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Il viaggio del Beagle (27/XII/ /II/1836)

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Presentazione sul tema: "Il viaggio del Beagle (27/XII/ /II/1836)"— Transcript della presentazione:

1 Il viaggio del Beagle (27/XII/1831 - 02/II/1836)
De Rerum Natura La schiavitù La geologia e il tempo profondo Le Galapagos L’ecologia Gli atolli

2 Partenza! Dopo essere stati respinti due volte da un forte vento di sud-ovest la nave di Sua Maestà Beagle, un brigantino con 10 cannoni comandato dal Capitano FitzRoy, salpò da Davenport il 27 dicembre 1831. Gli scopi della spedizione: completare il rilevamento cartografico dell’Amazzonia e della Terra del Fuoco rilevare le coste di Cile, Perù e di alcune isole del Pacifico eseguire una serie di osservazioni cronometriche attorno al mondo

3 Il percorso

4 Le prime meraviglie: l’arcipelago di Capo Verde
C’era nell’aria una polvere molto fine, quasi impalpabile, tanto che l’atmosfera era generalmente fosca. A 300 miglia dalla costa trovammo sul ponte della nave particelle di pietra di dimensione inferiore a 3 centesimi di mm quadrato. Dopo questo fatto non ci si può sorprendere della diffusione delle spore delle crittogame, che sono molto più leggere e più piccole di questa particelle.

5 Ancora meraviglie Arrivati a Bahia le giornate trascorrevano deliziosamente. La parola delizia è però debole per esprimere i sentimenti di un naturalista che ha passeggiato per la prima volta in una foresta brasiliana. Era facile specificare i singoli oggetti di ammirazione del grande scenario. Impossibile però dare un’idea adeguata della profondità dei sensi di meraviglia, stupore e devozione che riempiono ed elevano la mente.

6 La madre di tutte le cose
Seduto sulla rive del fiume, consideravo che tutti quei ciottoli, innumerevoli come i granelli di sabbia nel deserto, si erano originati dalla lenta caduta di massi di roccia sulle antiche linee di costa e sulle rive dei fiumi e che questi frammenti erano stati rotti in pezzi più piccoli, e che ognuno di essi era poi lentamente rotolato, si era arrotondato ed era stato trasportato lontano. La mente non poteva che rimanere stupefatta pensando alla lunga quantità di tempo assolutamente necessaria per questo lavoro.

7 Riflessione 1: continueremo a esserci?
Nessun fenomeno, nella lunga storia del mondo, è così sorprendente come i vasti e ripetuti stermini dei suoi abitanti. Tuttavia, noi non riflettiamo mai abbastanza su quanto siamo profondamente ignoranti sulla condizioni di vita di ogni animale. Sappiamo che gli aumenti troppo rapidi di ogni specie sono costantemente ostacolati; e che alcune specie diventano dapprima rare e poi si estinguono. Inoltre, possiamo raramente dire con certezza per ogni data specie, quale sia la natura degli ostacoli. Quindi, perché dobbiamo stupirci tanto che la rarità sia portata fino all’estinzione?

8 Paese che vai … La venda è un cortile dove mangiano i cavalli. Quando arrivavamo, toglievamo la sella ai cavalli e chiedevamo con un profondo inchino al senhor di darci qualcosa da mangiare. “Tutto ciò che volete” era la sua abituale risposta. Le prime volte ringraziavo il cielo per averci condotto da un uomo talmente buono e chiedevamo: “potete darci un po’ di pesce?” “Oh no, signore!” “Minestra?” “No, signore”. “Pane?” “No, signore”. “Carne secca?” “No, signore”. Se eravamo fortunati dopo un paio d’ore ottenevamo polli, riso e farinha. Non di rado dovevamo uccidere noi a sassate il pollame. Se, sfiniti dalla fame, chiedevamo la cena, la risposta era: “Sarà pronta quando sarà pronta”.

9 Cultural divide Mi avvidi presto di possedere due o tre oggetti (specialmente la bussola da tasca) che suscitavano un’infinita meraviglia. Il fatto che io, perfettamente straniero, conoscessi la strada per luoghi dove non ero mai stato suscitava la più viva ammirazione. Se grande era la loro sorpresa, la mai era ancora maggiore nel riscontrare una tale ignoranza in persone così ricche. Mi chiedevano se è il sole o la terra che si muovono, se al nord faceva più caldo o più freddo, dove fosse la Spagna. Avevo con alcuni zolfanelli che accendevo mordendoli: sembrava un fatto meraviglioso. Anche il fatto che mi lavassi la faccia al mattino suscitava grandi discussioni.

10 La schiavitù Corsi il rischio di di essere testimone oculare di uno di quei fatti atroci che possono accadere solo in un paese di schiavi. In seguito a una disputa un proprietario stava per portare via tutti i bambini e le donne agli schiavi maschi, per venderli al pubblico incanto. Solo l’interesse, e non un sentimento di compassione, impedì quest’azione. Non credo che questo atto potesse presentarsi alla sua mente come inumano, anche se sono certo che in fatto di umanità e buoni sentimenti era superiore alla media degli uomini.

11 La schiavitù Il 19 agosto lasciammo finalmente le spiagge del Brasile: grazie a Dio non visiterò mai più un paese di schiavi. Ho visto strumenti per schiacciare le dita alle schiave; ho abitato in una casa dove il maggiordomo mulatto ogni giorno e a ogni ora era insultato, battuto e perseguitato in modo tale da avvilire anche il più basso animale; ho visto un ragazzo di 6/7 anni colpito tre volte con una frusta sul capo prima che potessi intervenire perché mi aveva portato un bicchiere di acqua non del tutto pulita. Ho sentito parecchie persone così accecate dalla costituzionale allegria del negro da parlare di schiavitù come di un male tollerabile.

12 Lo sterminio degli Indios
Vidi partire un gruppo di soldati 200 simili a banditi per una spedizione contro una tribù di 110 Indiani che furono tutti presi o uccisi, perché i soldati uccidono chiunque. Tutte le donne che dimostravano di avere più di 20 anni erano uccise a sangue freddo. Quando osservai che ciò mi sembrava inumano, mi risposero: “Che fare? Sono così prolifiche!”. Tutti erano convinti che fosse una guerra giusta, condotta contro dei barbari. Chi crederebbe che tali atrocità possano essere commesse nella nostra epoca, in un paese civile e cristiano?

13 Dalla parte del Sistema?
Sentii parlare di uno scontro tra le truppe e una tribù di Indiani. Quando i soldati li trovarono ne uccisero 20 o 30. Il cacicco, però, sfuggì in un modo che stupì tutti. I capi Indiani hanno sempre uno o due cavalli scelti, sempre pronti per ogni evenienza. Il cacicco saltò su uno di questi, prendendo il suo bambino. Per evitare di essere colpito cavalcava nel modo particolare della sua nazione, con un braccio attorno al collo del cavallo e una gamba soltanto sul suo dorso. Gli inseguitori dispiegarono ogni sforzo nella caccia, ma tutto fu vano. Che bel quadro possiamo immaginarci: la bronzea e nuda figura del vecchio con il suo bambino, cavalcante sopra un cavallo bianco, lasciandosi indietro la schiera dei suoi inseguitori.

14 Spagna vs Inghilterra Il comandante della nave che doveva riportarci al Beagle mi era stato descritto come un hombre muy aflicto. Era un vecchio Spagnolo che si trovava da anni nel Paese. Manifestava grande simpatia per gli Inglesi, ma sosteneva scioccamente che la battaglia di Trafalgar era stata vinta solamente perché tutti i capitani spagnoli erano stati comprati e che la sola azione coraggiosa era stata fatta dall’ammiraglio spagnolo. Mi colpì come caso caratteristico che quest’uomo preferisse che i suoi compatrioti potessero essere supposti traditori, piuttosto che inabili o codardi.

15 I rapporti con gli animali
Gli animali in queste regioni sono così abbondanti che umanità e interesse non vanno di pari passo e temo che la prima sia scarsamente conosciuta. Un giorno, mentre cavalcavo nelle pampas con un estanciero, il mio cavallo restava indietro essendo stanco. L’uomo mi invitava a spronarlo: gli feci notare che non lo facevo perché era sfinito. “Perché no? – gridò – Non importa, il cavallo è mio!”. Ebbi un po’ di difficoltà a fargli capire che era per il cavallo, e non per lui, che non volevo usare gli speroni. Egli esclamò, con sguardo di grande meraviglia: “Ah, Don Carlos, que cosa!”. Era chiaro che una simile idea non gli era mai passata per mente.

16 Rule, felix Britannia Si commettono molti furti e omicidi: è doloroso quante vite umane siano sacrificate per futili litigi. A Mendoza chiesi a due uomini perché non lavorassero: uno mi rispose con serietà che le giornate erano troppo lunghe; l’altro che era troppo povero. Polizia e tribunali sono un modello di inefficienza. Se un povero commette un omicidio ed è preso, sarà arrestato e forse fucilato: ma se è un ricco e ha amici se la caverà. La sensualità, la derisione di ogni religione e la più grande corruzione sono tutt’altro che rare. Parecchi ufficiali dell’esercito non sanno né leggere, né scrivere, tuttavia sono accolti in società alla pari. Si deve riflettere sull’educazione ricevuta dalla loro madre snaturata, la Spagna. False marche da bollo vendtue, Le 5 sterline pagate per fare arrestare un truffatore

17 Riflessioni 2: individui o società di individui?
Citerò il caso della Virgularia Patagonica: sono animali che vivono in vaste colonie. Ognuno di questi polipi, sebbene strettamente uniti ai suoi fratelli, ha una bocca, un corpo e tentacoli distinti. Ogni colonia è costituita da migliaia di questi polipi, che tuttavia si muovono tutti all’unisono. E’ proprio il caso di domandarsi cosa sia un individuo.

18 L’impatto dell’uomo sull’ambiente
Poche regioni hanno subito mutamenti più notevoli di quelli qui verificatisi dopo il 1535, quando il primo colono di La Plata sbarcò con 72 cavalli. Le innumerevoli mandrie di cavalli, pecore e buoi hanno modificato l’intero aspetto della vegetazione, ma hanno quasi bandito il guanaco, il cervo e lo struzzo.

19 Sant’Elena: altre distruzioni
I piani di Longwood e Deadwood erano anticamente coperti da foreste, ma già nel 1724 i vecchi alberi erano in gran parte caduti e siccome si era permesso a capre e maiali di vagare liberamente, tutti gli alberi giovani erano stati distrutti. La superficie coperta dal bosco in un periodo anteriore era stimata in acri: oggi è difficile trovarvi un solo albero, e se non avessi letto la relazione di Cavendish non avrei potuto credervi. La capre vennero introdotte nel 1502: oltre un secolo dopo, quando il male era completo e irrimediabile, fu emanato l’ordine di distruggere tutti gli animali vaganti. Ma era troppo tardi. Molte specie andarono estinte a causa di ciò.

20 Ancora la profondità del tempo
Il fragore che faceva il Maypu era simile a quello del mare. In mezzo al frastuono assordante delle acque precipitose era distintamente udibile, perfino a una certa distanza, il rumore delle pietre che rotolavano una sull’altra. Esso parlava eloquentemente al geologo: era come pensare al tempo. L’oceano era l’eternità per quelle pietre, e ogni nota di quella musica selvaggia annunciava un nuovo passo verso il loro destino. Non è possibile alla mente comprendere, se non poco a poco e con fatica, l’effetto prodotto da una causa che si ripete tanto sovente che il suo moltiplicarsi porta a un’idea non meglio definita di quella del selvaggio quando indica i capelli che ha in testa.

21 Terra del Fuoco: i Fuegini
Era senza dubbio lo spettacolo più curioso e interessante che avessi mai visto: non avrei mai pensato quanto fosse grande la differenza tra l’uomo civile e quello selvaggio. Essa è maggiore di quella tra un animale selvatico e uno domestico, perché nell’uomo vi è una maggiore possibilità di miglioramento. Il loro gruppo assomigliava ai diavoli messi in scena in opere come il Freischutz. Il loro aspetto era abietto e l’espressione diffidente, stupita e spaventata. Dopo aver donato loro un po’ di panno rosso diventarono buoni amici. A Freischütz ("freeshooter")[1], in German folklore, is a marksman who, by a contract with the devil, has obtained a certain number of bullets destined to hit without fail whatever object he wishes. As the legend is usually told, six of the Freikugeln, or "free bullets", are thus subservient to the marksman's will, but the seventh is at the absolute disposal of the devil himself. Various methods were adopted in order to procure possession of the marvelous missiles. According to one, the marksman, instead of swallowing the sacramental host, kept it and fixed it on a tree, shot at it and caused it to bleed great drops of blood.[citation needed] He then gathered the drops on a piece of cloth and reduced the whole to ashes, and then with these ashes added the requisite virtue to the lead of which his bullets were made.[citation needed] Various vegetable or animal substances had the reputation of serving the same purpose.[citation needed] Stories about the Freischütz were especially common in Germany during the 14th, 15th and 16th centuries; but the first time that the legend was turned to literary profit is said to have been by Johann August Apel in the Gespensterbuch or Book of Ghosts. It formed the subject of Weber's opera Der Freischütz (1821), the libretto of which was written by Johann Friedrich Kind, who had suggested Apel's story as an excellent theme for the composer.

22 Usi e costumi dei Fuegini
Le diverse tribù non hanno né un governo né un capo. Non possono conoscere la sensazione di possedere una casa e ancor meno quella di un affetto domestico perché il marito è per la donna come un padrone brutale verso una schiava laboriosa. La loro abilità può esser paragonata per qualche aspetto agli istinti degli animali, perché non è migliorata dall’esperienza. Guardando questi selvaggi ci si domanda cosa può aver costretto una tribù di uomini ad abbandonare le belle regioni settentrionali per venire qui. Eppure sappiamo che è un ragionamento in parte sbagliato, perché i Fuegini non diminuiscono di numero e dobbiamo supporre che godano di una sufficiente quantità di felicità per rendere la vita meritabile di essere vissuta.

23 Technological divide Un europeo si trova in grande svantaggio quando tratta con selvaggi come questi, che non hanno la minima idea della potenza delle armi da fuoco. Non è facile insegnare a loro la nostra superiorità, tranne che sparando il colpo fatale. Ci riesce quasi impossibile metterci nella condizione di questi selvaggi e capire le loro azioni. Quando un selvaggio vede un bersaglio colpito da una pallottola può passare un po’ di tempo prima che capisca: il fatto che un corpo sia invisibile per la sua velocità è forse un’idea del tutto inconcepibile per lui. Orundellico, conosciuto come "Jemmy Button" (Terra del Fuoco, 1815 – 1864), era un nativo fuegino della tribù degli Yámana (o Yaghan), abitanti le isole della Terra del Fuoco vicino a Capo Horn, oggi appartenenti a Cile e Argentina. Fu portato in Europa assieme ad altri tre fuegini (chiamati York Minster, Fuegia Basket e Boat Memory) dal Capitano FitzRoy sul HMS Beagle e divenne una celebrità nell'Inghilterra dell'epoca. Nel 1830, Robert FitzRoy, al comando della prima spedizione del famoso Beagle, prelevò un gruppo di ostaggi indigeni in seguito al furto di una imbarcazione, e decise di portare quattro di essi con sé. Ebbe grande riguardo di questi, affidò le loro cure a un ufficiale e volle che fossero educati e cristianizzati, per essere poi riportati nelle loro tribù per "civilizzarle". Boat Memory morì di vaiolo appena sbarcato. Secondo l'equipaggio, Jemmy Button fu pagato con un bottone di vetro, e da qui fu scelto per lui questo nome. Il Beagle arrivò a Plymouth a metà ottobre I giornali pubblicizzarono i dettagli degli esotici visitatori e questi divennero delle celebrità. A Londra incontrarono il re Guglielmo IV del Regno Unito. La ragazza, Fuegia Basket, ebbe in dono dalla regina Adelaide di Sassonia-Meiningen un cappello, un anello e del denaro. Un anno dopo il Beagle iniziò il viaggio nel quale vennero riportati i tre sopravvissuti nella loro terra, sempre con FitzRoy come capitano e Charles Darwin a bordo come naturalista nel secondo viaggio del HMS Beagle. Sebbene Jemmy non avesse imparato un buon inglese, aveva difficoltà a parlare e capire la lingua della sua tribù. Qui rimase con gli altri due fuegini e un missionario, che però pochi giorni dopo, preso dallo sconforto per l'"inciviltà" dei nativi, ripartì con la nave. Alcuni mesi più tardi il Beagle tornò sul posto e trovò Jemmy ben diverso dal paffutello vanitoso dei propri abiti inglesi che avevano lasciato: era magro, vestito con solo una pelle, coi capelli lunghi e il visto pitturato. Darwin scrisse in Viaggio di un naturalista intorno al mondo che si vergognava dello stato in cui era e attribuì il suo rifiuto di tornare in Inghilterra alla "giovane e affascinante moglie", Lassaweea. Basket e York Minster erano invece scappati dal villaggio. I tre avevano insegnato le basi dell'inglese agli altri nativi. Circa venti anni dopo un gruppo di missionari cristiani, la Società Missionaria della Patagonia, incontrò un fuegino che conosceva alcune parole di inglese: quasi certamente si trattava di Jemmy. Più tardi, nel 1859, il gruppo fu massacrato a Wulaia Bay dai fuegini, probabilmente guidati da Jemmy e dalla sua famiglia.

24 Civiltà = società gerarchica e proprietà privata
La perfetta eguaglianza tra gli individui delle tribù fuegine ritarderà per lungo tempo la loro civilizzazione. Come avviene che quegli animali il cui istinto li spinge a vivere un società e ad obbedire a un capo siano molto più capaci di miglioramento, possiamo osservare che lo stesso accade con la razza umana. I popoli civili hanno sempre i governi più artificiosi. E qui è difficile comprendere come possa sorgere un capo fino a quando non vi sia una proprietà di qualche genere, con la quale egli possa manifestare la sua superiorità e aumentare il suo potere. GuGiorgio III 25 ottobre gennaio Elettore e, dal 1814, Re di Hannover Re d'Irlanda (fino al 1801) 33 Giorgio IV 29 gennaio giugno Re di Hannover 34 Guglielmo IV 26 giugno giugno Re di Hannover 35 Vittoria 20 giugno gennaio [8] Imperatrice d'India

25 Hay un gato encerrado aqui
Un giorno ci fecero visita un collezionista tedesco di storia naturale di nome Renous e un vecchio avvocato spagnolo. Renous parlava così bene lo spagnolo che il vecchio lo scambiò per cileno. Alludendo a me Renous gli chiese cosa pensasse del re d’Inghilterra che mandava un naturalista nel loro paese per prendere lucertole e coleotteri e per spaccare pietre. Il vecchio riflettè e disse: “Non è bene, hay un gato encerrado aqui. Nessuno è così ricco da mandare in giro gente a raccogliere simili bazzecole. Se qualcuno di noi andasse a cercare simili cose in Inghilterra, non crede che il re ci scaccerebbe dal suo paese?”.

26 Giuseppe, Maria e il Bucaniere
Il capo delle miniere ricordava quando, giovanissimo, furono chiuse le scuole perché i ragazzi potessero vedere il capitano di una nave inglese. “Allora mai ci saremmo avvicinati all’inglese, tanto poteva essere un’eresia e una contaminazione venire in contatto con una simile persona”. Ancora oggi si raccontano le gesta atroci di un bucaniere che asportò l’immagine della Vergine Maria e l’anno dopo tornò per quella di san Giuseppe, dicendo che era un peccato che la signora stesse senza un marito”.

27 Riflessioni 3: incertezza delle certezze
20 febbraio 1834: questo è stato un giorno memorabile negli annali di Valdivia per il più forte terremoto che i più vecchi abitanti avessero mai sperimentato. Durò solo due minuti, ma il tempo mi parve molto più lungo. L’oscillazione del terreno era molto sensibile. Il movimento mi faceva quasi venire le vertigini. Un forte terremoto distrugge di colpo tutte le nostre più radicate concezioni: la terra, il vero emblema della solidità, si mosse sotto i nostri piedi come una crosta sottile su un fluido. Lo spazio di un secondo creò nella mente una strana idea di insicurezza che ore di riflessione non avrebbero prodotto.

28 Il mondo visto dall’alto: e sempre il tempo …
Trascorremmo la giornata sulla vetta e non ne godetti mai una più completamente. Si vedeva il Cile, limitato dalle Ande e dal Pacifico. Il piacere del panorama era aumentato dalle molte riflessioni che venivano alla mente alla sua vista. Chi potrebbe non stupirsi della forza che ha sollevato queste montagne, e ancor più per il numero dei secoli che devono essere occorsi per spaccare, spostare e spianare tutta la loro massa? Non dobbiamo mettere in dubbio che l’onnipotente tempo non possa ridurre in ghiaia e fango qualsiasi montagna, persino la gigantesca Cordigliera.

29 Storia naturale delle Galapagos
La storia naturale di quelle isole è curiosissima e merita particolare attenzione. La maggior parte degli organismi sono autoctoni e non si trovano altrove. Vi sono perfino delle differenze tra gli abitanti delle diverse isole. Tutti mostrano una decisa affinità con quelli dell’America, benché ne siano separati da uno spazio di oceano aperto di 5/600 miglia. L’arcipelago è un piccolo mondo particolare, o piuttosto un satellite connesso al continente, donde ha preso pochi coloni dispersi e ha ricevuto il carattere generale dalle sue produzioni indigene.

30 L’origine delle specie: l’isolamento
Il fatto che mi meraviglia moltissimo è che parecchie delle isole possiedano le loro particolari specie di tartarughe, di tordi beffeggianti, di fringuelli e di numerose piante, specie che hanno gli stessi costumi generali, occupano posizioni analoghe e hanno ovviamente lo stesso posto nell’economia naturale di questo arcipelago. Né la natura del terreno, né l’altezza della regione, né il clima, né il carattere generale delle associazioni animali e vegetali e perciò la loro azione reciproca, può differire molto nelle diverse isole. Siccome l’arcipelago è esente in modo notevolissimo da tempeste di vento, né gli uccelli, né gli insetti, né i semi leggeri possono essere trasportati da isola a isola.

31 Varius, multiplex, multiformis
Si resta stupefatti dell’intensità della forza creatrice, se si può usare una simile espressione, dispiegata su queste piccole isole nude e rocciose; e ancor più della sua azione dissimile, ma analoga negli effetti, su punti tanto vicini l’uno all’altro. Non mi sarei mai immaginato che isole distanti 50 o 60 miglia tra di loro e la maggior parte in vista l’una dell’altra, formate di roccia identica, poste sotto un clima perfettamente identico, elevantisi a circa la stessa altezza, dovessero essere abitate in modo così diverso.

32 Il solito azzurro, profondissimo oceano
A notte scorgemmo in distanza la Nuova Zelanda. Avevamo quasi attraversato il Pacifico. E’ necessario navigare sul grande oceano per capirne l’immensità. Avanzando rapidamente una settimana dopo l’altra, non si incontra null’altro che il solito azzurro, profondissimo oceano. Anche negli arcipelaghi le isole non sono altro che puntolini lontanissimi l’uno dall’altro. Abituati a guardare le carte a piccola scala, non possiamo giudicare adeguatamente quanto sia infinitamente scarsa la proporzione di terraferma in confronto a questa vasta distesa.

33 Come le ombre che non si possono afferrare
Avevamo anche superato il meridiano degli antipodi, e ogni miglio ci rendeva lieti al pensiero che era un miglio di meno verso l’Inghilterra. Gli antipodi richiamano antichi ricordi di dubbi e di meraviglie infantili. Tutti i simili posti di sosta dell’immaginazione sono come le ombre che un uomo che cammina non può afferrare.

34 Gli atolli: l’unione fa la forza
Considero uno spettacolo grandioso la vista delle spiagge esterne di questi atolli. L’oceano che scaglia le sue acque sulla larga scogliera sembra un nemico invincibile e onnipotente: tuttavia, queste basse e insignificanti isolette di corallo resistono e sono vittoriose, perché qui partecipa alla lotta un’altra potenza antagonista. Strappi pure l’uragano migliaia di grossi blocchi: sarà nulla in confronto alle fatiche riunite di miriadi di architetti al lavoro, giorno e notte, mese dopo mese. Il molle e gelatinoso corpo di un polipo, attraverso l’azione delle leggi vitali, vince la grande potenza meccanica delle onde di un oceano al quale né l’arte dell’uomo, né le opere inanimate della natura potrebbero resistere vittoriosamente.

35 Non solo colonizzare: anche civilizzare
Cinque anni fa qui non crescevano altro che felci: è la manodopera indigena che, istruita dai missionari, ha effettuato questo cambiamento. L’insegnamento dei missionari è la bacchetta magica. Quando contemplai questo spettacolo pensai che era ammirevole: non era il sentimento di trionfo nel vedere ciò che avevano saputo realizzare gli Inglesi, ma piuttosto le grandi speranze ispirate in tal modo per il progresso futuro di questa bella terra.

36 Ancora British pride Alla fine ci ancorammo nella baia di Sidney. E’ la più splendida testimonianza della potenza della nazione britannica. Qui, in un paese meno promettente, pochi anni hanno fatto molto di più che un egual numero di secoli abbia fatto nell’America meridionale. Il mio primo sentimento fu di congratularmi con me stesso di essere nato inglese. In seguito, dopo aver visto meglio la città (e gli Australiani …) la mia ammirazione diminuì.

37 Ovunque l’Europa pone piede …
… si direbbe che la morte perseguiti l’aborigeno. Possiamo considerare le grandi estensioni delle Americhe, della Polinesia, del Capo di Buona Speranza e dell’Australia e troveremo lo stesso risultato. Le razze umane paiono agire reciprocamente allo stesso modo delle varie specie di animali, e il più forte elimina sempre il più debole.

38 Perchè viaggiare … Mi sembra che nulla possa essere tanto utile che un viaggio in paesi lontani. L’eccitamento per la novità stimola a una maggiore attività. Ogni tanto vi saranno pure pericoli, solo in rari casi brutti come li si era immaginati. Da un punto di vista morale, il risultato sarà quello di imparare un’allegra sopportazione, e di liberarsi dall’egoismo, di abituarsi ad agire da sé e di fare il meglio possibile in ogni circostanza. Si imparerà a essere diffidenti, ma allo stesso tempo si scoprirà quante persone veramente di cuore vi siano.


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