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PRATICA e GRAMMATICA DELLE POLITICHE SCOLASTICHE D’ACCOGLIENZA

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Presentazione sul tema: "PRATICA e GRAMMATICA DELLE POLITICHE SCOLASTICHE D’ACCOGLIENZA"— Transcript della presentazione:

1 PRATICA e GRAMMATICA DELLE POLITICHE SCOLASTICHE D’ACCOGLIENZA
Dott.ssa Ignazia Nespolo Dirigente Scolastico IX Direzione Didattica PADOVA

2 Grammatica: Dal dizionario: Arte del leggere e scrivere la lingua
Arte di scrivere e parlare con norme costanti e approvate, secondo l’uso delle persone istruite

3 PRATICA Dal dizionario:
Arte, maniera ed esercizio dell’operare, agire, fare. “In pratica”: nell’operazione, quando si viene al fare. Quando si vuole applicare la regola. “Aver la pratica”: conoscere per esperienza il modo di fare.

4 ACCOGLIERE è: RICEVERE PRENDERE INSIEME
DAL DIZIONARIO: RICEVERE PRENDERE INSIEME RICEVERE CON DIMOSTRAZIONE DI AFFETTO COMPRENDERE-ACCETTARE “Accoglienza” è un RICEVIMENTO CON DIMOSTRAZIONE DI AFFETTO.

5 PROGETTO ACCOGLIENZA L’accoglienza si può considerare come un atteggiamento mentale che ci rende disponibili ad accogliere ciò che può venire a noi dagli altri, con la convinzione che sarà una conquista e una crescita. Accogliere significa porsi dalla parte opposta del rifiuto e garantire un ascolto a tutto tondo. Per progettare un’accoglienza che tenga conto dei bisogni di tutti i soggetti che affluiscono ed interagiscono in una scuola è necessario articolare interventi multipli e diversificati. Si tratta di promuovere un ambiente che offra la possibilità di far sentire a proprio agio chi accoglie e chi è accolto per poter permettere di utilizzare gli spazi, le strutture, le risorse della scuola valorizzando i contributi di ciascuno in funzione di costruire e condividere percorsi di esperienza e conoscenza in un clima di benessere (Progetto ACCOGLIENZA IX D.D.)

6 L’ACCOGLIENZA Deve coinvolgere tutta l’Istituzione Scolastica e deve, possibilmente, essere condivisa e coordinata dalla Società e dagli Enti Territoriali: Comuni, Provincia, Regione, ecc. 1. Espletamento pratiche di segreteria 2. Sensibilizzazione dei docenti nei confronti del fenomeno migratorio. Sensibilizzazione di tutta la classe. Attivazione della Commissione Accoglienza dell’Istituto e delle figure “di supporto” previste dai progetti di Rete “Accoglienza alunni stranieri” (con Comune di Padova), cioè Mediatori Culturali e Facilitatori Linguistici.

7 Il diritto all’istruzione scolastica dei minori stranieri è previsto da:
Costituzione della Repubblica Italiana: Art.10: “L’ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme di diritto internazionale generalmente riconosciute. La condizione giuridica dello straniero è regolata dalla legge in conformità delle norme e dei trattati internazionali.” Art.30: “E’ dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli, anche se nati fuori del matrimonio…” Art.31: “La Repubblica[…]Protegge la maternità, l’infanzia e la gioventù, favorendo gli istituti necessari allo scopo…” Art.34: “La scuola è aperta a tutti. L’istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita”

8 Convenzioni di diritto internazionale
-Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali, ratificata dallo Stato italiano con legge , n.848. art.2 del protocollo addizionale: “A nessuno può essere interdetto il diritto all’istruzione. Lo Stato, nell’attività che svolge nel campo dell’educazione e dell’insegnamento, rispetterà il diritto dei genitori di assicurare questa educazione e questo insegnamento secondo le loro convinzioni religiose e filosofiche.” -Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo (adottata dall’Assemblea generale dell’ONU il 10/12/1948). art.1: “Tutti gli esseri umani nascono liberi ed uguali in dignità e diritti…” art.25: “La maternità e l’infanzia hanno diritto a speciali cure ed assistenza…” art.26: “Ogni individuo ha diritto all’istruzione. L’istruzione deve essere gratuita per quanto riguarda le classi elementari e fondamentali. L’istruzione elementare deve essere obbligatoria…”

9 -Patto internazionale sui diritti economici, sociali e culturali (ONU, 16/12/1966, entrato in vigore il 23/3/1976). art.10: “Speciali misure di protezione devono essere prese in favore di tutti i fanciulli e gli adolescenti senza discriminazione alcuna per ragioni di filiazione o per altre ragioni. I fanciulli e gli adolescenti devono essere protetti contro lo sfruttamento economico e sociale…” art.12: “Gli Stati parti del presente Patto riconoscono il diritto di ogni individuo all’istruzione -D.P.R.. 31/08/99 n. 394 art.45: diritto all’istruzione anche senza permesso di soggiorno; Stesse modalità di iscrizione degli alunni italiani: possono essere iscritti anche in corso d’anno, vanno iscritti nella classe corrispondente per età.

10 I Diritti del Fanciullo
Dichiarazione dei diritti del fanciullo (ONU, 20 Novembre 1959). -Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia (ONU, 20/11/1989, ratificata dallo Stato italiano con legge 27/5/1991, n.176). art.28: “Gli Stati parti riconoscono il diritto del fanciullo ad avere un’educazione[…]devono[…]l’istruzione primaria gratuita ed obbligatoria per tutti …” -Patto internazionale sui diritti civili e politici (ONU, 16/12/1966, entrato in vigore il 23/3/1976). art.24: “Ogni fanciullo, senza discriminazione alcuna fondata sulla razza, l’origine nazionale o sociale, la condizione economica o la nascita, ha diritto a quelle misure protettive che richiede il suo stato minorile, da parte della famiglia, della società e dello Stato”.

11 La condizione dei ragazzi immigrati
COME VIVE L’ESSERE FAMIGLIA IMMIGRATA? Famiglia Bambini e ragazzi Comunità Scuola COSA FA PER GLI STRANIERI? COME ACCOGLIE? COME INTEGRA?

12 CITTADINANZA ITALIANA
E’ la condizione giuridica di un soggetto che appartiene allo Stato dovendone osservare le leggi e godendo di pieni diritti civili e politici. In Italia si acquisisce per nascita da padre o madre italiani; per nascita nel territorio italiano quando i genitori sono ignoti o apolidi; per matrimonio con cittadino italiano. Può essere concessa in casi particolari.

13 L’UOMO HA BISOGNO DI UN GRUPPO
§ per percepirsi come parte di un insieme omogeneo di persone legate da scopi comuni § questo bisogno porta all’etnocentrismo, tendenza quasi universale

14 ETNOCENTRISMO La propria cultura è considerata il centro dell’universo; rispetto ad essa, tutte le altre culture vengono valutate, a priori, come inferiori e potenzialmente pericolose.

15 SIMBOLI DI IDENTITA’ COLLETTIVA
Ogni cultura sviluppa degli accorgimenti per sancire l’identità collettiva: l’esaltazione delle radici comuni; l’adozione di simboli evidenti per marcare l’appartenenza; l’enfasi sulla superiorità come gruppo; sottolineatura delle differenze: Individuazione dei nemici (non solo chi minaccia il gruppo, ma anche chi non vi appartiene, perché mette in discussione l’identità e la visione del mondo del gruppo stesso) Importanza delle usanze, dei riti e della cultura, che diventano IMPERATIVI

16 PREGIUDIZIO E’ un giudizio precedente all’esperienza, cioè emesso in assenza di dati empirici sufficienti. Il pregiudizio sociale è considerato negativo: è la tendenza a considerare in modo ingiustificatamente sfavorevole le persone che appartengono ad un determinato gruppo sociale.

17 STEREOTIPO Si tratta di semplificazioni grossolane e molto rigide, rispondono ad una esigenza di semplificazione della realtà. E’ un insieme coerente e rigido di credenze negative che un gruppo ha nei riguardi di un altro gruppo o categoria sociale. Gli stereotipi fanno parte della cultura del gruppo ed hanno valore difensivo.

18 Pregiudizi e Stereotipi anche da noi ?
La nostra cultura è permeata, come e più di altre, di un potente senso di superiorità nei confronti delle altre culture, ritenute arretrate e meno civili.

19 Come si manifesta la distanza e l’ostilità ?
Con la riduzione del pregiudizio manifesto, dell’avversione esplicita verso le minoranze etniche. Con la sopravvivenza, accanto ai valori universalmente accettati di tolleranza e di uguaglianza, di forme mascherate e sottili.

20 Forme di distanza e di ostilità
Opposizione alle iniziative pubbliche dirette a favorire le minoranze Razzismo simbolico: l’iniziativa a favore degli stranieri sarebbe svantaggiosa per la maggioranza Limitazione di scambi, mantenendo le distanze, con forme di disagio (non ti guardo negli occhi) e fuga: porta alla “risegregazione” Distorsione della percezione e della valutazione dei fenomeni che riguardano le minoranze Marcatura delle differenze etniche e sopravvalutazione del loro ruolo come cause dei comportamenti delle persone Sottolineatura del valore autonomo di ogni cultura: sancendo la loro inconciliabilità, si afferma che “per salvare la ricchezza delle diversità è indispensabile che esse restino separate”

21 SITUAZIONE ATTUALE Nel migliore dei casi, si va verso una situazione di non belligeranza, nella quale la diversità, lungi dal porsi come fattore di arricchimento, svolge la funzione di una barriera insormontabile. Gli immigrati sono percepiti come individui di una categoria sociale inferiore. (Bruno M. Mazzara)

22 Che cosa significa accogliere un ragazzo straniero a scuola?
Farlo sentire il più possibile a proprio agio in un ambiente a lui estraneo e dargli l’opportunità di istruirsi in maniera soddisfacente.

23 Accoglienza a scuola La scuola è sicuramente un ambito in cui lo straniero può avere molte interazioni. Ma esso percepisce in fretta, dal livello degli scambi emotivi e personali, se c’è o non c’è vera integrazione complessiva. Spesso, nelle nostre scuole, si verifica la ri-segregazione.

24 LA SCUOLA Offre un supporto istituzionale e culturale: non è soltanto quell’insegnante o quella classe, ma tutta la scuola, e la società stessa, che agiscono e operano in direzione dell’integrazione. Se non è così, lo si percepisce immediatamente.

25 LA SCUOLA E’/DOVREBBE ESSERE:
Il luogo in cui si istruisce il cittadino L’ambiente chiave per far conoscere: . il valore delle diversità . la necessità di una pacifica convivenza . la necessità di superare stereotipi e pregiudizi . La validità della collaborazione e dell’aiuto tra bambini/ragazzi Un luogo dove nascono conflitti e dove si educa ad affrontarli e a risolverli Il luogo dove si crea la cultura del rispetto e del contatto tra i diversi, del confronto e della pacifica coesistenza di tutte le culture.

26 La scuola offre/dovrebbe offrire anche:
Un quadro interpretativo nel quale inserire le nuove informazioni acquisite dal confronto con i diversi, fornendo spiegazioni alternative agli stereotipi e che valorizzi la cultura; Una interazione sufficientemente lunga e approfondita per conoscere ed integrare; Esperienze di rapporto cooperativo e di impegno comune verso scopi comuni, che produce senso di interdipendenza; Un ambiente paritetico, dove tutti gli alunni sono uguali, con uguale potere, prestigio e posizione;

27 LA SCUOLA RISPETTA: Il diritto del singolo di riconoscersi in un sistema di appartenenza Il diritto di avere proprie radici e una propria cultura, che devono essere valorizzate, ma anche confrontate sistematicamente con quelle degli altri gruppi. Il principio di pariteticità e di rispetto delle differenze; esso dice che è non solo possibile, ma anche giusto e produttivo per tutti che esistano differenti modi di essere e di vedere il mondo.

28 Ma noi, in che scuola crediamo ?
Nella scuola del pluralismo culturale? O nella scuola dell’ “assimilazione”, dove il modello maggioritario è migliore e ingloba quello minoritario? Il pluralismo culturale mira a mantenere le differenze, valorizzando ciascuna di esse come possibile arricchimento del patrimonio culturale complessivo, che trae forza dal confronto e dalla pacifica convivenza di culture diverse.

29 Il pluralismo culturale
Richiede, come presupposto, la validità di ciascuna posizione. Chiede l’esercizio continuo di TOLLERANZA. Richiede di organizzare in concreto la vita in un confronto continuo di punti di vista e di abitudini diversi dai propri. Chiede un grosso sforzo istituzionale per adeguare le strutture della società ad esigenze e caratteristiche di culture diverse (chiese, tempi di lavoro, cibo, famiglia, vestiario, R.C. a scuola, ecc.)

30 Iscrizione di minori nelle scuole italiane
Normativa di riferimento: C.M. n. 400 del 31/12/1991 C.M. 363/1994 D.L.vo n. 297 (Testo Unico) CONDIZIONI PER L'ISCRIZIONE IN UNA SCUOLA a) Residenza b) Ricettività della scuola DOCUMENTI RICHIESTI PER UNA ISCRIZIONE * certificato di nascita (O AUTO CERTIFICAZIONE) * certificato di vaccinazione (ora va chiesto d'Ufficio all'USSL) * Nulla Osta, se proviene da altre scuole/città, per il controllo dell'obbligo scolastico. La scuola chiede poi il fascicolo personale per conoscere la scolarità pregressa.

31 L'ISCRIZIONE DI UN ALUNNO STRANIERO
NORME di riferimento - per il DIRITTO: * C.M. n. 205/90: “La scuola dell'obbligo e gli alunni stranieri. L'educazione interculturale” * C.M. n. 400/91, punti 6 e 7 e C.M. n. 363/94: disposizioni generali sulle iscrizioni - per le VACCINAZIONI: * C.M. Del M.S. n. 8 del 23/03/93: “L'iscrizione degli alunni stranieri in difetto di certificazioni sanitarie va, pertanto, accolta, dandone segnalazione alla competente Unità Sanitaria Locale”. * C.M. Regionale V. prot del 25/03/1993 * C.M. Congiunta M.P.I. e M.S. del 23/09/1998

32 LA RESIDENZA e IL PERMESSO DI SOGGIORNO
PRINCIPIO GENERALE: - Nessun problema per gli alunni stranieri inseriti negli elenchi del Comune (se sono residenti, il Comune ha già effettuato delle verifiche) - per i neo arrivati, il permesso va comunque richiesto: si tratta, in genere, del permesso di soggiorno in Italia dei genitori, su cui è aggiunto anche il minore; esso è garanzia per l'identità e per la correttezza dei dati anagrafici MA in assenza del permesso di soggiorno, in virtù delle norme generali esposte, i minori vanno comunque accolti nella scuola pubblica

33 QUALI DOCUMENTI RICHIEDERE
IN ASSENZA DI PERMESSO DI SOGGIORNO SI RICHIEDE: Passaporto (fare copia) Si invita il genitore a rivolgersi alla Questura di Padova per fare richiesta del permesso di soggiorno e a produrre copia del tagliando attestante l'avvenuta richiesta del permesso SCOLARITA' PREGRESSA: COME LA VERIFICO? In genere con la certificazione tradotta e convalidata dal Consolato Italiano presso il Paese d'origine. Spesso non c’è alcuna documentazione, ma il b. è accolto lo stesso.

34 AUTO CERTIFICAZIONE e SCOLARITA' PREGRESSA
PROBLEMA AUTO CERTIFICAZIONE: L'art. 5 del D.P.R. n. 403/98 prevede che i cittadini extracomunitari possano produrre autocertificazione sostitutiva “limitatamente ai casi in cui si tratti di comprovare stati, fatti e qualità personali certificabili o attestabili da parte di soggetti pubblici o privati italiani”. La C.M. n. 489/98 riconferma questo principio e lo riferisce proprio alla scuola. Ciò significa che la scolarità pregressa e gli eventuali titoli di studio posseduti da un extracomunitario non possono essere auto certificati e devono essere quindi comprovati con idonea documentazione.

35 STRANIERI E ITALIANI CULTURA D’ORIGINE CULTURA ITALIANA
Gli stranieri hanno bisogni, ritmi, desideri UGUALI a quelli di tutti gli italiani MA Sono alle prese con bisogni e STORIE specifiche, di APPRENDIMENTO ADATTAMENTO RADICAMENTO CULTURA D’ORIGINE CULTURA ITALIANA

36 SE L’IMMIGRATO NON PARLA ITALIANO
Parlare lentamente, staccando le parole Segnalare l’inizio e la fine di ogni frase Aiutare la comprensione con l’aiuto della cartina di Padova Preparare foglietti separati per plesso con gli orari di funzionamento In casi difficili, chiedere l’intervento del M.C.

37 1. Espletamento pratiche di segreteria
Presentazione documenti di identità Documentazione percorso scolastico pregresso nel Paese d’origine Assegnazione alla classe da parte del Dirigente Scolastico Coinvolgimento della Commissione Accoglienza e del Referente della Rete

38 2. SEGRETERIA: DARE INFORMAZIONI SULLA SCUOLA
Il Comune di Padova ha predisposto i moduli informativi sulle scuole dell’infanzia, primarie e medie nelle principale lingue straniere. Chiedere la lingua parlata, consegnare il modulo informativo adatto. Se la scuola a cui si iscrive ha la mensa e il ragazzo vi aderisce, ricordare di affrontare il problema della dieta (per motivi religiosi).

39 3. I MODULI DI ISCRIZIONE Utilizzare i moduli in duplice lingua (aiutare a scrivere esattamente nomi e cognomi, luoghi e date di nascita). Raccogliere le prime informazioni sulla biografia dell’alunno e della sua famiglia, ad es. : “Per quali motivi la famiglia è venuta in Italia (rifugiati, motivi di lavoro, adozione …)?” “Da quanto tempo è in Italia il b., il padre, la madre?” “Come parla l’italiano il genitore?” Annotare le informazioni in una scheda apposita, da inviare anche ai docenti di classe, e trasmettere tutto al D.S. Trasmettere tali informazioni al D.S. e ai docenti. Inviare alla scuola la modulistica in duplice lingua, che gli ins. utilizzeranno all’occorrenza.

40 IL DIRIGENTE SCOLASTICO
Prende atto Assegna l’alunno alla classe secondo normativa (stesse modalità di iscrizione degli alunni italiani: gli stranieri possono essere iscritti anche in corso d’anno, vanno iscritti nella classe corrispondente per età, ma il D.S. può valutare l’esistenza di condizioni particolari). Invia tutti i dati informativi alla scuola: agli insegnanti di classe e ai referenti del Progetto Accoglienza. Se l’alunno è in Italia da poco tempo, informa il Coordinatore della Rete, utilizzando il modulo di segnalazione, per ottenere l’assegnazione di un MEDIATORE CULTURALE. Individua le risorse a supporto dell’accoglienza e dell’inserimento: ad esempio, nomina un FACILITATORE LINGUISTICO e assegna il suo n.° di ore.

41 I REFERENTI DI PLESSO E GLI INSEGNANTI DI CLASSE
Organizzano l’accoglienza (anche in collaborazione con il Mediatore Culturale) Incontrano la famiglia Verificano le competenze linguistiche, logiche, matematiche, culturali (si vedano i test iniziali concordati con il Comune di Padova) Progettano gli interventi di Facilitazione Linguistica (modalità interventi, orari, materiali …) Stabiliscono le linee d’intervento e gli orari del Mediatore Culturale

42 COSA FA IL MEDIATORE CULTURALE
Aiuta il bambino ad inserirsi nella scuola e nella classe Aiuta il bambino ad essere se stesso Presenta la cultura d’origine alla classe Presenta la cultura del luogo all’alunno straniero (usi, costumi, espressioni linguistiche più comuni …) Avvia l’alunno all’utilizzo della lingua italiana

43 COSA FA IL FACILITATORE LINGUISTICO
Facilita l’apprendimento della lingua italiana parlata e della letto-scrittura Svolge attività individualizzate, in classe e anche fuori dalla classe, a volte in piccoli gruppi di alunni Può essere un docente interno alla scuola/Istituto. Può anche essere un esperto esterno, con incarico/contratto. Può essere pagato con i FONDI della Rete, con il fondo d’Istituto o con i fondi dei Progetti specifici, assegnati dal C.S.A. o dall’U.S.R.

44 LA MIA RETE Di quale Rete fa parte il mio Istituto?
Chi è il CAPOFILA/coordinatore? Quale modulistica utilizza? Quali modalità operative si è data? Quali i tempi per le segnalazioni? Ho segnalato l’iscrizione dell’alunno all’ULSS, ai fini degli accertamenti sanitari, se l’alunno non ha presentato il certificato di vaccinazione?

45 L’ARCHIVIO ALUNNI STRANIERI
E’ utile costruire l’elenco complessivo degli alunni stranieri, diviso per plesso: registrare ogni anno: la classe, nome e cognome, sesso, data di nascita, nazionalità, data di arrivo in Italia, data d’inizio della frequenza scolastica nella nostra scuola.

46 PREMESSA n. 1 Sensibilizzazione dei docenti
Cosa significa lavorare in ambienti interculturali? Necessità di saper riconoscere e valorizzare il patrimonio culturale, linguistico e religioso di tutti gli alunni Necessità di saper incoraggiare sempre gli alunni Avere aspettative “alte” per tutti gli studenti Saper collaborare con gli altri docenti Saper progettare e valutare progetti

47 PREMESSA N. 2 E’ utile ai fini dell’apprendimento linguistico solo ciò che si riesce minimamente a comprendere. I bisogni linguistici dell’alunno straniero riguardano TUTTI GLI INSEGNANTI, non solo gli insegnanti di lingua.

48 PREMESSA N. 3 Sensibilizzazione di tutta la classe
evitare i toni del folklore e del “dover essere” sviluppare la discussione e far emergere le paure, i disagi, i timori, le curiosità di ognuno individuare i compiti di tutoraggio Pensare all’extra-scuola (inviti, uscite con i compagni, attività del territorio, ecc.) MA QUALI SONO I VALORI CHE REGOLANO L’ACCETTAZIONE TRA COMPAGNI NELLE NOSTRE CLASSI ?

49 Lo straniero in classe/1
Apprendere a decodificare: MESSAGGI VERBALI MESSAGGI NON VERBALI DEL VOLTO E DEL CORPO

50 Lo straniero in classe/2
Osservazione/raccolta di informazioni su: La sua biografia e quella della sua famiglia; Il suo sviluppo psico-emotivo, la presenza di traumi o di situazioni di disagio personale e/o familiare; Il suo sviluppo cognitivo; Le sue competenze linguistiche in L1; Le sue competenze logico-matematiche e le conoscenze acquisite in L1; Le sue competenze linguistiche in L2.

51 Lo straniero in classe/3
Imparare la lingua per la comunicazione quotidiana: Esprimere: bisogni richieste disponibilità ai compagni problemi e disagi Chiedere cosa succede

52 Lo straniero in classe/4
L’alunno straniero deve: Adattarsi alla nuova scuola e alla nuova situazione le “regole del gioco” come ci si rivolge all’insegnante come è meglio comportarsi e agire (all’arrivo, in bagno, durante gli intervalli, all’uscita…)

53 Lo straniero in classe/5
L’acquisizione della L2 è legata a: Motivazione Autostima e sicurezza personale Ansia Stili cognitivi personali Incoraggiare e confermare lo studente

54 Lo straniero in classe/6
Apprendere a LEGGERE, SCRIVERE, STUDIARE La lingua della scuola La lingua dello studio La lingua della comunicazione Stili di apprendimento Stili di interazione e relazione Stili di comunicazione e uso del linguaggio

55 I tempi dell’apprendimento linguistico
Lingua della comunicazione quotidiana: 6 mesi Lingua della scuola: 2 anni Lingua dello studio: 7 anni RISPETTARE LA FASE DEL SILENZIO E DELL’ASCOLTO

56 Tempi Le abilità conversazionali vengono raggiunte abbastanza in fretta L’uso della lingua scolastica rimane limitato per molto tempo (linguaggio astratto, dei concetti e delle discipline).

57 Metodologia/1 Ogni attività deve essere FACILITATA dall’insegnante, in ogni disciplina: Semplificare le consegne: ad es. fare come il compagno (tutor) Testi facilitati: inserire immagini e disegni, sottolineare le parole-chiave, utilizzare glossari, anticipare le parole-chiave di un argomento/testo che si deve affrontare… Testi semplificati

58 Metodologia/2 Segnalare l’inizio e la fine di ogni attività
Adottare molte “routine” comportamentali, linguistiche, sociali Adottare strategie di lavoro in coppia e in gruppo Parlare lentamente, staccando le parole  La ridondanza va bene per 1 mese, almeno

59 Metodologia/3 Parlare un po’ più lentamente
Fare pause alla fine della frase Usare il vocabolario di base, riducendo l’uso di sinonimi e pronomi Semplificare la sintassi: frasi più brevi, poche coordinate e subordinate, negazioni semplici, frasi relative e passive Chiarire il significato di termini nuovi con l’opposizione e i contrari

60 Metodologia/4 Prima la comprensione del messaggio Poi la forma
Accettare gli errori: non far ripetere, ma riformulare la frase al posto del ragazzo Segnalare sempre l’inizio e la fine delle attività, perché si fa, con chi…

61 Metodologia/5 Recuperare il più possibile le competenze acquisite in L1 (matematica, chimica, geografia, ecc.) Adottare strategie di lavoro in coppia e in gruppo

62 Un piano di studi personalizzato/1
Dopo i test di verifica, le osservazioni, le rilevazioni, l’insegnante di riferimento per l’accoglienza ed il Consiglio di classe, programmano un’attività didattica individualizzata e le attività comuni con il resto della classe. NON PRIVARE MAI L’ALUNNO STRANIERO DELLE LEZIONI SOCIALIZZANTI: EDUCAZIONE FISICA, ATTIVITA’ DI LABORATORIO, ECC.

63 Pianificare gli interventi
Utilizzare semplici schede di programmazione, per facilitare la condivisione tra tutti i docenti: N. 1 Abilità scolastiche possedute: N. 2 Programmazione personalizzata: Obiettivi generali Obiettivi disciplinari Modalità di valutazione Area delle relazioni Area dell’apprendimento

64 Un piano di studi/2 Nel piano di studi devono essere chiariti gli obiettivi fissati per il ragazzo, dai quali dipenderanno le valutazioni quadrimestrali e finali. EVITARE di pretendere dal ragazzo straniero, nel giro di 6 mesi, gli stessi risultati dei ragazzi italiani senza avergli dato strumenti adeguati per progredire; di trattare il ragazzo come il primo giorno dopo 6 mesi.

65 Piano di studio/3 Obiettivo per tutti
Guidare/accompagnare lo studente nell’acquisizione della lingua e della lingua dello studio affinchè possa padroneggiare/riformulare contenuti e concetti

66 Piano di studio/4 Consiglio di classe
Fissa l’obiettivo linguistico per l’alunno Organizza i momenti di laboratorio linguistico (nella scuola –al mattino o al sabato-, al C.T.P. …) e la loro durata Costruisce l’orario settimanale dell’alunno e lo spiega anche alla famiglia

67 Piano di studio/5 Ogni insegnante
Seleziona il programma e individua gli argomenti su cui lo studente si deve concentrare Predispone tutti i supporti Prepara prove di verifica nelle quali è ridotta la portata della MODALITA’ VERBALE

68 La lingua dello studio/1 Apprendere il contenuto
Inserire nella lezione una fase operativa (osservazione, esperienza personale, operatività…) Semplificare il testo, sostituire gli enunciati complessi Usare schemi e supporti non verbali

69 La lingua dello studio/2 Apprendere concetti
Comprendere termini e concetti Appropriarsi di concetti e del linguaggio “settoriale” Semplificare il testo per assicurare la sua comprensione (utilizzare testi letterari semplificati) Appropriazione dei concetti: Riformulazione e uso della lingua dello studio (decontestualizzata)

70 VERIFICHE/1 Questionari a scelta multipla (non più di 3 possibilità)
Vero/Falso  per porre in relazione Testi a riempimento Abbinamenti parola-immagine, parola-parola, testo-testo, domanda-risposta Costruzione di frasi a partire da parole date

71 VERIFICHE/2 Attenzione alle interrogazioni Leggi bene e poi riassumi
Completa le frasi (aperte) Osserva il disegno/l’immagine/la carta/l’operazione e descrivi/scrivi quello che sai –Che cos’è? Cosa sai? Cosa pensi?

72 COMPITI per casa Ridurre le pagine: assegnare un paragrafo/capitolo e 2/3 domande-guida: Cosa significa “_____” Chi è _____? Com’è _____? Scrivi 3 frasi di sintesi Le verifiche devono limitarsi agli argomenti assegnati

73 BIBLIOGRAFIA Tutti i testi scritti o curati da Graziella Favaro, ad es. “Insegnare l’italiano agli alunni stranieri” La nuova Italia2004 D. Demetrio, G. Favaro, “Bambini stranieri a scuola”, La Nuova Italia, 1997 P. Green, “Alunni immigrati nelle scuole europee”, Erickson, 1999 A. Nanni, “L’educazione interculturale oggi in Italia”, Emi, 1998 M. Castiglioni, “La mediazione linguistico-culturale”, Franco Angeli, 1997 A. Marazzi, a cura di, “Voci di famiglie immigrate”, Franco Angeli, 2005 M. Omodeo, La scuola multiculturale, Carocci, 2002 A. Colombo, G. Sciortino, “Gli immigrati in Italia”, Il Mulino, 2004 B.M. Mazzara, “Stereotipi e pregiudizi”, Il Mulino, 1997 R. Bosisio et al.,”Stranieri e italiani”, Donzelli editore, 2005 C. Geertz, “Mondo globale, mondi locali”, Il Mulino, 1999 A. Giddens, “Il mondo che cambia”, Il Mulino, 2000


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