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Economia della Conoscenza

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Presentazione sul tema: "Economia della Conoscenza"— Transcript della presentazione:

1 Economia della Conoscenza
Appunti delle lezioni di Economia Politica e della Conoscenza Parte III

2 Verso l’economia della conoscenza: una prospettiva storica
Le tre rivoluzioni industriali Ognuna ha una fonte energetica, una tecnologia-guida, una infrastruttura di rete, un modello di organizzazione aziendale La terza rivoluzione industriale supporta il concetto di economia della conoscenza

3 Innovazioni in base al loro impatto sul sistema economico (La tassonomia dell’innovazione di Freeman e Perez,1988)

4 La tassonomia di Freeman e Perez: l’innovazione incrementale
Questo tipo di innovazione caratterizza qualunque tipo di attività industriale o di servizio, sia a livello di prodotto che di processo di produzione, variando logicamente a seconda del paese e della tipologia di industria: gli elementi di push su questo tipo di innovazione sono costituiti da una combinazione di fattori socioculturali, opportunità e traiettorie tecnologiche e pressione della domanda; questo tipo di innovazione si sviluppa a partire da un approccio learning by doing o learning by using, cioè non attraverso un preciso e programmato percorso di ricerca, ma attraverso un insieme di invenzioni e miglioramenti minimi frutto del fare di coloro che sono impegnati direttamente nel processo produttivo o di un feedback che si sviluppa tra il produttore e colui che usa il prodotto o il servizio

5 La tassonomia di Freeman e Perez: l’innovazione radicale
L’innovazione radicale è un processo di cambiamento tecnologico puntuale e discontinuo che solitamente è il frutto di un processo deliberato di ricerca e sviluppo da parte imprese, istituzioni, centri di ricerca; di solito non presenta aspetti di continuità con il processo innovativo di tipo incrementale e rappresenta il frutto di una combinazione di fattori di prodotto, processo e anche di tipo organizzativo

6 La tassonomia di Freeman e Perez: i cambiamenti del sistema tecnologico
Sono cambiamenti a lunga portata nel sistema tecnologico ed economico, dando origine, a volte, a interi nuovi settori di sviluppo; frutto di un melting pot di fattori (economici, tecnologici, sociali, istituzionali, culturali), questi cambiamenti si diffondono su larga scala coinvolgendo una serie di attori (imprese, attori, istituzioni) Per nuovi sistemi tecnologici si intende un insieme di innovazioni incrementali e di innovazioni radicali che influenzano un intero settore dell’economia (IC, digitale, etc).

7 I paradigmi tecnologici
a) definiscono i bisogni che devono essere soddisfatti, i principi scientifici e le tecnologie che devono essere utilizzate; b) si caratterizzano per un insieme di “esemplari” (una automobile, un circuito integrato, ecc. con le sue particolari proprietà tecnoeconomiche) e un insieme di principi euristici (dove possiamo andare? Cosa possiamo cercare? Che tipo di conoscenza può essere utile?); c) le conoscenze tecniche che si accumulano nei periodi di diversificazione permettono sentieri differenti di sviluppo; d) la scelta di un paradigma tecnologico definisce un sentiero e non si può spiegare con criteri economici di mercato, ma con fattori politico-sociali-istituzionali che indirizzano le diverse economie regionali o nazionali su differenti “traiettorie tecnologiche”.

8 Il passaggio tra paradigmi
Il passaggio da un paradigma tecnologico al successivo genera modifiche a livello di: •IMPRESA: nuovo modo di organizzazione della struttura dell’impresa. (grandi imprese fordiste, verticalmente integrate e gerarchicamente strutturate) •FORZA LAVORO: vengono richieste qualifiche diverse ai lavoratori ( ‘batchproduction’alla produzione alla catena di montaggio; ‘operaio di mestiere’a poperaio dequalificato). •PRODOTTI: si crea un nuovo nuovomix di prodotti (l’automobile, i ‘whitegoods’, i prodotti per la pulizia personale e della casa, i prodotti di consumo immediato (come le bevande)). •NUOVI PAESI LEADER: si crea una nuova divisione internazionale del lavoro. •INFRASTRUTTURE: ogni paradigma necessita di infrastrutture particolari •STRUTTURA DEL MERCATO: concentrato/frammentato.

9 Le 5 long waves di Kondratieff
Il ciclo del sistema economico avviene tramite grandi rivoluzioni tecnologiche: •5 importanti cambiamenti rivoluzionari dalla fine del 1700 ad oggi: 5 paradigmi tecnologici che si sono succeduti – a partire dalla prima rivoluzione industriale – fino ad oggi. L’affermarsi di un nuovo paradigma tecnologico è legato all’esaurimento del potenziale innovativo del vecchio paradigma. Ogni nuovo paradigma tecnologico comporta, ad esempio, dei cambiamenti nei gusti dei consumatori, un’evoluzione delle abilità richieste ai lavoratori e nuovi prodotti che si affermano sul mercato

10 Le 5 long waves di Kondratieff

11 Il paradigma dell’Information and Communication Technology
Nuova progettazione di prodotti/processi (CE, comakership,…) ✔ diminuzione dell’importanza della parte “meccanica” dei prodotti, aumento del contenuto “informativo” dei prodotti ✔ maggiore integrazione tra le funzioni organizzative (team working, organizzazioni orizzontali,…) ✔ interorganizzazione (passaggio da rapporti di fornitura tradizionali a rapporti di fornitura integrati) ✔ espansione del mercato dei servizi (ogni prodotto è un prodotto/servizio) ✔ scambio di informazioni virtualmente senza limiti di spazio e di tempo ✔ evoluzione dei gusti e dei comportamenti dei consumatori ✔ nuovi modelli di business (es. e-business)

12 L’economia della conoscenza
Un concetto caro all’OCSE ed all’UE, al centro delle politiche economiche ed industriali dei paesi avanzati La ricchezza economica e sociale è creata attraverso la creazione, produzione, distri-buzione e consumo di conoscenza e di prodot-ti/servizi ad elevata intensità di conoscenza L’economia della conoscenza: mito o realtà?

13 L’economia della conoscenza:mito o realtà?
Due grandi cambiamenti (Foray,2000): Sono fortemente cresciuti gli investimenti nella produzione e trasmissione di conoscenze (istruzione, formazione,ricerca, management) Si sono fortemente ridotti i costi di codificazione, trasmissione e acquisizione delle conoscenze, grazie alla tecnologia (Ict, Internet,….)

14 L’economia della conoscenza:mito o realtà?
Di conseguenza…….la conoscenza è divenuta una risorsa maggiormente replicabile e mobile, sempre più indipendente dallo spazio e dal tempo (Rodriguez, 2002; Rullani, 2004) ….e sempre più accessibile ai nuovi entranti, purché capaci di mettersi in “rete” (Soete,2002)

15 L’economia della conoscenza:mito o realtà?
Chi investe di più in conoscenza (imprese, settori, regioni, comuni, stati,….) acquista vantaggio competitivo (OECD, 1996) L’importanza degli intangible assets diviene preponderante (Kendrik, 1994) Negli USA dal 1929 al 1990 il capitale tangibile (strutture, attrezzature, risorse naturali…) quadruplica, mentre quello intangibile (istruzione, formazione, ricerca, salute, sicurezza,….) DECUPLICA

16 L’economia della conoscenza
In alcuni paesi (USA, UK, NL, SWE, FIN) il settore primario ha un peso marginale, il settore secondario (industria) occupa meno del 20% dei lavoratori e tutto il resto è servizi, dove crescono soprattutto i servizi ad alta intensità di conoscenza La produzione “fisica” non scompare, ma viene delocalizzata su scala globale Nella nuova divisione globale del lavoro i paesi poveri non sono solo fornitori di manodopera poco qualificata a basso costo L’economia della conoscenza deve perseguire uno sviluppo mondiale equo e sostenibile

17 Dentro la black box dell’economia della conoscenza
Oggetto: beni e servizi, for profit e no profit, pubblici e privati Luoghi: distretti, cluster, poli e parchi scientifici, sistemi di innovazione Soggetti: persone, imprese, organizzazioni, istituzioni

18 L’economia della conoscenza: cosa produce?
Un’economia di servizi, sia intermedi (ICT, pubblicità, consulenza,finanza….) che finali (commercio, turismo, sanità, istruzione, divertimento…..) Un’economia di prodotti, il cui valore dipende sempre più da elementi intangibili e ad alto contenuto di conoscenza (ricerca, design, comunicazione, pubblicità, ….)

19 Conoscenza: tassonomia I
1.informazione, ovvero la produzione di dati formattati e strutturati in grado di essere duplicati meccanicamente e serialmente; 2. sapere, ovvero la possibilità di produrre apprendimento, sia in termini operativi (“saper fare”) che di capacità di far fronte a problemi specifici. Esso è anche un’attitudine a “saper essere”, “saper vivere”, ecc. (know how); 3. la conoscenza sistemica, ovvero la comprensione a livello sistemico, produttrice di una capacità cognitiva che permette di generare nuove conoscenze (know that). Lectio Magistralis Porte aperte

20 Conoscenza: tassonomia II
Fig. 1: Interdipendenza tra conoscenza, sapere e informazione. Lectio Magistralis Porte aperte

21 Conoscenza: tassonomia III
Ciclo di vita della conoscenza conoscenza conoscenza conoscenza codificata personale  sociale (general  o intellect) conoscenza tacita Conoscenza come bene comune: lo scambio di conoscenza non è scambio di diritti di proprietà, non implica “rivalità” e non è soggetto a scarsità. Il costo marginale della conoscenza (e quindi il suo prezzo) tende a zero. La conoscenza si genera via apprendimento (Economie dinamiche di apprendimento) La conoscenza si diffonde via relazione (Economie dinamiche di rete) Lectio Magistralis Porte aperte

22 Le proprietà della conoscenza
Espandibilità/replicabilità (cap. 5 Foray) Non rivalità Non escludibilità (?)…..lo scenario del terzo millennio si è aperto con un conflitto tra le ragioni proprietarie del copyright e quelle sociali della condivisione gratuita della conoscenza resa accessibile dalle reti (Formenti, 2003)

23 Alcuni effetti dell’economia della conoscenza
Effetti di Apprendimento (learning economies) La conoscenza deriva da una scoperta o da invenzione La conoscenza è spesso un prodotto congiunto (cap. 3 Foray) esito della cooperazione sociale La conoscenza è frammentata e dispersa La conoscenza è cumulativa ed è soggetto ad un ciclo di vita

24 Alcuni effetti dell’economia della conoscenza
Effetti di rete (Economie di rete)  diffusione agglomerazione geografica di attività knowledge intensive crescente diffusione di accordi e reti tra imprese Aumento del differenziale dei salari tra knowledge workers e non Aumento del differenziale competitivo tra knowledge companies e non

25 Il ciclo virtuoso della conoscenza
 k(Y +, E +) Yt-1  It  + t  Yt  (Pe + , IPR –) Le economie di rete (k) sono positivamente correlate al livello di produzione come proxy del valore della diffusione spaziale delle attività (Y), e alle esternalità E, considerate esogene; Le economie di apprendimento (learning-by-doing) () sono una funzione positiva dell’attività di investimento (via i profitti attesi Pe) and una funzione negativa dei diritti di proprietà intellettuale (IPR)

26 Un parco tecnologico in Finlandia

27 I soggetti dell’economia della conoscenza: i knowledge workers (Butera, 1998)

28 Conoscenza VALORE Lavoro cognitivo: individui e organizzazioni
Dalla produzione di merci a mezzo di merci (Sraffa, 1960) alla produzione di valore a mezzo di conoscenza (Rullani, 2004) Conoscenza VALORE


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