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Marco Armellini Prato Interventi preventivi nella prima infanzia

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Presentazione sul tema: "Marco Armellini Prato Interventi preventivi nella prima infanzia"— Transcript della presentazione:

1 Marco Armellini Prato Interventi preventivi nella prima infanzia
Arezzo, 16 giugno 2006 Marco Armellini Prato Interventi preventivi nella prima infanzia

2 Arezzo, 16 giugno 2006

3 Arezzo, 16 giugno 2006

4 Arezzo, 16 giugno 2006

5 Arezzo, 16 giugno 2006

6 Arezzo, 16 giugno 2006

7 Arezzo, 16 giugno 2006 Tradizione: un neonato non vede, non sente, non riconosce, non soffre, vuole solo mangiare e dormire (per i filosofi, una “tabula rasa”) Freud, Klein: un neonato è “un fascio di pulsioni” ha desideri, istinti e un mondo interno. L'istinto primario è quello orale, legato alla soddisfazione del desiderio del “seno” Fairbairn,Winnicott, Bowlby, Bion: un neonato cerca qualcuno, una presenza umana, una “madre” che riconosca la sua dipendenza, che comprenda abbastanza bene i suoi bisogni e che trasformi la realtà in qualcosa di pensabile anche dal bambino Infant Research: un neonato è biologicamente dotato di competenze per percepire, comunicare, stabilire legami, suscitare interesse, e il tipo di relazione che si instaura influisce sul suo sviluppo sociale, cognitivo, emozionale

8 Preoccupazione materna primaria
Arezzo, 16 giugno 2006 Donald Woods Winnicott: “There is no such thing as a baby” non può esistere un neonato senza qualcuno che se ne occupi: una teoria del contributo ambientale DIPENDENZA ASSOLUTA Dipendenza relativa Preoccupazione materna primaria

9 Preoccupazione materna primaria
Arezzo, 16 giugno 2006 DIPENDENZA ASSOLUTA Spazio transizionale ↓ Dipendenza relativa Preoccupazione materna primaria I N T E G R A Z O diventare “uno” “io sono” Capacità di giocare

10 Arezzo, 16 giugno 2006 BION: la madre è il contenitore che trasforma la realtà esterna e la realtà del bambino e la restituisce a lui bonificata

11 Arezzo, 16 giugno 2006

12 Arezzo, 16 giugno 2006 SALUTE MENTALE NELLO SVILUPPO
essere solo in presenza di... essere uno: riconosco come miei desideri, emozioni, affetti, pensieri... essere due: riconosco le tue emozioni, desideri, affetti, pensieri; li immagino (mi riconosco) essere tre: riconosco che chi formava due con me forma un altro due con una terza persona: anche loro due condividono emozioni, desideri, affetti, pensieri, che non coincidono interamente con i miei e accetto, per qualche momento, di essere escluso dalla loro relazione essere tanti: essere con i pari, creare amicizie, sopportare e affrontare rivalità, costruire alleanze, fare l'esperienza di essere gruppo

13 Tende a stabilire un LEGAME DI ATTACCAMENTO
Arezzo, 16 giugno 2006 John Bowlby Un neonato è predisposto biologicamente a ricercare sensazioni di vicinanza e sicurezza nell'ambiente umano che lo accoglie. Tende a stabilire un LEGAME DI ATTACCAMENTO

14 Attaccamento significa che il bambino:
Arezzo, 16 giugno 2006 Attaccamento significa che il bambino: Cerca di rimanere nel raggio protettivo dei suoi genitori Cerca la loro vicinanza Se un genitore è disponibile, affidabile e stabile e risponde costantemente alla richiesta della vicinanza il bambino può avere FIDUCIA, lasciare la BASE SICURA e cominciare a giocare ed esplorare il mondo Se qualcosa minaccia l'accessibilità delle figure di attaccamento, il bambino protesta e cerca di evitare la separazione

15 Caratteristiche del legame di attaccamento:
Arezzo, 16 giugno 2006 Caratteristiche del legame di attaccamento: emerge in situazioni di pericolo è specifico non è controllabile dalla coscienza è persistente e non si attenua nel tempo l'attaccamento persiste anche quando la figura di attaccamento è inaffidabile, trascurata o maltrattante: i sentimenti di attaccamento possono entrare in conflitto con altri sentimenti (rabbia, delusione, ecc.). Ma nelle situazioni ritenute di pericolo il bambino cercherà comunque la vicinanza della figura di attaccamento

16 I tipi di legame di attaccamento
Arezzo, 16 giugno 2006 I tipi di legame di attaccamento Attaccamento sicuro (madre come base sicura): Alla separazione sono presenti segnali di mancanza del genitore. Alla riunione sono contenti di rivederlo e, se tristi, possono essere consolati e riprendono l'esplorazione Modello operativo interno: La figura di attaccamento è affidabile e pronta a intervenire in caso di bisogno

17 I modelli atipici: l'attaccamento patologico.
Arezzo, 16 giugno 2006 I modelli atipici: l'attaccamento patologico. Attaccamento Disorganizzato-Disorientato (tipo D) Alla separazione e alla riunione comportamenti contraddittori, privi di una motivazione intenzionale e di una progettazione. Manifestazioni contraddittorie in sequenza o simultanee, espressioni di saluto o protesta interrotte, mal dirette, incomplete. Stereotipie, posture anomale, paura o ipervigilanza nei confronti del genitore. Congelamento o immobilità. Confusione e disorientamento Modello operativo interno: La figura di attaccamento è sentita come minacciosa

18 Arezzo, 16 giugno 2006 I DISTURBI DELL'ATTACCAMENTO (DSM IV):
MODALITÀ DI INTERAZIONE E RELAZIONE SOCIALE DISTURBATE E INADEGUATE (RISPETTO AL LIVELLO DI SVILUPPO) IN TUTTI I CONTESTI. tipo inibito: incapacità persistente di dare inizio alla maggior parte delle interazioni sociali o di rispondere ad esse in maniera adeguata al livello di sviluppo, con risposte eccessivamente inibite, ipervigili, contraddittorie (ad esempio, avvicinamento ed evitamento della tenerezza) tipo disinibito: incapacità persistente di mostrare attaccamenti selettivi. Eccessiva socievolezza e incapacità di differenziare le figure di attaccamento. Al comportamento di socievolezza non fa seguito alcun legame stabile.

19 Arezzo, 16 giugno 2006 I bambini vengono al mondo con un corredo di competenze che li orientano a stabilire relazioni con altri esseri umani. Sono particolarmente sensibili al tono emozionale delle interazioni con chi si occupa di loro. Sono specificamente motivati a rispondere e comunicare con “i ritmi di interesse e di sentimenti e affetti espressi da altri esseri umani” (Trevarthen & Aitken, 2001)

20 Nelle prime settimane di vita avviene un processo di
Arezzo, 16 giugno 2006 Nelle prime settimane di vita avviene un processo di SINCRONIZZAZIONE (Schore, 1994) e SINTONIZZAZIONE (Stern, 1995) che rinforza l'efficacia della comunicazione, in cui i ritmi di cura, i tempi e gli scambi di reciprocità, per esempio attraverso lo sguardo

21 Arezzo, 16 giugno 2006 La consapevolezza iniziale degli stati affettivi è ristretta alla sensazione di stati edonici generali (positivi o negativi) di intensità variabile Non c'è consapevolezza di stati emozionali qualitativamente differenti, discreti, categorizzabili Ad esempio, c'è uno stato generale di tensione, piuttosto che sentirsi 'arrabbiato' nei confronti di x per il motivo y

22 Il sistema attentivo è all'inizio orientato di
Arezzo, 16 giugno 2006 Il sistema attentivo è all'inizio orientato di preferenza verso l'esterno (Gergely & Watson, 1996)

23 Il bambino è orientato a cogliere e produrre comunicazioni pertinenti
Arezzo, 16 giugno 2006 Il bambino è orientato a cogliere e produrre comunicazioni pertinenti E' particolarmente sensibile alla contingenza, cioè al rapporto di causalità tra le proprie azioni e ciò che percepisce dall'ambiente

24 Esiste cioè un meccanismo innato con la funzione di
Arezzo, 16 giugno 2006 Esiste cioè un meccanismo innato con la funzione di scoprire il grado di influenza causale delle risposte e delle proposte del bambino sull'ambiente sociale La scoperta di alti livelli di controllo contingente induce sensazioni positive di efficacia e accresce l'attenzione e il livello di eccitazione creando il senso di agire sul mondo (già intorno ai due mesi)

25 il bambino diventa sempre più consapevole,
Arezzo, 16 giugno 2006 il bambino diventa sempre più consapevole, nei primi sei-otto mesi di vita, dei propri stati interni, degli stati interni dei genitori, e comincia a farne delle rappresentazioni. Comincia a orientare anche l'attenzione verso l'interno, e a esprimere consapevolmente questi stati, aspettandosi una risposta

26 teoria della mente Raggiunge una precisa rappresentazione della
Arezzo, 16 giugno 2006 Raggiunge una precisa rappresentazione della risposta che può ottenere dai genitori, e orienta la sua comunicazione di conseguenza teoria della mente

27 In tutto questo, ha un posto centrale la
Arezzo, 16 giugno 2006 In tutto questo, ha un posto centrale la capacità di rispecchiamento (funzione riflessiva) da parte dei genitori Nel rispecchiamento, il genitore accentua, trasformandola,l'emozione o l'affetto che il bambino esprime.

28 Arezzo, 16 giugno 2006 Gioia “naturale” Gioia “marcata”

29 Arezzo, 16 giugno 2006 Paura “naturale” Paura “marcata”

30 Il rispecchiamento ha qualità di Non realismo Contingenza
Arezzo, 16 giugno 2006 Il rispecchiamento ha qualità di Non realismo Contingenza Disaccoppiamento (non è la VERA emozione della mamma) Porta a una rappresentazione di secondo ordine Porta all'internalizzazione degli stati affettivi attraverso l'ancoraggio a sé E' la base dei giochi di finzione (Gergely & Watson, 2004)

31 della competenza comunicativa.
Arezzo, 16 giugno 2006 Nel rispecchiamento ha una parte importante l'accompagnamento “sonoro”, le produzioni vocali verbali, preverbali e non verbali, che accompagnano la mimica, e che formeranno una parte importante della competenza comunicativa. Il rispecchiamento è anche la condizione della costruzione di un alfabeto degli affetti e degli stati del Sé e potenzia l'efficacia degli altri processi imitativi, che sono alla base dello sviluppo cognitivo.

32 Arezzo, 16 giugno 2006 Attraverso l'imitazione e la manipolazione si scoprono le dimensioni di uguale a e diverso da e si cominciano a costruire le categorizzazioni e ad attribuire qualità (alla fine del primo anno di vita) ----> dentro, fuori, sopra, sotto, pesante, leggero, caldo, freddo, uno, due, morbido, duro, bagnato, acqua...

33 Lo sviluppo cognitivo procede insieme allo sviluppo emotivo
Arezzo, 16 giugno 2006 Lo sviluppo cognitivo procede insieme allo sviluppo emotivo e della capacità di regolazione

34 Arezzo, 16 giugno 2006 La qualità delle relazioni - e in particolare la possibilità di sperimentare contingenza, sincronia, sintonia,attaccamento sicuro, rispecchiamento, comunicazione, vicinanza, reciprocità, ricchezza emozionale - ha numerosi effetti sullo sviluppo cerebrale, e in particolare sull'organizzazione del sistema limbico e sulla simmetria dell'attività dei lobi frontali.

35 NEUROBIOLOGIA INTERPERSONALE DELLO SVILUPPO MENTALE
Arezzo, 16 giugno 2006 In modo opposto, le esperienze traumatiche e di deprivazione /privazione, di assenza di “LIVE COMPANIONSHIP”, soprattutto se prolungate e precoci, influenzano lo sviluppo cerebrale RIFLESSIONE IMMAGINAZIONE EMPATIA CREATIVITÀ/GIOCO ↓▼↓ NEUROBIOLOGIA INTERPERSONALE DELLO SVILUPPO MENTALE

36 Arezzo, 16 giugno 2006 Model of interaction of environment, nutrition, parenting, and child characteristics on outcomes. : Lozoff et al., 1998.

37 Quale predittività? A breve, a medio a lungo termine
Arezzo, 16 giugno 2006 Quale predittività? A breve, a medio a lungo termine Child-rearing related disorders

38 Attaccamento disorganizzato- disorientato ▼
Arezzo, 16 giugno 2006 Attaccamento disorganizzato- disorientato Disturbi di personalità, dipendenze (Karlen Lyons-Ruth, 2003)

39 Depressione post-natale ▼ Disturbo dello sviluppo cognitivo
Arezzo, 16 giugno 2006 Depressione post-natale Disturbo dello sviluppo cognitivo Attaccamento insicuro o ambivalente a 18 mesi con maggior frequenza di disturbi del sonno, dell'alimentazione, della regolazione e dell'umore Disturbi della condotta a 5 anni e nell'adolescenza Difficoltà genitoriali da adulti

40 Disturbi del Comportamento alimentare ▼
Arezzo, 16 giugno 2006 Disturbi del Comportamento alimentare Disturbo dello sviluppo cognitivo Disturbo dell'Attaccamento Disturbo oppositivo in adolescenza Difficoltà di gestione dei conflitti

41 Il modello di cura sperimentato
Arezzo, 16 giugno 2006 Il modello di cura sperimentato nell'infanzia tende a essere riprodotto al momento in cui il bambino diventerà a sua volta genitore

42 IDENTIFICAZIONE PRECOCE TRATTAMENTO
Arezzo, 16 giugno 2006 QUALI INTERVENTI? PREVENZIONE IDENTIFICAZIONE PRECOCE TRATTAMENTO

43 interventi universali
Arezzo, 16 giugno 2006 PREVENZIONE: interventi universali interventi sociali: riduzione dell'abbandono scolastico, della disoccupazione educazione all'affettivita' e alla procreazione responsabile nell'adolescenza gruppi di preparazione al parto sostegno all'allattamento al seno

44 PREVENZIONE: interventi mirati
Arezzo, 16 giugno 2006 PREVENZIONE: interventi mirati Sostegno individuale, di coppia e di gruppo a popolazioni a rischio (in gravidanza): Donne con gravi conflitti familiari, esperienze di violenza, ecc. Famiglie o donne sole con gravi problemi economici Donne con problemi di depressione psicosi DCA dipendenza da sostanze Diagnosi prenatale di difetti fetali Previsione di parto pretermine Parto pre-termine Genitori di Neonati con danni o difetti congeniti

45 IDENTIFICAZIONE PRECOCE
Arezzo, 16 giugno 2006 IDENTIFICAZIONE PRECOCE Formazione specifica degli operatori dei servizi di salute di salute mentale dei servizi sociali dei servizi dell'area materno infantile dei servizi educativi per l'infanzia

46 Arezzo, 16 giugno 2006 TRATTAMENTO: Solo gli interventi su due generazioni sono efficaci-sempre genitori e bambini insieme: Psicoterapia prenatale-postnatale (DPN) Interventi di counseling e visita domiciliare (DPN,DCA,altri problemi di salute mentale) Interventi di gruppo (psicoterapia di gruppo genitori-infanti e auto-aiuto) Psicoterapia genitore-infante basata su modelli interpersonali dinamici manualizzati Video feed-back

47 TRATTAMENTO Le basi degli interventi che si sono dimostrati efficaci:
Arezzo, 16 giugno 2006 TRATTAMENTO Le basi degli interventi che si sono dimostrati efficaci: focus sulla dinamica della relazione nel momento contatto emotivo con le esperienze di accudimento nell'infanzia del genitore focus sulle sequenze di interazione positiva focus su emersione di mentalizzazione e riflessività Focus su capacità di riparazione degli errori di interpretazione delle comunicazioni dell'infante (goodenough parenting)

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