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Nazionalismo Imperialismo

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Presentazione sul tema: "Nazionalismo Imperialismo"— Transcript della presentazione:

1 Nazionalismo Imperialismo

2 Nazionalismo Fino al 1870 il nazionalismo era stato soprattutto il principio ispiratore di movimenti di liberazione e si era collegato all’idea di sovranità popolare e si era alleato col liberalismo e la democrazia. Le cose cambiarono con l’unificazione tedesca, realizzata da Bismarck col ferro e col sangue”; e più ancora con l’imperialismo coloniale, che legava la grandezza nazionale alle guerre di conquista a danno di altri popoli. Sabbatucci, Vidotto, l’800

3 Nazionalismo La crescita dei movimenti socialisti, che si ispiravano ad ideali internazionalisti e patriottici, suscitò per reazione un ritorno di spiriti patriottici e guerrieri in seno alla borghesia. La battaglia per i valori nazionali o per gli interessi del proprio paese finì spesso per legarsi alla lotta contro il socialismo, alla difesa dell’ordine esistente , quando non al sogno di restaurazione di un ordine passato

4 Nazionalismo Il nazionalismo si sganciava dalla radici illuministiche e democratiche, per riscoprire quelle tradizionaliste- sangue e popolo- si collegava alle teorie razziste, sempre più in voga, che stabilivano un gerarchia tra “razze superiori” e “razze inferiori” per stabilire la superiorità di un popolo o di un gruppo di popoli sugli altri. Inferiori per antonomasia gli altri, i non occidentali, gli orientali, i neri, ecc.

5 La massa Nel Dizionario di sociologia a cura di L. Gallino, Torino, Utet 1998, p. 404, la massa è definita “una moltitudine di persone politicamente passive, in posizione di dipendenza rispetto alle istituzioni portanti di una società”. Il vocabolo massa nel XX secolo è stata usata e abusata in ogni modo : “consumi di massa”, “comunicazioni di massa” IL Novecento è stato definito l’età delle masse, da esaltare o da esecrare . Ma il viaggio delle masse è iniziato molto tempo prima. .

6 La massa I conservatori Edmund Burke criticano la rivoluzione francese perché in mano alle masse. Per Marx c’è la massa brava il proletariato e quella difficile da recuperare, incosciente del lumpenproletariat. Positivisti e darwinisti sociali Scipio Sighele: le potenzialità sociali e morali della massa sono notevoli, quelle intellettuali scarse.

7 La massa Enrico Ferri fondamentale è il rapporto tra la massa e i suoi dirigenti- pensatori (partito): per rafforzarne le pulsioni negative, oppure esaltarne quelle positive. Gustave Le Bon, lo psicologo delle folle molto letto dalla destra- fine 800, primi decenni del 900. 1895 Psicologia delle folle. C’è un rapporto “passionale” tra la folla e i suoi capi.

8 La nazionalizzazione delle masse
Mosse analizza come in Germania venne costruito un rapporto tra potere-cultura ecc e masse fondato sull’esaltazione della superiorità razziale, di uno spirito nazionale secolare. La creazione dell’uomo-massa è stata una conseguenza inevitabile dell’industrializzazione dell’Europa Il mondo del mito e del simbolo, entro cui la politica di massa agiva, ha fornito il più efficace strumento di disumanizzazione.

9 La nazionalizzazione delle masse
E ciò malgrado il fatto che gli uomini abbiano visto nel dramma della politica , nei suoi miti e nei suoi simboli, l’esaudimento dello loro aspirazioni per un mondo sano e felice. p. 25 Quello che noi chiamiamo stile fascista fu solo il momento culminante di una “nuova politica” fondata sull’idea di sovranità popolare nata nel secolo XVIII. Si affermò che la nazione dovesse fondarsi sul popolo stesso, sulla sua volontà generale .

10 La nazionalizzazione delle masse
Il culto del popolo divenne così il culto della nazione, e la nuova politica cercò di esprimere questa unità con la creazione di uno stile politico che divenne, in pratica una religione laica. Come avvenne ciò? Facendo ricorso fin dall’esordio del XIX secolo a miti e simboli, ed elaborando una liturgia che avrebbe permesso al popolo di partecipare al culto. Feste, opere, rappresentazioni varie dello spirito del popolo tedesco. E delle sue tradizioni

11 La nazionalizzazione delle masse
Fu il concetto stessi di volontà generale che portò alla creazione di miti e simboli e la nuova politica cercò di spingere il popolo a partecipare attivamente alla mistica nazionale, attraverso riti e cerimonie, miti e simboli che davano un’espressione concreta al concetto di volontà generale. La nuova politica offrì un’oggettivazione della volontà popolare in volontà generale, ciò che trasformò l’azione politica in una rappresentazione drammatica della quale si pensava fosse attore il popolo stesso.

12 Imperialismo Imperialismo
John Hobson, economista inglese, nel saggio L’imperialismo , 1902 motiva il fenomeno imperialista con la crisi di sovrapproduzione, determinata dal fiorire di nuovi concorrenti ( Germania, Usa) accanto alla tradizionale potenza inglese. John Atkinson Hobsbon (1858-

13 Imperialismo Rudol Hilferding economista tedesco (Il capitale finanziario 1910), poneva l’accento sulle crescenti esportazioni di capitale monetario dai paesi europei verso le colonie, destinati ad investimenti produttivi in loco (ferrovie). Nel 1916 Lenin ( L’imperialismo, fase suprema del capitalismo) descriveva l’imperialismo come una fase obbligata del capitalismo monopolistico, bisognoso di nuovi mercati per merci e capitali per scongiurare le crisi di sovrapproduzione.

14 Imperialismo Nascono le grandi concentrazioni industriali. I monopoli.
I profitti addizionali possono essere impiegati per “corrompere e corresponsabilizzare (attraverso salari più alti) una “aristocrazia operaia privilegiata e in tal modo separata e contrapposta al resto del proletariato industriale e agricolo”. (Lenin).

15 Gran Bretagna L’Inghilterra perde la supremazia economica:
Svantaggiata dallo stesso suo essere first comer: tecnologie obsolete; scarsa concentrazione industriale e ditte di dimensioni contenute scarso impegno finanziario troppo scarso intervento dello stato. A fine 800 le imprese inglesi avevano dimensioni più modeste non solo di quelle degli Stati Uniti, ma anche di quelle tedesche

16 Usa Ascesa della potenza economica statiunitense.
Negli Usa mancavano molte cose, e questo favorì innovazione e concentrazione. Mancavano vecchie leggi, e le nuove venivano fatte in base ai bisogni- di chi è da vedere. Mancava manodopera, ma questa venne dall’emigrazione, e in genere arrivavano le persone più forti, più determinate, più intelligenti.

17 USA La concentrazione iniziò con le ferrovie
Poi fu la volta dei telegrafi e dei telefoni (western Union e AT&T, poi l’acciaio (Andrew Carneige). Poi il petrolio, David Rockeffeler con la Standard Oil. Poi l’elettricità con la General Electric e la Westinghouse Infine l’automobile con Henry Ford che introducendo per primo nel 1913 una catena di montaggio completa, abbassò i tempi di produzione

18 Giappone Unico paese di cultura non europea a decollare nell’800.
Restaurazione Meiji (illuminato), dopo l’ascesa al trono del giovane imperatore Mutsuhito. Vennero abolite le caste e il sistema feudale. I samurai non ricevettero più uno stipendio, e furono spinti a gettarsi negli affari – esisteva già un discreto sistema creditizio e una certa attività commerciale, nelle mani del popolo,

19 Giappone . Venne anche modernizzata la burocrazia statale e il sistema educativo. I giovani vennero mandati in occidente a studiare le istituzioni . Base dello sviluppo la seta grezza, soppiantando l’Italia agli inizi del 900.

20 Giappone Fino al 1854 il Giappone rimase chiuso ai rapporti commerciali con l’Occidente, ma si aprì sotto la minaccia delle cannoniere dell’ammiraglio statunitense Perry. Gli occidentali imposero accordi commerciali molto sfavorevoli, che impedivano al Giappone di elevare barriere protezioniste superiori al 5% a favore dell’industria locale.

21 Giappone L’industria pesante si sviluppò su scala modesta fino al 1913, quando i trattati furono aboliti. Nacquero grandi gruppi, al centro dei quali c’è una banca di finanziamento, controllati da famiglie di origine mercantile. Comunque nel 1905 il Giappone aveva sconfitto la Russia, ed aveva iniziato la sua espansione in Corea e Manciuria. Fermando l’espansione russa verso oriente

22 In rosso Manciuria

23 Cina 1848 guerra dell’oppio.
Inizia la penetrazione inglese e occidentale in Cina. Missionari cristiani e penetrazione delle idee occidentali. Come dimostra la grande rivolta del Scoppia la rivolta armata contadina dei Taiping, nella regione del Kwangsi, si estese rapidame nte. Alla fine del 1853 i T’ai P’ing controllavano almeno un milione di militanti attivi, e la maggior parte della Cina meridionale e orientale. Nel 1853 occupano Nanchino

24 Cina Il loro capo, Hong Xiuquan (che si proclama fratello minore di Cristo e mandato da Dio a rovesciare i Qing), instaura il "Celeste Impero della Grande Pace Cristiano-Taoista" (Taiping Tianguo) e ridistribuisce le terre. Il movimento si caratterizza per le sue idee di uguaglianza: organizzato teocraticamente sulla base di unità familiari, abolisce la proprietà privata ( terra distribuita in usufrutto), instaura l’uguaglianza dei sessi, proibisce il tabacco, l’oppio, l’alcool. Sconfitto solo nel 1864.

25 Cina Sempre più la Cina diventa “vassallo” delle potenze occidentali.
1854 un triumvirato anglo-franco-americano controlla le dogane di Shangai 1856 Secondo conflitto armato tra la Cina e le nazioni occidentali Truppe anglo-francesi occupano Canton. 1858 i trattati con Inghilterra, Francia, Russia e Stati Uniti d'America estendono i privilegi stranieri in Cina Il governo imperiale cinese denuncia i trattati; truppe anglo-francesi occupano Pechino. Sacco di Pechino.

26 Cina 1898-1900 Rivolta dei boxers.
Contro la dinastia Manciù- e l’imperatrice- e contro gli stranieri e i cristiani. Assalti nei villaggi. Culmina nell’assedio alle legazioni straniere a Pechino. 1900, 55 giorni d’assedio. Truppe straniere entrano a Pechino- inglesi, tedesche, russe- e sconfiggono i boxers, e reprimono duramente il movimento.

27 Cina La Cina è costretta a pagare una fortissima indennità e ad accettare la presenza di guarnigioni straniere L’ultimo imperatore Pu-Yi, a seguito del moto rivoluzionario diretto da Sun- Yat-Sen, abdica il 12 febbraio 1912. La Cina diventa repubblica.

28 India e Indocina India colonia inglese, dal 1864 quando la Compagnia delle Indie ne cede l’amministrazione alla Regina Vittoria, dopo una grande rivolta. Indocina prevalenza francese

29 India la Cina accetta un inglese ad “assistere” l’amministrazione delle dogane cinesi. la sua nomina implicò la subordinazione completa del regime imperiale agli interessi occidentali. 1905. Rivolta dei Bo

30 Fine XIX secolo

31 Il sacco dell’Africa “ Fu l’ultimo continente a essere colonizzato, l’ultimo ad essere decolonizzato e i suoi guai ancora oggi derivano in gran parte dalle conseguenze del colonialismo.”. Esistevano già basi portoghesi e inglesi- costa della Guinea, Città del Capo. Guerre anglo-boere ( e ) . Boesri coloni olandesi nel sud dell’Africa

32 Il sacco dell’Africa Allo stesso tentativo s’ispirò la creazione della Liberia fondata nel 1822 dagli USA per i loro schiavi liberati; essa si trasformò nel 1847 in una repubblica, in cui gli Afroamericani esercitarono un dominio coloniale sugli autoctoni. Da paese di forte domanda-di schiavi- l’Europa era diventata paese di offerta di manufatti- tessili e metallurgici soprattutto- in cerca di nuovi mercati. Già a partire dal 1830 parte l’assalto al “mercato” africano.

33 Il sacco dell’Africa Quando la schiavitù cominciò ad essere messa in discussione in Inghilterra, nel 1787 si tentò di creare una nuova patria per gli ex-schiavi in Sierra Leone, che però nel 1808 divenne colonia inglese. Viaggi in Africa. Missionari ed esploratori come David Livingstone, che era tutt’e due le cose, e anche procacciatore d’affari per l’industria tessile. Viaggi intorno al lago Tanganica tra il 1860 e il 1871.

34 Il sacco dell’Africa Tentativi di modernizzazione: lo stesso Egitto, l’Etiopia cristiana. Ma inglesi nel 1868 che invadono il paese. Gibuti viene occupata dai Francesi. Gli inglesi lungo la costa. E ancora nuovi stati, legati alla rinascita musulmana: il califfato di Sokoto, dal Bornu al Niger. Sempre intorno alla metà del secolo uno stato musulmano teocratico, fondato da El Hadj Omar, tra il Niger e il Senegal. La modernità portata da ex-schiavi che tornano.

35 Il sacco dell’Africa Reti commerciali: Particolarmente vivaci erano quelle trans-sahariane e trans-sudanesi- i territori più evoluti. Vi s’inseriscono gli europei. Nell’Africa centro e occidentale i commerci erano più scarsi, perché i vecchi e nuovi regni della savana dell’Africa centrale erano troppi forti, perché si riuscisse a far penetrare il commercio europeo. Fu solo stabilita una comunicazione col Mozambico.

36 Il sacco dell’Africa 1844: Il Camerun è protettorato tedesco. 1845: Il Togo è suddivisi tra Francia e Gran Bretagna. 1846: Le tribù dello Swaziland si pongono sotto protettorato inglese. 1847: Fine della conquista francese in Algeria. 1861: Gli inglesi occupano Lagos (Nigeria). 1862: In Gibuti inizia il dominio francese. 1874: In Ghana creazione della colonia britannica della Costa d’Oro. 1879: La Francia completa la conquista del Senegal. La Guinea Bissau diventa portoghese.

37 Il sacco dell’Africa Interesse per le materie prime di cui l’Africa è ricca: oro e diamanti, argento Minerali pregiati, piombo, nichel, manganese, rame, ferro non molto, stagno, alluminio, mercurio. Poi uranio, titanio ecce. Avorio, legname. Possibilità di estesi allevamenti. Piantagioni di caffè e di tè.

38 La zuffa per l’Africa Perché dalla penetrazione commerciale si passa al dominio politico? Perché si vuol tenere lontani dai propri partners altri stati europei. Gli inglesi elaborano la dottrina del paramount power, vale a dire il diritto a tenere lontane da una determinata regione le altre potenze. Le quali peraltro erano aumentate con l’arrivo di Germania ed Italia, animate fin dall’inizio, da una forte ambizione nazionalistica, e da forti esigenze di uno spazio economico.

39 La zuffa per l’Africa Si diede così inizio alla zuffa per l’Africa (The Times 1884), che portò in pochi anni alla spartizione dell’Africa medesima. Quali i motivi? la proclamata necessità di acquisire materie prime e mercati di vendita. A cui possiamo aggiungere anche il desiderio di assicurarsi investimenti ferrovie per esempio. Nel 1881 i francesi acquisiscono il controllo della Tunisia. Spartizione della costa somala.

40 La zuffa per l’Africa Nel 1885 l’Italia aveva occupato Assab e Massaua, e iniziata la penetrazione in Eritrea (sconfitta di Adua nel 1896). Eritrea e Somalia, non riesce a penetrare Etiopia. L’Inghilterra occupa la costa Nord della Somalia di fronte ad Aden. Spartizione dei territori a sud-ovest del corno d’Africa tra Germania (Tanganika) e Inghilterra (Kenia)

41 La zuffa per l’Africa .1883 i Francesi dichiarano il proprio protettorato sulla costa del Togo orientale. 1885 protettorato inglese sulla regione della foce del Niger 1884 i Tedeschi occupano Togo e Camerun. La conferenza di Berlino sul Congo, novembre 1884_ febbraio 1885, riconobbe le acquisizioni di Leopoldo del Belgio, purché il bacino del Congo e tutta l’Africa orientale rimanessero un’area di libero scambio accessibile a tutti.

42 La zuffa per l’Africa Leopoldo, poi, appellandosi al principio del nuovo diritto internazionale secondo cui, per il riconoscimento di possedimenti oltremare era necessaria la loro occupazione effettiva e dichiarata, vale a dire il mantenimento dell’ordine e del diritto, fece del Congo una colonia personale. ZANZIBAR 1890, possedimento britannico 1912 la Francia ottiene definitivamente il protettorato sul Marocco. 1911 l’Italia occupa la Libia

43 La zuffa per l’Africa Guerra con la Turchia che viene sconfitta
L’Italia occupa la Libia e le isole del Dodecaneso- nell’Egeo Resistenza dei Senussi in Libia, fino a che nel 1932 Grazioni e Badoglio con gas e campi di concentramento li assoggettano definitivamente. L’Africa alla vigilia della prima guerra mondiale è costituita da colonie e protettorati (indipendenti Liberia e Abissinia, il sahara) La parte del leone la fanno Inghilterra e Francia, ma l’Inghilterra si è assicurato zone più ricche.

44 La zuffa per l’Africa Guerra con l’impero ottomano, sempre più in crisi. Sconfitta ottomana, l’Italia occupa Libia e Dodecaneso- isole dell’Egeo, principale Rodi. Resistenza dei Senussi, fino a che nel 1932 Graziani e Badoglio con gas e campi di concentramento li assoggettano definitivamente. L’Africa alla vigilia della prima guerra mondiale è costituita da colonie e protettorati (indipendenti Liberia e Abissinia). La parte del leone la fanno Inghilterra e Francia, ma l’Inghilterra si è assicurato zone più ricche.

45 Penisola balcanica Serbia, autonomia dal 1827, ma dipendente dal sultano. Nel 1878 (Congresso di Berlino) fu riconosciuto Stato Indipendente e Sovrano, poi nel 1882 si costituì a monarchia costituzionale, Montenegro regno indipendente. Sempre nel 1878 Bulgaria: insurrezione d'aprile del Indipendente nel 1885. Tracia e Macedonia rimangono sotto il dominio ottomano.

46 Guerre balcaniche Bosnia Erzegovina, con il Congresso di Berlino del 1878, passò sotto la dominazione Austroungarica. Con lo scopo segreto di muovere guerra alla Turchia, per sottrarle altri territori, nella primavera del 1912 Bulgaria, Grecia, Serbia e Montenegro formano l'Alleanza balcanica. Il 17 ottobre 1912 hanno inizio le operazioni militari e in soli 25 giorni gli ottomani vengono sconfitti. La divisione delle spoglie turche provoca una seconda guerra tra gli ex-alleati.

47 Guerre balcaniche Serbia, Grecia e Montenegro contro la Bulgaria. Le ostilità durarono appena un mese: il 10 agosto 1913 fu a Bucarest firmata la pace, che modificava profondamente la carta dei Balcani. La Grecia guadagnava Salonicco, l’Epiro, una buona parte della Macedonia; il Montenegro otteneva qualche lembo dell’Albania settentrionale e parte del sangiaccato di Novi Bazar; la Serbia raddoppiava quasi il suo territorio La Romania acquistava Silistria, quasi tutta la Dobrugia e parte della costa del Mar Nero. Nello stesso mese di agosto, dalle discussioni della conferenza degli ambasciatori a Londra usciva fuori un’Albania (apparentemente) indipendente, eretta in principato

48 Crisi 1907 Crisi economica 1907:
Nasce come crisi di liquidità, conseguente all’eccessivo sviluppo industriale negli anni precedenti il 1907. Eccesso d’investimenti e conseguente richiesta di capitali, che stimolò nelle principali borse del mondo una febbrile attività speculativa. Alcune banche centrali a fine 1906 iniziarono a restringere il credito per frenare le speculazioni borsistiche.

49 Crisi 1907 Poco dopo la crisi scoppiò negli Usa per il fallimento di una banca che si era troppo esposta nel settore del rame, che aveva visto una grande espansione per la domanda per impianti elettrici e per vari apparati meccanici (telegrafo, telefono, ecc) e che viene colpito nel 1907 da una crisi di sovrapproduzione

50 Crisi 1907 Nel 1908 la crisi di liquidità viene superata per gli interventi delle banche centrali, ma continua la depressione nel settore tessile, anche qui per sovrapproduzione e per impossibilità di un mercato che non si espande-, e che si prolunga per parecchi anni colpendo soprattutto l’economie dei paesi capitalistici più deboli.


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