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Prosodia: i dati Dottorato di Ricerca in Linguistica

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Presentazione sul tema: "Prosodia: i dati Dottorato di Ricerca in Linguistica"— Transcript della presentazione:

1 Prosodia: i dati Dottorato di Ricerca in Linguistica
Giovanna Marotta Università di Pisa

2 Il progetto C.N.R. progetto di ricerca, finanziato dal C.N.R.
oggetto: l’intonazione in alcune varietà d’italiano regionale: - Toscana: - Siena (P. Sorianello) - Lucca (G. Marotta) - Roma e Bologna (A. De Dominicis) - Veneto e Friuli (C. Schirru) Pisa,

3 due sezioni: frasi isolate e testo; base: Antonio canta una canzone
Il progetto C.N.R. corpus comune, letto due sezioni: frasi isolate e testo; base: Antonio canta una canzone Pisa,

4 Il progetto C.N.R. diverse modalità: domanda, asserzione, negazione, comando, esortazione. Antonio canta una canzone? Antonio, canta una canzone! Antonio non canta una canzone. Antonio, non cantare una canzone! Pisa,

5 Il progetto C.N.R. Soggetti 10 M + 10 F studenti;
10 M + 10 F lavoratori. Però: compito di lettura difficile più del previsto per i lavoratori  la maggior parte delle registrazioni per questi parlanti sono state scartate. Pisa,

6 La ricerca Locutori: studenti universitari (20-30 anni);
5 maschi e 5 femmine; nati e vissuti a Lucca. Software: - WinPitch Multispeech Pisa,

7 I parametri Per ciascun enunciato:
valore di fo a inizio e fine dell’enunciato; massimi e minimo di fo; valori iniziale e finale di fo delle vocali toniche che realizzano tono accentuale (= TA); durata totale dell’enunciato; durata delle vocali toniche con TA. Pisa,

8 L’asserzione Intonazione non marcata
- movimento discendente progressivo - discesa di fo (< caduta della pressione ipoglottidale) - declination line = tratto tipico Ma le lingue possono differire nella collocazione del minimo di fo. Pisa,

9 Differenze Lucca: il minimo di fo è raggiunto prima della fine dell’enunciato; Siena: il minimo di fo si trova alla fine dell’enunciato ==> tratto tipico dell’intonazione locale, percepibile ad orecchio: piccola escursione tonale tra la penultima e l’ultima sillaba. Pisa,

10 Pisa,

11 Pisa,

12 Pisa,

13 La domanda Tratto distintivo della domanda =
una salita del contorno intonativo nell’ultima parte dell’enunciato. Ma le lingue differiscono in rapporto alla collocazione del profilo ascendente: - ultima sillaba; - prima dell’ultima sillaba. Pisa,

14 La domanda totale Canepari (1985; 1986):
movimento ascendente sulla sillaba finale per l’italiano e le varietà regionali. Canepari (1992: 204): ‘in parecchie zone sparse d’Italia, il movimento tipico non è ascendente, ma ascendente-discendente’. Pisa,

15 (Endo & Bertinetto 1997, Contini 1971; 1983; Schirru 1982, Rossi 1998)
La domanda totale Sillaba finale ascendente: Milano, Padova, Liguria, Emilia, Sardegna, Salento settentrionale (Endo & Bertinetto 1997, Contini 1971; 1983; Schirru 1982, Rossi 1998) Pisa,

16 La domanda totale Salita di fo sull’ultima $ tonica
Contorno terminale discendente varietà meridionali di Bari, Napoli, Palermo, Cosenza, Salento meridionale (Maturi 1988, Caputo 1994, Grice & Savino 1995, Grice 1995, Sorianello 2001, Romano 2001) varietà parlata nella valle d’Aosta (Cogne) (Roullet 1998). Pisa,

17 Siena Siena: contorno terminale ascendente,
preceduto da un movimento discend. Pitch Accent = (A+B)* Phrase Accent = A- Boundary Tone = A% Idem a Firenze: Avesani 1995, Firenzuoli 2000 Pisa,

18 Pisa,

19 Siena BC-SI-F- [i rba sta gn nea] Locutrice F,
fo iniziale 243 Hz fo finale 225 sull’ultima sillaba: escursione di 55 Hz Pisa,

20 Pisa,

21 Siena EG-SI-M- [] Locutore: M,
fo iniziale 109 Hz fo finale 135 Hz sull’ultima sillaba: escursione di 40 Hz Pisa,

22 Lucca Lucca: contorno terminale discendente, preceduto da un movimento ascendente sull’ultima sillaba tonica. Pitch Accent = (B+A)* Phrase Accent = B- Boundary Tone = B% Idem a Pisa (tesi di E. Sardelli 1998). Pisa,

23 Pisa,

24 Pisa,

25 Pisa,

26 Lucca I profili intonativi identificati come tipici
sono maggioritari, ma non esclusivi. a Lucca, si può avere anche la risalita finale, ma questo modello è minoritario, e sembra essere correlato ad un maggiore grado di formalità. Es. di contorno ascendente sull’ultima sillaba dell’enunciato: Pisa,

27 Pisa,

28 Lucca TA B+A è associato con l’ultima sillaba accentata dell’enunciato
anticipazione o ritardo del tono accentuale in rapporto alla posizione dell’accento di parola ==> differenza tra parole proparossitone e parole ossitone. Pisa,

29 Pisa,

30 Pisa,

31 Accento finale Anche a Siena la sillaba accentata finale di parola mostra la risalita di fo ma qui è la regola per la domanda; cfr. Boundary Tone H% Pisa,

32 Pisa,

33 La marca interrogativa
La marca prosodica dell’interrogativa polare (= salita di fo), è situata sull’ultima sillaba dell’enunciato nell’italiano toscano centrale sull’ultima sillaba tonica dell’enunciato nell’italiano toscano nord-occident. Pisa,

34 Due modelli toscani Per la domanda totale, in Toscana
due macro-zone, almeno : centrale (Siena e Firenze) occidentale (Pisa, Livorno e Lucca). ?? Altre zone?? Altri modelli tonali ?? ==> scopo finale: Atlante Prosodico della Toscana Pisa,

35 Domande Wh non c’è un unico modello
distribuzione dei TA è regolata da: lunghezza dell’enunciato; tipo di morfema interrogativo; segnali di forza illocutoria. Pisa,

36 A Lucca, come anche a Siena come a
Wh- senza TA A Lucca, come anche a Siena come a assenza frequente di tono accentuale sull’elemento interrogativo. enunciato breve = 1 TA su wh o su Vb enunciato lungo = 1 TA su wh o su Vb + 1 TA sull’ultima sillaba Pisa,

37 Pisa,

38 Dove TA A è allineato con wh,
con $ accentata (a livello di parola), ma ai livelli superiori nell’albero metrico ‘$ > debole. ==> focus su wh, accento sul verbo TA nucleare : H + L* | | do v’è Pisa,

39 chi Lo stesso elemento wh- può avere diverso PA.
• chi può essere nella stessa frase: - clitico - accentato = focus Es. chi in Chi canta una canzone? NB: diverso tono di confine finale: H% versus L% Pisa,

40 Pisa,

41 Pisa,

42 Pisa,

43 Che molto breve (48 msec.); senza TA;
clitico. TA = B* sulla sillaba tonica della forma verbale finale Tono di confine : B% Pisa,

44 Pragmatica TA Alto sul focus dell’enunciato
==> deaccentazione melodica sull’elemento wh- Segnali di forza illocutoria attirano il TA pronomi deittici (te) avverbi (ora) Pisa,

45 Pisa,

46 Pisa,

47 Wh- senza TA Lucca: 39% del parlato letto 60% del parlato spontaneo
- chi e che: atoni MA perché: sempre con TA picco sulla vocale accentata Pisa,

48 Pisa,

49 Sintassi I sintagmi interrogativi wh-
sono interessanti anche in sintassi. teste funzionali periferia sin. della frase ricca posizione strutturale di wh- Pisa,

50 Poletto 2000 Diversi morfemi wh- (Poletto 2000):
diversi SpecC per diversi elementi wh- Friulano: la posizione di wh- può variare a seconda del tipo di wh-. ==> classi differenti per wh. Pisa,

51 Gerarchia sintattica :
Poletto 2000 Gerarchia sintattica : Forte Debole dulà sé, co do ‘dove’ ‘cosa, come’ ‘dove’ Pisa,

52 Cardinaletti & Starke 1999 Classificazione tripartita dei pronomi:
elementi forti (It. lui) elementi deboli (loro) elementi clitici (gli) Gli elementi forti e deboli occupano posizioni XP a livello di S-structure. I clitici occupano solo posizioni X° Pisa,

53 Lucca Con riferimento a Cardinaletti & Starke (1999) che : clitico cfr. differenza tra che e che cosa? assenza di Rafforzamento Fonosintattico dopo che, se clitico - chi, come: elementi deboli perché: elemento forte Pisa,

54 Perché Perché diversa struttura interna rispetto agli altri wh-Benincà & Salvi (1988), Rizzi (2001) non argomentale = aggiunto occupa una posizione strutturale più alta nella gerarchia sintattica. diversa posizione rispetto a wh- ordinari. Pisa,

55 Inversione Inversione obbligatoria per wh-items:
Che cosa fa Luca? *Che cosa L.(...) Dove è andato Luca? * Dove L. (...) Chi ha visto Luca? * Chi L. (...) Come sta Luca? * Come L. (...) MA: - Perché Luca è andato via? - Perché è andato via Luca? Pisa,

56 Rizzi 2001 Perché può cooccorrere con focus:
‘Perché QUESTO avremmo dovuto dirgli?’ NB: l’ordine è fisso: l’elemento focalizzato non può precedere perché elementi wh- ordinari sono incompatibili con un elemento focalizzato nelle domande, perché si muovono nella posizione di Spec di FOC Pisa,

57 Rizzi 2001 Due diverse posizioni strutturali: INT, più alta
FOC, più bassa Tutti wh- occupano una posizione Spec, • perché = ‘merged’ direttamente in Spec di INT • altri wh-items = posizione interna a IP, poi risalgono a Spec di una funzionale testa (tipicamente FOC) Pisa,

58 Sintassi e prosodia stretta interazione tra sintassi e prosodia Nella varietà di italiano parlato a Lucca, la selezione del TA nelle domande aperte (wh-questions) dipende crucialmente dallo statuto sintattico dell’elemento wh- Pisa,

59 TA in wh-questions • elemento wh- forte: A* o A*+B; • elemento wh- debole: B*+A; • elemento wh-clitico: A* or A*+B sul verbo seguente; altrimenti, B* su ‘$ finale Pisa,

60 Conclusioni Importanza degli studi sulla prosodia regionale
Importanza degli studi delle varietà regionali  nella stessa regione (Toscana), differenze notevoli Necessità di continuare su questa linea di ricerca. Pisa,

61 Sulla percezione dei tratti prosodici
Pisa,

62 Introduzione Scarsità degli studi percettivi sul versante soprasegmentale LADD (1996), Intonational Phonology: Teoria AM = rappresentazione formale Nessun capitolo dedicato a percezione THOMAS (2002): ritardo nell’utilizzo della fonetica sperimentale negli studi sulla percezione della variazione linguistica. Pisa,

63 Introduzione EPPURE : rilevanza della prosodia sul piano comunicativo
priorità degli aspetti intonativi nell’acquisizione di L1 ruolo dei tratti prosodici nella percezione dell’accento ‘straniero’ (sia in varietà di L1 che tra L1 e L2) Pisa,

64 Introduzione Scarsità degli studi percettivi ANCHE sul versante segmentale Ad es. vi sono soltanto pochi studi di carattere sociofonetico su come vengono percepiti dai parlanti certi allofoni specifici di alcune varietà; dialettologia percettiva (cf. Convegno di Bardonecchia) cfr. negli States, studi di Labov sull’Afro-American English. Pisa,

65 Introduzione Capitolo dedicato alla percezione nel Handbook of Phonetic Sciences: Pochi articoli Pochi dati sperimentali Poche ipotesi interpretative Pisa,

66 Introduzione Italia: notevole ritardo negli studi percettivi
Atti SLI (1988), dedicati al ricevente = neppure un intervento di fonetica Atti SLI (1997), art. di Albano Leoni et al., Percezione, categorizzazione, riconoscimento di vocali italiane naturali e sintetiche Pisa,

67 Perché ? Albano Leoni (2001), Riv. Ling.:
natura interiore e invisibile della percezione esterno vs. interno tradizione di studi di fonetica articolatoria il ricevente è ‘secondario’ rispetto al parlante   Pisa,

68 Introduzione Percezione olistica vs. lineare
Es. segnale stradale di divieto di accesso: percezione olistica, nello spazio; enunciati orali: si sviluppano linearmente, nel tempo. Contrasto classico tra: Percezione visiva: olistica, nello spazio; Percezione uditiva: lineare, nel tempo; Percezione visiva, per il lggio scritto, nel tempo e nello spazio. Pisa,

69 Introduzione MA: tendenza a ricomporre l’unità, l’intero
(=unità di senso) nell’udito e nel visto Interazione tra i due piani percettivi Pisa,

70 Introduzione Da lineare a olistico:
Es. di ricomposizione olistica per unità di senso: priming lessicale: i primi suoni di una parola ascoltata o le prime lettere di una parola scritta sono sufficienti per il riconoscimento; - solo alcune consonanti si mantengono, mentre le vocali sono cancellate  percezione OK Da olistico a lineare: ES. scomposizione dei tratti costitutivi di un segnale stradale   Pisa,

71 Psicoacustica Studi di psicoacustica tesi a individuare
le soglie di percettibilità le minime differenze nei parametri fisici che possono essere discriminate dai soggetti. MA gli stimoli di norma NON sono linguistici, MENTRE è probabile che il nostro orecchio si sintonizzi in modo specifico quando ascolta il parlato, per cui l’analogia con l’ascolto di toni puri o altro potrebbe non funzionare. Pisa,

72 Psicoacustica la capacità discriminatoria del valore fisico di F0, corrispondente alla tonalità sul versante percettivo, diminuisce nel caso di suoni linguistici rispetto ai toni puri diminuisce con stimoli dinamici rispetto a stimoli stabili (cf. House 1990; Moore 1997, Handb. Ph.S.) Pisa,

73 Psicoacustica Uso di materiali non linguistici è problematico:
Reiterant Speech: il ‘senso’ viene cmq aggiunto dal parlante Logotomi: idem  Utili strumenti di analisi, ma solo se confermati da quanto accade con la Lingua Pisa,

74 Problema metodologico
nei test percettivi, massima attenzione a COME si formula la richiesta come possiamo controllare che la risposta del soggetto non sia casuale? specialmente in caso di test lunghi, i soggetti possono dare risposte casuali, quindi non affidabili. Pisa,

75 Problema teorico Percezione è un processo categoriale ?
Sempre e soltanto categoriale? In particolare, in ambito prosodico, esistono categorie prosodiche oppure solo continua ? Es. accento lessicale in italiano: categorico! Ma l’intonazione in lingue non tonali?? Pisa,

76 Problema teorico Intonazione è fenomeno
analogico o discreto? continuo o categoriale? se analogico e continuo  percezione olistica  modello per movimenti favorito se discreto, categorialepercezione lineare  modello per livelli favorito Pisa,

77 Problema teorico House: livelli o movimenti ??
Esperimenti percettivi su vocali e sillabe Entrambi i modelli sono necessari:  Livelli tonali in presenza di C [-son] che interrompe la curva di F0  Movimenti in presenza di sonorità e di lunghezza vocalica > 200 msec. Pisa,

78 Dati italiani Dati relativi all’italiano ed alle sue varietà
sono essenzialmente riconducibili a due aree di ricerca, corrispondenti a due finalità differenti: studi sui tratti prosodici che contribuiscono all’identificazione del parlante (Interlandi, Marotta & Sardelli, Boula de Mareuil & Marotta); studi sulla percezione delle categorie prosodiche fonologiche (cf. D’Imperio, Gili Fivela, etc.) Pisa,

79 Interlandi 2004 Intonazione = indice geoprosodico
Torinese: frasi interrogative polari con broad focus, l’andamento tipico prevede: allungamento dell’ultima vocale accentata con suo ‘sdoppiamento’ bitonalità della medesima vocale tonica profilo complesso = discendente-ascendente    allungamento dell’ultima vocale atona    profilo ascendente sull’ultima vocale atona. Pisa,

80 Interlandi 2004 Test percettivi di identificazione
Stimoli uditivi: frasi interrogative Compito: identificazione degli stimoli come piemontesi o non piemontesi Soggetti: 45, di cui 26 torinesi DOC Risultati: i soggetti, sia nativi che non, sono in grado di discriminare tra cadenze piemontesi e non piemont. (75%). Pisa,

81 Marotta, Calamai & Sardelli
Studi sul toscano sul versante acustico: maggiore lunghezza e maggiore modulazione del pisano-livornese rispetto al lucchese o fiorentino Quale rapporto tra lunghezza vocalica e modulazione di frequenza? sia sul piano della produzione che su quello della percezione Pisa,

82 Pisano-livornese La varietà di italiano parlata a Pisa e a Livorno appare caratterizzata da alcuni tratti fonologici specifici, sia segmentali che prosodici, anche rispetto ad altre varietà toscane Tratto-bandiera: abbassamento delle vocali medio-basse /E/ e // Percezione più netta per il versante anteriore Laterale velare in posizione di Coda sillabica Maggiore modulazione di frequenza Pisa,

83 Sulla durata vocalica Giannelli (2000) e Canepari (1983; 1999):
nella varietà pisano-livornese V + lunghe. Marotta e Sardelli (2003): in parlato letto, la vocale medio-bassa anteriore risulta più modulata della corrispondente senese. Calamai (2003): tutte le vocali toniche pisane sono significativamente più lunghe rispetto alle controparti fiorentine, ma soprattutto E. Pisa,

84 PISANO Un tratto fonologico non ancora messo in evidenza, ma rilevante, riguarda la modulazione di frequenza, che appare particolarmente marcata nel parlato pisano e livornese, soprattutto a livelli diafasici bassi. Pisa,

85 ..”a destra e poi di sotto”..
Pisa,

86 L’ipotesi verificare, su base acustica, l’ipotesi relativa ad una maggiore escursione di f0 nel vocalismo tonico della varietà pisana. Ma le vocali accentate possono essere più o meno prominenti  focus sul contrasto ‘V[+Pr] vs. ‘V[-Pr] Pisa,

87 Prominenza Varie proposte: Modello metrico  DTE
“a local degree of stress or emphasis” (Liberman & Pierrehumbert 1984: 157) escursione tonale = indice basilare per la prominenza (‘t Hart 1981) Pisa,

88 Prominenza Salienza percettiva
FUNZIONALE: marca la tipologia frasale e la qualità dei confini INFORMATIVA: di focalizzazione semantica di un determinato elemento RITMICO-METRICA: insieme di restrizioni e regole che, in funzione della distribuzione della durata segmentale, gestiscono la scansione del parlato. Pisa,

89 L’indagine sperimentale
Parlanti: 3 maschi (2 PI + 1 FI di controllo) Materiale sonoro: Map Task (Progetti AVIP-API): INF A03_P, ING B03_P, ING B01_F Vocali analizzate per ogni parlante: INF di A03_P: [46 prominenti, 48 non prominenti]; ING di B03_P: 154 [56 prominenti, 98 non prominenti]; ING di B01_F: 136 [59 prominenti, 77 non prominenti] Totale entrate vocaliche (STUDIO-PILOTA) Pisa,

90 Parametri acustici Per ogni vocale: 1) durata totale;
2) f0 iniziale e finale; 3) f0 max e f0 min; 4) f0 iniziale, mediana e finale della porzione stabile; 5) escursione in Hz e ST Pisa,

91 Risultati VOCALI NON PROMINENTI
Parte stabile Rispetto a Firenze, Pisa: Tot. V  -0,23 ST a  -0,26 ST E  -0,05 ST e  +0,45 ST i  -0,05 ST O  -0,41 ST o  -0,17 ST u  +0,72 ST Intera vocale Rispetto a Firenze, Pisa: Tot. V  +0,29 ST; +5 ms a  +0,57 ST; +13 ms E  -0,3 ST; +4 ms e  -1,17 ST; +13 ms i  -0,32 ST; -7 ms O  +0,46 ST; +21 ms o  -0,42 ST; -6 ms u  +0,7 ST; +6 ms Pisa,

92 Risultati VOCALI PROMINENTI
Parte stabile Rispetto a FI, PISA: Tot V  +0,75 ST a  +0,17 ST E  +1,16 ST <-- e  +1,04 ST i  +1,14 ST O  +1,03 ST o  -0,59 ST u  +1,49 ST Intera vocale Rispetto a FI, PISA: Tot V  +1,57 ST; +48 ms a  +1,6 ST; +24 ms E  +2,56 ST; +58 ms <-- e  -0,32 ST; +74 ms i  +1,7 ST; +25 ms O  +1,13 ST; +78 ms o  +0,08 ST; +26 ms u  +1,7 ST; +97 ms Pisa,

93 Risultati – In locutore
Intera vocale – Pisa (V) Prominenti vs. non prominenti: Tot V  +2,34 ST; +74 ms a  +2,47 ST; +60 ms E  +3,22 ST; +91 ms e  -0,63 ST; +92 ms i  +2,42 ST; +41 ms O  +1,56 ST; +92 ms o  +2,76 ST; +56 ms u  +1,04 ST; +109 ms Intera vocale – Firenze (V) Prominenti vs. non prominenti: Tot V  +1,06 ST; +31 ms a  +1,44 ST; +49 ms E  +0,36 ST; +38 ms e  -0,86 ST; +32 ms i  +0,4 ST; +9 ms O  +0,89 ST; +35 ms o  +2,26 ST; +27 ms u  +0,67 ST; +18 ms Pisa,

94 Conclusione Le differenze di durata e di escursione in ST sono rilevanti nelle parole prominenti, NON sono rilevanti nelle parole non prominenti È la prominenza la chiave di volta per: la modulazione di f0; la durata; il grado di apertura nelle vocali ‘bandiera’ del pisano-livornese. Pisa,

95 Per il futuro L’indagine va estesa in:
diatopia (il parlato di Livorno modula ancora di più di quello di Pisa?) diastratia nella città di Pisa (modulazione come marker sociolinguistico?) analisi percettiva !! Pisa,

96 Calamai SULLA PERCEZIONE DEI CONFINI VOCALICI IN TOSCANA
Stimoli sintetici: coppie minime Es. pE/esca; b/otte; pa/prco; a/ Estro, etc. Soggetti: parlanti giovani di FI, PI, LI Test percettivo di identificazione Pisa,

97 Timbro vocalico Risultati
dati relativi all’asse posteriore sono più limpidi rispetto a quanto emerge per l’asse anteriore l’opposizione Firenze versus Pisa e Livorno appare evidente nei confini /a/ – /O/, /O/ – /a/ e /O/ – /o/ Contro-intuitivo, dal momento che la vocale ‘bandiera’ per PI-LI è /E/ e non /O/ Pisa,

98 Timbro vocalico limiti del materiale sintetico utilizzato
limiti di un paradigma a risposte forzate il materiale utilizzato e l’architettura sperimentale sono in grado di influenzare sia le risposte, sia il processo di categorizzazione dell’ascoltatore  opportuno ripetere il test con altra procedura Pisa,

99 Lunghezza vocalica Lunghezza vocalica (= tratto prosodico)
come indice sociofonetico Allungamento vocalico ‘eccessivo’ quale marca di toscano nord-occidentale in Toscana Pisa,

100 Valutazione della durata
Materiali sonori (soggetti pisani): Sì, verso la destra, sì… (F1: 553, F2: 1630, ms: 173, ST: 3,52) Sì, la faccio a destra… (F1: 587, F2: 1645, ms: 142, ST: 1,4) Tipo, non lo so, se ho fame, una pasticceria… (F1: 583, F2: 1112, ms: 223, ST: 2,95) Pisa,

101 Lunghezza vocalica Sì, verso la destra, sì…
Livorno Firenze Pisa La maggiore lunghezza vocalica  indice di livornesità Pisa,

102 Lunghezza vocalica La maggiore durata della vocale tonica nella parola prominente è sempre indice di livornesità; la minore durata della vocale tonica nella parola prominente non è indice di fiorentinità a Pisa, lo è talvolta a Livorno, lo è sempre a Firenze Pisa,

103 Lunghezza vocalica /E/ e /O/ = comportamenti simili
Tuttavia i risultati sono più chiari per /E/ che per /O/  Nel parlato spontaneo, /E/ è vocale più ‘bandiera’ di /O/ Pisa,

104 Varietà italiane Anche in altre varietà italiane, non toscane, i parametri prosodici di modulazione di frequenza e durata sono rilevanti per identificare la provenienza geografica del parlante Es. molte varietà meridionali presentano vistosi allungamenti, con dittongazione vocalica (es. catanzarese, palermitano) Pisa,

105 Intonazione e varietà italiane
Tratto fortemente rappresentativo di varietà italiane distinte sul piano diatopico (profili e escursione F0) Intonazione ‘tipica’ rappresenta uno dei tratti più resistenti e meno sottoposti al controllo consapevole da parte del parlante Parametri rilevanti: Intonazione Ritmo Qualità vocale Pisa,

106 Varietà italiane I parametri prosodici possono essere utilizzati per lo sviluppo di un sistema di riconoscimento diatopico del parlante Individuare le marche prosodiche tipiche Assegnare loro una salienza graduata  Algoritmo capace di assegnare una produzione fonetica ad una varietà esclusivamente su base prosodica Pisa,

107 Marotta & Sardelli 2006 Corpus CLIPS:
Un primo tentativo di discriminazione tra tre diverse varietà di italiano parlato: ROMA MILANO CATANZARO Corpus CLIPS: 6 parlanti M per varietà diverse tipologie frasali Pisa,

108 ROMA: contesto interrogativo
Pisa,

109 MILANO: assertive Pisa,

110 CATANZARO: y-n questions
Pisa,

111 CORPUS Analisi manuale (1768 files)
Per ogni unità prosodica e relativa tipologia frasale: - escursione melodica dei movimenti distintivi e salienti; - range melodico; - valore minimo di F0; - valore finale di F0; - durata della vocale tonica prominente (ove non corr. alla nucl.); - durata della vocale tonica nucleare; - durata della vocale atona finale. Pisa,

112 Yes-No questions Roma Milano Catanzaro Movimento Scaling 3,6 1,4
3, ,4 5, ,2 5, ,6* Pitch Range 6,63 8,84 9 Fo min 107 93 110 Fo fin 121 114 117 Durata V' 112 109 138 ToBI H*+L H% H+L* H% (H+L)* S% Pisa,

113 Allineamento PA-sillaba nucleare in y-n questions
H+L* H% Milano (H+L)* S% Catanzaro 50% H*+L; H*; H*+L H% Roma MI CZ RM ‘Vocale nucleare Pisa,

114 Categorie prosodiche Prospettiva dipendente dalla teoria
Categoria di allineamento dei PA in teoria AM Gili Fivela Sardelli Pisa,

115 Varietà romana SARDELLI Manipolazione del contorno di F0
Test percettivi con soggetti nativi e non un diverso allineamento nell’ambito della sillaba prominente modifica la tipologia frasale: H*+L = domanda polare H+L* = affermazione Pisa,

116 Sull’accento straniero
Ruolo dei tratti soprasegmentali nella percezione dell’accento straniero. NB Lo straniero è identificato dal suo ACCENTO straniero sia per L2 che per le varietà regionali di una stessa lingua Pisa,

117 Sull’accento straniero
Scarsissimi gli studi sul ruolo della prosodia nella percezione dell’accento straniero Studi di L2: concentrati sui segmenti Es. Flege, Speech Learning Model: - Similarità fonetica Acquisizione fonemica Nessun riferimento alla prosodia Pisa,

118 Sull’accento straniero
Prosodia potrebbe essere prioritaria maggiore plasticità della melodia [LADD] caratteristiche prosodiche di L1 sono acquisite molto precocemente dai bambini, assai prima del lessico [RAMUS] persistenza di tratti prosodici di L1 in apprendimento di L2 Pisa,

119 Sull’accento straniero
Tratti prosodici, in quanto più precoci, dovrebbero ‘fissarsi’ prima, meglio e più rigidamente nella ‘competenza’ dei parlanti Anche a livelli ottimi di competenza su L2, i parlanti presentano la ‘sindrome’ dell’AS  Prosodia è spesso una ‘spia’ di AS Pisa,

120 Sull’accento straniero
Quale è il ruolo dei tratti prosodici nell’identificazione di un parlante? Ruolo basico o sussidiario? Come separare i due piani a livello di test percettivo?  Sintesi TTS (text-to-speech) Pisa,

121 Boula de Mareuil & Marotta 2004
14 frasi italiane e 14 frasi spagnole Es. ha visto la casa del Presidente americano Variabili segmentali: /E/e, r , s , d/, etc. Variabili prosodiche: durata segmentale PA e Toni di Confine Pisa,

122 Stimoli Sintesi per difoni (cf. Boula de Mareuil)
Modifica dei parametri di durata e F0 Incrocio dei parametri prosodici sulle 2 L  frasi Lx Segmenti e prosodia originali Segmenti originali + prosodia Ly Pisa,

123 Il test 20 soggetti per ciascuna lingua test a scelta multipla:
Italiano con accento Italiano Italiano con accento Spagnolo Spagnolo con accento Spagnolo Spagnolo con accento Italiano Pisa,

124 Risultati Soggetti sia italiani che spagnoli: solidarietà tra parametri facilita la discriminazione Ital. con accento Ital. – Spagn. con accento Spagn. MA l’incrocio delle variabili mostra la maggiore rilevanza della prosodia Ital. con accento Spagn. = percepito come spagnolo Spagn. con accento Ital. = percepito come italiano Pisa,

125 Grazie ! Pisa,


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