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Origini e sviluppi della Psicologia sociale - 2

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Presentazione sul tema: "Origini e sviluppi della Psicologia sociale - 2"— Transcript della presentazione:

1 Origini e sviluppi della Psicologia sociale - 2

2 LA NASCITA UFFICIALE: 1908? William McDougall Edward A. Ross
Introduction to Social Psychology Social Psychology Prospettiva psicologica: importanza degli istinti Prospettiva sociologica: importanza dell’imitazione

3 William McDougall Per spiegare quali sono i fondamenti della vita sociale è necessario studiare la “base originaria della mente”, ossia gli istinti. Gli istinti sono definiti come disposizioni innate che guidano l’azione, modellando la vita collettiva

4 Gli istinti sono costituiti da tre componenti:
percettiva; -emozionale; -comportamentale Alcuni di questi istinti sono di natura sociale e costituiscono la base delle condotte sociali.

5 Tra gli istinti di natura sociale:
- Istinto gregario: spinge l’uomo a raggiungere i propri simili - Istinto di riproduzione e istinto parentale: spingono a fondare la famiglia e dunque la società; - Istinto combattivo: produce la civiltà e il progresso;

6 Edward A. Ross Ross analizza quei fenomeni della vita di società connessi ai comportamenti collettivi. Il comportamento è l’esito di fattori sociali (imitazione e suggestione). Le persone sono trasportate da correnti sociali

7 Il ruolo dell’individuo nella società:
-in Europa: il posto attribuito all’individuo era legato per lo più alla contingenza della sua nascita; -in America: i singoli soggetti venivano visti come agenti impegnati a definire la propria identità all’interno della collettività.

8 La “filosofia del successo” era basata sull’ambizione individuale e sulla capacità di sfruttare le occasioni propizie; essa produsse un forte spirito pragmatico e, soprattutto, un atteggiamento funzionale e pratico

9 Il PRAGMATISMO Introdotto da C. S. Peirce (1872), fu reso popolare da W. James Per i pragmatisti la coscienza si produce nel corso di operazioni concrete, svolte per risolvere problemi o per cambiare abituali forme di attività non più adatte alle situazioni

10 La coscienza è un “processo”, una corrente in movimento
La coscienza è un “processo”, una corrente in movimento. Poiché essa è un flusso continuo, qualsiasi tentativo volto a suddividerla in elementi distinti non può che distorcerne la natura.

11 James, inoltre, insiste sulla natura non razionale dell’uomo.
Feelings: emozioni, sensazioni provenienti dalla sensibilità periferica. Sono forme di conoscenza immediata nel contatto con l’ambiente.

12 Il FUNZIONALISMO rappresenta un punto di vista teorico generale.
La funzione della coscienza è quella di guidare l’organismo al raggiungimento delle condizioni necessarie alla sua sopravvivenza

13 “Il funzionalismo va considerato come:
la psicologia delle operazioni mentali in opposizione alla psicologia degli elementi mentali; esso si occupa della mente nel suo compito di mediazione tra l’ambiente e i bisogni dell’organismo (utilità della coscienza); e, infine, come la psicologia che sottolinea il significato della relazione mente-corpo come essenziale per una esatta comprensione della stessa vita mentale” (Angell, 1907)

14 Il funzionalismo si sofferma sul ruolo che i processi mentali assumono in relazione alla condotta nell’ambito della più generale FUNZIONE ADATTATIVA. concetto di FUNZIONE Funzionamento (operazioni mentali) Finalità (necessità dell’adattamento)

15 Il funzionalismo ha le sue radici nella Teoria evoluzionista di C
Il funzionalismo ha le sue radici nella Teoria evoluzionista di C. Darwin (1859) In natura esiste una selezione naturale; le forme che sopravvivono sono quelle che sono riuscite a trovare un positivo adattamento alle difficoltà ambientali. La centralità dell’adattamento comporta un’attenzione verso l’interazione organismo-ambiente e verso il comportamento

16 È anche grazie al sostegno della Psicologia di James che alcuni studiosi americani hanno potuto mettere in rilievo il ruolo che la vita sociale svolge sul mondo mentale J.M. Baldwin (1896) si è avvicinato alla Psicologia sociale attraverso la Psicologia dello sviluppo.

17 Secondo Baldwin, la mente di un bambino si distingue da quella di un animale per le sue capacità di apprendere attraverso l’imitazione, ma tale dinamica non è passiva Il bambino non è un inerte recipiente che raccoglie informazioni, ma è attratto dal mondo che lo circonda, pensa e immagina assimilando e trasformando l’informazione ricevuta dall’ambiente

18 Dai primi momenti di vita sensoriale, l’individuo passa alla più ampia fase dell’inserimento nelle relazioni sociali, attraverso le quali giunge alla fase ultima della formazione del mondo personale soggettivo Per Baldwin, la consapevolezza di sé e degli altri si sviluppano insieme

19 Tra i pragmatisti, figura di spicco per la Psicologia sociale è quella di George Mead.
I pensieri e le azioni di un soggetto si sviluppano all’interno di una rete sociale, fatta di linguaggio, costumi, convenzioni e credenze.

20 Non esistono persone al di fuori delle relazioni sociali.
Nell’interazione tra persone, riveste un ruolo cruciale la comunicazione. Il linguaggio è espressione di un sistema di significati condivisi (capacità simbolica)

21 “Quando il gesto esprime un’idea che lo presuppone e che, nel contempo, fa sorgere la stessa idea in un altro individuo, allora ci troviamo di fronte a un simbolo significativo. Quando il gesto si presenta in questo tipo di situazione, esso è diventato linguaggio.” Mead recupera un soggetto che vive in un mondo di significati e non di stimoli ciechi

22 Una tendenza essenziale della Psicologia sociale americana sarà, in seguito, quella di non indagare più sulla società in generale e sui suoi rapporti con l’individuo, ma di studiare l’interazione umana all’interno dei piccoli gruppi

23 Cooley (1909) parla di gruppi primari e gruppi secondari:
caratterizzati da associazione e cooperazione intima, faccia a faccia (famiglia, vicinato, gruppo di coetanei); offrono la prima e più completa esperienza di unità sociale; garantiscono la formazione del concetto di sè GRUPPI SECONDARI: di proporzioni maggiori (organizzazioni professionali) l’appartenenza al gruppo è astratta le relazioni sono impersonali (differenziazione di ruolo)

24 Lo studio dei piccoli gruppi ha avuto numerose applicazioni pratiche, in particolare nella psicologia del lavoro. E. Mayo condusse dal 1927 al 1932 l’«esperimento Hawthorne», presso la fabbrica di telefoni della Western Electrics.

25 Quali fattori influenzano la produttività dei lavoratori?
- Variabili fisiche (illuminazione) - Variabili fisiologiche (fatica) - Variabili psicosociali (sentimento di gruppo)

26 Effetto Hawthorne: per i lavoratori costituiscono un fortissimo incentivo:
- la consapevolezza della propria importanza - l’orgoglio di sentirsi apprezzati e seguiti con particolare attenzione.

27 Un altro autore che ha dato impulso allo studio dei piccoli gruppi è J
Un altro autore che ha dato impulso allo studio dei piccoli gruppi è J. Moreno (1934) Elementi fondamentali sono la creatività e la spontaneità come modi per ritrovare un senso più autentico e vero nei rapporti tra le persone.

28 Lo psicodramma è un metodo per far ritrovare all’individuo la sua spontaneità.
Per liberarsi dai ruoli che ci vengono imposti dall’esterno, è utile “impersonarli sulla scena” Per approfondire l’analisi dei gruppi ristretti, elabora nel 1934 la sociometria, volta a indagare la struttura psicologica affettiva sottostante alle relazioni sociali

29 Grazie al test sociometrico, si può ottenere un’idea del modo in cui ciascuno percepisce la propria situazione nel gruppo. Si deve poter agire sul gruppo per giungere a una società “nella quale le nostre personalità profonde si realizzano”

30 Di notevole interesse per la Psicologia sociale è il grosso apporto metodologico dato dalla Scuola di Chicago ( ) alla ricerca sul campo Sono state affiancate: tecniche qualitative: osservazione partecipante, storie di vita, interviste, analisi dei documenti; tecniche quantitative: indagine sociale, questionari

31 Tra gli autori della Scuola di Chicago:
Park (1925) Human Ecology Thomas e Znaniecki (1920) Il contadino polacco in Europa e in America Blumer (1930, 1950) Interazionismo simbolico Goffman (1959) Vita quotidiana come rappresentazione. Garfinkel (1967) Etnometodologia

32 Nessuno di questi contributi si è imposto con una propria piattaforma teorico-metodologica, capace di sostenere un punto di vista psicosociale in senso pieno La ricerca di una teoria generale porta la Psicologia sociale a inglobarsi nel paradigma forte del behaviorismo, che andava ormai imponendosi a tutta la Psicologia americana

33 NASCITA DEL BEHAVIORISMO:
1913, articolo di Watson “Psychology as the behaviorist views it” Il comportamentismo trasse ispirazione da tre indirizzi di pensiero: - oggettivismo; - psicologia animale; - funzionalismo.

34 La psicologia comportamentista si fonda su due premesse:
- gli organismi si adattano al proprio ambiente per mezzo di dispositivi ereditari e abitudinari; - certi stimoli inducono gli organismi a produrre determinate risposte

35 Elementi fondamentali del behaviorismo:
IMPOSTAZIONE PERIFERALISTA: spiega ogni evento della condotta e della vita psichica in termini di abitudini motorie, viscerali… Il pensiero è considerato una forma di comportamento motorio implicito (movimenti verbali impliciti)

36 “il bambino parla incessantemente da solo…fa il programma della sua giornata ad alta voce […] Sempre ad alta voce egli dà espressione ai suoi desideri, speranze, paure […] Ben presto le regole repressive della società vengono imposte al suo modo di comportarsi. Osservando i genitori il bambino sembra dire a se stesso «Non parlare ad alta voce, papà e mamma non fanno così». In breve tempo i discorsi ad alta voce diventano un discorso bisbigliato. Un gran numero di individui non riesce ad oltrepassare lo stadio del bisbiglio neppure quando sono soli. Però la stragrande maggioranza delle persone, sotto l’influenza delle continue pressioni sociali, passa a contenere il processo verbale al di qua delle labbra”

37 AMBIENTALISMO: Watson ha esaltato il ruolo determinante dell’ambiente nella formazione delle abitudini. Non c’è posto per una spiegazione del comportamento in termini di ereditarietà.

38 “Datemi una dozzina di bambini sani, ben formati, inseriti in un ambiente come intendo io per tirarli su e vi garantisco che, dopo averlo preso a caso, farò di ognuno di loro uno specialista a piacere – un dottore, un avvocato, un artista oppure persino un mendicante o un ladro – a prescindere dal suo talento, dalla sua vocazione, dalla sua tradizione di famiglia e dalle sue attitudini, inclinazioni, tendenze, capacità”

39 APPRENDIMENTO: tutti quegli aspetti del comportamento umano che sembrano istintivi, secondo Watson non sono altro che risposte socialmente condizionate. È l’apprendimento che consente di capire lo sviluppo del comportamento umano.

40 “I bambini vanno trattati con buon senso
“I bambini vanno trattati con buon senso. Trattali come se fossero giovani adulti; vestili e lavali con cura e circospezione. Il tuo comportamento deve essere sempre obiettivo e gentile, ma fermo; non abbracciarli o baciarli mai e non lasciarli sedere sulle tue ginocchia. Se proprio è necessario, dà loro un bacio in fronte quando ti danno la buonanotte e alla mattina stringi loro la mano. Se sono riusciti benissimo in un compito difficile, dà loro un amichevole buffetto sulla testa. Prova, e in una settimana vedrai com’è facile essere perfettamente obiettivo, ma nello stesso tempo gentile, con tuo figlio e proverai vergogna del modo sentimentale in cui lo avevi trattato”

41 Apprendimento: processo che consente una modificazione durevole del comportamento per effetto dell’esperienza Abitudine: prodotto terminale dell’apprendimento che si esprime in una modalità d’essere e di agire che tende a ripetersi in forma pressoché identica Adattamento: processo attraverso cui un individuo o un gruppo stabiliscono con il proprio ambiente naturale e sociale una condizione di equilibrio

42 Tutto il comportamento, finalizzato all’adattamento, può essere considerato come un continuo processo di apprendimento. condizionamento classico (Pavlov): forza dell’associazione tra lo stimolo di base e quello condizionato condizionamento operante (Skinner): meccanismo di premi e punizioni che agiscono come rinforzi per collegare stimolo e risposta (legge dell’effetto di Thorndike)

43 Limiti della visione comportamentistica:
dato esterno come unico motore del comportamento esperimenti condotti su animali Saranno soprattutto gli psicologi sociali a soffrire di questa restrizione di campo, essendo il loro oggetto d’analisi costituito da aspetti complessi delle condotte (mondo sociale costituito non da “oggetti fisici” ma “culturali”)

44 Neo-comportamentismo (dagli anni ’30-’40):
Critica alla teoria del black-box Critica alla visione “passiva” del soggetto Hull (1943): adattamento come possibilità di ridurre una condizione di bisogno (drive) Tolman (1951): comportamento guidato da scopi e intenzioni (senso della meta)

45 Neo-behaviorismo in psicologia sociale:
Miller e Dollard (1941): ruolo dei meccanismi imitativi nel corso della socializzazione, concepita come processo di adattamento al mondo degli adulti Bandura e Walters (1963): l’apprendimento sociale può avvenire spontaneamente, seguendo un modello al di là di rinforzi in senso stretto (rinforzo vicariante)


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