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Società, globalizzazione e nuovi media: una società “in rete”?

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Presentazione sul tema: "Società, globalizzazione e nuovi media: una società “in rete”?"— Transcript della presentazione:

1 Società, globalizzazione e nuovi media: una società “in rete”?
Francesca Comunello

2 Il programma del corso: testi d’esame
1. Un testo a scelta dello studente tra: - U. Beck: “Che cos’è la globalizzazione”, Carocci - R.Guolo: “La società mondiale”, Guerini e Associati 2. F. Comunello, “Networked sociability. Riflessioni e analisi sulle relazioni sociali (anche) mediate dalle tecnologie”, Guerini e Associati 3. L. Rainie, B. Wellman, “Networked. Il nuovo sistema operativo sociale, Guerini (Gli studenti frequentanti che parteciperanno con profitto alle attività laboratoriali proposte dalla cattedra potranno studiare solo la parte prima e un capitolo a scelta della parte seconda del presente volume) 4. Dispense del corso e un articolo a scelta dello studente

3 Il programma del corso: gli articoli delle riviste internazionali
L’articolo a scelta dallo studente andrà selezionato da una delle seguenti riviste: a. Journal of CMC, (a scelta dello studente all'interno del  numero monografico del JCMC sui Social Network Sites (ottobre 2007) o tra gli articoli pubblicati a partire dal 2012) b. New media and society, Sage (articoli pubblicati a partire dal 2012: c. First Monday (selezionando gli articoli pubblicati a partire dal 2012: d. Information, Communication and society (articoli pubblicati a partire dal 2012: e. Due ulteriori articoli saranno messi a disposizione degli studenti nell’area riservata del sito *I frequentanti che lo desiderano possono presentare l’articolo in aula durante l’ultima lezione di aprile (e non dovranno presentarlo nuovamente all’esame)

4 Cosa faremo nel secondo semestre
Lezioni: dal 25 febbraio al 9 aprile (inclusi). N.B: la lezione del 9 aprile è rimandata al 15 aprile per agevolare la preparazione dell’esonero 25-26 febbraio, 5 marzo: conclusione teoria (network, network society, networked e le “3 rivoluzioni”, proiezioni identitarie e relazioni sociali) 11 marzo: scrivere per il SEO 12 marzo: scrivere per il SEO (esercitazione) 18 marzo: Scrivere per i social media 19 marzo: ESERCITAZIONE scrivere per i social media 25 marzo: SNS: dati, letture teoriche, percorsi di ricerca 26 marzo: personal branding online e proclamazione vincitore contest SEO 1 aprile: ESERCITAZIONE personal branding 8 aprile: presentazione articoli e riepilogo Networked 15 aprile: esonero sul testo di Rainie e Wellman, Networked.

5 Cosa vuol dire “rete” Il termine “rete” è oggi estremamente pervasivo. Discipline diverse lo utilizzano per spiegare una varietà di fenomeni, o per proporre modelli organizzativi innovativi. Alcuni esempi: reti neurali relazioni sociali, catene alimentari negli ecosistemi diffusione dei virus organizzazione aziendale Tecnologie Anche il linguaggio comune ne fa un uso crescente, adottandone accezioni generiche ed enfatizzando in particolare la dimensione tecnologica “di rete”.

6 Architettura di rete In quanti modo possono essere collegati tra loro gli elementi di una rete, ovvero quale topologia la rete può assumere? Rete centralizzata o a stella Rete in cui esiste un nodo (hub o centro-stella) che collega ogni altro elemento della rete. Tra i rimanenti nodi non esistono collegamenti diretti. Tutti i nodi, tranne il centro-stella, sono collegati ad un solo altro nodo. Per scambiare informazioni tra due nodi è necessario passare attraverso il centro-stella 6

7 Architettura di rete (2)
Rete decentralizzata Rete costituita dalla connessione di n reti a stella. Tutti i nodi di ogni sotto- rete sono collegati unicamente al proprio centro-stella. La rete è caratterizzata dalla presenza di più hub. La connessione tra due hub costituisce un "ponte" tra due sotto-reti centralizzate. Una rete decentralizzata manifesta una maggiore tenuta in caso di attacchi casuali, in quanto l'eliminazione di connessioni all’interno di una sotto-rete, più probabile dato il numero maggiore di tali legami, creerebbe pochi danni; presenta, invece, maggiore vulnerabilità in caso di attacchi pianificati, in quanto l'eliminazione di pochi “ponti” disgregherebbe facilmente la rete 7

8 Architettura di rete (3)
Rete distribuita o magliata Rete caratterizzata dall'assenza di hub, ovvero priva nodi di controllo centrale o locale, e di percorsi preferenziali. Ogni nodo è collegato ad almeno due altri nodi della rete. Due qualsiasi nodi dispongono di almeno due percorsi per scambiare informazioni. I pregi di una rete magliata si evidenziano in condizioni di criticità. A fronte della distruzione di alcuni nodi la rete può riconfigurare dinamicamente i propri percorsi e continuare a funzionare 8

9 Le radici comuni: la teoria dei grafi
Eulero: il prolema di Konigsberg Erdos e Rényi: grafi casuali

10 Cos'è un grafo “è semplicemente un modo per specificare le relazioni che intercorrono tra un insieme di oggetti. Un grafo è costituito da un insieme di oggetti, chiamati nodi; alcune coppie di questi oggetti sono connessi tra loro da link, chiamati spigoli […] I grafi sono modelli matematici utilizzati in molti contesti, essenzialmente ogni qualvolta sia utile rappresentare le forme in cui gli elementi di una struttura reticolare sono connessi tra loro, sul piano logico o fisico” (Easley, Kleinberg, 2008, pp. 21; 23) Grafi semplici (semplici collegamenti tra coppie di nodi, no direzione) Grafi diretti (si può tener conto della direzione del legame) Grafi segnati (le linee possono assumere valore positivo o negativo)

11 Un grafo si dice completo quando sono presenti tutti i legami: ogni nodo è adiacente a tutti gli altri. • Un grafo si dice regolare quando ogni nodo ha lo stesso numero di link • Un grafo si dice casuale quando le connessioni tra nodi sono distribuite senza alcuna regola tra le coppie di nodi; un nodo può avere più di una connessione o non averne nessuna

12 Caratterizzazione di un grafo
Un grafo può essere descritto attraverso le relazioni tra nodi: distanza tra nodi aggregazione tra nodi distribuzione delle connessioni per i singoli nodi 12

13 Distanza tra nodi La distanza tra due nodi è data dal numero di connessioni che partendo da uno dei nodi consente di raggiungere l'altro con il minor numero di passaggi Il grado di separazione di un grafo è la media delle distanze tra i nodi La formula che descrive la separazione all’interno di una rete casuale come funzione del numero di nodi è la seguente: d = log N/log k, dove N è il numero di nodi, k il numero dei link per nodo; con k link, da ogni nodo si raggiungono k altri nodi, dopo due gradi k2 nodi e così via, quindi kd non deve superare N; da kd = N si ricava la formula suddetta. 13

14 Grado di distribuzione
Il grado di distribuzione di un nodo rappresenta il numero di connessioni del nodo. In una rete non tutti i nodi hanno lo stesso numero di legami. In un grafo casuale tutti i nodi hanno la stessa probabilità di avere lo stesso numero di connessioni Nelle reti reali è stato rilevato che molti nodi hanno pochi legami mentre quelli che ne hanno moltissimi sono una minoranza. Le osservazioni sperimentali hanno dimostrato che ogni volta che il numero di legami raddoppia, il numero di nodi diventa un quarto 14

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16 Reti piccolo mondo Una rete ha la caratteristica di "piccolo mondo" quando: esistono percorsi relativamente brevi che connettono coppie di nodi pur essendo la rete molto estesa, vale a dire ha un grado di separazione basso ha un alto coefficiente di aggregazione, ovvero esistono gruppi di nodi ognuno dei quali ha un gran numero di connessioni agli altri membri del gruppo In una rete piccolo mondo i nodi di un gruppo, strettamente interconnessi tra loro, hanno pochi legami con i nodi degli altri gruppi Facendo un parallelo con le reti sociali reali possiamo definire "forti" i legami del primo tipo e "deboli" i legami del secondo tipo (Granovetter). I legami deboli rappresentano "ponti" tra i diversi gruppi Esperimento di Milgram (modalità di ricerca diretta vs broadcast) 16

17 Il modello dei sei gradi di separazione

18 La “nuova” scienza delle reti
Riferimento alla teoria dei grafi Riflessione trae spunto dalle reti “piccolo mondo” (le sei strette di mano di Milgram) Reti a invarianza di scala: leggi di autoorganizzazione per guardare dentro la “scatola nera” della complessità “Nuove” scienze?

19 Reti a invarianza di scala

20 Reti di macchine: Internet e il Web
World Wide Web (WWW): rete costituita da documenti (pagine web) e hyperlink (URL) Internet: rete di router e di dispositivi di telecomunicazione che realizzano i collegamenti fisici (cavi, fibre ottiche, ponti radio, collegamenti satellitari) Un'altra definizione per Internet come network è: rete di domini e di indirizzi che li collega (in questa seconda definizione ad un dominio fanno capo centinaia di router e server) 20

21 Descrivere il Web Data la complessità del Web e la mancanza di regole organizzative predefinite, per costruire un modello matematico del Web sono stati seguiti, in prima approssimazione, i principi dei grafi casuali Numerosi studi sperimentali sulla distribuzione dei nodi e dei relativi legami hanno evidenziato che il WWW possiede un’elevata dimensione di auto-organizzazione: tende verso il modello di rete piccolo mondo e “a invarianza di scala” 21

22 “una totale assenza nel Web di democrazia, equità, valori egualitari” (Barabasi 2002)
“Così come nella società umana pochi individui, i connettori, conoscono un numero insolitamente ampio di persone, l’architettura del World Wide Web è dominata da pochissimi nodi altamente connessi, o hub. (…) Nella rete del Web, tutti i nodi poco conosciuti, scarsamente visibili e dotati di un esiguo numero di link sono tenuti insieme da questi rari siti altamente connessi” (Barabási 2002: 63). 22

23 Coltiviamo la curiosità per il mondo che ci circonda
I primi minuti di ogni lezione saranno dedicati a discutere un “caso” relativo al web e ai social media (un tema molto discusso nella settimana precedente, un’innovazione lanciata da poco, una nuova APP, ecc.) I casi dovranno essere segnalati dagli studenti (suggerisco di segnalarli su Twitter nei giorni che precedono la lezione)

24 Reti di persone e reti di macchine
La società può essere compresa soltanto attraverso lo studio dei messaggi e dei mezzi di comunicazione relativi ad essi; e (…) nello sviluppo futuro di questi messaggi e mezzi di comunicazione, i messaggi fra l’uomo e le macchine, fra le macchine e l’uomo, e fra macchine e macchine sono destinati ad avere una parte sempre più importante (Wiener 1950: 23-24). Il linguaggio non è un attributo esclusivo dell’uomo, bensì un carattere che egli può condividere fino a un certo grado con le macchine da lui costruite (…) Generalmente noi crediamo che la comunicazione e il linguaggio siano diretti da persona a persona. È possibile tuttavia che una persona parli a una macchina, una macchina a una persona e una macchina a una macchina (…). C’è un linguaggio emesso dall’uomo e diretto alle macchine e c’è un linguaggio emesso dalle macchine e diretto all’uomo (Wiener 1950: ) 24

25 Cosa cambia con l’inclusione delle tecnologie
Cosa cambia con l’inclusione delle tecnologie? Cosa cambia con l’inclusione delle relazioni sociali? È opinione comune che l’attuale centralità del concetto di rete sia da ricondurre esclusivamente alla pervasività delle tecnologie di rete, quasi fossero queste ultime a diffondere e rendere possibili modelli di interazione e/o di organizzazione di tipo reticolare (vedi anche critiche di Musso alla retiologia). le reti sociali sono un fenomeno precedente allo sviluppo delle reti informatiche, così come è possibile tracciare un lungo percorso di antecedenti delle reti tecnologiche . A proposito dei modelli organizzativi, Castells sostiene che modelli di tipo reticolare fossero presenti anche in passato e che fossero potenzialmente più efficienti di quelli gerarchici, ma che solo le nuove tecnologie, garantendo feedback immediati, permettano di mantenere l’efficienza di un’organizzazione reticolare applicata su larga scala (Castells 2004: 5).

26 La networked sociability per Castells (“socialità basata sui network”)
Nella network society si produce una trasformazione della dimensione sociale […]: si verifica una tendenza alla costruzione del gruppo dei pari attraverso una socialità basata sui network (network sociability). La cultura dell’individualismo non conduce all’isolamento, ma cambia gli schemi della costruzione di socialità nei termini di contatti sempre più selettivi e auto-diretti. La nuova tendenza è dunque rappresentata dall’emergere della socialità basata sui network […] L’esito sociale di questi network è duplice. Da una parte, dal punto di vista di ciascun individuo, il proprio mondo sociale è formato intorno ai propri network, ed evolve con la composizione del network stesso. Dall’altra parte, dal punto di vista del network, la sua configurazione opera come punto di riferimento per ciascuno dei partecipanti. Quando un network è condiviso da un certo numero di membri, esso diventa un gruppo di pari. In altre parole, la socialità basata sui network conduce sia a un network centrato sull’individuo, specifico rispetto a quell’individuo, sia alla formazione di gruppi dei pari, quando il network diventa il contesto di comportamento per i suoi partecipanti (Castells 2006, p. 161)

27 Relazioni sociali e identità
La riflessione sulle relazioni sociali è inscindibile da quella sull'identità “Il termine identità contiene almeno tre elementi: la nozione di permanenza di un soggetto nel tempo, che permette di sfuggire alle variazioni dell’ambiente situate al di sotto di una certa soglia; la nozione di unità e unicità, che stabilisce i limiti di un soggetto e che permette di distinguerlo da ogni altro; infine l’identità è anche una relazione tra soggetti che permette loro di riconoscersi” (Melucci, 2000)

28 Introducing identity Un paradosso: identità deriva da idem; ma il termine implica sia similarità che differenza: Da un lato è qualcosa di unico per ciascuno di noi, cui tendiamo ad attribuire una certa coerenza (si pensi al dibattito sul “furto di identità”); struggle to “be myself” Dall’altro essa implica anche una relazione con un più ampio gruppo sociale (identità culturale, etnica, di genere, ecc.): in parte riguarda dunque ciò che condividiamo con altri; “multiple identifications with others” “On one level, I am the product of my unique personal biography. Yet who I am (or who I think I am) varies according to who I am with, the wocial situations in which I find myself, and the motivations I may have at the time (D. Buckingham, Introducing identity, in Youth, Identity and digital media, MIT Press, 2008)

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32 Il dissequestro dell’esperienza
“ciò che la crescente disponibilità di materiali mediati ha fatto è consentire al sé, inteso come progetto simbolico organizzato in modo riflessivo, di affrancarsi progressivamente dai suoi legami con i contesti pratici della vita quotidiana. Per quanto siano ancora situati in tali contesti e organizzino buona parte della loro esistenza in funzione delle richieste che da questi provengono, gli individui possono ora sperimentare eventi remoti, interagire con altri lontani, spostarsi temporaneamente in microcosmi mediati e, a seconda dei propri interessi e priorità, lasciarsene coinvolgere in misura più o meno profonda.” (Thompson, 1995, p. 322) “Il sé non è considerato né il prodotto di un sistema simbolico esterno, né un’entità fissa che l’individuo può afferrare in modo immediato e diretto; il sé è piuttosto un progetto simbolico che l’individuo costruisce attivamente sulla base dei materiali simbolici a sua disposizione, materiali che l’individuo ordina in un racconto coerente a proposito di chi egli sia – un racconto sulla sua identità” (Thompson, 1995, p. 293). 32

33 Il Sé Rimediato (Bolter e Grusin)
Noi impieghiamo i media come veicoli per definire l’identità personale e culturale. Nel momento in cui questi media sono simultaneamente diventati sia corrispettivi tecnologici che espressioni sociali della nostra identità, noi diventiamo, allo stesso tempo, sia soggetto che oggetto dei media contemporanei. Rappresentiamo contemporaneamente ciò su cui la telecamera esercita il proprio sguardo e la telecamera stessa (Bolter e Grusin) 33

34 Il sé e la doppia logica della rimediazione
Quando siamo di fronte a media che operano principalmente seguendo la logica dell’immediatezza trasparente (la realtà virtuale, la grafica tridimensionale), vediamo noi stessi come un punto di vista immerso in uno spazio visuale apparentemente senza soluzioni di continuità. In un ambiente virtuale, siamo liberi di alterare il nostro sé alterando il nostro punto di vista e di entrare in empatia con gli altri assumendo il loro punto di vista; una tecnica questa che venne inventata dal cinema e che si è ora estesa ed amplificata nei media digitali. Allo stesso tempo, la logica dell’ipermediazione, propria delle applicazioni multimediali e degli ambienti di rete, esprime una definizione del sé la cui qualità principale non è tanto quella di ‘essere immersi’ quanto piuttosto quella di ‘essere interrelati o connessi’. Il sé ipermediato è un network di affiliazioni che sono in costante mutamento. 34

35 Il “secondo sé”: prime riflessioni sull'identità online
La riflessione sull'identità online ha preso le mosse da contesti tecnologici (“web 1.0”) e teorici (“prima età” degli internet studies) molto differenti da quelli attuali Turkle: Second Self (1984), La vita sullo schermo (1995) Ponendo una netta separazione tra pratiche identitarie online e offline, alcuni autori hanno enfatizzato la dimensione di libera sperimentazione (priva da vincoli sociali, ma anche dai condizionamenti derivanti dalla storia individuale) correlata all’esperienza online “Al soggetto è così riconosciuta la possibilità di auto costruirsi in modo del tutto autonomo, ossia affrancato da qualsivoglia forma di potere biopolitico attivo nei contesti quotidiani. Gli ambienti di rete sono definiti veri e propri ‘identity playground’, parchi-gioco dell’identità” (Tosoni, 2004, p. 68) 35

36 Orientalismo digitale e postmodernismo radicale
Mentre da una parte si ipotizzano gli effetti della cancellazione di indizi simbolici legati al corpo, dall’altra si dipinge un ambiente di fantasiosa seduzione (…) praticata attraverso la proiezione simulacrale dei corpi in rete. Allo stesso tempo, la rete è descritta come luogo di pericolo (…) I luoghi di cui si racconta sono luoghi di meraviglia e di stupore continuamente rinnovati…” (S.Tosoni 2004)

37 Oltre il “secondo sé” Anche riferendosi criticamente ad alcuni suoi precedenti lavori, oggi Turkle afferma «la nostra nuova intimità con le macchine ci costringe a parlare di un vero e proprio nuovo stato del sé» (Turkle, 2006, p. 121). L'utilizzo delle tecnologie digitali non porta alla costituzione di un sé separato, ma abilita nuove forme di costruzione identitaria Turkle 2006: tethered self (letteralmente, «sé legato, attaccato»); tecnologie mobili alwayas on, differenti assunzioni di ruolo Non portiamo mai a termine il «percorso di studi» rappresentato dal lavoro sull’identità: «ciascuno, semplicemente, ci lavora utilizzando il materiale che ha a portata di mano in un particolare momento della sua vita» (Turkle 2006) Il mondo sociale online, in questo quadro, offre materiale aggiuntivo per un processo che attinge da numerose fonti

38 Comunità virtuali (?) Le comunità virtuali sono aggregazioni sociali che emergono dalla Rete quando un certo numero di persone porta avanti delle discussioni pubbliche sufficientemente a lungo, con un certo livello di emozioni umane, tanto da formare reticoli di relazioni sociali nel cyberspazio (Rheingold) Lo sviluppo di comunità virtuali conferma della definitiva «separazione», nella società contemporanea, tra locality – le appartenenze strutturalmente dipendenti dal luogo in cui si vive – e sociability – le forme in cui si strutturano le relazioni sociali. 38

39 Random sociability nella CMC
Si sostiene anche che la diffusione delle pratiche di rete comporta la rottura della comunicazione convenzionale e l’isolamento sociale, poiché ai contesti reali di interazione faccia a faccia si sostituisce la pratica di random sociability (strutturazione casuale della capacità di relazione sociale) da parte di individui «senza volto». Ne consegue: Sviluppo di forme di relazione sociale basate sulle identità falsificate e i giochi di ruolo; Sviluppo di contesti di Identity playground in cui si dà libero sfogo alle proprie fantasie personali, in forma assolutamente lontana e scollegata rispetto alla vita quotidiana nel mondo reale. 39

40 Oltre la random sociability
Non appena le tecnologie di rete assumono la posizione e l’influenza sociale di un mainstream medium, si contrae radicalmente la possibilità (teorica) e la necessità (pratica) di «drammatizzare» le esperienze che si conducono negli ambienti virtuali. “In contrasto con le affermazioni che considerano Internet sia come una fonte di una comunità rinnovata sia come una causa di alienazione dal mondo reale, l’interazione sociale offerta da questo mezzo non pare avere un effetto diretto sulla costruzione di modelli della vita quotidiana, genericamente parlando, se non per il fatto che aggiunge l’interazione on line ai rapporti sociali esistenti”(Castells) 40

41 Le comunità “Le comunità, almeno nella tradizione della ricerca sociologica, erano basate sulla condivisione di valori e di organizzazione sociale. I network sono costruiti attraverso scelte e strategie degli attori sociali, siano essi individui, famiglie o gruppi. Di conseguenza, la principale trasformazione delle società complesse si è verificata attraverso la sostituzione delle comunità spaziali con i network come forme prime di socialità”. (Castells) “La parola ‘comunità’ ha un suono dolcissimo; evoca tutto ciò di cui sentiamo il bisogno e che ci manca per sentirci fiduciosi, tranquilli e sicuri di noi. In breve, la ‘comunità’ incarna il tipo di mondo che purtroppo non possiamo avere, ma nel quale desidereremmo tanto vivere e speriamo di poter un giorno riconquistare […] Paradiso perduto o paradiso anelato: in un modo o nell’altro, di certo non si tratta del mondo che abitiamo né di quello che conosciamo per esperienza diretta” (Bauman, 2001, p. 5). 41

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43 Comunità vs. networked individualism
Le comunità divengono : “network di legami interpersonali che assicurano le condizioni di socialità, sostegno, accesso all’informazione oltre a senso di appartenenza e identità sociale” (Wellman) Questa forma di connettività estesa e flessibile, caratterizzata da barriere sufficientemente permeabili e dalla possibilità di passare quasi senza soluzione di continuità da un network a un altro, contraddistingue la società contemporanea e segnala la prevalenza dell’appropriazione personale delle dinamiche di relazione sociale. “Piuttosto che essere organizzati in gruppi chiusi e discreti – a casa, nella comunità, al lavoro, all’interno delle organizzazioni – le persone sono in perenne movimento come singole individualità tra diversi network separati da confini sfumati (fuzzily-bounded networks)” (Wellman) 43

44 Uscire dai little boxes
“I membri delle società organizzate in little boxes interagiscono (di volta in volta) solo con i membri dei pochi gruppi cui appartengono: normalmente, le nostre case, il vicinato, i gruppi di lavoro, le organizzazioni. Ci stiamo allontanando da modelli di società organizzati intorno ai gruppi, spostandoci verso modelli nei quali i confini tra i gruppi sono più permeabili, le interazioni avvengono con interlocutori differenziati, i legami si collocano all’interconnes-sione di network multipli e le gerarchie (quando esistono) sono meno pronunciate e talvolta ricorsive” (Wellman, 1999) 44

45 Dai gruppi ai network (tratto da Rainie, Wellman, 2012)

46 Networked individualism
Le nuove forme di costruzione delle relazioni sociali tecnologicamente mediate richiede il ricorso a nuove metafore come: Networked individualism/Privatization of sociability (Castells), Personalized communities embodied in me-centered networks (Wellman) “Ogni persona è simile ad un «quadro comandi» che gestisce legami e network. Le persone rimangono connesse ma in quanto individualità autonome, non sulla base del fatto che hanno i piedi ben piantati nella ‘casa base’ del contesto familiare e di lavoro. Ogni persona attiva in modo selettivo i propri network per ottenere informazione, collaborazione, direttive, supporto, senso di socialità e di appartenenza” (Wellman) 46

47 Sta diventando chiaro che Internet non sta distruggendo la
comunità, ma fa i conti con le tipologie di comunità networked che sono già diventate prevalenti nel mondo occidentale, e contribuisce ad estenderle. Molte relazioni interpersonali sono basate sui ruoli specializzati interpretati dalle persone. Queste relazioni specializzate abbondano nelle situazioni lavorative o di comunità, dove le persone si trovano a operare intorno a network sociali multipli. Talvolta, le persone preferiscono relazioni specializzate. Ad esempio, in ambito accademico, spesso gli studiosi preferiscono l’autonomia della comunicazione via mail alle relazioni in presenza, più impegnative e meno specializzate. Si ha così un bilanciamento tra il desiderio di regolarsi sui propri ritmi autonomi e quello di ottenere i vantaggi intellettuali, materiali e sociali dell’appartenenza a comunità scientifiche. (Wellman, 2002)

48 “Se la comunicazione di tipo place to place supporta la
dispersione e la frammentazione delle organizzazioni e della comunità, la comunicazione person to person supporta la dispersione e la frammentazione di ruoli rilevabili nei gruppi di lavoro e nei nuclei familiari. Il passaggio a un mondo personalizzato e wireless fornisce le basi per il networked individualism, che vede ogni persona spostarsi tra legami e network […] Gli individui si muovono rapidamente attraverso i loro network sociali. Ogni persona agisce separatamente nei suoi network per ottenere informazione, collaborazione, ordini, supporto, sociabilità e senso di appartenenza” (Wellman, 2002)

49 Per un superamento della contrapposizione online/offline
Tecnologie e vita quotidiana Non possiamo realmente separare la nostra presenza online e offline, poiché online e offline non sono entità discrete. (Gajjala, 2009) Rybas e Gajjala: la «mitologia popolare di un sé disincarnato (disembodied)» (2007, p. 7) la generica dicotomia online/offline è svuotata di validità euristica, poiché ciascuna specifica piattaforma offre un set determinato di affordances ai suoi utenti, con riferimento ai vincoli espressivi (il supporto di comunicazioni vocali, scritte, ecc.; comunicazione uno a uno/pochi a pochi/molti a molti e relative combinazioni); alle specifiche modalità di attualizzazione del legame sociale; alle norme e alle consuetudini di comportamento intersoggettivamente definite (e solo provvisoriamente stabilizzate) in relazione a ciascun singolo ambiente (e all’intersezione tra i diversi ambienti comunicativi e il peculiare contesto sociale in cui ogni specifica relazione si inserisce)

50 La Network Society (Castells)
(è) “una struttura sociale composta di network informazionale alimentati da tecnologie dell’informazione caratteristiche del paradigma informazionalista. (…) I network sociali sono vecchi quanto l’umanità. Ma con l’informazionalismo hanno acquisito una nuova vita, perché le recenti tecnologie aumentano la flessibilità inerente ai network e allo stesso tempo risolvono i problemi di coordinamento e guida che hanno ostacolato i network nel corso della storia” (Castells 2001) 50

51 Networked: il nuovo sistema operativo sociale (Rainie e Wellman)
La Tripla Rivoluzione: - Reti sociali - Internet - Mobile “La Rivoluzione delle Reti Sociali ha offerto alle persone l'opportunità di andare oltre – e di stressare - il mondo dei gruppi coesi. Ha consentito di diversificare maggiormente le relazioni e i mondi sociali – ma ha offerto anche ponti per collegare questi mondi e possibilità di manovra per muoversi al loro interno. Allo stesso tempo, ha introdotto lo stress legato all'assenza di una casa base unica e alla necessità di conciliare le richieste, spesso in conflitto tra loro, di mondi sociali multipli”.

52 Networked – la Rivoluzione di Internet
“La rivoluzione di Internet ha attribuito agli individui un inedito potere comunicativo e una capacità di procurarsi informazioni senza precedenti. Ha anche consentito agli utenti di diventare gli editori e i broadcaster di se stessi e ha creato nuovi metodi per il social networking. Queste nuove potenzialità comportano che il punto di contatto non sia più il nucleo familiare (o il gruppo di lavoro), ma l'individuo. Ogni persona,inoltre, può personalizzare internet secondo i propri bisogni”.

53 Networked – la Rivoluzione del Mobile
“ la Rivoluzione della Telefonia Mobile ha reso l'ICT un'appendice del corpo, che permette alle persone, ovunque si trovino, di connettersi liberamente con i propri amici e di accedere alle informazioni. L'ICT, a sua volta, è sempre accessibile. Offre la possibilità di una presenza continua e di una costante consapevolezza degli altri soggetti che si trovano all'interno del network. La separazione fisica tra persone, in termini di tempo e spazio, è oggi meno rilevante”.

54 La rivoluzione di internet: diffusione dell’innovazione (Rogers)

55 Fattori che hanno favorito lo sviluppo di internet
Tipologia di regolamentazione. La FCC ha stabilito che internet era un servizio “di informazione” che necessitava di un livello minimo di regolamentazione, e non un servizio “di telecomunicazioni”, che avrebbe richiesto forme più ampie di regolamentazione. Questa politica di non intervento ha consentito la diffusione di molte innovazioni, sul piano tecnologico e commerciale, permettendo che il ruolo principale nel modellare l'ambiente di internet fosse esercitato dalle richieste e dai feedback degli utenti. La tecnologia si è sviluppata molto velocemente, incrementando il proprio livello di usabilità e di attrattività. Legge di Moore, cofondatore della Intel Corporation: la capacità massima di elaborazione di un microchip, a parità di prezzo, raddoppia orientativamente ogni diciotto o ventiquattro mesi.

56 Fattori che hanno favorito lo sviluppo di internet
Mentre la potenza di calcolo cresceva e i prezzi dei processori diminuivano, anche la capacità comunicativa, cioè l'ampiezza di banda, viveva un processo analogo: dalle connessioni dial-up all’aDSL, alla fibra. L'ampiezza di banda è raddoppiata ogni anno o due, passando dai 300 bit per secondo del 1970 a un miliardo di bit al secondo (un gigabyte) nella primavera del 2011. L’ottimizzazione delle spettro delle frequenze ha comportato un processo analogo. Internet ha mantenuto la sua natura di network interconnesso. Come il sistema telefonico globale, non si è frammentata in segmenti in competizione tra loro e impossibili da connettere, ma è restata un network di network che connette tra loro internet service provider (ISP) Sistema tariffario: connettività a banda larga a tariffe flat La capacità di archiviazione delle macchine ha seguito un andamento simile a quello descritto dalla legge di Moore (legge di Kryder)

57 Perché l’evoluzione del Pc supporta il networked individualism
Il design delle tecnologie non determina il comportamento degli utenti, ma genera le affordances – “le azioni che una persona può potenzialmente compiere con un oggetto”. Queste, a loro volta, influenzano le effettive modalità di utilizzo. Il computer è personale. Internet – e in seguito i telefoni mobili – è divenuta il primo dispositivo di informazione dedicato agli individui. Il computer è connesso. All'inizio, i personal computer erano dispositivi isolati: calcolatrici e macchine da scrivere più efficienti. Solo più tardi è comparsa internet e i computer sono sostanzialmente diventati l'unico strumento per connettersi – al punto che personal computer e internet sono quasi divenuti sinonimi.

58 Perché l’evoluzione del Pc supporta il networked individualism
I computer e internet sono diventati a misura d'uomo. Quando DOS ha ceduto il passo alle interfacce grafiche e userfriendly (GUI, graphical user interface) di Windows e del Macintosh, le persone hanno iniziato a considerare internet come un elemento in grado di aiutarle nel lavoro e nei contatti con amici e famiglia La comunicazione può essere più personalizzata e privata. Internet è decentralizzata e aperta alle scelte individuali. Il concetto di personalizzazione condiviso dagli individui networked coincide con l'etica della decentralizzazione tipica del computing contemporaneo

59 Cambia la tipologia di connessione, cambia l’uso

60 Cambia la tipologia di connessione, cambia l’uso
la percentuale di americani che scambiano in un giorno medio è più che raddoppiata tra il 2000 e il 2011, passando dal 21% al 53%; la percentuale di coloro che utilizzano un motore di ricerca in un giorno medio è più che raddoppiata tra il 2002 e il 2011, passando dal 18% al 43%; la percentuale di coloro che si informano online è più che triplicata tra il 2000 e il 2011, passando dall'11% al 41%; la percentuale di coloro che consultano il meteo è più che triplicata tra il 2000 e il 2011, passando dall'8% al 32%; la percentuale di coloro che utilizzano servizi di online banking è cresciuta di dieci volte tra il 2000 e il 2011, passando dal 2% al 26% Nel 2011, le Rivoluzioni di Internet e del Mobile erano diventate mainstream. Le indagini del Pew Internet mostrano che il 78% degli americani adulti e il 95% degli adolescenti usavano internet; circa il 61% degli americani utilizzavano la banda larga da casa e il 59% utilizzava connessioni wireless..

61 La questione digital divide – accesso (USA)
Pew Internet ha rilevato che a maggio 2011 il 22% degli adulti non usava internet; il 39% non usava connessioni a banda larga da casa; e il 41% non usava connessioni wireless. Inoltre, il 17% degli adulti e il 25% degli adolescenti non possedeva un telefono cellulare. Molti fattori sono correlati al non uso di internet: età, fattori socioeconomici come il livello di istruzione o il reddito familiare, livello di conoscenza dell'inglese e disabilità. Anche coloro che abitano in aree rurali hanno probabilità molto inferiori, rispetto a chi abita in aree urbane o suburbane, di avere la connessione a banda larga in casa

62 La questione digital divide – tipologia d’uso
il 24% degli utenti ha affermato di non aver mai cercato notizie online; il 42% non ha mai utilizzato servizi di banking online; il 35% non ha mai dato un'occhiata ai siti di social networking, quali Facebook e MySpace; il 34% non ha mai prenotato un viaggio via internet e una percentuale analoga non ha mai comprato un prodotto online; il 46% non ha cercato un lavoro via internet; il 47% non ha mai visto una pagina Wikipedia; Il 13% non ha mai usato un motore di ricerca; e il 6% non ha addirittura mai usato l' ;

63 Internet in Italia (Istat, dicembre 2014)

64 Famiglie per beni e servizi tecnologici

65 Il cloud in Italia

66 Il divario in Italia nel 2014
Età Livello socio-culturale Area geografica Genere Ma attenzione: il divario non riguarda solo l’accesso alle tecnologie, ma l’uso e le relative competenze

67 Le culture di internet (Castells)
Le tecno-elite, il primo gruppo culturale, hanno trasferito nei protocolli di internet l'etica dello sviluppo scientifico e tecnologico aperto, affermando costantemente un sistema di valori che premia gli avanzamenti nella tecnologia. Si tratta spesso di innovatori e early adopters. Gli hacker sono i programmatori che contribuiscono all'aggiornamento di internet attraverso forme di lavoro che non sono legate a incarichi aziendali o istituzionali. In quanto innovatori, gli hacker si dedicano a espandere software che possono funzionare su tutti i tipi di macchine e di server internet. Aspirano a reinventare modalità di comunicazione attraverso i computer e credono che la convergenza tra umani e macchine sia un elemento positivo che è favorito dall'interazione senza limiti. Credono nell'innovazione senza autorizzazioni preventive.

68 Le culture di internet (Castells)
I comunitari virtuali: se la tecno-élite e la cultura hacker hanno posto le fondamenta tecniche e politiche di internet, i comunitari virtuali ne hanno modellato gli aspetti sociali (forme, processi, usi). Tengono a due valori: “comunicazione orizzontale e libera; “il networking auto-diretto. Gli imprenditori. La principale eredità culturale che hanno lasciato al mondo online è la loro venerazione per il profitto generato da idee relative al futuro. “Il fondamento di questa cultura imprenditoriale è la capacità di trasformare il know-how tecnologico e la visione d'impresa in valore finanziario, quindi d'incassare parte di questo valore per trasformare in qualche modo la visione in una realtà” (Castells)

69 Una nuova tipologia: i participators
I participators, sono un gruppo culturale distinto, che non fa parte della tipologia a quattro proposta da Castells. Sono utenti di internet che creano e condividono materiale online e rappresentano l'eredità multi-ideologica dei comunitari virtuali di cui parlava Castells Dutton osserva che internet riconfigura il modo in cui questi individui networked accedono all'informazione, contattano le persone e utilizzano altre risorse, consentendo loro di “attraversare, indebolire e superare i confini delle istituzioni esistenti”, per cercare e perseguire nuovi livelli di trasparenza istituzionale e personale

70 La rivoluzione del mobile
“Oggi abbiamo una pelle wireless sovrapposta alle pratiche della nostra vita: siamo cioè allo stesso tempo nella nostra pelle e nei nostri network. Non lasciamo mai i network, e i network non ci lasciano mai; questa è davvero la fase adulta della società networked” (Castells)

71 Dotazioni ICT nel mondo

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74 Funzioni della telefonia mobile
I telefoni mobili sono diventati affordances centrali per gli individui networked, perché sono diventati più facili da portare, più economici da usare e capaci di funzionare in molti luoghi. Con la proliferazione delle applicazioni per smartphone (le “app”), sono diventati qualcosa di più di un semplice telefono o di un complemento del computer. I telefoni cellulari sono cruciali nei paesi meno sviluppati, perché spesso rappresentano il primo strumento di comunicazione che le persone abbiano mai avuto. Poiché i ripetitori cellulari sono più economici da costruire, specialmente in aree in cui la densità di utenti è bassa, molti paesi sono passati direttamente alla Rivoluzione Mobile, senza transitare per la cablatura fissa (si tratta di un tipico caso di leapfrogging). Nel mondo sviluppato i telefoni cellulari incrementano la connettività delle persone, ma nel mondo meno sviluppato offrono avanzamenti ancor più rilevanti in termini di connettività e di capitale sociale. Intensificano i contatti con i familiari lontani, espandono i network e potenziano le forme di relazionalità e di supporto.

75 Smartphones

76 Accesso costante e iperconnettività
La Rivoluzione del Mobile ha ulteriormente enfatizzato i cambiamenti culturali che erano già in corso grazie alle Rivoluzioni dei Network Sociali e di Internet. Oggi molte persone sono quasi sempre online o connesse con i telefoni mobili: reperibili dagli altri, in grado di cercare informazioni e spesso capaci di creare contenuti online, se lo desiderano. Quote crescenti degli utenti di smartphone controllano il proprio telefono nei primi 15 minuti dopo la sveglia.

77 Questa possibilità di accesso semplice e costante modifica il modo in cui le persone si relazionano tra loro. Simili forme di accesso perpetuo, svincolate dai luoghi, attribuiscono agli individui networked un maggior controllo sulla loro possibilità di raggiungere gli altri - e sulla loro reperibilità per gli altri Tempo senza tempo e spazio dei flussi (Castells)

78 Regolare il volume delle interazioni sociali
La realta della connettivita perpetua è particolarmente adatta per gli individui networked, perché incrementa notevolmente le loro opportunità di operare nei network. Ma che succede a ciò che i sociologi definiscono “work-life balance”? “bancarotta ” filtri

79 La nuova coreografia degli incontri in presenza
Per certi versi, i telefoni cellulari ci consentono un leggero ritorno a forme meno rigide di negoziazione del tempo. Nell’et+ della connettività mobile il tempo è più fluido e le aspettative delle persone sono cambiate. Richiamando una felice espressione utilizzata da Ling, l’“iper-coordinamento” è possibile e auspicato, specialmente dai più giovani tra gli utenti di telefonia mobile Incontri sociali “prolungati”

80 L’indebolimento (ma non la morte) della distanza
Il nostro libro presenta molti esempi di persone che si connettono anche a grandi distanze: sul lavoro, con gli amici e addirittura con i familiari. Una grande distanza non implica più che la comunicazione si debba (quasi) interrompere del tutto. Tuttavia, la distanza resta importante in molte situazioni. In questo libro mostriamo ripetutamente che al crescere della prossimità fisica tra gli individui (con riferimento alla residenza o al luogo di lavoro), crescono anche i contatti tra loro. Sw location aware

81 Presenza connessa, presenza assente e assenza presente
Dispositivi mobili possono riempire “tempi morti”, la sacralità e la separatezza dei diversi momenti della giornata possono essere violate Essere fisicamente in un luogo, mentre la nostra attenzione è altrove (presenza assente); telefonare alla guida, mandare sms durante una cena “gli europei spesso siedono nei caffè con gli amici includendo nella conversazione, attraverso il cellulare, amici che non sono presenti” (assenza presente).

82 L’uso di Internet fa male alle relazioni sociali?
L'idea che internet sia un medium separato e immersivo è ricca di trappole concettuali: parte dal presupposto che le persone conducano vite differenti, separate dalle loro vite quotidiane nel mondo reale. E invece, con la parziale eccezione dei videogiocatori molto assidui, studiati da Turkle, le interazioni - e le vite – online e in presenza sono strettamente intrecciate tra loro. parte dal presupposto che gli incontri in presenza siano l'unica forma significativa di connessione sociale e non riconosce che le , gli sms, i post su Facebook, i tweet ecc. sono strumenti quotidiani che le persone usano in modo abituale per rimanere in contatto tra loro.

83 L’uso di Internet fa male alle relazioni sociali?
propone l'idea che internet abbia una limitata capacità di trasmettere indicatori sociali, quali le espressioni del viso, l'odore e i gesti del corpo. Tuttavia, è raro che su internet le persone interagiscano con estranei. Hanno un'elevata conoscenza degli interlocutori con cui sono in contatto online: gli incontri su internet fungono da complemento e ampliano il volume delle comunicazioni tra le persone, non rappresentano forme di sostituzione dei più ricchi contatti in presenza; prende troppo sul serio l'aforisma di McLuhan e confonde il medium con il messaggio. In realtà, le persone non confondono la schermata di Facebook con la persona che si trova dall'altro lato, esattamente come non confondono la cornetta del telefono con la persona con cui stanno parlando.

84 Internet sta distruggendo i legami sociali?
L'allarme non è nuovo e “segue sempre lo stesso schema: c'è qualcosa che sta succedendo “ora” e che spezza i legami del passato, che vengono dipinti come appaganti e capaci di garantire sostegno – anche se gli allarmisti di ogni generazione continuano a guardare indietro con approvazione alle generazioni precedenti” (Rainie e Wellman, 2012). La paura che l'ICT causi problemi sociali: - parte dal presupposto che le persone conducano vite differenti, separate dalle loro vite quotidiane nel mondo Reale; • parte dal presupposto che gli incontri in presenza siano l'unica forma significativa di connessione sociale e non riconosce che le , gli sms, i post su Facebook, i tweet ecc. sono strumenti quotidiani che le persone usano in modo abituale per rimanere in contatto tra loro; • propone l'idea che internet abbia una limitata capacità di trasmettere indicatori sociali, quali le espressioni del viso, l'odore e i gesti del corpo (...) Tuttavia, è raro che su internet le persone interagiscano con estranei. Hanno un'elevata conoscenza degli interlocutori con cui sono in contatto online: gli incontri su internet fungono da complemento e ampliano il volume delle comunicazioni tra le persone, non rappresentano forme di sostituzione dei più ricchi contatti in presenza; • prende troppo sul serio l'aforisma di McLuhan e confonde il medium con il messaggio. In realtà, le persone non confondono la schermata di Facebook con la persona che si trova dall'altro lato, esattamente come non confondono la cornetta del telefono con la persona con cui stanno parlando. +

85 Internet e i legami sociali
Alcune ricerche (es. McPherson et al., 2006) sottolineano che sia diminuito il numero di persone con cui gli americani “discutono di temi importanti” (da una media di 2.9 a una media di 2.1). Questo ha sollevato l'allarme nell'opinione pubblica e nei media generalisti. Kraut et al., alla fine degli anni Novanta, rilevano che gli utenti di computer vedono diminuire il proprio coinvolgimento nella vita sociale; ma “ritrattano” nel 2002 (utenti che diventano più esperti e normalizzazione dell'uso delle tecnologie). Numerose ricerche del Pew Internet mostrano che in realtà gli utenti ICT hanno network sociali più ampi e diversificati degli altri (semplicemente, non si limitano a “discutere temi importanti”), vedono di persona più amici rispetto ai non utenti, hanno contatti più frequenti

86 Bowling alone? R. Putnam: “Bowling alone” (1995 e 2000)
“Il testo sostiene che le ragioni principali per cui è diminuito il coinvolgimento nelle organizzazioni comunitarie, come le leghe di bowling, risiedano nel fatto che le persone stanno a casa a guardare la televisione, mentre un numero crescente di donne ha iniziato a lavorare fuori casa. Ma lo stesso resoconto di Putnam mostra che le persone non giocano a bowling da sole - malgrado il titolo del libro – ma lo fanno in modo networked, con un mutevole insieme di altri giocatori che si trovano a essere liberi quella settimana” (Rainie e Wellman, 2012) “La frase “appartengo alla lega di Bowling di Putnam” è più facile da dire – e da ricordare – rispetto alla frase “appartengo a un mutevole network di persone che giocano a bowling di tanto in tanto, sebbene alcune di loro amino andare a ballare – insieme ad altre - un sabato al mese”. In breve, un gruppo è spesso uno stereotipo – una scorciatoia nel modo in cui pensiamo alle nostre relazioni”. (Rainie e Wellman, 2012)

87 Comunità come network personali fluidi e non come gruppi stabili
Un network di legami stretti (da Rainie e Wellman, 2012)

88 Spazio dei flussi (Castells)
Lo spazio dei flussi è l’organizzazione materiale dell’interazione sociale simultanea a distanza attraverso la comunicazione in rete, con il supporto tecnologico delle telecomunicazioni, dei sistemi di comunicazione interattiva e dei trasporti ad alta velocità. Lo spazio dei flussi non è uno spazio privo di luoghi; la sua configurazione territoriale dipende dai nodi dei network di comunicazione. La struttura e il significato dello spazio dei flussi non sono legati a nessun luogo particolare, bensì alle relazioni create all’interno di – e intorno al – network che elabora gli specifici flussi di comunicazione. l contenuto dei flussi di comunicazione definisce il network e, in tal modo, lo spazio dei flussi e le basi territoriali di ciascun nodo

89 Dai network place-to-place ai network person-to-person
La connettività mobile e personalizzata intensificata dalla Tripla Rivoluzione e l'indebolimento dei confini dei gruppi hanno contribuito allo spostamento delle relazioni dai network place-to-place ai network individualizzati person-to-person (da persona a persona). Più che coltivare legami tra nuclei familiari, le persone si connettono come individui ad altri individui, in network person-to-person. Operano attraverso set multipli di legami la cui importanza e la cui frequenza di contatto varia di giorno in giorno. Mentre i network place-to-place mostrano come la dimensione comunitaria abbia travalicato i confini locali, i network person-to-person mostrano come abbia superato anche i legami di gruppo.

90 L’individuo al centro del network
L'unità primaria della connettività è l'individuo, non il nucleo familiare, il gruppo di parenti o di lavoro. Questo cambiamento mette le persone al centro di network personali che, in forma aggregata, possono garantire loro supporto, socialità, informazione e senso di appartenenza. Le persone si connettono in presenza e attraverso l'ICT. Le loro attività di networking cambiano di pari passo con i loro bisogni. Benché i membri del network si relazionino tra loro in quanto persone, spesso enfatizzano determinati ruoli. Sono capi per i loro dipendenti, mariti per le loro mogli, amici per i loro amici, e così via – con norme in parte differenti per ciascun network.

91 L’individuo al centro del network
Il passaggio ai network person-to-person ha profondamente influenzato il modo in cui le persone si relazionano tra loro. Non è un'evoluzione che tende verso l'isolamento sociale, ma verso un'autonomia flessibile. I soggetti hanno maggiore libertà di personalizzare le proprie interazioni. Hanno maggiori opportunità di decidere dove – e con chi – connettersi. i soggetti sono più selettivi rispetto agli interlocutori con cui relazionarsi, perché non debbono più essere aperti alla “comunità”. Il networked individualism scarica sull'individuo la responsabilità – e l'onere – di mantenere i network personali.

92 Verso un sé networked un unico sé che si riconfigura nelle diverse situazioni, quando le persone si incontrano, si connettono e enfatizzano differenti aspetti di sé. sé interconnesso (networked) che si sposta attraverso un'ampia varietà di media per consentire ai propri network sociali di funzionare bene. Per Bolter e Grusin “il sé interconnesso (networked self ) è costantemente impegnato a creare e distruggere collegamenti, dichiarando fedeltà e interesse per poi voltare le spalle e rinunciare a essi”

93 Relazioni online e offline
Con il passaggio ai network person-to person, la frattura tra lo spazio fisico e il cyberspazio – o, anche, tra scrittura e comunicazione orale – sta diminuendo. L'interazione abilitata dalle tecnologie si inserisce senza soluzione di continuità nella vita quotidiana e funge da complemento ad altre pratiche. I dati smentiscono chi temeva che internet avrebbe ridotto altre forme di contatto, mostrando che è avvenuto il contrario: al crescere dei contatti internet crescono anche i contatti in presenza e telefonici.

94 L’uso delle tecnologie espande anche le relazioni offline

95 Il numero di Dunbar: quanto possono essere estesi i network personali
Una stima molto celebre, proposta dall'antropologo di Oxford Robin Dunbar, suggerisce che i vincoli della capacità cognitiva di processare l'informazione – che lui definisce “il cervello sociale” - pongono un limite di 150 come dimensione massima per i gruppi coesi. “Il 150, per come lo concepiamo, è semplicemente uno di una serie di livelli di relazioni integrate, e questo sembra potersi riferire sia al mondo contemporaneo che al mondo etnografico”. Il livello più esterno, spiega Dunbar, “separa coloro che conosciamo in quanto individui da coloro che riconosciamo, ma con cui abbiamo solo relazioni casuali”. Un network sociale “è fatto di livelli, i Circoli di Conoscenza, che sono tra loro in rapporto di uno a tre (un nucleo interno di 5 relazioni intime e poi livelli successividi 15, 50 e 150)”

96 Quanto sono estesi i network personali?
I network più estesi garantiscono maggiore supporto e, al contempo, ogni individuo al loro interno si mostra più propenso a offrire supporto. Per la maggior parte degli abitanti del mondo sviluppato, il numero di Dunbar è decisamente sottostimato, perché i loro network sono composti da un numero di membri decisamente superiore a 150 (alcune ricerche: tra 250 e 1700, la metà tra 400 e 800)

97 Il vantaggio dei network estesi (con molti legami deboli)
Network più estesi e diversificati connettono le persone a molti ambienti sociali differenziati, offrendo una grande varietà di informazione e di contatti sociali. Al crescere dell'uso di internet aumenta la facilità di connessione con un elevato numero di persone. Le dimensioni contano. Benché alcuni possano pensare che network più piccoli offrano relazioni di maggiore qualità – qualità che compensa la mancanza di quantità – in realtà la qualità va di pari passo con la quantità. Network più estesi garantiscono maggiore supporto e, al contempo, ogni individuo al loro interno si mostra più propenso a offrire supporto: si crea un circolo virtuoso nel quale il capitale sociale alimenta ulteriore capitale sociale

98 I social media aiutano a superare la barriera di 150
Per la maggior parte degli abitanti del mondo sviluppato, il numero di Dunbar è decisamente sottostimato, perché i loro network (anche prima di internet) sono composti da un numero di membri decisamente superiore a 150. Media sociali come Facebook hanno incrementato la capienza delle relazioni: serve poca fatica per mantenere un numero elevato di contatti quasi sconosciuti (o persi da lungo tempo) con gli “amici” della propria lista. Anche se molti sono legami deboli, possiamo rivolgerci a loro quando necessario. Studi recenti stimano in oltre 600 il numero dei contatti di cui si ha una relativa memoria e controllo

99 L’uso dei social media per fasce di età negli USA

100 Cambiano le attività online

101 Facebook dà corpo all’individuo networked
Facebook promuove sia i collegamenti di lunga distanza (bridging) che i collegamenti interni ai cluster (bonding): passando di amico in amico su Facebook, le persone si connettono ad altri network personali, che sono in grado di offrire un potenziale accesso ad ambienti sociali differenti. I legami condivisi – entrambe le persone sono amiche della stessa terza parte – sono particolarmente rilevanti per la formazione di nuove connessioni, in quanto un amico funge da garanzia per l'altro. FB è un portale personale: non ci sono solo link a persone, ma a gusti e a espressioni come “like” destinate a una quantità ancora maggiore di libri, musica, prodotti, organizzazioni ecc.. Facebook è diventato per tutti il luogo “in cui andare”: la loro casa base.

102 Famiglie networked

103 Accelerano i tempi della vita familiare
Essendo a corto di tempo, nel corso dell'intera giornata le coppie si dedicano al multitasking. Possono avere meno tempo l'uno per l'altra, o per i loro figli. Alcuni guardano meno tv, riducono l'impegno nelle associazioni di volontariato tradizionali (come gli Scout) o si incontrano più raramente con vicini e amici. La crescita delle famiglie monoparentali e delle famiglie a doppio reddito ha come conseguenza l’incremento delle ore dedicate da uomini e donne al lavoro retribuito e a quello domestico – e la diminuzione del tempo trascorso, in presenza, con le proprie famiglie. La vita domestica ha accelerato ed è diventata più individualizzata.

104 ICT: serve per il coordinamento e la relazione
Dato che le loro abitazioni si riempiono di tecnologie, le persone ne hanno integrato l’utilizzo nelle routine quotidiane, per restare connesse quando sono fuori casa. Sul piano difensivo, l'ICT consente ai familiari di comunicare e coordinarsi anche se adottano uno stile di vita mobile e individualizzato. L'ICT consente loro di trovare nuove informazioni e nuovi contatti e di condividerli con la loro famiglia. Quando sono a casa, i membri della famiglia possono condividere tempo “di qualità”, mostrandosi reciprocamente pagine web, media online e messaggi .

105 Gli adolescenti e il telefono
Dato che ciascun membro agisce come individuo networked all’interno della famiglia, queste attività di comunicazione e di creazione di contenuti sono di grande aiuto: la tecnologia personale viene infatti utilizzata per navigare nella vita familiare. La maggior parte degli adolescenti riceve il telefono cellulare entro i 14 anni. È una situazione che conviene sia ai figli che ai genitori: gli adolescenti apprezzano la possibilità di connettersi con i loro amici e di chiamare casa quando ne hanno bisogno, mentre i genitori sono tranquillizzati dal fatto di sapere che possono contattare i figli in qualsiasi momento, quando non sono insieme. Il paradosso è che la Rivoluzione Mobile rende i figli più liberi di trovarsi fisicamente distanti dai genitori, perché il telefono cellulare li rende costantemente raggiungibili dai loro genitori.

106 Netting together Invece che Alone together (Turkle) le ricerche Pew mostrano che le famiglie praticano il Netting together: le persone usano l'ICT per supportare, integrare e rafforzare l'interazione faccia a faccia con i familiari. Mostrare e condividere contenuti su internet è un’attività che talvolta può far riunire i membri della famiglia, esattamente come la visione della tv.

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108 Il nuovo sistema operativo sociale e il networked Individualism
“L'insieme di queste tre rivoluzioni ha reso possibile il nuovo sistema operativo sociale che definiamo “networked individualism”. Ciò che contraddistingue il networked individualism è che le persone funzionano più come individui connessi che come membri integrati di un gruppo. Per esempio, oggi i componenti di un nucleo familiare possono talvolta agire più come individui all'interno di network che come membri di una famiglia. Le abitazioni non sono più il loro castello, ma rappresentano basi operative per il networking con il mondo esterno: ogni membro della famiglia ha il proprio personal computer, la propria rubrica, la propria agenda e il proprio telefono”.

109 Gli individui networked
Piuttosto che affidarsi a legami solidi con un numero relativamente ridotto di contatti intimi, molti soddisfano i propri bisogni sociali, emotivi ed economici collegandosi a network debolmente interconnessi e composti da contatti diversificati Gli individui networked sono caratterizzati da forme di appartenenza parziale a molteplici network e fanno meno affidamento su forme di appartenenza permanente a gruppi stabili. Un motivo fondamentale per cui questo tipo di network funziona bene è che, grazie al modo in cui le persone usano le tecnologie, le reti sociali sono ampie e diversificate Gli individui networked hanno più potere di creare contenuti mediali e di far sentire la propria voce a audience più estese, che diventano parte dei loro mondi sociali.

110 Gli individui networked possono modellare le loro complesse identità sulla base delle loro passioni, delle loro convinzioni, del loro stile di vita, delle loro associazioni professionali, dei loro interessi lavorativi, dei loro hobby o di un'ampia gamma di altre caratteristiche personali. Nei contesti lavorativi, oggi sono più facilmente sostenibili modalità di relazione relazione peer-to-peer specializzate, meno formali e fluide, mentre i benefici delle forme relazionali gerarchiche capo/subordinato sono dati meno per scontati. L'ICT non ha solo fatto saltare la linea che teneva distinti casa e lavoro, ma ha anche distrutto il confine che separava la sfera pubblica da quella privata.

111 La virtualizzazione del legame sociale
Come in tutti i sistemi sociali costituiti da eventi comunicativi orientati in base al senso, la relazione connettiva impostata introduce una differenza tra l’orizzonte delle possibilità comunicative e la selezione contingente che momentaneamente ne attualizza solo una. Ogni attualizzazione, a sua volta, opera una corrispondente virtualizzazione delle possibilità non ancora attualizzate, che rimangono a disposizione per ri-attivare (e rinnovare) il legame sociale (Marinelli, 2009) Al soggetto è attribuito l’onere «della decisione di attivare legame – o di non sottrarsi all’apertura di connessioni che pone i presupposti per la strutturazione del legame» (Marinelli, 2009). 111

112 Elementi di distinzione relazioni online/offline
Pur mantenendo salda la convinzione di una continuità tra esperienza online e offline, si possono individuare elementi che distinguono le modalità di gestione delle relazioni sociali online (per la specifica quota di relazionalità che affidiamo alla mediazione delle tecnologie) 1. maggiore rapidità e flessibilità garantita dalle tecnologie ai processi di gestione dei network relazionali: “la tecnologia consente anche rapidi cambiamenti del network, poiché si possono aggiungere (adding) o cancellare (deleting) individui dal network, in relazione all’evoluzione dei progetti e degli stati d’animo di ciascun individuo che ne fa parte. In questo modo i network si espandono, si sovrappongono e vengono modificati per effetto di una struttura di comunicazione decentralizzata che gestisce entrate/uscite multiple” (Castells, 2006, pp ).

113 2. Funzione autoriflessiva
Alcune delle piattaforme tecnologiche (mail, SNS) contribuiscono a rendere visibili, di tenere traccia delle successive attualizzazioni messe in campo dai soggetti “Le pratiche comunicative che si sperimentano nei social network sites abilitano solo una funzione auto-riflessiva più difficile da mettere in atto nel contesto delle relazioni face to face: quando siamo ‘connessi’, nello stesso momento in cui gestiamo le potenzialità dei nostri network, possiamo infatti godere di un punto di vista privilegiato da cui osservare noi stessi e il listato (la memoria) delle nostre interazioni sociali” (Marinelli 2009)

114 3. Moltiplicazione delle virtualizzazioni
“ (…) non c’è alcuna differenza tra eventi comunicativi mediati da tecnologie e eventi comunicativi in presenza ad eccezione del fatto che la pervasività degli ambienti tecnologici fluidifica e espande a dismisura l’orizzonte delle possibilità e, dunque, alimenta e rafforza i processi di virtualizzazione. L’unica discontinuità, sul piano evolutivo, rispetto alle precedente forme sociali e a contesti pre-tecnologici, riposa su questo accresciuto ‘potere di accesso’ alle possibilità future e sul fatto che il soggetto possa – e debba – appropriarsene in modo diretto, personale” (Marinelli, 2008, pp ). Nella società contemporanea «si fa esperienza dei processi di virtualizzazione sotto la chiave di una riserva pressoché infinita di possibilità di scelta che – apparentemente – sono a portata di mano dei singoli individui: dipendono solo dalle loro attualizzazioni» (ibidem).

115 Perché studiare i Social Network Site
Perché studiare i Social Network Site? (dal punto di vista del ricercatore sociale) Popolarità Social Network Sites rendono visibili processi identitari e relazionali e consentono di tenere traccia delle successive attualizzazioni Integrazione in pratiche crescenti della vita quotidiana dei soggetti Inoltre, i SNS rappresentano potenti aggregatori, che incorporano alcune forme di comunicazione (online: IM, Blog, ecc.) e ne rimediano molte altre (a partire dalla stessa interazione face-to-face).

116 I SNS: una definizione danah boyd e Nicole Ellison, tra le più accreditate studiose del fenomeno, affermano che un SNS “è un servizio web based che consente all’utente di: costruire un profilo pubblico o semi pubblico creare una lista di utenti con cui condividono connessione vedere e attraversare le liste di connessione” (JCMC, ottobre 2007) Le studiose non utilizzano l’etichetta social “networking”, perché allude alla conoscenza di persone nuove, soprattutto in contesti di dating, mentre l’attività principale condotta nei SNS è coltivare contatti con persone che fanno già parte dei propri extended social networks.

117 Studiare i network sociali?
“For most of the past fifty years, the collection of network data has been confined to the field of social network analysis, in which data have to be collected through survey instruments that not only are onerous to administer, but also suffer from the inaccurate or subjective responses of subjects. People, it turns out, are not good at remembering who their friends are, and the definition of a “firend” is often quite ambiguous in the first place” (M. Newman, A-L. Barabasi, D. Watts, The Structure and Dynamics of Networks, Princeton Studies in Complexity, Princeton University Press, 2006, p. 5)

118 Quali social network studiamo?
- Sociological “personal” networks. Sociologists have been working hard to measure people’s personal networks and much of the theory of social networks stems from analysis done on these networks. Different scholars have taken different approaches to measuring personal networks, but, most stereotypically, this takes the form of a clipboard and pencil as a young grad student queries an individual to recall who they talked to yesterday and indicate who they would lend money to or call when they are having an emotional breakdown. Most sociological theory stems from analyses of these personal networks. Social capital, weak ties, homophily, … all of those theories you’ve heard about are based on personal networks. - Behavioral social networks. Behavioral social networks are the networks derived from encounters between individuals. In their efforts to measure personal networks, sociologists have often tried to get people to manually document encounters with others through diary studies. With new technologies in place, folks have gone on to generate behavioral social networks through the traces people leave behind - Publicly articulated social networks. Articulated social networks are the social networks that you intentionally list. In some senses, this is what sociologists are eliciting, but people also articulate their social networks for other purposes. Address books and buddy lists are articulated social networks. So too are invitation lists. Most recently, this practice took a twist with the rise of social network sites that invite you to PUBLICLY articulate your social network (d. boyd, 2009)

119 Studiare i SNS Networked Individualism, privatization of sociability, ego- centered networks Le tecnologie della comunicazione rendono maggiormente visibili dinamiche che vedono i soggetti muoversi senza soluzione di continuità tra ambienti off- e ambienti online, non si tratta di spazi separati, ma di ambienti sempre più embedded nella vita quotidiana. Fenomeno più ampio rispetto ai Social Network Sites, che però sono ambienti particolarmente efficaci nel rendere visibili simili dimensioni e che consentono di tenere traccia delle successive attualizzazioni, evidenziando la competenza e la consapevolezza con cui gli utenti mettono in atto tali dinamiche e i correlati processi di self presentation. Inoltre, i SNS rappresentano potenti aggregatori, che incorporano alcune forme di comunicazione (online: IM, Blog, ecc.) e ne rimediano molte altre (a partire dalla stessa interazione face-to-face, Livingstone 2008, p. 395; Bolter e Grusin, 1999).

120 Le “età” dei Social media studies? (un tentativo di sistematizzazione)
“Preistoria”: fino al 2004 (primi studi embrionali di un fenomeno ancora marginale sul piano quantitativo; guidati dalla teoria e dall’interesse per un fenomeno nuovo; cfr. primi lavori boyd) Prima fase: ( /9) studio delle piattaforme e delle pratiche d’uso; SNS come powerful playground per il ricercatore, per osservare pratiche relazionali e identitarie (identity performances, impression management, pattern relazionali; privacy)

121 Le età dei social media Seconda fase: crescente integrazione dei SNS nella vita quotidiana dei soggetti (diventano “mainstream sites of relational maintenance” Baym, 2010, p. 134); parallelamente, la ricerca si fa più “specializzata” (branding e comunicazione aziendale; comunicazione politica; civic engagement; comunicazione d’emergenza; ecc.) Terza fase (il presente/futuro): big data (vincoli/opportunità? Quale ruolo per la ricerca sociale?); approccio ecologico


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