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Antropologia - Lezione 12^

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Presentazione sul tema: "Antropologia - Lezione 12^"— Transcript della presentazione:

1 Antropologia - Lezione 12^
Capitolo III La verità dell’Antropologia cristiana: la partecipazione degli uomini alla Predestinazione di Cristo

2 É tempo anima mia, è tempo: se vuoi conoscere te stessa, il tuo essere e il tuo futuro, da dove vieni e dove vai; se è vita quella che vivi o se ne ricerchi una più vera e più alta. Mettiti all’opera, anima mia; è necessario che ti purifichi; cerca Dio e i suoi misteri, quel che c’era prima di questo universo e che cosa è quest’universo per te, da dove viene e quale è il suo fine. Mettiti all’opera, anima mia, è tempo che tu rinnovi la tua vita (Gregorio di Nazianzo)

3 in ordine all’idea di predestinazione
Momento storico in ordine all’idea di predestinazione

4 Premessa: i disagi moderni circa il termine predestinazione
Nell’uso linguistico comune è categoria pregiudicata. Evoca: un senso di determinismo, l’idea di pre-determinazione, di una volontà che ci precede, inappellabile ed ineluttabile e che destina, nel senso forte che determina, l’esistenza storica l’idea di un destino cieco, un fato che ha prefissato deterministicamente la vita

5 L’idea di una discriminazione: alcuni vengono prescelti per la salvezza mentre altri lo sono per la dannazione Una simile tesi ripugna con la coscienza della inalienabile libertà umana. Anzi, sia il volto di Dio che dell’uomo risultano distorti in una simile visione

6 La sensibilità moderna eredita il problema di una annosa controversia storica sull’interpretazione del senso cristiano della predestinazione: il dibattito ha il suo inizio con Agostino un’ulteriore tappa fondamentale nel medio evo, nella celebre controversia «de auxiliis» È una faccenda occidentale-latina…  la patristica greca non conosce il problema teologico della predestinazione in senso agostiniano, ricalca il pensiero biblico/paolino

7 La dottrina agostiniana della Predestinazione: genesi ed esito
due elementi caratteristici: la convinzione che la predestinazione si riferisca solamente ad alcuni soggetti ad esclusione di tutti gli altri il carattere infallibile di questa elezione, nel senso che nulla, neppure la libertà personale degli eletti, può renderla inefficace.  Agostino fonda la sua convinzione a partire dall’esegesi di Paolo (quale Paolo ?!)

8 Il punto di partenza: parte dalla condizione dell’uomo conseguente al peccato: «massa perditionis» la predestinazione consiste precisamente nell’atto divino di liberare alcuni degli uomini da questa massa dannata qui il contenuto dell’atto predeterminante di Dio

9 S. Paolo predestinazione  universalità 1Tm 2,4-11
 Dio vuole che tutti gli uomini siano salvi S. Paolo

10 S. Agostino predestinazione  alcuni sono salvati massa damnata:
tutti hanno peccato S. Agostino

11 Due qualità fondamentali della predestinazione:
un unico movente: la pura misericordia di Dio ad esclusione di qualsiasi previsione di eventuali meriti = la predestinazione è assolutamente gratuita nulla può opporsi all’attuarsi dell’atto liberatore di Dio: ciò che Egli vuole, inevitabilmente accade. Per questo la predestinazione è infallibilmente efficace sono le due proprietà della P. per Agostino: antecedente (o gratuita) e infallibile.

12 S. Agostino predestinazione  alcuni sono salvati massa damnata:
tutti hanno peccato  gratuità: non per i meriti Peccato Originale  infallibile: efficace anche contro la volontà umana S. Agostino Due proprietà intrinseche alla Predestinazione: Ma non la universalità  La Predestinazione è una determinazione concreta e posteriore: ci sono dei dannati!

13 il «perché?» Questo piano di Dio che libera alcuni dalla «massa dannationis» ha una sua logica mette in evidenza: da un lato la Giustizia di Dio che punisce il peccatore (lasciandolo nelle conseguenze del suo peccato) e dall’altro la sua Misericordia gratuita (perché, nonostante il peccato, alcuni sono infallibilmente e gratuitamente salvati). Giusto e misericordioso: sono le due qualità divine per Agostino (?!)

14 La conseguenza Se Dio è giusto/misericordioso ne consegue che non potrebbe volere la salvezza di tutti, perché allora (dato il rapporto tra la volontà di Dio e la volontà dell’uomo) di fatto tutti si salverebbero in questo caso avremmo un piano divino che non mette in luce una delle proprietà essenziali di Dio, cioè la giustizia di qui la necessità che non tutti siano predestinati questi sono solo un numero «chiuso e scarso» (perché tanto più raro è il dono, tanto più riluce la sua gratuità).

15 qual è la ragione per cui Dio opera questa discriminazione?
il problema: perché questi determinati e non altri, entrano a costituire il numero degli eletti? qual è la ragione per cui Dio opera questa discriminazione? I principi agostiniani non offrono alcun elemento per la risposta.

16 Interpretazione del pensiero
di Agostino Problema = nel punto di partenza posto a fondamento, che pregiudica negativamente l’intero ragionamento: A. fonda la gratuità della salvezza non sulla rivelazione biblica della volontà salvifica universale, ma sulla condizione di universale peccato in cui l’uomo si trova, per cui esso, pur non meritando nulla, viene salvato.

17 S. Paolo predestinazione  universalità 1Tm 2,4-11
 Dio vuole che tutti gli uomini siano salvi S. Paolo

18 S. Agostino  (= intenzione originaria: predestinazione
 alcuni sono salvati massa damnata: tutti hanno peccato Peccato Originale  non dal disegno eterno  (= intenzione originaria: ma a partire dalla storia: a partire da Cristo) condizione di peccato S. Agostino Inversione- deformazione rispetto alla Bibbia:

19 Rifiuta la dottrina biblica dell’univer-salità della salvezza:
cfr. il suo commento a 1Tim 2,4-11 («Deus vult omnes homines salvos fieri») dove dice che tutte le esegesi sono possibili, purché non in contrasto con la dottrina della predestinazione come da lui intesa.

20 Alla dottrina biblica della grazia, Agostino sostituisce come fondamento della antropologia soprannaturale la dottrina biblica del peccato originale. Sceglie un punto di partenza storico: l’attuale condizione storica dell’umanità che, in seguito al P.O., risulta universalmente segnata dal peccato se non viene ri-generata nel battesimo.

21 Poiché, però, l’attuale ordine storico è segnato dal peccato, non può essere assunto come criterio per cogliere la verità dell’uomo e del piano di Dio. Infatti la rivelazione biblica propone un diverso punto di partenza: il piano eterno (= questo permette di com-prendere la verità dell’uomo nell’originaria intentio Dei).

22 A partire da tale condizione di peccato Agostino ricava il senso della predestinazione
però, smarrisce l’essenziale riferimento a Cristo. La Scrittura, all’opposto, ribadisce che essa si può definire solo a partire da Cristo, non dall’uomo.  Andrà superata l’esegesi agostiniana, in quanto la prospettiva individuale che assume (alcuni individui predestinati e altri no) e la prospettiva dell’infallibile efficacia lo portano a “deformare” la teologia paolina:

23  Paolo non afferma l’esistenza di una categoria particolare di eletti, scelti ad esclusione degli altri non afferma l’esistenza di una grazia invin-cibile ed assolutamente efficace per costoro MA: i predestinati sono tutti coloro che hanno ricevuto il Vangelo (1Ts 5,9; Ef 1,3-12; Tim1,9; Rom 8) senza per altro che egli intenda limitare la predestinazione ai soli cristiani non dice che arriveranno infallibilmente alla salvezza; al contrario, considera la possibilità della loro defezione (2Tim 8,10).

24 Esito degli interventi magisteriali
Il Magistero non ha presentato la predesti-nazione come oggetto dell’insegnamento esplicito e solenne e non ha fatto propria la dottrina agosti-niana della predestinazione. Significativa è la posizione dell’Indiculus de Gratia, che si rifiuta di seguire Agostino nei problemi della predestinazione (DS 249).  Il Magistero, invece, è sempre intervenuto contro ogni restrizione della estensione universale della volontà salvifica di Dio e dell’azione redentrice di Gesù Cristo.

25 In particolare: la condanna della proposizione quinta di Giansenio, da cui si ricava che è eretico affermare che Cristo sia morto solo per i predestinati (in senso agostiniano) (DS ) la condanna dell’errore giansenista che Gesù Cristo è morto solo per i fedeli, non quindi per tutti gli uomini, per cui i non fedeli sarebbero esclusi dall’azione di Gesù Cristo (DS ); la presa di posizione contro Quesnel, con cui si afferma l’esistenza di “grazie” anche fuori della Chiesa e antecedenti alla fede (DS ) la costituzione Lumen Gentium (capitolo II).

26 Conclusione delle prese di posizione del magistero:
la tesi della volontà salvifica universale è «de fide ex ordinario ecclesiae Magisterio» ad essa corrisponde la tesi della predestinazione, nel senso precisato

27 tutti gli uomini effettivamente
Eredità di Agostino ha condizionato il dopo  in discussione l’universalità: la predestinazione comporta che tutti gli uomini effettivamente si salvino? NO! = incompatibile con la possibilità della perdizione (affermata dal dogma cristiano)  predestinazione non è quindi incompatibile a dannazione

28 Da qui le due questioni che hanno affaticato la teologia della predestinazione:
Qual è la ragione che discrimina gli eletti e i reprobi? b) Come è possibile la dannazione nonostante la predestinazione universale?

29 2. Il dibattito teologico sulla predestinazione
nel medioevo

30 Il problema è stato discusso nel medio evo nella cosiddetta controversia de auxiliis (XVI sec.)
 come armonizzare grazia (auxilium = aiuto divino) e libertà umana domenicani contro gesuiti linea di   Agostino Luis de Molina Tommaso Lessio Soto Domingo Bañez

31 Presupposto della discussione
– fornito da Agostino – è il concetto di spirito (umano):  Dio può fare nello spirito ciò che vuole, senza trovare resistenza da parte dell’uomo.  Però lo spirito resta libero. In che modo, Agostino non lo dice ().

32 interrogativo: Qual è la ragione per cui avviene la discriminazione tra eletti e reprobi?  Dio vuole la salvezza di tutti gli uomini, però questa si attua solo a determinate condizioni Due soluzioni opposte: linea bañeziana linea molinista

33 Linea bañeziana: Linea molinista: Obiettivo di fondo:
esalta il primato assoluto della grazia divina che efficace a priori, e non per il libero agire dell’uomo Linea molinista:  vuole salvare la libertà umana che collabora e rende la grazia “efficace”

34  linea bañeziana (banessianesimo) = la ragione della predestinazione è «ante praevisa merita»
 Dio dona la grazia necessaria ed efficace cioè vincente = tramite una premozione fisica spinge l’uomo a operare “liberamente” secondo il volere di Dio  ad alcuni e non ad altri  non in base ai futuri meriti o demeriti per i non eletti = la volontà salvifica di Dio si converte in «reprobatio negativa» (= non li sceglie), che diventa positiva solo «post praevisa demerita» (= li condanna)

35 si rende evanescente la libertà dell’uomo
Quale sia in realtà il criterio della scelta non si sa  non in base alla previsione dei rispettivi meriti o demeriti, questo è certo. Di più non si sa! LIMITI del banessianesimo si esalta l’assoluta libertà e gratuità di Dio: è efficace a priori e non per il libero agire dell’uomo  MA fino a renderla tendenzialmente arbitraria: senza criteri né coerenze La volontà di Dio, invece, è riferita al Bene ! si rende evanescente la libertà dell’uomo si giunge a negare la volontà salvifica universale

36  linea molinista la ragione della predestinazione è «post praevisa merita»
Dio pre-vede le azioni degli uomini, dando la grazia solo a chi corrisponderà. Passaggi logici = 1º Dio vuole la salvezza soprannaturale di tutti gli uomini (volontà antecedente e condizionata). 2º Dio (in linea di principio) decide di dare a tutti gli uomini senza distinzione la grazia necessaria per la salvezza.  Se la libera volontà dell’uomo corrisponde, questa grazia porta effettivamente alla salvezza (= grazia efficace); non porta alla salvezza solo se non vi si corrisponde.

37 3º Dio, mediante la scienza media, prevede infallibilmente la corrispondenza degli uni e la non corrispondenza degli altri. In base a questo elemento, Dio, di fatto, decide di dare ai primi la grazia efficace per la salvezza soprannaturale e decide di non dare agli altri queste grazie efficaci. 4º Conseguentemente, Dio decide di dare ai primi il premio e agli altri il castigo. Il criterio è più obiettivo: la salvezza è per tutti…quelli che corrispondono

38  La teoria dipende dalla scienza media
Dio è capace di conoscere le ipotetiche determinazioni di fatto di una libera volontà finita (cioè come si comporterebbe un uomo in una data situazione futura) e dona una grazia efficace solo a quelli che vi corrisponderanno è una scienza media tra la scienza del possibile e la scienza del realmente accaduto: la scienza media serve per conoscere le cose possibili che potrebbero diventare reali per decisione della libertà, anche se di fatto rimarranno puramente possibili (i futuribili) MEDIA? = a metà strada tra gli atti liberi solamente possibili e quelli concretamente esistenti in un dato momento storico Es.: la madre ha una previsione del comportamento dei 2 figli

39 Il molinismo è sorto per combattere i Prote-stanti e per rimediare ad alcune insufficien-ze del sistema agostiniano-tomista, specie: 1) la tendenziale negazione della libertà dello spirito (Dio vi opera quel che vuole) invece: sottolinea il valore della libertà che rimane nell’uomo nonostante il peccato e co-agisce con la grazia, permettendole di essere “grazia efficace” la negazione della volontà salvifica universale (Dio salva solo alcuni… quelli che vuole!)

40 LIMITI del molinismo si perde il primato ontologico dell’agire di Dio sull’uomo, poiché è condizionato dall’uomo introduce un disordine nell’agire di Dio: la grazia è efficace ma solo in previsione dei meriti  si perde la gratuità della predestinazione, in quanto dipenderebbe dall’uomo: viene meritata o de-meritata sono i meriti dell’uomo che decidono la predestinazione.

41 Elementi nodali emersi nel dibattito storico:
dopo Agostino = tenere in unità tre qualità fondamentali della predestinazione: gratuità – universalità – efficacia. Gratuità = antecedenza ad ogni merito (contro pelagianesimo e semipelagianesimo) Efficacia = infallibilità della elezione = la grazia è invincibile, la libertà umana non la rende inefficace Universalità = volontà salvifica per tutti

42 Ma l’agostinismo estremo:
 mette in evidenza la gratuità e la efficacia, sul presupposto della parzialità e non universalità = più il dono è scarso e più è gratuito! pretende di ricavare da S. Paolo il riferimento a soggetti, uomini particolari, eletti tra tutti gli uomini, ad esclusione di tutti gli altri presupposto esegeticamente ingiustificato

43 La controversia de auxiliis è rimasta irrisolta
Paolo V (1607): chiede ad ogni corrente di non censurare l’avversaria e di astenersi da parole aspre che manifestano l’amarezza dell’anima!!!  L’inconcludenza del dibattito dipende dal “falso dilemma” che è il presupposto: ante vel post praevisa merita? Errore = definire la predestinazione a partire o da Dio, da un lato, oppure dagli uomini, dall’altro. In entrambi i casi, a prescindere da Cristo e dal NT.

44 Assumendo (acriticamente) un simile presup-posto la questione diviene insolubile, si oscilla come il pendolo sui due lati del rapporto: o sul versante di Dio, che decide il criterio della discriminazione o sul versante degli uomini, la cui risposta decide del conseguimento della salvezza Il punto di partenza è equivoco =  l’alternativa (falsa) tipicamente moderna tra Dio e l’uomo e una visione estrinsecista di grazia e libertà: due grandezze antitetiche e concor-renziali poste sullo stesso piano

45 La soluzione = rivedere tale presupposto acri-tico, riconoscendo con la Scrittura che il criterio della predestinazione non sta né in una visione astratta di Dio né nell’agire dell’uomo, quanto piuttosto in Gesù Cristo occorre riandare al senso della rivelazione: La predestinazione paolina è la predestina-zione di grazia e, di conseguenza, la predesti-nazione degli uomini in Cristo. Dio intende e decide in base al disegno della sua volontà: tutti gli uomini sono salvi nel mistero di Gesù Cristo.

46 Due punti fermi: occorre ricuperare come proprietà intrinseca della predestinazione anche l’universalità (= tutti) superare le strettoie agostiniane e tornare al tema della predestinazione cogliendolo nel suo momento originario, direttamente dalla Rivelazione.

47 3. Conclusioni sintetiche:
la predestinazione è la verità dell’uomo «Non è solo una dottrina teologica, ma è l’espressione coerente di tutto il Vangelo» (G. Colzani) Non la prima di una serie di tesi, ma l’architrave dell’impianto antropologico 

48 Per l’elaborazione di una corretta dottrina:
il Dio vivente è il Dio dell’alleanza, è il Dio che ha liberamente istituito una relazione di grazia con l’uomo sin dall’eternità. Nella storia, il Dio di Gesù Cristo si autode-termina in favore dell’uomo peccatore. Non è lecito tornare al di qua della sua libera decisione (una massa dannata!), una decisione che dobbiamo considerare assoluta e gratuita, totalmente indipendentemente dai comportamenti umani: Dio è libertà di amare, è pura grazia rivelata in Cristo

49 Partenza teologica e non filosofica:
Verità dogmatica = riferimento al mystérion paolino  non partire da una visione filosofica di Dio e dei suoi rapporti con l’uomo (cfr. la questione su come la grazia agisce sull’anima umana)  Il disegno divino della p. non è riconducibile alla misteriosità e insondabilità del Fatum (= “destino - fatalità”) o dell’Ananke greca (= “la necessità”), ma si rivela inequivocabilmente e definitivamente in Gesù Cristo.

50 Il criterio: la predestinazione è predestinazione di Cristo e degli uomini in Cristo. Evitare: il riferimento diretto ai salvati (chi? – perché?), e quindi il dilemma del «ante vel post praevisa merita» neppure partire da Dio (quale?), a monte del suo dirsi e del suo donarsi in Gesù Cristo.

51 Rilettura cristocentrica delle tre qualità fondamentali della predestinazione (emerse col dibattito storico): gratuità è il dono di Gesù Cristo: pura liberalità del Padre (“non ha risparmiato…” – è unilaterale) supera ogni esigenza/diritto da parte dell’uomo, anche dell’uomo buono moralmente universalità esclude l’esistenza di un ordine non istituito su Cristo (una “massa dannata”)  afferma l’estensione a tutta l’umanità esistente, senza eccezione alcuna

52 infallibile efficacia
La P. si attua nel Cristo, e l’opera di Cristo non può assolutamente venir meno  volontà definitiva = che non può non raggiungere il suo scopo La predestinazione svela il fondamento eterno della nostra salvezza, così la P. custodisce la garanzia del suo risultato finale, la certezza che il mondo sarà salvato  In Gesù Cristo noi abbiamo la certezza dell’assoluta fedeltà di Dio a questo mondo Il fondamento giustifica il compimento (l’inizio sostiene il fine)

53 A queste tre qualità fondamentali (dalla storia teologico-dogmatica)
+  biblica:  la predestinazione è il contenuto del progetto eterno/originario di Dio

54 Ef 1,4: Dio ci ha scelti prima della creazione del mondo = prima non durante la storia
 sottrae la vita personale e la storia alla casualità, radicandola invece nell’eterna libertà del Dio-Amore è la ragione ultima della nostra storia e la risposta alle domande cruciali: Da dove veniamo? Dove andiamo? la scelta divina non è una variabile della storia, ma il fondamento stesso della vita e della storia: il piano di Dio è eterno = non “al di fuori” della storia, ma che la “fonda”

55 Ef 1,4: Dio ci ha scelti in LUI
la predestinazione in Cristo è il punto di partenza non un corollario dopo aver già sviluppato un concetto universale di predestinazione a prescindere dalla nostra elezione in Gesù Cristo si attua concretamente con la creazione, ma non la presuppone (non c’è già un ordine) l’unicità e l’unità della volontà eterna: è esclusa la possibilità di una doppia prede-stinazione: la volontà divina non è mutevole né incerta. È il fondamento sicuro su cui “compro-mettere” la vita.

56 Il contenuto: la filiazione e la solidarietà di tutti gli uomini in Cristo
la verità dell’antropologia = l’uomo entra in relazione con Dio-Padre nella forma che è propria di Gesù, ossia nella relazione filiale Insufficienti le risposte inferiori, non perché false ma non adeguate all’identità della persona: l’uomo è “animale razionale”, o che è “natura pura”, o un “animale evoluto” 

57 una creatura chiamata all’amicizia o alla comunione con Dio (divinizzazione o vocazione soprannaturale erano i termini tradizionali).  È ancora poco: non dice la qualità filiale non si dà una creazione in-determinata, né generica dell’uomo = ma la conformazione al Figlio 

58 La relazione con l’altro (uomo) è originaria e costitutiva
G. Colombo = solidarietà in Cristo ossia del legame soprannaturale che unisce gli uomini gli uni agli altri in Cristo (Galati: “uno in Cristo”) La tesi della predestinazione rivela una verità dimenticata (ma mai negata) dal dibattito storico: l’intrinseca dimensione relazionale dell’antropologia. L’uomo non ha semplicemente delle relazioni, ma al contrario è relazione conferma dell’antropologia biblica: l’uomo è relazione (non “ha” delle relazioni): con Dio, con l’altro da sé (donna/uomo) con il creato

59 La relazione si rivela quale dimensione originaria e costitutiva della persona libera.
Duplice conclusione: in negativo, il rifiuto dell’individualismo, come visione “parziale”, astratta dell’uomo in positivo, il riconoscimento che l’uomo è costitutivamente fatto per la comunione. K. Barth = predestinazione della comunità O. Clément = due logiche contrapposte: individuo (a-seità) e persona (essere con/per)

60  Carattere sovraindividuale dell’antro-pologia cristiana = la coscienza personale non è coscienza di sé ma coscienza della/nella comunione “Il dogma della Trinità è il nostro programma sociale” (N.F. Fedorov) = triunità personale  Unità ontologica di tutti gli esseri umani = sono consustanziali  Nella comunione la persona non è “oggetto” di una mentalità dell’uso: è l’irriducibilità dell’essere umano alla sua natura

61 NB: Antichità - medioevo = la dimensione comunitaria appariva prima della concentra-zione esclusiva sul singolo (l’individuo è “uno accolto da” e “costituito con”) La cultura moderna ha decisamente portato ad un’inversione: il soggetto (coscienza di sé) precede e domina sulla comunità (coscienza della comunione) Perduta l’ontologia relazionale biblico-patristica Relazione ? = categoria accidentale (aristotel-ismo) e psicologico - strumentale (Cartesio -Newton)

62 P. Florensky L’aspetto della filìa si incarna nei rapporti di amicizia e trova il suo fiore nell’opera sacramentale (eucaristica) di affratellamento e nella co-manducazione. Nella santa Eucaristia trovano nutrimento l’ascesi, la pazienza e il martirio comuni… La struttura amicale, improntata a filìa, della comunità fraterna, agapica, dei cristiani, contraddistingue non solo il rapporto gerarchico e filiarchico dei membri con il centro, ma anche le frazioni più minute della comunità. La comunità, simile al cristallo, non si divide in parti amorfe, non cristalline; al limite della divisione non c’è l’atomo umano in rapporto con sé e, partendo da sé, con la comunità, ma la molecola comunitaria, la coppia di amici che è il principio dell’azione... Siamo di fronte ad una nuova antinomia, l’antinomia persona-diade.

63 Da un lato la persona singola è tutto,dall’altro è qualcosa soltanto dove si trovano “due o tre”. Questo “due o tre” è qualitativamente superiore all’uno, benché sia stato il cristianesimo a creare l’idea del valore assoluto della persona individuale. La persona non può essere assolutamente valida se non in una comunicazione assolutamente valida, benché non si possa dire se la persona sia prima della comunicazione o la comunicazione prima della persona. Il primato della persona o della comunicazione si escludono a vicenda, dal punto di vista razionalistico, ma sono dati insieme come fatto immediato nella vita ecclesiale (P. Florensky, Colonna e fondamento della verità, )

64 La possibilità della dannazione
La predestinazione in Cristo (= volontà salvifica universale, effettivamente efficace) è compatibile con la possibilità reale, seppure tragica, della dannazione? È in gioco la serietà della libertà umana: l’uomo può opporsi, resistere, rifiutare Dio solo è essenzialmente buono perché il suo volere è di unire i cattivi a sé, che è, essenzialmente buono e renderli di conseguenza buoni. A questo fine, quando è oltraggiato, benedice; quando è perseguitato, sopporta; quando è infamato, conforta; e quando viene trucidato, prega per gli uccisori. Egli fa tutto questo per non allontanarsi dal Suo fine principale: l’amore (Massimo il Confessore)

65 Proprio nella negazione dell’offerta della gra-zia, l’esercizio della libertà afferma che l’unico senso per la libertà umana è Cristo dunque, si può scegliere diversamente, ma con un esito autodistruttivo! La negazione costituisce non la salvezza e la realizzazione della libertà, bensì il suo falli-mento totale e la perdizione Possibilità dell’inferno: non nell’alternativa (fal-sa) tra la giustizia e la misericordia di Dio, ma per la salvaguardia della libertà umana

66 “L’uomo è libero fin da principio. Dio infatti è libertà,
La libertà è prerogativa costitutiva della creazione: “L’uomo è libero fin da principio. Dio infatti è libertà, e a immagine di Dio è stato fatto l’uomo” (Ireneo di Lione, Adv. Haer. IV, 37, 4: SC 100 bis, 932).  Anche Brambilla parla preferibilmente di libertà creata, piuttosto che di uomo o di creatura.

67 “La libertà racchiude in sé un principio irrazionale oscuro: esso non fornisce garanzia interiore che la luce vincerà le tenebre [...]. La libertà può essere «fatale», può portare sulla strada della vittoria delle tenebre e della distruzione dell’essere [...]. La grazia non contraddice alla libertà, la grazia è un’identità interiore con la libertà, la grazia vince la tenebra irrazionale della libertà e la porta all’amore libero. Perciò il mistero fondamentale del cristianesimo è collegato alla grazia, cioè al superamento del conflitto tra il fato della libertà e il fato della necessità nell’amore libero” (N.A. Berdjaev, Il senso della storia, Milano 1972, 55-6).

68 (Isacco di Ninive, Discorsi ascetici, 81,
Ma l’affermazione della possibilità dell’inferno è anche funzionale alla salvaguardia dell’amore di Dio che non possiede altre vie per salvare l’uomo al di fuori dell’amore (libera adesione all’altro). “Nel suo grande amore, Dio non ha voluto costringere la nostra libertà, anche se avrebbe potuto farlo, ma ci ha lasciati venire a lui con il solo amore del nostro cuore” (Isacco di Ninive, Discorsi ascetici, 81, ed. Spanos, Atene 1895, 307).

69 “Vi dico dunque che coloro che soffrono nell’inferno sono tormentati dai colpi dell’amore. Sono duri e amari i colpi che procedono dall’amore — cioè di ciò in cui essi hanno sentito di aver mancato di carità —, più dei tormenti che procedono dal timore. La sofferenza che freme nel cuore e <dipende> dalla mancanza di amore è più acuta di qualsiasi <altro> tormento. È turpe che uno pensi che i peccatori nell’inferno sono privati dell’amore per Dio. L’amore infatti è figlio della scienza del vero, che confessiamo essere data a tutti in modo universale.

70 L’amore nella sua potenza agisce in due modi
L’amore nella sua potenza agisce in due modi. Tormenta chi ha mancato, come capita anche qui, quando un amico capisce di essere stato infedele all’amico; rallegra invece sempre l’amore coloro che hanno osservato quel che gli si deve. Così anche nell’inferno: dico che la durezza del tormento è costituita dal pentimento che procede dall’amore, mentre la letizia che è nell’amore inebria l’anima dei figli dell’alto” (Isacco il Siro, Discorsi ascetici, 19, tr. In Isacco di Ninive, Discorsi ascetici/1, a cura di M. Gallo e P. Bettiolo, Roma 1984, 239).

71 Sviluppo logico dell’idea di dannazione:
Partenza: pre­destinazione non significa che l’umanità «sic et simpliciter» sia salva, ma che l’umanità in Cristo è salva qui l’ordine storico effettivamente voluto da Dio il rapporto tra l’umanità e il Cristo si instaura sulla base della libertà personale di ciascuno: La salvezza voluta da Dio per l’uomo è gra-tuita e antecede la risposta dell’uomo, ma per attuarsi è offerta alla libertà umana.  la libertà è la facoltà del definitivo (K. Rahner)

72 «Dio ha creato te senza di te
«Dio ha creato te senza di te. Perché Dio ti creasse non hai dato nessun consenso: e come avresti potuto consentire quando ancora non esistevi? Dunque, colui che ha creato te senza di te non ti giustifica senza di te. Egli ha creato chi era ignaro, ma giustifica soltanto chi lo vuole» (Sant’Agostino)

73 Come intendere l’infallibile efficacia della Predestinazione?
non nel senso che essa salverà di fatto tutti gli uomini neppure nel senso (agostiniano) che salverà i predestinati anche contro la loro volontà nel senso che essa salverà infallibilmente e senza discriminazioni tutti quelli che non gli si oppongono ostinatamente e non rifiutano di essere salvati cfr. testi neotestamentari: esistono peccati irremissibili?

74  Mc 3,22-29 (//Mt 12,31ss; Lc 12,10): In verità vi dico: tutti i peccati saranno perdonati ai figli degli uomini e anche tutte le bestemmie che diranno; ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito santo, non avrà perdono in eterno: sarà reo di colpa eterna. Eb 6,4-6: “Quelli infatti che sono stati una volta illuminati... se sono caduti (qui si fa il caso dell’apostasia), è impossibile rinnovarli una seconda volta portandoli alla conversione, dal momento che per loro conto crocifiggono di nuovo il Figlio di Dio e lo espongono all’infamia.

75 Rom 8,38: niente ci potrà separare dall’amore di Cristo.
Per tutti coloro che non vi resistono, nulla, né fuori di loro, né dentro di loro (inclinazioni, tendenze, peccati) potrà impedire l’attua-zione della volontà salvifica di Dio: Rom 8,38: niente ci potrà separare dall’amore di Cristo. Questa posizione differisce radicalmente da quella pelagiana, che concepisce la salvezza come ricompensa alla bontà morale dell’uomo la salvezza è esclusivamente effetto della volontà di Dio: è infatti solo dalla volontà di Dio che viene tutta la salvezza dell’uomo.

76 E l’uomo, da parte sua? ha solo la possibilità di resistere e quindi opporsi, per salvarsi altrove (fuori di Cristo) rifiutandosi a Cristo, l’uomo rende sterile per sé la volontà salvifica che in Gesù Cristo è uni-versale (1Cor 1,17: la croce di Cristo resa vana) se non si oppone, la volontà salvifica si attua infallibilmente in lui come in tutti opporre resistenza = chiudersi al dono di Dio reso disponibile nella storia/comunità di Gesù è “perdersi”, si perde la propria “destinazione” Ma questo è il senso della vicenda storica della libertà umana di cui s’interessa il capitolo IV!

77 Un piccolo esercizio di verifica 

78 Giuda era predestinato?  dall’eternità?  nella sua storia?
era predeterminato? era libero?

79 era predestinata?  dall’eternità?  nella sua storia?
Maria di Nazareth era predestinata?  dall’eternità?  nella sua storia? era predeterminata? era libera?

80 Antropologia - Lezione 13^
Momento sistematico 1 Le strutture della libertà creata

81 Premessa: l’attuarsi della Predestinazione
Dopo aver visto il piano divino nella sua eternità, ora ne vediamo il suo compimento storico. Eternità Storia  La P. per realizzarsi è condizionata dall’accadere di alcune condizioni:

82 dunque la volontà di Dio per l’uomo (= P.) si attua creando
 se Dio è mosso dalla volontà di avere dei figli nel Figlio, occorre che dia esistenza ad un interlocutore a cui donarsi, un tu in grado di divenire partner di tale progetto, che sia capace di una risposta libera di fronte a tale offerta d’amore il volere di Dio stabilisce una reciprocità, un admirabile commercium, una relazione che esige l’esistenza di un “tu” amato e amante dunque la volontà di Dio per l’uomo (= P.) si attua creando si attuerà precisamente nella creazione dell’uomo (posizione centrale nel creato).

83 La P. esige che si attuino almeno due condizioni:
 l’esistenza di esseri che non siano Dio stesso, che siano “altro da Dio” (creature) e che di conseguenza possano diventare partecipi della natura divina e della filia-zione, dal momento che non vi partecipano in modo nativo ed essenziale (per natura) di qui, la creatura, o meglio, la «libertà creata», nella differenza di uomo e donna perciò l’esistenza dell’uomo non dev’esser presupposta all’azione divina, ma va colta come ciò che il piano di Dio pone per realizzarsi

84  l’esistenza in questi esseri di una disponibilità (la libertà) ad accogliere la volontà di predestinazione in modo libero  per cui la volontà di Dio si mostri come effetti-vamente «graziosa» e non predeterminante

85  l’uomo non è Dio, ma è creato
Riepilogando:  l’uomo non è Dio, ma è creato = è distinto da Dio – totalmente dipendente da Lui è disponibile a Dio, in quanto è creato libero = è nella possibilità effettiva di comunione con Dio in Cristo = l’orientamento originariamente cristologico della libertà creata: l’uomo viene creato in Cristo ed in vista della comunione/incorporazione a Gesù di Nazareth tradizionalmente = l’uomo viene creato “in grazia”.

86 La tradizione ha sviluppato la riflessione sulle strutture dell’uomo attorno a tre capitoli:
1. la creazione = concentrandosi, però, essen-zialmente sulla questione cosmologica = il “creato”, il mondo e l’origine delle cose da Dio 2.l’uomo = inizialmente ricondotto al tema biblico dell’imago Dei, di fatto studiato nell’analisi dei componenti della persona: anima e corpo 3. la grazia = la chiamata alla comunione con Dio in Gesù Cristo.

87  Punto di partenza biblico (Gen 1 e 2):
Due correttivi che vogliamo apportare:  Punto di partenza biblico (Gen 1 e 2): propone una visione unitaria della creazione dell’uomo, colto non tanto nei suoi elementi/componenti strutturali, quanto piuttosto nelle sue relazioni costitutive: con Dio (la filiazione) con il mondo (luogotenente di Dio) con l’uomo/donna, cioè l’altro da sé (sessualità e socialità)

88 si vede meglio l’unitarietà dei diversi temi attorno alla figura dell’uomo
l’importanza della dialettica sessuale – e della socialità in genere (temi tradizionalmen-te trascurati o rimandati ad altre discipline, quali la morale) – tra gli elementi originari e costitutivi dell’uomo.

89  punto di partenza l’uomo e non il mondo
è anzitutto la creazione dell’uomo il centro, non la natura in genere tutto ciò che è posto in essere (il cosmo) lo è in vista ed in relazione a quest’unico progetto divino in rapporto all’uomo avrà piena comprensione lo studio del tema natura/mondo, liberan-dolo dalla riduzione cosmologica a cui è andato incontro nella storia e recuperandone, invece, l’originario riferimento antropologico.

90 l’uomo: la libertà creata
Ci concentreremo sui seguenti nuclei tematici intesi come lo svolgimento analitico del mistero della predestinazione nel suo attuarsi storico: l’uomo: la libertà creata la relazione dell’uomo con il mondo: la creazione la relazione dell’uomo con l’altro da sé: la sessualità la relazione dell’uomo con Dio: l’incor-porazione filiale = la Grazia

91 L’uomo: la libertà creata, capacità di relazione
Capitolo III L’uomo: la libertà creata, capacità di relazione  L’uomo imago Dei  la struttura ontologica dell’uomo: anima - corpo


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