La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore

La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore

TUTELA PATRIMONIO CULTURALE

Presentazioni simili


Presentazione sul tema: "TUTELA PATRIMONIO CULTURALE"— Transcript della presentazione:

1 TUTELA PATRIMONIO CULTURALE
CARABINIERI TUTELA PATRIMONIO CULTURALE NUCLEO DI FIRENZE

2 L'ARMA DEI CARABINIERI E LA TUTELA DEL PATRIMONIO CULTURALE
Confernza tenuta dal Cap. Christian Costantini Comandante del Nucleo T.P.C. di Firenze Firenze, Marzo 2010

3 SEDE CARABINIERI TUTELA PATRIMONIO CULTURALE
Roma, piazza S. Ignazio 152

4 Sede del Reparto Operativo e Sezione Elaborazione Dati
Roma, caserma La Marmora via Anicia, 24 Roma Tel

5 Sezione Elaborazione Dati Sezione Falsificazione e arte contemporanea
STRUTTURA Comandante Vice Comandante Reparto Operativo Ufficio Comando Nuclei Sez. Segr. e Personale Nucleo TPC Ancona Nucleo TPC Bari Nucleo Comando Sezione Operazioni Nucleo TPC Bologna Nucleo TPC Cosenza Sezione Antiquariato Sezione Elaborazione Dati Nucleo TPC Firenze Nucleo TPC Genova Sezione Archeologia Squadra Servizi Nucleo TPC Monza Nucleo TPC Napoli Sezione Falsificazione e arte contemporanea Nucleo TPC Palermo Nucleo TPC Sassari Nucleo TPC Torino Nucleo TPC Venezia

6 Reparto Operativo CC T. P. C.
Sezione Antiquariato Con competenza sul territorio nazionale,sul Lazio e Abruzzo R O M A Sezione Archeologia Sezione Falsificazione e arte contemporanea

7 N U C L E I VENEZIA MONZA TORINO BOLOGNA GENOVA ANCONA FIRENZE BARI
SASSARI NAPOLI COSENZA PALERMO N U C L E I SIRACUSA

8 L’Italia, un immenso museo
circa castelli . . . circa 4.100 musei . . . circa chiese . . . ville, palazzi . . . biblioteche . . . e complessi monumentali . . .

9 6000 siti archeologici terrestri . . .

10 e subacquei . . .

11 I COMPITI DEL COMANDO RECUPERO OPERE D'ARTE
CONTROLLO SITI ARCHEOLOGICI ATTIVITA' INFORMATIVA

12 Attività svolta in IRAQ

13 CHE COS’È IL PATRIMONIO CULTURALE?
COMANDO CARABINIERI T.P.C. La normativa CHE COS’È IL PATRIMONIO CULTURALE? E’ l’insieme delle cose immobili e mobili che presentano interesse artistico, storico, archeologico, etnoantropologico, archivistico e bibliografico, nonché dei beni paesistici costituenti espressione dei valori storici, culturali, naturali, morfologici ed estetici del territorio. (art. 2 del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio, d.lgs. 42/2004) 13

14 COMANDO CARABINIERI T.P.C.
La normativa SONO DEFINITI BENI CULTURALI (d.lgs. n. 42 del 22/01/2004) Art. 10 c. 1 - le cose immobili e mobili che presentano interesse artistico, storico,archeologico o etnoantropologico c le raccolte di musei, pinacoteche, gallerie e altri luoghi espositivi - gli archivi e i singoli documenti - le raccolte librarie delle biblioteche appartenenti allo Stato, alle Regioni e agli altri enti pubblici territoriali c le cose immobili e mobili che presentano interesse artistico, storico, archeologico o etnoantropologico particolarmente importante (es: manoscritti, carte geografiche, fotografie, ville, strade, navi, ecc), che non siano opera di autore vivente o la cui esecuzione non risalga ad oltre cinquanta anni - gli archivi, i singoli documenti, le raccolte librarie

15 COMANDO CARABINIERI T.P.C.
La normativa - le cose immobili e mobili che rivestono un interesse particolarmente importante a causa del loro riferimento con la storia politica, militare, della letteratura, dell’arte e della cultura in genere - le collezioni o serie di oggetti che rivestono come complesso un eccezionale interesse artistico o storico appartenenti ai soggetti diversi da quelli precedentemente indicati (pubblici), quando sia intervenuta la “Dichiarazione dell’interesse culturale” da parte della Soprintendenza competente c gli affreschi, gli studi d’artista, le aree pubbliche, le opere di pittura e di architettura contemporanea, le fotografie, i mezzi di trasporto aventi più di anni, i beni di interesse per la storia della scienza aventi più di 50 anni, nonché le vestigia del patrimonio storico della prima Guerra mondiale, le ville, i parchi le cose d’interesse numismatica, i manoscritti, i libri e le stampe aventi carattere di rarità e pregio quando oggetto di specifiche disposizioni di tutela

16 COMANDO CARABINIERI T.P.C.
La normativa SONO DEFINITI BENI PAESAGGISTICI (d.lgs. n. 42 del 22/01/2004) Art. 134 gli immobili e le aree di notevole interesse pubblico (cospicui caratteri di bellezza naturale, ville, giardini e parchi di non comune bellezza panoramica, art.136) - le aree tutelate per legge (art.142) - gli immobili e le are sottoposti a tutela dai piani paesaggistici previsti dagli artt.143 e 156.

17 COMANDO CARABINIERI T.P.C.
Le violazioni CODICE DEI BENI CULTURALI E DEL PAESAGGIO (d.lgs. 42/2004) Art.169 Opere illecite Art.170 Uso illecito Art.171 Collocazione e rimozione illecita Art.172 Inosservanza delle prescrizioni di tutela indiretta Art.173 Violazioni in materia di alienazione Art.174 Uscita o esportazione illecite Art.175 Violazione in materia di ricerche archeologiche Art.176 Impossessamento illecito di beni culturali appartenenti allo Stato Art.178 Contraffazione di opere d’arte Art.180 Inosservanza dei provvedimenti amministrativi Art.181 Opere eseguite in assenza di autorizzazione o in difformità da essa IN CASO DI TRASGRESSIONE: - sanzioni amministrative: somme denaro, remissione in pristino e risarcimento danni - sanzioni penali: arresto, ammenda, multa e reclusione

18 COMANDO CARABINIERI T.P.C.
Le violazioni CODICE PENALE Art.624 Furto Art.624 bis Furto in abitazione Art.635 Danneggiamento Art Deturpamento e imbrattamento di cose altrui Art Ricettazione Art.648 bis Riciclaggio Art.648 ter Impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita Art Danneggiamento al patrimonio archeologico, storico o artistico nazionale

19 COMANDO CARABINIERI T.P.C.
Gli obblighi di legge Per i proprietari pubblici e privati: CONSERVAZIONE i beni culturali non possono essere demoliti, modificati o rimossi senza autorizzazione del Ministero; le collezioni e gli archivi non possono essere smembrati e devono essere conservati nella loro organicità. Il trasferimento di complessi organici a soggetti diversi dal proprietario, possessore o detentore, e' subordinato ad autorizzazione del Soprintendente; in caso di cambio di ubicazione dei beni mobili appartenenti a privati (per spostamento di dimora del detentore) deve essere data notizia alla soprintendenza i proprietari, possessori o detentori di beni culturali devono sottoporre alla soprintendenza i progetti delle opere che intendano eseguire, al fine di ottenerne la preventiva approvazione (entro il termine di gg.120) i beni culturali non possono essere adibiti ad usi non compatibili con il loro carattere storico o artistico;

20 COMANDO CARABINIERI T.P.C.
Gli obblighi di legge 2. Per chi ritrova o scopre fortuitamente beni culturali: DENUNCIA chiunque scopre fortuitamente cose mobili o immobili (di cui art.10) deve farne denuncia entro ventiquattro ore al soprintendente o al sindaco, ovvero all'autorità di pubblica sicurezza. (vedi art. 90) le cose indicate nell’art.10, da chiunque e in qualunque modo ritrovate nel sottosuolo o sui fondali marini, appartengono allo Stato. (vedi art. 91) PREMIO: viene corrisposto dal Ministero in misura non superiore al quarto del valore delle cose ritrovate: a) allo scopritore che ha ottemperato alla denuncia; b) al concessionario; c) al proprietario dell'immobile dove e' avvenuto il ritrovamento (fino alla metà del valore).

21 COMANDO CARABINIERI T.P.C.
La circolazione dei beni culturali 1. AMBITO COMUNITARIO è vietata, se costituisce danno per il patrimonio storico e culturale nazionale, l'uscita dei beni culturali dal territorio dello Stato; chi intende esportare beni culturali, deve farne denuncia ai competenti Uffici di Esportazione al fine di ottenere l'attestato di libera circolazione; i beni culturali, per i quali opera il divieto di esportazione, possono uscire temporaneamente dal territorio nazionale per manifestazioni, mostre o esposizioni d'arte, solo se sono garantite l'integrità e la sicurezza; la spedizione o l'importazione di beni culturali nel territorio nazionale, deve essere certificata dall‘Ufficio di Esportazione.

22 COMANDO CARABINIERI T.P.C.
La circolazione dei beni culturali 2. AMBITO EXTRACOMUNITARIO l'esportazione dei beni culturali al di fuori del territorio dell'Unione europea e' disciplinata dal regolamento CEE nr.3911/92 che prevede, all’art.2, la licenza di esportazione rilasciata dall‘Ufficio di Esportazione (contestualmente all’attestato di libera circolazione) ed e' valida per sei mesi.

23 conoscenza delle disposizioni della presente Convenzione“
COMANDO CARABINIERI T.P.C. Le fonti CONVENZIONE UNESCO 1970 Parigi, 14 novembre 1970 - art. 5 lett. f - “Esercitare un’azione educativa al fine di risvegliare e sviluppare il rispetto verso il patrimonio culturale di tutti gli Stati e diffondere largamente la conoscenza delle disposizioni della presente Convenzione“ Il riposo durante la fuga in Egitto - Giambattista Tiepolo ( )

24 COMANDO CARABINIERI T.P.C.
La deontologia negli statuti professionali CODICE DI DEONTOLOGIA I.C.O.M. Barcellona, Spagna, il 6 luglio 2001 3.2 Acquisizione di oggetti di provenienza illecita – “Il commercio illecito...è contrario allo spirito di conservazione del patrimonio culturale nazionale e internazionale…Il professionista museale deve assolutamente essere a conoscenza che l’eventuale sostegno fornito da un museo al commercio illecito, indipendentemente dal mezzo, diretto o indiretto, contraddice gravemente la deontologia. - 6.2 Tutela delle collezioni – Compito professionale importante consiste nel garantire che tutti gli oggetti accolti in via temporanea o permanente nel museo siano provvisti di una documentazione completa che consenta di conoscerne la provenienza e ne faciliti l’identificazione e la conservazione…”

25 (Codice Deontologico Internazionale) Parigi, Novembre 1999
COMANDO CARABINIERI T.P.C. La deontologia negli statuti professionali DIRETTIVA UNESCO PER I COMMERCIANTI DEI BENI CULTURALI (Codice Deontologico Internazionale) Parigi, Novembre 1999 art. 1 – “I commercianti di beni culturali si astengono dall'importare o esportare gli oggetti d'arte o di trasferirne la proprietà nel caso in cui abbiano motivo di credere che questi siano stati rubati, che siano illecitamente alienati o che provengano da scavi clandestini.”

26 COMANDO CARABINIERI T.P.C.
La deontologia negli statuti professionali STATUTO A.A.I. art. 1.3 – “(Gli scopi dell’Associazione sono…) Prendere tutte le iniziative, occorrendo anche di carattere legale, dirette a stroncare eventuali scorrettezze nell’ambito del commercio delle antichità.”

27 COMANDO CARABINIERI T.P.C.
La deontologia negli statuti professionali REGOLAMENTO A.N.C.A. art. 6 – “I soci si impegnano alla collaborazione con le istituzioni pubbliche per la conservazione del patrimonio culturale italiano e per la tutela da furti e falsificazioni.”

28 CODICE DEONTOLOGICO F.I.M.A.
COMANDO CARABINIERI T.P.C. La deontologia negli statuti professionali CODICE DEONTOLOGICO F.I.M.A. art. 6 – “Gli associati devono attenersi ad una scrupolosa applicazione delle leggi. Si dichiarano favorevoli alla conservazione del Patrimonio Culturale Italiano e alla tutela delle opere d’arte da furti e falsificazioni. Si obbligano ad informare i competenti organi di controllo ogni qualvolta vengano a conoscenza di illeciti.”

29 A.L.A.I.: RACCOLTA USI E CONSUETUDINI L.I.L.A.
COMANDO CARABINIERI T.P.C. La deontologia negli statuti professionali A.L.A.I.: RACCOLTA USI E CONSUETUDINI L.I.L.A. - art. 7 – “Materiale di provenienza furtiva: Gli associati dovranno garantire all'acquirente la corretta provenienza del materiale venduto; non dovranno coscientemente acquistare, detenere o tentare di rivendere materiale di provenienza furtiva. Dovranno fare il possibile per accertarsi che le opere loro offerte siano effettivamente legittimo possesso del venditore. Dovranno cercare di ostacolare il furto di libri di antiquariato e di materiali connessi. Dovranno inoltre collaborare attivamente con le autorità preposte per il recupero e la restituzione delle opere rubate e l'arresto dei responsabili.”

30 COMANDO CARABINIERI T.P.C.
Le minacce Furti di beni culturali, di cui: 1 % nei musei pubblici e privati 8 % presso istituzioni pubbliche e private 37 % nelle chiese e altri istituti religiosi 54 % presso privati cittadini Scavi ed esportazioni clandestini Falsificazione di opere d’arte Truffe Danneggiamenti di beni culturali 30

31 COMANDO CARABINIERI T.P.C.
Le minacce …nello specifico per la falsificazione Sostanziale “dispersione” su tutto il territorio In crescita A molteplice offensività CARATTERISTICHE Esecuzione Con molteplici modalità Commercializzazione Non sempre collegata a “criminali” Coinvolgimento di tutto il comparto “Arte” con prevalenza di quella contemporanea FIORI A FIRMA MORANDI (olio su tela) MATRICE E RIPRODUZIONE A FIRMA GENTILINI 31

32 Gli strumenti Internazionali di contrasto al traffico illecito di Beni Culturali Convenzioni Unesco 1970 – Unidroit 1995 Premessa I beni culturali rappresentano beni particolari: sono portatori di identità per gli individui e la società, testimonianze tangibili della cultura e della Storia, unici e insostituibili nel loro significato. Essi determinano la consapevolezza e la coesione sociale di una comunità. Per questi motivi, la salvaguardia del patrimonio culturale è oggi annoverata tra i compiti principali dello Stato. La portata esatta del trasferimento illecito di beni culturali è difficile da stimare. In questa sede non si entrerà nel merito del disastro mondiale ma si farà un cenno sulla situazione peruviana, si pensi che nella sola regione del Batan Grande sono state saccheggiate oltre tombe. I ricercatori presumono che all’incirca la metà dei siti archeologici conosciuti è stata presa di mira dagli autori di scavi clandestini. Il 90 per cento di oggetti d’oro peruviani conservati nelle collezioni di tutto il mondo provengono da scavi illeciti.

33 Sulla scorta di siffatto disastro all’inizio degli anni sessanta, Perù e Messico hanno fatto presente all’UNESCO le proporzioni allarmanti assunte dal commercio illegale di beni culturali, sollecitandola ad adottare uno strumento internazionale destinato a salvaguardare il patrimonio culturale dell’umanità. Pertanto se oggi abbiamo strumenti Internazionali di contrasto al traffico illecito di Beni Culturali è soprattutto grazie al Perù e al Messico che prima degli altri paesi hanno sentito questa esigenza. Perù e Bolivia sono tra i primi paesi che hanno ratificato la convenzione, pertanto i paesi dell’America LATINA sono da considerarsi i padri putativi della stessa. Il traffico illecito di antichità può essere eliminato solo attraverso la cooperazione internazionale. Al momento due convenzioni internazionali sono operanti ed insieme provvedono a fornire una struttura di supporto per questa cooperazione:

34 Lotta al trasferimento illecito di beni culturali
UNESCO 1970 (Art. 2 ) Lotta al trasferimento illecito di beni culturali L’articolo 2 definisce lo scopo della Convenzione, ossia la lotta all’importazione e l’esportazione illecite di beni culturali. (art. 4 ) L’articolo 4 indica in quali casi un bene culturale sia considerato appartenente al «patrimonio culturale» di uno Stato.

35 Istituzione di servizi
(Art. 5 ) Istituzione di servizi L’articolo 5 obbliga gli Stati contraenti a istituire uno o più servizi incaricati di adempiere i molteplici compiti legati alla tutela dei beni culturali a livello nazionale. Fra questi compiti figurano l’elaborazione di norme legali, l’allestimento di un elenco dei beni da tutelare, il provvedimento delle istituzioni scientifiche e tecniche che si occupano della conservazione dei beni culturali, la sorveglianza degli scavi archeologici, la formulazione di norme deontologiche per gli addetti ai lavori, l’esercizio di un’azione educativa e un’appropriata pubblicità assicurata a ogni caso di sparizione di un bene culturale (lett. a-g). Anche in questo caso si tratta di un impegno generico, considerato che gli Stati sono tenuti ad adottare i provvedimenti «tenendo conto delle condizioni di ciascun Paese».

36 Beni culturali esportati illecitamente o rubati .
(Art. 7 ) Beni culturali esportati illecitamente o rubati . L’articolo 7 formula tre impegni fondamentali della Convenzione: gli Stati impediscono a musei e istituzioni simili di acquisire beni culturali esportati illecitamente da uno Stato contraente e informano i Paesi d’origine in merito all’offerta di questi beni (lett. a).58 Anche in questo caso si tratta di un impegno generico, in quanto gli Stati devono adottare i provvedimenti «in conformità con la legislazione nazionale» e i Paesi d’origine vanno informati «nella misura del possibile». Con questo impegno si vuole fare in modo che i musei, partner importanti nel trasferimento internazionale di beni culturali e investiti di una funzione «interfacciale» nella mediazione artistica, si facciano promotori di standard comportamentali nei confronti dei beni culturali. Inoltre è vietato importare beni culturali rubati che fanno parte dell’inventario di un monumento pubblico (museo, chiesa ecc.) di un altro Stato (lett. b i). Il furto deve tuttavia essere avvenuto dopo che la Convenzione sia entrata in vigore in entrambi gli Stati contraenti; la retroattività è esplicitamente esclusa. I beni culturali rubati in tal modo devono essere restituiti su richiesta del Paese d’origine, a condizione che questo versi un equo indennizzo alla persona acquirente in buona fede (lett. b ii). Lo Stato richiedente è tenuto a fornire, a proprie spese, tutti i documenti e mezzi di prova necessari per accertare il suo diritto. Anche le spese derivanti dalla restituzione e spedizione dei beni culturali vanno a carico dello Stato richiedente.

37 (Art. 10 ) Azione educativa nei confronti del pubblico e obbligo di tenere un registro per gli operatori del commercio d’arte . L’articolo 10 lettere a e b obbliga gli Stati contraenti a svolgere un’azione educativa e informativa nei confronti del pubblico per quanto riguarda l’importanza dei beni culturali, il loro trasferimento illecito e i danni arrecati al patrimonio culturale dal furto, dagli scavi clandestini e dall’esportazione illegale. Secondo la lettera a, gli operatori del commercio d’arte sono inoltre obbligati a tenere un registro dei beni culturali acquisiti, dal quale siano desumibili la provenienza di ogni singolo oggetto, il nome e l’indirizzo del fornitore nonché una descrizione di ogni oggetto venduto e il suo prezzo. Essi devono inoltre informare l’acquirente circa un eventuale divieto d’esportazione cui il bene venduto è soggetto. Infine devono essere obbligati a rispettare i codici etici (cfr. art. 5 lett. e Convenzione). L’applicazione di queste disposizioni ha lo scopo di evitare che organizzazioni criminali usino il commercio d’arte legale per immettere illegalmente nel mercato beni culturali di dubbia provenienza, li «riciclino» e ne celino così la reale provenienza. Grazie alle registrazioni è possibile ripercorrere l’iter dei beni culturali di provenienza illecita immessi nei circuiti del mercato nonostante le precauzioni adottate. Per imporre la registrazione, gli Stati contraenti sono tenuti a infliggere sanzioni penali o amministrative a chiunque violi le disposizioni dell’articolo 10 della Convenzione. Anche in questo caso siamo in presenza di un impegno generico, visto che ciascuno Stato è tenuto a farlo «nei modi [a esso] adatti».

38 (Art. 15 ) Accordi particolari L’articolo 15 concede agli Stati contraenti la possibilità (senza tuttavia obbligarli) di concludere tra di loro accordi particolari concernenti la restituzione di beni culturali esportati dal Paese d’origine prima dell’entrata in vigore della Convenzione. La disposizione stabilisce quindi che gli Stati contraenti hanno la facoltà di concludere accordi sulla restituzione di beni culturali che si spingono più in là dei principi della Convenzione UNESCO 1970.

39 Sostegno da parte dell’UNESCO
(art. 16 Convenzione) Rapporti L’articolo 16 obbliga gli Stati contraenti a presentare periodicamente rapporti concernenti le leggi da essi emanate e i provvedimenti adottati in virtù della Convenzione. (art. 17 Convenzione) Sostegno da parte dell’UNESCO L’articolo 17 elenca i mezzi con i quali l’UNESCO può sostenere gli Stati contraenti nell’attuazione degli impegni derivanti dalla Convenzione. Su richiesta di almeno due Stati della convenzione, fra i quali è sorta una controversia relativamente alla sua applicazione, l’Unesco può offrire i suoi buoni uffici per il raggiungimento di un accordo tra di essi (art Convenzione) Disposizioni finali

40 Un esempio eclatante dell’applicazione della convenzione Unesco è il recupero da parte del Reparto che io Comando della maschera Peruviana restituita recentemente allo Stato del Perù. La maschera fu’ estratta illegalmente da Lambayeque, nel costa nord del Perù, luogo dove si sviluppò la cultura Sicán. Il pezzo cadde in mani di un personaggio che la offrì in vendita attraverso un sito internet.  La maschera fu’ stata acquisita nel 1982 da una cittadina italiana che, come si è scoperto, l'acquistò in buona fede. Ma dopo essere stata avvertita che possedeva un bene provento di uno scavo clandestino, optò per consegnarlo al suo governo affinché questo lo restituisse al Perù. La cittadina Italiana aveva diritto a chiedere un'indennità, ma vi ha rinunciato, fatto che la trasforma in una benefattrice del nostro paese.  Questo recupero ha avuto successo grazie all'enorme collaborazione tra autorità peruviane ed italiane." 

41 Maschera Peruviana

42 Che cos’è la Convenzione Unidroit?
La Convenzione Unidroit è un accordo internazionale che disciplina la restituzione e il ritorno dei beni culturali che sono stati rubati, esportati illecitamente oppure che provengono da scavi abusivi. Una richiesta di restituzione può essere presentata a condizione che il bene culturale si trovi in uno Stato contraente, dopo essere stato rubato in un altro Stato contraente oppure illecitamente esportato da uno Stato contraente.

43 Che cosa disciplina la Convenzione Unidroit?
La Convenzione Unidroit è uno strumento giuridico che, a determinate condizioni, consente al legittimo proprietario, sia esso un collezionista privato, una pubblica istituzione o uno Stato, di rientrare in possesso di un suo bene culturale che è stato rubato o esportato illecitamente all’estero.

44 Quali sono le particolarità della Convenzione Unidroit?
La Convenzione Unidroit tutela in primo luogo il proprietario originario. Il possessore in buona fede che deve restituire il bene culturale ha diritto ad un equo indennizzo. La Convenzione Unidroit non interessa la produzione artistica contemporanea e nemmeno il commercio delle opere d’arte contemporanee. La Convenzione Unidroit non è retroattiva: essa non è applicabile ai beni culturali rubati o esportati illecitamente prima della sua entrata in vigore.

45 (Art. 1) La presente Convenzione si applica alle richieste di carattere internazionale: a) di restituzione di beni culturali rubati; b) di ritorno di beni culturali esportati dal territorio di uno Stato contraente in violazione della sua legge che regolamenta l'esportazione di beni culturali, al fine di proteggere il suo patrimonio culturale (in seguito indicati come "beni culturali illecitamente esportati"). (Art. 3) 1) Il possessore di un bene culturale rubato deve restituirlo. 2) Ai sensi della presente Convenzione, un bene illecitamente scavato o scavato lecitamente ma illecitamente trattenuto è considerato come rubato, compatibilmente con la legislazione dello Stato nel quale tali scavi sono stati effettuati. 3) Ogni richiesta di restituzione deve essere presentata entro un termine di tre anni a decorrere dal momento in cui il richiedente ha conosciuto il luogo dove si trovava il bene culturale e l'identità del suo possessore e, in tutti i casi, entro un termine di cinquanta anni dalla data del furto. Mentre l’Art. 7 UNESCO COSì RECITA IN MERITO AL FURTO : Il furto deve tuttavia essere avvenuto dopo che la Convenzione sia entrata in vigore in entrambi gli Stati contraenti; la retroattività è esplicitamente esclusa.

46 (Art. 4) 1) Il possessore di un bene culturale rubato, che deve restituirlo, ha diritto, al momento della restituzione, al pagamento di un equo indennizzo a condizione che non abbia saputo né avrebbe dovuto ragionevolmente sapere che il bene era stato rubato e che possa provare che ha agito con la dovuta diligenza in occasione dell'acquisto. INVERSIONE DELL’ONERE DELLA PROVA RISPETTO ALLA DIRETTIVA UNESCO 1970. (Art. 6) Il possessore di un bene culturale che ha acquistato detto bene dopo la sua illecita esportazione ha diritto, al momento del ritorno, al pagamento da parte dello Stato richiedente di un equo indennizzo, con riserva che il possessore non sapeva né avrebbe dovuto ragionevolmente sapere, al momento dell'acquisizione, che il bene era stato illecitamente esportato. Questa clausola è prevista anche dall’art. 7 UNESCO . (Art. 7) 1) Le disposizioni del presente Capitolo non si applicano quando: a) l'esportazione del bene culturale non è più illecita nel momento in cui se ne chiede il ritorno; oppure b) il bene è stato esportato quando era in vita il suo autore, o entro un periodo di cinquant'anni dopo il suo decesso.

47 (Art. 9) 1) La presente Convenzione non impedisce ad uno Stato contraente di applicare tutte le norme più favorevoli alla restituzione o al ritorno di beni culturali rubati o illecitamente esportati di quelle in essa previste. 2) Il presente articolo non deve essere interpretato nel senso di creare un obbligo di riconoscere o di conferire forza esecutiva ad una decisione di un giudice o di ogni altra autorità competente di un altro Stato contraente che si discosti dalle norme della presente Convenzione. (Art. 10) Le disposizioni si applicano ad un bene culturale che è stato rubato dopo l'entrata in vigore della presente Convenzione nei confronti dello Stato dove la richiesta è presentata, (Art. 13) 1) La presente Convenzione non deroga gli strumenti internazionali da cui uno Stato contraente è giuridicamente vincolato e che contengono disposizioni sulle materie regolate dalla presente Convenzione, a meno che una diversa dichiarazione non sia resa dagli Stati vincolati da tali strumenti.

48 ARTICOLO 178 CONTRAFFAZIONE DI OPERE D'ARTE

49 1. E’ punito con la reclusione da tre mesi fino a quattro anni e con la multa da euro 103 a euro
3.099: a) chiunque, al fine di trarne profitto, contraffà, altera o riproduce un’opera di pittura, scultura o grafica, ovvero un oggetto di antichità o di interesse storico od archeologico;

50 b) chiunque, anche senza aver concorso nella contraffazione, alterazione o riproduzione, pone in commercio, o detiene per farne commercio, o introduce a questo fine nel territorio dello Stato, %

51 o comunque pone in circolazione, come autentici, esemplari contraffatti, alterati o riprodotti di opere di pittura, scultura, grafica o di oggetti di antichità, o di oggetti di interesse storico od archeologico;

52 c) chiunque, conoscendone l a falsità, autentica opere od oggetti, indicati alle lettere a) e b), contraffatti, alterati o riprodotti;

53 d) chiunque mediante altre dichiarazioni, perizie, pubblicazioni, apposizione di timbri od etichette
o con qualsiasi altro mezzo accredita o contribuisce ad accreditare, conoscendone la falsità, come autentici opere od oggetti indicati alle lettere a) e b) contraffatti, alterati o riprodotti.

54 2. Se i fatti sono commessi nell’esercizio di un’attività commerciale la pena è aumentata e alla sentenza di condanna consegue l’interdizione a norma dell’articolo del codice penale.

55 3. La sentenza di condanna per i reati previsti dal comma 1 è pubblicata su tre quotidiani con diffusione nazionale designati dal giudice ed editi in tre diverse località Si applica l’articolo 36, comma 3, del codice penale.

56 4. E’ sempre ordinata la confisca degli esemplari contraffatti, alterati o riprodotti delle opere o degli oggetti indicati nel comma 1, salvo che si tratti di cose appartenenti a persone estranee al reato. Delle cose confiscate è vietata, senza limiti di tempo, la vendita nelle aste dei corpi di reato.

57 LABORATORIO DEI FALSARI

58

59

60 CERTIFICATO DI AUTENTICITA'
ORIGINALE SIGILLO DI ATENTICITA' CONTRAFFATTO

61 FRONTE AUTENTICHE FALSE RETRO

62 FRONTE AUTENTICHE FALSE RETRO

63 ALCUNE MATRICI PER FARE DEI TIMBRI FALSI

64 TIMBRI FALSI

65 TIMBRI FALSI

66 QUADRO "falso" DEL PITTORE "LEGER FERNAND"

67

68 SONO STATE CONFERITE ALLA BANDIERA DELL’ARMA QUATTRO MEDAGLIE D’ORO PER I MERITI ACQUISITI DAL COMANDO T.P.C. NEL CAMPO DELLA CULTURA E DELL’ARTE

69 FINE


Scaricare ppt "TUTELA PATRIMONIO CULTURALE"

Presentazioni simili


Annunci Google