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Economia non osservata

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Presentazione sul tema: "Economia non osservata"— Transcript della presentazione:

1 Economia non osservata

2 Introduzione Secondo i criteri dell’Unione europea, solo una misura esaustiva del Pil rende tale aggregato confrontabile fra i vari Paesi e utilizzabile come indicatore per il calcolo dei contributi che gli Stati membri versano all’Unione, per il controllo dei parametri di Maastricht e per l’attribuzione dei fondi strutturali. 2

3 Economia non osservata
attività economiche che devono essere incluse nella stima del Pil ma che non sono registrate nelle indagini statistiche presso le imprese, o nei dati fiscali e amministrativi utilizzati ai fini del calcolo delle stime dei conti economici nazionali, in quanto non osservabili in modo diretto. 3

4 Economia non osservata
Sommerso economico Attività illegali Produzione del settore informale Inadeguatezza del sistema statistico 4

5 Sommerso economico Attività di produzione di beni e servizi che, pur essendo legale, sfugge all’osservazione diretta in quanto connessa al fenomeno della frode fiscale e contributiva 5

6 Attività illegali attività di produzione di beni e servizi la cui vendita, distribuzione o possesso sono proibite dalla legge attività che, pur essendo legali, sono svolte da operatori non autorizzati 6

7 Economia informale Attività produttive su piccola scala
Bassi livelli di organizzazione Poca o nulla divisione tra capitale e lavoro Rapporti di lavoro basati su occupazione occasionale, relazioni personali o familiari Difficilmente rilevabili direttamente 7

8 Sommerso statistico Attività produttive legali non registrate esclusivamente per deficienze del sistema di raccolta dei dati statistici: Mancato aggiornamento degli archivi delle imprese Mancata compilazione dei moduli amministrativi e/o questionari statistici 8

9 Economia non direttamente osservata attualmente inclusa nei conti nazionali
Illegale Sommerso economico Informale In un prossimo futuro i Paesi dell’UE avranno l’obbligo di includere tale componente Sommerso statistico 9

10 Economia illegale

11 Introduzione «In ogni guerra conoscere le dimensioni del nemico, la sua potenzialità di danno, è un elemento essenziale per definire strategie vincenti» Ciò vale anche per la lotta alla criminalità organizzata … di cui resta spesso più oscura la «potenza» economica che pure fa della criminalità uno dei grandi attori dei mercati, anzi talvolta un vero e proprio mercato. Anna Maria Tarantola, vice direttore gen. Banca d’Italia, audizione alla Camera 6 giugno 2012 11

12 Stima dell’economia illegale
le stime ufficiali dell'Istat mostrano che nel 2008 il valore aggiunto prodotto nell’area del sommerso risultava compreso tra il 16,3% e il 17,5% del PIL Banca d’Italia: valore medio del sommerso fiscale e criminale in Italia è pari rispettivamente al 16,5% e al 10,9% del PIL Tra 1981 e 2001 l’attività di riciclaggio è stato circa il 12% del PIL (inoltre ha natura anti-ciclica) 12

13 Impatto sull’economia
La decurtazione della crescita del PIL pro-capite attribuibile all’insorgere della criminalità organizzata viene stimato intorno al 20% in trenta anni Minori investimenti privati 13

14 Impatto sull’economia
Distorsione della concorrenza Percezione del «pizzo» come compenso per protezione Il riciclaggio impone uno svantaggio competitivo (finanziamento a basso costo) Legami corruttivi tra organizzazioni criminali e pubblica amministrazione condizionano la fornitura di beni e servizi pubblici 14

15 Impatto sull’economia
Costi indiretti: Inefficienze nel mercato del credito Difficoltà delle banche nel valutare la qualità dei potenziali clienti Generalizzata richiesta di maggiori garanzie Minore propensione alla concessione di credito 15

16 Eurispes 2010 Una mappa dell’Italia
Usura Eurispes 2010 Una mappa dell’Italia

17 Definizione atto di violenza criminale vestito con uno schema negoziale di diritto bancario o commerciale Le dimensioni del mercato dell’usura, l’ampiezza della domanda e dell’offerta in termini monetari e di numero di persone coinvolte, sono solo parzialmente rilevabili sulla base delle denunce e degli arresti che vengono effettuati 17

18 Analisi economica del mercato dell’usura
Indici indiretti mercato illegale del credito Domanda Offerta Struttura Legami con altri mercati 18

19 Analisi economica del mercato dell’usura
Individuazione di quelle variabili sociali, economiche, istituzionali, culturali, direttamente osservabili e quantificabili, che influenzano la domanda e/o l’offerta del mercato dell’usura Una volta individuate, a livello teorico, le relazioni esistenti tra contesto ambientale ed usura, per quantificare il fenomeno si può passare alla costruzione degli indicatori indiretti. 19

20 Fattori facilitanti struttura del sistema produttivo distinto per settori di attività economica e dimensione delle imprese la congiuntura economica (situazione di recessione, reddito pro capite, disoccupazione), che agisce sia sulla condizione delle famiglie che su quella delle imprese; la capacità degli imprenditori e la loro cultura economica; la struttura ed il funzionamento del sistema bancario e finanziario (condizioni di prezzo e di quantità, concorrenzialità, tipologia e numero di intermediari esistenti, capacità del sistema finanziario di far affluire i fondi dalle unità in surplus a quelle in deficit). 20

21 Fattori socio-culturali
la propensione all’illegalità (o reciprocamente il senso della legalità); la diffusione ed il tipo di criminalità (microcriminalità, grandi organizzazioni criminali); la cultura del denaro ed il senso del risparmio; il livello di istruzione (che influisce sul senso della legalità e sulla capacità di gestione imprenditoriale). 21

22 Il lato dell’offerta Diversi tipi di usura Indicatori
Consistenza finanziaria dell’usuraio Ambiente in cui si sviluppa Tipo di organizzazione 22

23 Il lato dell’offerta Segmenti: “di base” “di quartiere”
Usura di vicinato: vicinanza tra soggetti Prestiti a breve scadenza Prestiti di sussistenza “di quartiere” Maggiore disponibilità finanziaria Prestiti a breve No metodi di sopraffazione “prestito tra colleghi” 23

24 Il lato dell’offerta Segmenti: Fornitori di merci alle imprese locali
Grossisti che forniscono assistenza globale a piccoli imprenditori/artigiani Organizzazione criminale ramificata 24

25 Il mercato del credito illegale
25

26 Analisi campionaria sull’usura
Analisi di 100 casi di usura Ricostruzione delle caratteristiche dei soggetti coinvolti 199 vittime e 230 imputati 26

27 L’Italia “incravattata”
Tabella 1: conosce persone che si sono rivolte ad usurai per ottenere un prestito? Anno 2010 – Dati Eurispes 27

28 L’Italia “incravattata”
Conosce persone che si sono rivolte ad usurai per ottenere un prestito? Per classe d’età 28

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39 L’Indice di Rischio Usura
Contesto economico: aumento dei fenomeni di sofferenza il 28,6% delle famiglie non ha un reddito mensile tale da consentirgli di arrivare alla fine del mese; il 42,9% può sostenere economicamente le proprie esigenze di consumo solo utilizzando i propri risparmi; il 23,3% e il 18,1% delle famiglie, rispettivamente, dichiarano difficoltà nel pagamento delle rate del mutuo e del canone di affitto (Rapporto Italia 2010). Tali fenomeni di “sofferenza” coinvolgono il sistema delle piccole e medie imprese, che rappresentano oltre il 99% delle imprese attive in Italia Problema di accesso al credito 39

40 L’Indice di Rischio Usura
Usura: fenomeno solo in parte misurabile sulla base dei dati relativi alle denunce Discrepanza tra richieste di aiuto a centri specializzati e denunce Permeabilità del territorio e vulnerabilità 40

41 L’Indice di Rischio Usura
Sulla base delle variabili di contesto socio-economico che possono influenzare la vulnerabilità e/o permeabilità di un territorio Quadro economico: PIL, disoccupazione Sistema bancario: protesti, sofferenze, tasso di interesse medio attivo, valore del credito al consumo … Tessuto imprenditoriale: imprese individuali, imprese cessate e iscritte Criminalità: reati di estorsione; reati per associazione a delinquere 41

42 IRU: indicatori 42

43 Indice di Rischio Usura
Combinazione lineare (ponderata) degli indicatori di contesto socio-economico Valore tra 0 e 100 43

44 IRU – distribuzione del rischio
44

45 IRU - i peggiori 10 Vibo Valentia 100 Catanzaro 99 Caserta 98
Reggio Calabria 97 Crotone 95 Cosenza 93 Benevento 91 Agrigento 91 Avellino 90 Enna 86 45

46 IRU - i migliori 10 Trento 0 Bolzano 5.6 Bologna 6.3 Modena 10.2
Parma Reggio Emilia 11.5 Brescia Mantova Treviso Bergamo 46

47 Mercato legale del credito e rischio usura
Lei o la sua famiglia avete avuto necessità di chiedere un prestito bancario negli ultimi tre anni? 47

48 Lei o la sua famiglia avete avuto necessità di chiedere un prestito bancario negli ultimi tre anni? Per area geografica 48

49 Lei o la sua famiglia avete avuto necessità di chiedere un prestito bancario negli ultimi tre anni?
Per motivo 49

50 A quanto ammontava il prestito? Per classi di età dell’intervistato
50

51 A quanto ammontava il prestito? Per area geografica
51

52 Il tasso di interesse applicato al suo prestito bancario le è sembrato…
52

53 Secondo lei, in che misura il sistema bancario riesce a farsi carico dei problemi e delle necessità delle famiglie? 53

54 Economia sommersa 54

55 Definizione Insieme della produzione legale di cui la Pubblica Amministrazione non ha conoscenza per: Evasione fiscale Evasione di contributi sociali Inosservanza delle regole di legge e di norme amministrative 55

56 Dimensione del fenomeno
Livello di sviluppo del sistema economico Piccole imprese → lavoro non formalizzato Caratteristiche del sistema normativo Livello di contribuzione e tassazione Procedure amministrative e burocratiche Substrato culturale Accettazione sociale 56

57 Cause del sommerso Pressione fiscale e contribuzione sociale
Differenza tra costo totale del lavoro e remunerazione netta Intensità e complessità dei sistemi di tassazione e normativi Inefficienza del sistema, costo della contribuzione, difficoltà di controllo Eccesso di regolamentazione e burocrazia Struttura industriale Correlazione tra dimensione d’impresa e sommerso Accettazione culturale 57

58 Cause del sommerso Domanda crescente di servizi
Volatilità dell’economia Riduzione del peso delle attività manifatturiere Delocalizzazione verso paesi a basso costo del lavoro Crescita dei comparti più innovativi 58

59 Misurazione del fenomeno
Ardizzi et al. 2011

60 Introduzione Nelle economie dove maggiore è l’utilizzo di strumenti di pagamento elettronici, minore è l’incidenza dell’economia sommersa (Schneider, 2009) 60

61 Introduzione ITALIA: UE 27:
Quota di transazioni in contanti (arretratezza finanziaria): 349 mld di euro l’anno Incidenza economia sommersa su PIL: 24% UE 27: Quota di transazioni in contanti (arretratezza finanziaria): 2000 mld di euro l’anno Incidenza economia sommersa su PIL: 18% 61

62 Domanda di ricerca Relazione tra ricorso massiccio al contante come strumento di pagamento e elevata diffusione di scambi non registrati fra le transazioni regolari? 62

63 Metodologia Currency Demand Approach (CDA)
Stima delle determinanti dell’eccesso di domanda di contante Variabile dipendente: flusso di contanti CASH: rapporto fra valore dei prelievi totali di contanti da conti correnti bancari e valore totale dei pagamenti non in contanti Interpretazione: quantità domandata di pagamenti riferiti a transazioni non tracciabili per ogni euro di pagamenti tracciabili Valutazione diretta del valore delle transazioni 63

64 Componenti della domanda
Componente strutturale Componente di sommerso fiscale Componente di sommerso illegale 64

65 Componente strutturale domanda
Livello di sviluppo economico PIL Effetto atteso: negativo Proxy istruzione Grado di diffusione territoriale dell’offerta bancaria BANK: numero di conti correnti pro-capite 65

66 Componente strutturale domanda
Tecnologia dei pagamenti ELECTRO = valore in rapporto al PIL delle transazioni regolate con pagamenti elettronici Effetto atteso: negativo Tasso di interesse 66

67 Componente sommerso fiscale
Dati su attività di controllo effettuate dalla GdF per contrasto all’evasione fiscale EVAS1: numero di verifiche fiscali specifiche (con info ex-ante) EVAS2: irregolarità riscontrate dalla GdF presso esercenti commerciali 67

68 Componente sommerso criminale
CRIME: quota dei delitti connessi alla violazione della normativa sugli stupefacenti e della normativa sullo sfruttamento e sul favoreggiamento della prostituzione su concentrazione provinciale del PIL 68

69 Regressore 69

70

71 Misurazione fenomeno (II)
ISTAT

72 Misurazione: valore aggiunto
Stima di intervallo: incertezza 72

73 Valore aggiunto su PIL 73

74 Valore aggiunto su PIL Fase espansiva 2001: aumento lavoro irregolare
Sottodichiarazione fatturato Rigonfiamento costi intermedi 2002 – 2004 effetto sanatoria a favore dei lavoratori extra-comunitari occupati in modo non regolare Effetti di travaso Dal 2003 il VA cresce, ma meno del PIL Dal 2008 crescita maggiore del PIL 74

75 VA per area del sommerso
75

76 VA per settore 76

77 Dettaglio settoriale, 2005 77

78 Lavoro nero

79 Determinanti Richiesta di rendere il lavoro più mobile e flessibile
Afflusso di immigrati irregolari Indisponibilità di una sufficiente offerta occupazionale Eccessivo gravare di oneri fiscali e contributivi 79

80 Tipologie Lavoratori regolari che svolgono prestazioni in nero come seconda attività Occupati alle dipendenze con condizioni minime di regolarità, ma parte delle prestazioni non registrate Lavoratori con contratti atipici o soci in cooperative di comodo Dipendenti che accettano retribuzioni inferiori a quelle dichiarate Lavoratori autonomi e professionisti irregolari Dipendenti totalmente irregolari Immigrati irregolari 80

81 Misurazione Ai fini della misura del lavoro come fattore della produzione, il Sistema Europeo dei Conti suggerisce di stimare l’insieme delle unità di lavoro UdL: numero di posizioni lavorative equivalenti a tempo pieno 81

82 Posizioni lavorative Regolari Non-regolari
Prestazioni lavorative registrate e osservabili dalle istituzioni fiscali-contributive e da quelle statistiche e amministrative Non-regolari Prestazioni lavorative che non rispettano la normativa vigente in materia fiscale-contributiva, quindi non osservabili direttamente Sono escluse dalla stima tutte le diverse forme d’irregolarità parziale (lavoro grigio): es. fuori busta 82

83 Come stimare l’occupazione irregolare
le indagini sulle forze di lavoro comprendono anche gli irregolari, tranne: stranieri non residenti (che sfuggono anche se lavoratori regolari), minori di 15 anni, doppio lavoro (regolari con altra attività); alcuni (4-5%) sfuggono per reticenza; 83 83

84 Le stime dell’Istat dal 1980 statistiche di contabilità nazionale stimano: le persone occupate, le posizioni lavorative le unità di lavoro standard (trasformando lavori parziali e occasionali in tempi pieni); 84 84

85 → grandi tendenze e indicazioni generali.
si distinguono le situazioni non regolari, quelle che sfuggono alla regolazione amministrativa; le stime sulle persone occupate e sulle unità di lavoro forniscono dati simili sul livello di lavoro irregolare, ma non sulla composizione: → grandi tendenze e indicazioni generali. 85 85

86 2. Dinamica e composizione dell’economia irregolare
quota lavoratori non registrati secondo stime della Commissione Europea (2004): oltre il 20% in Grecia, Spagna e Portogallo, 16% in Italia, paesi scandinavi, Austria, Gran Bretagna e Olanda oscillano tra il 2% e il 4%, Francia e Germania intorno al 5-6%; 86 86

87 per l’Italia sono quindi superiori a quelle Istat.
le stime comparative costruite dagli economisti comprendono oltre al lavoro non registrato, anche il reddito non tassato di lavoratori regolari (fuori busta, sotto fatturazioni, doppio lavoro): per l’Italia sono quindi superiori a quelle Istat. 87 87

88 Diffusione e caratteristiche in Italia
vasta occupazione non regolare durante lo sviluppo italiano dall’inizio del Novecento sino a fine anni ‘60; negli anni ‘70 ci si accorge che il lavoro non regolare non si è ridotto per il processo di modernizzazione; 88 88

89 anzi è ripreso per sfuggire alla più progredita regolazione dei rapporti di lavoro;
perciò, l’economia sommersa da retaggio dell’arretratezza diventa un tratto strutturale dell’economia italiana. 89 89

90 Lavoro non regolare Nel 2009, 2 milioni e 966 mila unità di lavoro non regolari Prevalentemente dipendenti Nel milioni e 280 mila Diminuzione degli irregolari e aumento delle unità regolari 90

91 Lavoro non regolare 91

92 fig. 3.1. - Peso degli occupati non regolari in Italia (valori percentuali)
92 92

93 Lavoro non regolare Cambiamento normativa lavoro Bossi – Fini 2002
Forme flessibili per durata e orario Incremento occupazione dipendente regolare Decremento parte non regolare Crescita del lavoro autonomo almeno fino al 2003 (contratti atipici) Bossi – Fini 2002 Aumento lavoro regolare (regolarizzazione immigrati) 93

94 Tipologie di occupazione
Irregolari residenti Persone occupate, italiani e stranieri iscritti all’anagrafe, che si dichiarano nelle indagini presso le famiglie, ma non risultano presso le imprese Stranieri non regolari e non residenti Non visibili al fisco e esclusi da rilevazioni famiglie Attività plurime non regolari Stimate con metodi indiretti, seconde attività 94

95 Tipologie di occupazione
Componente più rilevante: irregolari residenti Crescita degli stranieri clandestini (aumento domanda di lavoro da parte delle famiglie) Effetti crisi economica: riduzione posizioni plurime e stranieri non residenti CIG, diminuzione attività di doppio lavoro … 95

96 Tipologia di occupazione
96

97 Analisi settoriale Maggiore incidenza: agricoltura
Minore incidenza: industria in senso stretto Nei servizi: Rilevante nel commercio, riparazioni, alberghi, ristoranti, trasporti e comunicazioni Modesto e stabile nell’intermediazione monetaria e finanziaria e nelle attività immobiliari e imprenditoriali. 97

98 Analisi settoriale 98

99 fig. 3.2. - Peso degli occupati non regolari per settore in Italia (valori percentuali)
99 99

100 tab. 3.1. - Occupati non regolari in Italia (valori percentuali)
100 100

101 tab. 3.1. (continua) - Occupati non regolari in Italia (valori percentuali)
101 101

102 Analisi geografica Tra 2001 e 2009, riduzione dell’occupazione irregolare Maggiori flessioni al Centro e nel Mezzogiorno Lavoro irregolare più diffuso al Sud 102

103 Analisi geografica 103

104 Analisi geografica e settoriale
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105 Tassi di irregolarità per attività
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106 Tassi di irregolarità per attività
106

107 Tassi di irregolarità per attività
107

108 Tassi di irregolarità per attività
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109 Dall’arretratezza allo sviluppo post-industriale
lo scenario italiano del lavoro irregolare concorda con quello di altri paesi; fattori della diffusione: - dimensioni di impresa, - bassa intensità di capitali e impianti, - immaterialità della prestazione, - prossimità al consumatore finale; 109 109

110 - esternalizzazione e diffusione del lavoro indipendente,
all’economia sommersa propria di un’arretrata organizzazione economica e sociale, se ne aggiunge una nuova, frutto di 3 tendenze: - crescita della domanda di servizi per le famiglie, - esternalizzazione e diffusione del lavoro indipendente, - diffusione delle tecnologie informatiche. 110 110

111 3. Tra costrizioni e opportunità
Il cuneo fiscale e la regolamentazione economica il lavoro nero non paga imposte sul reddito e contributi, in Italia dimezzando il costo del lavoro; ma la pressione fiscale non è decisiva: l’economia sommersa è poco diffusa in paesi ad alta pressione (Nord Europa) e molto in paesi a bassa (Grecia e Spagna); 111 111

112 decisivi invece: il livello di efficienza e il grado di corruzione della pubblica amministrazione; la struttura dell’occupazione: il lavoro nero è più diffuso ove prevalgono i settori ad alta intensità di attività irregolari. 112 112

113 Controlli e coesione sociale contano i controlli e le sanzioni:
in Italia il rapporto tra ispettori e occupati è un settimo della media europea; in Italia multe, in Francia carcere; ma controlli e sanzioni hanno poco effetto se non uniti ad un forte sostegno sociale, che esponga gli irregolari alla repressione; 113 113

114 la riprovazione del lavoro nero dipende dunque dal grado di coesione di una società;
Italia patria dei free riders (i furbi): quasi la metà esprime comprensione per l’evasione fiscale. 114 114

115 Flessibilità contro affidabilità
vantaggi: forte riduzione dei costi, grande flessibilità; ma anche svantaggi: il lavoratore è libero di andarsene, nessun controllo sulla qualità della prestazione, rischio di una denuncia. 115 115

116 Lavoro nero tra costrizioni e opportunità
l’immagine di coercizione e sfruttamento non è sempre vera; spesso l'irregolarità è consensuale, poiché il lavoratore ha dei vantaggi: alta flessibilità dei tempi di lavoro, guadagnare senza perdere sussidi, guadagnare di più. 116 116

117 Saldi legami di tacita complicità
sono presenti anche qualora non vi sia convergenza delle reciproche convenienze; le relazioni informali sono essenziali perché imprese irregolari incontrino lavoratori disposti a essere assunti in nero e indipendenti irregolari trovino clienti; 117 117

118 errori e comportamenti opportunistici di un lavoratore in nero non possono essere sanzionati, perciò la sua affidabilità deve essere nota; le relazioni di complicità si fondano anche su norme implicite che regolano la ripartizione dei vantaggi monetari del lavoro nero: 118 118

119 Le denunce avvengono quando gli arrangiamenti non sono rispettati:
nel Sud, il datore di lavoro nero può apparire un benefattore, purché non arricchisca troppo, nel Nord, i risparmi su imposte e contributi vengono ripartiti tra lavoratore e datore di lavoro (o cliente per gli indipendenti). Le denunce avvengono quando gli arrangiamenti non sono rispettati: le relazioni personali impediscono sia che il lavoratore faccia denuncia, sia che il datore sfrutti; 119 119

120 le situazioni di sfruttamento avvengono quando non vi sono relazioni personali (è il caso degli immigrati): sono stabili solo se il lavoratore è molto debole. 120 120


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