morale provvisoria, improntata (è la prima massima di tale morale) agli usi ed alle leggi del proprio Paese. Le altre due massime prescrivono di mantenere salde le proprie decisioni e di tentare di dominare se stessi piuttosto che perseguire le velleità di mutare il corso del mondo e della fortuna.

24 Jan Brueghel – Strada di villaggio con canale
2. DAL DUBBIO AL COGITO Jan Brueghel – Strada di villaggio con canale

25 Rembrandt – Ritratto di Tito che legge
Rembrandt ritrae il proprio figlio Tito intento nella lettura, in un’atmosfera sospesa, trasognata, quasi irreale. Viene in mente un passo delle Meditazioni Cartesiane: “Io sono qui, seduto accanto al fuoco, vestito da una veste da camera, con questa carta tra le mani, ma – continua Cartesio – come faccio ad essere certo che tutto questo sia reale, che io non stia sognando?”.

26 LA VITA È UN SOGNO? È il celebre dubbio cartesiano, l’espediente metodico, portato sino alle estreme conseguenze, con cui il filosofo mette in discussione tutte le evidenze naturali e ingenue, alla ricerca di un punto saldo, di una certezza incontrovertibile. Questo fondamento incrollabile è trovato da Cartesio nel cogito, nel pensiero stesso: posso dubitare di tutto, ma non del fatto che sto dubitando, quindi pensando, e che, come pensante, esisto. Da questo punto è poi possibile partire nell’impresa di costruzione dell’edificio del sapere.

27 DUBBIO METODICO Come si può arrivare alle CERTEZZE?
utilizzando come metodo il DUBBIO, che viene fuori proprio dal criterio dell’evidenza Si differenzia dal Dubitare di tutte le conoscenze DUBBIO METODICO DUBBIO SCETTICO per trovare una VERITÁ ASSOLUTA che negava la possibilità di una verità certa e giungeva ad una SOSPENSIONE DEL GIUDIZIO che sia mentre il DUBBIO METODICO mira alla scoperta di una VERITÁ INDUBITABILE fondamento del metodo e del sapere

28 Vermeer – Ragazza col turbante
DUBBIO METODICO consiste nel rigettare come interamente falso tutto ciò in cui si possa immaginare il minimo dubbio per vedere se, così facendo, resta qualcosa di assolutamente indubitabile

29 SI PUÒ E SI DEVE DUBITARE DI TUTTO
I PENSIERI e le OPINIONI presenti e passate La CONOSCENZA SENSIBILE perché sono perché talvolta i soggettive, relative sensi ci ingannano inoltre è impossibile infatti variano a seconda delle persone, dei paesi e dei tempi distinguere tra sogno e realtà

30 DAL DUBBIO METODICO AL DUBBIO IPERBOLICO
“Io supporrò che via sia non già un vero Dio, che è fonte sovrana di verità, ma un cattivo genio, non meno astuto e ingannatore che potente, che abbia impiegato tutto il suo zelo a ingannarmi. Penserò che il cielo, l’aria, la terra, i colori, le figure, i suoni e tutte le cose esterne che vediamo, non siano che illusioni e inganni, di cui egli si serve per sorprendere la mia credulità. Considererò me stesso come del tutto privo di mani, di occhi, di carne, di sangue, come privo di ogni senso, pur credendo falsamente di avere tutte queste cose. Resterò ostinatamente attaccato a questo pensiero … avrò cura di non accogliere alcuna falsità, e preparerò così bene il mio spirito a tutte le astuzie di questo grande ingannatore, che, per potente e astuto ch’egli sia, non mi potrà imporre nulla” Cartesio – Meditazioni metafisiche

31 DUBBIO IPERBOLICO GENIO MALIGNO
Cartesio mette in dubbio le verità più certe con il… DUBBIO IPERBOLICO GENIO MALIGNO immaginando che esista un che è capace di far sembrare vere le cose false ciò porta a dubitare delle verità più certe verità matematiche esistenza dello stesso corpo esistenza del mondo esterno

32 COGITO, ERGO SUM Se dubito, penso Se penso, esisto
Attraverso il DUBBIO IPERBOLICO Cartesio giunge alla demolizione di ogni certezza; ma proprio mediante il dubbio coglie che l’unica certezza è il fatto stesso di dubitare, che prova la propria esistenza come pensiero Se dubito, penso Se penso, esisto COGITO, ERGO SUM dove ERGO sta ad indicare il fatto che si tratta di una intuizione immediata non di un sillogismo, perché non è la conclusione di un ragionamento, ma un’ esclamazione che svela una scoperta: il fatto di pensare significa immediatamente il fatto di esistere

33 “Non c’è dunque dubbio che io esisto, se egli mi inganna; e mi inganni finché vorrà, egli non potrà mai fare sì che io non sia nulla, fino a che penserò di essere qualche cosa. In tal modo, dopo avere ben pensato e accuratamente esaminato tutto, bisogna infine concludere affermando che questa proposizione Io sono, Io esisto, è necessariamente vera tutte le volte che la pronuncio, o che la concepisco nel mio spirito” Cartesio – Meditazioni metafisiche

34 IL DUBBIO: AGOSTINO E CARTESIO
Dubbio come esperienza interiore Riflette la drammaticità di un’anima in pena Dubbio come certezza: è l’illuminazione divina nell’anima SI FALLOR, SUM (se sbaglio, esisto) Dubbio come metodo È sereno e impersonale, quasi programmato Dubbio come certezza: prova che la ragione umana può arrivare da sola a una verità indubitabile COGITO, ERGO SUM (penso, dunque sono)

35 Rembrandt – Cristo nella tempesta sul mare di Galilea (1633)
3. DIO E IL MONDO ESTERNO Rembrandt – Cristo nella tempesta sul mare di Galilea (1633)

36 COGITO, ERGO SUM RES COGITANS SOLIPSISMO
dà la certezza della RES COGITANS SOLIPSISMO ho la certezza che esiste l’Io pensante, la mente, l’anima IO PENSANTE IDEE PENSATE che resta, però, isolato, chiuso in se stesso, assediato dal dubbio non so se esiste la realtà esterna al mio pensiero (RES EXTENSA) formata dagli altri io mondo esterno

37 Diego Velazquez – I bevitori (1629)

38 I bevitori o Il trionfo di Bacco, dipinto dal famoso pittore spagnolo Diego Velazquez tra il 1628 e il 1629, rappresenta la contrapposizione tra arcadia (la scena del dio Bacco mentre pone una corona d’edera sul capo di un popolano inginocchiato davanti a lui) e realismo (la scena dei bevitori a destra). Ma il realismo della raffigurazione non ne fa un mondo chiuso: l’uomo al centro sembra fissare il proprio sguardo fuori dalla tela, verso lo spettatore, come per invitarlo a bere con loro. La realtà del dipinto appare, dunque, nella propria natura di rappresentazione, re ad praesentatio, darsi di qualcosa, un oggetto, a qualcuno, un soggetto che lo osserva, lo lascia apparire. Nell’interpretazione di un rapporto tra un soggetto e un oggetto si gioca il problema della conoscenza della filosofia moderna. Il soggetto può conoscere l’oggetto così come esso è? La realtà è veramente qualcosa che esiste davanti a noi, oppure, come nel quadro, proprio ciò che sembra più concreto è alla fine solo un insieme di linee e colori, una rappresentazione, appunto, del pittore? E qual è la differenza tra la realtà rappresentata nel quadro e il modello, la scena “reale” cui il pittore si è ispirato?

39 Esistono TRE tipi di IDEE
esistono in quanto frutto del mio pensiero non è dimostrato che corrispondano a qualcosa presente nel mondo esterno IDEE PENSATE IDEE AVVENTIZIE, che sembrano provenire dall’esterno (le immagini degli oggetti) IDEE FITTIZIE, prodotte dalla nostra mente riunendo attributi di cose diverse (oggetti o animali immaginari) IDEE INNATE, che sembrano nate con noi, ed esprimono verità raggiungibili col solo pensiero Esistono TRE tipi di IDEE proverebbe l’esistenza del mondo corporeo e materiale (RES EXTENSA), che è presente nel mio pensiero e non può essere un inganno L’IDEA INNATA più importante è l’idea di un DIO PERFETTO, che se esistesse non mi potrebbe ingannare e

40 PROVE DELL’ESISTENZA DI DIO
Partiamo dal presupposto che l’idea di Dio è l’idea della perfezione e, in quanto tale, non può essere prodotta da qualcosa di imperfetto, in base al principio che la causa dev’essere almeno pari all’effetto prodotto l’idea di Dio non può venire da me stesso, perché sono imperfetto (prova ne è il mio dubitare); dunque non può che venire da un essere esterno a me, che è perfetto se io avessi avuto il potere di darmi l’essere (l’esistenza), mi sarei anche dato la perfezione di cui ho l’idea; questo prova che esiste un essere fuori da me che mi ha dato l’esistenza in conclusione l’essere perfetto, da cui deriva la mia esistenza, in quanto perfetto non può non essere esistente, perché se non fosse esistente sarebbe privo di una qualità (l’esistenza) e quindi non sarebbe perfetto

41 DIO ESITE Attributi divini INTELLIGENZA PURA SPIRITO VOLONTÁ BUONA
non dipendente dai sensi, che sono finiti se fosse corpo sarebbe divisibile in parti, quindi imperfetto VOLONTÁ BUONA in quanto perfetto, perché il male nasce dall’imperfezione

42 “Noi possiamo dunque avere due nozioni o idee chiare e distinte, l’una di una sostanza creata che pensa, e l’altra di una sostanza estesa, purché separiamo accuratamente tutti gli attributi del pensiero dagli attributi dell’estensione. Noi possiamo avere anche un’idea chiara e distinta d’una sostanza increata che pensa e che è indipendente, cioè di un Dio” Cartesio – Principi della filosofia

43 Dio diviene il garante Se Dio è perfetto, allora non può ingannare
quindi non può esistere il genio maligno ed ingannatore Dio diviene il garante della RAGIONE naturale, per cui non può che essere vero ciò che ci appare chiaro e distinto della verità delle IDEE INNATE, che Egli stesso infonde nella nostra mente del MONDO esterno, che non essendo prodotto da un genio ingannatore non può che essere reale

44 IDEE INNATE IDEA DI DIO, in quanto perfezione IDEE MATEMATICHE
sono chiare e distinte, quindi non necessitano alcuna dimostrazione che sono inculcate nella nostra mente da Dio stesso con un atto volontario, ma che, essendo dipendenti dalla volontà divina, sono contingenti, nel senso che Dio avrebbe potuto farle essere diverse

45 In sostanza Cartesio non ha alcun dubbio sulle
La presenza tra le idee innate delle idee matematiche è la dimostrazione del criterio di verità delle stesse idee innate. Se infatti nel risolvere un problema io utilizzo teoremi dimostrati in precedenza, senza aver più bisogno di ripercorrere le tappe della loro dimostrazione, così le evidenze chiare e distinte che appaiono alla mia mente non hanno bisogno di alcuna dimostrazione, perché sono garantite appunto dalla loro attuale evidenza, che è specchio di quella passata conservata nella memoria. In sostanza Cartesio non ha alcun dubbio sulle VERITÁ MATEMATICHE

46 ERRORE Se Dio è garante del nostro stesso intelletto
perché esiste la possibilità dell’ERRORE? ERRORE è frutto della VOLONTÁ, cioè della possibilità di affermare o negare ciò che l’intelletto non coglie in modo chiaro e distinto mossa dalle PASSIONI impulsi determinati da fattori esterni al soggetto che preme sulla ragione, sviandola

47 DUALISMO METAFISICO RES COGITANS RES EXTENSA
spirituale e indivisibile materiale e divisibile Opposto alla tradizione aristotelico-tomistica MATERIA FORMA sono inseparabili nella SOSTANZA

48 SOSTANZA è tutto ciò che per esistere non ha bisogno di altro, all’infuori di Dio RES COGITANS DUALISMO RES EXTENSA ! separando il mondo esterno dal pensiero, non essendo più subordinato alla realtà spirituale, favorisce una ricerca libera e autonoma intorno al corpo umano e ai fenomeni fisici separa nettamente le due realtà, rendendole eterogenee e lontane

49 RES COGITANS RES EXTENSA
DUALISMO RES COGITANS RES EXTENSA contiene le IDEE sono le cose che esistono “fuori” dalla mente le IDEE sono una rappresentazione della realtà in quanto “altro” dal pensiero, esse non possono esserne oggetto del pensiero in quanto RAPPRESENTAZIONE, le idee sono OGGETTO del pensiero È la “svolta” di Cartesio, che si contrappone alla filosofia antica e medievale, secondo cui le cose erano oggetto del pensiero, perché le idee erano in esse contenute in modo intelligibile

50 Diego Velazquez – Las Meninas (1656)

51 Che cosa “rappresenta” la celebre tela di Velazquez
Che cosa “rappresenta” la celebre tela di Velazquez? Certo l’Infanta di Spagna Margherita, con il suo corteo di damigelle e nani, il pittore stesso, i due sovrani nello specchio in fondo alla sala. Ma solo questo? Las Meninas rappresenta il rappresentare stesso, l’atto del dipingere, del rendere presente qualcosa in uno spazio, non già “catturando” immediatamente la realtà, ma riproponendola entro un punto di vista, sottraendola e insieme restituendola a qual margine di invisibilità che si mantiene ai bordi di ciò che appare. In che senso? Basti pensare al triangolo virtuale che si crea tra il pittore nell’atto di dipingere, che sembra guardare il modello fuori dalla tela ma che incrocia il nostro sguardo, la tela di cui si scorge l’ordito a sinistra e che rappresenta lo stesso quadro che noi, adesso, stiamo guardando, ma mentre ancora il pittore lo sta dipingendo. Noi guardiamo il quadro, ma non vediamo la tela che il pittore sta dipingendo. Il pittore guarda fuori dalla tela, ma non trova l’originale che sta rappresentando, ma noi spettatori. Duplice invisibilità che, tuttavia, è proprio ciò che viene rappresentato.

52 4. LA STRUTTURA DELL’UNIVERSO Jan Vermeer – L’astronomo

53 STRUTTURA DELL’UNIVERSO basata su principi razionali
è dunque STRUTTURA DELL’UNIVERSO basata su principi razionali struttura matematica rigide leggi causa-effetto perché la percezione sensibile non ci fornisce le immagini degli oggetti, ma le modificazioni che essi producono nel SOGGETTO SOGGETTO: con Cartesio non è più il sub-iactum, cioè il substrato di tutte le cose, ma l’anima-sostanza, la res cogitans, che nel corso della storia della filosofia arriverà ad identificarsi con la coscienza, lo spirito in quanto principio di attività. Lo stesso corpo umano, a questo punto, è solo una macchina in cui, come già diceva Platone, è imprigionata l’anima.

54 Trattato sulla luce è un saggio sull’universo, scritto da Cartesio nel 1633, ma rimasto inedito per precauzione, visti i tempi attraverso una FAVOLA Cartesio esprime la sua opinione sull’origine e l’evoluzione meccanica dell’universo

55 CONTINUA, occupante l’intero spazio (non esiste il vuoto)
DIO creò MATERIA FLUIDA, composta di parti infinitamente piccole ed in continuo movimento infinitamente divisibile il movimento continuo provoca la luce e in quanto estesa, dotata delle proprietà delle figure geometriche

56 CARTESIO e GALILEI grandezza figura quiete movimento
ESTENSIONE comprende che fanno “oggettivamente” parte della realtà non comprende colori, odori, ecc. che sono percepiti solo soggettivamente UNIVERSO MECCANICO quindi misurabile quantitativamente non oggetto di scienza qualitativa, come riteneva Aristotele

57 MOVIMENTO MECCANICISMO
avviene secondo LEGGI, necessarie perché imposte da Dio Cartesio ha una visione meccanicista dell’universo su queste LEGGI si può basare una spiegazione dell’universo MECCANICISMO concezione che spiega la realtà in base a principi meccanici (materia e movimento) contro il FINALISMO, per cui tutto si spiega in base al “fine” a cui tutto tende Il sole e i pianeti stessi sono frutto del movimento: la rotazione delle particelle intorno al proprio centro (Cartesio approva la teoria eliocentrica)

58 UNIVERSO “MACCHINA” composto di pezzi e ingranaggi che si muovono meccanicamente, secondo le leggi naturali non ha più alcun bisogno dell’intervento divino, che nella sua perfezione perpetua la sua volontà creatrice primigenia conservando intatti la materia e il movimento la spiegazione meccanicista “ab aeterno” finisce con l’ESCLUDERE qualsiasi possibilità di MIRACOLO, perché la perfezione divina non può smentire se stessa

59 5. L’UOMO luogo della congiunzione tra res cogitans e res extensa
Rembrandt – Autoritratto (1660)

60 Guido Reni – Atalanta e Ippomene (1625)

61 Guido Reni rivisita il mito di Atalanta e Ippomene: Atalanta avrebbe sposato solo chi l’avesse battuta nella corsa; ogni pretendente sconfitto sarebbe stato ucciso. Ippomene, innamorato della ninfa, durante la corsa lascia cadere tre mele d’oro che Atalanta si attarda a raccogliere, perdendo così la gara. Secondo alcune interpretazioni, l’arrestarsi di Atalanta per raccogliere le mele è allegoria del processo di trasformazione della fugace percezione sensoriale (la corsa della ninfa) in piena consapevolezza di sé. Per Cartesio, è più che un vero progresso dalla conoscenza sensibile, legata al corpo, all’autocoscienza: mente e corpo sono due realtà autonome, che entrano in comunicazione grazie alla ghiandola pineale. Attraverso gli organi di senso, gli spiriti animali, materiali ma sottilissimi, esercitano una pressione sulla ghiandola pineale. A partire da questo movimento si spiega, nella teoria cartesiana, la genesi delle idee avventizie, cioè delle rappresentazioni che derivano dall’esterno e che tuttavia non riproducono direttamente le cose, bensì le modificazioni da esse prodotte nell’anima.

62 Il CORPO UMANO, che è fatto di materia come le piante e gli animali è una
MACCHINA complicata Questa concezione rompe lo schema aristotelico-tomistico dell’anima come forma del corpo, separando nettamente le due cose

63 In quanto “macchina” il nostro corpo funziona in maniera meccanica: così come i movimenti di un orologio dipendono dalla disposizione dei suoi ingranaggi, i movimenti del nostro corpo dipendono dalla disposizione degli organi. Non c’è alcun bisogno di ricorrere alle anime aristoteliche, vegetativa e sensitiva, per spiegare ciò che è spiegabile meccanicamente. L’unica vera anima è quella razionale, che ha caratteristiche del tutto diverse rispetto alla materia che compone il corpo.

64 Secondo Cartesio la spiegazione del funzionamento meccanico del corpo umano sta nella circolazione del sangue. Al centro di tutto c’è il cuore, che si muove grazie ad un suo calore interno, che lo fa pulsare e riscalda il sangue, rendendolo rarefatto; da qui passa ai polmoni, che lo raffreddano e lo condensano e poi lo mettono in circolo. Lo stesso sangue contiene delle parti sottilissime, gli SPIRITI ANIMALI, che dal cuore vanno direttamente al cervello, premendo sulla ghiandola pineale, che risponde diramandoli in tutti gli organi del corpo, mettendoli in moto.

65 ANIMA GHIANDOLA PINEALE L’uomo si differenzia dagli animali perché ha
intesa come PENSIERO e CAPACITÁ RAZIONALE trasmessaci da Dio e che, essendo del tutto estranea al corpo, è immortale L’anima ha sede in una ghiandola posta al centro del cervello, la… GHIANDOLA PINEALE o epifisi

66 Com’è possibile? DUALISMO
RES EXTENSA (corpo), influisce sull’anima tramite gli spiriti animali (le percezioni sensoriali e i sentimenti) DUALISMO nell’uomo RES COGITANS (anima), influisce sul corpo dandogli ordini che producono il movimento Com’è possibile? Anima e corpo (attraverso gli spiriti animali) si incontrano proprio nella ghiandola pineale, dove possono influire l’uno sull’altro, pur essendo così diversi

67 Nel raccogliere gli stimoli che le giungono dall’esterno, attraverso gli spiriti animali, l’anima si fa un’idea di essi (IDEE AVVENTIZIE), che è, però qualcosa di diverso, una pura rappresentazione degli stimoli, come un dipinto della realtà che non corrisponde alla realtà. La conoscenza è frutto proprio di queste rappresentazioni ed è, quindi, un puro atto razionale, che tende a scoprire le regolarità meccaniche e matematico-geometriche del mondo

68 Avendo detto che mente e corpo sono separati, Cartesio dovette spiegare come mai essi lavorano insieme in un accordo apparentemente perfetto Egli arrivò alla conclusione, un po’ singolare, ma coerente dal punto di vista logico, che il corpo e la mente operano come due “orologi” perfettamente sincronizzati

69 Subordinando la VOLONTÁ alla che governa le passioni
Gli stessi SPIRITI ANIMALI, premendo sulla ghiandola pineale, provocano nell’anima il sorgere delle passioni: PASSIONI FISIOLOGICHE: si generano per influenza del corpo e dei sensi (piacere, dolore) PASSIONI PSICOLOGICHE: derivano dall’equilibrio tra sensazioni e volontà (amore, odio…) PASSIONI MORALI, in cui la volontà ha la meglio sulle spinte sensibili (di cui la più importante è la GENEROSITÁ che, riconoscendo anche negli altri LIBERTÁ e VOLONTÁ, ci porta ad avere con loro rapporti di solidarietà) Subordinando la VOLONTÁ alla RAGIONE che governa le passioni si giunge ad una MORALE DEFINITIVA

70 “Si possono in genere chiamare passioni tutti i pensieri suscitati nell’anima, senza il concorso della sua volontà, e quindi senza nessuna azione da parte sua, dalle sole impressioni che sono nel cervello; tutto quello che non è azione è passione” Cartesio – Lettera a Elisabetta di Boemia


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