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Una passeggiata letteraria

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Presentazione sul tema: "Una passeggiata letteraria"— Transcript della presentazione:

1 Una passeggiata letteraria
Annamaria Miceli

2 L’idea della donna in Grecia, a Roma, nell’Islam

3 In Grecia: La vita della donna ateniese può essere riassunta in una frase di Pericle ( a.c.) “La più gran virtù della donna era quella che di lei si parlasse il meno possibile” La donna ateniese era totalmente esclusa dalla vita politica, sociale e culturale, in quanto il suo esclusivo regno era rappresentato dalla casa.

4 La bambina nasceva e cresceva nel GINECEO, parte dell’abitazione riservata alle donne e ai bambini, nettamente separato dall’appartamento degli uomini. Veniva educata dalla madre, o secondo le possibilità economiche della famiglia, da una nutrice. L’educazione era rivolta ad inculcare nelle giovani le doti di pazienza e sopportazione in attesa dell’età da marito, che per la donna era tra i 13 e i 15 anni e per l’uomo si aggirava intorno ai 30 anni.

5 Il MATRIMONIO: Ad Atene il grado di parentela tra due persone non ostacolava il matrimonio. Solo nel caso di rapporto tra sorella e fratello c’era una distinzione: se i fratelli erano consanguinei, cioè figli dello stesso padre, era legale; se uterini, cioè figli della stessa madre, era vietato. Non si basava su legami affettivi, ma serviva per mantenere intatto il patrimonio familiare.

6 Per la donna che non si sposava la vita NON AVEVA ALCUN SENSO e per questo i genitori di figlie femmine ad un certo punto si rivolgevano a procuratrici di matrimonio. L’uomo greco con il matrimonio non cercava una compagna con cui condividere la vita, ma il mezzo per assicurare la continuazione della stirpe.

7 MA QUANTE PERSONE SONO PRESENTI ALL’INTERNO DI UN MATRIMONIO?

8 “Abbiamo le etére per il piacere, le concubine per la soddisfazione quotidiana del corpo, le mogli per darci figli legittimi e per avere una custodia fedele della casa”

9 L’ efébo L’uomo, mentre teneva soggiogata la moglie, fuori di casa frequentava gli efébi, giovani adolescenti da poco entrati nella pubertà con aspetto e forme delicate da fanciulla.

10 La concubina La concubina aveva lo stesso ruolo della moglie, aveva l’obbligo della fedeltà e i figli concepiti avevano diritti successori anche se subordinati ai figli legittimi. Il suo ruolo si differenziava da quello della moglie per la mancanza di alcun impegno formale e pertanto poteva essere congedata quando il padrone lo riteneva opportuno.

11 L’etéra Non era un’accompagnatrice occasionale, aveva un ruolo diverso da mogli e concubine perché educata e intellettualmente colta. Veniva pagata ed era destinata professionalmente ad accompagnare gli uomini che ritenevano che potessero essere rallegrati dalla loro compagnia. Con l’etéra l’uomo aveva anche rapporti sessuali a pagamento. Era straniera.

12 La prostituta Spesso in condizione di schiavitù, nonostante praticasse una professione riconosciuta dallo Stato (pagava un’imposta sul reddito) era oggetto di riprovazione sociale. Diversa era la condizione delle PROSTITUTE SACRE che dopo essersi consacrate alla divinità si vendevano ai pellegrini, devolvendo i soldi guadagnati per il proprio tempio.

13 ATTENZIONE!!!! L’adulterio era considerato reato.
Fare violenza a una donna era considerato un reato meno grave che sedurla.

14 E a Sparta? Le donne spartane godevano di maggiore libertà, anche se sposate non erano tenute a dedicarsi né ai lavori domestici né alla crescita dei figli.

15 Sulla legislazione spartana, riguardo alla mancanza di norme per le donne, Aristotele annota:
“L’assenza di regole sul comportamento femminile è dannosa allo spirito della costituzione e alla felicità della città. Così come l’uomo e la donna sono parti essenziali della casa, essi sono le due anime della polis. Di conseguenza, in tutte le costituzioni dove la condizione delle donne non è ben definita, metà della polis deve essere considerata senza legge. Questo è accaduto a Sparta, e così le donne vivono nella sregolatezza totale.”

16 La donna nei poemi omerici
I primi documenti che descrivono nei particolari le condizioni della vita della donna greca sono costituiti dai poemi omerici.

17 A Roma Le fanciulle venivano giudicate idonee al matrimonio già a 12 anni. Potevano essere promesse in sposa anche contro la propria volontà e questo accordo costituiva un vero e proprio impegno perseguibile in caso di inadempimento. La fanciulla riceveva un anello in pegno

18 La donna romana non era segregata, come quella greca.
Era strumento di trasmissione di cultura, educava personalmente i propri figli.

19 Come i greci anche i romani si sposavano per garantirsi una discendenza, mantenendo una vita sessuale piuttosto libera. Il marito detiene un potere, manus, sulla donna che per un’antica legge di Romolo comporta un diritto di vita o di morte: in flagrante adulterio e quando si scopre che ha bevuto vino.

20 Le leggi di Romolo prevedevano che la donna non potesse abbandonare il marito, ma che il coniuge potesse invece ripudiarla, nel caso in cui ella avesse avvelenato i figli, taciuto una gravidanza o commesso adulterio. Qualora le mogli avessero ucciso i propri uomini, i congiunti provvedevano a strangolarle, senza nemmeno attendere il processo.

21 RITO DEL MATRIMONIO Nasce l’usanza che le novelle spose non varchino da sé la soglia della casa maritale, ma la sorpassino sollevate tra le braccia dell’uomo. Vestita di bianco, con il flammeum, un velo arancione posto sull’acconciatura, la futura sposa finge di aggrapparsi alle braccia della propria madre mentre musici e suonatori formano un corteo per accompagnarla alla casa dello sposo.

22 RAGIONI DEL DIVORZIO Spesso la donna viene ripudiata prima ancora che abbia commesso un vero e proprio adulterio: è sufficiente che compaia a capo scoperto in pubblico. Oppure basta che la consorte sia colta in flagrante, mentre parla con una liberta di dubbia morale. O, come abbiamo già visto, che venga colta a bere vino.

23 Altre donne Paelex: donna che vive abitualmente con un uomo il quale ha giuridicamente dominio sulla propria sposa in virtù del vincolo matrimoniale. Possiede una connotazione infamante

24 Dall’età romana al Cristianesimo
Con il Cristianesimo il matrimonio si trasformò in un legame tra due persone sotto giuramento alla presenza dei testimoni, molto simile a quello attuale. Divenne così un’ unione indissolubile Qualsiasi infrazione della vita coniugale era fonte di vergogna e di scherno. L’adulterio divenne un reato punibile con la morte

25 Omosessualità L’unificazione sessuale e le leggi che regolano i rapporti sessuali non si basavano sul fatto che l’oggetto sessuale fosse una persona di sesso opposto o dello stesso sesso, ma se quella persona avesse un ruolo associato alla virilità o meno.

26 Nel tardo impero romano fu la condanna cristiana a rendere l’omosessualità un reato sempre e comunque.

27 La donna nell’Islam La condizione della donna nell’Islam varia molto da nazione a nazione. In quegli stati ove le leggi del Corano sono applicate più rigidamente, le donne vivono in minori condizioni di libertà rispetto all’uomo, e spesso sono poste su un gradino inferiore.

28 La cultura islamica sostiene che le donne possono accedere a specifici diritti sociali.
Come l’uomo la donna è un’entità indipendente e quindi un soggetto umano pienamente responsabile delle sue scelte e delle sue azioni. É una persona giuridica a sé, a prescindere dal marito o dal padre. Ha la possibilità di accettare un matrimonio o meno . Ha diritto alla proprietà privata

29 Il matrimonio Per il diritto musulmano il matrimonio è un contratto. L’Islam non conosce il concetto teologico di sacramento. Ma...

30 Le parti del contratto NON coincidono necessariamente con gli sposi.
Ogni persona può essere titolare del rapporto matrimoniale, anche un neonato. Se l’individuo a causa dell’età immatura non è in grado di decidere e di concludere il matrimonio, qualcuno lo farà per lui: il tutore matrimoniale.

31 L'Islam ammette il ripudio della donna da parte dell'uomo.
La regola generale prevede che l'uomo permetta alla moglie di restare dopo il divorzio, fino alla fine del suo periodo mestruale o per 3 mesi, se lei lo desidera.

32 Rito del matrimonio Il Matrimonio musulmano è molto suggestivo, soprattutto per lo sfarzo delle vesti della Sposa, in cui il colore predominante è il rosso. La Sposa, adorna di gioielli d'oro massiccio e agghindata con tatuaggi all'hennè su mani e braccia, si recherà, al termine della Cerimonia, nella dimora dello Sposo, dove consumeranno insieme latte e datteri. I festeggiamenti, poi, andranno avanti anche per diversi giorni.

33 Il VELO Con tutte le sue forme diffuse nel mondo musulmano non è stato introdotto dall’Islam ma ha una tradizione antichissima. Già la Bibbia imponeva l’uso del velo alle donne. Fu ripreso dalla tradizione bizantina per diventare il simbolo della condizione economica del padrone di casa che poteva tenere moglie e figlie a casa proteggendo l’onore della famiglia.

34 È nel corso del 1900 che diventa centrale nella questione della condizione femminile nell’Islam
Negli anni della guerra di liberazione in Algeria le donne rivendicano l’uso del velo come AFFERMAZIONE della loro identità araba e musulmana.

35 I movimenti integralisti vedono nel velo una questione di importanza ideologica e di ordine pubblico, garantito soltanto se le donne sono nascoste, invisibili e intoccabili e di questo le donne afgane sono diventate un tragico emblema

36 Omosessualità NON ESISTE UN CONCETTO ANALOGO A QUELLO DI OMOSESSUALITÀ

37 I rapporti omosessuali portano ufficialmente alla pena di morte in 7 nazioni:
Arabia Saudita Iran Mauritania Sudan Somalia Somaliland Yemen

38 Data d’introduzione del suffragio femminile in paesi a maggioranza musulmana:
1930: Turchia 1946: Palestina 1948: Iraq 1956: Egitto 1959: Tunisia 1962: Algeria 1963: Iran 1965: Afghanistan 2005: Kuwait 2006: Emirati Arabi Italia: 1946

39 Abbiamo analizzato la filosofia, la religione, il diritto, la storia, la cultura..
…e la LETTERATURA?

40 Cenni di letteratura araba:
Poesia preislamica al-Qur’an Periodo abbaside e….

41 Le mille e una notte ألف ليلة وليلة

42 Cos’è? è una celebre raccolta di novelle orientali, datata attorno al X secolo, di varia ambientazione storico-geografica, composta da differenti autori.

43 È centrata sul re persiano Shāhrīyār, che, essendo stato tradito da una delle sue mogli, ha deciso di uccidere sistematicamente le sue spose al termine della prima notte di nozze . La bella Sharāzād, andata in sposa al re, escogita un trucco per salvarsi: ogni sera racconta al re una storia, rimandando il finale al giorno dopo. Va avanti così per mille e una notte; e alla fine il re, innamoratosi, le rende salva la vita. Ciascuna delle storie principali delle Mille e una notte è quindi narrata da Sherazad; e questa narrazione nella narrazione viene riprodotta su scale minori, con storie raccontate dai personaggi delle storie di Shehrazad, e così via .

44 AMBIENTAZIONE L’ambientazione delle novelle è alquanto varia: il racconto-contenitore, come pure altre novelle, ha una origine indo-iranica ed appartiene al nucleo più antico. In molte altre novelle intervengono jinn e spiriti, che denotano un’ antica derivazione persiana. Si individua pure un ciclo dei racconti di Baghdad (di tradizione arabo-musulmana), nelle quali assume un ruolo fondamentale il califfo Hārūn al-Rashīded; un ciclo di novelle ambientate in Egitto (per lo più al Cairo), più avventurose e di origine più recente, nelle quali si riconoscono influssi giudaici. Alcune novelle, infine, sono parzialmente ambientate in Cina ed altre negli Urali. In tempi successivi vennero aggiunti racconti estranei, quali Le avventure di Sindbad il marinaio o La storia dei sette vizir

45 ORIGINE Inizialmente tramandate oralmente, da un punto di vista temporale si ritiene che la prima stesura organica delle novelle sia datata attorno al X secolo. È infatti di questo periodo un'opera dal titolo persiano Hazār afsane (Mille favole), che potrebbe essere identificata col nucleo più antico de Le mille e una notte. D’altro canto, il manoscritto dal quale vennero effettuate le traduzioni che la diffusero in Europa era già esistente nel 1500. In alcune novelle si trovano riferimenti alla potenza navale di Genova, Venezia e Zara, come pure citazioni di particolari armi o istituzioni egiziane: tutte tracce che possono suggerire diverse datazioni.

46 VERSIONI Il primo traduttore europeo è stato il francese Antoine Galland ( ). Successivamente diversi autori si cimentarono sia in traduzioni della prima versione francese del Galland, sia in traduzioni di altri originali, ciascuno interpretando diversamente lo spirito delle novelle (esistono versioni in chiave decisamente erotica ed altre assolutamente censurate), per cui diventa piuttosto difficile per il lettore comune farsi un'idea realistica dello spirito che dovevano avere gli originali. Le traduzioni delle Mille e una notte si sono moltiplicate a tal punto da disputare alla Bibbia e alle opere di Shakespeare il primato di libro più diffuso, adattato, tradotto della storia.

47 RACCONTI PIÙ FAMOSI

48 La Shahrazad orientale non danzava come quella che ho visto nel balletto.
Non faceva altro che pensare e infilare, parola per parola, storie che avrebbero dissuaso suo marito dall’ucciderla (…). La Shaharazad orientale è puramente cerebrale e questa è l’essenza della sua attrazione sessuale. Nelle storie originali quasi non si fa riferimento all’aspetto fisico di Shahrazad, ciò che invece viene reiteratamente sottolineata è la sua cultura. La sua unica danza è il gioco del linguaggio nel cuore della notte. F.Mernissi L’harem e l’Occidente

49 Non esiste nella storia della letteratura una parabola più semplice e illuminante di quella di Sherazade e Sahriggar per spiegare l’importanza della fantasia e dell’invenzione nella vita degli esseri umani e il modo in cui esse abbiano contribuito a riscattarli dai bui inizi della loro storia quando ancora non erano diversi dai quadrupedi e dagli animali feroci (…). Per Sherazade raccontare storie che catturino l’attenzione del re è questione di vita o di morte(…). Quando il re perdona la sua sposa -anzi le chiede perdono e si pente dei suoi delitti- è un essere che le favole hanno fatto diventare civile, sensibile, sognatore. M.Vargas LLosa lì dono di Sherazade Il dono di Sherazade El Pais

50 In conclusione.. Shahrazad è il simbolo della forza dell’intelligenza, del fascino della parola, del potere di seduzione, e in questo senso rappresenta tutt’altro che il modello dell’odalisca sensuale e passiva, caro all’immaginario occidentale. In realtà è una donna attiva, abile, astuta, artefice della propria salvezza e di quella di altre donne, capace di suscitare amore nel sovrano e di conservare vivo in lui questo amore.

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