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Liceo Scientifico “O. Grassi” Savona

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Presentazione sul tema: "Liceo Scientifico “O. Grassi” Savona"— Transcript della presentazione:

1 Liceo Scientifico “O. Grassi” Savona
Classe 4^B a.s. 2006/2007 Presenta…

2 DONNE, CITTADINE NEL MONDO

3 Questo lavoro, realizzato dalla classe IV B del Liceo Scientifico “Orazio Grassi” di Savona, nasce dal bisogno di affrontare un tema delicato, sempre attuale, che interessa non solo la sfera femminile ma tutta la società mondiale, e che tratta l’evoluzione e i fondamenti dei diritti della donna: una conquista che, oggi, sembra scontata, ordinaria e diffusa, ma che, in realtà presenta ancora moltissimi limiti e problemi. Quando si parla della violazione di questi diritti subito appare, dentro di noi, l’immagine della donna musulmana, costretta a nascondere con un velo i lunghi capelli, il corpo e, talvolta, il viso. Noi, da cittadini occidentali quali siamo, evoluti, consci e razionali, condanniamo una realtà che ormai, sembra solo una pecca in una società multirazziale avviata alla globalizzazione, che ha risolto con successo ogni tipo di discriminazione!!! Ebbene, i punti ed i momenti su cui concentriamo le nostre considerazioni sono solo l’apice di una serie di violazioni che ogni giorno rimangono impunite in stati a noi vicini o, perché no, nel paese in cui viviamo. Alcuni diritti, fra cui spicca quello di voto, sono traguardi molto recenti che le donne hanno conquistato dopo secoli di un’esistenza vissuta nell’ombra maschile; obiettivi che sembravano irrealizzabili per una donna, ad esempio, dell’800, sono stati ormai raggiunti in molti luoghi, ma restano ancora, in molti altri, mete inevitabilmente lontane. Con questa ricerca intendiamo analizzare non solo la situazione e le conquiste femminili avvenute nel passato, ma vogliamo anche approfondire il ruolo e la condizione in cui si trovano le donne di oggi prendendo in esame situazioni ed ambienti sociali e politici differenti. Per questo intendiamo sviluppare punti diversi fra cui spiccano, in particolare: una visione globale del ruolo e della presenza femminile in politica con riferimento ai singoli stati mondiali, partendo da generiche considerazioni fino ad una descrizione, più dettagliata di varie situazioni; uno sguardo alla situazione mediorientale, attraverso l’analisi di alcune circostanze caratteristiche, quali la condizione femminile nell’Islam sia moderato, sia fondamentalista; un’analisi della situazione italiana e delle tappe fondamentali che hanno caratterizzato l’emancipazione femminile passando attraverso il regime fascista fino ai giorni nostri, con particolare attenzione all’evoluzione del pensiero e dei bisogni femminili. In conclusione, attraverso questo elaborato, speriamo di fornire una visione più chiara e completa di quella che è stata e di quello che tuttora rappresenta l’immagine femminile nel mondo, senza perdere di vista la speranza per un futuro meno discriminatorio e migliore per tutti.

4 (da “Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina”
Articolo X Nessuno deve essere perseguitato per le proprie opinioni, anche fondamentali; la donna ha il diritto di salire sul patibolo; allo stesso modo, deve avere anche quello di salire sulla Tribuna, purché le sue manifestazioni non turbino l'ordine pubblico stabilito dalla Legge. (da “Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina” di Olimpia de Gouges, 1791)

5 Dichiarazione dei Diritti della donna e della cittadina
Sitografia Dichiarazione dei Diritti della donna e della cittadina Il movimento delle suffragette La conquista dei diritti in Italia Presenze femminili nell'attuale politica italiana Uno sguardo sul mondo Esci

6 La conquista dei diritti in Italia
Dall’Unità al Fascismo: Dall’unità Il fascismo (politica, società, economia) R.S.I. e Resistenza Dal ’46 ad oggi: Cronologia delle principali conquiste Evoluzione del pensiero e interviste ,

7 Uno sguardo sul mondo Il Planisfero dei diritti Grandi Personalità
Il Mondo Islamico

8 Olympe de Gouges Il suo vero nome era Marie Gouze Nacque il 7 maggio del 1748 nella regione di Montauban. Allevata da Pierre Gouze, era in realtà figlia naturale di un poeta aristocratico, il marchese Lefranc de Pompignan, padrino di sua madre. Si sposò a soli sedici anni per evadere dalla famiglia. A diciassette ebbe un figlio e rimase vedova. Conobbe allora Jacques Biétrix, un ingegnere militare e fu... amore a prima vista! Con Bietrix andò a Parigi, dove cambia il suo nome in Olympe de Gouges. Bella e corteggiata, frequentò i salotti più famosi dove conobbe i più importanti scrittori e filosofi del tempo.

9 Il suo vero nome era Marie Gouze Nacque il 7 maggio del 1748 nella regione di Montauban. Allevata da Pierre Gouze, era in realtà figlia naturale di un poeta aristocratico, il marchese Lefranc de Pompignan, padrino di sua madre. Si sposò a soli sedici anni per evadere dalla famiglia. A diciassette ebbe un figlio e rimase vedova.Conobbe allora Jacques Biétrix, un ingegnere militare e fu... amore a prima vista! Con Bietrix andò a Parigi, dove cambia il suo nome in Olympe de Gouges. Bella e corteggiata, frequentò i salotti più famosi dove conobbe i più importanti scrittori e filosofi del tempo.Il suo vero nome era Marie Gouze Nacque il 7 maggio del 1748 nella regione di Montauban.Allevata da Pierre Gouze, era in realtà figlia naturale di un poeta aristocratico, il marchese Lefranc de Pompignan, padrino di sua madre. Si sposò a soli sedici anni per evadere dalla famiglia. A diciassette ebbe un figlio e rimase vedova.Conobbe allora Jacques Biétrix, un ingegnere militare e fu... amore a prima vista! Con Bietrix andò a Parigi, dove cambia il suo nome in Olympe de Gouges. Bella e corteggiata, frequentò i salotti più famosi dove conobbe i più importanti scrittori e filosofi del tempo.

10 Un giorno, a casa di Sophie de Condorcet, moglie del famoso politico girondino, esclama:
"La femme a le droit de monter à l'échaffaud, elle doit avoir également le droit de monter à la tribune." (La donna ha il diritto di salire sul patibolo, deve avere egualmente il diritto di salire in tribuna!) "Apriteci le barriere dell'onore - dichiara all'Assemblea legislativa nel '92 - e noi vi mostreremo il cammino di tutte le virtù". Ben presto si rende conto che le conquiste della rivoluzione non favoriscono affatto le donne e che anche il nuovo regime calpesta la libertà. Riprende, quindi, i suoi infuocati discorsi libertari attaccando il regime di Robespierre, chiamandolo "animale anfibio". L'anfibio non esita a condannarla a morte perchè la nostra pensa bene di prendere le difese di Luigi XVI! Olympe, infatti, si era opposta con grande determinazione alla condanna a morte del re, ritenendo che "la Rivoluzione deve dimostrare la propria forza non uccidendo, ma risparmiando le vite, anche di coloro che avevano tramato contro la Nazione". Olympe de Gouges è ghigliottinata il 3 novembre del 1793, a 45 anni, per aver dimenticato le virtù che convengono al suo sesso ed essersi immischiata nelle cose della Repubblica. Olympe de Gouges è stata dimenticata per secoli dalla storiografia fino alla metà del XX secolo. Alcuni storici come Louis-Adolphe Thiers, Alphonse-Marie-Louis de Lamartine e Louis Blanc le concedono poche parole per il suo intervento durante la Rivoluzione francese descrivendola come "folle" .

11 Dichiarazione dei diritti della donna
e della cittadina Preambolo Uomo, sei tu capace di essere giusto? Chi ti pone questa domanda è una donna: questo diritto, almeno, non glielo toglierai. Dimmi. Chi ti ha dato il potere sovrano di opprimere il mio sesso? La tua forza? Le tue capacità? Osserva il creatore nella sua saggezza; percorri la natura in tutta la sua grandezza, alla quale sembri volerti avvicinare, e dammi, se ne hai il coraggio, un esempio di questo potere tirannico.

12 Risali agli animali, consulta gli elementi, studia i vegetali, getta infine uno sguardo su tutte le modificazioni  della materia organizzata; e arrenditi all'evidenza, quando io te ne offro il modo. Cerca, scava e distingui, se puoi, i due sessi nell'amministrazione della natura. Ovunque, li troverai confusi, ovunque essi cooperano in armonioso insieme a questo capolavoro immortale! Soltanto l'uomo si è creato alla meno peggio un principio di questa eccezione. Bizzarro, cieco, gonfio di scienza e degenerato, in questo secolo di luce e di sagacità, nella più crassa ignoranza egli vuole comandare da despota su un sesso che ha ricevuto tutte le facoltà intellettuali; che vuole usufruire della rivoluzione e reclamare i propri diritti all'uguaglianza, per non dire di più.

13 Le madri, le figlie, le sorelle, rappresentanti della Nazione, chiedono di essere costituite in assemblea nazionale. Considerando che l'ignoranza, l'oblio o il disprezzo dei diritti della donna sono le sole cause delle sventure pubbliche e della corruzione dei governi, esse hanno deciso di esprimere in una solenne dichiarazione, i diritti naturali, inalienabili e sacri della donna, affinché tale dichiarazione, costantemente presente a tutti i membri del corpo sociale, ricordi loro continuamente i loro diritti ed i loro doveri, affinché gli atti del potere delle donne, e quelli del potere degli uomini, potendo essere in ogni momento paragonati con il fine di ogni istituzione politica, siano per ciò stesso più rispettati,

14 affinché le rivendicazioni delle cittadine, fondate d'ora in avanti su principi semplici ed incontestabili, siano sempre volte al mantenimento della costituzione, dei buoni costumi, e al bene di tutti. Pertanto, il sesso che è superiore per bellezza, come anche per coraggio nelle sofferenze materne, riconosce e dichiara, in presenza e sotto gli auspici dell'Essere supremo, i seguenti Diritti della Donna e della Cittadina.

15 ARTICOLO PRIMO La Donna nasce libera e rimane uguale all'uomo nei diritti. Le distinzioni sociali possono essere fondate solo sull'utilità comune. II Scopo di ogni associazione politica è la tutela dei diritti naturali e imprescrittibili della Donna e dell'Uomo: tali diritti sono la libertà, la proprietà, la sicurezza e, soprattutto, la resistenza all'oppressione. III Il fondamento di ogni sovranità risiede essenzialmente nella Nazione, la quale altro non è se non la riunione della Donna e dell'Uomo: nessun corpo, nessun individuo, può esercitare un'autorità che non emani espressamente da essa.

16 IV La libertà e la giustizia consistono nel restituire agli altri ciò che appartiene loro; così, l'esercizio dei diritti naturali della donna ha come solo limite la perpetua tirannia che l'uomo le oppone; tale limite deve essere riformato dalle leggi della natura e della ragione. V Le leggi di natura e di ragione vietano ogni azione che possa nuocere alla società: tutto ciò che non è proibito da queste leggi, sagge e divine, non può essere impedito, e nessuno può essere costretto a fare ciò che esse non ordinano. VI La Legge deve essere espressione della volontà generale; tutte le Cittadine ed i Cittadini devono concorrere personalmente, o per il tramite dei loro rappresentanti, alla sua formazione; essa dev'essere uguale per tutti:

17 tutte le cittadine e tutti i cittadini, dal momento che sono uguali ai suoi occhi, devono avere uguali possibilità di essere ammessi a tutte le dignità, a tutti i posti e a tutti gli impieghi pubblici, secondo le loro capacità, e senza altre distinzioni che non siano quelle delle loro virtù e delle loro capacità. VII Nessuna donna fa eccezione; ella viene accusata, arrestata e mantenuta in stato di detenzione nei casi stabiliti dalla legge. Le donne ubbidiscono come gli uomini a questa legge rigorosa. VIII La Legge deve stabilire soltanto pene strettamente e manifestamente necessarie, e nessuno può essere punito se non in virtù di una legge emanata e promulgata anteriormente al reato e legalmente applicata alle donne.

18 IX Per qualunque donna dichiarata colpevole, viene esercitato dalla Legge ogni rigore.
X Nessuno deve essere perseguitato per le proprie opinioni, anche fondamentali; la donna ha il diritto di salire sul patibolo; allo stesso modo, deve avere anche quello di salire sulla Tribuna, purché le sue manifestazioni non turbino l'ordine pubblico stabilito dalla Legge. XI La libera comunicazione dei pensieri e delle opinioni è uno dei diritti più preziosi della donna, poiché tale libertà assicura la legittimità dei padri nei confronti dei figli. Ogni cittadina può dunque dire liberamente: sono la madre di un figlio che vi appartiene, senza che un barbaro pregiudizio

19 la costringa a nascondere la verità; salvo a rispondere dell'abuso di tale libertà nei casi previsti dalla legge. XII La garanzia dei diritti della donna e della cittadina implica un interesse più ampio; tale garanzia deve essere istituita per il vantaggio di tutti, e non per il beneficio particolare di quelle cui essa viene data. XIII Per il mantenimento della forza pubblica, e per le spese dell'amministrazione, i contributi della donna e dell'uomo sono uguali; la donna partecipa a tutti i lavori ingrati, a tutti gli incarichi faticosi; allo stesso modo deve dunque partecipare alla distribuzione dei posti, degli impieghi, delle cariche, delle dignità e dell'industria.

20 XIV Le Cittadine ed i Cittadini hanno il diritto di constatare personalmente, o per mezzo dei loro rappresentanti, la necessità di un contributo pubblico. Le Cittadine possono aderirvi solo se si ammette una uguale ripartizione, non soltanto nel patrimonio, ma anche nella pubblica amministrazione, e il diritto di determinare la quota, l'imponibile, la riscossione e la durata dell'imposta. XV La massa delle donne, coalizzata per il contributo a quella degli uomini, ha il diritto di chiedere conto ad ogni agente pubblico della sua amministrazione. XVI Ogni società in cui non venga assicurata la garanzia dei diritti e determinata la separazione dei poteri, non ha costituzione;

21 la costituzione è nulla se alla sua redazione non ha collaborato la maggioranza dei componenti della Nazione. XVII Le proprietà appartengono a tutti i sessi, riuniti o separati; esse sono per ognuno un diritto inviolabile e sacro; nessuno può esserne privato come vero patrimonio della Natura, se non quando lo esiga la necessità pubblica, legalmente constatata, e a condizione di un giusto e preventivo indennizzo. Conclusione Svegliati, donna! La campana a martello della ragione si fa udire in tutto il mondo; riconosci i tuoi diritti. Il potente impero della Natura non è più circondato di pregiudizi, di fanatismo, di superstizione e di menzogne. La fiaccola della verità ha dissipato le nuvole della stupidità e dell'usurpazione.

22 L'uomo schiavo ha moltiplicato le sue forze, ha avuto bisogno di ricorrere alle tue per spezzare le sue catene. Una volta libero, egli è diventato ingiusto nei confronti della sua compagna. O donne! donne, quando smetterete di essere cieche? Quali vantaggi avete ricevuto dalla rivoluzione? Un disprezzo più marcato, uno sdegno più grande. Nei secoli di corruzione, avete regnato solo sulla debolezza degli uomini. Il vostro dominio è distrutto; cosa vi resta dunque? La convinzione delle ingiustizie dell'uomo. La rivendicazione del vostro patrimonio, fondato sulle sagge decisioni della Natura. Cosa avreste da temere per una così bella impresa? La buona parola del Legislatore delle nozze di Cana?

23 Temete forse che i nostri Legislatori francesi, correttori di questa morale, a lungo appesa ai rami della politica, ma che non è più opportuna, vi ripetano: donne, cosa c'è in comune fra voi e noi? Tutto, dovreste rispondere. Se, nella loro debolezza, essi si ostinassero a contrapporre questa incongruenza ai loro principi, opponete coraggiosamente la forza della ragione alle vane pretese di superiorità; riunitevi sotto lo stendardo della filosofia; mostrate tutta l'energia del vostro carattere, e presto vedrete quegli orgogliosi, nostri servili adoratori, strisciare ai vostri piedi, ma fieri di condividere con voi i tesori dell'Essere supremo. Qualunque barriera vi si opponga, voi avete il potere di superarla; basta che lo vogliate. Passiamo adesso al quadro spaventoso di ciò che voi siete state nella società; e poiché, in questo momento, si pone il problema di una educazione nazionale, vediamo se i nostri saggi Legislatori penseranno con giudizio a proposito dell'educazione delle donne. Le donne hanno fatto più male che bene.

24 La schiavitù e la dissimulazione sono state il loro destino
La schiavitù e la dissimulazione sono state il loro destino. Ciò che la forza aveva loro sottratto, l'astuzia glielo ha restituito; esse hanno fatto ricorso a tutte le risorse del loro fascino, ed anche il più irreprensibile degli uomini non resisteva. Il veleno, la spada, ogni cosa era loro sottomessa; esse comandavano al crimine come alla virtù. Il governo francese, soprattutto, per secoli è dipeso dall'amministrazione notturna delle donne; il governo non aveva segreti per la loro indiscrezione; ambasciate, comandi, ministeri, presidenze, pontificati, cardinalati, insomma tutto quanto caratterizza la stupidità, sacra e profana, degli uomini, tutto è stato sottomesso alla cupidigia e all'ambizione di questo sesso un tempo spregevole e rispettato, e dopo la rivoluzione, rispettabile e disprezzato. In questa sorta di antitesi, quante osservazioni ho da proporre! ho a disposizione appena un momento per farlo, ma questo momento attirerà l'attenzione della posterità più remota.

25 Sotto l'Ancien Régime, tutto era vizio, tutto era colpa; ma non si potrebbe scorgere il miglioramento delle cose proprio nella sostanza del vizio? Ad una donna bastava solo essere bella e gentile; quando possedeva queste due qualità, vedeva mille fortune ai suoi piedi. Se non ne approfittava, aveva un carattere stravagante, o una filosofia poco comune, che la portava a disprezzare le ricchezze; allora veniva considerata soltanto una ribelle. Anche la più indecente, con l'oro si faceva rispettare. Il commercio delle donne era una specie di industria ammessa nella classe più alta, che, ormai, non avrà più credito. Se ne avesse ancora, la rivoluzione sarebbe perduta e, da altri punti di vista, saremmo sempre corrotti. Tuttavia può la ragione nascondersi che ogni altra strada è sbarrata per la donna, che l'uomo compra, come [fosse] la schiava sulle coste africane? La differenza è grande; si sa. La schiava comanda il padrone, ma se il padrone le dà la libertà senza alcuna ricompensa, e in un'età in cui la schiava ha perduto tutte le sue attrattive, che ne è di quella sventurata? Diventa oggetto di disprezzo, anche le porte della carità le vengono chiuse; è povera e vecchia, si dice; perché non ha saputo fare fortuna?

26 Altri esempi ancora più toccanti si presentano alla ragione
Altri esempi ancora più toccanti si presentano alla ragione. Una giovane senza esperienza, sedotta da un uomo che ama, abbandonerà i genitori per seguirlo; l'ingrato la lascerà dopo qualche anno e più lei sarà invecchiata con lui, più l'incostanza di lui sarà disumana. Se ha figli, la abbandonerà lo stesso. Se è ricco, si crederà dispensato dal dividere la propria fortuna con le sue nobili vittime. Se un qualche impegno lo lega ai suoi doveri, egli ne violerà il potere, sperando ogni cosa dalle leggi. Se è sposato, ogni altro impegno perde i propri diritti. Quali leggi restano dunque da fare per estirpare il vizio alla radice? Quella della divisione dei patrimoni tra gli uomini e le donne, e quella della pubblica amministrazione. Come si può facilmente immaginare, colei che è nata da famiglia ricca, viene a guadagnare molto con l'uguaglianza delle divisioni. Ma colei che è nata da famiglia povera, e che possiede meriti e virtù, quale sarà la sua sorte? La povertà e l'obbrobrio.

27 Se non eccelle particolarmente nella musica o nella pittura, non può essere ammessa ad alcuna funzione pubblica, quand'anche ne avesse la capacità. In questa sede voglio dare solo un'idea delle cose, le approfondirò nella nuova edizione di tutte le mie opere politiche che mi propongo di dare al pubblico fra qualche giorno, con delle note. Riprendo il mio testo sui costumi. Il matrimonio è la tomba della fiducia e dell'amore. La donna sposata può impunemente dare dei bastardi a suo marito, e dare ad essi una fortuna che non appartiene loro. Colei che non è sposata non ha che un debole diritto: le vecchie leggi inumane le rifiutavano per i suoi figli questo diritto sul nome e sul bene del padre, e in materia non sono state fatte nuove leggi. Se tentare di dare al mio sesso una giusta e onorevole consistenza, viene considerato in questo momento come un paradosso da parte mia, e come la volontà di tentare l'impossibile, lascio agli uomini che verranno la gloria di trattare questa materia; ma nel frattempo, la si può preparare con l'educazione nazionale, con il riassetto dei costumi e con le convenzioni coniugali. Olympe de Gouges

28 Il movimento delle suffragette
Con il termine suffragette si indicano le appartenenti a un movimento di emancipazione femminile nato per ottenere il diritto di voto, sorto in Gran Bretagna alla fine dell'Ottocento. Pronunciamenti a favore del voto femminile si erano già avuti in Francia e in Inghilterra alla fine del XVIII secolo, ma un movimento di donne nacque in Inghilterra solo nel secolo successivo e ottenuto il voto municipale (1869) e di contea (1880), esso si pose l'obiettivo del voto per il parlamento.

29 Il movimento militante
Nel 1897 il movimento si strutturò nelle National Union of Women's Suffrage Societies. Il rifiuto di concedere l'estensione del voto femminile portò Emmeline Pankhurst a fondare nel 1903 un movimento che venne definito "militante": l'Unione nazionale sociale e politica delle donne. Questo si fece promotore di agitazioni culminate in numerosi arresti.

30 L'estensione del suffragio
Tale movimento fu definito delle "suffragette" in contrapposizione a quello delle "suffragiste" che perseguiva lo stesso obiettivo con metodi più moderati. Interrotte le proteste nel 1914 per contribuire alla causa nazionale, nel 1918 le donne sopra i trent'anni furono ammesse al voto politico e nel 1928 il suffragio fu esteso a tutte le donne.

31 (Lega nazionale delle associazioni per il voto alle donne)
National Union of Women's Suffrage Societies (Lega nazionale delle associazioni per il voto alle donne) Organizzazione per il suffragio elettorale femminile sorta in Gran Bretagna nel 1897 sotto la presidenza di Millicent G. Fawcett che centralizzò l'iniziativa delle varie società suffragiste e adottò una pratica legalitaria, differenziandosi dal movimento più radicale delle suffragette.

32 Emmeline Emmeline Pankhurst
Nata a Manchester nel 1858, e morta a Londra nel 1928, fu una femminista inglese che guidò il movimento suffragista femminile inglese. Nel 1894 ottenne per le donne sposate il diritto al voto nelle elezioni locali. Arrestata e processata diverse volte, riuscì con la sua incessante attività ad assicurare fondamentali diritti politici a tutte le donne inglesi, come il suffragio femminile per la camera dei Comuni nel 1918.

33 Unità d'Italia Alla nascita del Regno d’Italia (1861) e alla successiva adozione del Codice del nuovo Stato italiano uno dei più vistosi fattori di disuguaglianza era il principio dell’incapacità giuridica della donna, cui era connessa la cosiddetta tutela maritale. In ogni regione prima dell’unità erano presenti differenti atteggiamenti nei confronti delle donne, come ad esempio sotto la dominazione asburgica, dove le donne erano pari agli uomini nella gestione dei propri beni. Queste donne tentarono di mantenere i diritti di cui beneficiavano e inviarono alla camera una petizione che però non fu accolta.

34 Tutela Maritale Le donne erano considerate sotto la tutela maritale per le decisioni patrimoniali, infatti era necessario l’assenso del marito per decisioni come donare, ipotecare, acquistare o alienare i propri beni, o obbligarsi per tutti gli atti che eccedevano l’ordinaria amministrazione. Per ogni azione che la donna avesse intenzione di fare, o per accettare mandati di qualsiasi genere, ella era tenuta a chiedere una “autorizzazione maritale” dal coniuge.

35 Autorizzazione maritale
(CODICE CIVILE DEL REGNO D’ITALIA 30Giugno 1865) 131. Il marito è capo della famiglia : la moglie segue la condizione civile di lui, ne assume il cognome, ed è obbligata ad accompagnarlo dovunque egli (creda opportuno di fissare residenza. 132. Il marito ha il dovere di proteggere la moglie, di tenerla presso di sé e somministrarle tutto ciò che è necessario ai bisogni della vita in proporzione delle sue sostanze. La moglie deve contribuire al mantenimento del marito, se questo non ha mezzi sufficienti. 133. L’obbligazione del marito di somministrare gli alimenti alla moglie cessa quando la moglie, allontanatasi senza giusta causa dal domicilio coniugale, ricusi di ritornarvi. Può inoltre l’autorità giudiziaria, secondo le circostanze, ordinare a profitto del marito e della prole il sequestro temporaneo di parte delle rendite parafernali della moglie. 134. La moglie non può donare, alienare beni immobili, sottoporli ad ipoteca, contrarre mutui, cedere o riscuotere capitali, costituirsi sicurtà, né transigere o stare in giudizio relativamente a tali atti, senza l’autorizzazione del marito. Il marito può con atto pubblico dare alla moglie l’autorizzazione in genere per tutti o per alcuni dei detti atti, salvo a lui il diritto di revocarla. 135. L’autorizzazione del marito non è necessaria : quando egli sia minore, interdetto, assente o condannato a più di un anno di carcere, durante l’espiazione della pena ; quando la moglie sia legalmente separata per colpa del marito ; quando la moglie eserciti la mercatura ;   136. Se il marito ricusi l’autorizzazione alla moglie, o se trattisi di atto nel quale siavi opposizione d’interesse, ovvero se la moglie sia legalmente separata per sua colpa, o per colpa sua e del marito, o per mutuo consenso, sarà necessaria l’autorizzazione del tribunale civile. Il tribunale non può concedere l’autorizzazione , se prima il marito non fu sentito o citato a comparire in camera di consiglio, salvi i casi di urgenza.

36 137. La nullità derivante dal difetto di autorizzazione non può essere opposta che dal marito, dalla moglie e dai suoi eredi od aventi causa. […] 149. .Il diritto di chiedere la separazione spetta ai coniugi nei soli casi determinati dalla legge. La separazione può essere domandata per causa di adulterio o di volontario abbandono, e per causa di eccessi, sevizie, minacce e ingiurie gravi. Non è ammessa l’azione di separazione per l’adulterio del marito, se non quando egli mantenga la concubina in casa o notoriamente in altro luogo, oppure concorrano circostanze tali che il fatto costituisca una ingiuria grave alla moglie. 151. La separazione si può eziandio domandare contro il coniuge che sia stato condannato ad una pena criminale, tranne il caso che la sentenza sia anteriore al matrimonio e l’altro coniuge ce fosse consapevole. 152. La moglie può chiedere la separazione quando il marito, senza alcun giusto motivo, non fissa una residenza, od avendone i mezzi, ricusi di fissarla in modo conveniente alla sua condizione. 153. La riconciliazione estingue il diritto di chiedere la separazione ; essa induce pure l’abbandono della domanda che fosse stata proposta. 154. Il tribunale che pronunzia la separazione, dichiarerà quale dei coniugi debba tenere presso di sé i figli e provvedere al loro mantenimento, alla loro educazione ed istruzione. Può il tribunale per gravi motivi ordinare che la prole sia collocata in un istituto di educazione o presso terza persona.

37 Petizione del 1861 Se Dio ha posto nell’uomo un’irresistibile tendenza alla libertà, perché nell’uso della libertà diventi migliore; se Dio benedice agli sforzi che la Nazione Italiana fa per rendersi libera, fondamento principalissimo di questo progressivo miglioramento dev’essere l’affermazione la più larga possibile dell’emancipazione della donna. I primi otto anni dell’educazione dell’uomo appartengono quasi esclusivamente alla madre. Considerando che sui diversi Codici delle provincie Italiane si sta elaborando un Codice unico per tutto il Regno d’Italia; Considerando che nelle provincie Lombarde, dove è vigente tuttora il Codice austriaco, la donna è parificata all’uomo nella facoltà di disporre delle proprie sostanze in ogni contrattazione anche senza la tutela maritale; Considerando che il Codice Albertino, § 130, sottopone, nelle antiche provincie, la donna alla tutela maritale nell’esercizio dei diritti di proprietà; Le sottoscritte, Cittadine Italiane, fanno al Parlamento rispettosa istanza, affinché nella compilazione del nuovo Codice civile italiano, alle donne di tutte le provincie vengano estesi i diritti riconosciuti fino ad oggi nelle donne Lombarde. Milano 1861

38 Diritti Dal 1861 furono presentati disegni di legge o si svolsero dibattiti parlamentari sul voto alle donne ma nel 1888 un principio (“non si nega il diritto delle donne al voto, ma l’opportunità del suo esercizio”) fermò i vari dibattiti sull’argomento. Nel 1877 vengono abrogate le disposizioni di legge, che escludevano le donne dall’intervenire come testimoni negli atti pubblici e privati. Nel 1907 entra in vigore la prima legge sulla tutela del lavoro femminile e minorile. Lo stesso anno viene rilasciata per la prima volta la patente di guida a una donna. L’anno successivo, il 1908, viene fondata l'Unione Donne di Azione Cattolica (UDACI), che cerca di opporsi alla laicizzazione della scuola e di promuovere la cultura femminile. Nel 1919 con una legge sulla disposizione sulla capacità giuridica della donna con una legge viene abolita l’autorizzazione maritale ma sono ancora negati i diritti politici; questo viene considerata “sola grande riforma della famiglia attuata dall’Italia liberale”. Nel 1921 un deputato socialista ritenta la prova con una proposta in un solo articolo: “Le leggi vigenti sull’elettorato politico e amministrativo sono estese alle donne.” Ma la questione non viene neppure discussa.

39 Il fascismo Con l'avvento del fascismo inizia il periodo della legislazione dedicata alle donne, in cui il concetto di tutela non è inteso tanto come difesa di un soggetto più debole, ma piuttosto come protezione della donna produttrice di figli da allontanare dal lavoro fuori di casa e da ogni possibilità d'intervento attivo nella società.

40 Legislazione Regio Decreto 1054/23: Viene proibita alle donne la direzione delle scuole medie e secondarie. Regio Decreto 2480/26: Viene proibito alle donne l'insegnamento della filosofia, della storia e dell'economia nelle scuole secondarie. Legge 22/1934: La pubblica amministrazione può discriminare le donne nelle assunzioni, escludendole da una serie di pubblici uffici. Legge 653/34: Questa legge riforma quella del 1907: la struttura delle norme protettive rimane la stessa, ma le norme vengono meglio precisate. Vengono estesi i lavori vietati alle donne e proibiti quelli giudicati "moralmente" pericolosi. E' previsto il divieto per le donne di svolgere a qualsiasi età lavori sotterranei, mentre il lavoro notturno è vietato solo per le minorenni. Per le donne che hanno compiuto 15 anni l'orario di lavoro non può superare le 11 ore al giorno. Sono ancora escluse dalla tutela le categorie del lavoro a domicilio e familiare. Regio Decreto Legge 15/10/38: Viene emanato il divieto ai datori di lavoro sia pubblici sia privati, di assumere più del 10% di donne. Vengono esclusi dalla norma solo i lavori che il regime considera particolarmente "adatti" alle donne (lavori manuali e mansioni meramente esecutive).

41 Economia Vi fu una politica per la formazione della donna: venne istruita nell'economia domestica, nell'educazione all'infanzia, nell'assistenza sociale ed educata alla salute e a una sana maternità attraverso l'introduzione dell'educazione fisica e dello sport femminile. La donna viene inquadrata in associazioni per ragazze, per giovani,  per massaie, per laureate. Si punta alla creazione di "una donna fascista per l'Italia fascista" sottolineando il ruolo della madre, della massaia, fino ad arrivare alla missione patriottica.

42 Le donne del regime dovevano accettare di vivere secondo lo slogan del Duce:
“per obbedire, badare alla casa, mettere al mondo figli e portare le corna”. "Madri nuove per i figli nuovi" è lo slogan del duce che tende sempre a ad esaltare in ogni occasione la funzione sociale della donna (secondo una precisa politica di incremento demografico). Vennero eliminate tutte le attività che potevano in qualche modo allontanare la donna da quello che il fascismo vedeva come suo unico scopo: sposarsi e mettere al mondo il maggior numero di figli possibile. L’ideologia fascista dava alla donna l’illusione di sostenere le sue aspirazioni ma, di fatto, la relegava nei suoi ruoli tradizionali, varando misure contrarie al lavoro femminile. Al fine di incrementare le nascite, lo Stato vietò l’uso di anticoncezionali ed il ricorso all’aborto.

43 Società Nell’amministrazione pubblica fascista è riscontrabile una continua alternanza di tentativi miranti ad escludere la donna dalla società, da un lato e dall'altro, un'incessante necessità di coinvolgere le masse femminili all'interno stesso della struttura sociale attraverso un inquadramento sistematico e progressivo nelle molteplici organizzazioni fasciste. Questa duplice direzione della politica fascista risponde alle esigenze di porre le donne italiane a servizio di obiettivi pubblici senza turbare quell‘ "equilibrio" sociale fondato sull'autorità maschile. Ecco che l'esaltazione continua ed esasperata della maternità non significò valorizzazione della donna e del mistero della fecondità, ma espresse la preoccupazione del calo demografico italiano rispetto alle mire espansionistico - imperialistiche del fascismo, che sfruttò le differenze culturali ed economiche.La risposta delle donne fu tutt'altro che omogenea: lo sciopero delle mondine, il mancato aumento del tasso di natalità, il rifiuto a partire per le colonie per scopi riproduttivi, costituirono dei chiari poli di dissenso, che però furono azioni frammentarie.

44 Repubblica Sociale Italiana
Con la caduta del regime fascista (1943) e la nascita della Repubblica Sociale Italiana (Repubblica di Salò), l’Italia era di fatto divisa in due: la parte meridionale era controllato dagli alleati sotto la luogotenenza del Re, mentre quella settentrionale era nelle mani dei Tedeschi, con Mussolini a capo del governo. Nel Nord sorse la Resistenza partigiana, dall'impegno comune di individui, partiti e movimenti che si opposero, militarmente o anche solo politicamente, agli occupanti tedeschi e alla Repubblica Sociale. Il ruolo della donna nella resistenza La donna in questo periodo ebbe un ruolo determinante: da una parte la repubblica di Salò promosse una propaganda per indurre le donne a non allearsi con le forze anglo-americane, dall’altra un senso civico di giustizia persuase la scelta di circa 30 mila donne di entrare nelle forze combattenti della Resistenza e di 70 mila nei Gruppi di difesa della donna e per l’assistenza ai Volontari della Libertà, con un livello di determinazione spesso maggiore rispetto agli uomini. 

45 Donne partigiane

46 Il ruolo della donna viene rivalutato dal movimento partigiano

47 Due sfere separate Due sfere separate
L'ideologia della famiglia borghese era detta "ideologia delle sfere separate" (lavoro à sfera maschile, casa à sfera femminile) a cui si cercava di dare una spiegazione ed una giustificazione con presunte motivazioni di carattere religioso, etico, morale e anche giuridico. Questa divisione della sfera pubblico/privato nella dicotomia uomo/donna ebbe anche delle ripercussioni nel campo giuridico, non a caso la legge americana a metà del XIX secolo affidava ai mariti poteri molto ampi: "Il marito e la moglie sono una sola persona. Questa persona è il marito". (Blockstore, 1853) Due sfere separate Inizialmente le donne accettarono completamente l'ideologia delle sfere separate, anzi la rivendicarono perché ciò dava loro un ampio raggio d'azione. L'essere le "signore del focolare" permetteva loro di influenzare e controllare le azioni degli uomini in generale e dei propri mariti in particolare. Divennero i controllori della moralità dei loro uomini come si può desumere dalle attività filantropiche in cui si impegnarono (es. l'esercito della salvezza americano).

48 e il “femminismo domestico”
Le prime lotte Le prime “lotte” e il “femminismo domestico” In un secondo momento riuscirono ad imporre parte della propria influenza nella vita di coppia in cui si andava strutturando al società. Si passa da famiglie ampie e patriarcali a strutture più nucleari in cui la donna riesce a strappare al marito una cera libertà di manovra e di scelta. Non può ancora, la donna, agire liberamente nella sfera pubblica, ma comincia a determinare parzialmente le scelte del marito, ad esempi in fatto di nascite e di sesso. Le donne grazie al controllo delle nascite riuscirono ad ottenere una riduzione del numero delle gravidanze e, quindi, un minore carico di lavoro e di tribolazioni. Questa fu la fase del cosiddetto "femminismo domestico" in cui le donne rivendicarono una maggiore autonomia nelle scelte importanti per la propria vita. Maggiore tempo libero, dovuto ad un minore numero di figli da accudire, permise alle donne di frequentare istituti per migliorare la propria istruzione. Nascono così i primi collegi femminili che, sul modello di quanto detto in precedenza, hanno il compito di preparare le donne ad affrontare la dura vita nel mondo del lavoro fino ad allora monopolizzato dagli uomini. Questo passaggio non fu certamente indolore, ma richiese dure lotte e trovò molti ostacoli negli uomini alcuni dei quali sostenevano anche che la struttura psichica e fisica delle donne non fosse in grado di sostenere lo sforzo dell'insegnamento e dell'attività intellettiva. Quindi il voler istruirsi oltre che inutile veniva considerato anche dannoso per le donne.

49 Costiuzione La Costituzione Art. 3
La parità tra uomini e donne è affermata in particolare negli articoli 3, 29, 31, 37, 48 e 51 della Costituzione Italiana. Art. 3 Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese. Art. 29 La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio. Il matrimonio è ordinato sull’eguaglianza morale e giuridica dei coniugi, con i limiti stabiliti dalla legge a garanzia dell’unità familiare.

50 La Repubblica agevola con misure economiche e
Art. 31 La Repubblica agevola con misure economiche e altre provvidenze la formazione della famiglia e l’adempimento dei compiti relativi, con particolare riguardo alle famiglie numerose. Protegge la maternità, l’infanzia e la gioventù, favorendo gli istituti necessari a tale scopo. Art. 37 La donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano al lavoratore. Le condizioni di lavoro devono consentire l’adempimento della sua essenziale funzione familiare e assicurare alla madre e al bambino una speciale adeguata protezione. La legge stabilisce il limite minimo di età per il lavoro salariato. La Repubblica tutela il lavoro dei minori con speciali norme e garantisce ad essi, a parità di lavoro, il diritto alla parità di retribuzione. 1947: Enrico De Nicola promulga la Costituzione repubblicana

51 Tutti i cittadini dell’uno o dell’altro sesso possono
Art. 48 Sono elettori tutti i cittadini, uomini e donne, che hanno raggiunto la maggiore età. Il voto è personale ed eguale, libero e segreto. Il suo esercizio è dovere civico. Il diritto di voto non può essere limitato se non per incapacità civile o per effetto di sentenza penale irrevocabile o nei casi di indegnità morale indicati dalla legge. Art. 51 Tutti i cittadini dell’uno o dell’altro sesso possono accedere agli uffici pubblici e alle cariche elettive in condizioni di eguaglianza, secondo i requisiti stabiliti dalla legge. La legge può, per l’ammissione ai pubblici uffici e alle cariche elettive, parificare ai cittadini gli italiani non appartenenti alla Repubblica. Chi è chiamato a funzioni pubbliche elettive ha diritto di disporre del tempo necessario al loro adempimento e di conservare il suo posto di lavoro. L’assemblea costituente

52 Intervista a Nadia Spano
Intervista a una donna che partecipò alla Costituente Intervista a Nadia Spano Nadia Spano, classe 1916, fece parte dell’Assemblea Costituente e in una intervista rilasciata al giornale “Noi Donne", così riflette su quei giorni che diedero inizio a nuovi diritti per le donne. "Il voto alle donne in Italia: ricordo che da parte dei partiti fu un riconoscimento unanime in forza dei meriti acquisiti durante la guerra, cioè l'aver retto l'intelaiatura della società in anni in cui gli uomini erano assenti. Noi donne abbiamo accettato questa impostazione, anche se avremmo dovuto affermare invece il principio del diritto naturale. Tutta la propaganda elettorale per l'assemblea costituente e per il referendum si rivolgeva alle donne che dovevano votare per il prigioniero o per il bambino, per la saggezza amministrativa, cioè sempre per gli altri. Nessun richiamo, mai era al diritto per sé.. Per le donne andare a votare fu comunque importante anche se a sinistra si diceva «mia moglie vota come dico io» e nelle parrocchie il prete ammoniva «Dio ti vede, tuo marito no», ma nella cabina elettorale le donne per la prima volta hanno scelto, di dare la fiducia o magari anche da chi farsi influenzare, ma hanno scelto. Sono state libere"

53 Lei arrivò a Napoli nel marzo del 1944. Cosa ricorda di quel periodo
Lei arrivò a Napoli nel marzo del Cosa ricorda di quel periodo? Togliatti mi affidò la responsabilità del lavoro femminile con gli obiettivi di gettare le basi per una organizzazione di massa delle donne (l’UDI) e di fare un giornale, riprendendo quel “Noi Donne” che aveva avuto origine in Francia negli anni Trenta tra le emigrate antifasciste e le donne che avevano costituito il Comitato internazionale contro il fascismo e la guerra. Insieme a tante altre, tra cui Rosetta Longo, Marisa Rodano, Rita Montagnana, Giuliana Nenni, avviammo un grande lavoro tra le donne. Le donne furono oggetto di un’attenzione specifica, dunque... Bisogna mettere in rilievo che la Liberazione è stato un grande avvenimento in cui gran parte della popolazione si sentì direttamente coinvolta. Le forze alleate arrivavano, città per città, dopo che i partigiani le avevano liberate. Così è stato per Roma, per Napoli e per Firenze. Gli italiani non solo non sono stati passivi, ma sono stati capaci di organizzare un movimento che ha coinvolto una grande parte della popolazione senza la quale non sarebbe stato possibile fare la Resistenza. Questo è un elemento importante da valorizzare e tenere presente. In questo contesto le donne, e non solo le staffette e le partigiane, diedero un contributo importante. Vi furono sostegni diffusi nella società che furono di grande aiuto alla Resistenza, penso ad esempio alle suore. Ci sono delle testimonianze di partigiani che sapevano di poter trovare nei conventi possibilità di rifugio e che davano in cambio cibo per i bambini assistiti. Un altro lavoro importante fu fatto dai gruppi di difesa delle donne, che ai vari livelli organizzavano anche delle conferenze di educazione politica (non partitica) per le donne, lavoro che si rivelò molto importante poi per il voto al referendum tra Repubblica e Monarchia.

54 Quale era il clima per le donne sessanta anni fa
Quale era il clima per le donne sessanta anni fa? Tutti si aspettavano un cambiamento reale e quindi la Costituente interpretò anche questo sentire comune. Le donne volevano da una parte un ritorno ad una vita normale, con le famiglie e la tranquillità, ma allo stesso tempo si aspettavano dei cambiamenti rispetto alla loro condizione di prima della guerra. Il 2005 è anche una tappa importante: sessanta anni del voto alle donne in Italia e ricordo che da parte dei partiti fu un riconoscimento unanime in forza dei meriti acquisiti durante la guerra, cioè l’aver retto l’intelaiatura della società in anni cui gli uomini erano assenti. Noi abbiamo accettato questa impostazione, anche se avremmo dovuto affermare invece il principio del diritto naturale. Tutta la propaganda elettorale per l’assemblea costituente e per il referendum si rivolgeva alle donne che dovevano votare per il prigioniero o per il bambino, per la saggezza amministrativa, cioè sempre per gli altri. Nessun richiamo mai era al diritto di per sé. Va detto che le donne su alcune questioni erano guardinghe. Ad esempio vedevano negli americani il pericolo che importassero il divorzio. Per loro in quegli anni, anche se nel ricongiungimento delle famiglie talvolta si ritrovavano due estranei, le donne vedevano la unica possibilità di conservare uno status e di evitare una condizione di povertà.

55 Cosa pensavano le donne?
Vengono riportati, di seguito, un estratto dell’editoriale che accompagnava i risultati del referendum e alcune risposte (Gioia, 14 aprile 1946), riguardo all’atteggiamento interiore con cui le lettrici si sarebbero presentate alle urne e al comportamento che avrebbero adottato con gli uomini della famiglia, se di parere diverso dal proprio. Si noti, oltre alle diverse sfumature delle risposte, soprattutto il deciso richiamo dell’editoriale al rispetto di ruoli e gerarchie familiari, che – ricordava il giornale – il nuovo diritto di voto non avrebbe dovuto in alcun modo contribuire a mettere in discussione. Si potrebbe dire che il tono delle risposte – tranne rare eccezioni – è poco su, poco giù, universalmente armonizzante: la donna riconosce che il diritto di votare le era dovuto e intende valersene con serietà e sano criterio. Nessuna delle signore partecipanti ha avuto il coraggio di dubitare (se non proprio di riconoscere apertamente) di poter trovarsi davanti al marito o al fidanzato in posizione di avere politicamente qualche cosa da imparare. Tutte, con una sicurezza che rasenta la presunzione, hanno dichiarato di essere pronte a scendere in lizza per «convincere» il marito, il fratello, il fidanzato, la speranza prossima o lontana della giustezza delle loro idee personali e avvincerli alla loro causa. Questo potrebbe essere sintomo di due diversi fatti: 1) di una più alta coscienza morale nella donna e di un più disinteressato accostarsi alla vita politica: infatti è quasi da escludere – salve rarissime eccezioni – che la donna aspiri a raggiungere posti di primo piano in questa primavera di rinascita politica nazionale; quindi i fini che essa persegue, le cause che difende non sono già di indole privata, ma mirano a quelli che rappresentano i massimi problemi universali e sociali, basi indispensabili a garantire la saldezza della compagine familiare e a tutelarne i diritti più intimi e profondi. 2) ma potrebbe anche essere sintomo di quella posizione di predominio – effettivo o, per lo meno, ambitissimo – cui la donna mira nell’ambito della sua vita familiare.

56 Con che atteggiamento interiore vi presenterete alle urne?
Irene D’Amato – Matera Mi presenterò alle urne con spirito sereno, e soprattutto fiducioso che il mio voto contribuirà alla rinascita della Patria, povera nave in balia della tempesta. Altra volta le donne d’Italia si presentarono ad altre urne e vi depositarono il pegno sacro del loro amore: la fede nuziale che doveva servire a venire in aiuto alla Madre in armi. E vi andarono con spirito fiducioso anche allora. Ma purtroppo quello fu un tradimento: bisogna che il voto di oggi lo redima e sia veramente l’impulso di ripresa e di ricostruzione morale e materiale per lei.

57 Con che atteggiamento interiore vi presenterete alle urne?
Gemma Cavallo – Milano Mi presenterò alle urne con piena coscienza dell’azione che starò per compiere e con serena consapevolezza della responsabilità che il diritto al voto impone. Un solo voto in più o in meno al partito che dà maggior affidamento per i programmi e per gli uomini che si propongono di attuarli, contribuirà ad aumentare o a diminuire l’influenza benefica nella vita della Nazione.

58 Come vi comporterete con lui (marito, fratello, fidanzato, speranza prossima o lontana) se vi troverete in politica di parere contrario? Gemma Cavallo – Milano Trovandomi con un lui (fidanzato o marito o fratello) di parere contrario al mio in politica, cercherei con la parola suadente di correggere le opinioni e i principi errati e non mi lascerei influenzare dalle sue convinzioni. Anche se da parte del «lui» ci fosse una costrizione a farmi votare per il suo partito, con la forza propria di chi possiede e sa di possedere la verità, valendomi della segretezza e della libertà del voto, non esiterei a proclamargli che voterei per il partito che si armonizza con la mia opinione. Irene D’Amato – Matera Con lui, se fossi in politica di parere contrario, mi comporterò in modo da fargli comprendere come sia esatta la mia visione, e cercherò, con ogni probabilità di riuscita, di portarlo sulla mia via. Questo perché si tratta di mio marito, ed io non posso pensare che egli, che forma con me una cosa sola, abbia ad avere opinioni e convinzioni contrarie alle mie, anche e soprattutto perché, per me, la politica è strettamente connessa alla religione e sotto molti aspetti è da essa dipendente, ed io, sia nell’una che nell’altra, non potrei non vivere all’unisono con lui.

59 Quelle che seguono sono le testimonianze di alcune note scrittrici a proposito della loro prima esperienza di voto, pubblicate su Mercurio, mensile di politica, lettere, arte e scienze, n , novembre-dicembre 1946. … Alba De Céspedes Né posso passare sotto silenzio il giorno che chiuse una lunga e difficile avventura, e cioè il giorno delle elezioni. Era quella un’avventura cominciata molti anni fa, prima dell’armistizio, del 25 luglio, il giorno – avevo poco più di vent’anni – in cui vennero a prendermi per condurmi in prigione. Ero accusata di aver detto liberamente quel che pensavo. Da allora fu come se un’altra persona abitasse in me, segreta, muta, nascosta, alla quale non era neppure permesso di respirare. È stata sì, un’avventura umiliante e penosa. Ma su quel segno in croce sulla scheda mi pareva di aver disegnato uno di quei fregi che sostituiscono la parola fine. Uscii, poi, liberata e giovane, come quando ci si sente i capelli ben ravviati sulla fronte. … Anna Banti Quanto al ’46 e a quel che di “importante” per me, ci ho visto e ci ho sentito, dove mai ravvisarlo se non in quel due giugno che, nella cabina di votazione, avevo il cuore in gola e avevo paura di sbagliarmi fra il segno della repubblica e quello della monarchia? Forse solo le donne possono capirmi: e gli analfabeti. Era un giorno bellissimo, si votava in vista di un giardino dove i bambini giocavano fra i grandi che, calmi e sorridenti, aspettavano, senza impazienza, di entrare. Una riunione civilissima; e gli elettori eran tutti di campagna, mezzadri e manovali. Quando i presentimenti neri mi opprimono, penso a quel giorno e spero.

60 … Maria Bellonci Anche per me, come per tutti gli scrittori, e come per tutti quelli che sono avvezzi a mettere continuamente se stessi al paragone delle cose, gli avvenimenti più importanti di quest’anno 1946 sono fatti interiori; ma è un fatto interiore – e come – quello del 2 giugno quando di sera, in una cabina di legno povero e con in mano un lapis e due schede, mi trovai all’improvviso di fronte a me, cittadino. Confesso che mi mancò il cuore e mi venne l’impulso di fuggire. Non che non avessi un’idea sicura, anzi; ma mi parvero da rivedere tutte le ragioni che mi avevano portato a quest’idea, alla quale mi pareva quasi di non aver diritto perché non abbastanza ragionata, coscienziosa, pura. Mi parve di essere solo in quel momento immessa in una corrente limpida di verità; e il gesto che stavo per fare, e che avrebbe avuto una conseguenza diretta mi sgomentava. Fu un momento di smarrimento: lo risolsi accettandolo, riconoscendolo; e la mia idea ritornò mia, come rassicurandomi.

61 Sondaggi e quote rosa Sondaggi e quote rosa
Le elezioni amministrative del marzo 1946 e quelle politicamente significative del 2 giugno avrebbero reso concreta la presenza della donna nella nostra vita democratica,dando tuttavia vita a un dibattito, che la vicenda delle "quote rosa" indica non ancora esaurito. La prima introduzione delle cosiddette “quote rosa”, cioè di un certo numero di posti riservati alle donne nelle liste elettorali, risale al 1993, provvedimento in seguito abrogato, nel 1995, da una sentenza della Corte Costituzionale. Nel 2003 è stato modificato l’articolo 51 della Costituzione, per promuovere le pari opportunità fra uomini e donne. La legge dell’aprile 2004 ha reintrodotto le “quote rosa” nell’elezione dei membri del Parlamento europeo. Nonostante ciò non esiste ancora, in Italia, una legge che garantisca una reale uguaglianza rappresentativa.

62 Dopo un acceso dibattito alla Camera, nell’ottobre 2005, in sede di discussione sulla nuova legge elettorale, l’emendamento che chiedeva una maggior rappresentanza delle donne in Parlamento è stato bocciato. Il 18 novembre 2005 il Consiglio dei ministri ha approvato un disegno di legge sulla presenza femminile nelle liste elettorali; esso prevede un’alternanza di candidati uomini e donne per la prima e la seconda elezione dopo l’entrata in vigore della legge. Ma il decreto è stato bocciato dal Senato il 24 gennaio 2006, ed è dovuto tornare in Commissione Affari Costituzionali. Il sondaggio, condotto poche ore prima della bocciatura delle ''quote rosa'' dalla riforma elettorale approvata a Montecitorio, ha evidenziato che l'89% delle intervistate ritiene ingiusta la scarsa rappresentanza femminile in Parlamento. Poche tra le donne intervistate dichiarano scarso interesse per la politica (solo il 17%) e la stragrande maggioranza (il 70%) si spiega questa discriminazione solo per le barriere che si frappongono al loro ingresso nei meccanismi della rappresentanza. Infine nel febbraio 2006 le “quote rosa” sono state approvate dal Senato. Dopo un giorno e mezzo di polemiche, accuse e contraccuse, la legge che dovrebbe portare più donne in politica è passata con 229 sì, 4 no e 19 astensioni. Si tratta tuttavia di una “mezza vittoria”, dal momento che l’approvazione è avvenuta a fine legislatura, il che ha reso concretamente impossibile la conversione in legge del provvedimento, in tempo per essere applicato alle elezioni politiche dell’aprile 2006. Quote rosa? Il Ruanda è il primo Paese al mondo per la presenza femminile in politica Il Ruanda è al primo posto per le quote rosa con il 48,8% di donne elette. È quanto risulta dal monitoraggio che l'Università di Stoccolma e l'International Idea (Istituto Internazionale per la democrazia e l'assistenza elettorale) hanno effettuato sulle quote rosa e sulla partecipazione delle donne in politica nei rispettivi Paesi. Nonostante i gravissimi problemi del Ruanda - che porta ancora le piaghe del genocidio del 1994 che ha provocato la morte di oltre persone - il 50% delle donne ha un titolo di studio che fino a 10 anni fa riguardava soltanto il 10% di esse. Altri Paesi poveri tra cui il Mozambico e il Burundi sono tra i primi 15 ad avere un alto numero di donne in politica. E l'Italia? È al 48 posto dimostrando, come riportato da Clotilde Veltri su "La Repubblica. it", una vera arretratezza culturale per una democrazia occidentale compiuta quale dovrebbe essere la nostra.

63 Le principali tappe delle conquiste delle donne dal 1945 al 2000
Gli anni 40 1945 Il decreto legge luogotenenziale n. 23 del 1° febbraio 1945 riconosce alle donne il diritto di voto. Alcune donne sono nominate nella Consulta nazionale. Le donne votano in un primo turno di amministrative. Fra il primo e il secondo turno delle amministrative (1946) saranno elette le prime donne sindaco e consigliere comunale. 1946 Il 2 giugno si vota per la Repubblica e l'Assemblea Costituente. Le donne votano per la prima volta alle politiche. All'Assemblea sono elette 21 donne. 1948 Il 1° gennaio entra in vigore la Costituzione repubblicana italiana, che sancisce l'uguaglianza dei diritti fra i sessi. Il 18 aprile è eletto il primo Parlamento repubblicano: sono elette 45 donne alla Camera e 4 al Senato. Appena aperta la legislatura vengono presentati due progetti di legge per la tutela fisica e economica delle lavoratrici madri: il primo, di iniziativa parlamentare, da Teresa Noce, il secondo da Fanfani ministro del Lavoro. 1949 Lina Merlin presenta il progetto di legge per l'abrogazione della regolamentazione della prostituzione.

64 Gli anni 50 1950 Viene approvata, dopo un lungo dibattito in Parlamento e nel Paese, la legge 860 sulla tutela fisica ed economica della lavoratrice madre, relatrice Maria Federici. E' approvata anche la legge n.986 che proibisce il licenziamento delle lavoratrici madri, gestanti e puerpere Angela Cingolani Guidi è la prima donna sottosegretario all'Industria e commercio nel Governo De Gasperi Nelle elezioni della seconda legislatura le donne diminuiscono: 33 alla Camera e solo 1 al Senato Maria Jervolino De Unterrichter è sottosegretario alla Pubblica Istruzione. Rinasce il Consiglio nazionale delle donne italiane Accordo salariale sulla parità di salario nell'industria Nella quarta legislatura sono elette 29 donne alla camera e 6 al Senato. Marisa Cinciari Rodano è eletta vicepresidente della Camera. Maria Badaloni è sottosegretario alla Pubblica istruzione. Maria Vittoria Mezza è sottosegretario alla Industria e Commercio. Vengono approvate la legge n. 66 che ammette le donne a tutti i pubblici uffici e a tutte le professioni, la legge che vieta il licenziamento per matrimonio n. 7 e la legge di modifica a quella sulla tutela delle lavoratrici madri Si svolge a Roma il settimo Congresso dell' UDI preparato da tesi che affrontano in termini nuovi l'autonomia della questione femminile.

65 1963 Nella quarta legislatura sono elette 29 donne alla camera e 6 al Senato. Marisa Cinciari Rodano è eletta vicepresidente della Camera. Maria Badaloni è sottosegretario alla Pubblica istruzione. Maria Vittoria Mezza è sottosegretario alla Industria e Commercio. Vengono approvate la legge n. 66 che ammette le donne a tutti i pubblici uffici e a tutte le professioni, la legge che vieta il licenziamento per matrimonio n. 7 e la legge di modifica a quella sulla tutela delle lavoratrici madri. Valentina Tereskova è la prima donna astronauta. Betty Friedan pubblica The feminine mistique. Le donne ottengono il voto in Iran, Kenia, Libia, Malesia. Nella Enciclica Pacem in Terris Giovanni XXIII indica nella promozione femminile un segno dei tempi Si svolge a Roma il settimo Congresso dell' UDI preparato da tesi che affrontano in termini nuovi l'autonomia della questione femminile Nasce a Milano il primo collettivo femminista DEMAU (demistificazione autoritarismo) Elette solo 18 donne alla Camera, 11 al Senato. Emanuela Savio è sottosegretario all'Industria e commercio, Elena Caporaso alla Pubblica istruzione, Maria Pia Dal Canton alla Sanità. La Corte costituzionale dichiara incostituzionale la disuguaglianza dei sessi nella punizione dell'adulterio. Nel quadro della contestazione nascono i primi gruppi femministi.

66 1970 Dopo le proposte di legge sullo scioglimento del matrimonio dei socialisti: Sansone (1954) e Giuliana Nenni (1958) è approvata la legge (Fortuna –socialista-,Baslini –liberale-) n. 898 meglio nota come legge sul divorzio. Primo Congresso del Movimento di Liberazione della Donna Legge 1044 per l'assistenza all'infanzia che prevede l'istituzione di asili nido pubblici. E' approvata anche la legge 1204 di riforma della legge sulle lavoratrici madri Entrano nella V legislatura 25 deputate e 6 senatrici. Nel corso della legislatura subentreranno altre 3 deputate. Come effetto della introduzione della scuola media Unica (1963) si registrano ormai significativi aumenti nella scolarità femminile superiore dove le donne passano dal 37,4% del al 42,4% del e in quella universitaria (dal 25% al 37,5%). In numeri assoluti le iscritte all'Università sono (contro le del 1962) con una crescita del 244% contro una crescita maschile del 147% Viene approvata la nuova legge 877 sulla tutela del lavoro a domicilio. Un Congresso dell'UDI stabilisce la posizione dell'organizzazione nei confronti del nuovo femminismo Nel referendum abrogativo del divorzio il 58% vota per il mantenimento della legge.

67 1975 E' approvata la legge n. 151 di riforma del diritto di famiglia che sanziona la parità dei coniugi. E' approvata la legge n. 405 che istituisce i consultori familiari. 1976 Cinquantatre donne sono elette alla Camera e undici al Senato: c'è un aumento. Tina Anselmi è nominata Ministro del Lavoro. Si svolge una grande manifestazione di donne a Roma a favore dell'aborto. Nel Congresso di Lotta continua, a Rimini le donne si scontrano duramente con una politica che considerano ancora maschile, tentata dalla lotta 1977 E' approvata le legge n. 903 sulla parità di trattamento fra uomini e donne in materia di lavoro E' approvata la legge n. 898 sulla tutela sociale della maternità e sull'interruzione volontaria di gravidanza Nelle elezioni politiche sono elette 55 donne alla Camera, 13 al Senato. E' eletta Presidente della Camera dei Deputati Nilde Iotti. Nel primo Parlamento europeo eletto direttamente ci sono 61 donne, di cui dieci italiane. 1981 E' approvata la legge n.442, che abroga la rilevanza penale della causa d'onore come attenuante nei delitti. Gli opposti referendum abrogativi sulla interruzione volontaria di gravidanza, uno radicale, gli altri proposti dal Movimento per la vita vengono respinti nella consultazione popolare. Il parlamento europeo approva una ampia risoluzione sui diritti delle donne. 1983 Alla Camera sono elette 49 donne, al Senato 15. E' istituito il Comitato nazionale per l' attuazione dei principi di parità di trattamento e di uguaglianza di opportunità fra lavoratori e lavoratrici presso il Ministero del Lavoro.

68 1984 Con il primo Governo Craxi è' istituita la Commissione nazionale per la realizzazione della parità e delle pari opportunità fra uomo e donna presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, presieduta da Elena Marinucci. La Corte costituzionale approva l'estensione al padre del congedo di maternità. Nelle elezioni per il Parlamento europeo sono elette 84 donne La scienziata italiana Rita Levi Montalcini ottiene il Nobel Il gruppo parlamentare dei Verdi ha una presenza pari di uomini e donne e si dà un direttivo femminile. E' approvata la legge n. 74 che introduce nuove norme nella disciplina dei casi di scioglimento del matrimonio La legge sull'ordinamento della Presidenza del Consiglio conferma la Commissione nazionale parità, come struttura di supporto della Presidenza sulle questioni femminili. 1989 Nelle elezioni al Parlamento europeo sono elette 11 donne; la media italiana è ancora largamente inferiore a quella europea (19,3%) e a quella massima della Danimarca (37,5%). Tina Anselmi è la nuova presidente della Commissione nazionale parità Con donne occupate e donne in cerca di occupazione la forza lavoro femminile è del 37%. Crescono contemporaneamente occupazione e disoccupazione femminile Sono elette alla Camera 51 donne, al Senato 30; la diminuzione alla Camera e l'aumento al Senato sono probabilmente dovute agli effetti della preferenza unica. A circa 30 anni dalla legge di accesso a tutte le carriere le donne sono (su 7,869 uomini) di cui 129 magistrati di Cassazione; in diplomazia ci sono 53 donne contro 863 uomini: per ragioni di anzianità di carriera nessuna donna è ancora arrivata oltre la carica di ministro plenipotenziario di 2a classe. E' approvata la legge 215 sulle Azioni positive in favore della imprenditoria femminile.

69 1994 La nuova legge elettorale per la Camera basata su collegi uninominali maggioritari e una quota proporzionale statuisce l'alternanza fra uomini e donne nelle liste proporzionali. Sono elette alla Camera 91 donne, al Senato 29. Irene Pivetti è eletta Presidente della Camera dei Deputati. Rosa Russo Jervolino già Presidente del PPI assume, dopo le dimissioni del segretario, tali funzioni. Emma Bonino è la prima donna italiana alla Commissione europea. Letizia Moratti è presidente della RAI. Tina Lagostèna Bassi è presidente della Commissione nazionale parità. Nelle elezioni per il Parlamento europeo sono elette 11 donne. Al terzo Sinodo della Chiesa cattolica sulla vita consacrata, fra i delegati non Vescovi o non Cardinali, le religiose donne sono più numerose dei religiosi maschi. 1995 L'Italia ha un Ministro degli Esteri donna, Susanna Agnelli. Fernanda Contri è là prima donna nominata alla Corte costituzionale. Livia Turco è presidente della Commissione nazionale parità. Emma Marcegaglia è eletta presidente dei Giovani industriali E' approvata la legge contro la violenza sessuale. Nelle nuove elezioni, che vedono abrogata la norma dell’alternanza tra uomini e donne, alla Camera sono elette 69 donne, al Senato 22. Il nuovo Governo Prodi, in cui sono tre le donne ministro e sette le sottosegretarie, nomina un Ministro per le Pari opportunità, Anna Finocchiaro. Silvia Costa è presidente della Commissione nazionale parità Nel Governo D' Alema ci sono sei donne ministro; per la prima volta una donna è Ministro dell'Interno. Una donna, Paola Bignardi, diventa presidente nazionale dell' Azione cattolica Nelle elezioni per il Parlamento europeo sono elette 10 donne. Grazia Francescato è eletta portavoce dei Verdi E' approvata la nuova legge sui congedi parentali e i tempi delle città.

70 grafici Percentuale delle presenze femminili
nell'attuale politica italiana Senato Camera grafici Ministri

71 senatrici Senatrici ALLEGRINI Laura LEVI-MONTALCINI Rita
ALBERTI CASELLATI Maria Elisabetta ALFONZI Daniela AMATI Silvana BAIO Emanuela BASSOLI Fiorenza BIANCONI Laura BINETTI Paola BOCCIA Maria Luisa BONFRISCO Anna Cinzia BRISCA MENAPACE Lidia BURANI PROCACCINI Maria CAPELLI Giovanna CARLONI Anna Maria COLLI Ombretta DE PETRIS Loredana DONATI Anna EMPRIN GILARDINI Erminia FINOCCHIARO Anna FRANCO Vittoria GAGGIO GIULIANI Adelaide GAGLIARDI Rina LEVI-MONTALCINI Rita MAGISTRELLI Marina MAGNOLFI Beatrice MONACELLI Sandra MONGIELLO Colomba NARDINI Maria Celeste NEGRI Magda PALERMI Manuela PALERMO Anna Maria PELLEGATTA Maria Agostina PIGNEDOLI Leana PISA Silvana RAME Franca REBUZZI Antonella ROSSA Sabina RUBINATO Simonetta SERAFINI Anna Maria SOLIANI Albertina THALER AUSSERHOFER Helga TURCO Livia VALPIANA Tiziana VANO Olimpia VILLECCO CALIPARI Rosa Maria senatrici

72 Rita levi montalcini RITA LEVI MONTALCINI
Dopo aver studiato medicina all'università di Torino, iniziò gli studi sul sistema nervoso, studi che avrebbe proseguito per tutta la sua vita. Laureatasi nel 1936, nel 1938, in quanto ebrea sefardita, fu costretta dalle leggi razziali del regime fascista, ad emigrare in Belgio. Per circa trent'anni proseguì le ricerche sulla molecola proteica NGF ( Nerve Growth Factor) e sul suo meccanismo d'azione, per le quali nel 1986 è stata insignita del Premio Nobel per la medicina insieme allo statunitense Stanley Cohen. Dopo la vittoria dell'Unione di Romano Prodi alle elezioni politiche del 2006, la Levi-Montalcini, in qualità di senatrice a vita, ha accordato la fiducia al governo Prodi.

73 camera AMICI Sesa APREA Valentina ARMOSINO Maria Teresa
BAFILE Mariza Antonietta G. BANDOLI Fulvia BELLANOVA Teresa BELLILLO Katia BENZONI Rosalba BERTOLINI Isabella BIANCHI Dorina BIMBI Franca BINDI Rosy BIANCOFIORE Michaela BOCCIARDO Mariella BONIVER Margherita BONGIORNO Giulia BONINO Emma BUFFO Gloria CAPITANIO SANTOLINI Luisa CARFAGNA Maria Rosaria CARLUCCI Gabriella CASTELLANI Carla CASTIELLO Giuseppina CECCACCI Fiorella CESINI Rosalba CIOFFI Sandra CHIAROMONTE Franca CODURELLI Lucia CORDONI Elena Emma COSENZA Giulia CRAXI Stefania Gabriella Anastasia DATO Cinzia DE BIASI Emilia Grazia DE SIMONE Titti DE TORRE Maria Letizia DE ZULUETA OWTRAM Cayetana DEIANA Elettra DI CENTA Manuela DI SALVO Titti DI SERIO D'ANTONA Olga DIOGUARDI Daniela DURANTI Donatella FASCIANI Giuseppina FILIPPONIO TATARELLA Angela FINCATO Laura FONTANA Cinzia Maria FORMISANO Anna Teresa FRANCESCATO Grazia FRASSINETTI Paola FRIAS Mercedes Lourdes FRONER Laura GARDINI Elisabetta GARNERO SANTANCHE' GELMINI Mariastella GERMONTANI Maria Ida GHIZZONI Manuela

74 camera2 GOISIS PaolaINCOSTANTE Maria Fortuna INTRIERI Marilina
LAGANA' FORTUGNO Maria Grazia LANZILLOTTA Linda LEDDI MAIOLA Maria LENZI Donata LICASTRO SCARDINO Simonetta LOMBARDI Angela LUSSANA Carolina MARIANI Raffaella MASCIA Graziella MAZZONI Erminia MELANDRI Giovanna MELONI Giorgia MERLONI Maria Paola MILANATO Lorena MISTRELLO Giustina MONDELLO Gabriella MORONI Chiara MOTTA Carmen MUNGO Donatella MURA Silvana NAPOLI Angela NICCHI Marisa OTTONE Rosella PAOLETTI TANGHERONI Patrizia PELINO Paola PERINA Flavia PERUGIA Maria Cristina PINOTTI Roberta POLLASTRINI Barbara PORETTI Donatella PRESTIGIACOMO Stefania PROVERA Marilde RAMPI Elisabetta RAVETTO Laura ROSSI GASPARRINI SAMPERI Marilena SANTELLI Jole SASSO Alba SCHIRRU Amalia SENTINELLI Patrizia SERENI Marina SERVODIO Giuseppina SILIQUINI Maria Grazia SINISCALCHI Sabina SUPPA Rosa TRUPIA Lalla VELO Silvia ZANELLA Luana ZANOTTI Katia

75 Ministro lanzillotta Affari Regionali e Autonomie Locali
Ministro: LINDA LANZILLOTTA Nata a Cassano allo Ionio (Cosenza) il 7 settembre 1948 Laurea in lettere; docente universitaria Eletta nella circoscrizione IV (Lombardia 2) Lista di elezione: ULIVO

76 Ministro pollastrini Diritti e pari opportunità
Ministro:BARBARA POLLASTRINI Nata a Darfo Boario Terme (Brescia) il 30 settembre 1947 Laurea in lingue e letterature straniere; coordinatrice democratiche di sinistra Eletta nella circoscrizione III (Lombardia 1) Lista di elezione: ULIVO

77 Ministro bonino Commercio Internazionale e per le Politiche Europee
Ministro: EMMA BONINO Nata a Bra (Cuneo) il 9 marzo 1948. Laureata in Lingue e Letteratura Moderna nel 1972 presso l’Università Bocconi di Milano.

78 Ministro bimdi Politiche per la famiglia Ministro: ROSY BINDI
Nata a Sinalunga nel cuore della Valdichiana, tra Siena ed Arezzo il 12 febbraio Laureata in Scienze politiche presso la Luiss, ha svolto attività accademica e di ricerca prima all’Università la Sapienza di Roma, come assistente di Vittorio Bachelet (era al suo fianco quando venne ucciso) e poi come ricercatore di diritto amministrativo presso l’Università di Siena.

79 Ministro melandri Politiche Giovanili e Attività sportive
Ministro: GIOVANNA MELANDRI Nata a New York il 28 gennaio 1962, ha una figlia e vive a Roma. Si è laureata cum laude in Economia e Commercio all’Università di Roma, con una tesi sulla riforma fiscale del 1981 dell’amministrazione Reagan. Nel Luglio del 2003 è stata insignita dal Presidente della Repubblica Francese Jacques Chirac del titolo di “Officier de la Legion d’Honneur”.

80 Ministro turco Salute Ministro: LIVIA TURCO
Nata il 13 febbraio 1955 a Cuneo Residente a Roma Professione: Insegnante Elezione: 9 aprile 2006 Regione di elezione: Piemonte Gruppo Ulivo

81 Continenti Scegli un continente

82 N amer Nord America STATO FORMA DI GOVERNO SUFFRAGIO FEMMINILE
ALTRI DATI Canada Monarchia Costituzionale Si, nel 1917 (voto), 1920 (eleggibilità) USA Repubblica Federale Democratica Si, nel 1920 Vi sono 12 Governatori donna su 51. Nancy Pelosi è Presidente della Camera. Condoleeza Rice è Sottosegretari degli Stati Uniti. Messico Repubblica Federale Si, nel 1947 (voto), 1953 (eleggibilità)

83 C amer 1 Centro America STATO FORMA DI GOVERNO SUFFRAGIO FEMMINILE
ALTRI DATI Bahamas Monarchia Costituzionale (UK) Si, nel 1961 (voto), 1964 (eleggibilità) Belize Democrazia Parlamentare Si, nel 1954 Costarica Repubblica Parlamentare Si, nel 1949 El Salvador Repubblica Si, nel 1939 (voto), 1951 (eleggibilità) Giamaica Si, nel 1944 Il Primo Ministro è Portia Simpson-Miller Guatemala Repubblica Presidenziale Si, nel 1946

84 C amer 2 Centro America STATO FORMA DI GOVERNO SUFFRAGIO FEMMINILE
ALTRI DATI Haiti Repubblica Si nel 1950 Honduras Repubblica Presidenziale Si, nel 1955 Nicaragua Panama Si, nel 1941 Si, nel 1942

85 S amer 1 Sud America STATO FORMA DI GOVERNO SUFFRAGIO FEMMINILE
ALTRI DATI Argentina Repubblica Federale Si nel 1947 Bolivia Repubblica Presidenziale Si, nel 1938 Cile Repubblica Si, nel 1931 (voto) 1949 (eleggibilità) L’attuale Presidente è Michelle Bachelet Colombia Si, nel 1954 Panama Si, nel 1953 Paraguay Si, nel 1951

86 S amer 2 Sud America STATO FORMA DI GOVERNO SUFFRAGIO FEMMINILE
ALTRI DATI Perù Repubblica Presidenziale Si, nel 1955 Suriname Repubblica Si, nel 1948 Uruguay Si, nel 1942 Venezuela Repubblica Federale Presidenziale Si, nel 1946 L’attuale Presidente dell’Assemblea Nazionale è Cilia Flores.

87 europa Scegli una zona

88 O eur 1 S amer 1 Europa Occidentale STATO FORMA DI GOVERNO
SUFFRAGIO FEMMINILE ALTRI DATI Andorra Democrazia Parlamentare Si nel 1970 (voto) 1973 (eleggibilità) Francia Repubblica Semipresidenziale Si, nel 1944 La percentuale di donne in parlamento è del 44% Irlanda Repubblica Parlamentare Si, nel 1920 L’attuale Presidente è Mary Patricia McAleese, in carica dal 1997 Islanda Repubblica Presidenziale Ha un partito femminista Monaco Monarchia Costituzionale Si, nel 1962 Portogallo Repubblica Si, nel 1976 La percentuale di donne in parlamento è del 19%

89 O eur 2 S amer 1 Europa Occidentale STATO FORMA DI GOVERNO
SUFFRAGIO FEMMINILE ALTRI DATI Regno Unito Monarchia Costituzionale Si nel 1928 Il Regno Unito ha avuto sette regine nella sua storia compresa l’attuale regnante Elisabetta II Tudor San Marino Repubblica Parlamentare Si, nel 1959 (voto) 1973 (eleggibilità) Sette donne hanno ricoperto la carica di capitano reggente Spagna Si, nel 1931 La percentuale delle donne nel parlamento è del 34,3% Vaticano Monarchia No. Le uniche elezioni sono il Conclave per l’elezione del Papa a cui partecipano esclusivamente cardinali

90 N eur S amer 1 Europa del Nord STATO FORMA DI GOVERNO
SUFFRAGIO FEMMINILE ALTRI DATI Bielorussia Repubblica Presidenziale Si nel 1919 Estonia Repubblica Si, nel 1918 La percentuale delle donne nel parlamento è del 18,8% Finlandia Si, nel 1906 Tarja Kaarina Halonen è la prima donna Presidente. Ricopre questa carica dal La percentuale delle donne nel parlamento è il 38% Lettonia Vaira Vike-Freiberga è la prima donna Presidente. Ricopre questa carica dal La percentuale delle donne nel parlamento è il 18% Lituania La percentuale delle donne nel parlamento è del 9,9% Norvegia Monarchia Costituzionale Si, nel 1913 La percentuale delle donne nel parlamento è del 38% Russia Repubblica Semipresidenziale Federale Svezia Si, nel 1921 La percentuale delle donne nel parlamento è del 45%

91 Balc 1 S amer 1 Balcani STATO FORMA DI GOVERNO SUFFRAGIO FEMMINILE
ALTRI DATI Albania Repubblica Parlamentare Si nel 1920 Bosnia e Erzegovina Repubblica Federale Si, nel 1949 Cipro Repubblica Presidenziale Si, nel 1960 La percentuale delle donne nel parlamento è del 10,7% Croazia Repubblica Democratica Si, nel 1945 Grecia Si, nel 1952 La percentuale delle donne nel parlamento è del 11,3% Macedonia Si, nel 1946

92 Balc 2 S amer 1 Balcani STATO FORMA DI GOVERNO SUFFRAGIO FEMMINILE
ALTRI DATI Malta Repubblica Parlamentare Si nel 1947 La percentuale delle donne nel parlamento è del 7,7% Montenegro Repubblica Si, nel 1946 Serbia Slovenia Si, nel 1945 La percentuale delle donne nel parlamento è del 12,2%

93 C eur1 S amer 1 Europa Centrale STATO FORMA DI GOVERNO
SUFFRAGIO FEMMINILE ALTRI DATI Austria Repubblica Federale Si nel 1918 Belgio Monarchia Federale Costituzionale Si, nel 1948 La percentuale delle donne nel parlamento è del 35,3% Danimarca Monarchia Costituzionale Si, nel 1915 Margrethe II è Regina in carica e Capo di Stato di Danimarca. La percentuale delle donne nel parlamento è del 37% Germania Si, nel 1918 Angela Merkel è la prima donna Cancelliere. La percentuale delle donne nel parlamento è del 32% Leichtenstein Si, nel 1984 Lussemburgo Si, nel 1919

94 C eur 2 S amer 1 Europa Centrale STATO FORMA DI GOVERNO
SUFFRAGIO FEMMINILE ALTRI DATI Olanda Monarchia Costituzionale Si nel 1919 La percentuale delle donne nel parlamento è del 36,7% Polonia Repubblica Parlamentare Si, nel 1918 La percentuale delle donne nel parlamento è del 20,2% Repubblica Ceca Repubblica Si, nel 1920 Slovacchia Svizzera Repubblica Federale Si, nel 1971 Micheline Calmy-Rey è la Presidente della Confederazione

95 E eur S amer 1 Europa dell' Est STATO FORMA DI GOVERNO
SUFFRAGIO FEMMINILE ALTRI DATI Bulgaria Repubblica Parlamentare Si nel 1944 Moldavia Repubblica Si, nel 1978 Romania Si, nel 1929 Ucraina Si, nel 1919 Yulia Tymoshenko è Primo ministro dal 2005. Ungheria Si, nel 1918 La percentuale delle donne nel parlamento è del 9,1%

96 Africa Scegli una zona

97 N afr 1 S amer 1 C eur1 Nord Africa STATO FORMA DI GOVERNO
SUFFRAGIO FEMMINILE ALTRI DATI Algeria Repubblica Si, nel 1962 Burkina Faso Repubblica Parlamentare Si, nel 1958 Ciad Egitto Repubblica Presidenziale Si, nel 1956 Eritrea Si, nel 1955 Etiopia Repubblica Federale Gambia Si, nel 1960 Libia Jamahiriya (dittatura militare) Si, nel 1964

98 N afr 2 S amer 1 C eur1 Nord Africa STATO FORMA DI GOVERNO
SUFFRAGIO FEMMINILE ALTRI DATI Mali Repubblica Presidenziale Si nel 1956 Marocco Monarchia Costituzionale Si, nel 1963 Mauritania Repubblica Islamica Si, nel 1961 Niger Repubblica Si, nel 1948 Senegal Si, nel 1945 Sudan Jumhuriyat (giunta militare) Si, nel 1964 Tunisia

99 C afr 1 S amer 1 C eur1 Africa Centrale STATO FORMA DI GOVERNO
SUFFRAGIO FEMMINILE ALTRI DATI Benin Repubblica Si nel 1956 Burundi Repubblica Presidenziale Si, nel 1961 Camerun Si, nel 1946 Costa D’Avorio Si, nel 1952 Gabon Si, nel 1956 Ghana Si, nel 1954 Gibuti Si, nel 1946 (voto) 1986 (eleggibilità) Guinea Si, nel 1977

100 C afr 2 C afr 1 Africa Centrale STATO FORMA DI GOVERNO
SUFFRAGIO FEMMINILE ALTRI DATI Guinea Bissau Repubblica Si nel 1977 Guinea Equatoriale Si, nel 1963 Kenya Liberia Repubblica Presidenziale Si, nel 1946 Il Presidente è una donna: Ellen Johnson Sirleaf Nigeria Repubblica Federale Si, nel 1978 Repubblica del Congo Repubblica Democratica del Congo Si, nel 1967 (voto) 1970 (eleggibilità)

101 C afr 3 Africa Centrale STATO FORMA DI GOVERNO SUFFRAGIO FEMMINILE
ALTRI DATI Repubblica Centroafricana Repubblica Si nel 1986 Repubblica Unita di Tanzania Si, nel 1959 Ruanda Si, nel 1961 E’ lo stato con la maggior percentuale di donne al parlamento alla camera bassa (49%). Sao Tome e Principe Si, nel 1975 Maria Do Carmo Silveira è Primo Ministro dell’arcipelago. Sierra Leone Somalia Repubblica Federale Si, nel 1956 Togo Si, nel 1946 Uganda Si, nel 1962

102 S afr 1 C afr 1 C afr 2 Africa Meridionale STATO FORMA DI GOVERNO
SUFFRAGIO FEMMINILE ALTRI DATI Angola Repubblica Si nel 1975 Botswana Si, nel 1965 Lesotho Monarchia Si, nel 1966 Madagascar Repubblica Presidenziale Si, nel 1959 Malawi Si, nel 1961 Mozambico Si, nel 1975 Luisa Diogo è Primo ministro dal 2004.

103 S afr 2 C afr 1 C afr 2 Africa Meridionale STATO FORMA DI GOVERNO
SUFFRAGIO FEMMINILE ALTRI DATI Namibia Repubblica Si, nel 1989 Sud Africa Si, nel 1984 Swaziland Monarchia Assoluta Si, nel 1968 Zambia Repubblica Presidenziale Si, nel 1962 Zimbabwe Si, nel 1957 (voto) 1978 (eleggibilità)

104 Med Or 1 S amer 1 C eur1 C afr 1 Medio Oriente STATO FORMA DI GOVERNO
SUFFRAGIO FEMMINILE ALTRI DATI Afganistan Repubblica Presidenziale Si nel 1963 La Camera del Popolo conta il 28% di donne, il 3% in più della quota stabilita. Arabia Saudita Monarchia Assoluta No Azerbaijan Repubblica Federale Si, nel 1920 Cipro Repubblica Parlamentare Si, nel 1960 Emirati Arabi Monarchia Federale Costituzionale Limitato, verrà esteso nel 2010. Giordania Monarchia Costituzionale Si, nel 1974 Iran Repubblica Islamica Si, nel 1963

105 Med Or 2 S amer 1 C eur1 C afr 1 Medio Oriente STATO FORMA DI GOVERNO
SUFFRAGIO FEMMINILE ALTRI DATI Iraq Repubblica Si nel 1980 Israele Democrazia Parlamentare Si, nel 1948 Dal Maggio 2006 Dalia Itzik è Presidente Temporaneo Kazakistan Si, nel 1924 Kuwait Monarchia No Kyrgikistan Si, nel 1918 Libano Parziale, dal 1952 Alle donne è richiesto un livello di istruzione minimo, e non sono obbligate a votare come gli uomini. Oman Si, nel 2003 Pakistan Repubblica Islamica Si, nel 1947

106 Med Or 3 S amer 1 C eur1 C afr 1 Medio Oriente STATO FORMA DI GOVERNO
SUFFRAGIO FEMMINILE ALTRI DATI Qatar Monarchia Assoluta Teoricamente dal 1997 Siria Repubblica Si, nel 1949 Tajikistan Si, nel 1946 Turchia Repubblica Parlamentare Si, nel 1934 Turkmenistan Repubblica Parlamentare Monopartitica (Regime) Si, nel 1927 Uzbekistan Repubblica Autoritaria Si, nel 1938 Yemen Si, nel 1970

107 Asia 1 S amer 1 O eur 1 Asia STATO FORMA DI GOVERNO
SUFFRAGIO FEMMINILE ALTRI DATI Bangladesh Repubblica Si nel 1972 Begum Khaleda Zia è Primo Ministro dal 2001, per la seconda volta. Bhutan Monarchia Costituzionale Si, nel 1953 Cina Repubblica Popolare Si, nel 1949 Wu Yi è Vice-Primo Ministro. Corea del Nord Si, nel 1948 Corea del Sud Si, nel 1946 Han Myeong-Sook è l’attuale Primo Ministro. Giappone Si, nel 1945 Le donne non possono diventare Imperatrice

108 Asia 2 O eur 1 Asia 1 Asia STATO FORMA DI GOVERNO SUFFRAGIO FEMMINILE
ALTRI DATI India Repubblica Federale Si nel 1950 Kazakistan Repubblica Si, nel 1924 Mongolia Democrazia Parlamentare Nepal Monarchia Costituzionale Si, nel 1951 Russia Repubblica Semipresidenziale Federale Si, nel 1918 Sri Lanka Si, nel 1931 Taiwan Si, nel 1996

109 Sud Est 1 S amer 1 O eur 1 Asia 1 Sud-Est Asiatico STATO
FORMA DI GOVERNO SUFFRAGIO FEMMINILE ALTRI DATI Birmania Regime Militare Si nel 1946 Brunei Monarchia Assoluta No, ne uomini ne donne hanno diritto di voto Cambogia Monarchia Costituzionale Si, nel 1955 Filippine Repubblica delle Filippine Si, nel 1937 L’attuale presidente è a Gloria Macapagal-Arroyo Indonesia Repubblica Si, nel 1945 Laos Repubblica Popolare Democratica Si, nel 1958 Malaisia Federazione Si, nel 1957 Singapore Si, nel 1947 Thailandia Si, nel 1942 Vietnam Repubblica Socialista Si, nel 1946

110 Oceania 1 S amer 1 C eur1 Med Or 2 C afr 1 Oceania STATO
FORMA DI GOVERNO SUFFRAGIO FEMMINILE ALTRI DATI Australia Monarchia Costituzionale Si nel 1962 Fiji Repubblica Si, nel 1963 Isole Marshall Si, nel 1979 Isole Salomone Si, nel 1974 Kiribati Si, nel 1967 Nauru Si, nel 1968

111 Oceania 2 C eur1 S amer 1 C afr 1 Oceania 1 Med Or 2 Oceania STATO
FORMA DI GOVERNO SUFFRAGIO FEMMINILE ALTRI DATI Nuova Zelanda Monarchia Costituzionale Si, nel 1893 (voto); 1919 (eleggibilità) Palau Repubblica Presidenziale Si, nel 1979 Papua Nuova Guinea Si, nel 1964 Tonga Monarchia Si, nel 1975 Tuvalu Si, nel 1967 Vanuatu Repubblica

112 Nancy Patricia D'Alesandro Pelosi
Donne nel mondo Rigoberta Menchú Condoleezza Rice Angela Merkel Ellen Johnson Sirleaf Mary Patricia McAleese Michelle Bachelet Han Myung Sook Hillary Clinton Maria do Carmo Silveira Yulia Tymoshenko Micheline Calmy-Rey Raisa Gorbačëva Helen Clark Sonia Gandhi Margrethe II Elisabetta II Nancy Patricia D'Alesandro Pelosi Tarja Halonen Portia Simpson Miller Rania Luisa Diogo Khaled Zia Gloria Arroyo Vaira Vike-Freiberga Wu Yi

113 Rigoberta menchu Rigoberta Menchú Tum (nata a Chimel, in Guatemala, il 9 gennaio 1959) ha ricevuto nel 1992 il Premio Nobel per la Pace, datole "in riconoscimento dei suoi sforzi per la giustizia sociale e la riconciliazione etno-culturale basata sul rispetto per i diritti delle popolazioni indigene". Iniziò a lavorare come bracciante agricola migrante all'età di cinque anni, in condizioni che causarono la morte dei suoi fratelli ed amici. Da adulta, si unì a membri della sua famiglia in azioni contro i militari guatemaltechi che abusavano dei diritti delle popolazioni. Rigoberta Menchú è ambasciatrice dell’UNESCO ed è tornata in Guatemala per lavorare al cambiamento del paese. È di pochi giorni fa la notizia della sua candidatura alla presidenza del Guatemala.

114 condoleeza rice Condoleezza "Condi" Rice (nata a Birmingham, Alabama, il 14 novembre 1954) è il secondo segretario di Stato degli Stati Uniti nell'amministrazione George W. Bush. Il suo nome di battesimo è legato a una vicenda curiosa. Il padre, musicista, le voleva dare il nome di una canzone italiana alla quale era molto affezionato, dal titolo "Con dolcezza". Ma un errore di battitura dell'impiegato dell'anagrafe fece si che il nome definitivo risultasse "Condoleezza". Istruzione e carriera accademica: Entra all'università all'età di quindici anni, laureandosi in scienze politiche presso l'Università di Denver nel Nel 1975, frequenta un master presso l'Università di Notre Dame (Indiana). Carriera politica: Entra alla Casa Bianca nel 1989, nominata Responsabile della direzione Russia e Paesi dell‘Est dall'allora segretario di Stato, il generale Brent Scowcroft. Nel 1990 è il principale consigliere del Presidente George H. W. Bush per gli affari sovietici. Il 17 dicembre 2000 diventa consigliere per la sicurezza nazionale di George W. Bush: è la prima donna a ricoprire questo incarico. È stata nominata da Bush, il 16 novembre 2004, a succedere Colin Powell alla Segreteria di Stato degli Stati Uniti d'America. Quando nel 1997 George Schultz diventò membro del Consiglio di Amministrazione, chiamò anche la Rice a far parte del CdA della Cherles Schwab Corp.,il maggior broker al mondo per l'acquisto di titoli azionari, come numero di clienti e contenimento delle commissioni. La stessa società promuove la privatizzazione della Social Security, l'ente previdenziale statunitense fondato da Roosevelt.

115 Angela merkel Angela Dorothea Merkel, nata Kasner, Amburgo, il17 luglio 1954, è l'attuale cancelliere della Repubblica Federale Tedesca, la prima donna a ricoprire questa carica in Germania. Figlia di un pastore evangelico, nel 1954 la sua famiglia si trasferì nella Repubblica Democratica Tedesca (DDR). Dal 1961 frequentò la Scuola superiore Politecnica (Polytechnische Oberschule), e dopo la maturità studiò fisica presso l'università di Lipsia. Nel 1986 ottenne il dottorato di ricerca. Dal 1978 al 1990 fu collaboratrice scientifica presso l'Institut für Physikalische Chemie dell'Accademia delle scienze di Berlino.

116 Elisabetta II Elisabetta II (Elizabeth Alexandra Mary Windsor) (Londra, 21 aprile 1926) è primogenita dei duchi di York (suo padre fu re Giorgio VI del Regno Unito), ed è la Regina del Regno Unito . Elisabetta II è anche capo del Commonwealth e governatore supremo della Chiesa Anglicana, Comandante in capo delle forze armate e Signora dell'Isola di Man. È salita al trono dal Regno Unito il 6 febbraio 1952 dopo la morte del padre ed è attualmente la sovrana che regna da più tempo dopo il re Rama IX di Thailandia. Circa 125 milioni di persone nel mondo sono sudditi della regina Elisabetta. Il suo regno ha visto 10 primi ministri e decisamente ben più numerosi primi ministri e governatori degli stati del Commonwealth. È sposata con il principe Filippo, Duca di Edimburgo (già principe di Grecia) ed ha quattro figli. Il maschio primogenito ha il titolo di Principe di Galles ed è S.A.R. Carlo, erede al trono..

117 Ellen sirlaf Ellen Johnson Sirleaf (Monrovia, 29 ottobre 1938) è l'attuale presidente della Liberia . La sua vittoria elettorale fu annunciata formalmente dalla commissione liberiana per le elezioni, il 23 novembre 2005, in seguito alle elezioni del È la prima donna nera nel mondo presidente di uno stato e anche la prima donna eletta come capo di stato in Africa. Il suo vicepresidente è Joseph Boakai. Spesso, viene chiamata con l'appellativo di "Lady di ferro".

118 Mary mc aleese Mary Patricia McAleese (Ardoyne, Belfast, Irlanda del Nord, 27 giugno 1951), una donna politica irlandese, è l'attuale Presidente in carica dal 11 novembre Fa parte del Fianna Fáil. Quale unica candidata alle presidenziali del 22 ottobre 2004, si è proclamata rieletta senza il ricorso al voto, secondo le norme costituzionali, per un altro settennato.

119 Raisa gorbaceva Raissa Gorbačëva
Fu moglie di Mikhail Gorbačëv. Sposatasi il 25 settembre 1953, rimase accanto al marito per tutta la vita, acquisendo una grande popolarità in tutto il mondo. Fu in pratica la prima consorte di un leader sovietico ad apparire con grande frequenza all'esterno, tanto da esser spesso indicata come una "first lady", fatto estremamente raro fuori del mondo anglosassone, e ancor più nei paesi del blocco comunista.

120 Helen clark In Nuova Zelanda, a Jenny Shipley, prima donna premier di questo paese, succede nel dicembre 1999 Helen Clark . La nuova premier ha annunciato di voler affrontare la difficile situazione sociale del paese rilanciando il welfare state, in netta controtendenza rispetto alle politiche di riduzione della spesa pubblica adottate dalla gran parte degli attuali governi di ispirazione socialdemocratica. Ulteriore conferma alla politica laburista è arrivata dal risultato delle successive elezioni legislative, svoltesi nel luglio 2002, che hanno visto il partito di Helen Clark assicurarsi la guida del paese per altri tre anni.

121 Michelle bachelet Michelle Bachelet è la prima Presidente donna eletta nella storia del Cile e di tutta l’America del Sud, con un governo al femminile ed un programma tagliato sulle riforme sociali. Vince al ballottaggio contro Piñera e diventa la prima donna capo di stato del Cile e la settima in America Latina, dopo Janet Jagan in Guyana, María Estela Martínez de Perón in Argentina, Lidia Gueiler Tejada in Bolivia e Rosalía Arteaga in Equador, Violeta Chamorro in Nicaragua e Mireya Moscoso a Panama. È comunque la seconda donna sudamericana (dopo la Jagan) ad essere eletta democraticamente, tutte le precedentemente elencate salirono al potere alla morte del proprio marito.

122 Wu yi Wu Yi (Wuhan, Hubei, Cina 1938) è la donna che ha raggiunto la più alta carica nel panorama politico cinese, rivestendo ad oggi il ruolo di Vice primo ministro. Entrò nel Partito Comunista Cinese nell'aprile del 1962, dopo aver terminato gli studi al Dipartimento Nazionale di Difesa del Politecnico di Pechino ed all'Istituto Petrolifero di Pechino, dove si laureò come ingegnere petrolifero. Wu Yi, detta "la Lady di Ferro Cinese" ha ottenuto grandi successi nella gestione della transizione cinese dall'isolamento commerciale all'inserimento nel circuito del WTO, nel 1999 ha concluso importanti trattati commerciali con la Russia, mettendosi alle spalle gli anni di difficili rapporti ai tempi dell'Unione Sovietica, ed ha personalmente seguito i delicati negoziati per l'accesso della Cina nel WTO.

123 Sonia gandhi Sonia Maino Gandhi (Lusiana (Viterbo), 9 dicembre 1946) è una personalità della politica indiana. Presidente dell'Indian National Congress, attualmente al governo; vedova di Rajiv Gandhi, già Primo Ministro. Sonia Gandhi è entrata in politica dopo l'assassinio del marito, avvenuto il 21 maggio In quella drammatica circostanza, il partito caldeggiò il suo ingresso in politica per continuare la tradizione dinastica del Partito del Congresso che ha sempre visto la guida di un membro della famiglia Nehru-Gandhi.

124 Tarja halonen Tarja Kaarina Halonen (Helsinki, 24 dicembre 1943) è la Presidentessa della Repubblica di Finlandia. Diventò presidentessa nel 2000 e fu rieletta il 29 gennaio Il suo mandato attuale scade nel È l'undicesimo Presidente della Finlandia e la prima donna a ricoprire la carica.

125 Portia simpson Portia Simpson Miller nel marzo del 2006 è diventata prima ministra della Giamaica: è la prima volta che una donna ricopre questo ruolo, una novità salutata dal Jamaica Women’s Political Caucus come una vittoria che permetterà di lottare contro la povertà, introdurre una legislazione anti-crimine e usare un nuovo sistema di raccolta dati per monitorare le attività delle bande criminali.

126 Queen rania Rania, laureata in Gestione d'impresa all'Università americana del Cairo, specializzata in Informatica. Il 9 giugno 1999, è stata incoronata regina di Giordania. Rania si affida a Internet come strumento di un sistema di governo basato sul costante contatto con la popolazione.

127 Luisa diogo Luisa Diogo è stata nominata primo ministro nel febbraio E' la prima donna a ricoprire questa carica in Mozambico. E’ stata per tre anni Ministra delle Finanze. Ha cominciato a lavorare al ministero delle Finanze nel 1980, nel 1993 ha collaborato al Programma della Banca Mondiale in Mozambico, posizione che ha lasciato dopo le elezioni del ’94 per assumere il ruolo di delegata al Ministero delle Finanze.

128 Khaled zia Begum Khaled Zia, vedova ed erede del presidente Ziaur Rahman, assassinato nel 1981, governa il BANGLADESH, a maggioranza musulmana, dall'ottobre 2001 dopo aver vinto le elezioni legislative. Era stata, nel marzo 1991, la prima donna nominata capo del governo in Bangladesh ( ).

129 Gloria arroyo Gloria Arroyo guida le Filippine dal Nel 1986 il Presidente Aquino la chiamò per dirigere il Ministero del Commercio e da quel momento non ha più lasciato la politica. Nel 1992, dopo il terzo figlio, si candida al Senato dove è eletta con un plebiscito popolare. Nell’ottobre del 2000 uno scandalo di corruzione e tangenti si abbatte sul presidente Estrada che poco più tardi si dimetterà lasciando la presidenza a Gloria Arroyo. Nei suoi programmi ovviamente è prioritaria la lotta alla corruzione soprattutto all’interno della polizia accusata di appoggiare bande armate.

130 Han sook Han Myung Sook è la prima donna eletta premier in Corea del Sud. 62enne, laureata in Letteratura francese, un master in Teologia, Han Myung Sook è stata leader del movimento femminista, opponendosi al regime di Park Chung Hee (e l'ha pagato con due anni di prigione, tra il 1979 e il 1981). E prima di tanta gloria, ha ricoperto la carica di ministro delle Pari opportunità con il presidente Kim Dae Jung, e quella di responsabile del dicastero dell'Ambiente con Roy. I politici le riconoscono indubbie qualità morali e capacità di mediazione; le donne sperano possa aiutarle in una società dominata dagli uomini.

131 Hilary clinton Hillary Rodham Clinton (Chicago, 26 ottobre 1947), nata Hillary Diane Rodham è stata first lady degli Stati Uniti dal 1993 al 2001. Si sposò con Bill Clinton nel Ha pubblicato un libro sulla sua vita ed è entrata in politica. È attualmente senatrice del partito Democratico nello stato di New York. Il 20 gennaio 2007 ha annunciato la propria candidatura alle elezioni presidenziali americane del 2008: concorrerà dunque alle elezioni primarie del Partito Democratico, per le quali è già nota anche la candidatura del senatore dell'Illinois Barack Obama.

132 Maria do carmo silveira
Maria do Carmo Silveira, governatrice della Banca centrale è stata nominata nel giugno 2005 prima ministra dell' arcipelago lusofono del Golfo di Guinea, SAO TOME E PRINCIPE.

133 Yulia tymoshenko Yulia Tymoshenko è diventata prima ministra dell'Ucraina nel mese di febbraio del 2005 in seguito alla cosiddetta Rivoluzione Arancione del novembre del Nel 2006, le viene conferito nuovamente l'incarico di prima ministra dopo essere stata costretta ad abbandonarlo nel settembre del 2005 per i contrasti con il presidente Viktor Yushchenko. La Timoshenko ha già annunciato che il nuovo governo sarà filo-europeo sia in politica estera, sia interna.

134 Vaira vike-freiberga Vaira Vike-Freiberga, prima donna eletta capo di stato nell'Europa dell'Est, ha assunto questa funzione nel luglio 1999, diventando capo di Stato della Lettonia. Apartitica, Vaira Vīķe-Freiberga contribuisce all'orientamento verso occidente del Paese, ha promosso e sostenuto l'adesione all'Unione Europea. Per la sua indipendenza dagli schieramenti politici e la sua personalità determinata è molto benvoluta dalla popolazione.

135 Margrethe II di danimarca
Margrethe II di Danimarca (Margrethe Alexandrine Þórhildur Ingrid) è la regina in carica e capo di stato della Danimarca. Il Primo Ministro della Danimarca e il ministro degli Esteri danese dialogano frequentemente con la regina per informarla sugli ultimi sviluppi politici. La sovrana tiene regolari incontri con i capi di stati stranieri e compie visite all'estero. I compiti fondamentali della regina sono di rappresentare lo stato all'estero e di essere simbolo di unione nel Paese. Dato che è una figura politica non eletta, non prende posizione nei partiti e non esprime opinioni politiche. In aggiunta ai suoi ruoli all'interno del Paese, la regina è anche Comandante in Capo del Reggimento Reale.

136 Nancy Patricia D'Alesandro Pelosi (Baltimora, 26 marzo 1940) è attualmente Presidente (Speaker) della Camera dei Rappresentanti, carica alla quale è stata eletta nel gennaio 2007, prima donna, prima californiana e prima italoamericana, a ricoprire questa carica. È la donna che ha raggiunto il grado più elevato nella storia del Governo Federale degli Stati Uniti. È stata altresì la prima donna a guidare un partito politico in una delle camere del Congresso, come capogruppo democratico. È inoltre membro onorario dell'Organizzazione Nazionale delle Donne Italo-Americane.

137 Micheline Calmy-Rey, nata l’ 8 luglio 1945, è iscritta al Partito Socialista dal Dopo aver ricoperto diverse cariche venne eletta Presidente nella Confederazione Elvetica nel dicembre 2006.

138 Il mondo islamico QATAR

139 Un emiro rivoluzionario
Qatar Qatar Un emiro rivoluzionario Il Qatar approva, per la prima volta nella sua storia, una Costituzione Già nel 1999, alle elezioni municipali, nell’emirato si era sperimentato il voto a suffragio universale. La famiglia al-Thani ha fatto del riformismo in senso moderno la sua bandiera, soprattutto rispetto ai diritti delle donne. In questo senso è molto importante la figura di Mazah bin Nasser al-Misnad, la first-lady (anche se in realtà è la seconda delle tre mogli dell’emiro) che dirige una fondazione che si occupa di istruzione e sanità, ma che rappresenta una mosca bianca nel mondo islamico. Le compagne dei grandi leader della zona sono sconosciute ai più, lei no. Molto fotografata e sempre in prima linea, ha recepito il fondamentale consenso di tutta quella categorie di donne in carriera, emerse in Qatar dal boom economico dovuto al petrolio e al gas naturale, che vogliono emanciparsi in senso arabo. Quindi partecipazione e diritti, ma non costumi o abitudini che non appartengono alla loro cultura.

140 Iraq Iraq DIRITTI DELLE DONNE MERCE DI SCAMBIO Rapporto di Human Right Watch sulla situazione delle donne in Iraq Prima della caduta del governo di Saddam Hussein. E' un dato storico che le donne e le ragazze irachene abbiano sempre goduto di maggiori diritti tra tutte le donne del Medio Oriente. La Costituzione Irachena Provvisoria (redatta nel 1970) garantiva formalmente uguali diritti alle donne e altre leggi assicuravano specificatamente il diritto al voto, all'istruzione, alla carriera politica e alla proprietà. Ma dalla Guerra del Golfo del 1991 la posizione delle donne nella società irachena è peggiorata rapidamente. Le donne e le ragazze sono state colpite enormemente dalle conseguenze economiche delle sanzioni dell'ONU, e sono venuti meno cibo, sanità e istruzione. Questo si è aggiunto ai cambiamenti nelle leggi finalizzati alla restrizione della mobilità delle donne e dell'accesso alla vita pubblica allo scopo di assicurare impieghi agli uomini e compiacere i gruppi conservatori, sia quelli religiosi, sia quelli tribali.

141 Iran Iran I Mullahs rafforzano la politica dell'apartheid e della segregazione delle donne. I mercenari islamisti Bassiji hanno il compito di monitorare tutte le donne. Viene proposto un "costume nazionale" per rimediare al modo di vestire "troppo liberale" di molte donne di oggi in Iran. Si pensa di vietare l'ingresso nei ristoranti alle donne single. Le donne in Iran non possono entrare negli stadi, cantare da sole, ballare e studiare certe materie. Non possono divenire giudici, perchè l'Islam le considera inferiori all'uomo. I loro capelli vengono considerati come "tentazione satanica" e perciò devono essere coperti. Prima della presa di potere di Khomeini nel 1979, le donne in Iran erano ministri, pilotesse, insegnanti, giudici, ambasciatrici, dottoresse e hanno ottenuto il diritto di voto molto prima della Svizzera. Molte donne iraniane considerano il velo come simbolo dell'oppressione delle donne e molte coraggiose ragazze lo hanno perfino bruciato durante manifestazioni anti-regime. Condizione femminile Pena di morte

142 Kuwait Kuwait Il 29 giugno 2006 voto delle donne in Kuwait
Gli esperti prevedono una chiara vittoria dei gruppi islamici, nonostante si oppongano ai diritti delle donne che votano per la prima volta e che sono la maggioranza degli elettori. Ci sono, infatti, 195 mila donne votanti contro 145 mila uomini, pari al 57%.

143 Pena di morte Pena di morte
PENA DI MORTE: Sette donne condannate alla lapidazione in Iran BERLINO, 2 ottobre Amnesty International ha lanciato un appello urgente per la richiesta, con una lettera indirizzata alla Repubblica dell’Iran, di fermare la condanna alla lapidazione per sette donne. Quasi tutte sono state condannate a morte, per adulterio, mediante lapidazione. L’Iran aveva ufficialmente adottato la moratoria nel 2002 su questa pratica dolorosa e crudele, ma secondo Amnesty le condanne non si sono fermate. Il gruppo ha saputo da fonti attendibili che due persone sarebbero morte per lapidazione lo scorso maggio.

144 La condizione femminile
Aumenta la repressione contro le donne in Iran. In alcune città, vari miliziani hezbollah islamisti, appartenenti al regime, hanno aggredito ed arrestato varie donne e ragazze per non essere "sufficientemente coperte" e per comportarsi in "maniera poco islamica. Le milizie per il controllo della "moralità" hanno multato centinaia di donne, ed hanno condannato alcune ad essere frustate in pubblico. I mullah ed i chierici hanno aumentato la propaganda contro le donne .

145 Kuwait: voto, 5 donne candidate
Maggio 25th, 2006 Kuwait: voto alle donne cinque candidate Cinque kuwaitiane hanno segnato la storia diventando le prime donne a presentarsi candidate alle elezioni legislative anticipate. Le elezioni sono in programma il 29 giugno. La partecipazione femminile al voto era stata vietata in questo ricco emirato del Golfo per 44 anni. ‘E’ una giornata storica, e’ un sogno diventato realta’ e il vero inizio della partecipazione delle donne kuwaitiane alla vita pubblica, ha detto la militante per i diritti delle donne Roula Dachti.

146 Sitografia chartitalia.blogspot.com/2006/09/le-100-donne-pi-potenti-del-mondo.html digilander.libero.it/mfraterno/femminismo.htm

147 Hanno collaborato alla realizzazione di questo progetto:
Fine Silvia Baglietto Fabio Calissi Luca Cascella Francesca Cecinati Luca Cerisola Alice Chiarlone Andrea Cucchi Valerio Erasmo Federico Ferraro Gianluca Ficarra Lucia Macario Matteo Magnani Simone Marcocci Claudio Minuto Enrico Orlando Martina Parise Giorgio Pedalino Sara Rebagliati Valentina Rossi Andrea Siri Alessia Tosi Savona, Febbraio 2007 Insegnante referente del progetto: Rosanna Lavagna Si ringraziano per la disponibilità gli insegnanti: Emilia Abbatiello, Massimo Bellini, Carmela Briasco, Vittorio Calzona, Chiaretta Ghislandi, Massimiliano Giampapa, Roberto Nicolick.


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