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CORSO DI FORMAZIONE IN BIOETICA

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Presentazione sul tema: "CORSO DI FORMAZIONE IN BIOETICA"— Transcript della presentazione:

1 CORSO DI FORMAZIONE IN BIOETICA
ASL Sa 1 VALORIZZAZIONE DELLE RISORSE UMANE CORSO DI FORMAZIONE IN BIOETICA PER L’ISTRUZIONE SCOLASTICA SECONDARIA DI SECONDO GRADO CENTRO DI CULTURA BIOETICA DIOCESI DI NOCERA-SARNO CORSO DI FORMAZIONE IN BIOETICA - MODULO BASE

2 CORSO DI FORMAZIONE IN BIOETICA - MODULO BASE
Il programma PARTE GENERALE I lezione:    1. DEFINIZIONE – FONDAMENTI – CONTENUTI 1.1  Uso indiscriminato del sapere scientifico e pericolo per la sopravvivenza dell’uomo. La bioetica, ponte tra sapere scientifico e sapere umanistico, quale “nuova riflessione etica”, nonché “etica del futuro” per la sopravvivenza dell’umanità. 1.2  Radici, oggetto ed ambiti della bioetica. Principi della Bioetica. Modelli di riferimento in bioetica II lezione: 2.     LA DIMENSIONE ETICO-ANTROPOLOGICA 2.1  L’uomo come persona: il problema morale è un problema antropologico. Concetto di persona. Trascendenza ed immanenza dell’uomo. Il materialismo (marxista, umanista, psicoanalitico, del benessere economico). III lezione: Fondamenti di etica generale: gli atti umani. Libertà e responsabilità. Il valore morale. Essenza e fattori intrinseci della moralità. Libertà e verità. Coscienza e Legge Morale Naturale. Rapporto tra natura, vita e legge morale naturale. Rapporto tra religione e legge morale naturale. CORSO DI FORMAZIONE IN BIOETICA - MODULO BASE

3 CORSO DI FORMAZIONE IN BIOETICA - MODULO BASE
Il programma PARTE SPECIALE 3 SESSUALITA’ E VALORE DELLA VITA UMANA IV lezione: 3.1  Cenni sulle basi anatomo-fisiologiche della sessualità e della procreazione umana 3.2  Libertà e responsabilità nel rapporto sessuale 3.3  L’identità dell’embrione umano: una questione decisiva. Obiezioni. Implicazioni etiche. V lezione: 3.4  Contraccezione, sterilizzazione, aborto. VI lezione: 3.5  Principali tecniche di procreazione assistita e valutazioni etiche. Leggi vigenti in Italia e nel mondo. 3.6  Metodi naturali di regolazione della fertilità. VII lezione: 4        BIOETICA ED EUTANASIA 4.1  Inquadramento del problema nell’odierno contesto culturale. Malattia, sofferenza, morte: la medicina tra tecnologia ed etica. L’accanimento terapeutico. VIII lezione: 5        BIOETICA E TRAPIANTI D’ORGANO 5.1  Inquadramento del problema. I progressi della medicina e l’accertamento di morte. Allocazione delle risorse ed altri problemi etici. CORSO DI FORMAZIONE IN BIOETICA - MODULO BASE

4 CORSO DI FORMAZIONE IN BIOETICA - MODULO BASE
Il programma IX lezione: 6        BIOETICA E GENETICA 6.1  Il progetto genoma umano. I test genetici: finalità diagnostica (counseling genetico – screening – medicina predittiva) e finalità terapeutica. La manipolazione genetica: l’ingegneria genetica, la clonazione, l’eugenetica, gli alimenti transgenici. X lezione: 7        BIOETICA ED ECOLOGIA 7.1  Il rapporto uomo-ambiente nella storia dell’uomo: dalla civiltà primitiva alla civiltà tecnologica. Cività ed inquinamento. Esaurimento delle risorse e degrado ambientale. La necessità del passaggio da un’etica della libertà ad un’etica della responsabilità. XI lezione: 8        BIOETICA ED A.I.D.S. 8.1  AIDS: una malattia che investe tutte le dimensioni personali e sociali. Cenni eziopatologici ed epidemiologici. Sieropositività e malattia: lo stato attuale. 8.2  Principi etici di riferimento nell’AIDS. Bene comune e bene della persona: conflitto etico vero od apparente? I problemi della persona sieropositiva. XII lezione: 9        BIOETICA E TOSSICODIPENDENZA 9.1  Il fenomeno. Le cause. Droghe leggere e droghe pesanti: una distinzione non sempre agevole. 9.2  Principi e criteri di giudizio etico. Responsabilità individuali e sociali. CORSO DI FORMAZIONE IN BIOETICA - MODULO BASE

5 DEFINIZIONI – FONDAMENTI CONTENUTI
ASL Sa 1 VALORIZZAZIONE DELLE RISORSE UMANE CORSO DI FORMAZIONE IN BIOETICA PER L’ISTRUZIONE SCOLASTICA SECONDARIA DI SECONDO GRADO I° lezione CENTRO DI CULTURA BIOETICA DIOCESI DI NOCERA-SARNO DEFINIZIONI – FONDAMENTI CONTENUTI CORSO DI FORMAZIONE IN BIOETICA - MODULO BASE

6 CORSO DI FORMAZIONE IN BIOETICA - MODULO BASE
Introduzione La Bioetica: “Una nuova disciplina per combinare la conoscenza biologica con la conoscenza del sistema dei valori umani” (V.Rensselaer Potter, 1970) Il termine "bioetica" fu introdotto nel 1970 dall’oncologo Van Rensselaer Potter in un suo articolo (Bioethics. The science of survival, pubbl. sulla rivista "Perspectives in Biology and Medicine", 14 (1), pp 127 – 153) che, nell’anno successivo, diventò poi il primo capitolo del suo volume Bioethics. Bridge to the future (Englewood Cliffs (N.J.) 1971). Potter in questo articolo parlava della bioetica come "una nuova disciplina che combinasse la conoscenza biologica con la conoscenza del sistema dei valori umani"; egli aveva infatti compreso che l’uso indiscriminato del sapere scientifico-tecnologico può rappresentare un serio pericolo per la sopravvivenza dell’uomo, anzi di tutte le specie viventi sulla terra. CORSO DI FORMAZIONE IN BIOETICA - MODULO BASE

7 Il progresso biomedico
1952: Pincus elabora i contraccettivi chimici, con rivoluzionamento nella gestione della sessualità e nella psicologia della donna. 1954: nascono le tecniche rianimatorie. 1959: nasce il primo bambino (belga) con l’inseminazione artificiale. 1978: nasce in Inghilterra la prima bimba con la fecondazione in vitro. Seguono, a ritmo vertiginoso: trapianti d’organo, manipolazioni genetiche, ingegneria genetica, clonazione, ogm, ecc. CORSO DI FORMAZIONE IN BIOETICA - MODULO BASE

8 Oggi, ad esempio è possibile:
Mantenere indefinitamente in vita un corpo umano Elettrodi nel cervello per: generare movimenti, alleviare il dolore, reprimere l’aggressività, provocare sensazioni. Accendere la vita in provetta, congelarla, riaccenderla A pochi decenni dalla scoperta del DNA la biologia molecolare inizia a dare i suoi frutti (i trapianti scompariranno?) CORSO DI FORMAZIONE IN BIOETICA - MODULO BASE

9 Ma gli aspetti positivi supereranno quelli negativi?
L’uomo sarà ancora se stesso? Ha il diritto di trasformarsi e trasformare le generazioni che verranno? (Cfr. organismi geneticamente modificati) Potter indicava come unica possibile via di uscita la costituzione di un "ponte" fra sapere scientifico ed umanistico, prendendo in considerazione non solo l’uomo, ma tutta la biosfera ed il suo equilibrio. Questo ponte è, dunque, la bioetica, nella quale scienze sperimentali e scienze umanistiche non sono in alternativa, ma formano un’unità armonica alla cui base c’è, tuttavia, la domanda filosofica sulla liceità dell’atto scientifico, nella consapevolezza che non tutto ciò che (scientificamente) è possibile è anche (eticamente) lecito. In realtà è lo stesso scienziato che, se vuole essere veramente "umano", deve integrare l’aspetto etico-positivo (corretta impostazione scientifica) con quello etico-filosofico ed antropologico. CORSO DI FORMAZIONE IN BIOETICA - MODULO BASE

10 Le radici della Bioetica
Limiti delle scienze. La conoscenza scientifica non esaurisce la conoscenza sull’uomo, in particolare sui valori e sulla sua essenza. Limiti dei progressi scientifici in campo biomedico. Si è giustamente voluti andare alla radice delle malattie, inoltrandosi nel campo della biologia molecolare che va conosciuta e dominata, nonché all’occorrenza manipolata: ciò comporta dei limiti da rispettare se si vogliono salvaguardare le generazioni future. Insufficienza delle norme giuridiche. Inadeguatezza, mutevolezza e relatività della legge che registra le “situazioni di fatto”, regolamentandola alla men peggio. La legge fa riferimento agli aspetti sociali, economici, ecc, eludendo di solito l’aspetto etico (che riguarda non ciò che la gente “fa”, ma ciò che “dovrebbe fare”. Naturalmente ciò presuppone l’esistenza di valori oggettivi e universali, escludendo ogni forma di soggettivismo e relativismo). Socializzazione della medicina. Se questa è per tutti, anche per gli indigenti, nasce un problema di costi, di programmazione e di allocazione delle risorse, cioè c’è un problema di politica sanitaria. Se il riferimento per questa politica è il rapporto costo/beneficio, occorre chiarire cosa si intende per beneficio e come si inseriscono in questa tematica gli anziani e gli handicappati. Situazioni che impongono la riflessione bioetica che sempre più si afferma oggi: La dimensione del pensiero. ES. la clonazione umana. Sviluppare costo/beneficio CORSO DI FORMAZIONE IN BIOETICA - MODULO BASE

11 L’oggetto della bioetica
Sono gli interventi dell’uomo sulla vita umana resi possibili dalle scoperte scientifiche. Hanno l’uomo come protagonista e destinatario E. Sgreccia definisce la bioetica: “Quella parte della filosofia morale che considera la liceità o meno degli interventi sulla vita dell’uomo e, particolarmente, di quegli interventi connessi con la pratica e lo sviluppo delle scienze mediche e biologiche”. Attualmente l’orizzonte della bioetica si allarga sempre più e si parla, di "Etica del futuro", per indicare che le scelte etiche di oggi comportano delle conseguenze che si proiettano nel futuro e che occorre subito assumersi delle responsabilità perché non avvenga che un vantaggio momentaneo (economico o come qualità di vita) sia seguito poi da una catastrofe futura Bisogna stare attenti che ciò che si fa sia “per” e non “contro” l’uomo. Esempio in campo ecologico (deforestazione) e nel campo nucleare. CORSO DI FORMAZIONE IN BIOETICA - MODULO BASE

12 Gli ambiti della bioetica
Includono le professioni sanitarie, le ricerche sperimentali – anche non terapeutiche – sull’uomo e sull’animale, la medicina del lavoro L’ambiente La politica sanitaria, la politica demografica nazionale ed internazionale,, il biodiritto (traduzione in leggi dei principi bioetici a partire dalla pluralità degli orientamenti bioetici esistenti in una nazione) L’educazione : si richiede un’educazione nelle famiglie e nella Scuola su alcuni temi fondamentali di bioetica, quali l’origine, le forme e il senso della vita, la centralità della persona umana, la sessualità (con particolare riguardo ai metodi anticoncezionali, alle tecniche di fecondazione artificiale, all’aborto e alla sterilizzazione), l’accanimento terapeutico e L’eutanasia, l’ambiente, la droga, l’AIDS) LA POLITICA DEMOGRAFICA (BIRTH CONTROL) Già l’economista inglese Thomas Robert MALTHUS, nel secolo scorso, aveva denunciato la sproporzione tra crescita demografica e crescita delle risorse alimentari, preconizzando il crollo per fame e miseria delle popolazioni se non si fosse intervenuti con una politica di controllo delle nascite. Tuttavia l’industrializzazione ed il progresso tecnologico hanno notevolmente incrementato le capacità produttive, mentre, col benessere, è calato il tasso di natalità nei paesi industrializzati. Diversa invece è la situazione nei paesi in via di sviluppo, dove la sopravvivenza è a livelli critici; cosicché nel nostro secolo i paesi produttori hanno dato vita al NEOMALTHUSIANESIMO, fissando in conferenze mondiali prima decennali (dal 1974 al 1994), poi annuali, i principi per il BIRTH CONTROL sui popoli del III mondo. La paura dell’esplosione demografica in questi popoli e delle sue ipotetiche ripercussioni sull’economia e sull’inquinamento mondiale ha fatto si che questo problema divenisse un fatto di sicurezza nazionale ed ha portato all’adozione di misure "drastiche", eticamente discutibili (sovvenzionamento di campagne anticoncezionali, sterilizzazioni di massa – es. in India negli anni 60 - , ricatti economici in riferimento a prestiti da parte della banca mondiale). Attualmente in Messico il 25% delle donne che partoriscono è casualmente sterilizzato per poter accedere ai fondi della banca mondiale. CORSO DI FORMAZIONE IN BIOETICA - MODULO BASE

13 Quando nasce la Bioetica?
Il Processo di Norimberga La Dichiarazione dei Diritti dell’uomo (ONU 1948) Varie Dichiarazioni, Carte e Codici, tra cui il Codice di Etica Medica (1949) che ricalca il Giuramento di Ippocrate Fa da sottofondo a tutti questi documenti l’esigenza via via crescente di una riflessione filosofica ed etica da affiancare a quella giuridica: occorre che il diritto sia preceduto e guidato dall’etica. Oggetto di questa riflessione è l’uomo con i suoi valori Il campo di applicazione tutto il vivere umano, in particolare quello biologico-medico CORSO DI FORMAZIONE IN BIOETICA - MODULO BASE

14 CORSO DI FORMAZIONE IN BIOETICA - MODULO BASE
Una crisi culturale Nel giuramento di Ippocrate leggiamo: “Farò servire il regime dietetico a vantaggio dei malati secondo le mie capacità e il mio giudizio e non per il loro pericolo e il loro male, e non farò una pozione omicida né prenderò simili iniziative anche se me le chieda, così non darò a nessuna donna un pessario abortivo”. La Dichiarazione di Ginevra del 1948, approvata dalla Associazione Mondiale dei Medici, così si esprime: “Mi impegno solennemente a consacrare la mia vita a servizio dell’umanità; praticherò la mia professione con scienza e dignità; la salute del mio paziente sarà la mia preoccupazione; manterrò il massimo rispetto per la vita umana fin dal primo momento del concepimento”. Il Corpus Hippocraticum includeva il giuramento, il principio di beneficialità (con un certo atteggiamento paternalistico nei confronti del paziente), il ricorso a criteri oggettivi. Per Ippocrate non bisognava praticare l’aborto, si doveva agire solo per il bene dei pazienti, era vietato somministrare veleni, era imposto il segreto professionale, etc. CORSO DI FORMAZIONE IN BIOETICA - MODULO BASE

15 CORSO DI FORMAZIONE IN BIOETICA - MODULO BASE
Una crisi culturale Nella metà del secolo scorso inizia il cambiamento di mentalità con una crisi che è essenzialmente crisi culturale (critica e rifiuto della morale) La cultura assurge a valore morale e si sostituisce alla Legge Morale Si pone la necessità di sviluppare un’etica per l’uomo A servizio di questo connubio nasce la Bioetica, definita “Studio sistematico del comportamento umano nell’area delle scienze e della vita e della cura della salute, in quanto questo comportamento è esaminato alla luce dei valori e dei principi morali” (Encyclopedia of Bioethics, New York 1978) Ridefinizione dei concetti bene-male, utile-inutile, uomo-persona, medico-paziente Si pone qui la differenziazione tra etica e morale. CORSO DI FORMAZIONE IN BIOETICA - MODULO BASE

16 I principi della bioetica
I principi cui fa riferimento la bioetica non possono definirsi nuovi in assoluto in quanto essi affondano le loro radici nella quella legge naturale innata nell’uomo Platone la cita nei suoi corsi "Intorno al bene" Cicerone parlava di "recta ratio" Gli stessi tre principi basilari della bioetica nord-americana indicati nel Rapporto Belmont del 1979 (Rispetto della persona, Beneficialità, Giustizia) trovano riscontro nel Corpus Hippocraticum ed in varie etiche professionali laiche (ad es.: U. K. 1803: Medical Ethics di Sir Th. Percival; USA 1847: primo codice dell’American Medical Association; USA 1963 – 71: dichiarazioni sulle sperimentazioni selvagge, etc.) CORSO DI FORMAZIONE IN BIOETICA - MODULO BASE

17 PRINCIPI DELLA BIOETICA NORD-AMERICANA (1)
Principio di autonomia (rispetto della persona): è contrapposto al paternalismo ed auspica il rispetto della libertà di scelta del paziente (che però non sempre è in condizioni di scegliere). Ciò presuppone l’informazione/conoscenza e l’azione coerente del paziente ; tuttavia nasce la conflittualità tra il peso morale dei criteri medici ed il peso reale soggettivo del paziente (che non ha l’esperienza del medico) in merito agli oneri/benefici che la scelta comporta. Applicazioni: segreto, consenso informato, verità, rifiuto della cura, aborto, ecc. Limitazioni al principio: motivi di salute pubblica (es. quarantena), costi elevati, incapacità fisica/mentale/legale del paziente, autonomia del medico e di altri (es. parenti). Principio di beneficialità/non maleficienza: Il medico avrebbe come obiettivo essenziale il miglior interesse del paziente, per cui è autorizzato a curarlo anche senza informazione e/o consenso dello stesso ed anche tacendo o manipolando la verità. Ciò sarebbe giustificato dal fatto che la malattia stessa sminuisce l’autonomia del malato, mentre l’obiettivo del medico è quello di restituirgli tale autonomia. Tale principio, che rischia di degenerare nel paternalismo, può non essere capace di risolvere situazioni di conflittualità decisionali: Prelevare o non prelevare organi dal vivente? E' lecito effettuare una sperimentazione non terapeutica? Si può intervenire (con danno) sulla gravida per il bene del feto? Praticare o non praticare l’eutanasia (suicidio assistito)? Ecc. CORSO DI FORMAZIONE IN BIOETICA - MODULO BASE

18 PRINCIPI DELLA BIOETICA NORD-AMERICANA (2)
Principio di giustizia: ha una dubbia identità, poichè pende ora verso la beneficialità, ora verso l’autonomia. Esso si basa sull’equità sociale e la solidarietà interumana nella ripartizione degli oneri; casi simili devono essere trattati in modo simile, ci deve essere equità nel distribuire benefici e svantaggi provenienti da un’azione individuale (es. certificati d’invalidità), deve esserci per tutti uguale possibilità di accesso ai beni (es. cure), ecc. Limiti/conflitti: A quali/quante cure ha diritto il paziente, a tutte quelle che chiede? E quale è il minimo cui si ha diritto? Quali le priorità in caso di accesso limitato (es. pochi fondi - pazienti in attesa di trapianti - carenza di attrezzature, come incubatrici per neonati immaturi o respiratori,ecc)? Lo stato deve farsi carico di malattie determinate da proprie scelte di vita? CORSO DI FORMAZIONE IN BIOETICA - MODULO BASE

19 La bioetica contemporanea in occidente
Nelle società pluraliste e democratiche l’unico modo possibile per elaborare i criteri della morale civile è quello del consenso democratico I famosi 3 principi contenuti nel Rapporto Belmont hanno dato l’avvio alla bioetica contemporanea Essi non rivendicano un ruolo assoluto, ma si pongono come base di accordo ragionevole (cioè ricerca di una morale civile) tra gruppi diversi per cultura, religione, morale Questi principi godono di consenso universale in Occidente, poiché su di essi è fondata la cultura occidentale, dopo secoli di maturazioni e rivoluzioni Oggi prevale l’idea che non sia possibile rinunciare a principi etici di riferimento, sia pure tenendo conto delle obiezioni mosse, se non altro perché lo esige il confronto tra le culture che vengono a contatto nelle crescenti società multietniche. Anche se il consenso non può essere il criterio ultimo per distinguere ciò che è bene e ciò che è male. La storia, infatti, ci pone di fronte a non pochi casi in cui le maggioranze hanno scelto il male, e non solo nella Germania hitleriana. Eppure, nonostante questo, non abbiamo altri modi per stabilire i criteri della morale civile se non quelli del gioco democratico: se lo rifiutassimo rischieremmo di piombare nella guerra civile”. Nei comitati di bioetica un lavoro di équipe cerca di conciliare in modo democratico e ragionevole posizioni divergenti. CORSO DI FORMAZIONE IN BIOETICA - MODULO BASE

20 La bioetica contemporanea in occidente
Gli stessi movimenti politici odierni hanno una cultura che poggia su questi tre principi, anche se propendendo in modo diverso per l’uno o l’altro principio, propugnano diversi sistemi morali: Il liberalismo pone l’accento sull’autonomia (libertà da.. come principio assoluto, in assenza di costrizioni) Il socialismo privilegia il principio di beneficialità (libertà per mettere in pratica; lo Stato ha il compito di provvedere a tutti i bisogni dei cittadini, in un clima di uguaglianza economica e sociale) La socialdemocrazia si pone tra i primi due proponendo la giustizia come equilibrio tra beneficialità e autonomia. Autos nomos Lo Stato, come il medico, si arroga il diritto di sapere ciò che è bene per il singolo. CORSO DI FORMAZIONE IN BIOETICA - MODULO BASE

21 Il metodo della Bioetica
La bioetica è parte della filosofia morale e la riflessione etica si svolge alla luce della ragione umana. A questo punto sorge la domanda: quale etica per la bioetica? CORSO DI FORMAZIONE IN BIOETICA - MODULO BASE

22 CORSO DI FORMAZIONE IN BIOETICA - MODULO BASE
Modelli etici Attualmente possiamo distinguere quattro modelli di riferimento in bioetica, ognuno dei quali si caratterizza per un differente criterio antropologico e, di conseguenza, per una diversa formulazione del giudizio etico: MODELLO LIBERAL-RADICALE MODELLO PRAGMATICO-UTILITARISTA MODELLO SOCIO-BIOLOGISTA MODELLO PERSONALISTA CORSO DI FORMAZIONE IN BIOETICA - MODULO BASE

23 Modello liberal-radicale
Ha per presupposto che non si può formulare una verità ed una legge morale a partire dalla realtà, poiché i fatti sono dimostrabili scientificamente, mentre i valori e le norme sono solo presupposti ed indimostrabili (legge di Hume). Non esiste una verità universale ed i valori sono fondati sul soggetto che segue le sue inclinazioni momentanee La libertà è il massimo valore e si identifica con la moralità; l’autonomia è autodeterminazione. Ogni scelta fatta liberamente e che non danneggia l'altrui libertà è lecita In questo modello confluiscono diverse correnti: soggettivismo/decisionismo (Kelsen, Popper), emotivismo (Ayer, Stevenson), esistenzialismo nichilista (Sartre), libertalismo (Marcuse). Padre della dimensione libertaria attuale è Herbert Marcuse (1898 – 1979). Egli, riprendendo e sviluppando il concetto freudiano di cultura o civiltà (poggiata sulla repressione costante della libido, forzatamente sublimata verso le attività sociali che segnano il progresso), ne critica l’idea di inevitabile eterno contrasto tra piacere e realtà (ovvero tra istinti e costrizioni sociali), dovuto alla natura umana. Per Marcuse questo contrasto è legato invece al potere che, per garantire l’organizzazione sociale costituita, reprime le potenzialità dell’individuo, nonostante che il progresso tecnologico abbia ormai fornito le condizioni per liberare l’uomo dagli irretimenti sociali (lavoro dipendente, famiglia, morale). Nell’opera L’uomo a una dimensione (1964) Marcuse traccia l’immagine che egli ha dell’uomo moderno, costretto a vivere nell’unica dimensione che la società totalitaria e la filosofia della logica del dominio gli ha concesso: non solo l’attività sociale, ma anche i suoi più profondi bisogni ed aspirazioni sono condizionati ed asserviti al perpetuarsi della società industriale avanzata e dei suoi ritmi produttivi. La filosofia, pur non proponendo modelli concreti, denuncia questo stato di cose e si pronuncia per il "Grande Rifiuto" rimanendo solidale con quelli che, emarginati, rischiano la vita per ottenere i più elementari diritti, testimoni inconsapevoli de "l’inizio della fine di un periodo". Il pensiero di Marcuse ha avuto grande eco nei costumi della società moderna, particolarmente nel campo della bioetica. Nell’opera Eros e civiltà (1955) Marcuse afferma che la civiltà umana "cammina secondo i fatti della libertà". Dopo la liberazione dalla schiavitù ad opera del Cristianesimo, la liberazione delle classi sociali ad opera della rivoluzione francese e la liberazione dalla diseguaglianza economica dovuta alla rivoluzione russa, egli auspica anche la liberazione dell’eros (in senso freudiano = istinti) attraverso: 1 ) Il superamento della famiglia, prigione dell’eros. Egli introdusse il concetto di sexual- right, diritti sessuali da riconoscere alla persona; in Svezia e Norvegia si insegnò educazione sessuale nelle scuole seguendo questo principio, le cui conseguenze furono la liberalizzazione dei contraccettivi, il divorzio, l’aborto, l’eutanasia (basata sul principio dell’autodeterminazione del paziente che contrasta con la responsabilità del medico). 2) La libertà da ogni sistema morale, ponendo come unico limite il rispetto della libertà altrui. Con la crescita economica questo libertarismo diventò facilmente edonismo. 3) L’abolizione del lavoro dipendente, considerato opprimente. CORSO DI FORMAZIONE IN BIOETICA - MODULO BASE

24 Modello pragmatico-utilitarista
Fondato sull’utilità sociale, intesa come valore: è etico ciò che è utile e piacevole e che è espressione (mutevole) della cultura di un luogo in un dato tempo Non c’è una verità valida per tutti e si dà importanza all’intersoggettività basata sull’utilità. Per definire cosa sia utile per la maggioranza (per la società), c’è attenzione al rapporto costo/beneficio (ma non si tiene sempre conto del rapporto rischio/beneficio), ritenendo secondari i metodi ed i mezzi (il fine giustifica i mezzi) Aspetto particolare: CONTRATTUALISMO DI ENGELHARDT CORSO DI FORMAZIONE IN BIOETICA - MODULO BASE

25 Modello socio-biologista
Si rifà all’evoluzionismo darwiniano e al valore del progresso delle scienze. Sì dà per certa la teoria evoluzionistica fino all’uomo, con adattamento all’ambiente e selezione del gruppo più forte, della razza più forte Pone il progresso, cioè l’evoluzione socio- biologica, come valore discriminante. L’etica nasce attraverso l’evoluzione e il suo meccanismo: non è l’etica che guida il progresso, ma è esattamente il contrario, e la società giustifica i comportamenti che ha ritenuti più validi. CORSO DI FORMAZIONE IN BIOETICA - MODULO BASE

26 CORSO DI FORMAZIONE IN BIOETICA - MODULO BASE
Modello personalista Fondato sulla persona intesa come realtà singola ma anche come l’insieme delle persone Nasce dalla concezione filosofica dell’uomo come persona, nella quale l’universo raggiunge la massima espressione, mentre lo stesso mondo materiale acquista il suo significato. La persona umana ha, quindi, nel mondo un primato, perciò anche la società va considerata in funzione dell’uomo, non viceversa Poiché la natura ontologica dell’uomo è unità di corpo e spirito, la morale ed i principi di riferimento del modello personalista non possono non riferirsi al rispetto ed alla promozione di tutto l’uomo, senza trascurare né la corporeità, né la spiritualità CORSO DI FORMAZIONE IN BIOETICA - MODULO BASE

27 CORSO DI FORMAZIONE IN BIOETICA - MODULO BASE
Modello personalista Le dimensioni fondamentali che qualificano l'uomo in quanto persona sono: L'inscindibilità degli aspetti corporei - psichici - spirituali (il corpo non è solo un complesso di organi e funzioni, ma espressione visibile e luogo della realizzazione dell'uomo); La libertà e la responsabilità che nascono dall'intelligenza e dalla volontà; L'eticità che deriva dalla naturale apertura al Valore Assoluto; Il diritto alla vita che è premessa indispensabile a tutti i diritti e i valori; La relazionalità che rende ragione della dimensione sociale di ogni problema umano (il problema morale ha sempre una dimensione sociale) CORSO DI FORMAZIONE IN BIOETICA - MODULO BASE

28 Diritti umani e bioetica
Diritti di I generazione (diritti civili: vita, libertà), nati per difendere il cittadino dai poteri dallo Stato Diritti di II generazione (diritti sociali: salute, lavoro, istruzione, informazione, ecc.), che invece richiedono l’incremento degli interventi statali Diritti di III generazione (solidarietà, sviluppo, pace internazionale, ambiente protetto, comunicazione, ecc.) Diritti di IV generazione ( diritti delle generazioni future, diritto ad un patrimonio genetico non manipolato, ecc.) Questi ultimi diritti toccano da vicino la bioetica che, tuttavia, li abbraccia tutti (es. diritto alla vita nell’aborto, diritto alla libertà nella procreazione assistita, ecc.), pur nella difformità di vedute dei diversi orientamenti etici. Il tema dei diritti è centrale in bioetica, anche perché parlare di diritti significa elaborare un codice etico comune, in vista di un consenso condiviso Il Decalogo per primo esprime in forma negativa (non uccidere, non rubare..= diritto alla via, alla proprietà…) i diritti umani. L’insieme di tutti i diritti sociali è ciò che nella Costituzione americana è detto “diritto alla ricerca della felicità”, non in senso edonistico, egoistico o consumistico, ma come migliore qualità di vita per sé e per gli altri. Mentre i diritti di I generazione riguardano la singola persona, quelli delle altre generazioni sono comprensibili solo in un contesto sociale. CORSO DI FORMAZIONE IN BIOETICA - MODULO BASE

29 Chi ha diritto ai Diritti?
Ancora oggi “uomo” non è per tutti sempre l’equivalente di “persona” (cioè soggetto di diritti), come vedremo nella prossima lezione Un tempo erano donne e schiavi ad essere esclusi dai diritti; oggi lo sono ancora embrioni, feti e, per alcuni, handicappati, malati mentali, anziani, malati terminali, cerebrolesi. Se i diritti dell’uomo sono legati alla sua natura , essi sono dovuti ad ogni uomo, indipendentemente dallo stato sociale, dalla razza, dal sesso, dalla cultura, senza voler eliminare le differenze. In questa ottica i diritti umani negano il soggettivismo etico. LA PERSONA Teorie funzionaliste. Fa riferimento a funzioni qualificanti (diverse nelle varie correnti funzionaliste) , necessarie perché si possa parlare di persona. L’attributo di persona si acquista e si perde gradualmente in relazione alla funzione. Riportiamo alcuni esempi. Per Engelhardt, filosofo contrattualista, la morale origina dalla stipulazione di un contratto cui può accedere solo il soggetto adulto, autonomo, capace di intendere e di volere. Solo questi è persona, e lo diventa solo dopo anni dalla nascita, così come può non esserlo più qualche tempo prima di morire. In questa ottica feti, fanciulli, ritardati mentali, soggetti in coma, ecc. non sono persone e non possono godere di diritti. Per il filosofo utilitarista Singer la funzione qualificante è la sensibilità. Tutti gli esseri viventi senzienti hanno il diritto di non soffrire inutilmente; l’uomo, in quanto essere razionale e autocosciente, ha diritto ad un riguardo maggiore perché soggetto a maggior sofferenza; quando tuttavia la coscienza è assente, come negli embrioni, nei soggetti in coma, ecc., non si parla più di persona ed essi hanno meno diritti degli animali senzienti (possono essere, quindi, oggetto di qualsiasi sperimentazione). Feti, neonati, bambini, anziani, cerebrolesi, dementi, malati terminali, ecc. sono definiti esseri umani marginali e godono degli stessi diritti degli animali senzienti. Teoria sostanzialistica Non fa riferimento a funzioni, ma all’essenza stessa dell’uomo. Ogni uomo è persona in virtù della sua essenza che egli ha e non può acquistare o perdere. S. Boezio definì la persona “sostanza individuale di natura razionale”, definizione che racchiude i due aspetti fondamentali della persona: l’individualità e la trascendentalità. CORSO DI FORMAZIONE IN BIOETICA - MODULO BASE

30 Qualche esempio di diritti negati
Nel campo della sperimentazione medica si sono avute diverse denunce presso la Corte europea dei diritti umani, in relazione a: sperimentazione di allucinogeni su persone inconsapevoli (militari), innesto, senza consenso, di cellule cancerogene in pazienti anziani, esposizioni di soggetti handicappati a radiazioni nascoste, studi su embrioni malformati in utero di madri ignare, ecc. Un esempio del ricorso alla bioetica nel campo dei diritti umani è offerto dalla discriminazione e dall’intolleranza nei confronti dei malati di AIDS, come pure nel dibattito sulla procreazione ed il ricorso alla procreazione assistita. CORSO DI FORMAZIONE IN BIOETICA - MODULO BASE

31 CORSO DI FORMAZIONE IN BIOETICA - MODULO BASE
Il problema morale è un problema antropologico CORSO DI FORMAZIONE IN BIOETICA - MODULO BASE


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