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Sociologia della conoscenza

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Presentazione sul tema: "Sociologia della conoscenza"— Transcript della presentazione:

1 Sociologia della conoscenza
Mod. A: Conoscenza: costruzione sociale della realtà Filtri creativi La danza delle relazioni La realtà è costruzione sociale Queste diapositive sono state presentate (SALVO ALCUNE) NEL corso delle lezioni

2 Testi Modulo A P. Berger, T. Luckmann, La realtà come costruzione sociale, Il Mulino, Bologna (1969 e edizioni successive). S. Manghi, La conoscenza ecologica, Cortina, Milano, 2004 (Prologo e cap. 1 e 2).

3 Ogni atto di conoscenza ci porta
un mondo tra le mani. H. Maturana, F. Varela, L’albero della conoscenza, Garvanti, Milano, 1987

4 Ordine mitico-sacrale Homo Aequalis + Leviatano
Crisi del sacro Millenni Ordine mitico-sacrale Homo Hyerarchicus Secoli Modernità solida Homo Aequalis + Leviatano Decenni Modernità liquida Network society + ???

5 J J L “Amor ch’a nullo amato…” COME prende forma questo “amor”?
Ovvero: attraverso quali processi interattivi? Francesca J Paolo J Lancillotto Ginevra L Gianciotto Artù

6 1. Filtri creativi Conoscere è costruire immagini del mondo

7 “La condizione umana”

8 Simone Weil, Cahiers: Orizzonte in pieno mare. Siamo circondati dal nostro stesso sguardo. Gregory Bateson (VEM): La cornice di un quadro dice all’osservatore che nell’interpretare il quadro egli non deve impiegare lo stesso tipo di ragionamento che potrebbe impiegare per interpretare la carta da parati esterna alla cornice.

9 Gregory Bateson (DAE, pp. 148-149)
Per qualche capacità mirabile e misteriosa, per qualche miracolo di circuiteria neuronale, noi costruiamo immagini di ciò che vediamo. La costruzione di queste immagini è per l’appunto ciò che chiamiamo “vedere”. Gregory Bateson (DAE, pp ) Hmm… però…

10 Questa non è una pipa

11 Nel principio, Elohim creò il cielo e la terra.
Ma la terra era deserta e disadorna e v’era tenebra sulla superficie dell’oceano e lo spirito di Elohim era sulla superficie delle acque. Elohim allora ordinò: “Vi siano occhi!”. E vi fu luce. Hmm… Strano…

12 Ed Elohim diede nome alla luce “giorno”
ed alla tenebra diede nome “notte”. Hmm… ancor più strano…

13 Linguaggio Descrittivo Costruttivo Dillo com’è E’ come lo dici
Oggettività Responsabilità Coscienza Inconsapevolezza

14 “Giochi linguistici”:
Ludwig Wittgenstein

15 Linguaggio e (è) responsabilità
Aldo Giulio Gargani (studioso di Wittgenstein): nel linguaggio … l’effetto è responsabile della sua stessa verità, e non cerca appigli fuori di sé; il linguaggio fa fede di se stesso nel momento in cui accade ed in cui instaura una verità di cui è esso stesso interamente responsabile.

16 Cos’è un’informazione?
VERDE VERDE Trasmissione GRBK… VERDE Creazione

17 2. La danza delle relazioni Conoscere è esser parte (creativa) di più ampie interazioni comunicative

18 Individuo o relazione? GRBK… VERDE

19 Non si può non comunicare Primo assioma della comunicazione
P. Watzlawick et al., Pragmatica della comunicazione Astrolabio, Roma, 1971 Non si può non comunicare

20 Ordine Pragmatico Ordine Simbolico Pensiero, Linguaggio, coscienza
Comportamento, Interazione, Inconsapevolezza, emozioni

21 La trama (pattern) che connette
Quale trama [pattern] connette il granchio con l’aragosta, l’orchidea con la primula e tutti e quattro con me? E me con voi? E tutti e sei noi con l’ameba da una parte e con lo schizofrenico dall’altra? Gregory Bateson

22 Creatura e (è) relazione
Qual è la trama (pattern) che connette tutte le creature viventi? Il modo più giusto per cominciare a pensare alla trama che connette è di pensarla in primo luogo (qualunque cosa ciò voglia dire) come una danza di parti interagenti. Gregory Bateson tutte le creature viventi : Qui lo sguardo “incornicia” le analogie tra specie umana a e altre specie (il che non nega le differenze: al contrario: senza D niente A) tutte le creature viventi : Qui lo sguardo “incornicia” la pragmatica della comunicazione (il che non nega la simbolica: al contrario: senza S niente P, in Homo s.)

23 Penso dunque siamo… Hmm…

24 Conoscenza e/è comunicazione
“La comprensione di interdipendenze esistenziali per ora è soltanto agli inizi. Gli uomini parlano costantemente come se un “soggetto” della conoscenza, un “uomo senza mondo” oppure un “intelletto senza oggetto”, esistesse di per sé, come unità indipendente, e dall’altra parte al di là di un abisso esistesse, come unità parimenti indipendente, il mondo catalogato come “ambiente” o “oggetti”. A questo modo si trascura del tutto un dato: che in tutta la loro esistenza gli uomini sono adattati ad un certo mondo, ossia i loro polmoni all’aria, i loro occhi alla luce del sole, le loro gambe alla terraferma e i loro cuori ad altri uomini. L’interdipendenza è fondamentale” (Norbert Elias, 1988, pp ).

25 La “danza” in Homo sapiens sapiens:

26 non può in alcun caso controllare il tutto
Parte e tutto La parte non può in alcun caso controllare il tutto Gregory Bateson

27 Due strategie discorsive per “vedere le relazioni”
Je est un autre (A. Rimbaud (strategia: Dall’ego all’ego/alter) B) …e Bateson le diede nome… (strategia: Nominare le relazioni)

28 Socializzazione è (è) relazione
(Str. A) L’apprendimento dei contesti di vita è cosa che dev’essere discussa non [o non solo?] come fatto interno, ma [o ma anche?] come una questione di relazione esterna tra due creature. Gregory Bateson

29 Interiorità e (è) relazione
(Str. A) Non ha senso parlare di “dipendenza”, di “aggressività” o di “orgoglio” e così via. Tutte queste parole affondano le loro radici in ciò che accade tra una persona e l’altra, non in qualcosa che sta dentro una sola persona. Gregory Bateson

30 Emozione è relazione (Str. A)

31 J J L (Str. A) “Amor ch’a nullo amato…”
COME prende forma questo “amor”? Ovvero: attraverso quali processi interattivi? Francesca J Paolo J Lancillotto Ginevra L Gianciotto simbolica pragmatica Artù

32 J J J L (Str. B) (Str. B) complementarità Ins  genere emozione
ruolo

33 (Str. B) (Str. B) L J simmetria L J

34 3. La realtà è socialmente costruita: la teoria di Berger e Luckmann

35 Sociologia della conoscenza: arte del “legittimo sospetto”?
Nietzsche: “arte della diffidenza”: ma non a proposito di Sociologia della conoscenza, ovviamente… “Wissensoziologie”: W. Jerusalem, 1909 Paul Ricoeur: “pensatori del sospetto”: Karl Marx: ideologia, falsa coscienza Fredrich Nietzsche: risentimento (ripreso da Max Scheler) Sigmund Freud: inconscio

36 Sociologia della conoscenza: arte del “legittimo sospetto”?
Karl Marx: ideologia Emile Durkheim: sacro Fredrich Nietzsche: morale Max Weber: religione Max Scheler: morale Karl Mannheim: ideologia, scienza, utopia

37 Sociologia della conoscenza: oltre il “legittimo sospetto”
“Soziologie des Wissens”: Max Scheler, 1924 Karl Marx Karl Mannheim, 1923 : ideologia, scienza, utopia Wilhelm Dilthey, intorno al 1880: relatività storica del pensiero “determinazione situazionale” Edmund Husserl: senso Max Weber: azione dotata di senso, Alfred Schutz (fenomenologia): senso comune, significati P. Berger, T. Luckmann: costruzione sociale della realtà

38 Sociologia della conoscenza: P. Berger, T. Luckmann
P. Berger, T. Luckmann: costruzione sociale della realtà Max Weber: azione, senso Emile Durkheim: coscienza collettiva “Soggettivo”/“oggettivo” Serge Moscovici (vivente): Rappresentazioni sociali Conoscenza: ancoraggio + oggettivazione

39 Schema B&L (1) Risposta alle domande tratte da Weber, Durkheim, ecc..:
Arnold Gehlen, Der Mensch, 1940 (trad. it. Feltrinelli, 1983) Apertura al mondo: incompiutezza istintuale… “crisi” Istituzionalizzazione (Schutz: “tipizzazione”) Legittimazione delle istituzioni: universi simbolici (Durkheim…): coerenza di senso, protezione dal rischio del non-senso.

40 Schema B&L (2) Il sé, l’identità: G.H. Mead: interazione sociale (io, me, sé) L’interazione sociale: intersoggettività, reciprocità L’istituzione: ordine culturale “marxismo” (tra virgolette) Funzionalismo

41 Schema B&L Il sé, l’identità, lo “psichico”: l’“individuale”
L’interazione sociale: io/altro L’istituzione: il “noi” e la sua legittimazione simbolica

42 Vita quotidiana: spazio/tempo
Qui e ora Là e allora Linguaggio: v. pag. 58 e pag. 60

43 La società come realtà oggettiva
“ISTITUZIONALIZZAZIONE” e “RUOLO”: p. 109: “Non appena gli attori sono tipizzati come titolari di un ruolo, la loro condotta è ipso facto suscettibile di costrizione”. p. 108: “Le istituzioni sono incorporate nell’esperienza individuale per mezzo dei ruoli, che, linguisticamente oggettivati, costituiscono un ingrediente essenziale del mondo accessibile in ogni società. Ricoprendo dei ruoli, l’individuo partecipa a un mondo sociale; interiorizzandoli, egli fa sì che lo stesso mondo diventi soggettivamente reale per lui”.

44 La società come realtà soggettiva
La socializzazione, l’“altro generalizzato” “IDENTITA”. p. 183: “… l’individuo non solo assume i ruoli e gli atteggiamenti degli altri, ma nello stesso processo si appropria anche del loro mondo. “… l’identità viene oggettivamente definita come collocazione in un certo mondo e può essere fatta propria soggettivamente solo insieme a quel mondo”

45 Conclusione Trasformazioni socio-culturali e livelli di apprendimento

46 Livelli di Apprendimento
Apprendimento = Cambiamento Cambiamento nelle “mappe” che regolano le relazioni io-altri, io-mondo, io-me stesso. Livello 0: Nessuna possibilità di errore: identità “pefette”: io=io, ecc. Livello 1: cambiamento in 0 Nuove abitudini: assuefazione Livello 2 = cambiamento in 1 Nuove abitudini, regole, classi, contesti Livello 3 = cambiamento in 2 “Abitudine” a cambiare abitudini

47 Bauman: A3 Bauman, p. 159: apprendimento a violare la conformità alle regole, a liberarsi dalle abitudini e a prevenire la loro formazione. a ricostruire le esperienze frammentarie in modelli precedentemente sconosciuti e nel contempo a considerare accettabili tutti i modelli solo “fino a nuovo avviso” …il soggetto che partecipa al processo educativo acquisisce le competenze per modificare l’insieme di alternative che ha appreso ad attendersi e a padroneggiare (158).

48 I rischi dell’ A3: Bateson
…può essere pericoloso, e alcuni cadono lungo il margine della strada. A costoro spesso la psichiatria attribuisce la qualifica di psicopatici, e molti di essi si trovano inibiti nell’uso dei pronomi di prima persona (p. 353).

49 I rischi dell’ A3: Bauman
Nate in funzione di una differente specie di realtà, esse [le nostre filosofie educative, ndr] trovano sempre più difficile assorbire, inglobare e contenere i cambiamenti senza una completa revisione delle cornici concettuali che impiegano, e tale revisione, come ci insegna Thomas Kuhn, è la più sconvolgente e mortale delle sfide che il pensiero può trovarsi ad affrontare (2002, p. 162).

50 A3 e post (…)-modernità Bauman:
Della nostra epoca […], possiamo dire che eleva al rango di norma quello che Bateson […] poteva ancora […] adombrare come anormalità: una condizione in contrasto con le doti ereditate e innate della specie umana e patologica dal punto di vista della natura umana (2002, p. 159)

51 A3 e post (…)- modernità Bauman: … l’“apprendimento terziario” […]
lungi dall’essere una distorsione del processo educativo e una deviazione dal suo vero obiettivo, acquisisce un valore adattativo sommo e diventa rapidamente un elemento centrale dell’indispensabile “equipaggiamento alla vita” (2002, p. 159)

52 Post (iper, sur, tardo)-moderni
Zygmunt Bauman, La società individualizzata, Il Mulino, Bologna, 2002: Agli esseri umani postmoderni è negato il lusso di presupporre, come il personaggio shakespeariano, che ci sia ‘del metodo in questa pazzia’. Se si aspettano di scoprire una struttura coesa e coerente nella congerie di eventi contingenti, vanno incontro a costosi errori e dolorose frustrazioni; se le abitudini acquisite nel corso dell’addestramento li spingono a cercare strutture coese e coerenti e a legare le proprie azioni alla loro identificazione, sono veramente nei guai […].

53 Come in Alice… …si ha la sensazione che vengano giocati
molti giochi contemporaneamente, e che durante il gioco cambino le regole di ciascuno (Bauman, p. 159)

54 Fine


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