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Ing. Domenico Mannelli PERCORSO FORMATIVO PER RLS DELLA SCUOLA RISCHIO ELETTRICO RISCHIO MECCANICO.

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1 ing. Domenico Mannelli PERCORSO FORMATIVO PER RLS DELLA SCUOLA RISCHIO ELETTRICO RISCHIO MECCANICO

2 PERICOLOSITÀ CORRENTE ELETTRICA
Normalmente, in presenza di un incidente di natura elettrica, si è abituati a far riferimento alla TENSIONE, al VOLTAGGIO quale causa dei danni (infatti si leggono o si ascoltano frasi del tipo: "... è rimasto folgorato da un a scarica a volt"). In realtà, anche se è dalla tensione che parte il meccanismo, quella che produce direttamente i danni è la CORRENTE. 2007

3 ANALOGIA ELETTRICITÀ-ACQUA
La corrente elettrica è un flusso di particelle elettriche, elettroni, che scorre in un conduttore elettrico come l’acqua di un fiume. La differenza sostanziale è che il fiume parte dalle montagne con una certa energia dovuta all’altezza delle montagne ed arriva al mare dove scarica completamente la sua energia e muore. La corrente elettrica parte da una sorgente con una certa energia , attraversa dei conduttori elettrici ed arriva ad un utilizzatore, Nell’utilizzatore scarica parte della sua energia . Però deve necessariamente tornare alla sorgente dalla quale è partita. 2007

4 ANALOGIA ELETTRICITÀ-ACQUA
La portata di acqua si chiama intensità di corrente o corrente .Si misura in ampere Il dislivello “orografico” che fa muovere gli elettroni si chiama potenziale e si misura in volt La resistenza che gli elettroni incontrano scorrendo si chiama resistenza elettrica e si misura in ohm Tra intensità, voltaggio e resistenza intercorre la legge di OHM I v 2007

5 ANALOGIA ELETTRICITÀ-ACQUA
Le goccioline di pioggia non fanno male anche se cadono dal cielo. Il Voltaggio è alto, ma l’Amperaggio è bassissimo 2007

6 ANALOGIA ELETTRICITÀ-ACQUA
l’acqua non passa in tutti i luoghi (terreno roccioso) la corrente elettrica passa facilmente in alcuni corpi chiamati conduttori. gli altri sono chiamati isolanti 2007

7 ANALOGIA ELETTRICITÀ-ACQUA
se la pressione spinge troppa acqua in un tubo il tubo scoppia se troppa corrente passa in un conduttore il conduttore brucia (effetto joule) 2007

8 rischio di folgorazione
Il corpo viene attraversato da una corrente che dipende dalla tensione di contatto dalla resistenza totale La resistenza totale è data dalla resistenza di contatto e dalla resistenza del corpo ( Ω) La resistenza del corpo dipende da svariati fattori fra cui il percorso all’interno del corpo (mano-piede, mano-mano, ecc.) 2007

9 IL PERICOLO NON E’ SEMPRE UGUALE
ATTENZIONE!!!!!!!!!!!!! IL PERICOLO NON E’ SEMPRE UGUALE 2007

10 DETERMINAZIONE DEL VALORE DI SOGLIA (TLV)
Considerata la resistenza media del corpo umano, per non avere un passaggio di CORRENTE ELETTRICA pericoloso, si limita il voltaggio massimo a cui può essere esposto il lavoratore 2007

11 VALORE DI SOGLIA TLV Si possono ritenere come livelli di sicurezza i 50 volt per la scuola e gli uffici. 2007

12 EFFETTI DELLA SCOSSA zona 1 - al di sotto di 0,5 mA la corrente elettrica non viene percepita (si tenga presente che una piccola lampada da 15 watt assorbe circa 70 mA); zona 2 - la corrente elettrica viene percepita senza effetti dannosi zona 3 - si possono avere tetanizzazione e disturbi reversibili al cuore, aumento della pressione sanguigna, difficoltà di respirazione; zona 4 - si può arrivare alla fibrillazione ventricolare e alle ustioni. 2007

13 la norma Al termine dei lavori l’impresa installatrice è tenuta a rilasciare al committente la dichiarazione di conformità degli impianti realizzati nel rispetto delle norme di cui all’art. 7 (Legge 46/1990, art. 9). - Il committente o il proprietario è tenuto ad affidare i lavori di installazione, di trasformazione, di ampliamento e di manutenzione degli impianti di cui all’art. 1 ad imprese abilitate ai sensi dell’art. 2 (Legge 46/1990, art. 10). - Copia della dichiarazione di conformità di cui all’art. 9 della Legge, sottoscritta anche dal responsabile tecnico, è inviata a cura dell’impresa alla camera di commercio nella cui circoscrizione l’impresa stessa ha la propria sede. (D.P.R. 392 del 18/4/94, art. 3.4). 2007

14 Dichiarazione conformità
2007

15 impianti elettrici di cantieri
D. Gli Impianti Elettrici di Cantiere devono avere il progetto? R. Sono escluse dagli obblighi della redazione del Progetto e del rilascio del Certificato di Collaudo le installazioni per apparecchi per usi domestici e la fornitura provvisoria di energia elettrica per gli impianti di cantiere e similari per i quali rimane però, l’obbligo del rilascio della Dichiarazione di Conformità (art. 12, comma 2, Legge 46/90). Le norme di riferimento per quanto riguarda i Quadri elettrici di cantiere sono le Norme CEI Per quanto riguarda i cavi occorre rispettare le Norme CEI 20-13, 20-14, 20-1, Per le prese a spina occorre rispettare la Norma CEI Per gli interruttori automatici occorre rispettare le Norme CEI 23-3 e 17-5. 2007

16 Art. 267 - Requisiti generali degli impianti elettrici.
Per i luoghi di lavoro, dovendo essere conformi al DPR 547/55, gli impianti elettrici erano già adeguati alle norme tecniche di sicurezza Art Requisiti generali degli impianti elettrici. Gli impianti elettrici, in tutte le loro parti costitutive, devono essere costruiti, installati e mantenuti in modo da prevenire i pericoli derivanti da contatti accidentali con gli elementi sotto tensione ed i rischi di incendio e di scoppio derivanti da eventuali anormalità che si verifichino nel loro esercizio. 2007

17 le leggi e le norme Art. 326 - Dispersore per la presa di terra.
(Legge 186/68) La legge 186 dello 01/03/68 “Disposizioni concernenti materiali ed impianti elettrici” si compone di due articoli: Art. 1 - Tutti i materiali, le apparecchiature, i macchinari, le installazioni e gli impianti elettrici ed elettronici devono essere realizzati e costruiti a regola d’arte. Art. 2 - I materiali, le apparecchiature, i macchinari, le installazioni e gli impianti elettrici ed elettronici realizzati secondo le Norme del CEI si considerano costruiti a regola d’arte. Tale legge rende non obbligatori tutti gli articoli del DPR 547/55 in contrasto con le norme CEI. Ad esempio Art Dispersore per la presa di terra. Il dispersore per la presa di terra deve garantire, per il complesso delle derivazioni a terra una resistenza non superiore a 20 Ohm per gli impianti utilizzatori a tensione sino a 1000 Volta. 2007

18 Armadi e quadri elettrici (art. 276 D.P.R. 547/1955)
Qualora al loro interno si trovino parti in tensione devono essere dotati di: • apparato automatico di blocco dell’afflusso della corrente all’atto dell’apertura dell’armadio; • in alternativa, di idonei sistemi di protezione. E’ possibile derogare a tale disposizione esclusivamente nel caso di interventi operati da personale competente in materia, in questo caso il quadro o l’armadio non devono essere accessibili ad altre persone (chiusura con chiave in possesso dei soli addetti ai lavori). 2007

19 Identificazione dei conduttori (art. 247 D.P.R. 547/1955 - Norme C.E.I.)
I conduttori devono essere identificabili dai colori della guaina di isolamento: • conduttori in tensione: possono avere colori diversi; • conduttori a fase neutro; colore blu; • conduttori di terra: giallo-verde. 2007

20 Cavi volanti - Prolunghe
La loro utilizzazione deve essere limitata il più possibile. In ogni caso devono essere dotati di: Derivazioni e spina (art. 309 D.P.R. 547/1955): • spina (maschio) posto sempre a monte; • presa (femmina) sempre verso la macchina o l’attrezzo da utilizzare; • conduttore di protezione. 2007

21 Tipi di Isolamento Isolamento funzionale: isolamento tra le parti attive e tra queste e la carcassa, senza il quale ne sarebbe impedito il funzionamento. Isolamento principale: isolamento delle parti attive necessario per assicurare la protezione fondamentale contro la folgorazione. Isolamento supplementare: ulteriore isolamento che si aggiunge al fine di garantire la sicurezza delle persone in caso di guasto all’isolamento principale. Doppio isolamento: insieme dell’isolamento principale e dell’isolamento supplementare. Isolamento rinforzato: unico isolamento al posto del doppio isolamento. 2007

22 PERICOLI CONNESSI CON IMPIANTI ED APPARECCHI ELETTRICI
CONTATTI ELETTRICI DIRETTI CONTATTI ELETTRICI INDIRETTI INCENDIO ESPLOSIONE 2007

23 il contatto diretto Non vi sono sistemi di sicurezza efficaci contro il contatto diretto con i cavi elettrici . Il differenziale a 0.03A aumenta solo la probabilità di sopravvivenza 2007

24 il contatto indiretto Il coordinamento OSSIA L’AZIONE COMBINATA tra l’impianto di messa a terra e il differenziale assicura un’ottima protezione Ma occorre sempre la manutenzione 2007

25 COORDINAMENTO <=25 V Il conduttore di protezione collega la carcassa metallica, tramite il conduttore di terra, ad un picchetto zincato che si mette conficcato nel terreno V<=50 VOLT V=RxI Per un IDN= R=1 2007

26 il “salvavita” ovvero l’interruttore differenziale
E’ indispensabile per garantire la sicurezza di un qualsiasi impianto. L'interruttore differenziale è un dispositivo amperometrico di protezione che protegge dalle dispersioni di corrente. Consente l'interruzione automatica dell'alimentazione aprendo tempestivamente il circuito elettrico (protezione attiva) quando la corrente di guasto, cioè quella che si disperde verso terra, supera un valore prefissato. Così facendo si limitano, o si eliminano, le conseguenze 2007

27 SGANCIATORE MAGNETICO
2007

28 prese di corrente TIPO A - Standard italiano - 10A
TIPO B - Standard italiano 16A TIPO C - Presa bivalente TIPO D - Standard tedesco Spina Schuko standard CEE 7/7 2007

29 Un collegamento importante per la vita
Lo spinotto centrale (laterale nella spina tedesca) è fondamentale per la sicurezza in quanto mette in comunicazione la carcassa della macchina all’impianto di terra. L’assenza del collare serracavo può provocare infortuni mortali per fuoriuscita dalla spina del cavo in tensione 2007

30 l’impianto di terra ALL’IMPIANTO DI TERRA DEVONO ESSERE COLLEGATE TUTTE LE APPARECCHIATURE ELETTRICHE E LE MASSE ESTRANEE EQS: COLLEGAMENTI DA FARE SOLO IN ALCUNI CASI EQP: COLLEGAMENTI DA FARE SEMPRE 2007

31 IMPIANTO DI TERRA ? NO, GRAZIE
2007

32 Pericolo di folgorazione!!!!!!!
Spina tedesca o schuko PERSONALE FORMATO NO! SI È UN ERRORE PERICOLOSISSIMO INSERIRE LA SPINA TEDESCA IN UNA PRESA “ITALIANA” PERCHE’ SI ELIMINA LA PROTEZIONE DELL’IMPIANTO DI TERRA. Il diametro dello spinotto della presa schuko è 0,5 mm maggiore del diamtreo dell’alveo della presa italiano, ma spingendo entra ugualmente. SI 2007

33 Etichette Tutti gli apparecchi elettrici devono:
indicare la tensione, l'intensità e il di tipo di corrente; essere dotati di documentazione relativa alle caratteristiche tecniche necessarie per l'uso; essere dotati di certificazioni di conformità alle norme di sicurezza.  Nel quadro elettrico  ogni interruttore deve avere un etichetta che identifica il circuito elettrico a cui corrisponde (sala audiovisivi, atrio, ecc…); lo schema deve essere allegato al quadro che deve essere chiuso. 2007

34 Incendio elettrico ogni cavo elettrico si riscalda al passaggio della corrente . il calore prodotto è proporzionale all’intensità della corrente, all’amperaggio. il corto circuito , cioè il libero passaggio di corrente , provoca spesso un incendio 2007

35 il cortocircuito Se la corrente elettrica riesce a passare tra il filo di mandata e il filo di ritorno direttamente senza passare attraverso l’apparecchio utilizzatore si ha il cortocircuito (circuito corto) e il cavo elettrico può incendiarsi Come protezione si usano i fusibili o gli interruttori termici. 2007

36 e il parafulmine? Il parafulmine è necessario quando la scuola non è autoprotetta, cioè quando facendo un particolare calcolo indicato nelle norme CEI è probabile che la scuola possa essere colpita da un fulmine. Il calcolo dell’autoprotezione deve essere fatto da un tecnico esperto . L’impianto parafulmine deve essere fatto da un installatore esperto. Ricordarsi che l’impianto parafulmine è in realtà un impianto che ha il compito di attirare il fulmine e farlo scaricare nel terreno. La funzione di attirare il fulmine è certa, la funzione di scaricare il fulmine dipende dalla qualità dell’impianto. Un impianto parafulmine progettato male o eseguito male può essere più pericoloso di un parafulmine che non c’è. 2007

37 Sicurezza nei lavori elettrici Lavori elettrici SOTTO TENSIONE in BT
IL DPR 547/55 AMMETTE LAVORI SOTTO TENSIONE FINO A 1000 V PURCHE’: L’ORDINE DI ESEGUIRE IL LAVORO SIA DATO DAL CAPO RESPONSABILE SIANO ADOTTATE LE MISURE ATTE A GARANTIRE LA INCOLUMITA’ DEI LAVORATORI Il DOCENTE O L’ASSISTENTE DI LABORATORIO è l’equivalente del preposto ai lavori Le misure atte a garantire l’incolumità sono quelle prescritte dalle normative vigenti sia legislative (Dlgs. 626/94, ecc.), che tecniche (CEI EN 50110, CEI 11-27) 2007

38 Lavori elettrici SOTTO TENSIONE in BT
Sicurezza nei lavori elettrici Lavori elettrici SOTTO TENSIONE in BT NEI LAVORI SOTTO TENSIONE IN BT I RISCHI ELETTRICI SONO DI DUE TIPI: ARCO ELETTRICO (cortocircuiti dovuti a interposizione di attrezzi e/o materiale metallico, interruzione di carichi consistenti senza utilizzare apparecchi di manovra, ecc.) SHOCK ELETTRICO (mancato utilizzo o inadeguatezza di DPI e attrezzature, mancato rispetto delle distanze di sicurezza da parti in tensione prossime) PRIMA DI DARE INIZIO AD UN LAVORO SOTTO TENSIONE IN BT E’ NECESSARIO ESEGUIRE UNA ACCURATA ANALISI DEI RISCHI PER VALUTARNE LA FATTIBILITA’ E LE PROCEDURE DA ADOTTARE. 2007

39 Lavori elettrici SOTTO TENSIONE in BT
Sicurezza nei lavori elettrici Lavori elettrici SOTTO TENSIONE in BT NEI LAVORI SOTTO TENSIONE LA SICUREZZA VIENE GARANTITA ESSENZIALMENTE: DALL’USO DI ATTREZZI ISOLATI O ISOLANTI (Cacciaviti, pinze, chiavi, ecc.) DALL’USO DEI DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE - Casco in materiale isolante - Visiera di protezione, - Guanti isolanti - Vestiario idoneo che non lasci scoperte parti del corpo - Tronchetti isolanti L’obiettivo è realizzare UNA DOPPIA PROTEZIONE ISOLANTE verso le parti attive su cui si interviene e proteggersi dagli EFFETTI DELL’ARCO ELETTRICO 2007

40 LA NUOVA LEGGE DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 22 ottobre 2001, n.462 (G.U , n. 6) Regolamento di semplificazione del procedimento per la denuncia di installazioni e dispositivi di protezione contro le scariche atmosferiche, di dispositivi di messa a terra di impianti elettrici e di impianti elettrici pericolosi. 2007

41 OBBLIGO DEL DATORE DI LAVORO
ART. 4 Il datore di lavoro e' tenuto ad effettuare regolari manutenzioni dell'impianto, nonché a far sottoporre lo stesso a verifica periodica ogni cinque anni, ad esclusione di quelli installati in cantieri, in locali adibiti ad uso medico e negli ambienti a maggior rischio in caso di incendio per i quali la periodicità è biennale. 2007

42 SANZIONI L’omessa verifica periodica di un impianto di messa a terra potrà essere contestata nei seguenti termini: “violazione dell’art. 4 comma 1 DPR 462/01 punita, ai sensi dell’art. 9 comma 2 dello stesso DPR, con la sanzione prevista dall’art. 389, lettera c), del DPR 547/55”. 2007

43 IL RISCHIO MECCANICO 2007

44 RISCHI MECCANICI DI MOVIMENTO
  il cesoiamento: una parte del corpo è asportata via    il convogliamento: una parte del corpo è convogliata dentro due elementi meccanici in movimento relativo    l’impatto: una parte del corpo è urtata da un elemento meccanico in movimento,    lo schiacciamento. una parte del corpo è schiacciata tra due elementi meccanici in movimento relativo;    il taglio: una parte del corpo è tagliata via da un elemento meccanico in movimento con estremità tagliente;   l’uncinamento: una parte del corpo è catturata e trascinata da un elemento meccanico in movimento. 2007

45 Cancelli motorizzati 2007

46 2007

47 2007

48 altri pericoli pericolo di sollevamento di persone
pericoli legati all’automazione pericoli provocati da guasti nei dispositivi di sicurezza pericoli durante la movimentazione manuale (improvvisa rimessa in funzione) pericoli di intrappolamento pericoli di superamento dei limiti dell’anta (cadute dell’anta) 2007

49 analisi del rischio: dati i pericoli occorre valutare la loro probabilità ed il relativo danno (esempio: cancello usato da molte persone o cancello usato solo da persone autorizzate) 2007

50 PUNTI DI PERICOLO IN CANCELLO A BATTENTE
La UNI En prevede: minimo 25 mm contro lo schiacciamento delle dita (sull’asse di rotazione di un cancello a battente) max 8 mm per evitare l’introduzione delle dita nelle zone pericolose In alternativa: ripari o schermi fissi … 2007

51 TIPOLOGIA DI PROTEZIONI
nel caso di un cancello privato che da’ sulla pubblica via, attivato tramite telecomando ad onde radio occorre almeno c + d ( in suolo privato c oppure e) TIPOLOGIA DI PROTEZIONI A = pulsante di comando con persona presente; B = chiusura attivata con la persona presente attraverso un selettore a chiave C = limitazione della forza dell’anta D = fotocellule atte a rilevare la presenza di persone od ostacoli E = Pedane o barriere immateriali atti a rilevare la presenza di una persona (attivi in tutta la “zona pericolosa”) ESEMPIO: RISCHI COLLEGATI AL BORDO PRINCIPALE DI CHIUSURA: PREVISIONI DI MINIMA PROTEZIONE DELLA UNI EN 12453 2007

52 L’installazione dei dispositivi di protezione che impediscono in qualsiasi circostanza il contatto tra il cancello in movimento e le persone (esempio: barriere fotoelettriche, sensori di presenza) rende non necessario misurare le forze operative altrimenti si misurano ìo le forze e se non sono nei limiti si inserisce un bordo sensibile con ripetizione delle misure 2007

53 2007

54 2007

55 2007

56 2007

57 obblighi l’installatore – costruttore deve:
predisporre il fascicolo tecnico; rilasciare la dichiarazione di conformita’; applicare sulla chiusura motorizzata la marcatura 2007

58 fascicolo tecnico Conservato dal costruttore per 10 anni;
Disegno e schema elettrico; Analisi dei rischi e soluzioni; Manuali tecnici (componenti – installazione – manutenzione); Lista componenti utilizzati e dichiarazioni di conformità; Istruzioni d’uso; Registro di manutenzione (copia all’utilizzatore); 2007

59 marcatura CE 2007

60 segnaletica E’ opportuno installare, in posizione
visibile, il lampeggiante che segnala il movimento del cancello; E’ opportuno applicare al cancello dei catarifrangenti; Applicare al cancello il cartello di pericolo relativo al funzionamento automatico 2007

61 Art. 33 D. Lgs. 626/94 Le porte ed i portoni ad azionamento meccanico devono funzionare senza rischi di infortuni per i lavoratori. Essi devono essere muniti di dispositivi di arresto di emergenza facilmente identificabili ed accessibili e poter essere aperti anche manualmente, salvo che la loro apertura possa avvenire automaticamente in caso di mancanza di energia elettrica. 2007

62 Idraulico o oleodinamico Elettrico o “ a funi” 2007

63 Apertura porte vano con cabina non al piano
La situazione si può presentare o per cattiva manutenzione o qualora le porte di piano, le cui serrature vengono aperte meccanicamente solo in presenza della cabina, non siano dotate di un dispositivo, a molla o peso, che ne assicuri la richiusura automatica, anche nel caso di un eventuale scivolamento della cabina fuori dalla zona di bloccaggio. 2007

64 Assenza del dispositivo contro la velocità eccessiva in salita della cabina, per gli impianti elettrici a fune In determinate condizioni di esercizio (persone in cabina per un carico inferiore al 50% della portata dell’impianto), il contrappeso risulta essere più pesante e, nel caso di rottura/malfunzionamento dell’argano di trazione (es. grippaggio del freno, schiavettamento della puleggia di trazione, rottura dell’albero), la cabina verrebbe trascinata verso l’alto, a velocità incontrollata, con rischio di violento urto contro il soffitto del vano. In tali condizioni chi si trovasse in cabina potrebbe subire conseguenze anche gravi. 2007

65 Dispositivi di illuminazione di emergenza e richiesta di aiuto 24 ore su 24, dalla cabina ascensore, inesistenti o inadeguati Utente bloccato nella cabina dell’ascensore in caso di mancanza di energia elettrica (o di guasto) ed impossibilitato a comunicare con l’esterno. In queste situazione il malcapitato è sottoposto ad una situazione di stress e panico che può provocare pericolose reazioni. Spesso l’utente, in queste condizioni, cerca di uscire dalla cabina con i suoi mezzi o con l’ausilio di eventuali persone di passaggio. Questo può provocare elevati rischi di cesoiamento o caduta nel vano, poiché l’apertura forzata delle porte può avvenire anche con cabina non al piano. I normali dispositivi di allarme, azionati dall’interno della cabina, sono costituiti da una suoneria (badenia) alimentata, in assenza di corrente, da una batteria. L’allarme potrebbe non essere udito dalle persone presenti nell’edificio (oppure l’edificio potrebbe essere disabitato). Inoltre, non essendo possibile il controllo dell’efficienza a distanza, sussistono possibilità di guasto nel periodo intercorrente tra due visite di manutenzione. Soluzione; installazione di illuminazione di emergenza in cabina e di dispositivo di comunicazione bidirezionale, come previsto dalla Direttiva Ascensori 95/16 CE e dalla Norma EN81-28, che, tra l’altro, stabilisce le modalità di controllo della continua efficienza dell’apparecchiatura. 2007

66 Inadeguata “precisione di arresto” della cabina dell’ascensore
Installazione di un dispositivo a regolazione elettronica del motore, per il controllo permanente della velocità di cabina e quindi del livellamento al piano. 2007

67 urti, per porte in cabina e al piano di tipo automatico, inadeguati o inesistenti
Installazione di un dispositivo elettronico a barriera ottica sulle porte di cabina, idoneo a provocare la riapertura delle porte prima che le antine arrivino ad urtare il passeggero. Questo dispositivo a raggi infrarossi, non soltanto migliora la sicurezza degli utenti, ma preserva anche da eventuali danni i profili delle antine di cabina limitando i guasti e i fuori-servizio conseguenti a urti con le parti in movimento. 2007

68 Comandi non utilizzabili o poco comprensibili per persone disabili
2007

69 Fonte ANACAM 2007

70 PRINCIPI GENERALI FORNITURA ASCENSORE CE
Per dimostrare al cliente la conformità del proprio ascensore alla Direttiva, l’Installatore deve: •Apporre la marcatura CE •Consegnare la dichiarazione di conformità; •Consegnare le “Istruzioni per l’uso” ed il “Libretto” 2007

71 COMPITI DELL’AMMINISTRATORE
•Comunicare al Comune la messa in esercizio di un ascensore •Sottoporre l’ascensore a regolare manutenzione •Sottoporre l’ascensore a verifiche periodiche ogni due anni •Sottoporre l’ascensore a verifiche straordinarie, quando necessarie •Comunicare gli incidenti 2007

72 Contenuto della comunicazione (entro 10 gg dalla Dic. di Conf.)
•Indirizzo, velocità, portata, corsa etc.; •Nominativo installatore •Copia dichiarazione Conformità •Ditta abilitata (46/90) manutenzione •Soggetto incaricato ispezioni periodiche (accettazione incarico) IL COMUNE •Assegna un numero di matricola; •Comunica il n° al proprietario ed al soggetto incaricato delle verifiche periodiche 2007

73 VERIFICHE PERIODICHE(biennali)
Obbligo in capo al proprietario stabile o suo legale rappresentante. Competenza (ingegneri) di: • ASL – ARPA • oppure Organismi Notificati Svolgimento •Accertamento sull’efficienza dei dispositivi di sicurezza e giudizo sullo stato d’uso •Verbale visita 2007

74 verifiche straordinarie
Competenza: • ASL – ARPA • oppure Organismi Notificati •Quando: visita periodica negativa – incidenti notevole importanza (fermo e rimessa in servizio) – modifiche …. 2007

75 Manutenzione Ditta specializzata (46/90) che opera
solo tramite personale munito di certificato abilitazione rilasciato dal prefetto a seguito di esame (artigiani, ditte specializzate) Compiti: •Manovra di emergenza (anche i custodi istruiti); •Regolare funzionamento dispositivi •Stato conservazione funi •Pulizia e lubrificazione 2007

76 Manutenzione ogni sei mesi •integrità paracadute etc.
•verificare minutamente funi, catene etc. •isolamento elettrico etc.. •aggiornamento libretto (contiene tutta la documentazione tecnico – amministrativa) 2007

77 in ogni cabina •Avvertenze d’uso; •Targa con:
Soggetto incaricato visite periodiche; N° matricola Portata in Kg; Numero massimo di persone. 2007

78 divieto E’ vietato l’uso degli ascensori ai minori
di anni 12, non accompagnati da persone di età più elevata (art. 17 DPR 162/99) 2007

79 modifiche importanti Necessitano di verifica straordinaria (anche in caso di: visita periodica negativa, incidenti di notevole importanza) Consistono in: •Cambiamento velocità; •Cambiamento portata; •Cambiamento corsa; •Cambiamento tipo azionamento; •Sostituzione macchinario, della cabina, etc. 2007

80 alcune novità tecniche ce
•L’ascensore non deve funzionare se il carico supera quello consentito; • L’ascensore deve essere dotato di controllo di velocità anche in salita e non solo in discesa (paracadute); •Le cabine devono essere dotate di mezzi di comunicazione bidirezionale che consentono di ottenere un collegamento permanente con un servizio di pronto intervento; •Contrappeso nello stesso vano della cabina •Pareti o protezioni del vano devono essere cieche (non è più possibile usare le reti metalliche) 2007

81 disabili Legge 13/1989 D.M. 236/89 D.P.R. 503/96
Richiami dal D.M. 236: tempo di apertura e chiusuraporte (8s e 4s) – autolivellamento (2 mm) - stazionamento a porte chiuse caratteristiche bottoniere citofono luci emergenza segnalazione sonora arrivo cabina 2007

82 Che cosa è l’ozono? L’ozono (O3) è un gas normalmente incolore, più pesante dell’aria e caratterizzato da un odore pungente L’ozono è un componente naturale dell’atmosfera la cui presenza nella stratosfera (~ km di altitudine) consente di schermare le radiazioni solari UV 2007

83 Che cosa è l’ozono? Negli ambienti di vita e di lavoro l’ozono è considerato un inquinante sia a causa delle note proprietà pericolose che per l’elevata reattività che può comportare la formazione di sostanze pericolose (ad es. formaldeide) 2007

84 Il processo di produzione
La produzione di ozono avviene durante la fase di stampa di fotocopiatrici, stampanti laser e fax a causa del processo di carica e scarica prodotto dal campo elettrico generato tramite fili corona 2007

85 Apparecchiature di fotoriproduzione e rischio chimico
Fotocopiatrici e stampanti laser sono apparecchiature in grado di emettere diversi agenti chimici Ozono Sostanze organiche volatili Polvere di toner Metalli (Se, Cd) 2007

86 Livelli di emissione In letteratura sono riportate velocità di emissione dell’ozono, misurate su 69 macchine fotocopiatrici in funzionamento continuo, variabili tra 0 e 1350 µg/min 2007

87 Livelli di emissione La velocità di emissione dell’ozono dipende dal tipo di macchina utilizzata e dalla manutenzione della stessa. Uno studio condotto su cinque fotocopiatrici diverse ha mostrato, prima della manutenzione, livelli di emissione di ozono compresi tra 16 e 131 g/copia ed un livello medio di emissione pari a 40 g/copia. Dopo la manutenzione i livelli di emissione di ozono sono risultati compresi tra 1 e 4 g/copia. 2007

88 OZONO Le proprietà pericolose per la salute
Irritante per l’apparato respiratorio Irritante per gli occhi Alterazioni della funzione polmonare 2007

89 OZONO Il rischio per la salute
Normalmente l’esposizione a ozono avviene attraverso la via inalatoria. Valori limite di esposizione occupazionale NIOSH: ppm (valore di soglia) ACGIH (TLV-TWA): 0.01 ppm (lavoro leggero) 0.08 ppm (lavoro moderato) 0.05 ppm (lavoro pesante) 0.2 ppm (≤ 2 ore) 2007

90 OZONO La valutazione dell’esposizione
Verificare la presenza di filtri per l’ozono Verificare la presenza di sistemi di espulsione all’esterno dell’aria di raffredamento Verificare il regolare svolgimento dell’attività di manutenzione Verificare il tipo di ventilazione (assente, generale, localizzata) Misurare l’esposizione dei lavoratori ogni qualvolta il rischio non possa essere considerato trascurabile 2007

91 OZONO Le misure di prevenzione
Utilizzo di apparecchiature a bassa emissione e dotate di filtro per l’ozono Manutenzione periodica Dislocazione delle apparecchiature in ambienti ventilati e separati Scarico all’esterno dell’aria di raffreddamento 2007

92 Le misure di prevenzione
2007

93 Taglierina rotante 2007

94 Taglierina a leva con e senza paramano
2007

95 RISCHI SPECIFICI NELLA SCUOLA
2007

96 Laboratorio Tecnico Principalmente nelle scuole medie è prevista una attività tecnico-manuale di non eccessiva pericolosità né impegno ma sicuramente non trascurabile. Tale attività è talvolta differenziata per sesso ed è seguita da un docente tecnico specializzato; consta soprattutto di piccoli lavori di falegnameria e di realizzazione di circuiti elettrici elementari in corrente continua o lavori di bricolage 2007

97 Laboratorio Tecnico: attrezzature
Seghetto manuale, chiodi, martello, compensato, ecc. Tutte queste attrezzature sono utili per i più rudimentali lavori di falegnameria e rappresentano rischi minimi. Trapano manuale Molto meno pericoloso del trapano elettrico assolve pienamente alla sua funzione per i piccoli lavori. E' dotato di un volano dentato che funziona da riduttore di forza e di una ruota dentata di piccole dimensioni che trasmette la forza alla punta. Pile, lampadine, filo elettrico, nastro isolante, interruttori. Si progettano circuiti di piccole dimensioni utilizzando pile commerciali che garantiscono dai rischi di elettrocuzione 2007

98 Laboratorio Grafico-Artistico
Tale attività è rappresentata dal disegno, dall'attività di modellazione (argilla e affini), di stampa con matrice vinilica. I rischi sono talvolta ancora minori di quelli del laboratorio tecnico. Le attività grafico artistiche vengono svolte anche nelle scuole elementari e sono parte integrante dell’attività didattica 2007

99 Laboratorio Grafico-Artistico: fattori di rischio
Colori ad acqua, a cera, ad olio; matite, righe squadre; fogli da disegno, compensato o tela. Sono tutti materiali di consumo per lo svolgimento di attività grafiche. Solitamente sono acquistati direttamente dagli studenti, I colori sono anallergici e i supporti sono già predisposti con forma e dimensione desiderata. Bulini per argilla L'argilla, solitamente ben imbibita, risulta essere facilmente lavorabile e non richiede eccessivo sforzo nell'uso dei bulini, solitamente di plastica o con piccole parti in metallo arrotondato. Forno Il forno viene generalmente utilizzato per la cottura degli oggetti realizzati in argilla terracotta o ceramica. Foglio vinilico, Bulini da intaglio, inchiostro, rullo, vaschetta per inchiostro. Il foglio vinilico viene intagliato con i bulini appositi in modo da realizzare l'immagine in negativo su cui viene passato il rullo inchiostrato. Gli inchiostri utilizzati sono anallergici. Solventi 2007

100 Laboratorio Grafico-Artistico: rischi da valutare
Attrezzature e macchine utilizzate: è possibile, in relazione alla tipologia di attrezzature utilizzate (ad esempio i bulini per il foglio vinilico) nello svolgimento delle attività del laboratorio, che a causa della mancanza di idonee protezioni ci si provochino tagli, abrasioni, ecc., ovviamente l’entità di tali infortuni sarà di tipo lieve. Immagazzinamento degli oggetti: il rischio è legato al non corretto ancoraggio delle scaffalature o al loro eccessivo caricamento che comporta la possibilità che si verifichi un ribaltamento degli scaffali stessi o che da questi cada il materiale che vi è stato disposto. Molto contenuto è, invece, il rischio associato alla tipologia di sostanze immagazzinate che, anche nel caso in cui fossero tossiche o infiammabili, non sono mai presenti in quantità tali da costituire un effettivo pericolo. Sostanze utilizzate: nei laboratori grafico-artistici possono essere utilizzate colle, solventi, vernici, inchiostri, ecc., che espongono le persone presenti nei locali ad un rischio di tipo chimico; 2007

101 Attività artistiche collaterali
In molte scuole è previsto un saggio di fine anno sotto forma di rappresentazione teatrale e/o saggio di danza e/o saggio ginnico. Tutte queste attività presentano di per sé rischi molto bassi. Il rischio è dovuto piuttosto alla presenza di palco e attrezzature varie all'interno dell'edificio scolastico. Il numero di lavoratori che svolgono la loro attività nell’ambito di questa fase non è definibile in maniera precisa perché e previsto il coinvolgimento del maggior numero di collaboratori possibili e l'impegno è quasi sempre volontario 2007

102 Attività artistiche collaterali: fattori di rischio
Le attrezzature normalmente utilizzate raggruppate per attività sono: Microfoni, amplificatori, impianti HI-FI, casse acustiche. Tutte queste apparecchiature elettriche prevedono collegamenti temporanei sono tutti marchiati CE. Strutture per la realizzazione delle scene Strutture in legno o in compensato; tendaggi, mobilio. 2007

103 Attività artistiche collaterali: rischi
Rischio elettrico: è legato alla possibilità di elettrocuzione, durante l’utilizzo di particolari attrezzature elettriche, per contatto con cavi elettrici con rivestimento isolante non integro, il rischio di natura elettrica diventa più rilevante nei casi, non infrequenti, in cui l’impianto elettrico non prevede gli idonei dispositivi di protezione contro i contatti indiretti (interruttori differenziali) e contro i sovraccarichi (interruttore magnetotermico), in maniera meno frequente il rischio è legato alla disposizione non idonea dei cavi elettrici che può determinare un pericolo di tranciamento. • Attrezzature utilizzate: è possibile, in relazione al fatto che potrebbe essere presente materiale ingombrante, in ambienti che solitamente sono vuoti, che aumenti il rischio di urti, tagli e abrasioni. Movimentazione Manuale dei Carichi: il rischio può essere legato all’esigenza di sollevare e spostare le attrezzature di scena utilizzate per le rappresentazioni o per i saggi. 2007

104 Attività artistiche collaterali: gli interventi
• Evitare di approntare gli impianti elettrici provvisori con soluzioni non rispondenti alle norme di sicurezza. • Evitare l’accatastamento, sia pure momentaneo, del materiale nei corridoi e vie di transito. • Garantire condizioni microclimatiche favorevoli migliorando il sistema di condizionamento/riscaldamento. • Verificare l’adeguatezza delle vie di fuga in base agli affollamenti massimi previsti. 2007

105 Laboratorio alberghiero: attrezzature e macchine
Affettatrice Utilizzata per affettare dai salumi agli arrosti deve essere marcata CE ed munita di carter di protezione. Bilancia Marcata CE. Cappa aspirante devono essere presenti ed efficienti, Cuocipasta, fornello, forno, friggitrice le attrezzature per la cottura dei cibi devono essere dotate delle misure di sicurezza atte a ridurre il rischio (fiamme pilota o accensioni elettriche guidate da termovalvola, valvole per sovrappressioni, dischi di scoppio, ecc.) Frigorifero/Congelatore, frullatore, lavastoviglie, lavello, lavaverdure, scaldavivande, trituratore 2007

106 Laboratorio alberghiero: rischi
Rischio elettrico: è legato alla possibilità di elettrocuzione, durante l’utilizzo di particolari attrezzature elettriche, per contatto con cavi elettrici con rivestimento isolante non integro, il rischio di natura elettrica diventa più rilevante nei casi, non infrequenti, in cui l’impianto elettrico non prevede gli idonei dispositivi di protezione contro i contatti indiretti (interruttori differenziali) e contro i sovraccarichi (interruttore magnetotermico), in maniera meno frequente il rischio è legato alla disposizione non idonea dei cavi elettrici che può determinare un pericolo di tranciamento. Utenze elettriche: il rischio è legato al non corretto allaccio di utenze con potenzialità superiore ai 1000W, più raramente possono verificarsi invece casi in cui il numero di prese a disposizione non sia sufficiente, rispetto al numero delle utenze, e pertanto queste possono essere sovraccaricate. Antincendio e Gestione delle Emergenze: assume un’importanza notevole l’idoneità della segnaletica indicante le vie di fuga e la formazione ed informazione del personale sul comportamento da tenere in caso di emergenza. Sostanze utilizzate: nelle attività di manutenzione e di pulizia delle attrezzature e degli utensili possono essere utilizzate sostanze che possono esporre gli addetti ad un rischio di natura chimica per contatto, inalazione o assorbimento cutaneo. Tra le conseguenze principali si possono citare le allergie e le dermatos Manipolazione di prodotti alimentari: il contatto con prodotti di origine alimentari e quello con microrganismi che possono proliferare nelle cucine a causa di non perfette condizioni di pulizia ed igiene, possono esporre gli addetti a rischio di tipo biologico. Luoghi di lavoro: il non corretto dimensionamento degli impianti di aspirazione dell’aria delle cucine (cappe di aspirazione), può compromettere la qualità dell’aria degli ambienti in particolare a causa di fumi e dei prodotti della combustione. 2007

107 Laboratorio alberghiero: prevenzione
Formazione e informazione sulla movimentazione dei carichi, sull’utilizzo delle varie attrezzature presenti nella struttura nonché sulle corrette procedure di operazioni in sicurezza; Verifica dello stato di conservazione degli utensili e delle attrezzature utilizzate durante l’attività; Svolgimento dell’attività in locali idonei, dotati di adeguata pavimentazione e di sistemi di aspirazione; Idonee condizioni microclimatiche ed illuminotecniche; Utilizzo di dispositivi di protezione individuale (guanti, indumenti protettivi, calzature di sicurezza, indumenti per la garanzia dell’igiene alimentare, ecc.); 2007

108 LABORATORIO INFORMATICA-LINGUISTICA-MULTIMEDIALE: rischi
Folgorazione Disturbi agli occhi Danni muscoloscheletrici 2007

109 LABORATORIO INFORMATICA-LINGUISTICA-MULTIMEDIALE : prevenzione
Verifica impianto di messa a terra Canalette copricavi Postazioni ergonomiche Illuminazione adatta 2007

110 LABORATORIO DI MACCHINE ELETTRICHE: rischi di lesioni da elettrocuzione
I casi più frequenti di folgorazione sono: contatto con una fase da una parte e con la terra dall'altra; contatto con una fase da una parte e con un'altra fase dall'altra. Le possibilità di contatto con superfici in tensione sono assai numerose in un laboratorio dove tutte le apparecchiature e le strumentazioni sono in genere alimentate elettricamente. In particolare l'impianto elettrico di un laboratorio chimico , ivi comprese le prese e le spine della strumentazione, è soggetto a rapido deterioramento in conseguenza dei vapori acidi, dell'umidità, etc. Ciò significa che esso dovrà subire una continua ed accurata manutenzione. . Una scarica elettrica è sempre pericolosa anche se di durata brevissima. 2007

111 Laboratorio di Officina Meccanica : attrezzature
TORNI DENTATRICI FRESATRICI STOZZATRICE RETTIFICHE TRAPANI A COLONNA 2007

112 ESEMPIO: TORNIO Il tornio è una macchina che opera per asportazione di truciolo, il moto di taglio è dato dal pezzo in lavorazione (moto rotatorio) mentre il moto di avanzamento è posseduto dall’utensile (moto traslatorio). I rischi principali nell’utilizzo di un tornio parallelo possono essere: 1.     Rischi legati ai contatti accidentali con gli attrezzi di fissaggio del pezzo (mandrino, menabrida, staffe per bloccaggio pezzi sul plateu) e con altri parti in movimento del tornio (pezzo in rotazione, barra scanalata,madrevite); 2.     Rischi dovuti alla possibilità di accedere alla zona di alloggiamento delle cinghie, pulegge o ingranaggi preposti alla trasmissione del moto rotatorio sulla barra scanalata o sulla madrevite; 3.     Rischi di elettrocuzione; 4.     Rischi legati ai sistemi di arresto di emergenza; 5.     Rischi dovuti alla mancata trattenuta del pezzo in lavorazione; 6.     Rischi dovuti alla mancata protezione della zona di operazione dell’utensile; 7.     Rischi dovuti alla eventuale rottura dell’utensile, a volte anche punta da trapano; 8.     Rischi dovuti alla presenza di trucioli lunghi che possono venire trascinati nel movimento di rotazione del pezzo e colpire l’operatore (tali trucioli si formano soprattutto con alcuni tipi di acciaio ed alcune condizioni di funzionamento del tornio, quali velocità di taglio, il tipo di utensile o punta montata, gli angoli caratteristici degli utensili ,spoglia, taglio, l’avanzamento ecc.); 9.     Rischi di impigliamento di abiti e capelli. 2007

113 ESEMPIO: TRAPANO Il trapano è macchina molto comune che serve per eseguire dei fori. I rischi principali nell’utilizzo del trapano sono: 1.        Rischi legati alla rottura dell’utensile; 2.        Rischi dovuti alla mancata protezione della zona di lavorazione dell’utensile; 3.        Rischi di elettrocuzione 4.        Rischi dovuti alla mancata trattenuta del pezzo in lavorazione; 5.        Rischi dovuti alla presenza di attrezzi o altri pezzi oltre quello in lavorazione 6.        Rischi dovuti all’aggiustamento o prendere misure con la macchina in moto; 7.        Rischi dovuti alla presenza di trucioli lunghi che possono venire trascinati nel movimento di rotazione della punta di trapano e colpire l’operatore (tali trucioli si formano soprattutto con alcuni tipi di materiali e dell’angolo di inclinazione della punta di trapano; 8.        Rischi di impigliamento di abiti e capelli. 2007

114 UTENSILI MANUALI: rischi
Le principali cause di infortunio sono: impiego scorretto o inadeguato qualità scadente del materiale cattivo stato di manutenzione inadeguato trattamento termico superficiale parti taglienti o acuminate non protette proiezioni di schegge durante l’uso errori di mira durante l’utilizzo 2007

115 BOMBOLE DI GAS COMPRESSI
Le bombole devono essere assicurate circa a 1/3 e a 2/3 di altezza ad una parete. Le catene sono preferite alle cinghie. I gas tossici devono essere conservati in un armadio ventilato. I regolatori devono essere rimossi e i coperchi di protezione installati quando le bombole non sono utilizzate. assicurarsi che abbiano regolare certificato o punzonatura di revisione periodica non esporre al sole non esporre a urti 2007

116 2007


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