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ISOLA DI PONZA –AULA MUSEALE MAGGIO 2013

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Presentazione sul tema: "ISOLA DI PONZA –AULA MUSEALE MAGGIO 2013"— Transcript della presentazione:

1 ISOLA DI PONZA –AULA MUSEALE 24-25 MAGGIO 2013
«L’ASSISTENZA ONCOLOGICA NELLE PICCOLE ISOLE ATTESE RISORSE E CRITICITA» ISOLA DI PONZA –AULA MUSEALE 24-25 MAGGIO 2013

2 «NUOVE TECNOLOGIE A VANTAGGIO DEL TERRITORIO «
Dott. Carlo Silverio Tomao Osp. Nuovo Regina Margherita

3 «Nuove tecnologie a vantaggio del territorio»
Questa review si propone di descrivere l’utilità nella pratica clinica delle tecnologie di ultima generazione disponibili sul territorio per lo studio delle patologie tumorali Novità in ogni settore - Ecografia - TC - RM

4 «Nuove tecnologie a vantaggio del territorio»
ECOGRAFIA TOMOGRAFIA RISONANZA COMPUTERIZZATA MAGNETICA ECOGRAFIA COLONSCOPIA SPETTROSCOPIA CON MDC VIRTUALE DIFFUSIONE CEUS RM PELVI RM MAMMARIA

5 LA DOMANDA E’: COME QUESTE INNOVAZIONI NELL’IMAGING INFLUENZANO LA GESTIONE CLINICA DEL PAZIENTE???

6 CEUS Alternativa alle “macchine pesanti” nella caratterizzazione delle lesioni occupanti spazio Si basa sull’associazione dell’ecografia con imaging armonico a basso indice meccanico con la somministrazione endovenosa di mdc ecografico (Sonovue: mdc ad esclusiva localizzazione intravascolare) Valutazione del microcircolo parenchimale

7 CEUS INDICAZIONI: - caratterizzazione lesioni epatiche (FNH, HCC, Adenoma, carcinoma fibrolamellare) - studio del paziente cirrotico - diagnosi e stadiazione noduli di rigenerazione e di HCC - trombosi portale - guida ai trattamenti e follow-up post-termoablazione, radiofrequenza e alcolizzazione

8 CEUS Metastasi epatica. Fase arteriosa con mezzo di contrasto. La
lesione appare potenziata

9 CEUS Metastasi epatica. Fase tardiva. Si evidenzia una marcata
ipoecogenicità.

10 CEUS HCC del VIII segmento. All’ecografia la lesione si presenta
come una formazione ovalarerotondeggiante ipoecogena.

11 CEUS HCC con mezzo di contrasto. La fase arteriosa mostra una
iperecogenicità (14 secondi da iniezione).

12 COLONSCOPIA VIRTUALE INDICAZIONI !!! Pazienti sintomatici
nei quali non è stato possibile eseguire la colonscopia a fibre ottiche che hanno eseguito una colonscopia incompleta Tabella indicazioni

13 SCREENING??? COLONSCOPIA VIRTUALE INDICAZIONI !!!
Le potenzialità della metodica, il supporto tecnologico e la convalida di studi prospettici su casistiche più numerose hanno confermato per la colonscopia virtuale un ruolo importante nella diagnosi e nella identificazione delle lesioni pre-cancerose, anche su larga scala, ma non è attualmente disponibile come metodica di screening a livello nazionale Tabella indicazioni

14 TECNICA TC Preparazione con gastrografin per la marcatura delle feci (3 h prima dell’esame) Distensione del colon con insufflazione di aria Scansione su addome e pelvi, in posizione prona e supina Iniziale valutazione delle immagini ricostruite In caso di necessità viene somministrato Mdc ev per stadiazione TNM

15 COLONSCOPIA VIRTUALE REFERTAZIONE
- Ricostruzione delle immagini su diversi piani Navigazione su workstation dedicate (CAD COLON) Identificazione lesioni pre-cancerose(polipi >6 mm ) e cancerose Valutazione organi addominali nelle sole condizioni basali

16 WORKSTATIONS Workstations

17

18 COLON TRASVERSO Grietti 05

19 CARCINOMA NEOPLASIA STENOSANTE SIGMA NON SUPERABILECON L’ENDOSCOPIO

20 CV : cause di errore Scarsa distensione del lume Abbondante residui
fecali Seghesio 02 Residui fecali

21 RM E TUMORE DELLA PROSTATA
IMAGING DI STADIAZIONE: Dimensioni tumore Infiltrazione strutture adiacenti Interessamento linfonodale IMPOSTAZIONE TRATTAMENTO (CHIRURGIA vs RADIO-CHEMIOTERAPIA) (VISITA CLINICA + ESAMI STRUMENTALI: chest radiography, intravenous urography, barium enema studies, cystoscopy, and proctoscopy.dIFFICOLTà VALUTAZIONE: INFILTR PARAMETRI, DIMENSIONI TUMORE, ESTENSIONE PARETE PELVICA E LNF

22 RM E TUMORE DELLA PROSTATA
Magnete 1.5 T– 3T

23 IMAGING T2 - TSE sui piani sagittale, assiale e coronale
RM E TUMORE DELLA PROSTATA IMAGING T2 - TSE sui piani sagittale, assiale e coronale Alterazioni focali dell’intensità di segnale Anatomia zonale della ghiandola Studio dell’integrità del profilo capsulare Vescicole seminali

24 STADIAZIONE T2 (parametro T)
RM E TUMORE DELLA PROSTATA STADIAZIONE T2 (parametro T) RT4 RT3b RT3a RT2b RT2a RT4

25 STADIAZIONE T2 (parametro N)
RM E TUMORE DELLA PROSTATA STADIAZIONE T2 (parametro N)

26 RM E TUMORE DELLA CERVICE
IMAGING DI STADIAZIONE: Dimensioni tumore Infiltrazione parametriale Interessamento linfonodale IMPOSTAZIONE TRATTAMENTO (CHIRURGIA vs RADIO-CHEMIOTERAPIA) (VISITA CLINICA + ESAMI STRUMENTALI: chest radiography, intravenous urography, barium enema studies, cystoscopy, and proctoscopy.dIFFICOLTà VALUTAZIONE: INFILTR PARAMETRI, DIMENSIONI TUMORE, ESTENSIONE PARETE PELVICA E LNF

27 RM E TUMORE CERVICE STADIAZIONE ENDOCERVICALE ESOFITICO INFILTRANTE
DONNE GIOVANI: ORIGINE GIUNZIONE SQUAMO-COLONNARE e ASPETTO ESOFITICO DONNE ANZIANE: ORIGINE ENDOCERVICALE

28 - Diffusione - Spettroscopia
NEURORADIOLOGIA e STADIAZIONE TUMORALE Tecniche di RM applicate alla caratterizzazione e stadiazione tumorale - Diffusione - Spettroscopia

29 NEURORADIOLOGIA Tecniche di RM applicate alla caratterizzazione e stadiazione tumorale
Le principali finalità dello studio neuroradiologico dei processi neoplastici sono: - evidenziare la lesione, attraverso l’alterazione di segnale da essa causata, differenziandola da altre lesioni che possono causare alterazioni simili, infarti cerebrali acuti in primis - localizzare la lesione (intra o extra-assiale, sovra o sottotentoriale) e definirne con la maggiore precisione possibile limiti e rapporti, anche grazie alla somministrazione di mezzo di contrasto - valutarne le caratteristiche (necrosi, calcificazioni, edema perilesionale, emorragie, rottura della barriera emato-encefalica); - dare indicazioni relative alla possibile natura istologica e al grado di aggressività; - definirne, in ottica prechirurgica, la vascolarizzazione e i rapporti con vasi arteriosi e venosi

30 NEURORADIOLOGIA Tecniche di RM applicate alla caratterizzazione e stadiazione tumorale
Diffusione La diffusione è il movimento casuale delle molecole di acqua, nei tessuti, dipendente dall’energia termica Le immagini pesate in diffusione (o DWI, acronimo inglese per diffusion weighted imaging) evidenziano le variazioni della mobilità dei protoni dell'acqua in un tessuto biologico.

31 - Diagnosi differenziale tra cisti aracnoidea ed epidermoide
NEURORADIOLOGIA - Diagnosi differenziale tra cisti aracnoidea ed epidermoide - Diagnosi differenziale tra ascesso e metastasi o GBM - Valutazione preoperatoria consistenza tumori cerebrali (adenomi, meningiomi)

32 NEURORADIOLOGIA Tecniche di RM applicate alla caratterizzazione e stadiazione tumorale
Spettroscopia Tecnica non invasiva che valuta il profilo metabolico (quantitativo e qualitativo) del tessuto preso in esame mediante particolari sequenze di risonanza magnetica METABOLITI PRESI IN ESAME : N-Acetilaspartato (Naa da 1.9 a 2.1 ppm) marker di integrita’ neuronale Colina (Cho da 3.1 a 3.3 ppm) marker di proliferazione cellulare e di turnover di membrana Creatina (Cr da 2.9 a 3.1 ppm) marker di metabolismo energetico Lattati (Lac da 1.3 a 1.5 ppm) marker di ipossia tissutale Lipidi (Lip da 0 a 1.9 ppm) marker di necrosi tissutale Myo-Inositolo (Myo-Ino 3.5 ppm) marker gliale Glutammato e Glutammina (Glx da 2.05 a 2.5 ppm) marker di eccitotossicità

33 NEURORADIOLOGIA Tecniche di RM applicate alla caratterizzazione e stadiazione tumorale
Spettroscopia

34 NEURORADIOLOGIA Tecniche di RM applicate alla caratterizzazione e stadiazione tumorale
SPETTROSCOPIA ASTROCITOMA II GRADO Aumento della Colina, modica riduzione dell’ N-Acetilaspartato

35 NEURORADIOLOGIA Tecniche di RM applicate alla caratterizzazione e stadiazione tumorale
SPETTROSCOPIA ASTROCITOMA III GRADO Marcato aumento della Colina, netta riduzione dell’ N-Acetilaspartato, presenza del picco dei Lattati (invertiti)

36 RM e MAMMELLA DENSA Acquisizione immagini RM prima e dopo somministrazione di mdc ev paramagnetico Rielaborazione e ricostruzione delle immagini ( sottrazione e MIP) Curve intensità tempo( ROI) Mappe a colori (rosso, verde, giallo) basate sulla pendenza di crescita massima e sulla pendenza di diminuzione massima MIGLIORE CAPACITA’ DISCRIMINATIVA TRA POTENZIAMENTI PATOLOGICI E POTENZIAMENTI FISIOLOGICI DOVUTI ALL’ELEVATA DENSITA’ MAMMARIA. COMBINAZIONE DI ELEVATA RISOLUZIONE TEMPORALE E BUONA RISOLUZIONE SPAZIALE. MAGGIORE ACCURATEZZA DIAGNOSTICA

37 RMN (protocollo mammella densa): MIP DELLA PRIMA, DELLA QUARTA E DELL’ULTIMA SOTTRATTA

38 Studio della mammella densa: Risonanza magnetica
Patologia tumorale - Elevata accuratezza diagnostica (superiore all’accuratezza della combinazione mammografia-ecografia). -Studio sia morfologico che funzionale. -Elevata SE (93-100%) nella identificazione delle lesioni, anche di piccole dimensioni, dell’estensione locale di malattia, della presenza di multifocalità, multicentricità e di lesioni bilaterali. -Minor specificità, 30%- 84% (ad una SE dello 0.95, la corrispondente SP è pari allo 0.67) (Peters et al )

39 Studio della mammella densa: Risonanza magnetica
Nello studio della mammella densa Nell’iter diagnostico delle pz con mammella densa la RM si colloca come indagine di II livello dopo la mammografia e l’ecografia. PROBLEMATICHE La ricca componente ghiandolare produce, nelle sequenze post-contrastografiche un intenso enhancemnt parenchimale di fondo (BACKGROUND ENHANCEMENT) nel contesto del quale può risultare difficile identificare l’evt lesione neoplastica (scarsa SP). Non esiste una chiara relazione tra patterns clinico- mammografico- ecografico e grado di enhancement alla RM.

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41 GRAZIE PER L’ATTENZIONE !!!!!!!!


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