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Residenza universitaria Alcantara Catania, gennaio 2006

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Presentazione sul tema: "Residenza universitaria Alcantara Catania, gennaio 2006"— Transcript della presentazione:

1 Residenza universitaria Alcantara Catania, gennaio 2006
“Gli assoluti morali” Residenza universitaria Alcantara Catania, gennaio 2006

2 Esistono atti che sono sempre gravemente disordinati?
Situazioni di conflitto Leone di Salamina Contro una visione ristretta, negativa, pesante e tragica Ragione e sentimento Hiroshima e Nagasaki

3 Esistono atti che sono sempre gravemente disordinati?
Situazioni di conflitto Leone di Salamina Contro una visione ristretta, negativa, pesante e tragica Ragione e sentimento Hiroshima e Nagasaki

4 Esistono atti che sono sempre gravemente disordinati?
Vi è una dottrina, basata sul Decalogo e sul messaggio dell’Antico Testamento, appartenente al più antico insegnamento della Chiesa e da essa costantemente riaffermata sino ai giorni nostri: esistono atti i quali, per se e in sè stessi, indipendentemente dalle circostanze, sono sempre gravemente disordinati in ragione del loro oggetto. (Giovanni Paolo II “Reconciliatio et paenitentia” (2 dicembre 1984) e “Indirizzo ai partecipanti al congresso internazionale di teologia morale” (10 aprile 1986)

5 Mc 10, Questione sul divorzio [1]Partito di là, si recò nel territorio della Giudea e oltre il Giordano. La folla accorse di nuovo a lui e di nuovo egli l'ammaestrava, come era solito fare. [2]E avvicinatisi dei farisei, per metterlo alla prova, gli domandarono: «E' lecito ad un marito ripudiare la propria moglie?». [3]Ma egli rispose loro: «Che cosa vi ha ordinato Mosè?». [4]Dissero: «Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di rimandarla ». [5]Gesù disse loro: «Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. [6]Ma all'inizio della creazione Dio li creò maschio e femmina ; [7] per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e i due saranno una carne sola . [8]Sicché non sono più due, ma una sola carne. [9] L'uomo dunque non separi ciò che Dio ha congiunto». [10]Rientrati a casa, i discepoli lo interrogarono di nuovo su questo argomento. Ed egli disse: [11]«Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un'altra, commette adulterio contro di lei; [12]se la donna ripudia il marito e ne sposa un altro, commette adulterio».

6 Moralità dell’atto umano

7 Moralità dell’atto umano “L'elemento primario e decisivo per il giudizio morale è l'oggetto dell'atto umano, il quale decide sulla sua ordinabilità al bene e al fine ultimo, che è Dio.” (Giovanni Paolo II, Veritatis Splendor n. 79)

8 (Giovanni Paolo II, Veritatis Splendor n. 79 e 80)
“Insegnando l'esistenza di atti intrinsecamente cattivi, la Chiesa accoglie la dottrina della Sacra Scrittura. L'apostolo Paolo afferma in modo categorico: “ Non illudetevi: né immorali, né idolatri, né adulteri, né effeminati, né sodomiti, né ladri, né ubriaconi, né maldicenti, né rapaci erediteranno il Regno di Dio ” (1 Cor 6,9-10). (Giovanni Paolo II, Veritatis Splendor n. 79 e 80)

9 (Cost. Past. Sulla Chiesa nel mondo contemporaneo Gaudium et Spes, 27)
tutto ciò che è contro la vita stessa, come ogni specie di omicidio, il genocidio, l'aborto, l'eutanasia lo stesso suicidio volontario; tutto ciò che viola l'integrità della persona umana, come le mutilazioni, le torture inflitte al corpo e alla mente, le costrizioni psicologiche; tutto ciò che offende la dignità umana, come le condizioni di vita subumana, le incarcerazioni arbitrarie, le deportazioni, la schiavitù, la prostituzione, il mercato delle donne e dei giovani, o ancora le ignominiose condizioni di lavoro, con le quali i lavoratori sono trattati come semplici strumenti di guadagno, e non come persone libere e responsabili: tutte queste cose, e altre simili, sono certamente vergognose. Mentre guastano la civiltà umana, disonorano coloro che così si comportano più ancora che quelli che le subiscono e ledono grandemente l'onore del Creatore. (Cost. Past. Sulla Chiesa nel mondo contemporaneo Gaudium et Spes, 27)

10 Esistono atti che sono sempre gravemente disordinati?
Sono norme riguardanti beni fondamentali della persona, la cui validità non tollera eccezioni. Qualsiasi fattore rilevante che potesse suggerire una eccezione è stato contemplato Ci dice che ogniqualvolta noi stiamo compiendo una scelta, non dovremmo mai scegliere di fare “quel” genere di cosa (anzi, non dovremmo mai neppure soffermarci a considerare la possibilità di farla).

11 Esistono atti che sono sempre gravemente disordinati?
L’atto non necessario di distruzione di città, non specifica nel caso che fosse diretto a non-combattenti. Ogni atto non necessario di distruzione di città è gravemente disordinata. L’uccisione di bambini ancora non nati, non specifica che sia stata fatta per un motivo non sufficientemente importante. Qualsiasi uccisione di bambini ancora non nati è gravemente disordinato. La scelta di generare dei figli attraverso produzione artificiale invece che per via di unione sessuale non specifica se viene fatta per scopi frivoli o egoistici. Qualunque scelta di questo tipo. è gravemente disordinata.

12 Esplicitamente e implicitamente, il Nuovo Testamento e i Padri apostolici, i primi testimoni della rivelazione ricorrono spontaneamente al Decalogo. La tradizione è testimoniata dal martirio volontariamente sofferto piuttosto che acconsentire a ciò che il martire considera un atto illecito per se e in se, più grave di qualsiasi quantità di male ci si possa attirare rifiutandolo. Gli oppressori, i tentatori, la folla, presentano persuasivamente l’atto come un male minore rispetto alla morte, al disonore, alla rovina della famiglia del martire (per es. Thomas More)

13 Non è una cieca sottomissione a una volontà inintelligibile, ma esprime un cuore in sintonia con il fine e il bene ultimo dell’uomo, che non si trova al di fuori del Regno di Cristo. Significa anche che esse guidano verso il perfezionamento della persona umana, poiché il perfezionamento umano è il perfezionamento di persone nella comunità…soprattutto nella comunità del Regno di Cristo.

14 Esistono atti che sono sempre gravemente disordinati?
Ci sono norme morali vere, ma non assolute. “Nutri i tuoi figli” è una norma vera, ma non assoluta. Nel caso in cui l’unico cibo disponibile fosse il corpo di un figlio altrui, ancora vivo, non sarebbe possibile applicare quella norma nelle proprie azioni; e non applicandola, non la si violerebbe.

15 Esistono atti che sono sempre gravemente disordinati?
Situazioni di conflitto Leone di Salamina Contro una visione ristretta, negativa, pesante e tragica Ragione e sentimento Hiroshima e Nagasaki

16 non potranno mai trasformare
Se gli atti sono intrinsecamente cattivi, un'intenzione buona o circostanze particolari possono attenuarne la malizia, ma non possono sopprimerla. Sono atti “irrimediabilmente” cattivi. Per questo, le circostanze o le intenzioni non potranno mai trasformare un atto intrinsecamente disonesto per il suo oggetto in un atto “soggettivamente” onesto o difendibile come scelta. (Giovanni Paolo II, Veritatis Splendor n. 81)

17 Del resto, l'intenzione è buona quando mira al vero bene della persona in vista del suo fine ultimo. Ma gli atti, il cui oggetto è “non-ordinabile” a Dio e “indegno della persona umana”, si oppongono sempre e in ogni caso a questo bene. In tal senso il rispetto delle norme che proibiscono tali atti e che obbligano semper et pro semper, ossia senza alcuna eccezione, non solo non limita la buona intenzione, ma costituisce addirittura la sua espressione fondamentale. (Giovanni Paolo II, Veritatis Splendor n. 81)

18 fare il male, affinché ne venga il bene (cf Rm 3,8),
“ In verità, se è lecito, talvolta, tollerare un minor male morale al fine di evitare un male maggiore o di promuovere un bene più grande, non è lecito, neppure per ragioni gravissime, fare il male, affinché ne venga il bene (cf Rm 3,8), cioè fare oggetto di un atto positivo di volontà ciò che è intrinsecamente disordine e quindi indegno della persona umana, anche se nell'intento di salvaguardare o promuovere beni individuali, familiari o sociali ” Lett. Enc. Humanae Vitae, 14

19 Sebbene al di fuori della prospettiva cristiana l’affermazione degli assoluti morali sia stata incerta, il rifiuto degli assoluti morali nasce con l’illuminismo ed emerge nel diciottesimo e diciannovesimo secolo in personaggi quali Bentham e Marx. Loro impostarono la deliberazione e il giudizio etico con un carattere tecnico: fine; mezzi efficaci (inteso efficaci come possibilità di ottenere lo scopo prefissato al minor costo).

20 conseguenze dell’azione
Circostanze o conseguenze dell’azione Moralità dell’atto umano Intenzione o Fine-ultimo Oggetto o Fine-immediato

21 “situazioni di conflitto”
Adesso chi nega gli assoluti morali lo fa come un modo di risolvere quello che definiscono “situazioni di conflitto” Il loro caratteristico principio e metodo morale è: Persegui la condotta che promette, in sé stessa e nella sue conseguenze, di produrre la maggior proporzione di effetti positivi, oppure la minor proporzione di effetti negativi. Definiamo questo metodo “proporzionalismo”.

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25 ABORTO - Sull'aborto l'83,2% del campione è favorevole nel caso in cui la madre sia in pericolo di vita, il 72,9% in caso di gravi anomalie e malformazioni del feto, il 65,1% in caso di violenza sessuale. Le percentuali scendono notevolmente al 23% e al 18,6% per quanto riguarda le condizioni economiche o la volontà della madre di non avere figli. PACS - ll 68,7%dei cattolici italiani interpellati dall'Eurispes è favorevole all'introduzione dei pacs, i patti civili di solidarietà. Il 39% considera la convivenza come un modo per provare il rapporto prima del matrimonio e il 26,3% ritiene che la convivenza sia una scelta di vita personale mentre per il 26,8% è una scelta di chi non vuole assumersi responsabilità. FECONDAZIONE ASSISTITA ED EUTANASIA – Il 58,7% dei cattolici è favorevole alla fecondazione assistita. Il 38,1% è favorevole all'eutanasia, il 48,1% è contrario ma gli indecisi sono il 13,8%.

26 Gv 11, I capi Giudei decidono la morte di Gesù [45]Molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di quel che egli aveva compiuto, credettero in lui. [46]Ma alcuni andarono dai farisei e riferirono loro quel che Gesù aveva fatto. [47]Allora i sommi sacerdoti e i farisei riunirono il sinedrio e dicevano: «Che facciamo? Quest'uomo compie molti segni. [48]Se lo lasciamo fare così, tutti crederanno in lui e verranno i Romani e distruggeranno il nostro luogo santo e la nostra nazione». [49]Ma uno di loro, di nome Caifa, che era sommo sacerdote in quell'anno, disse loro: «Voi non capite nulla [50]e non considerate come sia meglio che muoia un solo uomo per il popolo e non perisca la nazione intera». [51]Questo però non lo disse da se stesso, ma essendo sommo sacerdote profetizzò che Gesù doveva morire per la nazione [52]e non per la nazione soltanto, ma anche per riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi. [53]Da quel giorno dunque decisero di ucciderlo. La domanda è formulata in termini generali. Ma poiché da essa dipende la sorte di una persona particolare, l’attenta articolazione della domanda da parte dell’evangelista chiarisce e rinforza potentemente il riconoscimento da parte del fedele che legge la norma e il sottostante principio impliciti nell’inevitabile risposta: no!

27 Rm 3, 8 -Se però la nostra ingiustizia mette in risalto la giustizia di Dio, che diremo? Forse è ingiusto Dio quando riversa su di noi la sua ira? Parlo alla maniera umana. -Impossibile! Altrimenti, come potrà Dio giudicare il mondo? -Ma se per la mia menzogna la verità di Dio risplende per sua gloria, perché dunque sono ancora giudicato come peccatore? Perché non dovremmo fare il male affinchè venga il bene, come alcuni - la cui condanna è ben giusta - ci calunniano, dicendo che noi lo affermiamo? Se l’incredulità, l’ingiustizia, le negazioni della verità da parte degli uomini, danno a Dio l’oportunità di dimostrare la sua fedeltà, santità e veracità… perché non essere increduli, ingiusti e buggiardi? Questo è il ragionamento che Paolo si preoccupa di esporre per poi rifiutarlo. Su questo vi è una concordanza impressionante fra tutti i traduttori e gli esegeti moderni.

28 “situazioni di conflitto”
Adesso chi nega gli assoluti morali lo fa come un modo di risolvere quello che definiscono “situazioni di conflitto” Il loro caratteristico principio e metodo morale è: Persegui la condotta che promette, in sé stessa e nella sue conseguenze, di produrre la maggior proporzione di effetti positivi, oppure la minor proporzione di effetti negativi. Definiamo questo metodo “proporzionalismo”.

29 Il compito di commisurare gli effetti positivi e negativi in opzioni alternative eccede di gran lunga le possibilità e il dominio della ragione umana. Esempio: tutti gli effetti positivi e negativi impliciti nel mettere al mondo un bambino vanno ben oltre quelli che una coppia può prefigurarsi nel tentare un confronto fra il non avere un figlio e l’averlo e crescerlo per i vent’anni successivi.

30 Decidere convinti di stare compiendo la scelta che implica il minor male restringe sempre gli orizzonti del suo apprezzamento e, volenti o nolenti, sono guidati primariamente da ciò che capita loro di volere, dal desiderio e non dalla ragione. Ciò che fa loro sentire che il futuro senza il bambino sarà migliore del futuro con esso è, in realtà, il fatto ch’essi non desiderano quel potenziale figlio.

31 Sapere che uno dei futuri possibili porterà con sé un maggior bene di ogni qualsiasi alternativa significherebbe conoscere e comprendere il futuro, sia di questo mondo che del futuro, in un modo che è letteralmente fuori dalla portata della provvidenza umana. E’ possibile formulare un giudizio di non dover avere altri figli, ma questo giudizio non viene elaborato identificando il “maggior bene” o il “minor male” ma farà riferimento alla situazione della coppia collocandolo accanto alle altre norme morali, senza prevalere su di esse.

32 Esistono atti che sono sempre gravemente disordinati?
Situazioni di conflitto Leone di Salamina Contro una visione ristretta, negativa, pesante e tragica Ragione e sentimento Hiroshima e Nagasaki

33 Questi assoluti morali sono “norme cattoliche” o sono norme razionali, accessibili anche a una coscienza non cristiana che non sia accecata dalla depravazione?

34 Il detto socratico trasmessoci da Platone “è meglio subire il male che compierlo” (Gorgia ) a prima vista non afferma l’esistenza degli assoluti, degli inderogabili morali; apparentemente non dice nulla di più… Ma non dice nulla di meno di questo: una volta che un’opzione è stata identificata come illecita, essa non deve essere scelta e messa in atto, quali che siano i propri sentimenti, la propria riluttanza, il disgusto, la paura…

35 Considerando uno degli eventi in cui Socrate stesso ha vissuto in prima persona una situazione del genere, Platone gli fa raccontare la storia seguente: “I Trenta [Tiranni] mi mandarono a chiamare con altri quattro al palazzo del governo e ci ordinarono di andare a prelevare Leone di Salamina a casa sua e portarlo lì per metterlo a morte […] il loro scopo essendo quello di compromettere il maggior numero di persone possibile nel male ch’essi compivano […] Usciti dalla Camera Rotonda quegli quattro andarono a Salamina e prelevarono Leone, io, invece, me ne tornai a casa mia” (Apologia, 20)

36 Se la tirannia non fosse crollata poco tempo dopo, il rifiuto di collaborare alla liquidazione di Leone avrebbe guadagnato a Socrate lo stesso tipo di torto: la morte. Giacché egli aveva tutte le ragioni per prevedere questa fine, la sua scelta fu davvero di “subire il male piuttosto di compierlo”. Un proporzionalista sarebbe d’accordo sul fatto che gli omicidi politici siano una cosa negativa, con ulteriori conseguenza negative, e che commetterli è generalmente illecito, specialmente per un tiranno che governi nel suo proprio interesse…. ma… nel caso che i trenta tiranni alzassero la posta in gioco, lo minacciano di morte in caso non partecipi… al proporzionalista coerente la situazione appare, ora, sotto una luce diversa…

37 Supponiamo che non essendo un codardo, potrebbe non dar retta alle sue personali paure, assegnando loro un peso assai scarso nel suo bilanciamento di beni e di mali… ma… essendo convinto che la moralità sia una questione di razionalità, davanti a lui si prospettano due possibilità: partecipare all’uccisione di Leone o non partecipare all’uccisione. Se sceglie di partecipare fa un atto moralmente illecito. Se sceglie di non partecipare avrà due torti: quello fatto a Leone (che probabilmente morirà) e quello fatto a lui stesso… Ma due torti, due uccisioni di innocenti sono peggio di uno solo. Il proporzionalista coerente, probabilmente concluderà che è meglio, anche dal punto di vista morale, partecipare alla liquidazione di Leone. Il che equivale a dire che, in questo caso, è meglio fare il male che subirlo.

38 Ciò che Socrate aveva scoperto con la sua celebre sentenza è che la moralità non è questione di comparazione di eventi e la scelta dei migliori. Invece di tentare di perseguire il bene apparentemente maggiore (liquidare Leone), egli scelse di servire il bene, e se ne andò a casa. Qui si potrebbe aggiungere, tra l’altro, una riflessione elementare sulla tentazione proporzionalista. L’individuazione che essa propone di un “saldo” netto fra beni e mali è un progetto irrealizzabile. Il regime dei Trenta Tiranni crollò del tutto inaspettatamente. Gli effetti della scelta di Socrate di andarsene a casa, come gli effetti del rifiuto di mentire da parte di Thomas More, non hanno ancora cessato di dispiegarsi nella storia, e quale sia stato il loro effetto globale, per il bene o per il male, risulta incalcolabile.

39 Se poter commisurare gli effetti positivi e negativi è un’illusione, perché voler restare nell’illusione invece di cambiare? Per alcuni il motivo si trova nel fatto che si scelgono opzioni la cui formulazione è dominata dai “sentimenti”, NON sentimenti che siano in linea con delle ragioni, bensì che regolano l’azione compromettendo la guida razionale. Per esempio i sentimenti di egoismo o parzialità; quelli di ira u odio che provocano scelte e azioni spesso definite “stupide”, “irrazionali” o “infantili”.

40 E’ il sentimento che costringe la ragione a perseguire una contraffazione del bene e della pace interiore. Una contraffazione perché qui è la ragione a essere messa in linea con i sentimenti, piuttosto che i sentimenti a essere armonizzati con la ragione e con i beni compatibili con l’integrale perfezionamento della persona umana. I principi morali che proibiscono la vendetta, con qualsiasi mezzo avvenga, e l’ingiustizia in ogni sua forma sono degli assoluti... chi vuol dare sfogo ai sentimenti non vorrà sentir parlare di assoluti morali.

41 Esistono atti che sono sempre gravemente disordinati?
Situazioni di conflitto Leone di Salamina Contro una visione ristretta, negativa, pesante e tragica Ragione e sentimento Hiroshima e Nagasaki

42 Qualcuno ha detto che coloro che difendono gli assoluti morali prendono in considerazione soltanto alcuni elementi dell’azione umana… restringono irragionevolmente il proprio orizzonte… si respinge un’opzione non appena ci si accorge che essa comporta un’azione del tipo specificato nella norma… invece la ragione, l’obiettività e la verità esigono che un’azione sia valutata in quanto totalità (circostanze, motivazioni, ecc.). Respingere un’opzione vuol dire dover spandere gli orizzonti del possibile con la sua creatività e il suo entusiasmo per ottenere quei beni che avrebbe cercato violando l’assoluto morale. Esempio: mentre i burocrati esortano i poveri a risolvere i loro problemi attraverso scelte contraccettive, coloro i quali escludono tali pratiche dalle proprie deliberazioni, per rispetto alla vita, hanno spesso espanso i confini delle conoscenza e delle cure mediche, oltre che dei metodi per crescere i bambini.

43 Ma… è qualcosa di negativo, non di positivo!!! Non è così semplice.
Per esempio, parlando dell’assoluto morale circa l’adulterio… Dire una volta per tutte che cos’è, e cosa dovrebbe essere l’amore coniugale, significherebbe mummificarlo. Per favorire la crescita dell’amore coniugale non dobbiamo tentare di definirlo in termini positivi. D’altro canto, se le persone sposate non hanno modo d’identificare ciò che è amore autentico perché non si accettano gli assoluti morali, non potranno nemmeno perseguirlo e farlo crescere. Così l’amore coniugale viene definito negativamente in termini di diritti “esclusivi” e “permanenti” mutuamente conferiti e ricevuti.

44 Talvolta a rifiutare la verità degli assoluti morali sono:
“considerazioni buoniste”. E’ facile pensare: “in questo modo alleggerisco il carico”… Si può arrivare a pensare così se le norme sono concepite non come verità da rispettare ma come leggi imposte per decreto che limitano la nostra libertà; come una corsa a ostacoli divina con, alla fine, una incerta ricompensa; come connesse in modo estrinseco al contenuto delle nostre scelte. “considerazioni personali”… Siamo tutti peccatori e ci piacerebbe non considerarci tali E’ la psicopatologia illuministica del progresso.

45 Esistono atti che sono sempre gravemente disordinati?
Situazioni di conflitto Leone di Salamina Contro una visione ristretta, negativa, pesante e tragica Ragione e sentimento Hiroshima e Nagasaki

46 Vi sono autori che asseriscono che il Decalogo stesso non contiene alcuna regola morale specifica ma soltanto esortazioni ad astenerci da tutto ciò che sappiamo essere illecito: non commettere uccisioni ingiuste, non avere rapporti sessuali con la persona sbagliata o nella circostanza sbagliata, non appropriarti di beni altrui quando potrebbe essere male farlo.

47 Aristotele dopo avere considerato l’importanza di cercare nelle nostre azioni il “giusto mezzo” come qualcosa d’intermedio fra eccessi opposti, aggiunge… “Ma non tutte le azioni e tutte le passioni ammettono un giusto mezzo; alcune hanno nomi che implicano già cattiveria, per esempio l’odio, la spudoratezza, l’invidia, e nel caso delle azioni l’adulterio, il furto, l’omicidio […] Non è mai possibile, allora, essere nel giusto riguardo a esse; si deve per forza essere in errore. Vediamo come ha ragionato l’uomo riguardo a queste azioni…..

48 (e continua) …e neppure la bontà o cattiveria a riguardo di tali cose può dipendere dal commettere adulterio con la donna giusta, nel momento e nel modo giusto, ma semplicemente il fatto stesso di compiere una di queste azioni equivale a commettere un illecito” (Etica Nicomachea, II, 6). “Un uomo non è adultero qualora abbia rapporti con donne sposate più di quanto dovrebbe (non vi è nulla di simile): il fatto stesso che ne abbia è già un vizio” (Etica Edumedia, II. 3)

49 E si domandava ancora: Sarebbe retto mentire per trarne un vantaggio personale? Sedurre la moglie di un tiranno, immaginando che la seduzione consenta al seduttore di avvicinarsi al tiranno quanto basta per ucciderlo? La risposta è stata sempre la stessa: non si può mentire né commettere adulterio per nessun bene, quali che siano le circostanze. In altre parole non si è parlato di “inganno senza valida ragione” o di “adulterio illecito” ma di menzogne e di adulteri. Nel linguaggio comune, la gente acconsente facilmente giustificare la menzogna, meno facilmente nel caso dei rapporti sessuali al di fuori del matrimonio, decisamente contraria a discutere dell’eventualità che esistano “omicidi” giustificati. In breve: gli assoluti morali di cui parla la filosofia e la tradizione della fede non sono soltanto esortazioni.

50 Loro pongono l’attenzione soprattutto sulle conseguenze.
Per i proporzionalisti ha scarso valore il fatto che la volontà sia coinvolta nelle scelte. Loro pongono l’attenzione soprattutto sulle conseguenze. Però l’azione non è semplicemente legata a “eventi fisici”, ma è l’esternazione di una scelta di un individuo, che si rivela per quello che è finchè non compie scelte in contradizione con questa. Gli atti umani sono atti morali perché esprimono e decidono della bontà o malizia dell’uomo stesso che compie gli atti.

51 L’atto esteriore ha un significato!
Significa tutto ciò che si fa per attuare una propria scelta, persino ciò che rimane interamente nell’intimo della propria mente, come nei peccati di pensiero. Non si può fare finta che non abbia un significato

52 Detto ciò riguardo all’importanza dell’atto fisico, aggiungiamo che ciò che caratterizza l’assoluto morale non è la proibizione di un’azione fisica ma l’oggetto morale scelto dalla volontà. Alcuni esempi in cui lo stesso atto fisico….

53 Alcuni esempi in cui lo stesso atto fisico ha un oggetto morale opposto:
Due diversi medici possono somministrare la stessa sostanza analgesica (stesso atto fisico), uno per alleviare il dolore, consapevole che avranno anche l’effetto di abbreviare la vita; l’altro per affrettare la morte e con ciò eliminare il dolore. Due uomini possono usare la stessa arma da fuoco, uno come unico mezzo di autodifesa disponibile; l’altro con il fine di uccidere. Due donne sottoposte a isterectomia, l’una per curare una malattia uterina; l’altra per prevenire una possibile gravidanza futura. In breve: per definire un atto ai fini della valutazione morale non si deve guardare all’atto fisico ma al proposito, in cui si combinano fine perseguito e mezzi scelti, che la persona adotta per elezione.

54 Esistono atti che sono sempre gravemente disordinati?
Situazioni di conflitto Leone di Salamina Contro una visione ristretta, negativa, pesante e tragica Ragione e sentimento Hiroshima e Nagasaki

55 Il bene e il male implicito nel bombardamento nucleare di Hiroshima e Nagasaki si estende sino a includere una realtà ben più ampia rispetto al semplice computo delle vite umane che furono distrutte con le bombe atomiche, comparate a quelle che sarebbero state messe in gioco da un’invasione del Giappone portata dal mare.

56 Anche in questo caso ci fu una drastica restrizione di orizzonti, così drastica e arbitraria che persino lo storico privo di preoccupazion morali può osservare come la procedura decisionale abbia trascurato o negato qualsiasi credito ad alternative di rilievo.

57 Per esempio, il mantenere un blocco aereo e navale accompagnato da attacchi mirati contro le residue forze giapponesi di mare, di cielo e di terra, in continua graduale diminuzione.

58 Oppure il rinunciare al dichiarato obiettivo della resa incondizionata del nemico. Le conseguenze positive e negative della decisione d’imporre la resa incondizionata non si sono neppur remotamente esaurite oggi, e rimangono assolutamente al di là delle possibilità di dominio della ragione umana. In breve: negare la verità degli assoluti morali conduce necessariamente a ridurre la moralità a un ragionare pseudo-scientifico; a creare l’illusione di poter misurare ciò che in realtà è incommensurabile.

59 Le critiche da parte secolare al proporzionalismo hanno fatto osservare che, nel tentare di risolvere i problemi di scelta attraverso previsioni, si diventa un altro tipo di persona. Quello che ne scaturisce sarà un uomo pronto a fare e a divenire qualsiasi cosa, purchè si possa operare la maggior quantità di bene o minori quantità di male. Proprio adottarlo sarebbe il peggior male.

60 I proporzionalisti hanno perso il senso che la rivelazione si è completata nelle parole e opere di Gesù. Che queste verità siano state comunicate agli Apostoli e da essi tramandate nel Vangelo. Questo punto è fondamentale perché accettandolo si ritiene che l’intero popolo di Dio è stato sino a ieri in errore e che il magistero della Chiesa sbaglia nel proclamare costantemente la validità sino ai nostri giorni. Equivale a fare un lungo passo verso una negazione più generale: quella che Dio abbia rivelato alcunché a un popolo, o che abbia mai costituito un popolo di Dio.

61 Non è un caso che Bentham e Mill, i pionieri della metodologia proporzionalista, abbiano entrambi negato la realtà del libero arbitrio. Rifiutando quella realtà, essi potevano concepire la deliberazione e il giudizio morale come una questione quasi tecnica. Tra coloro che hanno adottato quella stessa metodologia ce ne sono molti che riservano un o spazio scarso o nullo nel delineare la realtà della persona umana.

62 Altri (Karl Rahner) hanno negato la verità di norme morali inderogabili basandosi sull’opinione che la natura umana, almeno nei suoi aspetti rilevanti, è mutevole. Lo stesso Karl Rahner non si è mai avventurato a chiarire che cosa ritenesse mutevole e che cosa costante nella natura umana.

63 Il guaio è che secondo la logica del proporzionalismo, l’opzione coretta è quella che promette un maggior bene rispetto alle opzioni alternative. Cioè offre “tutto ciò che offrono le alternative” … “e qualcosa in più”. In quest’ottica le alternative stesse scompaiono dall’orizzonte, perdono completamente l’attrattiva. Se un uomo vuole acquistare una casa ed è interessato esclusivamente a tre fattori: il prezzo, le dimensioni e la vicinanza alla scuola, qualora egli trovi una casa meno cara, più grande e più vicina alla scuola di ogni altra alternativa, le altre case perdono immediatamente ogni considerazione ai suoi occhi (a meno che egli non cominci a interessarsi a qualche altro fattore). Nel suo progetto di ricerca di una casa non c’è più scelta per quelle che non hanno uno di questi fattori. Così il proporzionalismo


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