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Uomini vittime di donne

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Presentazione sul tema: "Uomini vittime di donne"— Transcript della presentazione:

1 Uomini vittime di donne
Di Glenda Mancini

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3 Il 2013 è stato un anno nero per i femminicidi, con 179 donne uccise, in pratica una vittima ogni due giorni. Rispetto alle 157 del 2012, le donne ammazzate sono aumentate del 14%. A rilevarlo è l'Eures nel secondo rapporto sul femminicidio in Italia, che elenca le statistiche degli omicidi volontari in cui le vittime sono donne. Aumentano quelli in ambito familiare, +16,2%, passando da 105 a 122, così come pure nei contesti di prossimità, rapporti di vicinato, amicizia o lavoro, da 14 a 22. Rientrano nel computo anche le donne uccise dalla criminalità, 28 lo scorso anno: in particolare si tratta di omicidi a seguito di rapina, dei quali sono vittima soprattutto donne anziane.

4 Ddl 3390 “(…) la violenza maschile sulle donne è la prima causa di morte per le donne in tutta Europa e nel mondo e in Italia più che altrove (…)”

5 RAPPORTO EURES  le donne che hanno subito una violenza sono il 27% in Italia e il 22% in Spagna. Percentuali significativamente più elevate sono state tuttavia registrate in Germania (35%), Francia e Gran Bretagna (44%), Olanda (45%), Svezia (46%), Finlandia (47%) e Danimarca (52%).

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8 WARREN FARREL Negli anni 70 promosse il femminismo, entrando nel consiglio direttivo di NOW (National Organization for Women). Per tre anni ne fu Presidente. Se ne dissociò quando il femminismo assunse posizioni che Farrell considerò anti- maschili ed anti-padre. TEORIA DI CORTINA DI PIZZO: “quando a commettere un’efferatezza è un uomo ci si concentra sul atrocità del gesto, è un mostro e va rinchiuso, quando a commetterla è una donna ci si chiede il perché, è matta e va curata”

9 Studio sui biases di genere

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13 Che cos’è la violenza domestica?

14 La Convenzione di Istanbul ci dice:
Preambolo …Riconoscendo che la violenza domestica colpisce le donne in modo sproporzionato e che anche gli uomini possono essere vittime di violenza domestica. Art. 3 … L’espressione violenza domestica designa tutti gli atti di violenza fisica, sessuale, psicologica o economica che si verificano all’interno della famiglia o del nucleo familiare o tra attuali o precedenti coniugi o partner, indipendentemente dal fatto che l’autore di tali atti condivida o abbia condiviso la stessa residenza con la vittima. … Per “vittima” si intende qualsiasi persona fisica che subisce atti o comportamenti di cui ai precedenti commi a e b.1 1Convenzione di Istanbul 11 Maggio 2011 – convertita in legge in Italia il 19 Giugno 2013

15 Socializzazione del maschio
Gli uomini devono essere autosufficienti. Questo significa che non hanno bisogno di essere aiutati da altri, se sono uomini veri. Gli uomini devono essere forti. Questo significa che non possono esprimere il dolore fisico ed emotivo,tristezza o paura, se sono uomini veri. Gli uomini devono essere i protettori della società, in particolare di donne e bambini. Questo significa che non dovrebbero aver bisogno di essere protetti da altri, se sono uomini veri. Quindi ammettere di essere una vittima equivarrebbe a dire che: Ho bisogno di essere aiutato da altri = non sono autosufficiente Ho bisogno di comunicare il mio dolore e la mia sofferenza = non sono forte Ho bisogno di essere protetto da una donna maltrattante = non è in grado di badare alla sua donna e ai suoi bambini. Quindi lui non è un vero uomo è una femminuccia.

16 Deve aver fatto esasperare la sua fidanzata, fino a spingerla a estrarre dalla tasca un coltellino e piantarglielo sulla gamba..... 

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18 Possibili perchè Forse se ancora oggi non ci si preoccupa di indagare se le forme di violenza agite dalle donne abbiano identica motivazione,forme ed origine rispetto quella maschile è perché sostanzialmente la questione della violenza domestica è stata sottratta al campo della sociologia e fatta propria della politica,così, le soluzioni che vengono proposte,le definizioni che vengono avanzate hanno sempre natura politica,nascondono interessi politici e smettono di riflettere la realtà dei problemi esistenti. ES. boss Buzzi 7 maggio 2012 Marisa Guarneri Presidente onoraria della Casa delle Donne Maltrattate di Milano (la prima in Italia): "Intorno alla violenza sulle donne si è costituito un business notevole. Una sorta di indotto, un po’ come quello delle pari opportunità. Studi legali, psicologici, formazione, progetti finanziati dall’Europa… Un progettificio. Tanti si improvvisano per intercettare questi fondi. Anche noi delle Case, che operiamo concretamente e in prima linea–in Italia ce ne sono 60, nei capoluoghi di provincia- dobbiamo spesso rassegnarci a sfornare qualche progetto per integrare i finanziamenti, che non sono sufficienti”. 26 giugno 2014 Manuela Ulivi, Presidente della Casa delle Donne maltrattate di Milano "Negli ultimi anni è nato un vero e proprio business, molto italiano (interesse ad intercettare i fondi), e perfino uno showbitz dell’anti-violenza: esperti e centri improvvisati, corsi volanti di formazione, operazioni editoriali instant e di dubbia qualità, iniziative e spettacoli “d’emergenza”. " (..)

19 Identità di vittima e di aggressore Considerati i 98 casi di cui sopra, come nel caso della violenza contro le donne l’aggressore principale è con 80 casi la partner ( nel 56% dei casi è la moglie, nel 23% la compagna)  mentre in 14 casi si tratta della ex-partner (nei 4 casi rimanenti le vittime sono state: corteggiato,amante,compagno della figlia).

20 Luogo delle aggressioni
Non a caso, e perfettamente in linea con quanto accade per la violenza domestica subita dalle donne, in 73 casi su 98 i delitti vengono consumati all’interno delle mura domestiche. Questo dato conferma anche quelle che furono le risposte al mio studio sulla violenza domestica a danno degli uomini, uomini che riferirono di essere stati aggrediti principalmente nella propria abitazione: “«Dove è perpetuata principalmente la violenza subita?». 503 persone su 696, corrispondenti al  73%, riferiscono di aver subito violenza nella propria casa, una percentuale sensibilmente inferiore subisce violenza sia all’esterno che all’interno delle mura domestiche mentre solo il 13% riferisce  l’esterno delle mura domestiche come la sede in cui si consumano i comportamenti violenti”2.

21 Frequenza degli episodi di maltrattamento In  almeno 14 casi su 98 è stato possibile apprendere che si è  trattato di episodi reiterati nel tempo.   Età della vittima La fascia di età apparentemente più colpita è quella tra i 40 e i 50 anni, con una media di 47 anni. Anche in questo caso è possibile riscontrare delle tendenze che non differiscono rispetto la letteratura nazionale sulle donne1.

22 Età dell’aggressore L’aggressore ha un’età media di 41 anni ed è generalmente più giovane di qualche anno della vittima; inoltre, al crescere dall' età dell'aggressore contestualmente aumenta l'età della vittima.

23 Nazionalità dell’aggressore La carnefice è in 73 casi su 94 italiana
Nazionalità dell’aggressore  La carnefice è in 73 casi su 94 italiana. Questo dato sembra sfatare una delle teorie più utilizzate per giustificare l'esistenza della violenza femminile verso il partner, ovvero che le uniche ad essere violente siano le straniere. Anche qui troviamo un parallelismo con i dati concernenti la violenza sulle donne, dove nella maggior parte dei casi gli autori sono italiani.

24 Movente dell’aggressione
 Anche per quanto riguarda il movente, i dati non differiscono di molto da quelli in cui il carnefice è l’uomo. Più in dettaglio, nel 43% dei casi il movente che scatena una reazione violenta è quello passionale (gelosia o non accettazione della perdita della persona amata); nel 28% dei casi si parla di futili motivi ed è interessante notare come solo in 3 casi ( nella categoria “ALTRO”) risulti che la violenza sia la conseguenza di una legittima difesa (in due casi, peraltro, si precisa un eccesso di legittima difesa). Dai casi descritti appare evidente come la giustificazione della violenza agita dalla donna nella coppia come mera risorsa difensiva non sembri essere in realtà avallata dai dati oggettivi dimostrandosi, piuttosto, un pregiudizio. In effetti, si parla pochissimo di autodifesa mentre dietro alla maggior parte degli episodi sembrano esserci un eccesso di rabbia piuttosto che il desiderio di vendetta per una ferita emotiva o ancora una reazione all’abbandono (o alla sua minaccia) o semplicemente, esattamente come accade nel caso in cui il carnefice è un uomo, per il desiderio di controllo sull’altro.

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26 La storia della violenza difensiva…
Indipendentemente dal nostro genere, tutti noi siamo membri della stessa specie umana, con lo stesso innato istinto di fuga o di lotta. Ognuno di noi ha l’attitudine a reagire violentemente se si produce l’opportuno insieme di circostanze. Ciò che la letteratura in materia di abusi domestici ci ha mostrato è che c’è una notevole variabilità nei fattori scatenanti le reazioni violente nei conflitti coniugali. Alcuni dei maltrattanti sono spinti dallo stress, mentre altri lo sono dall’alcool, dalla disoccupazione, dal retroscena familiare o dalla limitata capacità di gestire situazioni. Nella maggior parte dei casi, è una complessa combinazione e interazione di questi fattori a predisporre uomini e donne ad usare la violenza per risolvere i conflitti nelle loro relazioni intime. Il lavoro di ricerca è quello di identificare questi fattori scatenanti ed essere in grado di prevedere con precisione chi è più vulnerabile e in quali circostanze. Una volta compiuta l’analisi, la strada per un intervento efficace può essere a portata di mano.

27 Ad oggi, non ci sono dati che tengano conto dell’altezza e del peso come fattori determinanti nella perpetrazione di abusi domestici. Per questo motivo qualsiasi valutazione della relativa maggiore forza fisica degli uomini come fattore determinante dell’abuso è strettamente speculativa. Anche se intuitivamente ha un senso che una persona di grande statura e maggiore forza abbia il vantaggio in un'aggressione fisica, sarebbe un errore credere che la relativa maggiore forza propria sia l'unico fattore determinante dell’esito di un'aggressione in famiglia. Segnalazioni aneddotiche di uomini abusati rivelano come donne di piccola corporatura possano esercitare paura e intimidazione, minacciando di sottrarre i propri figli, ed altre forme di abuso emotivo, come insulti e svilimento. Sappiamo tutti fin troppo bene che qualsiasi mancanza di forza può essere compensata da un'arma. Il caso di John Bobbitt e Lorena è paradigmatico in questo senso.

28 Tipo di maltrattamento inflitto
In 40 casi la violenza fisica è consistita in lesioni (22 lievi, 16 aggravate e 2 gravissime)1, in 31 casi  in tentato omicidio, in 15 in omicidio e in 11 casi in violenza domestica reiterata. Le lesioni comprendono azioni quali: strattonamenti, spinte, schiaffi, calci, pugni, colpi inferti con oggetti contundenti o con un’arma o lesioni cruente a tal punto da causare la mutilazione di una parte del corpo della vittima. Nei casi di omicidio l’arma più utilizzata è stata il coltello in 10 casi mentre in 2 soli casi l’uomo è deceduto a seguito di percosse. 1Sulla base della durata della malattia si è soliti distinguere: a. lesione personale lievissima: se la durata della malattia non è superiore ai 20 giorni (in questo caso il delitto è perseguibile a querela della persona offesa); b. lesione personale lieve: quando la malattia ha una durata maggiore di 20 giorni ma non superiore ai 40 (ove si tratti di lesione personale volontaria si procede d’ufficio e perciò sussiste per il medico l’obbligo di referto); c. lesione personale grave: se la durata della malattia o dell’incapacità di attendere alle ordinarie occupazioni supera i 40 giorni o se si configura alcuna delle circostanze aggravanti previste dalla legge; d. lesione personale gravissima: se la malattia è certamente o probabilmente insanabile o se si configura alcuna altra delle circostanze aggravanti. L’art. 583 c.p. elenca in dettaglio le ipotesi aggravanti, tutte di grande interesse medico legale: 1. la lesione personale è grave a. se dal fatto derivano malattia che mette in pericolo la vita della persona offesa, ovvero una malattia per un tempo superiore ai 40 giorni; b. se il fatto produce l’indebolimento permanente di un senso o di un organo; 2. la lesione personale è gravissima se dal fatto deriva: a. una malattia certamente o probabilmente insanabile; b. la perdita di un senso; c. la perdita di un arto; d. una mutilazione che renda l’arto inservibile; e. la perdita dell’uso di un organo; f. la perdita della capacità di procreare; g. una permanente e grave difficoltà della favella; h. la deformazione, ovvero lo sfregio permanente del viso.

29 Armi dell’aggressione  Analizzando il grafico si evince come i mezzi utilizzati per le aggressioni siano stati le armi da punta e da taglio in 45 casi su 98 e le percosse in 30 casi. Negli altri casi (indicati appunto con “altro”), l’aggressore è ricorso ad armi da fuoco (in 3 casi), all’acido (in 2 casi), ad arma impropria (in 6 casi) e al veleno (in 2 casi). Nei casi di tentato omicidio, le armi più utilizzate sono state quelle da punta e da taglio (in 23 casi su 31).

30 Reazione dell’aggressore a fatto compiuto
Solo in 36 casi su 98 vi è stata la flagranza di reato. Riguardo alla reazione del carnefice quando interrogato sul reato, la tendenza generale è stata quella di sminuire l’evento, di giustificarsi, di colpevolizzare la vittima, di criticare l’operato della pg, di non commentare ma anche quello, per alcuni, di ammettere il reato. Altre osservazioni In 8 casi su 98  è stata riconosciuta una condizione di disturbo psichico nell’aggressore. In 27 casi su 98 è stato possibile rilevare la premeditazione. In 9 casi su 98 è stato possibile rilevare tentativi di staging. In 7 casi su 98 l’aggressore ha tentato il suicidio dopo aver commesso il reato. In 15 casi su 98 è stata possibile rilevare violenza assistita.

31 In generale, il periodo in cui si sono registrati più agiti violenti è quello di agosto, ma le differenze non si dimostrano particolarmente significative rispetto agli altri periodi. Un’interessante osservazione in proposito: gli psichiatri insegnano come il caldo peggiori un quadro psicopatologico. Il fenomeno appare essere trasversale all’intera nazione. Sud 30% centro 36% nord 35%

32 8 marzo 2014 Brianza, 52enne ucciso a coltellate Moglie e figlia fermate per omicidio Salvatore Marsiglia è stato colpito più volte al culmine di una lite. Era senza lavoro da circa due anni 20:41 - Un uomo di 52 anni, Salvatore Marsiglia, è stato ucciso a Cesano Maderno (Monza e Brianza) dalla moglie e dalla figlia che lo hanno accoltellato e colpito con un martello. Le due donne, Maria Rosa Saitta, di 54 anni e Jessica Marsiglia di 25, sono finite in carcere, a Monza, accusate di omicidio volontario in concorso. Sembra che l'omicidio sia avvenuto al culmine di una lite.1 Scopre il tradimento e colpisce il marito ai genitali: morto dopo 20 ore di agonia2 È morto per una ''scappatella'' con un’altra donna. La moglie presa dall’ira lo ha aggredito più e più volte, seviziandolo al basso ventre e ai genitali. È successo a Livorno, la notte tra sabato e domenica, ma solo intorno alle 18 di ieri pomeriggio la donna, 57enne,  ha deciso di chiamare l’ambulanza vedendo il marito, Gabrio Gentiloni,  di 61 anni,  in condizioni disperate La coppia ha un figlio già adulto. Secondo quanto raccontato dalla 57enne ai carabinieri, il marito aveva trascorso la serata di sabato con un’altra donna, come da lui stesso detto alla moglie al telefono. Quando l’uomo è rientrato in casa, ubriaco, la donna in preda alla gelosia e alla rabbia lo ha assalito con un’arma da taglio e ha infierito sul basso ventre e sugli organi genitali. Solo dopo parecchie ore dall’accaduto la donna si è resa conto che il marito era in condizioni molto gravi, e ha deciso di chiamare i soccorsi. Sul posto è arrivata subito un’ambulanza, che ha trasportato il 61enne all’ospedale.  È stato subito operato, le prime diagnosi parlano di intestino perforato, danni all’apparato genitale, è stata riscontrata anche una peritonite. In ospedale sono arrivati anche i carabinieri, a cui la donna ha confessato di essere lei l’autrice dell’aggressione. La 57enne è indagata per lesioni gravissime. Il pm Antonella Tenerani ha disposto il sequestro dell’abitazione. 1http:// e-figlia-fermate-per-omicidio_ shtml 2] genitali-morto-dopo-20-ore-di-agonia.htm

33 Muore d’infarto a Como: arrestata la moglie
30 Dicembre 2014 Notizie flash- Che cosa è successo in quella casa? A quanto pare per chi indaga non ci sono dubbi.E’ stata arrestata per omicidio preterintenzionale Youniar Nolazco. E’ stata la donna, una 38enne di origini cubane a provocare la morte del marito Mauro Battistella, 60 anni. Ribadiamo, non hanno dubbi di questo i pm. L’uomo è deceduto per una crisi cardiaca domenica sera, dopo l’ennesimo litigio nella loro abitazione. Per gli inquirenti la 38enne potrebbe aver picchiato il pensionato causandone il decesso. A rendere ancora più triste questa storia il fatto che la donna avrebbe picchiato con violenza il marito di fronte ai suoi figli piccoli. Oggi un giorno importante per la donna. La 38enne infatti sarà sentita dal gip per l’interrogatorio di convalida. L’uomo, da pochi mesi pensionato, dopo avere litigato con la donna, alla presenza dei figli di 4 e 14 anni, si è accasciato ed è morto. Nel litigio la cubana avrebbe anche picchiato il consorte. La donna ha deciso di non rispondere alle domande del pm, per cui non si sa quale sia la sua versione dell’accaduto. Nelle prossime ore maggiori dettagli sull’accaduto.1 1http:// Tiglieto, aggredito a colpi di martello. Arrestata la moglie1 17 ottobre 2014 Sorprende il marito nel sonno. Armando Caneva, 67 anni, è ricoverato in 'codice rosso' all'ospedale San Martino di STEFANO ORIGONE Ai carabinieri ha raccontato che due malviventi erano entrati in casa sua, a Tiglieto, e avevano colpito il marito con un martello alla testa mentre ancora dormiva. Ma era una bugia: a mandare il marito all'ospedale in fin di vita era stata lei, la moglie, Maddalena Benvenuto, 67 anni, coetanea del consorte, Armando Caneva. L'unica verità era l'arma usata per massacrare il marito: un martello che i carabinieri hanno ritrovato, sporco di sangue, abbandonato nel giardino di casa. Troppe inesattezze, troppe incongruenze nel racconto dell'anziana; e poi sembrava quasi incredibile che i due aggressori avessero quasi ucciso un uomo, anziano e indifeso, senza portar via neppure un gioiello. Dopo un lungo interrogatorio, i militari si sono fatti la convinzione che a tentare di uccidere il pensionato sia stata la moglie: l'hanno arrestata per tentato omicidio.  Resta ancora da accertare il movente dell'aggressione: durante l'interrogatorio, la donna ha taciuto.  La prima telefonata ai carabinieri è arrivata intorno alle 9: disperata, la voce di una donna chiedeva aiuto: "Venite in via Valcalda 58: hanno preso a martellate mio marito. Erano in due", ha raccontato la donna. "Sono entrati in camera da letto mentre Armando stava ancora dormendo e l'hanno colpito alla testa con un martello. Io ero nella stanza accanto e quando ho sentito le urla sono corsa ma quei due erano già fuggiti". 1http://genova.repubblica.it/cronaca/2014/10/17/news/rapinato_a_colpi_di_martello_terrore_a_tiglieto /

34 Giugliano. Donna accoltella il marito davanti al figlio di 13 anni1 
Alla base del folle gesto 'motivi passionali'. L'uomo non è in pericolo di vita. La 35enne è stata arrestata e accusata di tentato omicidio di Ivan Marino GIUGLIANO. Una donna di 35 anni ha accoltellato il marito, durante una lite scaturita in abito familiare, davanti al filgio di soli 13 anni. La vicenda è accaduta a Giugliano in Via Puccini dove la donna, Antonietta Capitale, al termine di una lite per motivi passionali, ha afferrato un coltello da cucina ed ha ferito all'addome il marito, Giuseppe Di Rosa di 36 anni. Il tutto é accaduto davanti al figlio di 13 anni. Sul posto sono intervenuti gli agenti del Commissariato di Giugliano, diretti dal primo dirigente Pasquale Trocino, e i medici del L'uomo è stato trasportato all'ospedale San Giuliano dove è ricoverato nel reparto di chirurgia e non è in pericolo di vita. La donna è accusata di tentato omicidio ed è agli arresti domiciliari in attesa del processo per direttissima.  Tenta di uccidere marito per gelosia2 Gli versa acqua bollente sulla schiena e poi lo accoltella (ANSA) - CATANIA, 9 APR - Scene da dramma della gelosia a Randazzo: una 50enne ha versato dell'acqua bollente sulla schiena del marito e poi lo ha colpito con un coltello da cucina al culmine di una lite. La donna sarebbe stata gelosa dell'uomo, un operaio di 51 anni, accusandolo di avere una relazione extraconiugale. La vittima è ricoverata nell'ospedale Cannizzaro di Catania per ustioni sul 25% del corpo. La donna è stata sottoposta agli arresti domiciliari da carabinieri per tentativo di omicidio. (ANSA). 1http:// 2http:// gelosia_26c17e3e-aff2-4c60-bedf-a29a71bd4741.html

35 Dal mio studio:

36 Totale: 481

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38 Cosa possiamo fare? INFORMAZIONE!

39 Pubblicità progresso: violenza delle donne sugli uomini

40 GRAZIE PER L’ATTENZIONE!


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