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1 In questo file sono contenute solamente le presentazioni Powerpoint.
SOCIOLOGIA DELLA TECNICA CORSO DI LAUREA MAGISTRALE IN S.S. COOPERAZIONE ALLO SVILUPPO Facoltà di Scienze Politiche I testi che seguono corrispondono a quelli dei lucidi proiettati a lezione, in ordine cronologico. In questo file sono contenute solamente le presentazioni Powerpoint. Si tratta di un materiale che vi indica i punti- chiave del nostro programma.

2 Docente: Alessandro Mongili
Dipartimento di Ricerche Economiche e Sociali Studio n° 18, I piano N° di telefono Orario di ricevimento: giovedì dalle alle

3 Visiting: Susan Leigh Star
11 dicembre. Aula magna della Facoltà di Scienze Politiche Tavola rotonda La Tavola rotonda e il dibattito dal titolo “La Grounded theory e il dibattito metodologico nella sociologia italiana” si propongono di creare una discussione sull'uso dellla Grounded theory e sul passaggio metodologico che essa rappresenta negli approcci etnografici alla ricerca sociale. Se da un lato essa presenta un livello di formalizzazione e di complessità che mette in crisi la visione stereotipata degli approcci “qualitativi” come improvvisazione, dall'altro riporta al centro dell'attenzione l'interesse per la teorizzazione fondata empiricamente. In entrambi i casi, il suo sviluppo interroga la pratica sociologica prevalente in Italia, sia sul piano dell'approccio alla ricerca empirica, in prevalenza quantitativo, che su quello della rinuncia alla teorizzazione. L’iniziativa, coordinata da Alessandro Mongili (Università di Cagliari) vedrà la partecipazione di Susan Leigh Star (Santa Clara University, Stati Uniti), Attila Bruni (Università di Trento), Mario Cardano (Università di Torino), Giampietro Gobo (Università di Milano), Federico Neresini (Università di Padova), e Massimiliano Tarozzi (Università di Trento) . La tavola rotonda avrà inizio alle ore 16.00

4 Testo base Alessandro Mongili, Tecnologia e società, Carocci, Roma 2007 questo testo si discuterà nella parte orale degli esami Gli studenti dovranno inoltre portare all'esame una Scheda di lettura relativa a due testi, uno in italiano e uno in una lingua straniera (generalmente, l'inglese). Le Schede di lettura di alcuni testi verranno discusse a lezione in forma di progetto, nelle ultime due settimane del corso. La scelta dei testi avverrà di comune accordo fra il docente e gli studenti

5 Testi a scelta (italiano)
Wiebe E. Bijker, , La bicicletta e altre innovazioni, McGraw-Hill, Milano 1998 (in particolare i saggi: “Il re della strada”, “Il quarto regno” e “La maestà della luce diurna”). Bruno Latour, La scienza in azione. Introduzione alla sociologia della scienza, Edizioni di Comunità, Torino 1998 (in particolare i capitoli III. Le macchine e VI. I centri di calcolo).

6 Testi a scelta (italiano)
Alvise Mattozzi (a cura di), Il senso degli oggetti tecnici, Meltemi, Roma 2006 (in particolare i saggi di M. Akrich, “La de-scrizione degli oggetti tecnici” e “Dalla sociologia della tecnica a una sociologia degli usi”, di Bruno Latour, “Dove sono le masse mancanti? Sociologia di alcuni oggetti di uso comune”, di Marianne de Laet e Annemarie Mol, “La Zimbabwe Bushpump. Meccanica di una tecnologia fluida”, di Steve Woolgar, “Configurare l’utente, inventare nuove tecnologie” e di Nicolas Dodier, “L’attività tecnica”. Alessandro Mongili, “Sentirsi negate: marginalità e genere nell'apprendimento di applicazioni informatiche”, in C. Casula e A. Mongili, Donne al computer. Marginalità e integrazione nell'utilizzo delle ICT, CUEC, Cagliari 2006, pp

7 Testi a scelta (inglese)
W. Bijker, “American and Dutch Coastal Engineering. Differences in Risk Conception and Differences in Technological Culture”, 2007 G. Bowker e L. Star, “Building Information Infrastructures for Social Worlds – The Role of Classifications and Standards”, 1998 G. Bowker, “Biodiversity Datadiversity”, 2000 G. Bowker e K. Baker, “Information Ecology: Open System Environment for Data, Memories and Knowing”, s.d. J Cummings e S. Kiesler, “Collaborative Research Across Disciplinary and Organizational Boundaries”, 2005 P. Edwards, “Hyper Text and Hypertension: Post-Structuralist Critical Theory, Social Studies of Science and Software”, 1996 S. Epstein, “Activism, Drug Regulation, and the Politics of Therapeutic Evaluation in the AIDS Era...”, J. Fujimura, “Constructing 'Do-able' Problems in Cancer Research: Articulating Alignment”, 1987. C. Haythornthwaite, “Learning and Knowledge Networks in Interdisciplinary Collaborations”, 2006. S. Jasanoff, “Science and the Statistical Victim: Modernizing Knowledge in Breast Implant Litigation”,

8 Testi a scelta (inglese/2)
M. Jirotka et al., “Collaboration and Trust in Healthcare Innovation”, 2005 V. Lagesen, “The Strength of Numbers: Strategies to Include Women into Computer Science”, 2007. D. MacKenzie, “Negotiating Arithmetic, Constructing Proof: The Sociology of Mathematics and Information Technology”, 1993. M. Mulcahy, “Designing the User/Using the Design”, 1998 U Schultze e W. Orlikowski, “A Practice Perspective on Technology-Mediated Network Relations: The Use of Internet-Based Self-Serve Technologies”, 2004 S.L. Star e J. Griesemer, “Institutional Ecology, “Translations” and Boundary Objects: Amateurs and Professionals in Berkeley's Museum Vertebrate Zoology, ”, 1989 S.L. Star e K. Ruhleder, “Steps Toward an Ecology of Infrastructure: Design and Eccess for Large Information Spaces”, 1996 L. Suchman, “Organizing Alignment: A Case of Bridge-building”, 2000 S. Timmermans e M. Berg, “The Politics of Standardization”, 2003 S. Timmermans e M. Berg, “Standardization in Action: Achieving Local Universality through Medical Protocols”, 1997 D. Vaughan, “The Rôle of the Organization in the Production of Techno-Scientific Knowledge”, 1999

9 4,5 CREDITI, 30 ORE DI LEZIONE FRONTALE
TESTI COMUNI ALESSANDRO MONGILI, Tecnologia e società, Carocci, Roma 2007 Introduzione agli studi sociali sulla tecnologia e sulla scienza Dai concetti di trasferimento tecnologico e di resistenza a quello di traduzione e articolazione dei dispositivi tecnici. Il significato delle tecnologie e la sua importanza L'assegnazione di mansioni agli umani e ai non umani Il contesto delle traduzioni multiple Il concetto di oggetto liminare Centralità di classificazioni e standard: le infrastrutture informative Stabilità e malleabilità delle tecnologie Quale metodologia per affrontare lo studio della tecnologia

10 4,5 CREDITI, 30 ORE DI LEZIONE FRONTALE
II modulo Durante la seconda parte del corso ci gioveremo della presenza come visiting professor della prof.ssa Susan Leigh Star (Santa Clara University)‏ Questo potrà condurre a modifiche d'orario e attività nel corso del mese di dicembre. Gli studenti dovranno presentare a lezione una scheda di lettura su un testo concordato con il docente.

11 LA VALUTAZIONE L’esame:
L'esame potrà essere sostenuto una volta che verrà consegnata al docente la Scheda di lettura sul testo concordato. L'esame è orale e si compone di due parti: 1. Interrogazione sul testo comune 2. Discussione della Scheda di lettura

12 La tecnologia è un fenomeno complesso e interstiziale
QUAL È IL PROBLEMA? «Immaginate che [un] progetto si sia sviluppato in un ambiente che muta costantemente – in cui i bisogni, gli interessi e perfino gli stessi attori cambino nel corso della loro esistenza. Immaginate che non centinaia ma centinaia di migliaia di decisioni vengano assunte. Ed immaginate che al termine esso venga annullato in mezzo ad un tumulto di astio» (Law e Callon 1992, 21). La tecnologia è un fenomeno complesso e interstiziale

13 Perché la sociologia non studiava la tecnoscienza?
Immagine classica della scienza: “portavoce” neutrale della Natura. Neutrale perché la sua costruzione avviene indipendentemente da ogni soggettività situata La “tecnica” è pura applicazione della conoscenza oggettiva al mondo materiale. Si tratta di uno degli elementi costitutivi delle immagini dicotomiche modernità/tradizione: conoscenza mitica, simbolica, situata.

14 Perché la sociologia studia la tecnoscienza?
Crisi dell'immagine di una separazione netta fra Natura e Cultura. Anche nelle società moderne stabilire fatti scientifici o creare artefatti corrisponde a processi in cui interagiscono attori diversi È difficile distinguere chi è dentro o fuori dal processo di costruzione della tecnoscienza Sin dall'inizio la tecnoscienza è un ibrido (esperimento – fatto scientifico – prova – colleghi in Boyle: Shapin e Scheffer).

15 Le reti socio-tecniche
Tecnologia come intersezione in mondi sociali diversi, ma anche in laboratori, imprese, organizzazioni, mondo naturale. Tecnologia come fenomeno ubiquo e aterritoriale Tecnologia come fenomeno che si espande da un progetto a un insieme d'attori eterogenei tenuti insieme da un artefatto e dalla sua manipolazione, la rete socio-tecnica o dispositivo tecnico.

16 Diffusione o “traduzione”
Per estendersi, la tecnologia richiede una modifica continua dei legami fra la sua parte materiale, gli umani che la manipolano, e altri artefatti con cui converge. Durante questo processo, la tecnologia originaria cambia anch'essa e spesso risulta stravolta. Chiamiamo traduzione questo processo, diverso dalla diffusione, in cui si dà per scontato che la tecnologia non muti e che il problema sia la “resistenza”.

17 Che cosa si traduce? Per arruolare nuovi attori in un dispositivo tecnico, occorre interessarli (tradurre anche i loro interessi, che non sono dati una volta per tutte)‏ Gli interessi sono espliciti o impliciti, ma devono essere interpretati e tradotti nel dispositivo. Si deve agire anche sulla parte non umana del dispositivo, traducendo anch'essa Se queste traduzioni non avvengono, il dispositivo non si realizza: è una chimera

18 Tenere assieme le entità eterogenee
È difficile tenere insieme elementi così eterogenei come lo spin di un elettrone, l'abitudine ad usare una tastiera, l'aritmetica della virgola mobile, Bill Gates, le signore anziane (nel caso dell'informatica) e le relazioni eterogenee fra di loro. Per questo, in ogni progetto esiste un centro di calcolo per interfacciare le entità e le modifiche, allineandole in un unico processo. Esso è composto da indici standardizzati.

19 La traduzione è un'esperienza ibrida
Ogni elemento, trasposto in contesti diversi, subisce modifiche. Questo è possibile perché, all'origine, ogni artefatto è composito e dunque scomponibile in parti, che corrispondono non solo alle parti meccaniche, ma anche ai tipi di usi che se ne possono fare. La traduzione realizza l'ibrido e estremizza il carattere composito degli artefatti.

20 Ibridi in mondi sociali diversi
Ogni dispositivo abita mondi sociali diversi o comunità di pratica (definite da un'attività comune) e li collega fra di loro. È un fenomeno interstiziale, che assume significati locali diversi, ma che deve mantenere, in quanto dispositivo tecnico, una certa coerenza generale in tutti i set in cui esiste. È sottoposto a due tensioni contrapposte: coordinare i set e ibridarsi; essere interpretato come un fenomeno solo-tecnico, e purificarsi.

21 Intersezione e convergenza
Nessun mondo sociale determina interamente l'agire individuale: ogni attore è composito. La manipolazione di una nuova tecnologia è liminare rispetto al fascio di mansioni e attività degli attori. Rispetto ad altre entità che operano anche in altri mondi, chi è incluso nel dispositivo sviluppa attività cooperative e converge verso di esso. È possibile perché esiste un sistema di informazioni che viene condiviso.

22 Intersezione, appartenenza e marginalità
La liminarità, la marginalità/intersezione delle entità è norma nei dispositivi tecnici. Fra persone e cose come entità membri del dispositivi esistono differenze di traiettoria. L'appartenenza via la socializzazione e l'appartenenza periferica legittima iniziale per le persone porta a far parte del dispositivo. La naturalizzazione delle cose le conduce a diventare artefatti dati per scontati in mondi diversi e in modi differenziati.

23 Convergenza e creazione di concatenazioni “stabili”
La socializzazione (per gli umani) e la costruzione (per i non umani) creano un campo di convergenza e di attività cooperativa, cioè un dispositivo tecnico. Convergenza vs interoperabilità fra sistemi Convergenza vs stabilizzazione Convergenza vs consenso interpretativo Il grado di stabilità delle convergenza non impedisce loro di esistere.

24 Persone e cose Tutte le entità incluse in un dispositivo mostrano di avere essenza variabile: gli attori umani, gli artefatti, le norme, le istituzioni, gli interessi, ecc È impossibile trovare ruoli e identità stabili. Lo scambio di mansioni all'interno del dispositivo rende possibile le concatenazioni. Per le persone, è possibile poiché le nostre identità sono costitutivamente multiple. Le cose mutano, ma non hanno identità.

25 L'“impatto delle tecnologie”: un falso problema?
Se, nel corso delle traduzioni, le tecnologie mutano di composizione, è possibile parlare di impatto? Nelle organizzazioni, le tecnologie diventano artefatti organizzativi: “elementi attivi d'organizzazione delle relazioni sociali”. Esse obbligano a certi comportamenti, escludono gruppi, esercitano controllo. La “riserva di morale” dei dispositivi e il loro carattere perfomativo e prescrittivo.

26 Il significato delle tecnologie: un problema centrale
Interpretare gli artefatti per inserirli in sistemi culturali, assegnare loro qualità (successo, efficacia, ecc.). Attribuirne l'“invenzione” a qualcuno. Chiarire le responsabilità negli incidenti Indessicalità: i significati non sono insiti negli oggetti, né nelle psicologie, ma costruiti nell'uso. Il successo non spiega le qualità di un artefatto, ma la sua storia ne spiega il successo.

27 La flessibilità interpretativa
Pluralità di significati, di discorsi e di narrative legati ai dispositivi tecnici (eteroglossia), necessità di “linguaggi unitari” nella legittimazione (chiusura in Wiebe Bijker). Ogni gruppo sociale rilevante connesso all'evoluzione di un artefatto sviluppa una propria interpretazione, che coesiste con quella di altri gruppi rilevanti: progettisti, tipi di utilizzatori, ecc. In ogni ordine sociale, ogni interpretazione è negoziata. Alcune, talvolta, si impongono.

28 Centralità degli utilizzatori
I tecnologi sono in genere maschi, bianchi, ricchi, anglo: gli utilizzatori sono tutti gli altri Se i tecnologi riconoscono genialità in una tecnologia che non ha successo, la colpa è imputata ad un'utenza arretrata. Nel progetto è compreso un programma d'azione che assegna un ruolo agli utilizzatori, che vengono previsti dai progettisti. L'utente previsto è molto spesso diverso dall'utente reale.

29 Antiprogramma e copione tecnico
Per Bruno Latour e Madeleine Akrich, gli utenti e spesso gli stessi oggetti non rispondono alle precrizioni contenute nel programma d'azione (si “ribellano”). La loro indocilità e ostinazione genera un “antiprogramma”, che può portare il progetto alla mancata “realizzazione” (insuccesso). La bascule fra programma e antiprogramma può riportare l'artefatto alla fase progettuale e all'integrazione dell'antiprogramma: questa negoziazione produce il copione tecnico.

30 Consenso e devianza Non è detto che un dispositivo tecnico funzioni grazie al consenso di tutte le entità coinvolte relativo ad ognuno dei suoi aspetti. Si tratta, anzi, di un evento rarissimo. Ogni tentativo di stabilire una convenzione genera, comunque, la classificazione dei comportamenti diversi come devianze. Non si possono privilegiare a priori i ruoli di progettisti e utilizzatori.

31 Contesti Il contesto dello sviluppo tecnologico è un termine ambiguo
Fenomeno interstiziale, la tecnologia vive in contesti strutturali (fattori/condizioni) molto diversi. Innovandosi, essa muta spesso anche i contesti (primato dei processi), oltre che se stessa. Gli stessi tecnocrati sono persi nella complessità dei fenomeni socio-tecnici

32 Culture tecniche o quadri tecnologici
Wiebe Bijker ha indicato nei QT dominanti fattori di stabilità, cornici interpretative e lessici condivisi: una sorta di paradigma degli ingegneri Caratteri QT: obiettivi finali condivisi; set di problemi/soluzioni paradigmatiche; impianto teorico comune; procedure di verifica; criteri di progettazione; usi adeguati; funzione di sostituzione percepita (rispetto ad artefatti precedenti); artefatti esemplari e giudizi sulle qualità di successo; saperi taciti.

33 Ma i QT come agiscono? Per tutti i saperi specialistici, Everett Hughes ha messo in evidenza come l'esclusività di accesso sia molto più importante della coerenza interna. La dimensione organizzativa mette intorno a un progetto subculture ingegneristiche diverse con QT differenziati, usati per porzioni. In sintesi, i QT non agiscono ma vengono usati e segmentati nei contesti delle pratiche. Più che QT occorre considerare questi saperi come repertori culturali a disposizione.

34 Contesto e mise-en-contexte
Senza l'associazione di elementi estranei al mondo della progettazione anche il progetto tecnicamente migliore non si realizza. Ogni associazione genera esiti diversificati e crea un contesto nuovo, la cui natura è più problematica dei contesti d'origine. Tale contesto prodotto talvolta deve essere modificato se si vuole che l'innovazione si realizzi (mise-en-contexte).

35 Tecnologie come “oggetti liminari”
Tecnologie come oggetti che circolano in mondi sociali o comunità di pratica diverse, creando fra di loro un legame e fungendo da confine. Infatti essi sono malleabili negli usi locali, ma coerenti rispetto a un nucleo robusto che non cambia mai: polisemici negli usi, ma univoci nelle classificazioni e negli standard che contengono (Star e Griesemer, 1989). Flessibilità e raccordo.

36 Caratteri degli oggetti liminari
Polisemicità: naturalizzati diversamente nei vari mondi sociali, negli usi hanno stabilità multipla ma incoerente (diversa nei luoghi diversi). Nei mondi sociali diversi gli oggetti sono marginali, e hanno identità di confine. La molteplicità connaturata agli oggetti ci indica il mutamento tecnologico come una conseguenza dell'attività collettiva e come un processo difficilmente ingegnerizzabile.

37 Gestire la molteplicità degli usi mantenendo identico l'oggetto
Non gli usi (che possono essere vagamente indicati in generale), ma la standardizzazione delle informazioni contenute rende resistente l'oggetto alla torsione degli usi diversificati. Le informazioni standardizzate sono invisibili e date per scontate. Esse presentano in forme semplificate gli elementi tecnici. Costituiscono la base convenzionale su cui gli attori sviluppano il lavoro collettivo.

38 Informazioni standardizzate
Le informazioni che formano il nucleo informativo si presentano come dati. I dati, a loro volta, si presentano organizzati e regolati in base a princìpi e formati soggiacenti. Produrre dati = produrre classi di dati = produrre standard di dati (metadata). Contengono/proiettano conoscenza tassonomica e discreta, cioè scindono eventi processuali in elementi isolati (diskretizacija in Ju. Lotman)‏

39 Tecnoignoranza e perdita di informazione
I dati, rappresentando in forma discreta solo alcuni punti di un processo, producono l'oblio di tantissimi altri punti (Geof Bowker). Essi producono rappresentazioni coerenti. Tale coerenza è però illusoria in quanto esclude molti elementi nel momento stesso in cui traduce altri elementi in una visione apparentemente coerente del processo (metamorfosi del proprio nell'altrui in Ju. Lotman). La tecnoignoranza (L. Gallino) comincia subito.

40 Effetti: metamorfosi dell'esterno nel riconoscibile
La ripulitura: clearance (cancellazione distruttiva ex ante di elementi considerati non autentici) ed erasure (filtraggio degli oggetti già classificati da elementi “spuri”). Ricostruzione di una memoria contenuta nel cerchio interno dei dati. Produzione di dimenticanza, ma anche di esclusione e sofferenza. Es.: corpo medicalizzato, spazio della malattia, amputazione della biografia, cambi identitari.

41 Che cos'è un'infrastruttura informativa?
Ogni artefatto tecnico contiene dati che sono organizzati in forma di standard, classificazioni, sia astratti che concreti (forme specifiche). Dalle informazioni standardizzate ai database. Essi sono gli stessi per gli oggetti circolanti in mondi sociali anche opposti, e facilitano la cooperazione fra attori diversi. Caratteri delle classificazioni: princìpio univoco di classificazione (particolarità/implosione), categorie esclusive, completezza.

42 I metadata La gestione dei dati produce metadata, cioè dati di dati: classi che interpretino in modo univoco e automatizzato l'“essenza” dei dati e ne favoriscano l'integrazione. Classi di dati nell'informatica: si riferiscono ai singoli documenti (formato, data di creazione, titolo, ecc.), ma anche ai requirement software e hardware e ad altri dati detti “estrinsechi”. I metadata permettono ai motori di ricerca di esistere ed ai database di comunicare

43 Dalle classificazioni agli standard
Gli standard rappresentazioni la dimensione operativa delle classificazioni. Distinzione standard/classificazione solo analitica. Insieme di regole condivise per la produzione di qualche bene o servizio: rendono utilizzabile una classificazione trasformandola in routine. Gli standard tecnici rendono possibile l'interoperatività fra oggetti tecnici diversi. Sono spesso rafforzati da norme legali che li riconoscono e li rendono obbligatori.

44 Caratteri delle infrastrutture informative
I. Storicità: modularità e ereditarietà di forza e limiti dei sistemi su cui si innesta. II. Routines: contengono routine precedenti alla loro nascita e impongono le loro quando sono incorporate in altri sistemi (es.: QWERTY). III. Istituzionalizzazione: sono naturalizzate in modo diverso nei vari mondi sociali in cui esistono; conditio sine qua non dell'appartenenza alle comunità di pratica; divengono visibili in caso di guasto o rottura.

45 Ciò che non viene tradotto: i saperi taciti
Oscurati dalle memorie ricostruite, i saperi taciti e le abilità non standardizzate sono essenziali per la realizzazione di qualsiasi tecnologia (cfr. Gustave Flaubert, Bouvard et Pécuchet, 1881)‏ Giudizi collettivi, estetici, realtà non verbalizzate Rendono più complessi le socializzazioni alle comunità di pratica in cui l'appartenenza sia connessa ad usi tecnici: trasmissione osmotica. Se persi, si può tentare solo di “ricrearli”.

46 Quando la tecnologia è stabile
Raramente in toto, più spesso in sue porzioni limitate, la tecnologia non è più oggetto di negoziazioni. Cambia di stato, si è realizzata. Per Bijker: chiusura discorsiva, cioè consenso su una sola interpetazione della tecnologia, cui corrisponde un'intera stabilizzazione del legame fra l'artefatto e la rete socio-tecnica di elementi eterogenei che ne ha caratterizzato l'evoluzione.

47 Fra stabilizzazione e blackboxing
Nella stabilizzazione, prevale una modalità di rispondere ai problemi, e prevale il gruppo sociale rilevante che ha imposto la chiusura. I processi assumono solidità e coerenza. Per Latour: creazione di una scatola nera produce legittimazione a posteriori di nessi di causalità, necessità e delimitazione del processo. Disciplinamento della concatenazione umana-non umana: naturalizzazione dispositivo intero

48 Fra finalismo e ambiguità
La stabilizzazione e il blackboxing sono rari. Il consenso generalizzato su un intero dispositivo si esprime in termini vaghi (contrariamente alle infrastrutture informative). È impossibile naturalizzare allo stesso modo in mondi sociali diversi (naturalizzazione multipla e a livelli di scala diversi). Ogni concatenazione è malleabile in qualche sua parte (ordini locali di insiemi di dati).

49 Dispositivo tecnico come una istituzione sociale
Se un dispositivo tecnico è quell'insieme di persone, cose, fatti scientifici e usi, il suo assetto è insieme frutto di naturalizzazioni e di negoziazioni costanti, come un'istituzione sociale. Nel suo sviluppo ha importanza il ruolo della previsione, dell'immaginario e della profezia. Le aspettative di successo alimentano il successo non meno delle qualità intrinseche.

50 Qualità tecniche, legittimazione e confini della solo-tecnica
Nelle pratiche la tecnologia appare un processo ibrido di costruzione negoziata e plurima, con esiti diversi. Nei discorsi socialmente legittimati essa deve apparire pura, solo-tecnica, per essenza e natura distinta dalla finanza, dalla società, dall'economia e dalle psicologie. Costruzione di confini con discorsi ambigui e contraddittori che agiscono però come fatti.

51 Come studiare la tecnologia?
Se le tecnologie esistono solo come concatenazioni e intersezioni, sono importanti i set locali in cui esistono, in cui si articolano. Negli studi quantitativi, si tende a confermare il modello lineare di tecnologia, che è una forma di legittimazione. Modello lineare un'idea geniale si manifesta in un processo per stadi (R&S, prototipi, impianto-pilota, produzione, svilupppo dei prodotti e diffusione). Nelle buone idee c'è già il successo

52 Studiare le controversie esplicite
La finalità di un processo non è autoevidente. Risalire a convenzioni, finalità reali, routine prevalenti attraverso le controversie esplicite. Il loro campo è principalmente il test, la prova. Prova vs dimostrazione Tutte le controversie si appuntano sulle correttezze dei test e sulla competenza di chi le compie, più che sugli esiti dei test

53 Regresso dello sperimentatore
Circolo vizioso: il risultato corretto è raggiunto se le prove sono corrette, che si può evincere dalla competenza dello sperimentatore. Non basta un buon esito, ci vuole anche una buona prova: chi decide di questo è oggetto di furiose dispute e negoziazioni (Collins&Pinch)‏ Neanche i brevetti chiudono le controversie: essi stessi sono al centro di dispute terribili Non è detto che il ruolo delle controversie sia più importante delle naturalizzazioni plurime

54 I princìpi metodologici di base: agnosticismo e simmetria
Agnosticismo. Il sociologo non deve decidere se un progetto è giusto o sbagliato, se è vero o falso: avalutatività, non preordinare caratteri. Simmetria generalizzata. Se un progetto ha successo o fallisce, è ugualmente un fenomeno degno di essere studiato con gli stessi metodi. Non vi sono entità coinvolte corrette (solo-tecniche) e non corrette (“altre”). Se ci sono, si studiano indipendemente da valutazioni preesistenti.

55 I princìpi metodologici di base: libera associazione
Si seguono gli attori nei processi tecnologici in tutte le loro associazioni e in qualunque direzione. Se il processo include fatti e attori attribuiti tradizionalmente alla natura, alla scienza e alla tecnologia lo si rappresenta adeguatamente. Le convergenze e le vaste concatenazioni spurie producono una sociologia di nuovo tipo, che pone il problema della centralità del non umano per le relazioni sociali.

56 Particolarità metodologiche dello studio delle infrastrutture informative
Come studiare ciò che è invisibile (il nucleo robusto degli oggetti liminari)? Si punta sulla associazione naturalizzata fra dati, sistema/oggetto informativo e gli usi palesi Se le infrastrutture sono invisibili, non altrettanto lo è il loro ruolo naturalizzato di cornice dell'azione sociale. Occorre superare la cecità degli attori rispetto a ciò che danno per scontato, non seguirla.

57 L'inversione infrastrutturale
Le II come costrizioni sull'agire (classificazioni, standard, linguaggi, ruoli imposti, esclusioni). Caratteri: Tipo di denominazione degli oggetti (inclusi/esclusi); Descrizione del contesto di formazione della raccolta dei dati; L'utenza programmata (integrazione informativa). I contesti in cui si possono studiare: la Costruzione e l'Articolazione del dispositivo che contiene l'II: quando si guastano, provocano la rabbia degli esclusi, devono essere sorvegliate oppure espanse in nuovi mondi sociali.


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