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QUARTO MODULO IL PARLAMENTO IL DIRITTO DI VOTO E I SISTEMI ELETTORALI

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Presentazione sul tema: "QUARTO MODULO IL PARLAMENTO IL DIRITTO DI VOTO E I SISTEMI ELETTORALI"— Transcript della presentazione:

1 QUARTO MODULO IL PARLAMENTO IL DIRITTO DI VOTO E I SISTEMI ELETTORALI

2 Parleremo di… 1) Il Parlamento italiano e le leggi
2) Il diritto di voto 3) I sistemi elettorali: proporzionale, maggioritario, misto. 4) IL sistema elettorale italiano.

3 *IL PARLAMENTO L’Italia è una repubblica “parlamentare”.
I cittadini votano alle elezioni politiche per eleggere la Camera dei Deputati ed il Senato della Repubblica Il nostro è un “bicameralismo perfetto”: le due Camere hanno le stesse funzioni. Una legge deve essere approvata nell’identico testo da entrambe le Camere . Altri Stati Europei hanno due Camere con compiti diversi: Francia, Gran Bretagna, Germania, Spagna, ecc. Altri Stati Europei hanno una sola Camera: Danimarca, Svezia, Grecia, ecc. Camera e Senato in Italia restano in carica per 5 anni, per una legislatura. Alla fine della Legislatura il Presidente della Repubblica scioglie le Camere e indice nuove elezioni. La Legislatura può finire prima se in Parlamento il governo perde la maggioranza (voto di sfiducia) e non si crea una maggioranza nuova in grado di governare. Dal 1948 al 2006 le Camere sono state sciolte in anticipo ben otto volte.

4 PARLAMENTO CARDINE DELLO STATO*
Il Parlamento rappresenta il popolo e come tale è l’organo politico centrale del nostro stato. Ciò significa che il Parlamento attraverso le leggi che emana ed altri complessi atti di controllo ed indirizzo, determina le scelte di fondo dello Stato nei principali campi della vita della società.

5 Parlamento e pluralismo*
Nel parlamento sono rappresentate le diverse posizioni presenti nella società: infatti il popolo attraverso l’elezione dei propri rappresentanti esercita la sua sovranità. Il pluralismo delle idee trova un posto privilegiato in Parlamento in quanto i rappresentanti del popolo possono esprimere i diversi ideali, i valori e le diverse visioni su come deve essere organizzata la società. Il Parlamento è anche il luogo dove si applicano con più rigore le regole della democrazia basate su libertà di espressione e metodo della maggioranza. Per approvare una legge, prima si discute (in modo anche aspro), poi si vota.

6 *Parlamentari : nessun vincolo di mandato
“Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato” (Art. 67 COST.) Anche se comunemente si parla di “mandato” parlamentare, il parlamentare, una volta eletto, è totalmente libero: non ha alcun vincolo di mandato! egli è in teoria libero dalla cosiddetta disciplina di partito e persino sganciato dalla volontà dei suoi stessi elettori se questi dovessero impedirgli di operare nell’interesse della Nazione, cioè di tutti i cittadini. In realtà questo fatto non capita molto spesso. Capita invece più spesso che nel segreto dell’urna un parlamentare possa votare diversamente da quanto indicato dal proprio partito o dalla propria coalizione: si parla allora di “franchi tiratori”.

7 Parlamentari e immunità
La Costituzione garantisce ai parlamentari due tipi di immunità: 1) non possono subire nessun provvedimento per quanto dicono e per come votano in Parlamento (Art. 68 Cost. c.1) 2) se sono sotto inchiesta per un reato comune è necessaria l’autorizzazione della Camera di appartenenza per l’arresto, la perquisizione personale e domiciliare, intercettazione, …((Art. 68 Cost. c.2 , 3) Questo secondo tipo di immunità non è un privilegio ma è una garanzia che false accuse non possano escludere dal gioco politico un membro che “potrebbe dare fastidio” al potere esecutivo o giudiziario.

8 L’ORGANIZZAZIONE INTERNA DELLE CAMERE *
Dirige i lavori Interpreta il regolamento Tutela le minoranze Impedisce l’ostruzionismo Presidente Sono la proiezione dei partiti in Parlamento. Il numero minimo per un gruppo è 20 parlamentari Ogni gruppo elegge un presidente Gruppi E’ composta dai capigruppo Prepara il calendario e la programmazione dei lavori Conferenza dei Capigruppo

9 Le Commissioni operano in sede
PERMANENTI Sono 14, divise per materie (Giustizia, difesa, istruzione, Bilancio, Finanze e Tesoro…) che più o meno corrispondono ai Ministeri. Ogni Commissione rispecchia l’aula in proporzione alla dimensione dei gruppi. Le Commissioni operano in sede Esamina i progetti e prepara una relazione. L’aula delibera. REFERENTE Esamina i progetti e vota i singoli articoli . L’aula delibera l’intera legge. REDIGENTE L’aula incarica la Commissione di esaminare ed approvare l’intera legge. DELIBERANTE

10 Altre Commissioni Ci sono poi le Commissioni bicamerali. Nell’attuale Legislatura sono: 1. Commissione per le questioni regionali. 2. Comitato per i procedimenti d’accusa. 3. Commissione per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi. 4. Commissione di vigilanza per l’anagrafe tributaria. 5. Commissione per i Servizi di Sicurezza. 6. Comitato di controllo degli Enti di provvidenza e assistenza. 7. Comitato Schengen, Europol e immigrazione. 8. Commissione per l’infanzia. 9. Commissione per la semplificazione della legislazione. Ci sono poi le COMMISSIONI D’INCHIESTA che possono svolgere indagini come i Magistrati (ma non emettere sentenze). Attualmente vi sono 1) LA COMMISSIONE D’INCHIESTA SUL FENOMENO DELLE MAFIE, 2) LA COMMISSIONE D’INCHIESTA SUL CICLO DEI RIFIUTI. Ricordiamo alcune Commissioni delle precedenti legislature: a) Commissione d’inchiesta sulla tragedia di Ustica b) Commissione d’inchiesta sulla Loggia Massonica P2 c) Commissione sulla vicenda TELECOM-SERBIA d) Commissione sul “Dossier Mitrokhin”

11 Elezioni e voto (a) Nel secondo modulo abbiamo visto che nelle Democrazie rappresentative i cittadini esprimono la SOVRANITA’ POPOLARE attraverso ELEZIONI. Con esse scelgono i PROPRI RAPPRESENTANTI. In Italia sono previsti tre tipi di consultazione popolare: 1. ELEZIONI POLITICHE per eleggere il PARLAMENTO (Deputati e Senatori). 2. ELEZIONI AMMINISTRATIVE per eleggere il consiglio Comunale e il Sindaco, il consiglio Provinciale, il consiglio Regionale e il Presidente della REGIONE. 3. ELEZIONI EUROPEE per eleggere i deputati italiani per il Parlamento Europeo. L’ELETTORATO ATTIVO è il diritto di votare: il cittadino vota. L’ELETTORATO PASSIVO è il diritto di essere eletto: il cittadino è eletto. CHI PUO’ VOTARE? L’art. 48 Cost. garantisce il diritto di voto ai cittadini, uomini e donne, maggiorenni (è questo il vero SUFFRAGIO UNIVERSALE che in Italia abbiamo solo dal 2 giugno1946, solo 60 anni).

12 * Elezioni e voto (b) IL VOTO E’…(Art. 48 Cost. 2 c.)
1) PERSONALE: Non posso delegare altri a votare per me. Posso essere aiutato fisicamente ad esprimere il mio voto se non sono materialmente in grado di farlo. 2) UGUALE: ogni voto ha lo stesso peso, per il laureato e per l’analfabeta, per il dirigente d’industria e per il mendicante. 3) LIBERO: nessuno mi può costringere a votare in un certo modo. 4) SEGRETO: solo se nessuno sa come voto sarò realmente libero di scegliere. 5) UN DOVERE CIVICO: non vi sono più sanzioni per chi non vota ma è dovere di un cittadino andare a votare; chi non vota lascia che gli altri scelgano per lui.

13 Chi non vota ha diritto di fare critiche?

14 Elezioni e voto (c) SI PUO’ PRIVARE UN CITTADINO DEL SUO DIRITTO DI VOTO? SI’ Perde il diritto di voto il cittadino che è stato condannato, con sentenza definitiva penale. Perde il diritto di voto per cinque anni chi è dichiarato “fallito”. Perdono il diritto di voto coloro che con condanna sono stati anche interdetti temporaneamente o definitivamente dai “pubblici uffici”. ELETTORATO PASSIVO = posso essere eletto Tutti i cittadini, uomini e donne, hanno il diritto di essere eletti deputato, senatore, consigliere comunale, sindaco, ecc. La legge pone solo dei limiti di età: per essere eletto deputato bisogna avere almeno 25 anni, per essere eletto senatore bisogna avere almeno 40 anni.

15 Voto e cittadinanza (a) IL VOTO AGLI STRANIERI
Si discute da tempo sull’opportunità di estendere il diritto di voto, almeno nelle elezioni comunali, anche agli stranieri residenti stabilmente in Italia. Si discute ma niente è stato ancora deciso. I principi della democrazia prevedono che chi vive, lavora stabilmente, paga tasse ed imposte, dovrebbe partecipare alla scelta degli amministratori della sua città. Ricordiamo lo slogan degli insorti delle 13 colonie del Nord America contro la Gran Bretagna: “no taxation without representation”.

16 Voto e cittadinanza (b) IL VOTO AGLI STRANIERI EUROPEI
Gli stranieri europei che vivono stabilmente in Italia hanno diritto di voto nel comune di residenza: nel gennaio del 2007 rumeni e bulgari che prima erano considerati extracomunitari si sono trovati all’improvviso con tutti i diritti dei cittadini della Comunità Europea.

17 Voto e cittadinanza (c) IL VOTO DEGLI ITALIANI ALL’ESTERO
Con una recente modifica dell’art.48 Cost. anche gli italiani residenti all’estero possono partecipare alle elezioni politiche senza dover tornare in Italia. Proprio nelle ultime elezioni politiche dell’aprile 2006 si è costituita una Circoscrizione degli Italiani all’estero. Questi italiani, sparsi nei diversi continenti, hanno potuto eleggere nel nostro Parlamento 12 deputati e 6 senatori. Sono proprio i senatori eletti all’estero che assicurano l’esigua maggioranza al senato al Governo di centrosinistra.

18 I sistemi elettorali * Votare vuol dire scegliere tra più partiti (o tra coalizioni). In base ai voti riportati vengono assegnati i posti in Parlamento. Definiamo un sistema elettorale un metodo per trasformare i voti in seggi. Vi sono diversi sistemi elettorali nessuno di essi è neutrale e tutti presentano pregi e difetti. Il sistema elettorale utilizzato in Italia nelle elezioni dell’aprile 2006 è stato definito dal suo ideatore On. Caldarola “una vera porcata…” …..e così il sistema, sentendosi offeso dal suo stesso creatore, gli si è rivoltato contro, decretando la vittoria del centrosinistra (contro cui era stato pensato…). Volendo semplificare diremo che esistono due sistemi 1) IL SISTEMA PROPORZIONALE 2) IL SISTEMA MAGGIORITARIO (A COLLEGIO UNINOMINALE). Gli italiani discutono da molti anni di questi due sistemi elettorali.

19 * Il sistema proporzionale plurinominale(a)
1) Si divide la Nazione in zone piuttosto ampie, chiamate circoscrizioni. 2) Ogni circoscrizione elegge un certo numero di parlamentari. Ogni partito presenta la propria lista con candidati e possibilità di esprimere preferenze. 3) L’elettore vota scegliendo un partito ed esprimendo, se vuole una preferenza. 4) Le elezioni avvengono in un unico turno. 5) I partiti ottengono seggi in Parlamento “in proporzione” (PROPORZIONALE) ai voti ottenuti. Esempio: se la circoscrizione aveva 10 seggi a disposizione, chi ottiene il 60% dei voti ha 6 seggi, chi ottiene il 20% dei voti ha 2 seggi, ecc. Non si hanno mai percentuali esatte quindi i resti vengono calcolati a livello nazionale.

20 * Il sistema proporzionale plurinominale (b)
Con il proporzionale in ogni circoscrizione vengono eletti più candidati, (PLURINOMI NALE) di più partiti PREGI CON QUESTO SISTEMA SI “FOTOGRAFA” CON ESATTEZZA LA REALTA’ DEL PAESE, ANCHE UNA PICCOLA MINORANZA HA LA SUA PRESENZA IN PARLAMENTO. DIFETTI NELLO STESSO TEMPO PERO’ SI CORRE IL RISCHIO DI AVERE NUMEROSI PARTITI, DI DOVER CONTARE SU GOVERNI DI COALIZIONE, CHE CORRONO PIU’ RISCHI DI “CADERE”.

21 * Il sistema maggioritario uninominale
Questo sistema usato soprattutto in Gran Bretagna funziona così: 1) si divide il territorio nazionale in aree piuttosto piccole dette “collegi”. 2) in ogni collegio può essere eletto un solo parlamentare. 3) Si vota in un unico turno e si sceglie tra i candidati proposti da ogni partito. 4) Il partito che ottiene il maggior numero di voti (MAGGIORITARIO) nel collegio, ottiene l’unico seggio in palio in quel collegio; l’eletto va in Parlamento. 5) Il collegio è UNINOMINALE perché può creare un solo parlamentare.

22 Il sistema maggioritario 2 *
questo sistema limita il numero dei partiti perche’ non e’ facile avere la maggioranza in un seggio. funziona bene in paesi a forte tradizione bipartitica come la GB o gli USA. Non ha però funzionato molto bene in Italia visto che siamo riusciti ad avere molti partiti anche col sistema maggioritario.

23 I Rischi del maggioritario *
Col sistema maggioritario possono crearsi delle situazioni paradossali. Come è successo in Italia e negli USA: un partito conquista più seggi dell’altro pur avendo ottenuto meno voti. Nelle elezioni presidenziali del 2000 in USA, BUSH diventa presidente anche se KERRY supera BUSH di oltre mezzo milione di voti. In Gran Bretagna succede che la maggior parte dei seggi va ai 2 maggior partiti, LABURISTI e CONSERVATORI che ottengono la maggioranza in ogni collegio uninominale, mentre il terzo partito, il Partito LIB-LAB, che raramente riesce ad avere la maggioranza in un collegio, ha in Parlamento una presenza che non corrisponde in percentuale ai voti che raccoglie nel paese.

24 Facciamo un esempio… Costruiamo un caso facile. In una scuola di RAGIONIERI si deve eleggere il CONSIGLIO D’ISTITUTO. Si vota col sistema proporzionale, gli studenti votano per le diverse liste. Le liste prendono seggi nel Consiglio in proporzione ai voti raccolti. Immaginiamo che la stessa scuola di RAGIONIERI scelga di adottare il sistema MAGGIORITARIO. Ogni classe elegge un rappresentante nel CONSIGLIO D’ISTITUTO. Mettiamo adesso il caso, non assurdo, che in ogni classe vi sia una maggioranza di ragazze (in tutto l’Istituto le ragazze sono il 60%, i ragazzi il 40%). E mettiamo anche il caso che le ragazze votino solo per candidate femmine e che i ragazzi votino solo per candidati maschi. Avremo un risultato non democratico perché le ragazze conquisteranno la maggioranza in tutte le classi e avranno il 100% dei posti nel Consiglio d’Istituto e i maschi che sono il 40% (non una minoranza irrisoria) nessun posto.

25 Quale sistema è migliore?
E’ difficile dirlo! nei paesi a democrazia parlamentare, vi sono due obiettivi contrastanti: 1) l’Assemblea eletta deve rispecchiare quanto più possibile tutte le opinioni politiche e le diverse componenti della società (il paese reale). Tale diversità può essere assicurata solo da un gran numero di partiti, anche piccolissimi. 2) il Governo deve poter contare su di una ampia maggioranza parlamentare che gli permetta di operare con una certa continuità e di essere stabile per poter effettuare scelte che diventino operative e che consentano agli elettori di esprimere un giudizio alle elezioni seguenti. PER RISPECCHIARE IL PIU’ POSSIBILE IL PRIMO PUNTO OCCORRE CHE IN UN PARLAMENTO SIANO PRESENTI NON DUE O TRE PARTITI, MA DIECI O DODICI. IL GOVERNO ALLORA SARA’ SOSTENUTO DA UNA COALIZIONE DI PARTITI. MA COSI’ NON SEMPRE E’ FACILE L’ACCORDO. IL GOVERNO PUO’ CADERE E NON RISPETTARE IL SECONDO PUNTO (LA CONTINUITA’).

26 ALTRI SISTEMI (a) In Germania vige un PROPORZIONALE CORRETTO:
Esistono altri sistemi oltre il proporzionale e il maggioritario? Certo! Potremmo dire che ogni paese ha un suo sistema. Due sistemi elettorali che attirano l’attenzione del centrodestra e del centrosinistra italiani sono: i sistemi TEDESCO e FRANCESE. In Germania vige un PROPORZIONALE CORRETTO: si vota col sistema proporzionale, ma c’è uno “sbarramento”. I partiti che non raggiungono il 5% dei voti non entrano in Parlamento e i seggi sono distribuiti solo tra i partiti che ottengono più del 5% dei voti. Si rispetta la volontà popolare della grande maggioranza dei cittadini, si riducono i partiti in Parlamento. Ciò nonostante alle ultime elezioni i Democratici Cristiani hanno vinto per pochi voti sui Socialdemocratici e alla fine hanno scelto di governare insieme.

27 ALTRI SISTEMI (b) In Francia vige il MAGGIORITARIO A DUE TURNI.
Al primo turno tutti i partiti si presentano nei diversi collegi uninominali. In ogni collegio chi supera il 50% dei voti è eletto al primo turno. Negli altri collegi, al secondo turno, si presentano i partiti che hanno avuto più voti (chi è al di sotto del 12,5% non può presentarsi). Gli elettori del secondo turno, a questo punto, sono costretti a scegliere tra i partiti che hanno più possibilità di superare il 50% dei voti. In questo modo diminuisce il numero dei partiti in Parlamento

28 E in Italia? Abbiamo cambiato idea più volte.
Nel 1948 dopo la dittatura fascista e dopo la seconda guerra mondiale l’Italia sceglie il sistema proporzionale perché è quello che fotografa con più esattezza come si schierano i cittadini a favore dei diversi partiti. Poi, col passare degli anni si formò nell’opinione pubblica italiana l’idea che il sistema proporzionale era corretto ma dava origine a molti partiti e ad una certa instabilità dei governi. Nel 1993, in seguito ad un referendum popolare, si è introdotto in ITALIA un SISTEMA MAGGIORITARIO CORRETTO: il 75% dei seggi in Parlamento è attribuito col sistema maggioritario, il 25% è attribuito col sistema proporzionale. Per le elezioni politiche dell’aprile 2006, la maggioranza di centrodestra ha di nuovo introdotto il sistema proporzionale ed ha eliminato il diritto dell’elettore di esprimere preferenze per i candidati delle diverse liste.

29 IL SISTEMA ITALIANO DEL 2005 (a)
L’ultimo sistema adottato in Italia: il proporzionale corretto dal premio di maggioranza. Si vota normalmente col proporzionale, ma il partito (o la coalizione) che ottiene più voti ha un PREMIO DI MAGGIORANZA (piu’ seggi di quanto gli spettano). In questo modo avrà una maggioranza più stabile. Questo sistema è stato costruito dall’ultimo governo di CENTRODESTRA. LO SI CAPISCE MEGLIO PRENDENDO IN ESAME IL CASO DELL’ATTUALE CAMERA DEI DEPUTATI IN ITALIA.

30 IL SISTEMA ITALIANO DEL 2005 (b)
Le ultime elezioni politiche si sono svolte il 9 e il 10 aprile 2006. ALLA CAMERA… l’Unione, che è lo schieramento di Centrosinistra, guidato da Romano Prodi, ha avuto voti (49,81%), La Casa delle Libertà, lo schieramento di Centrodestra, guidato da Silvio Berlusconi, ha avuto voti (49,74%) LA DIFFERENZA E’ SOLO DELLO 0,07% !!! In base alla nuova legge elettorale, con premio di maggioranza, approvata dal precedente governo di centrodestra, alla Camera l’Unione ha 348 deputati (compresi 8 deputati votati all’estero)… mentre la Casa delle Libertà ha 281 deputati (compresi 4 deputati votati all’estero) . LA DIFFERENZA E’ DI BEN 57 DEPUTATI.

31 Col sistema proporzionale o col sistema maggioritario, di fatto, in Italia abbiamo molti partiti. Qui sotto un esempio di scheda elettorale

32 IL “CASO” ITALIA Le forze politiche italiane hanno creato un sistema così complesso anche perché si vota in modi diversi nelle politiche, nelle comunali, nelle regionali, nelle Europee (che non dipendono dalle scelte dell’Italia). 1. ELEZIONI POLITICHE: SISTEMA PROPORZIONALE CORRETTO, SENZA PREFENZA, CON PREMIO DI MAGGIORANZA. 2. ELEZIONI REGIONALI: MAGGIORITARIO A TURNO UNICO PER IL PRESIDENTE DELLA REGIONE, PROPORZIONALE CORRETTO, CON PREMIO DI MAGGIORANZA PER IL CONSIGLIO REGIONALE. 3. ELEZIONI PROVINCIALI: MAGGIORITARIO A DOPPIO TURNO CON BALLOTTAGGIO PER IL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA, PROPORZIONALE CORRETTO CON PREMIO DI MAGGIORANZA PER IL CONSIGLIO PROVINCIALE. 4. ELEZIONI COMUNALI NEI COMUNI CON PIU’ DI ABITANTI: MAGGIORITARIO A TURNO UNICO PER IL SINDACO, PROPORZIONALE CORRETTO CON PREMIO DI MAGGIORANZA PER IL CONSIGLIO COMUNALE. 5. ELEZIONI EUROPEE: SI VOTA COL SISTEMA PROPORZIONALE PURO CHE VIGEVA IN ITALIA PRIMA DEL 1993. NON E’ FINITA. SIA IL CENTRODESTRA CHE IL CENTROSINISTRA PENSANO CHE SI DEBBA CAMBIARE L’ATTUALE SISTEMA PER LE VOTAZIONI POLITICHE, DEFINITO DA COLUI CHE HA FIRMATO LA LEGGE, “UNA PORCATA”.

33 Di solito cerchiamo di unire elezioni diverse, quindi le schede hanno colori diversi. Nell’immagine la scheda per le regionali del Piemonte, circoscrizione di Torino.

34 Gruppi parlamentari, Commissioni parlamentari.
I parlamentari che aderiscono ad un partito formano un Gruppo Parlamentare. I parlamentari sono di fatto più dipendenti dal proprio gruppo che dal proprio partito. E’ la Conferenza dei Capigruppo che programma attività, ordini del giorno, tempi. Se non c’è accordo decide il Presidente della Camera o del Senato. Tutti i Parlamentari devono essere in un gruppo (almeno 20 persone). C’è anche il Gruppo Misto formato con parlamentari di diverse idee politiche e piccoli partiti. Gran parte del lavoro delle Camere non si svolge nella seduta quando si vota ma nelle Commissioni Parlamentari che preparano la leggi da porre in votazioni. Nelle Commissioni Parlamentari lavorano parlamentari della maggioranza e dell’opposizione. Le Commissioni Parlamentari sono: 1. Affari costituzionali, Presidenza del Consiglio e Interni. 2. Giustizia. 3. Affari Esteri e Comunitari. 4. Difesa. 5. Bilancio, Tesoro e Programmazione. 6. Finanze e Tesoro. 7. Istruzione Pubblica e Beni culturali. 8. Lavori Pubblici e Comunicazioni. 9. Agricoltura. 10. Industria, Commercio e Turismo. 11. Lavoro e Previdenza Sociale. 12. Igiene e Sanità. 13. Territorio, ambiente e beni ambientali. 14. Politiche della Comunità Europee.

35 CAMERA DEI DEPUTATI SEGGI DEL CENTROSINISTRA
Ulivo (DS e Margherita) Rifondazione Comunista La Rosa nel pugno Comunisti italiani Italia dei valori Verdi UDEUR SVP Aut. Lib. Democ TOTALE SEGGI DEL CENTRODESTRA Forza Italia Alleanza nazionale UDC Lega Nord DC e nuovo PSI TOTALE CENTROSINISTRA 341 CENTRODESTRA 277 SEGGI DI ITALIANI ALL’ESTERO 12 TOTALE CAMERA 630 DEPUTATI

36 IL SENATO SEGGI DEL CENTROSINISTRA DEMOCRATICI DI SINISTRA 62
MARGHERITA RIFONDAZIONE COMUNISTA INSIEME CON L’UNIONE ITALIA DEI VALORI UNIONE S.V.P UDEUR AUT.LIB.DEM S.V.P ULIVO LISTA CONSUMATORI TOTALE SEGGI DEL CENTRODESTRA FORZA ITALIA ALLEANZA NAZIONALE UDC LEGA NORD CASA DELLE LIBERTA’ TOTALE Più 6 seggi di italiani all’estero (4 al centrosinistra 2 al centrodestra), più 7 senatori a vita. LA MAGGIORANZA AL SENATO DEL CENTROSINISTRA E’ PIUTTOSTO RIDOTTA.

37 Il cammino di una legge IL PARLAMENTO SCRIVE LE LEGGI.
La Costituzione stabilisce il seguente percorso (Art. 70, 71, 72, 73, 74): a) presentazione del progetto di legge (iniziativa) b) Discussione e approvazione della Camera dove è stata presentata e trasmissione all’altra camera che dovrà approvare lo stesso testo per evitare il ritorno alla prima camera. c) Promulgazione della legge approvata nello stesso testo dalle due Camere da parte del Presidente della Repubblica (il presidente della Repubblica può firmare la legge o rinviarla alle Camere per un riesame) d) Pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.


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